Visibilità e prospettive per biblioteche e bibliotecari

Nel momento di passaggio tra il mandato 2011-2014 e il successivo 2014- 2017, è utile fare il punto su dove siamo arrivati. Un bilancio del mandato 2011-2014 spetta al CEN precedente, ma è ovviamente sempre utile confrontarsi con gli obiettivi dichiarati nel 2011 e confermati nel documento di metà mandato. In tal modo, i contorni delle linee programmatiche 2014 -2017 diventano più chiari.
L' elemento di novità più rilevante con cui oggi dobbiamo fare i conti è forse quello della visibilità. I bibliotecari italiani e la nostra Associazione sono presenti, direttamente o indirettamente, nel panorama che ci riguarda. Gli sforzi pluriennali dell'AIB hanno dato buoni frutti: sediamo ai principali tavoli intorno ai quali si discute di biblioteche, del libro e della lettura. Lì cerchiamo di far valere le esigenze delle biblioteche, le loro caratteristiche, le potenzialità, l'apporto che esse possono dare alla battaglia contro la crisi e a vantaggio dello sviluppo. L'alleanza con altre professioni non ordinistiche (per prime quelle legate ai beni culturali, ma non solo) ci propone, peraltro, nuovi tavoli e nuove prospettive di lavoro. L' iniziativa del BiblioPride è in qualche modo l' emblema di questo nuovo corso, che ci impone di essere più proattivi, di osare il massimo, di uscire dal guscio soffocante del nostro sentirci diversi, incompresi dal mondo e vittime passive degli eventi. È vero che manca ancora una convincente narrazione delle biblioteche, come segnalava Stefano Parise in un suo editoriale per il Bollettino1, ma anche una nuova narrazione deve essere probabilmente preceduta da una presa di coscienza collettiva che, nel migliore dei casi, sembra fin qui limitata agli addetti ai lavori.
Stiamo faticosamente lottando perché i tagli alle biblioteche e agli organici professionali non ne indeboliscano la forza, reale e potenziale, proprio nel momento in cui sosteniamo - e qui per fortuna non siamo soli - che le biblioteche sono una leva potente per uscire dalla crisi e per creare sviluppo a livello capillare. È difficile, infatti, sostenere il ruolo centrale delle biblioteche nelle università e negli istituti di ricerca nel momento in cui si tagliano gli abbonamenti ai periodici e alle grandi banche dati scientifiche, così come è difficile sviluppare il potenziale anche turistico delle grandi biblioteche storiche italiane quando sono centinaia di migliaia i loro libri, opuscoli, documenti ancora non catalogati: sappiamo che la catalogazione è anche indispensabile operazione preliminare per qualsiasi progetto efficace di digitalizzazione e valorizzazione. Le biblioteche pubbliche (che, ricordiamolo sempre, sono assenti in una consistente parte del Paese) soffrono per la carenza dei fondi necessari agli acquisti e non dispongono di personale sufficiente dal punto di vista quantitativo e idoneo dal punto di vista qualitativo per soddisfare le esigenze della collettività. Le biblioteche scolastiche (limitando il discorso a quelle attive) hanno subito le conseguenze di decisioni deleterie come l'affidamento ai bibliotecari in organico di funzioni amministrative e un'erogazione di fondi nella maggior parte dei casi irregolare e discontinua.

Tutte queste criticità ci confermano che il problema non dimora solo nel comparto culturale, ma sta nella complessiva strategia politica del Paese. Se fare ricerca in Italia non è considerato un elemento di portata strategica, se l' educazione dei ragazzi e l' educazione permanente degli adulti non sono assi portanti dello sviluppo individuale e collettivo, se il welfare italiano rimane al palo, a combattere con i costi della sanità e dei servizi sociali, se le forze economiche migliori trascurano l' industria culturale, turistica e ambientale, non c'è speranza per le biblioteche. Non si tratta, quindi, soltanto di difendere il nostro settore, anche se non possiamo permetterci di abbassare la guardia, almeno fino a quando non saremo riusciti a fare chiarezza a tutti i livelli di governo (locale, nazionale e internazionale) e avremo ottenuto risposte e riscontri tangibili.
Questa impegnativa e complessa iniziativa politica spetta soprattutto all'Associazione italiana biblioteche. Siamo alla prima fase, quella in cui, come si diceva, siamo diventati visibili. Dobbiamo senz'altro sfruttare questa nuova condizione, che però non è scevra da pericoli. Peter Lor dell'Università di Pretoria, in un suo interessante intervento al Congresso IFLA 20142, ha ben illustrato le potenzialità e i rischi di una simile visibilità. Secondo Lor, la massima visibilità sociale delle biblioteche può contribuire a farle diventare un simbolo aggregativo per la Nazione, mentre la scarsa visibilità le confina in un ruolo marginale, che diventa assenza di strutture e servizi alla base dell'organizzazione sociale e, in prospettiva, le espone al rischio dell'estinzione. Di contro, un'alta visibilità comporta rischi di aggressione alle biblioteche e ai loro patrimoni (e ne abbiamo diversi esempi, soprattutto all' estero).
In questo quadro, i bibliotecari possono nel punto più alto diventare attivisti dei diritti sociali ed esercitare una sorta di biblioteconomia critica, nel punto più basso ridursi alla condizione di burocrati apatici e demoralizzati. Proprio quello di cui non abbiamo bisogno.
L' AIB di oggi aspira a guidare la risalita delle biblioteche e dei bibliotecari, e verso questo traguardo produrrà il massimo sforzo possibile, pur consapevole che le difficoltà di contesto e anche l' esiguità delle risorse disponibili renderanno il compito assai difficile.
Se potremo contare sul contributo di tutti gli associati e sull'aiuto dei soggetti che hanno a cuore un sano sviluppo per il nostro Paese, siamo però certi che riusciremo a ottenere risultati importanti, anche nel breve/medio periodo.

Enrica Manenti

NOTE

[1] Stefano Parise, Fare politica bibliotecaria nell'epoca del post benessere, «Bollettino AIB», 51 (2011), n.1/2, p. 7-11.

[2] Peter Lor, Risk and benefit of visibility: librarians navigating social and political turbulence, intervento all'IFLA World Libraries and Information Congress (Lyon, 16-22 August 2014), disponibile all'indirizzo: http://library.ifla.org/836/1/200-lor-en.pdf