Indagine sulle biblioteche valdesi in Italia:
caratteristiche, problematiche e prospettive future

di Raluca Persida Marin

Premesse storiche e culturali

Quello della Chiesa valdese è un argomento che, da un lato suscita l'interesse di una minoranza, in quanto intimamente legato a una particolare sensibilità religiosa che tocca questioni e problematiche di fede, dall'altro è una realtà profondamente radicata nella storia e nel tessuto sociale dell'Italia. Interrogarci quindi intorno ad essa significa venire a conoscenza di un aspetto particolare della storia e della cultura italiana. Nello specifico, investigare sulle loro biblioteche comporta sia l'approfondimento di una cultura quanto mai interessante, sia la scoperta di un universo bibliotecario poco noto.
La Chiesa valdese appartiene all'area protestante ed è presente in Italia da quasi un millennio. Prende il nome, agli inizi del XII secolo, da Valdo di Lione, ricco mercante della Francia meridionale che, dopo aver commissionato la traduzione in provenzale di alcuni brani della Bibbia, decide di seguire il Vangelo secondo l'esempio dei primi discepoli: rinuncia alla sua attività di mercante, distribuisce tutto ai poveri e sceglie la vita itinerante caratterizzata dalla povertà e dalla costante predicazione. In tal modo man mano fiorisce intorno a Valdo una comunità che si autodefinisce 'poveri in spirito'. Le radici della Chiesa valdese risalgono quindi a tre secoli prima della Riforma protestante, alla quale aderisce nel 1532 con il Sinodo di Chanforan. Proprio a causa della scelta di predicare liberamente il Vangelo, i Valdesi sono perseguitati fin dal 1184 e la loro presenza con l'Accordo di Cavour del 1561 è confinata nel Piemonte, tra le valli del Pellice, della Germanasca e del Chisone, conosciute oggi come le valli valdesi e che allora andavano a formare un vero e proprio ghetto. Per tutto il periodo del ghetto i Valdesi riescono a salvarsi dagli attacchi che si perpetuano nei secoli rifugiandosi tra le montagne e trovando ospitalità nei vicini confini svizzeri e francesi. Solo nel 1848, con le Lettere Patenti di Carlo Alberto, ottengono la parità civile e politica, potendo da quel momento svilupparsi e diffondersi in tutta la penisola. La parità religiosa arriverà invece nel 1984 quando la Chiesa valdese riesce finalmente a stipulare l'Intesa con lo Stato italiano. Oggi i Valdesi sono, sotto tutti gli aspetti, riconosciuti come facenti parte del tessuto sociale, culturale e religioso del paese1.
La ricchezza culturale dei Valdesi è data dal rapporto diretto con i libri e in modo particolare con la Bibbia, un legame, quest'ultimo, antico quanto le loro origini e che si sviluppa nel corso dei secoli. La traduzione della Bibbia che all'inizio della storia valdese è limitata solo ad alcuni brani è, con l'adesione alla Riforma, uno tra i più importanti progetti da loro stessi finanziati2: il forte impegno nella sua traduzione e diffusione è dovuto, infatti, alla vigorosa convinzione che la Bibbia è un libro non da venerare e da consacrare, ma da leggere e meditare. Convinzione che, fin dai primi tempi del movimento valdese, conduce i predicatori a portare sempre con sé dei piccoli codici da poter nascondere tra le vesti e allo stesso tempo da poter mostrare e leggere ad alta voce agli amici simpatizzanti, provenienti per lo più dai ceti sociali più bassi. In un periodo in cui il libro era conosciuto solo dalle classi sociali più agiate, non era quindi affatto scontato che vi fossero dei piccoli borghesi e dei contadini che la sera a lume di candela potessero toccare i codici e in seguito i libri che i propri maestri portavano con sé e potessero, cosa ancora più significativa, sentirne leggere il contenuto3. Si forma così intorno alla prima comunità valdese un insieme di scritti costituito da volgarizzamenti biblici, sermoni, trattati, poemetti, lettere, che sarà custodito dalla stessa fino alla metà del Seicento quando, a causa delle cruente persecuzioni, i testi saranno messi in salvo parte a Ginevra, parte a Dublino e parte a Cambridge4. La letteratura valdese è principalmente di tipo pastorale e il suo nucleo più antico affascina tutt'oggi gli studiosi per la sua peculiarità, che è possibile riassumere con le parole della professoressa in filologia romanza, Borghi Cedrini:

Dal punto di vista storico [...] i manoscritti dell'antica letteratura valdese rappresentano un unicum all'interno del panorama romanzo, in quanto sono l'unica testimonianza diretta di un movimento ereticale - o, meglio, definito ereticale - che scrive di sé, che ci ha lasciato qualcosa dall'interno sul proprio iter storico5.

Siamo ancora in attesa di conoscere i risultati dello studio che, insieme alla sua equipe di lavoro, la professoressa Borghi Cedrini sta portando avanti dal 2011: quando la casa editrice Claudiana di Torino, unitamente alla Tavola valdese e alla Società di studi valdesi, ha deciso di promuovere la predisposizione dell'edizione critica dell'intero corpus dei manoscritti valdesi. Recente è l'attenzione che l'ambiente valdese sta dedicando allo studio critico del proprio patrimonio culturale. Ed è proprio all'interno di questa nuova sensibilità che si inserisce il convegno del 2004 a Torre Pellice, “Libri, Biblioteche e cultura nelle valli valdesi in età moderna”6, nel corso del quale gli studiosi, oltre a interrogarsi intorno al problema della diffusione della Bibbia, della circolazione del libro protestante nei territori sabaudi e sul rapporto diretto e proficuo dei Valdesi con le tipografie estere riformate, hanno riflettuto anche sul problema, quanto mai interessante, della formazione delle biblioteche pastorali e di come tali patrimoni fossero conservati e tramandati di generazione in generazione. Molto rimane ancora da approfondire sulla cultura valdese dell'età moderna, ma quello che attualmente sappiamo con certezza è che tale patrimonio si trova principalmente presso la Fondazione del Centro culturale valdese di Torre Pellice7, dove sono presenti i quattro principali istituti culturali valdesi: il Museo valdese, l'Archivio della Tavola valdese, la Società di studi valdesi con la sua biblioteca e infine la Biblioteca valdese. Oggi la Fondazione, grazie al forte valore simbolico che la sua istituzione custodisce, rappresenta il punto di riferimento per il coordinamento di tutta la realtà culturale valdese in Italia. Il secondo polo di riferimento nazionale è costituito dalla Biblioteca della Facoltà valdese di teologia di Roma. La nostra indagine è quindi partita da questi due importati istituti bibliotecari, custodi della storia e della cultura valdese, per interrogarsi intorno a tutto il panorama bibliotecario valdese8. Esistono altre biblioteche valdesi in Italia? E con quali caratteristiche?

Metodologia e fonti dell'indagine9

La prima tappa della ricerca è stata l'interrogazione del sito web dell'Anagrafe delle biblioteche italiane dell'ICCU10, che ha consentito di scoprire quali sono le biblioteche censite e indicizzate sotto il termine valdese o sotto il termine più generico protestante.
Il secondo stadio dell'indagine è rappresentato dalla raccolta dei dati contattando sia per telefono sia per e-mail gli istituti e le chiese valdesi. La prima tipologia d'interlocutore con la quale siamo entrati in contatto sono stati i pastori delle chiese, successivamente le persone che promuovono e coordinano la nascita di una realtà bibliotecaria e infine, in alcuni casi, persone del Consiglio di chiesa.
La terza e ultima tappa della ricerca è stata conoscere più da vicino le realtà bibliotecarie censite dall'Anagrafe delle biblioteche italiane. Dopo aver analizzato i dati del censimento e averli confrontati con le informazioni dei siti web delle varie biblioteche, abbiamo sottoposto agli operatori di ognuna delle diverse biblioteche un questionario specificamente preparato.
L'incrocio di dati di vario tipo e origine, fonti internet, fonti orali, fonti epistolari e fonti scritte hanno insieme costituito le basi della nostra indagine. Grati soprattutto ai nostri interlocutori per il loro contributo umano, altrettanto fondamentale quanto quello strettamente informativo, siamo stati in grado di sviluppare un quadro del panorama delle biblioteche valdesi. Quadro che è fortemente indicativo di una determinata realtà, ma non è assolutamente esaustivo a causa di tre principali fattori: non tutto è stato deciso di vagliare, ovvero la ricerca in quanto tale è stata delimitata a quelle realtà designate sotto l'appellativo 'valdese'11; non tutti i contatti presi sono andati a buon fine, difficoltà incontrata soprattutto con gli enti e le chiese dell'Italia meridionale; infine per facilitare la ricerca abbiamo preferito non approfondire e non segnalare quelle piccole raccolte di libri (si tratta essenzialmente di qualche centinaio di libri religiosi) che esistono presso quasi tutte le chiesi valdesi d'Italia.

Risultati dell'indagine

Le biblioteche valdesi dell'Italia settentrionale

La Biblioteca valdese di Torre Pellice12 è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane e rappresenta la prima biblioteca dei Valdesi. Essa ha, infatti, origine dalla fusione della Bibliothèque pastorale e la Bibliothèque du Collège, le prime due biblioteche valdesi, nate a Torre Pellice nella prima metà dell'Ottocento per rispondere all'esigenza della formazione in patria di pastori, insegnanti e studenti. Oggi la Biblioteca valdese è affidata alle cure del bibliotecario Marco Fratini ed è parte integrante della Fondazione Centro culturale valdese, il cui sito contiene una voce interamente dedicata alla biblioteca13. Nel novembre 2001 aderisce a SBN nel Polo regionale Piemonte - Torino (TO0). Pertanto l'OPAC per la ricerca online del proprio patrimonio è Librinlinea.it14. È una biblioteca molto ricca e articolata, il cui patrimonio è costituito da 900 riviste, di cui 165 in corso, e da 95.000 volumi, di cui circa 10.000 sono in attesa di essere catalogati. Grazie all'intervista al bibliotecario Fratini15 sappiamo che in virtù delle numerose donazioni, le nuove acquisizioni sono maggiori rispetto alle possibilità di catalogazione. Attraverso il programma Excel è stato, pertanto, creato un database interno, denominato Miscellanea, che per ogni libro riporta autore, titolo, luogo di edizione, editore, anno di edizione e collocazione. Questo lavoro, svolto regolarmente da alcuni volontari, è sotto la stretta supervisione della biblioteca. Pertanto, al momento della ricerca di una risorsa bibliografica, il bibliotecario deve prima cercare su Librinlinea.it, poi nel catalogo a schede e infine nel database Miscellanea. In questo quadro di un ricco patrimonio da gestire e di esigue risorse umane ed economiche disponibili16, la catalogazione, affidata a personale esterno, è incentrata sui fondi antichi, dando così la priorità a quel tipo di patrimonio che in Italia rappresenta un unicum, dato confermato dai numerosi titoli che sono immessi in SBN per la prima volta. Prima dell'adesione a SBN era adoperato Erasmo, un database locale e non interattivo, i cui dati sono stati quasi tutti riversati in SBN. Attualmente il recupero del pregresso è al 25% del patrimonio e dal 2015 è iniziata la catalogazione dei periodici. Al momento l'adesione a SBN non si traduce quindi nell'aumento dei prestiti, ma dei contatti esterni per avere materiale scansionato, fotocopie e per consultare i libri antichi. Proprio a causa delle numerose donazioni, la Biblioteca si trova a dover gestire il problema dei numerosi doppioni e di una migliore destinazione di alcuni fondi: oggi come nel passato i doni sono fondamentalmente costituiti dalle biblioteche private dei pastori, che sono pressoché accomunate dagli stessi libri della Claudiana; in altri casi la biblioteca si è invece trovata a conservare donazioni accettate in passato, ma che non rispecchiano i campi del sapere in cui essa stessa è specializzata. Sono state adottate quindi due misure diverse: per i libri d'interesse non religioso è stata creata una rete di scambio gratuito con le altre biblioteche del territorio; mentre per i libri d'interesse religioso-protestante è stato attivato un servizio rivolto ai privati. È stato osservato come molti di questi testi, seppur in parte datati e fuori circolazione, richiamino ancora l'attenzione delle persone: ad esempio i libri di Giovanni Miegge o di Vittorio Subilia sono tutt'oggi un punto di riferimento nel panorama degli studi protestanti. La Biblioteca ha quindi deciso di dare loro la possibilità di una seconda circolazione: i libri doppi sono messi a disposizione dei privati, che possono così acquistarli attraverso una donazione simbolica concordata con il bibliotecario. Inoltre ogni anno, in occasione del Sinodo di fine agosto, viene allestito fuori dalla biblioteca un banco con questi libri, che negli anni ha riscosso un discreto interesse. Attualmente i nuovi acquisti mirano alla continuazione dei periodici e a tenere aggiornata la biblioteca pastorale attraverso la consultazione del catalogo della Claudiana. La Biblioteca valdese costituisce un punto di riferimento qualificato per lo studio della storia e della teologia protestante, non solo grazie al patrimonio che la caratterizza, ma anche per i progetti che porta avanti in stretta collaborazione con la Società di studi valdesi.

La biblioteca della Società di studi valdesi si trova presso la Fondazione, dispone di una pagina internet17, è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane ed è storicamente la terza biblioteca dei valdesi18. Nasce insieme alla stessa Società nel 1881 a Torre Pellice e si sviluppa grazie a lasciti e numerose donazioni. Al fine di assicurare un ampio orario dei servizi dedicati al pubblico, essa è affidata in gestione alla Biblioteca valdese, con la quale proficua è la collaborazione: ogni anno infatti, oltre al piano di acquisti e di catalogazione, vengono pianificati anche i progetti da condurre insieme. Il suo patrimonio conta circa 13.000 volumi e più di 200 riviste di cui una settantina in corso ed è consultabile, congiuntamente a quello della Biblioteca valdese, su Librinlinea.it, dove è possibile trovare tutta la parte monografica, il fondo delle tesi di laurea e i nuovi ingressi dal 2003. In seguito alla catalogazione in SBN anche la biblioteca della Società di studi valdesi ha ricevuto un sempre maggiore numero di richieste provenienti dall'esterno, portando le due biblioteche a un notevole ampliamento del bacino di utenza e confermando così il loro profilo fortemente specialistico e unico in Italia. Di fronte a tali dati la Società si è posta sempre più come centro propulsore dell'innovazione e dello sviluppo degli studi valdesi e protestanti in Italia, sia dal punto di vista dei contenuti che della forma di fruizione. Grazie ai progetti che promuove, la Società impegna, infatti, la maggior parte delle proprie risorse nel progresso e nel miglioramento dell'informatizzazione degli strumenti di ricerca e di conoscenza della cultura e della storia valdese, rendendo sempre più tale patrimonio fruibile e accessibile a tutti. Un primo esempio è la bibliografia valdese on-line, progetto avviato insieme alla Biblioteca valdese nel 2002, in collaborazione con la Johannes a Lasco Bibliothek di Emden, sotto la supervisione scientifica di Albert De Lange e grazie a un apposito finanziamento della Regione Piemonte (L.R. 25/98) e della Tavola valdese (progetti 8 per mille19). Si tratta della bibliografia valdese, completamente rivisitata, corretta, aggiornata rispetto all'edizione cartacea del 195320 con i seguenti campi ricerca: autore/i; curatori/collaboratori; enti; titolo; luogo di pubblicazione; editore/tipografo; data di pubblicazione; collana; voce di soggetto. La bibliografia è preceduta da una home-page plurilingue21 che costituisce un sito a sé in grado di essere raggiunto dai motori di ricerca internet. La bibliografia segue gli standard bibliografici internazionali di descrizione e per la soggettazione utilizza il Nuovo soggettario della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, arricchito da un soggettario specifico sulla storia valdese a cura della Biblioteca valdese. Un secondo esempio, ma non ultimo, è il Dizionario biografico on-line dei protestanti in Italia22, un progetto che raccoglie le biografie degli esponenti del protestantesimo storico italiano dal XVI al XX secolo. L'attività di ricerca della Società di studi valdesi è infine conosciuta grazie a varie pubblicazioni che insieme costituiscono un punto di riferimento per il panorama degli studi protestanti: la Collana di studi storici, il Bollettino della Società di studi valdesi, semestrale di studi sul valdismo e i movimenti di riforma religiosa in Italia e La Beidana, quadrimestrale sulla storia e la cultura del territorio delle valli valdesi.
Grazie alla conversazione telefonica con l'ufficio di Agape centro ecumenico di Prali23, siamo venuti a conoscenza dell'esistenza di un piccolo fondo librario che negli anni si è andato a costituire presso tale struttura e che in parte è stato portato alla Biblioteca valdese di Torre Pellice. Attualmente il fondo è costituito da circa 2.500 volumi non catalogati ed è caratterizzato soprattutto da libri degli anni Sessanta del Novecento di teologia, in lingua anzitutto francese, poi in tedesco e in inglese, mentre i restanti libri sono ricollegati alle tematiche del centro, come ad esempio la formazione giovanile. Al momento del contatto telefonico, si stava redigendo un inventario sia dei libri posseduti sia dell'Archivio storico, con il desiderio di entrare nel circuito del Centro culturale valdese di Torre Pellice, con il quale si stavano avviando i rapporti per una futura collaborazione.
La biblioteca della Chiesa valdese di Torino è principalmente costituita da doni di pastori e membri di chiesa e occupa una scaffalatura di circa 4 metri per un'altezza di 2,5 metri. Al momento delle informazioni ricevute dal diacono della Chiesa, Massimo Long, si stava eseguendo lo scarto al fine di realizzare una piccola biblioteca fruibile e di utilità per la comunità sia in caso di preparazione del culto religioso, sia per soddisfare curiosità ed esigenze di tipo storico o dottrinale. I nuovi acquisti sono, pertanto, mirati ad aggiornare e integrare il carattere di biblioteca quale supporto alla predicazione. Il progetto si avvale del lavoro gratuito di alcuni membri di chiesa con il coordinamento del pastore24.
La Biblioteca del Centro culturale protestante di Milano25 dispone di una pagina internet26 ed è di tipo interdenominale, ovvero partecipano alla sua gestione e formazione le tre chiese fondatrici del Centro culturale: la Chiesa valdese, la Chiesa metodista e la Chiesa battista. La biblioteca nasce insieme al Centro culturale negli anni Settanta del Novecento e nel tempo si è alimentata grazie a lasciti e donazioni dei membri delle chiese fondatrici e di amici del Centro culturale. Questo ha reso la collezione della biblioteca un'importante testimonianza storica della realtà protestante milanese, arricchendola di alcune raccolte uniche sul territorio nazionale: ad esempio la raccolta di circa 150 volumi contenente l'opera completa in tedesco e in italiano del teologo Dietrich Bonhoeffer. Significativa è anche quella relativa all'anabattismo di circa 150 volumi in svariate lingue. Oggi il suo patrimonio è costituito da circa 9.000 volumi, 538 audiovisivi e da circa 220 riviste, di cui una decina sono correnti. Fin dalle origini tale patrimonio è stato catalogato grazie al piano di classificazione ideato da Ugo Castaldi, uno dei maggiori studiosi dell'anabattismo in Italia. Il suo è un sistema di classificazione originale e tutt'oggi in uso: la segnatura è assegnata secondo il sistema di Classificazione decimale Dewey, opportunamente modificato alle esigenze di una biblioteca protestante e, allo stesso tempo, mantenendo le principali funzioni di un sistema di classificazione a scaffale aperto. Le riviste sono invece archiviate e collocate in ordine alfabetico. Al momento della nostra raccolta dei dati27 Susanna Chiarenzi28, la principale referente della biblioteca, ha espresso la forte preoccupazione del Centro culturale per il calo significativo dell'utenza e il desiderio di dare maggiore visibilità al patrimonio bibliotecario aderendo a SBN. Essendo però una biblioteca a costo quasi zero29 e non potendo sostenere le spese, il Centro culturale ha richiesto il finanziamento per la realizzazione del progetto all'8 per mille della Tavola valdese, presentando anche il vaglio di tutto il patrimonio librario a cura di due bibliotecarie qualificate. Nell'attesa di sapere se il progetto sarà accolto, le persone che si occupano della vita del Centro culturale, hanno iniziato a interrogarsi circa il metodo da adottare per l'entrata in SBN: ricatalogare tutti i volumi, mantenendo la segnatura e la collocazione a scaffale. In tale contesto è stato promosso un rapporto di collaborazione con la Biblioteca del Centro culturale protestante di Bergamo, che è presente in SBN dal 2012. Ottenuto il finanziamento, attualmente la biblioteca del Centro culturale protestante di Milano è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane e fa parte del Polo SBN, Polo regionale Lombardia (LO1). La catalogazione di tutto il patrimonio era prevista entro la fine del 201630.

La Biblioteca Girolamo Zanchi del Centro culturale protestante di Bergamo31 è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane e dispone di un proprio sito internet32. La biblioteca è anche valdese, in quanto il Centro culturale protestante è fondato dalla Comunità cristiana evangelica di Bergamo, che dal 1934 fa parte della Chiesa valdese come Chiesa autonoma per propria domanda di aggregazione alla Tavola33. La biblioteca è stata inaugurata nel 1998, dedicandone il nome a Girolamo Zanchi, teologo riformato del Cinquecento di origini bergamasche. Il suo patrimonio conta circa 5.000 volumi, il cui nucleo più antico è costituito dai libri della Comunità evangelica di Bergamo, e che risalgono alla metà dell'Ottocento con opere in particolare tedesche, svizzere e francesi. Le origini della Comunità sono infatti svizzere e francesi, trattandosi d'industriali di fede riformata che si trasferirono dalla Svizzera tedesca o dalla Svizzera francese per impiantare le loro fabbriche nel Bergamasco. L'incremento del patrimonio avviene soprattutto per donazioni da parte dei membri della Comunità, ma anche per acquisizioni ordinarie. Per la classificazione e collocazione delle opere è adottato, con piccoli adattamenti, il sistema della Biblioteca della Facoltà valdese di teologia di Roma. Nel 2012, grazie al cofinanziamento dell'8 per mille della Tavola valdese, della Fondazione della Comunità Bergamasca e della Regione Lombardia, è avvenuta l'adesione a SBN tramite il Polo regionale Lombardia (LO1)34. L'apertura e il servizio per la consultazione e prestito sono garantiti da dieci volontari del Centro culturale, mentre il servizio di prestito interbibliotecario è garantito da un solo responsabile. Uno dei principali referenti della biblioteca è Giulio Orazio Bravi, ex direttore della Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, membro del Consiglio direttivo del Centro culturale protestante di Bergamo e uno dei principali sostenitori dell'adesione a SBN. Alle domande da noi inviate all'indirizzo e-mail della biblioteca, egli ci risponde:

Nei miei auspici è che tutte le biblioteche di cultura protestante esistenti in Italia abbiano ad aderire a SBN, così da arricchire l'Indice del Catalogo Unico delle biblioteche italiane di titoli che sono quasi del tutto assenti dalle biblioteche pubbliche italiane. Da quando siamo in SBN riceviamo, infatti, richieste di prestito interbibliotecario da ogni parte d'Italia, e questa è la nostra più grande soddisfazione. Certo non si tratta di numeri elevati, mediamente spediamo un titolo al mese35.

La Biblioteca della Comunità evangelica elvetico-valdese di Trieste è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane, dispone di una pagina internet36, è di proprietà della Comunità elvetica ma gestita in collaborazione con la Chiesa valdese in una simbiosi quasi secolare, nata anche dalla condivisione della stessa chiesa, la Basilica di San Silvestro, presso i cui locali si trova anche la biblioteca. Le attività della biblioteca sono quindi promosse dalle due comunità, che insieme ne hanno arricchito il patrimonio attraverso donazioni dei membri di chiesa. Il suo patrimonio è costituito da circa 5.000 volumi e da 11 periodici correnti. Dal catalogo della Claudiana vengono fatti pochi acquisti, mirati a implementare e aggiornare le specificità del patrimonio. Nel 2011, su iniziativa e finanziamento della Comunità elvetica, la biblioteca ha aderito a SBN nel Polo Università degli studi di Trieste (TSA). Al momento della nostra raccolta dei dati, la catalogazione del materiale pregresso era quasi giunta a termine grazie al lavoro di un ragazzo qualificato e assunto a progetto37. Uno dei primi benefici dell'entrata in SBN, nonostante non sia effettuato il prestito interbibliotecario, è stato l'aumento indicativo dell'utenza38.
Le biblioteche della Chiesa metodista e della Chiesa luterana di Trieste non sono al momento censite dall'Anagrafe delle biblioteche italiane ma, grazie al pastore Ruggero Marchetti, sappiamo che entrambe le realtà stanno vivendo una situazione di promozione analoga a quella della biblioteca elvetico-valdese39. Il Centro culturale Albert Schweitzer di Trieste ha, infatti, rafforzato la collaborazione storica tra le diverse presenze protestanti della città: la Comunità elvetica, la Chiesa valdese, la Chiesa metodista e la Chiesa luterana. In seguito all'iniziativa promossa dalla Comunità elvetica per la catalogazione del proprio patrimonio librario in SBN, anche la Chiesa metodista e la Chiesa luterana si sono attivate per avviare lo stesso progetto per le proprie biblioteche. Queste ultime due biblioteche sono piccole realtà, ma ognuna custodisce delle particolarità: ad esempio, la biblioteca luterana possiede le opere complete di Martin Lutero, mentre la biblioteca metodista conserva un'importante sezione di storia cittadina, donata dal pastore Giovanni Carrari. Le tre diverse comunità hanno scelto una propria referente40 per la formazione alla catalogazione in SBN41. Della biblioteca luterana il pastore non ha saputo indicare a che punto fosse il progetto. Per quanto riguarda invece la biblioteca metodista, si stava allora iniziando a redigere l'inventario dei libri al fine di procedere alla catalogazione in SBN42. Il coordinamento delle tre diverse realtà bibliotecarie è stato in particolar modo promosso da Gianfranco Hofer43, che ha posto le basi per permettere la catalogazione nel Polo SBN dell'Università di Trieste e ha poi dato l'input per la collaborazione in un unico progetto di catalogazione delle tre biblioteche. Tale progetto di una catalogazione comune sta pertanto dando origine nella città di Trieste a una realtà bibliotecaria protestante ben organizzata e coordinata, in linea con lo spirito del Centro studi Albert Schweitzer.
Grazie al pastore Marco Fornerone siamo venuti a conoscenza dell'esistenza di una piccola raccolta di libri presso le Chiese metodiste di Gorizia e Udine44. Le due raccolte sono state pensate per svolgere la funzione di biblioteca, al fine di mettere a disposizione della comunità i libri di storia e teologia protestante; tuttavia al momento non esiste quest'uso e interesse. Il pastore non ha saputo dare ulteriori indicazioni sull'origine e sulla consistenza dei due patrimoni librari ed essendo biblioteche metodiste non è stata approfondita ulteriormente la ricerca. Sono tuttavia segnalate perché s'inseriscono in un contesto regionale in cui esiste e si sta formando una realtà bibliotecaria protestante ben sviluppata che, se allargata a livello regionale, creerebbe una rete di collaborazione tra tutte le biblioteche protestanti di quel territorio, offrendo un servizio regionale ben coordinato.

La Biblioteca della Chiesa valdese di Venezia è formata da 1.500 volumi, in parte comprati dalla Claudiana e in parte acquisiti grazie a donazioni dei membri di chiesa. Al momento della nostra raccolta dei dati45, si stava portando a termine l'inventario dei libri, che erano stati posti nelle scatole per permettere l'acquisto e l'installazione delle scaffalature. Per l'anno 2016 era in previsione la domanda all'8 per mille della Chiesa valdese per finanziare le attività di catalogazione con l'immissione nella rete del proprio patrimonio librario. Attualmente la biblioteca non ha un proprio sito internet, non aderisce a SBN e non è stata censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane.
La Biblioteca della Chiesa valdese di Sanremo è costituita da circa 2.000 unità tra volumi e fascicoli, patrimonio che è stato catalogato fino alla fine degli anni Ottanta del Novecento e di cui è conservato uno schedario. Gli argomenti trattati spaziano dalla teologia alla spiritualità, dalla storia al romanzo. Al momento della nostra indagine46 la Chiesa doveva ricevere una catalogatrice della Tavola valdese. La Chiesa di Sanremo ha infatti partecipato e compilato il questionario Inventario dei beni culturali, che la Tavola ha inviato nel 2013 a tutte le chiese al fine di realizzare un inventario di tutti i beni di particolare interesse storico della Chiesa valdese. Di fronte a tale progetto, il pastore della comunità, Donato Mazzarella, ha espresso la speranza che la Chiesa, in un futuro prossimo, possa conoscere meglio il proprio patrimonio culturale che, per molti aspetti, è particolarmente interessante47. Al di là dell'entusiasmo, il pastore ha anche posto il problema delle risorse umane, ovvero anche quando sarà creato un catalogo completo di tutti i libri, chi si dovrà occupare della loro gestione, assicurando una continuità nel servizio? Poche, infatti, sono le disponibilità umane ed economiche delle chiese e di certo un tale compito non potrà essere assegnato al pastore che ha in carico già molte responsabilità.
La Biblioteca della Chiesa valdese di Genova48 conta circa 2.500 volumi e si è costituita principalmente per mezzo di donazioni. Oltre a libri d'interesse storico e teologico protestante, vi è anche una parte di libri di letteratura francese dell'Ottocento. Grazie alla testimonianza del pastore della comunità, Italo Pons, sappiamo49 che attualmente la Chiesa promuove l'acquisto di nuovi libri con un piccolo fondo specifico, iniziativa che il pastore non condivide, in quanto si tratta di volumi mai utilizzati dalla comunità. Il rammarico del pastore per tale finanziamento è nato negli anni passati, quando egli stesso aveva iniziato a redigere uno schedario dei libri ma, notando che l'uso era notevolmente inferiore alle aspettative, ha abbandonato il progetto ed è giunto alla conclusione che, in relazione alla richiesta, promuovere delle biblioteche nelle chiese non ha oggettivamente senso, tanto più che oggi chi è interessato ad avere un libro preferisce di solito comprarlo, e le stesse biblioteche civiche e statali riescono ad assicurare la presenza sul territorio anche di libri protestanti. Invece, nel caso di esigenze particolari di studio che alcuni membri di chiesa possono avere, la biblioteca personale del pastore costituisce un punto di riferimento importante. Di fronte alle diverse iniziative nate presso le chiese per promuovere la catalogazione delle proprie biblioteche il pastore esprime molto scetticismo, reputando sia più utile donare i propri libri alle biblioteche comunali o statali della città, dove ne è garantito il prestito e tutti i servizi connessi. Decisione a cui molto probabilmente giungerà per la sua ricca biblioteca: essa è costituita da circa 10.000 volumi, patrimonio accresciuto con acquisti in Italia e all'estero e che ha ben impressionato Daniele Garrone, direttore della Biblioteca della Facoltà valdese di teologia di Roma.
La biblioteca della Chiesa valdese di Rimini è nata di recente grazie alla donazione di Arrigo Bonnes, pastore a Rimini negli anni 2005-2013. Al momento della nostra ricerca50 la chiesa era sottoposta a lavori d'imbiancatura, terminati i quali, avrebbe preso avvio la catalogazione dei libri, che molto probabilmente avrebbero trovato alloggio su una parete della stessa chiesa. La catalogazione sarà curata da una docente universitaria come volontaria della chiesa. Alla domanda se insieme al progetto di catalogazione fosse stata prevista anche la creazione di un collegamento esterno, ad esempio inserendo sul sito della chiesa un elenco dei libri posseduti, la pastora, Giuseppina Bagnato, ha mostrato entusiasmo per un'idea giudicata interessante e a cui la comunità non aveva pensato. Tuttavia fino a oggi sul sito internet della chiesa non esiste alcun riferimento alla biblioteca.
La biblioteca della Chiesa metodista di Bologna è sotto la cura di Michel Charbonnier, pastore della Chiesa valdese di Modena e della Chiesa metodista di Bologna. Il patrimonio si è formato grazie alle donazioni dei membri di chiesa e occupa uno spazio di circa 12 metri di lunghezza di scaffalatura. Al momento della nostra raccolta dei dati51 la catalogazione dei libri era in itinere: la parte inerente alla storia e alla teologia protestante era stata catalogata, mentre la restante parte riguardava la letteratura. Il metodo di catalogazione scelto è per argomento, senza, tuttavia, la creazione un sistema organico di voci52. Per la collocazione, il criterio adottato è di massima per numero di scaffale. Il lavoro di riordino della biblioteca è stato avviato al fine di renderne il patrimonio maggiormente fruibile dalla comunità, che lo adopera principalmente per la preparazione alla liturgia. I pochi acquisti effettuati sono volti a tenere aggiornata la parte pastorale di esegesi e teologia. All'inizio si è pensato anche alla possibilità di entrare nell'OPAC della regione, ma tale progetto è stato sospeso, non tanto per motivi economici, quanto per la mancanza di risorse umane. Tutte le iniziative o i progetti portati avanti dalla chiesa si basano sul volontariato. Nel momento in cui si crea una vera e propria biblioteca, la chiesa deve assicurare una continuità dei servizi capace di proiettarsi nel futuro per un tempo indeterminato, condizione che, secondo il pastore Charbonnier, la Chiesa valdese in generale non è in grado di assicurare.
La biblioteca della Chiesa metodista di Piacenza dispone sul sito della chiesa di due righe di presentazione: «La Chiesa evangelica metodista di Piacenza mette a disposizione di tutti gli interessati la propria biblioteca evangelica, composta di centinaia di libri, trattati e opuscoli protestanti. Per prenotare una visita telefonare e/o scrivere al webmaster»53. Il pastore Italo Pons ha fatto riferimento a tale realtà per il suo progetto di richiedere l'8 per mille della Tavola valdese, al fine di finanziare la catalogazione del proprio patrimonio librario54.

Le biblioteche valdesi dell'Italia centrale55

La biblioteca della Chiesa valdese di Firenze, situata presso i locali del Centro culturale protestante Pietro Martire Vermigli, è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane. Il suo patrimonio si è formato e continua a incrementarsi grazie alle donazioni dei membri di chiesa e conta circa 9.000 volumi e 25 periodici. Nel passato era stata avviata l'iscrizione al Sistema documentario integrato dell'area fiorentina (SDIAF), al fine di offrire un servizio di apertura al pubblico. Attualmente, a causa delle esigue risorse umane disponibili, tale progetto non si è tradotto nella catalogazione del proprio patrimonio nell'OPAC dello SDIAF. Pertanto la biblioteca non è catalogata e il servizio di prestito è attivo solo su richiesta e senza gli strumenti essenziali per la consultazione56. Al momento è in via di sviluppo un progetto di catalogazione e di promozione della biblioteca.
La biblioteca della Chiesa valdese di Lucca57 è formata da circa 2.000 unità tra volumi e periodici: non è catalogata, se non in modo parziale attraverso una catalogazione sommaria del passato. Tale fondo è liberamente e gratuitamente consultabile dalla comunità, ma esso appartiene di fatto a Domenico Maselli, pastore della Chiesa di Lucca dal 1980 al 2014. La decisione di collocare una parte dei suoi libri presso la Chiesa è stata guidata dalla necessità di avere a portata di mano alcuni libri e dal bisogno di dare maggior respiro alla biblioteca presso la propria abitazione. Marco Paoli, allora direttore della Biblioteca statale di Lucca, ha chiesto a Maselli se avesse piacere di donare i propri libri alla Biblioteca statale. Il pastore ha apprezzato molto il significato che tale richiesta poteva avere per la città, ma allo stesso tempo ha espresso alla comunità il desiderio di lasciare alla Chiesa i libri della sua biblioteca, ad eccezione di alcuni. Con il mancare improvviso del pastore Maselli, il 4 marzo 2016, la comunità sta vivendo un importante momento di transizione, in cui dovrà capire le decisioni da prendere anche in merito alla sua biblioteca.
La Biblioteca della Chiesa valdese di Perugia è formata da una piccola raccolta di libri che occupa una stanza con una ventina di scaffali58. Il suo patrimonio si è principalmente formato grazie a tre donazioni, rispettivamente ricevute dal pastore Archimede Bertolino, da Ermanno Ciocca, membro fondatore della Chiesa, e da Kathrin Zanetti, pastore a Perugia negli anni 2004-2011. I libri non sono catalogati, ma in futuro la comunità vorrebbe redigere almeno un inventario. La biblioteca è usata dai membri di chiesa per la preparazione alla predicazione e alla liturgia. A causa della mancanza di spazio, non sono accettate ulteriori donazioni e si dovrà procedere a una selezione: lasciare solo i libri che possano servire alla comunità, mettendo i libri d'interesse non affine al protestantesimo a disposizione delle altre biblioteche comunali del territorio.

La Biblioteca della Facoltà valdese di teologia di Roma59 è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane, dispone di una pagina internet60 e storicamente è la seconda biblioteca dei Valdesi. La Biblioteca, insieme alla Facoltà, è per statuto ente autonomo all'interno dell'ordinamento valdese. Nasce nel 1855 a Torre Pellice insieme alla stessa Facoltà. Nel 1861 segue la Facoltà a Firenze e nel 1922 si sposta definitivamente a Roma, sua sede attuale. Oltre ai finanziamenti derivanti dalle proprie attività, la Biblioteca promuove la ricchezza del proprio patrimonio con progetti specifici che di anno in anno sono presentati all'8 per mille della Tavola valdese. Il suo patrimonio è costituito da circa 102.790 volumi, 600 periodici, di cui la metà correnti, e da 97 audiovisivi. Esso è incrementato grazie ad acquisti mirati a qualificarne il profilo di biblioteca specializzata nello studio della teologia protestante e, soprattutto, grazie a donazioni che provengono da tutto il panorama protestante italiano. I libri ricevuti vengono in prima istanza inventariati a parte apponendo un'etichetta ex libris che ne identifica la provenienza, poi tra quelli non posseduti, si selezionano i testi che interessa acquisire. I doppi e gli scarti sono messi a disposizione delle biblioteche e dei centri culturali valdesi ed evangelici61. Dal 2000 la Biblioteca, con l'adesione a SBN nel Polo Università La Sapienza di Roma e Regione Lazio (RMS), cataloga le nuove accessioni all'interno del Sistema bibliotecario nazionale. Il recupero del pregresso, sempre a cura del personale interno, era, al momento della nostra raccolta dati62, al 5 % del patrimonio: percentuale che, seppur piccola, ha portato a un significativo aumento del prestito interbibliotecario. Per la classificazione dei libri e periodici, la Biblioteca usa un proprio sistema di classificazione, unico e originale, ideato negli anni Quaranta del Novecento dall'allora direttore Valdo Vinay. A lui va, infatti, il merito della crescita considerevole del patrimonio librario e della sua riorganizzazione, ponendo le basi per la formazione di una biblioteca moderna e specialistica. Grazie ai suoi studi in biblioteconomia presso la Biblioteca apostolica vaticana, Vinay ha ideato un sistema che s'ispira alla Classificazione decimale Dewey. La biblioteca, a suo tempo, era dotata di un catalogo cartaceo a schede per autore e titolo, ma con Vinay si crea anche un catalogo cartaceo a schede di tipo topografico e per numero crescente di collocazione: i volumi sono ripartiti secondo una classificazione decimale che, oltre ad essere un indice topografico, è anche e soprattutto un sistema di classificazione che per molti aspetti funziona anche da soggettario. Tale sistema di classificazione conserva pertanto due caratteristiche fondamentali del sistema Dewey: essere un sistema di collocazione a scaffale aperto e, al contempo, avere dei numeri di classificazione non assegnati, in previsione di un mondo librario in espansione. L'aspetto che invece lo differenzia fortemente dal sistema Dewey, è quello di non aver alcun intento universalistico nella classificazione della religione. Vinay desiderava un sistema che meglio si adattasse alla classificazione della letteratura di teologia protestante che, nata nel contesto italiano, è caratterizzata dall'influenza culturale del cattolicesimo e dalla storia europea della Riforma. Il suo criterio è apertamente guidato dal metodo di studio dell'esegesi biblica, suddividendo il sistema di classificazione in 4 classi principali: teologia esegetica; storica; sistematica (suddivisa a sua volta in apologetica, dogmatica, etica, polemica, irenica); e teologia pratica. Con l'entrata in SBN il sistema di Vinay, seppur appaia come collocazione e non anche come sistema di classificazione, consente attraverso il campo 'ricerca libera' del proprio OPAC di effettuare lo stesso tipo di 'ricerca base' che l'OPAC della Biblioteca nazionale centrale di Firenze consente di fare con la DDC: nel campo 'ricerca libera', inserita la segnatura con cui il sistema di Vinay individua un determinato argomento, si ottiene l'elenco dei titoli classificati sotto quello stesso argomento. Di fronte alle nuove esigenze di catalogazione le bibliotecarie riferiscono come il sistema di Vinay regga ancora, seppur risulti rigido all'apertura di nuove 'classi'.
La Biblioteca di Ecumene - Centro studi di Velletri si è formata grazie a donazioni di amici. Al momento della nostra indagine63 si stava promuovendo l'inventariazione dei libri, al fine di andare a costituire una piccola ma ben organizzata biblioteca a disposizione degli ospiti e di utilità alla vita del centro. Attualmente su internet non esiste alcuna notizia della biblioteca.

Le biblioteche valdesi dell'Italia meridionale

Le piccole realtà bibliotecarie della Chiesa valdese di Vasto e della Chiesa valdese di Campobasso sono segnalate grazie alla testimonianza del pastore Luca Anziani, che conosce molto bene sia le chiese del Molise che dell'Abruzzo64. Si tratta di due piccole raccolte librarie (un armadio a due ante), nate per servire ai predicatori e a chi si occupa della liturgia e della scuola domenicale. Di entrambe le biblioteche c'è un inventario. Tuttavia oggi, come ci riferisce il pastore, non esiste più la necessità di creare una biblioteca presso le chiese, sia perché le persone si comprano autonomamente i libri di cui hanno bisogno, sia perché le differenti biblioteche comunali e statali rispondono alle esigenze di lettura anche protestante.
La biblioteca della Chiesa valdese di Taranto65 si è formata grazie al contributo di tre pastori: Giuseppe Castiglioni, vissuto negli anni della seconda guerra mondiale, ha donato metà della sua biblioteca alla Facoltà valdese di teologia e l'altra metà alla Chiesa di Taranto; infatti una targa affissa presso la sala della biblioteca recita: 'Biblioteca donata dal pastore G. Castiglioni'; il secondo contributo proviene da Salvatore Ricciardi, pastore a Taranto dal 1974 al 1984 e che, grazie a una donazione da parte di alcuni inglesi, ha arricchito la biblioteca con l'acquisto di libri della Claudiana; infine il terzo contributo è di Eugenio Stretti, successore di Ricciardi e suo continuatore nell'opera di nuovi acquisti. Tra la fine del pastorato di Salvatore Ricciardi (1984) e l'arrivo di Eugenio Stretti, la biblioteca è stata seguita nella sua gestione da Vera Petrosilla, membro di chiesa e insegnante d'inglese in pensione. Nello specifico aveva catalogato i libri allora presenti per autore, titolo e soggetto, e li aveva collocati suddividendo gli scaffali per lettera alfabetica. Per il riordino e la classificazione dei libri si era avvalsa delle conoscenze apprese con gli studi, all'epoca da poco compiuti, presso la Facoltà valdese di teologia di Roma, adoperando come filoni tematici i diversi campi in cui si suddivide lo studio della teologia: l'esegetica, la sistematica, la teologia pratica. In seguito la biblioteca è stata gestita dai diversi pastori che si sono succeduti. Al momento della nostra indagine66 la biblioteca era in disuso, ma era anche da poco nata l'iniziativa di rimetterla in funzione al fine di creare un luogo d'incontro con la realtà multiculturale delle giovani generazioni di Taranto mediante l'insegnamento gratuito dell'italiano ai bambini stranieri delle elementari. Per l'apertura della struttura al pubblico si stavano avviando i lavori di manutenzione per l'abbattimento delle barriere architettoniche. In seguito era previsto il riordino e la 'catalogazione informatizzata' della biblioteca, fase alla quale la Chiesa si stava preparando con il vaglio di due possibilità: l'uso di un sistema informatico artigianale67, oppure affidandosi al sistema di catalogazione in uso nelle biblioteche del territorio. Attualmente nessuna fonte internet contiene notizie su tale realtà.
La Biblioteca Guglielmo Crucitti della Chiesa valdese di Dipignano68 non dispone di un sito internet, ma è censita dall'Anagrafe delle biblioteche italiane, le cui informazioni sono continuamente aggiornate69. È intitolata al diacono Guglielmo Crucitti, che è stato in servizio pastorale a Dipignano e a Cosenza ed è scomparso prematuramente nel 2012. Attualmente il suo patrimonio è costituito da circa 3.000 unità tra volumi e opuscoli, 8 tesi di laurea, 84 risorse multimediali e 23 periodici correnti. Principale promotore di tale patrimonio è Eduardo Zumpano che, oltre a essere membro di chiesa e predicatore locale, è anche bibliotecario di professione. Grazie al suo contributo è stato possibile aderire a SBN nel Polo di Cosenza (CSA) con l'importante collaborazione della Biblioteca nazionale universitaria di Cosenza. Il recupero del pregresso è terminato nel 2014 e la catalogazione in SBN continua con le nuove accessioni. Al momento della nostra indagine la comunità era in attesa dell'approvazione di un progetto 8 per mille della Chiesa valdese dal titolo: 'La biblioteca svela chi siamo'70. Per il riordino della biblioteca Zumpano ha ideato un sistema di classificazione che funziona da sistema di collocazione71 e segue le caratteristiche distintive del proprio patrimonio, andando così a formare un proprio e originale sistema di classificazione articolato in sette principali aree tematiche: 1) esegesi del Nuovo Testamento; 2) esegesi dell'Antico Testamento; 3) teologia sistematica evangelica; 4) storia della Chiesa e del protestantesimo; 5) storia della Chiesa valdese e dei Valdesi in Calabria; 6) storia delle Chiese e dei movimenti evangelici in Italia; 7) teologia pastorale.
La Biblioteca Navarria-Crifò è stata inaugurata il 28 e 29 marzo 2015 presso i locali della Chiesa valdese di Catania. Il suo patrimonio consiste di circa 5.000 volumi riguardanti prevalentemente la storia, la filosofia, le scienze sociali, la teologia e la storia delle religioni. Sono di particolare interesse i volumi di fine Ottocento di storia della Sicilia, una nutrita sezione di teologia protestante e la collezione di riviste storiche di epoca fascista. Tale patrimonio si è principalmente formato grazie a tre donazioni da parte d'intellettuali valdesi: Salvatore Navarria, Mario Crifò e Bernardino La Rosa. La biblioteca, grazie alla presenza di un giardino e al suo interno di un piccolo teatro, adeguatamente restaurato, si presenta come un ambiente polivalente in grado di offrire sia uno spazio per lo studio e la consultazione, sia un luogo adatto a diverse attività culturali come rappresentazioni teatrali, conferenze, dibattiti, cineforum e concerti. Uno dei principali scopi della biblioteca, oltre all'apertura al pubblico del proprio patrimonio, è infatti anche quello di garantire un servizio che promuova all'interno del tessuto cittadino attività culturali e sociali. Un progetto questo che nasce su iniziativa dell'associazione culturale 'Prof. Salvatore Navarria', fondata nel 2012 dai membri delle chiese valdesi e metodiste di Catania e avente come scopo la tutela e la promozione del patrimonio culturale e artistico protestante inteso come bene comune, nonché l'organizzazione di attività connesse a tale scopo e dirette a incidere positivamente sulla realtà sociale e culturale locale72. Al momento della nostra ricerca73, grazie ai finanziamenti dell'8 per mille della Chiesa valdese, alla collaborazione della Fondazione di Torre Pellice e a quella dell'Università di Catania mediante la consulenza gratuita della professoressa in biblioteconomia, Simona Inserra, si stava promovendo la catalogazione del suo patrimonio in SBN74. Attualmente la biblioteca non è censita e non fa parte di nessun Polo SBN. ? attivo però il servizio di prestito locale e dispone di una pagina Facebook75 costantemente aggiornata sulle attività che la biblioteca man mano promuove76.
La biblioteca del Centro evangelico di cultura Giacomo Bonelli si trova presso i locali della Chiesa valdese di Palermo e si è formata grazie alle donazioni dei membri di chiesa. Al momento della nostra indagine77 si stava ideando un progetto per il riordino e la catalogazione del patrimonio librario, la cui attuazione avrebbe richiesto due anni, ma a causa delle esigue risorse umane disponibili, era in previsione anche la sua mancata realizzazione. Attualmente su internet non esiste alcuna notizia su tale realtà bibliotecaria.

Le caratteristiche, le problematiche e le prospettive future del contesto bibliotecario valdese

Attualmente le biblioteche valdesi formano nel loro insieme un panorama fortemente dinamico in cui diverse realtà stanno andando verso una migliore organizzazione e rinascita delle proprie funzioni, che non si limitino più alla sola conservazione e all'accoglienza di nuove donazioni. Infatti, in un contesto normativo78 che non offre alcun orientamento per la promozione e la gestione di un patrimonio culturale come quello librario, che è direttamente legato alla fruizione, è estremamente positivo segnalare che su venticinque biblioteche, nate spontaneamente in luoghi non preventivamente destinati alla loro formazione, cinque sono catalogate con servizi rivolti al pubblico (Bergamo, Milano, Trieste, Dipignano, Catania) e quattro stanno promuovendo progetti per consentire l'apertura al pubblico (Prali, Trieste, Venezia, Taranto). Altrettanto positivo e non scontato, ma indicativo della forte identità socio-culturale che le caratterizza, è il formarsi, all'interno delle diverse realtà, di prassi bibliotecarie comuni: impiegare in modo proficuo le proprie risorse umane, scegliere la classificazione dei libri per argomento, catalogare in SBN79 e promuovere il proprio patrimonio attraverso progetti 8 per mille della Tavola valdese80. Grazie alla vivacità culturale delle chiese, quella valdese è quindi una particolare rete bibliotecaria in via di sviluppo. Tuttavia, all'interno dello stesso panorama, nove sono le realtà che fungono semplicemente da spazio di raccolta di fondi librari: un numero significativo che testimonia le effettive difficoltà nel rendere fruibile una biblioteca che non dispone di linee guida per la sua promozione e si fonda interamente sul volontariato e sull'autofinanziamento81.
L'indagine condotta ha di riflesso fatto emergere una seconda caratteristica: non tutte le biblioteche segnalate intendono la fruizione del proprio patrimonio in senso ampio82. Nel caso di una raccolta libraria sotto le mille unità è naturale che tale percezione non sia maturata (Udine, Gorizia, Vasto e Campobasso). Ma come comprendere tale aspetto per le biblioteche che, in rapporto al proprio contesto locale, iniziano a disporre di una consistenza libraria significativa? Interessante è l'esempio della biblioteca di Bologna, che ha unito la consapevolezza delle proprie esigue risorse umane alla scelta di non avviare le cure necessarie per la realizzazione di una biblioteca aperta al pubblico, e di impegnarsi invece in una gestione che favorisca la fruizione interna, suggerita dal bisogno da parte dei membri di chiesa di prepararsi alla predicazione e alla liturgia, i due capisaldi del culto valdese e amministrati da qualsiasi membro designato dalla comunità. Ciò ha, di fatto, condotto alla fruizione interna delle biblioteche presenti presso le chiese, ma non a una loro effettiva cura che sia stata mantenuta nel tempo: un esempio ne è Taranto. La causa principale risiede nell'assenza di un vero e proprio coordinamento nella gestione dei vari patrimoni, portando, con il venir meno delle persone incaricate della biblioteca, all'interruzione e abbandono delle cure avviate. Una seconda motivazione è data dalla bassa richiesta di consultazione da parte delle comunità83. Ciò mette in risalto il carattere pubblico che una biblioteca deve avere per conoscere una reale promozione e valorizzazione delle proprie risorse: condizione tanto più necessaria per le biblioteche valdesi che, in quanto specializzate, sono in grado di soddisfare gli interessi, le curiosità e i bisogni di un'utenza ristretta. Grazie ai numerosi feedback raccolti84, possiamo difatti constatare che la consapevolezza delle esigue risorse economiche e umane delle chiese si accompagna al confronto con le caratteristiche che una biblioteca aperta al pubblico possiede nell'immaginario comune: orari ampi di apertura e spazi da mettere a disposizione per il pubblico. Caratteristiche profondamente legate ai servizi di una biblioteca comunale e che invece le piccole e medie biblioteche valdesi non devono assolvere, in quanto nate presso enti che non hanno particolari compiti nei confronti dell'accesso pubblico all'istruzione e alla conoscenza. Nel panorama culturale valdese manca, pertanto, una maggiore consapevolezza della configurazione che la propria realtà bibliotecaria potrebbe assumere nel fornire i principali servizi dedicati al pubblico. Grazie agli esempi positivi tale prospettiva organizzativa dovrebbe prevedere il raggiungimento di almeno due obiettivi: rendere consultabile il proprio patrimonio online e assicurare il servizio di prestito, almeno su appuntamento.
Riscoperta, promozione e valorizzazione sono attualmente le prospettive future di tutto il patrimonio culturale valdese. Una data, tra le più rilevanti, è il 16 luglio 2013, quando la Tavola valdese e il Ministero dei beni culturali hanno firmato un protocollo di collaborazione per l'inventariazione, la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio culturale valdese: accordo che ha dato piena attuazione, anche in materia dei beni culturali, all'Intesa del 1984 tra lo Stato e la Chiesa valdese. Negli anni 2012-2014 sono andati, quindi, a definirsi i termini per una rinnovata gestione dei beni culturali delle chiese e degli enti afferenti alla Tavola valdese e che hanno preso forma sotto il nome di ABACVM, Archivio beni e attività culturali valdesi e metodisti: una piattaforma online per l'inventariazione, la catalogazione e la valorizzazione dei contenuti culturali, che ha come obiettivo la creazione di un archivio virtuale unico in grado di far dialogare e convergere la pluralità e la complessità del patrimonio culturale valdese, ripartito tra biblioteche, archivi, musei, beni immobili e luoghi storici85.
Tale nuovo contesto, caratterizzato da elementi che stanno rivoluzionando la gestione dei beni culturali afferenti al mondo valdese, che significato avrà per le biblioteche? Sulla base dei risultati del questionario Inventario dei beni culturali, inviato alle chiese e agli enti il 7 gennaio 2013, è stato creato un censimento dei beni librari, dal quale è emerso che il panorama delle biblioteche nel complesso è positivo, ma a causa di diversi fattori critici necessita di un progetto specifico che ne promuova lo sviluppo.
Il progetto, attualmente solo formale e in via di definizione, prevede cinque interventi principali: individuare all'interno dei consigli di chiesa un responsabile dei patrimoni culturali; fornire linee guida per la promozione di una biblioteca; garantire la formazione professionale delle persone direttamente coinvolte nella gestione delle biblioteche; possibilmente assicurare un finanziamento base che sia da supporto al mantenimento dei servizi; creare sul portale ABACVM uno spazio interamente dedicato alle biblioteche, promuovendo la formazione di una rete bibliotecaria con funzioni di collaborazione e cooperazione nazionale tra le differenti realtà. Un progetto che mirerebbe quindi a rinforzare le fondamenta che hanno dato vita all'attuale situazione delle biblioteche valdesi e a svilupparne al meglio le potenzialità. E se da una parte molte delle biblioteche comunali rispondono a interessi anche protestanti, dall'altra le biblioteche valdesi, se adeguatamente promosse, possono divenire espressione autentica del pluralismo culturale e religioso italiano.

NOTE

Si ringraziano le persone intervistate per la preziosa disponibilità, in quanto il loro contributo è stato fondamentale ai fini della ricerca: il bibliotecario Marco Fratini e l'archivista Gabriella Ballesio della Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice, le bibliotecarie Cinzia Iafrate e Angelina Oliverio della Facoltà valdese di teologia di Roma, diacono Massimo Long della Chiesa valdese di Torino, i membri Samuele Bernardini e Susanna Chiarenzi del Centro culturale protestante di Milano, Giulio Orazio Bravi, ex direttore della Biblioteca civica Angelo Mai e membro del Centro culturale protestante di Bergamo, la segretaria Chiara De Boni della Comunità elvetica-valdese di Trieste, pastore Ruggero Marchetti, pastore Marco Fornerone, presidente Dario Falvio della Chiesa valdese di Venezia, pastore Donato Mazzarella, pastore Italo Pons, pastora Giuseppina Bagnato, pastore Michel Charbonnier, diacona Paola Reggiani e il membro Valdo Pasqui della Chiesa valdese di Firenze, pastore Domenico Maselli, pastore Pawel Gajewski, pastora Milena Martinat, pastore Luca Anziani, pastore Winfrid Pfannkuche, i membri Maurizio Sarti, Alba Murgia e Vera Petrosilla della Chiesa valdese di Taranto, presidente Eugenio Presta della Chiesa valdese di Dipignano, pastora Laura Testa, il membro Ernesto Barnobi dell'Associazione Navarria e pastore Peter Ciaccio. Un grazie anche alle persone dell'ufficio di Ecumene di Velletri e dell'ufficio di Agape di Prali che hanno gentilmente risposto alle domande.
Ultima consultazione siti web: 28 maggio 2016.

[1] Amedeo Molnar, 1: dalle origini all'adesione alla Riforma (1176–1532). Torino: Claudiana, 1974; Augusto Armand-Hugon, 2: Dall'adesione alla Riforma all'emancipazione (1532-1848). Torino: Claudiana, 1974; Valdo Vinay, 3: dal movimento evangelico italiano al movimento ecumenico (1848-1978). Torino: Claudiana, 1980.

[2] Si tratta della Bibbia di Pierre Robert, detto Olivetano, edita nel 1535 da Pierre de Wingle a Neuchàtel e che ha rappresentato la base anche di successive traduzioni protestanti: Jean-François Gilmont, La fabrication et la vente de la Bible d'Olivétan, «Musée neuchâtelois: recueil d'histoire nationale et d'archéologie», 22 (1985), n. 4, p. 213-224.

[3] Gabriel Audisio, Were the Waldensians more literate than their contemporaries (1460-1560)?. In: Heresy and literacy, 1000-1530, edited by Peter Billerand, Anne Hudson. Cambridge: Cambridge University Press, 1994, p. 182-184.

[4] Per la storia dei tre principali fondi valdesi vedere: Federico Emidio Bo, L'antica letteratura valdese, «La Beidana», 27 (2011), n. 71, p. 38-46; Luciana Borghi Cedrini, L'antica letteratura valdese: progressi di una definizione. In Atti del secondo Congresso internazionale della Association internationale d'etudes occitanes, Torino, Università degli studi di Torino, 31 agosto-5 settembre 1987, a cura di Giuliano Gasca Queirazza. Torino: Dipartimento di scienze letterarie e filologiche, 1993; Marina Benedetti, Il «santo bottino»: circolazione di manoscritti valdesi nell'Europa del Seicento. Torino: Claudiana, 2006.

[5] F. E. Bo, L'antica letteratura valdese cit., p. 41-42.

[6] Libri, biblioteche e cultura nelle valli valdesi in età moderna: atti del XLIV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia, Torre Pellice, 28-29 agosto 2004, a cura di Marco Fratini. Torino: Claudiana, 2006.

[7] La Fondazione del Centro culturale valdese è istituto fondato nel 1989 dalla Tavola valdese e dalla Società di studi valdesi con il ruolo di gestire tutto il patrimonio culturale, storico, archivistico e museale delle valli valdesi.

[8] La bibliografia sulle biblioteche valdesi è fondamentalmente costituita da un paragrafo sulla Biblioteca della Facoltà valdese di teologia di Roma e da due articoli e due tesi di laurea sulla Biblioteca valdese di Torre Pellice: Valdo Vinay, Facoltà valdese di teologia (1855-1955). Torre Pellice: Claudiana, 1955, p. 163-165; Bruna Frache, Tra passato e futuro: cent'anni di storia della biblioteca valdese di Torre Pellice, «La Beidana», 5 (1989), n. 10, p. 36-49; Guido Ratti, Biblioteche nell'800 alpino: i casi delle valli valdesi e della Val d'Aosta. In: Alfabetizzazione, scolarizzazione e processi formativi nell'arco alpino: itinerari di studio, temi di ricerca e prospettive d'intervento: atti del convegno promosso dal Centro di studi sull'Arco alpino occidentale e dal Dipartimento di scienze dell'educazione e della formazione dell'Università di Torino, Deputazione subalpina di storia patria (Torino 10-11 ottobre 2002), a cura di Paolo Sibilla e Giorgio Chiosso. Torino: Libreria Stampatori, 2005, p. 86-104; Michelina Ferrara, Storia della Biblioteca valdese di Torre Pellice [tesi di laurea]. Torino: Università degli studi di Torino, 1995; Gladis Genovese, I contributi inglesi nell'allestimento della Biblioteca del Collegio di Torre Pellice (1831-1841) [tesi di laurea]. Roma: Università degli studi La Sapienza di Roma, 1998-1999.

[9] I dati esposti in questa sede si basano sul lavoro di tesi della sottoscritta: Raluca Persida Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) [tesi di laurea magistrale]. Firenze: Università degli studi di Firenze, 2013-2014.

[10] http://anagrafe.iccu.sbn.it.

[11] Dal 1975 la Chiesa evangelica valdese è l'Unione delle Chiese metodiste e valdesi. Inoltre dal 2009 sono tredici le chiese, ognuna con una denominazione differente, ad aver chiesto ed ottenuto dalla Tavola l'accordo di aggregazione alla Chiesa valdese italiana: Raccolta delle discipline vigenti nell'ordinamento valdese, a cura della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste). Torino: Claudiana, 2009, p. 135-214.

[12] È aperta al pubblico martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 18,00 e il venerdì dalle 9,00 alle 13,00.

[13] http://www.fondazionevaldese.org/biblioteca-fondazione-valdese.php.

[14] Un meta catalogo a cui partecipano le biblioteche afferenti al Polo della Regione Piemonte (TO0), dell'Area metropolitana torinese (Piemonte 2), della Città di Torino (SBU).

[15] Intervista del 20 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 228-231.

[16] I principali finanziamenti della biblioteca provengono dall'8 per mille della Tavola valdese sulla base di progetti presentati di anno in anno e, oltre che dai contributi dei privati, dai fondi stanziati dagli enti pubblici per obiettivi specifici: un esempio è il fondo stanziato dal Ministro dei beni culturali per la catalogazione dei libri antichi e che ogni anno è andato scemando.

[17] http://www.studivaldesi.org/biblioteca/biblio.php.

[18] La seconda è la Biblioteca della Facoltà valdese di teologia di Roma.

[19] Albert de Lange, Le bibliografie sui valdesi, dal Cinquecento a www.bibliografia-valdese.com. In: Libri, biblioteche e cultura nelle valli valdesi in età moderna: atti del XLIV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice 28-29 agosto 2004), a cura di Marco Fratini. Torino: Claudiana, 2006, p. 271-288.

[20] È la prima opera sistematica sulla bibliografia valdese: Augusto Armand-Hugon, Giovanni Gonnet, Bibliografia valdese. Torre Pellice: Tipografia Subalpina, 1953.

[21] http://www.bibliografia-valdese.com/jspwald/index.jsp.

[22] http://www.studivaldesi.org/dizionario/.

[23] Conversazione telefonica del 10 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 240.

[24] Dati del 10 marzo 2015: Ivi, p. 241.

[25] La biblioteca è aperta al pubblico il mercoledì dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 17,00 e su appuntamento.

[26] www.centroculturaleprotestante.info.

[27] 11 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 242-246.

[28] Nipote di Ugo Castaldi, coordinatrice dei volontari, responsabile dei periodici.

[29] Oggi come nel passato, la catalogazione e il servizio di reference vengono garantiti esclusivamente con il contributo volontario dei membri del Centro culturale.

[30] Intanto sul sito del Centro è possibile consultare il catalogo in formato Excel: contiene l'elenco per autore, titolo, anno di edizione e segnatura delle risorse bibliografiche possedute.

[31] È aperta al pubblico il mercoledì dalle 17,00 alle 19,00 e su appuntamento.

[32] www.bibliotecagirolamozanchi.it.

[33] Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste), Raccolta delle discipline vigenti nell'ordinamento valdese cit., p. 139-141.

[34] Il recupero in SBN del pregresso si è concluso nel 2014.

[35] R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 252-253.

[36] http://triestevangelica.org/le-biblioteche/, pagina a cura delle Chiese protestanti di Trieste, dove si trovano notizie sulla biblioteca metodista e sulla biblioteca luterana, oltre che sulla biblioteca della Comunità elvetico-valdese.

[37] Dati del 19 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 254-258.

[38] La principale referente della biblioteca è Chiara De Boni che, impiegata della Comunità elvetica, si occupa della contabilità e assicura la catalogazione; il servizio di prestito e di apertura della biblioteca dal lunedì al venerdì, dalle ore 10,00 alle 12,00, oppure su appuntamento.

[39] Dati del 24 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 259-260.

[40] Per la biblioteca elvetica-valdese è stata formata Chiara de Boni, segretaria della comunità elvetica.

[41] La formazione è stata a cura della regione Friuli-Venezia Giulia.

[42] La spesa complessiva per la catalogazione in SBN sarà sostenuta dai membri della chiesa stessa.

[43] Ex preside del Liceo scientifico Galilei di Trieste, vice presidente del Centro culturale Albert Schweitzer, membro della Chiesa metodista e persona di riferimento per i contatti con l'Università e il Comune di Trieste.

[44] Il 19 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 260.

[45] I dati sono del 21 marzo 2015 e comunicati per telefono da Dario Falvio, presidente del Consiglio di chiesa: Ivi, p. 261.

[46] Il 19 marzo 2015: Ivi, p. 261-263.

[47] Ad esempio presso l'Archivio della Chiesa esiste un registro della Scuola valdese di Sanremo al tempo del fascismo e tra i nomi degli studenti è presente quello di Italo Calvino, che ha frequentato presso la scuola valdese i primi quattro anni delle scuole elementari.

[48] Il 18 marzo 2015 la Chiesa ha ricevuto la visita della catalogatrice della Tavola, che si è fermata a Genova un giorno per inventariare e fotografare le 'cose' (calici, armonio, porticato, archivio, qualche libro) di particolare interesse storico. Sulle caratteristiche del patrimonio librario la catalogatrice non si è quindi soffermata.

[49] Dati del 19 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 263-265.

[50] Il 19 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 266-268.

[51] Il 19 marzo 2015: Ivi, p. 266.

[52] Il lavoro di razionalizzazione delle voci è stato rimandato a un futuro prossimo.

[53] http://www.chiesavaldese.org/piacenza/.

[54] R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 264.

[55] Segnaliamo anche la piccola biblioteca dell'Istituto Gould di Firenze (Centro educativo) di circa 1.000 volumi e sulla quale non siamo riusciti a raccogliere maggiori informazioni.

[56] R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 269-272.

[57] Ivi, p. 272-273.

[58] Dati del 19 marzo 2015: Ivi, p. 274.

[59] È aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 09,00 alle 17,00 ed è sotto le cure del direttore, Daniele Garrone, e di due bibliotecarie, Cinzia Iafrate e Angelina Oliverio.

[60] http://facoltavaldese.org/it/Biblioteca.

[61] Esiste una forte collaborazione per lo scambio di doni e scarti tra la Facoltà di Roma e la Fondazione di Torre Pellice, collaborazione che poi viene estesa anche agli altri enti evangelici.

[62] Dati del 23 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 275-301.

[63] Il 10 marzo 2015: Ivi, p. 301.

[64] Dati del 20 marzo 2015: Ivi, p. 301-302.

[65] Occupa una scaffalatura di circa 6/7 metri di lunghezza su 2,5 metri di altezza.

[66] Dati del 25 marzo 2015, grazie alla testimonianza di tre membri di chiesa: Maurizio Sarti, Alba Murgia e Vera Petrosilla: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 303-305.

[67] Sistema concesso gratuitamente da un collega di Maurizio Sarti, predicatore locale e informatico in pensione.

[68] La biblioteca si trova presso i locali del Centro culturale protestante di Cosenza, è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 15,00 alle 19,00. Responsabile della sua gestione è Eduardo Zumpano, che insieme alla comunità ne cura tutti i servizi a titolo gratuito.

[69] L'ultimo aggiornamento è del 18 febbraio 2016.

[70] Dati del 20 marzo 2015, comunicati da Eugenio Presto, presidente del Consiglio di chiesa: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 306-309.

[71] La collocazione è costituita da una acronimo che indica l'argomento principale del libro, ad esempio TEOL PAST., e un numero che fa parte della numerazione progressiva da uno a quanti sono i libri della biblioteca che si trovano sotto quel determinato soggetto.

[72] http://www.abcs-chiesebattiste.net/home1/121019-associazione-navarria/.

[73] Dati del 9 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 309-310.

[74] La catalogazione era a cura di due giovani ragazzi: un volontario, Eugenio Navarria, nipote di Salvatore Navarria, e una tirocinante in ambito biblioteconomico dell'Università di Catania.

[75] https://www.facebook.com/Biblioteca-Navarria-Crif%C3%B2-816498218387597/timeline.

[76] È aperta al pubblico il martedì e il giovedì dalle 16,00 alle 19,00, mettendo a disposizione un'aula studio dotata di accesso libero a internet.

[77] Dati del 9 marzo 2015: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 310-311.

[78] Il regolamento valdese prevede l'incarico di una possibile figura per la cura dell'archivio, in quanto tra le responsabilità delle chiese vi è anche quella della conservazione e dell'aggiornamento dei registri relativi alle persone. Tuttavia, tra i registri elencati, la cui tenuta è un dovere, è citato anche 'un inventario dei beni immobili e mobili di proprietà o avuti in dotazione'. Viene quindi formalmente riconosciuta la complessità culturale che le chiese possono trovarsi ad affrontare e designata la prima cura di cui un patrimonio culturale necessita, ma manca sia l'individuazione di una figura responsabile di un tale patrimonio, sia la definizione di un orientamento comune per la sua cura e promozione: Raccolta delle discipline vigenti nell'ordinamento valdese, a cura della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste). Torino: Claudiana, 2009, p. 281-296.

[79] SBN è stata la scelta comune ma autonoma di tutte le biblioteche valdesi al fine di immettere il proprio patrimonio in rete e renderlo il più possibile fruibile. Obiettivo questo che attualmente è la principale sfida delle due biblioteche storiche, in quanto sia la biblioteca di Roma, sia quella di Torre Pellice, sono a un quarto del recupero del pregresso.

[80] L'8 per mille della Tavola valdese promuove progetti culturali, educativi, sociali e assistenziali realizzati da centinaia di associazioni di diverso orientamento culturale e religioso, e attualmente i fondi vengono divisi a metà tra la promozione di progetti in Italia e il sostegno di progetti all'estero. L'accesso a tale fondo necessita della presentazione di un progetto specifico che, una volta accolto, ha una scadenza di sostegno annuale.

[81] Nel 1993 la Tavola valdese, al momento di accedere alla riscossione di una quota del gettito dell'8 per mille dell'IRPEF, ha fatto la scelta di non accedere ad alcun finanziamento pubblico per la cura delle proprie chiese e istituti. Di conseguenza anche là dove si prevedesse una voce per il finanziamento della promozione dei patrimoni culturali locali, questa sarebbe comunque sostenuta dalle stesse con la differenza che sarebbe una spesa compartecipata tra tutti gli enti sotto l'ordinamento valdese. Il volontariato è una seconda caratteristica delle comunità valdesi, in quanto l'unico incarico a essere remunerato è quello pastorale.

[82] Dieci sono le biblioteche che concepiscono il proprio patrimonio per uso interno: R. P. Marin, Le biblioteche valdesi in Italia, con uno sguardo sulle premesse storiche e culturali (1170-1848) cit., p. 336-340.

[83] I membri di chiesa che nutrono particolari interessi nell'ambito protestante hanno di solito una propria biblioteca.

[84] Significative sono la testimonianza del pastore Italo Pons per la Biblioteca di Genova, quella del pastore Donato Mazzarella per la Biblioteca di Sanremo e del pastore Michel Charbonnier per Bologna.

[85] La pubblicazione sul web del portale è avvenuta l'11 aprile 2016: www.patrimonioculturalevaldese.org.

Riferimenti bibliografici

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[3] Id., 2: Dall'adesione alla Riforma all'emancipazione (1532-1848). Torino: Claudiana, 1974.

[4] Armand Hugon Augusto, Giovanni Gonnet, Bibliografia valdese. Torre Pellice: Tipografia Subalpina, 1953.

[5] Associazione Prof. Salvatore Navarria, a cura delle chiese evangeliche battiste di Calabria e di Sicilia, http://www.abcs-chiesebattiste.net/home1/121019-associazione-navarria/.

[6] Audisio Gabriel, Les Vaudois et le livre (XVe-XVIe siècles). In: Les Réformes enracinement socio-culturel, actes du XXV° colloque international d'études humanistes (Tours, 1-13 juillet 1982), études réunies par Bernard Chevalier, Robert Sauzet. Paris: Editions de la Maisnie, 1985.

[7] Id., Were the Waldensians more literate than their contemporaries (1460-1560)? In: Heresy and literacy, 1000-1530, edited by Peter Billerand and Anne Hudson. Cambridge: Cambridge University Press, 1994.

[8] Benedetti Marina, Il «santo bottino»: circolazione di manoscritti valdesi nell'Europa del Seicento. Torino: Claudiana, 2006.

[9] Bibliografia valdese, a cura della Fondazione Centro culturale valdese, Società di studi valdesi, Reformierter Bund in Deutschland, http://www.bibliografia-valdese.com/jspwald/de/index.jsp?lang=it&id=1.

[10] Biblioteca del Centro culturale protestante di Milano, a cura del Centro culturale protestante di Milano, http://www.centroculturaleprotestante.info/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=47&Itemid=78.

[11] Biblioteca della Facoltà Valdese di Teologia di Roma, a cura della Facoltà valdese di teologia, http://facoltavaldese.org/it/Biblioteca.

[12] Biblioteca della Fondazione Centro culturale valdese di Torre Pellice, a cura della Fondazione Centro culturale valdese, http://www.fondazionevaldese.org/biblioteca-fondazione-valdese.php.

[13] Biblioteca della Società di studi valdesi, a cura della Società di studi valdesi, http://www.studivaldesi.org/biblioteca/biblio.php.

[14] Biblioteca elvetico-valdese di Trieste, a cura della Comunità evangelica elvetica, Chiesa valdese, Chiesa metodista, http://triestevangelica.org/le-biblioteche/.

[15] Biblioteca evangelica di Piacenza, a cura della Chiesa evangelica metodista di Piacenza, http://www.chiesavaldese.org/piacenza/biblioteca_evangelica.html.

[16] Biblioteca Girolamo Zanchi del Centro culturale protestante di Bergamo, a cura della Comunità Cristiana Evangelica di Bergamo, http://www.bibliotecagirolamozanchi.it/.

[17] Biblioteca Navarria Crifò, a cura della Biblioteca Navarria Crifò di Catania, https://www.facebook.com/Biblioteca-Navarria-Crif%C3%B2-816498218387597/about/?entry_point=page_nav_about_item&tab=page_info.

[18] Bo Federico Emidio, L'antica letteratura valdese, «La Beidana», 27 (2011), n. 71, p. 38-46.

[19] Borghi Cedrini Luciana, L'antica letteratura valdese: progressi di una definizione. In: Atti del secondo Congresso internazionale della "Association internationale d'études occitanes": Torino, 31 agosto-5 settembre 1987, a cura di Giuliano Gasca Queirazza. Torino: Università degli studi di Torino, 1993, p. 969-978.

[20] Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi), http://www.chiesavaldese.org/.

[21] Delfitto Silvia, La religione nella Dewey Decimal Classificatio: la nascita e l'espansione della classe 200, presentazione di Mauro Guerrini. Città del Vaticano: Lateran University Press, 2010.

[22] De Pasquale Andrea, La circolazione dei libri nelle valli valdesi nel XVIII secolo, «Bollettino della Società di studi valdesi», 120 (2003), n. 193, p. 91-101.

[23] Ferrara Michelina, Storia della Biblioteca valdese di Torre Pellice [tesi di laurea]. Torino: Università degli studi di Torino, 1994.

[24] Genovese Gladis, I contributi inglesi nell'allestimento della biblioteca del Collegio di Torre Pellice [tesi di laurea]. Roma: Università degli studi La Sapienza di Roma, 1998.

[25] Gilmont Jean-François, Aux origines de l'historiographie vaudoise du XVIe siècle : Jean Crespin, Etienne Noël et Scipione Lentolo. In: I Valdesi e l'Europa, a cura di Enea Balmas. Torre Pellice: Claudiana, 1982, p. 165-202.

[26] Id., La fabrication et la vente de la Bible d'Olivétan, «Musée neuchâtelois : recueil d'histoire nationale et d'archéologie », 22 (1985), n. 4, p. 213-224.

[27] Giovanni Gonnet, Note sulla storiografia valdese dei secoli XVI e XVII, « Rivista di storia e letteratura religiosa », 10 (1974), n. 3, p. 335-366.

[28] Jalla Ferruccio, Il 63esimo libro di Guglielmo Malanot, «La Beidana», 2 (1986), n.4, p. 17-21.

[29] Libri, biblioteche e cultura nelle valli valdesi in età moderna: atti del XLIV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice 28-29 agosto 2004), a cura di Marco Fratini. Torino: Claudiana, 2006.

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[31] Id., I valdesi tra Restaurazione e Risorgimento, «Bollettino della Società di studi valdesi», 129 (2012), n. 210-211, p. 47-65.

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[40] Viaggiatori britannici alle valli valdesi (1753-1899), a cura di Giorgio Tourn, presentazione di Esther Fintz Menascé. Torino: Claudiana, 1994.

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