Giulio Puliti, Luigi Sturzo e la fiammata bibliotecaria1

di Simona Inserra

In occasione dell'adunanza del 19 giugno 1904 della neonata Società di storia patria per la Sicilia orientale a Catania il presidente Vincenzo Casagrandi apre la seduta con la commemorazione del socio prof. Giulio Puliti. Si esprime con le seguenti parole, di seguito pubblicate all'interno del bollettino della Società:

Signori, la improvvisa morte del prof. Giulio Puliti ci addolora, perché con esso abbiamo perduto non solo uno dei soci più attivi e più intelligenti, ma anche l'amico e il consigliere nelle nostre ricerche, l'ordinatore della nostra Biblioteca universitaria, che lo ricorderà per lungo tempo, quale uno dei suoi Bibliotecari più colti e zelanti. In questi ultimi mesi, in cui egli tenne la carica di cassiere, non si stancò di far propaganda della nostra Società in tutta la provincia, sicché in breve noi abbiamo veduto la nostra Società prosperare anche materialmente, come rilevasi dall'aumento di cassa da lui lasciato in mano del suo esecutore testamentario. In nome del Consiglio Direttivo manifesto il dolore che la morte del prof. Puliti ci ha prodotto, e alla sua memoria tributo la riconoscenza di tutta la Società2.

La sua morte è ricordata anche in brevi scritti e necrologi, sia nel contesto locale sia in quello nazionale3; la Rivista delle biblioteche così lo commemora:

Il dott. Giulio Puliti, bibliotecario dell'Universitaria e Ventimiliana di Catania mancò ai vivi il 3 giugno. Un cumulo di dolori lo indusse al passo estremo: e noi compiangiamo la famiglia di lui, che fu buono e valente, della perdita fatta.
Il dott. Puliti, laureato in Scienze chimiche, ebbe vivo ingegno e vasta e varia coltura. Pubblicò diversi volumi che di ciò fanno fede, e per vario tempo, a Milano, fu collaboratore di giornali politici4.

Chi era Giulio Puliti, «ordinatore della [...] Biblioteca universitaria»? Nell'anno della sua morte Puliti rivestiva il ruolo di direttore della Biblioteca universitaria di Catania ed era attivo, con il compito di cassiere, nella giovanissima Società di storia patria per la Sicilia orientale5. Socio della Società bibliografica italiana dal 18976, aveva partecipato attivamente ai lavori della Commissione per lo studio della classificazione decimale e del repertorio bibliografico universale; prendeva parte al dibattito professionale intervenendo in modo specifico sui problemi della catalogazione per autori e sui problemi del prestito7. Scriveva anche d'altro8, in stretta connessione con la sua formazione universitaria, prettamente scientifica, e collaborava a periodici locali e nazionali.
Quattro saggi, con varie e ampie riflessioni su temi cari al mondo delle biblioteche, apparsi originariamente sul Corriere di Catania tra il 1902 e il 1903, furono poi unificati e pubblicati con il titolo Per le biblioteche nel 1903 dall'editore catanese Giannotta9.
La strada di Puliti, fiorentino di nascita e siciliano di adozione per via del trasferimento nel 1901 alla Regia Biblioteca universitaria, s'incrocia a un certo momento con quella di Luigi Sturzo, allora giovane sacerdote impegnato attivamente nell'amministrazione della cosa pubblica nella sua città natale, Caltagirone10.
Il piccolo centro siciliano entra nella scena bibliotecaria nazionale a causa di un evento catastrofico, l'incendio che nella notte tra il 16 e il 17 febbraio del 1901 distrusse la Biblioteca comunale, lasciando la città disarmata e scoraggiata di fronte alla perdita di un'istituzione considerata di importante rilievo sia per l'ingente patrimonio in essa conservato, una grande quantità di libri antichi e moderni e di documenti archivistici relativi alla storia della città e delle sue istituzioni, sia per il ruolo di aggregatore culturale che essa svolgeva.
La Biblioteca, nata nella seconda metà del Settecento11, aveva goduto delle donazioni di numerosi fondi librari appartenuti alle corporazioni religiose soppresse del territorio calatino, i cui beni, mobili e immobili, vennero confiscati a seguito delle leggi cosiddette eversive12. Come molte biblioteche nate o accresciutesi in quegli anni, essa aveva sostanzialmente arricchito il suo fondo antico grazie anche alla permuta di molti doppioni seguita al suo riordinamento; nel 1901, anno del disastroso incendio, il posseduto della biblioteca ammontava a oltre 27.000 volumi13, ma essa, come molte in quegli anni, non era pienamente funzionante e rispondente agli effettivi bisogni della collettività e già allora si alzavano voci nella stampa locale per sostenere che era sì necessaria una ricostruzione, ma che la biblioteca «se vorrà riuscire utile, dovrà essere essenzialmente moderna e completamente popolare»14. A seguito dell'incendio il direttore reggente della Regia Biblioteca universitaria, Baroncelli15, chiamato dall'amministrazione calatina, si recò a Caltagirone, prese atto della situazione e, incaricato dalle Assicurazioni generali di Venezia, con le quali era stata stipulata alcuni anni prima una polizza assicurativa, valutò l'ammontare dei danni, tra libri bruciati e libri messi in salvo, e quindi del risarcimento. Fu liquidata, quale indennizzo, una somma complessiva di 97.000 lire già nel giugno dello stesso anno. Lo stesso Baroncelli fu incaricato dalla Giunta comunale di stilare un piano per la ricostruzione della Biblioteca: fu dunque pressoché immediata la costituzione di una Commissione, istituita con l'obiettivo di pianificare ogni fase della ricostruzione.
La Gazzetta di Caltagirone, che in quei mesi seguiva molto da vicino le vicende legate alla biblioteca, scriveva:

Abbiamo fiducia che affidata al Cav. Baroncelli la direzione della scelta delle opere per la ricostruzione della biblioteca, avremo certo attuata un'opera cosciente ed illuminata; diciamo direzione perché sarà opportuno che l'attuazione del piano da lui preparato, sia affidata ad una commissione di egregi giovani di Caltagirone, i quali eletti dalla Giunta o dal Consiglio, concorrerebbero a far l'opera della ricostruzione più esatta e perfetta16.

Ma, trasferito Baroncelli alla Braidense di Milano, si bloccarono tutte le attività; in sua assenza, negli ultimi mesi del 1901, il commissario prefettizio Berti presentò alla città un progetto di ricostruzione e chiese il sostegno dello Stato, ma tale sostegno si limitò alla elargizione di un determinato numero di volumi: il Ministero dell'istruzione pubblica, quello dell'interno e quello dell'agricoltura inviarono una certa quantità di libri e pubblicazioni che contribuirono alla formazione del nucleo documentario della nuova biblioteca. Inoltre Berti diede indicazioni per indire una gara d'appalto per i lavori di restauro dell'edificio, secondo un piano di rifacimento da lui stesso realizzato; istituì una Commissione formata da autorevoli cittadini calatini per occuparsi delle varie faccende legate alla biblioteca. La Commissione nominò, nel febbraio 1902, quale consulente tecnico, Giulio Puliti; la stampa locale apprezzò la nomina e accolse Puliti con grande entusiasmo17. Tuttavia, pure essendosi la Commissione suddivisa in tre altre sottocommissioni, una per l'edificio e gli arredi, una per l'organico e la sistemazione dei libri, la terza per la selezione e l'acquisto di nuovi libri (nella quale fu nominato Luigi Sturzo), passarono ancora diversi mesi senza che la città ricevesse alcuna informazione sull'andamento dei lavori. La comunità calatina venne invitata, attraverso le pagine de La croce di Costantino, il primo giornale di Luigi Sturzo18, a sostenere gli sforzi per la realizzazione della biblioteca. Il 2 agosto 1902 si leggeva sul periodico, a firma 'La Commissione':

Cittadini Caltagironesi,
nel provvedere alla ricostruzione della Biblioteca Comunale, che con triste raccapriccio tutti rammentiamo distrutta da un incendio inesplicabile, la Commissione a ciò eletta, prima di deliberare l'impiego delle somme per lo acquisto dei libri, sente quasi un dovere di esprimere il patriottismo di voi, cittadini. E vi chiede che quanti conservate di antenati e di amici libri, illustre adorno delle vostre sale, li concediate generosamente alla ricostituenda Biblioteca cittadina, dove, essi, non mancheranno di tornare utili e vantaggiosi, come vecchia linfa che viene a circolare nel corpo della nostra classe studiosa. [...] Le offerte catalogate verranno con verbali appositi accettate dalla commissione, che ha proposto di lasciare ai posteri degno ricordo dei nomi di coloro che, compresi del danno subito, con squisito senso di patriottismo, intendono ristorarlo, donando libri o cimeli o cooperandosi ad arricchire la patria di una biblioteca degna delle nostre tradizioni di cultura scientifica e letteraria e dei progressi del tempo, al quale non verrà mai restare indietro questa nostra nobile città19.

Puliti fu a Caltagirone nel dicembre 1902 per avviare i lavori della Commissione; durante le prime tre sedute fu definito e approvato l'organico della nuova biblioteca, fissati i criteri per l'acquisto del patrimonio librario, discussa la sistemazione dei locali e scelta la scaffalatura. Venne di seguito proposto all'amministrazione comunale il progetto del regolamento della biblioteca e vennero riordinati i materiali tratti in salvo dall'incendio, insieme ai nuovi documenti donati da quanti avevano risposto all'appello. Sempre nello stesso periodo Puliti aveva iniziato una campagna di acquisti presso librerie di Roma e di Catania, grazie ai fondi stanziati dal Consiglio comunale nelle diverse sedute che si susseguirono tra il 1902 e il 190320.
Puliti e Sturzo si conoscono e si incontrano in quanto entrambi membri della Commissione per la ricostruzione della biblioteca calatina; Sturzo, rientrato da Roma dopo la laurea in teologia presso l'Università Gregoriana, era allora già consigliere comunale del Comune di Caltagirone21.
Subito tra i due sembrò instaurarsi un clima di ostilità: da un lato Puliti, bibliotecario attento ai valori e all'affermazione della professione22, competente, proiettato nel contesto nazionale e in esso partecipe con riflessioni e proposte; dall'altro Sturzo, giovane, colto, impegnato nella politica, con idee personali sulla ricostruzione della biblioteca, molto determinato a contribuirvi, ma privo di affinati strumenti biblioteconomici.
Della corrispondenza occorsa tra i due conserviamo solo tre documenti; si tratta di documenti indirizzati da Giulio Puliti a Sturzo che si trovano nella « raccolta di documenti conservati personalmente da Sturzo fino all'ottobre 1924»23; la prima missiva è inviata da Puliti a Sturzo il 28 settembre 190224, la seconda il 18 dicembre dello stesso anno25, il terzo documento è un telegramma inviato da Catania il 23 aprile 190326.
La lettera datata 28 settembre 1902 contiene una serie di elementi che ci aiutano a comprendere come si stessero evolvendo i rapporti tra i due e quali fossero le questioni fondanti dello scontro. In essa si legge del dissidio che era maturato nei mesi precedenti tra i due commissari, entrambi evidentemente desiderosi di condurre in prima persona la ricostruzione della biblioteca: Puliti rivendica con forza il riconoscimento delle proprie competenze e della propria professionalità e invita Sturzo, poiché pare si stia dimettendo dall'incarico, a contattare il presidente della Società bibliografica italiana, on. Pompeo Molmenti, al fine di individuare un tecnico adatto al compito assegnato dal Comune, competente in fatto di biblioteconomia e bibliologia e che possa pienamente sostituirlo. Ci sembra utile riportare una parte di quanto scrive Puliti:

Molto Rev.do Signore,
alla sua lettera personale, rispondo ad personam, per pregarla di comunicare senz'altro - non foss'altro per non commettere illegalità alla Commissione -, la lettera non personale che io Le spedii.
L'averle detto di non contentarsi di farsi dare elenchi di libri dagli specialisti della Commissione, ma di farsi mandare anche il più possibile di cataloghi dai librai, non voleva - e non poteva voler dire - che s'invitassero questi signori a mettere le indicazioni necessarie ad un catalogo sistematico muto redatto dalla Commissione. Per quanto io possa avere male inteso le intenzioni di V.S., e per quanto io abbia potuto male esprimere il mio concetto, nessuno dei miei colleghi bibliotecari - e, oserei dire nessuno dei consoci della Soc. bibliogr. Italiana - potrebbe mai credermi, anche se Ella lo affermasse solennemente, capace di una simile bestemmia!
Comunque sia, di una cosa mi sono convinto: che v'è nell'incarico che mi si vuol dare una incompatibilità irrimediabile, dovuta non so bene se al fatto che taluno crede - come per un pezzo credette anche il Ministero della P.I. - che per ordinare una biblioteca, e magari per crearla, bastasse esser persona colta e attiva [...]. Insisto quindi nella mia rinunzia e, appunto perché v'insisto, mi permetto di darle un consiglio. Rivolgetevi a un tecnico - ve ne sono parecchi in Italia; fateveli magari indicare dalla Società Bibliografica Italiana che ha sede attualmente in Milano ed è presieduta dall'on. Molmenti - incaricate quel tecnico di farvi i regolamenti delle Biblioteche, di proporvi - secondo i desiderata vostri - i libri da acquistare per cominciare, di dirigere gl'impiegati vostri (ch'egli esaminerà insieme a voi, sia per i titoli, sia per esami), nella compilazione dei cataloghi - e voi della Commissione contentatevi di sorvegliare il modo col quale il vostro denaro verrà speso per fargli fare la maggiore possibile figura.
Quel tecnico vi costerà - forse - qualche centinaio di lire, ma ve ne risparmierà qualche migliaio; e soprattutto vi risparmierà di far ridere alle vostre spalle chi s'intende di biblioteconomia e di bibliologia.
Mi permetto questo rude linguaggio ora che io sono fuori di questione e La avverto che d'ora innanzi sorveglierò ciò che codesta Commissione farà. Alla “Gazzetta di Caltagirone” offrentemi spazio per pubblicare corrispondenza ed articoli, scrissi che non avevo da lamentarmi di sgarbi ricevuti, ma solo da deplorare un errore commesso e che non mi piaceva prestarmi a polemiche di partito a proposito di una questione, che doveva trovare concordi i Caltagironesi; a Lei invece - personalmente - dò un consiglio: - Non rovini, per brama di far da sé, la futura Biblioteca -.
La riverisco cordialmente,
Dev.mo Suo G. Puliti27

Puliti restò però al suo posto, continuando ancora la sua consulenza a favore del Comune di Caltagirone. Il 18 aprile dell'anno seguente, infatti, venne approvato il Regolamento per la Biblioteca comunale28 e vennero individuati i criteri per indire il concorso per bibliotecario e assistente bibliotecario. La pubblicazione e la presentazione del Regolamento, redatto dalla Commissione sotto la guida di Puliti, vennero accompagnati da una relazione pubblicata sulla Gazzetta di Caltagirone, nella quale si scriveva, tra le altre cose, che:

Da una dotazione annua non meschina, dalla scelta oculata del personale, dalla distribuzione dei vari servizi razionalmente organalati dipendono l'avvenire della Biblioteca e l'utilità che ne potranno aver gli studiosi29.

Il Regolamento conteneva in apertura, nel Titolo I: ricostituzione della Biblioteca comunale e suoi scopi, all'articolo 1, una serie di dati e informazioni relative alle vicende legate alla rinascita della biblioteca, a partire dal rovinoso incendio che «il dì 17 febbraio 1901 distrusse l'antica Biblioteca», alla cifra erogata dalle Assicurazioni generali di Venezia per il risarcimento dei danni, all'individuazione di una nuova sede per l'istituzione, alle somme indicate in bilancio per l'acquisto di libri, per la manutenzione e le spese varie. All'interno del Titolo II: commissione di sorveglianza, venne stabilito di porre la Biblioteca sotto la sorveglianza di una Commissione presieduta dal sindaco e da «sei membri eletti dal Consiglio, che avrà cura di sceglierli tra cultori dei diversi rami di scienza», con un mandato triennale. La Commissione, che aveva la direzione morale e la gestione amministrativa della biblioteca, si sarebbe dovuta riunire con il bibliotecario una volta al mese e avrebbe dovuto provvedere all'acquisto di pubblicazioni, all'abbonamento a giornali e riviste «nei limiti della dotazione che il Comune assegna nei suoi bilanci per la biblioteca, eccezione fatta per la parte che è a disposizione del Bibliotecario» alla delibera sulle proposte e le relazioni del bibliotecario e a tutto quanto poteva riguardare il buon andamento della biblioteca: i locali e l'ordinamento interno della biblioteca, la condotta degli impiegati. Il Titolo III: impiegati, individuava le tre figure professionali che sarebbero state impiegate in biblioteca: il bibliotecario, l'assistente e l'usciere. Il Titolo IV: nomine, stipendi e pensioni, agli articoli 21, 22, 23 e 24, stabiliva le norme per la nomina del bibliotecario; agli articoli 25 e 26 quelle per la nomina dell'assistente bibliotecario.
Stabilite le norme per il concorso, il Consiglio comunale si diede da fare per bandirlo. E furono proprio le circostanze legate al concorso per bibliotecario che videro acuirsi lo scontro tra Puliti e Sturzo emerso già, come abbiamo visto, nei mesi precedenti, a causa di ulteriori incomprensioni legate ancora una volta alla selezione bibliografica, che Puliti intendeva condurre secondo le proprie competenze, e all'acquisto di libri per la biblioteca che lo stesso aveva commissionato a un libraio palermitano, Fiorenza.
Puliti scriverà sulle pagine del più diffuso quotidiano catanese:

Di qualunque natura sieno le biblioteche vive, certo è che esse abbisogneranno sopra tutto di un personale dirigente, il quale sappia da un canto ben indirizzarne gli acquisti, per modo che questi non solo corrispondano per qualità agli scopi delle biblioteche medesime, ma anche vi si trovino per quantità in proporzione tale (senza preoccupazione soverchia di doppi o tripli) da bastare veramente all'uso che i lettori possano farne, e dall'altro canto sia in grado di procedere con giusto criterio allo scarto di quella parte della suppellettile che possa via via non ritenersi più adatta a far parte di una biblioteca viva30.

Fu, ad ogni modo, a causa di questioni poco chiare legate all'acquisto di libri che Sturzo manifestò pubblicamente al sindaco di Caltagirone l'inopportunità che Puliti venisse eletto presidente della Commissione per il concorso di bibliotecario e assistente. Fu presentata inoltre, nel giugno 1904, una diffida da parte di uno dei candidati al posto di bibliotecario, Giovanni Napoli31, contro Giulio Puliti, nella quale lo si accusava di aver impartito lezioni e rilasciato certificati di idoneità a due candidati al concorso, senza averne la formale autorizzazione; nello stesso atto di diffida lo si denunciava per aver ricevuto in prestito, da candidati al concorso, somme di denaro per l'acquisto di libri per la biblioteca calatina32.
Puliti ammise sia di aver rilasciato certificati di idoneità e di aver impartito lezioni ad alcuni concorrenti al concorso, sia di aver ricevuto delle somme in denaro da un altro concorrente al quale però aveva rilasciato una regolare ricevuta e al quale aveva tentato di restituire la somma di cui era debitore. Sturzo intervenne nella polemica che si era sviluppata all'interno del Consiglio comunale, ribadendo più volte che non intendeva entrare nel merito della questione, anche a causa di scontri preesistenti con Puliti, di cui in ogni caso non voleva mettere in dubbio l'onorabilità, ma che era suo dovere tutelare la regolare condotta del concorso. Per questo motivo chiese che fosse messa ai voti la sua proposta di rimandare la questione a un'altra data e che si prendesse il tempo necessario per analizzare la documentazione che i diversi soggetti dichiaravano di possedere e voler mostrare33.
Sembrò allora quasi stringersi un cerchio intorno a Puliti, nei confronti del quale le accuse emergono forti gettando un'ombra sulla sua moralità.
Due giorni dopo la turbolenta seduta del Consiglio comunale, il 3 giugno 1904, Giulio Puliti si tolse la vita. Le sue ultime ore sono raccontate dal Corriere di Catania che raccolse le testimonianze di familiari e amici:

Partito tre giorni addietro per Caltagirone, fece ritorno ieri l'altro con il treno della notte. Era eccitatissimo. Cenò con poco appetito, poi, dopo aver fatto l'abituale passeggiata, si ritirò per dormire. Verso le 3.30 dovette levarsi dal letto: scese in camicia e mutande, andò nella stanza da studio e scrisse su carta protocollo varie lettere lunghissime, nelle quali espose le amarezze dell'anima sua avvelenata. Alle 5.30 aveva finito. Ai suoi piedi, Vasco, il suo grosso cane fedelissimo, dormiva rumorosamente.
Il prof. Puliti si alzò dalla sedia e si avviò verso la camera da letto dove dormiva la sua signora. Si appressò al letto, scostò per un momento le coltri che la ricoprivano e dopo aver accarezzato febbrilmente una guancia, si chinò su di lei e le depose un bacio sulla fronte. [...] Tornò quindi nello studio, si adagiò sopra un divano, dopo avervi buttato un cuscino e puntò alla tempia destra la canna di una rivoltella a sei colpi di piccolo calibro. Tirò il grilletto. La palla violentissima spezzò il parietale e penetrò nel cervello. Il prof. Puliti diede un guizzo: la rivoltella gli sfuggì dalle mani rifugiandosi quasi timorosa dal delitto commesso sotto al divano. Dalla ferità uscì un rivoletto di sangue nerastro. Il prof. Puliti morì sul colpo.
Il colpo di rivoltella fu lieve e la signora lo udì appena. Chi intese istintivamente la scena tragica fu Vasco il cane, il quale, alla vista del padrone esanime, buttato tra il divano e la terra, si diede a guaire dolorosamente e poi a battere con violenza agli usci e alle vetrate del balcone di strada. Il rumore determinato dal cane destò completamente la signora Puliti la quale presagendo una disgrazia corse subito nella stanza da studio. [...] Comprese e diede un grido d'angoscia [...].
Procedutosi all'esame delle varie carte sparse sul tavolo da studio, si trovarono varie lettere chiuse all'indirizzo del figlio, del Ministro della P. I., del prof. Eugenio Micale, dell'On. De Felice, del signor Morgeni, domiciliato a Pelago in provincia di Firenze, e del prof. De Logu. Nella busta diretta al figlio erano aggiunte le parole: “Ti raccomando di aprire quando ti sarai rasserenato. Non voglio né fiori né funerali”. Il Pretore sequestrò tutte le lettere, ad eccezione di quella diretta al figlio e dell'altra diretta al prof. Micale34.

Nello scrittoio fu trovata una lettera indirizzata a parenti e ad amici che spiegava i motivi dell'estremo gesto:

Per le ragioni che dico nella lettera a parenti ed amici, mi tolgo volontariamente la vita. Da ieri mi sono deciso. Volevo farlo a Caltagirone per eternare l'infamia di un prete e di due suoi cagnotti, ma il desiderio di vedere i miei mi vinse. Interposi una notte di sonno e di calma per l'esecuzione dell'estremo proposito, ma destandomi, sono convinto di doverlo eseguire. M'addolora lasciare i miei ai quali occorreva che io vivessi altri due anni, ma lo schianto nel vedermi accusato di vendita della mia coscienza... non ha riparo. Non voglio pompe funebri religiose né fiori, né discorsi: mi basta il compianto dei buoni amici, e son sicuro di averlo. Delle mie volontà lascio esecutore l'ottimo amico mio Prof. Eugenio Micale35.

E all'amico, Puliti scrisse: «Discusso pubblicamente di ciò che più m'era sacro, il sentimento della giustizia, proclamo alto la mia innocenza e mi sopprimo»36.
La notizia del suicidio raggiunse la città di Caltagirone mentre era in corso una seduta del Consiglio comunale; immediatamente si alzarono forti le voci di quanti, oppositori di Sturzo, videro in lui e nelle persone a lui vicine i responsabili morali del terribile gesto. Essi infatti vennero indicati come «coloro che cercano di impadronirsi di una coscienza umana con subdoli modi e con metodi inqualificabili onde piegarla, sottometterla ai propri fini privati»37. Il sindaco dovette sospendere la seduta e ordinare lo sgombro dell'aula consiliare. Successivamente il consigliere Alessandro indicò Sturzo, insieme ai due candidati che avevano denunciato Puliti, come responsabili del suicidio del bibliotecario, chiedendo che venisse istituita una commissione d'inchiesta per appurare i fatti e le responsabilità.
Le vicende, per quanto è emerso dalla documentazione disponibile, risultano non del tutto chiare; se è vero che i due candidati al concorso vennero insieme a Sturzo accusati di aver osteggiato Puliti e di aver costruito intorno al suo operato un insieme di atti falsi, è vero anche che la lettura di altri documenti, ma soprattutto quanto in quei giorni venne riportato dalla stampa locale, confonde non poco la visione d'insieme. O forse, se cambiamo punto di vista la chiarisce, ponendo la questione come un complotto architettato al fine di favorire un candidato piuttosto che un altro e, nel far ciò, scegliendo di screditare un professionista per eleggere un nuovo commissario al suo posto. È infatti datata al mese che precede il suicidio la missiva che Traversa, uno dei due candidati incriminati, inviò a Puliti e della quale si riportano di seguito alcuni passi, rinviando al documento citato in nota per una lettura integrale:

[...] mi preme darle contezza della corrente punto favorevole che cerca preparare don Sturzo, non so persuadermi del movente, perché Lei non venisse eletto Presidente della Commissione esaminatrice da nominarsi da questo Consiglio Comunale. Ho parlato con lo Sturzo per vedere di conoscere le intenzioni, ma non ho potuto cavargli nulla, stante il riserbo da lui tenutomi. Per altre vie però sono venuto a conoscere che lo Sturzo amerebbe proporre un certo Guastella se mal non ricordo, vice bibliotecario della Nazionale di Palermo, a presidente della Commissione esaminatrice. Ciò mi disturba grandemente, giacché (di già presentata la domanda) non vorrei in nessun modo subire un fiasco, essendo per me la sua presenza nella Commissione valido incoraggiamento a sostenere il concorso. Così le cose, è mio interesse combattere il pretaccio in tutti i modi, onde io mi metto a sua disposizione, perché io e mio padre coll'intimo mio amico Avv. Napoli, consigliere comunale, mercé un prudente e segreto lavorio, possa Lei riuscire eletto presidente della Commissione esaminatrice con maggior numero di voti possibili da questo civico consesso, perché il nero venga meritatamente sconfitto [...]. Ben comprendo che a lei nulla vale esser presidente della Commissione in parola, capirà benissimo che non puossi tollerare, dietro che Lei è stato il fondatore della costituenda biblioteca e del relativo regolamento, debba d'un tratto essere scartato sol per la bizza inqualificabile di un ambizioso porco nero. [...]38.

Sturzo si difese da ogni accusa e affidò la sua difesa alle pagine del suo giornale, La Croce di Costantino, il 12 giugno 1904, dichiarando pubblicamente come le accuse contro di lui fossero, senza ombra di dubbio, collegate ai preparativi per le lotte elettorali che da lì a poco sarebbero partite:

Agli amici,
sento il bisogno di volgervi una parola che suoni affetto e gratitudine per quei sentimenti di solidarietà e di fiducia, che poi avete voluto così largamente manifestarmi in questi giorni di accuse e di persecuzione, sentimenti che mostrano la convinzione comune che la mia condotta è stata retta e coscienziosa; il che vuol dire che nove anni di lavoro assiduo e di contatti intimi con voi e con molti del paese non danno armento a dubitare della rettitudine della mia coscienza e dell'onestà del mio agire. La vostra testimonianza spontanea oggi che un'onda di accuse si è lanciata sul mio capo, mi riesce di tanto maggior conforto, quanta è stata più forte e più sincera in voi la convinzione della verità, sapendo distinguere, nel profondo agitarsi della pubblica opinione, il sentimento della commiserazione verso un infelice suicida dalle ragioni che hanno mosso gli avversari a sfruttare il doloroso caso agitando per le strade una memoria insanguinata [...].
Di fronte ai dubbi sorti su chi era stato chiamato a posti di fiducia, quale quello di Presidente di una Commissione esaminatrice per i posti importanti di Bibliotecario e Assistente, che cosa doveva fare chi, come me, oltre la veste di Consigliere comunale, aveva quella di Vice presidente della Commissione della Biblioteca? E potevo io tacere avanti a una pubblica riserva di incompatibilità a esaminare per l'accusa di rapporti di favore con concorrenti? Ebbene, io non ho fatto altro che cogliere il sentimento della maggior parte del Consiglio scosso a quella denunzia, e proporre il rimando degli esami imminenti ad altro giorno per appurare la verità delle cose? [...].
Io rigetto sdegnosamente l'accusa che abbia con la mia mossa in Consiglio voluto favorire uno ad altro concorrente o qualsiasi interesse personale; escludo che sia stato a conoscenza di mali arti tese al prof. Puliti. [...]39.

A causa delle indagini che seguirono, il concorso venne sospeso e riaperto solo due anni dopo, quando si completarono i restauri dei locali della biblioteca ed essa venne aperta al pubblico. Nessuno dei due candidati che ebbero parte nella vicenda partecipò al concorso; la stampa locale aveva del resto riportato quanto era emerso dalle prime indagini e cioè che i due candidati, Traversa e Napoli, una volta pubblicato il bando di concorso, vistisi privi dei titoli necessari per parteciparvi, avessero deciso di allearsi contro Puliti per colpirlo e danneggiarlo nella sua credibilità40.
Quale che sia la verità dei fatti, emerge dalla documentazione raccolta uno scontro forte nel quale si trovano strettamente intrecciati i problemi relativi all'affermazione della professione bibliotecaria agli inizi del XX secolo e quelli della politica, legati in modo specifico, attraverso la figura di Luigi Sturzo, alla costituzione del partito dei cattolici e delle alleanze per la gestione della vita pubblica. Le violente contestazioni nei confronti di Sturzo che seguirono al suicidio di Giulio Puliti possono infatti leggersi come parte delle contestazioni che, già prima ma anche subito dopo, erano emerse e sarebbero emerse, in un'atmosfera incandescente, quale era l'atmosfera politica italiana dei primi del Novecento, nella quale Sturzo era pienamente immerso e giocava un ruolo di spicco41. Ciò che qui si è cercato di raggiungere, ma che sicuramente necessita di ulteriori indagini, è la comprensione di alcuni aspetti della cultura bibliotecaria siciliana attraverso l'interpretazione di fatti specifici delle vicende passate, con la volontà di fornire il contributo di documenti inediti per la storia delle biblioteche e dei bibliotecari italiani a cavallo tra XIX e XX secolo.

NOTE

L'autrice ringrazia Roberta Ballarino e Massimo Paternò, che, con motivazioni e scopi differenti, hanno contribuito al recupero di alcuni documenti inediti.
Ultima consultazione siti web: 14 luglio 2016.

[1] Fiammata bibliotecaria è il titolo dato al breve contributo apparso nella «Gazzetta di Caltagirone» (24 febbraio 1901, p. 2), a firma di G. Di Bernardo, che narra del disastroso incendio occorso pochi giorni prima. Di Bernardo scrive: «Quei venticinque mila volumi che erano il patrimonio sacro di studiosi, noti e ignoti, è scomparso, non di una gloriosa fine, ma di una morte violenta, assassina; quell'edificio, che nella sua vetusta e rigida sembianza, serbava il tesoro eletto di elette intelligenze, è caduto sfasciato e divorato da fiamme, rosse come la faccia di un giustiziere boia; tutto è perito, tutto è irreparabilmente perduto!».

[2] Atti della Società, «Archivio storico per la Sicilia orientale», 1 (1904), n. 1, p. 159.

[3] Si vedano il Necrologio pubblicato in «Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze», (1904), n. 42, p. xxii-xxiii; Il suicidio del prof. Puliti, «La Sicilia: corriere delle isole e del Mezzogiorno», 3-4 giugno 1904, p. 2; Il suicidio del prof. Giulio Puliti, «Gazzetta di Caltagirone», 5 giugno 1904, e Per la morte del prof. Puliti, «Gazzetta di Caltagirone», 19 giugno 1904, p. 2. Il necrologio pubblicato negli annuari del 1903-1904 della Regia Università degli studi di Catania lo ricorda in questo modo: «Bibliotecario della Università, si è spento improvvisamente e volontariamente in Catania a' 3 giugno 1904. Era nato in Firenze a' 17 aprile 1859. [...] Fu addetto alla Nazionale centrale di Firenze, alla Braidense di Milano ed alla Università di Catania, nel mese di maggio 1901». Per il necrologio completo si veda Regia Università degli studi di Catania, Anno scolastico 1903-1904: pubblicazioni, statistica degli esami, elenco degli studenti, ricordi necrologici, etc. Catania: Tipografia Francesco Galati, 1904, p. 88.

[4] «Rivista delle biblioteche», 15 (1904), n. 5, p. 84.

[5] La Società di storia patria per la Sicilia orientale era nata il 13 marzo 1903; l'8 aprile dello stesso anno, nell'adunanza presieduta da Vincenzo Casagrandi, veniva discusso e approvato lo Statuto; pochi giorni dopo si nominavano le cariche. Il 17 aprile dell'anno seguente, dimessosi il cassiere incaricato, veniva provvisoriamente affidata la cassa a Giulio Puliti, che durerà nella carica appena due mesi. Si vedano gli Atti della Società cit., p. 158.

[6] Un breve profilo di Puliti è stato efficacemente tracciato da Alberto Petrucciani all'interno del Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo, http://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/puliti.htm. La sua presenza e la sua attività in seno alla Società bibliografica può essere studiata attraverso i documenti pubblicati; si veda Carla Giunchedi; Elisa Grignani, La Società bibliografica italiana 1896-1915: note storiche e inventario delle carte conservate presso la Biblioteca Braidense. Firenze: Olschki, 1994.

[7] Tra i suoi scritti ricordiamo: Il libro e il commesso di libreria: prolusione al corso di bibliografia pratica letta alla Braidense il 18 febbraio 1894. Milano: Capriolo, 1894; La scelta della parola d'ordine nei cataloghi alfabetici e la questione dei prefissi: lettera aperta al Cav. Dott. Luigi de Marchi, bibliotecario della R. Università di Pavia. Catania: Galati, 1901.

[8] Chimico, assistente universitario a Modena dal 1882 al 1884, fu autore della monografia Storia dell'Africa australe (Milano: Carrara, 1902), tradusse e curò il primo volume dell'edizione italiana del Breve compendio di storia delle matematiche di W.W. Rouse Ball (Bologna: Zanichelli, 1903). Dal 1885 cominciò a interessarsi alla professione bibliotecaria e, superato l'esame d'idoneità nel 1887, iniziò la carriera di bibliotecario il primo luglio 1888 alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze come sotto bibliotecario di prima classe. Nominato bibliotecario nel 1890, nel 1893 prese servizio alla Biblioteca Braidense di Milano. Nell'aprile del 1901 fu trasferito a Catania, alla direzione della Regia Biblioteca universitaria, in sostituzione di Vittorio Emanuele Baroncelli.

[9] I saggi: Per le biblioteche, apparso il 7 dicembre 1902; Per le biblioteche: i musei librari, apparso il 29 dicembre 1902; Per le biblioteche: le biblioteche vive, pubblicato il 28 gennaio 1903 e Per le biblioteche: il personale, apparso infine il 15 febbraio 1903. Nello stesso 1903 l'editore Giannotta li riunì in unico volume: Giulio Puliti, Per le biblioteche: considerazioni e proposte del dott. Giulio Puliti. Catania: Giannotta, 1903.

[10] Dal 1902 alla morte Puliti fu consulente tecnico del Comune di Caltagirone, nominato all'interno della Commissione costituita per la ricostruzione della biblioteca comunale.

[11] La biblioteca calatina nacque nel 1784 grazie a un gruppo di letterati guidati dal principe Niccolò Interlandi di Bellaprima che donò alla città la propria collezione, seguito presto da altri nobili donatori; a seguito della costituzione di questo primo fondo librario, il Senato della città stabilì di destinare una somma annua affinché la biblioteca potesse essere mantenuta, arricchita da nuove acquisizioni e gestita da un bibliotecario remunerato. Il 4 febbraio 1785, con Regio Dispaccio, era resa ufficiale la nascita della Biblioteca che avrebbe aperto al pubblico quotidianamente. Per ulteriori approfondimenti sulla nascita e la storia della Biblioteca comunale di Caltagirone si veda Giovanna Fassari, La Biblioteca comunale. In: Caltagirone: le istituzioni culturali. Palermo: Ariete, 1998, p. 9-14.

[12] Si vedano, a tal proposito, tra i numerosi contributi apparsi in letteratura per tracciare la storia delle biblioteche pubbliche all'indomani dell'unificazione nazionale: Giulia Barone; Armando Petrucci, Primo non leggere: biblioteche e pubblica lettura in Italia dal 1861 ai nostri giorni. Milano: Mazzotta, 1976; Paolo Traniello, La biblioteca pubblica: storia di un istituto nell'Europa contemporanea. Bologna: Il Mulino, 1997; Antonella Gioli, Monumenti e oggetti d'arte nel Regno d'Italia: il patrimonio artistico degli enti religiosi soppressi tra riuso, tutela e dispersione: inventario dei Beni delle corporazioni religiose 1860-1890. Roma: Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1997; Paolo Traniello, Guardare in bocca al cavallo: devoluzioni di raccolte ecclesiastiche e problemi delle biblioteche comunali in una relazione inedita di Torello Saconi (1887), «Culture del testo e del documento», (1998), n. 10/11, p. 129-139; Giovanna Granata, Fonti documentarie per lo studio delle devoluzioni post-unitarie di raccolte ecclesiastiche. In: La storia delle biblioteche: temi, esperienze di ricerca, problemi storiografici, a cura di Alberto Petrucciani, Paolo Traniello. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2003, p. 111-122; Il sapere della Nazione: Desiderio Chilovi e le biblioteche pubbliche nel XIX secolo: atti del convegno, Trento, 10-11 novembre 2005, a cura di Luigi Blanco, Gianna Del Bono. Trento: Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2007.

[13] Per approfondimenti si vedano: Salvatore Randazzini, Le relazioni sulla Biblioteca comunale di Caltagirone scritte da Salvatore Randazzini, il 26 febbraio 1901. Caltagirone: [pubblicate da Salvatore Randazzini], 1949 e La Biblioteca di Caltagirone: presentazione per l'XI Congresso nazionale delle biblioteche italiane. Caltagirone: La Nuova Grafica, 1957.

[14] Biblioteca passata e futura, «Gazzetta di Caltagirone», 31 marzo 1901, p. 1.

[15] Alberto Petrucciani, Baroncelli, Vittorio Emanuele. In: Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo, http://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/baroncelliv.htm.

[16] Assicurazioni Venezia, «Gazzetta di Caltagirone», 16 giugno 1901, p. 3.

[17] Nell'articolo Per la Biblioteca Puliti viene indicato come «il bibliotecario provetto e intelligente» e colui che «farà trionfare le sue idee bibliografiche e larghe e grandiose d'una biblioteca che sia un vero centro studio, una solerte palestra ai giovani volenterosi» («Gazzetta di Caltagirone», 9 marzo 1902, p. 3).

[18] Si veda La Croce di Costantino, a cura di Gabriele De Rosa. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 1958.

[19] Biblioteca comunale, «La Croce di Costantino», 3 agosto 1902, p. 2.

[20] I verbali dei consigli sono riportati puntualmente dal periodico sturziano che seguì con grande attenzione tutte le vicende legate alla biblioteca civica; si vedano: Consiglio comunale: seduta del 15 dicembre, «La Croce di Costantino», 21 dicembre 1902, p. 2-3; Biblioteca comunale, «La Croce di Costantino», 1 gennaio 1903, p. 6; Per la Biblioteca comunale, «La Croce di Costantino», 15 febbraio 1903, p. 2; Biblioteca comunale, «La Croce di Costantino», 1 marzo 1903, p. 3. Relativamente alla seduta del 9 marzo 1903, durante la quale si approvarono sia il Regolamento proposto da Puliti sia il progetto per la scaffalatura, si vedano: Consiglio comunale: seduta del 9 marzo 1903, «Gazzetta di Caltagirone», 15 marzo 1903, p. 3 e Per la Biblioteca comunale: il regolamento, la scaffalatura, l'acquisto della Biblioteca Schiattarello: seduta del 9 marzo 1903, «Gazzetta di Caltagirone», 23 maggio 1903, p. 2.

[21] Giuseppe Giarrizzo, Luigi Sturzo, amministratore locale (1899-1920), «Archivio storico per la Sicilia orientale», 68 (1972), n. 2, p. 225-277. Del 20 giugno 1899 è la certificazione del Comune di Caltagirone con la quale si attesta l'elezione di Sturzo quale consigliere comunale; nel 1901 è nominato membro della Commissione di vigilanza per la conservazione delle opere d'arte istituita dal Consiglio comunale. Si veda per ulteriori approfondimenti l'Inventario dell'archivio Sturzo: 1891-1924, a cura di Guido Guerra. Roma: Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2007.

[22] In merito alle questioni e alle spinte per l'affermazione della professione di bibliotecario si vedano: Alberto Petrucciani, Nascita e affermazione della professione bibliotecaria in Italia (1861-1969). In: La professione bibliotecaria in Italia e altri studi. Roma: Biblioteca nazionale centrale, 2002, p. 5-34; Simonetta Buttò, Agli inizi della professione: bibliotecari (e bibliotecarie) dell'Ottocento. In: La professione bibliotecaria in Italia cit., p. 35-70 ed Ead., La storia della professione nel quadro della storia bibliotecaria italiana. In: La storia delle biblioteche: temi, esperienze di ricerca, problemi storiografici: convegno nazionale, L'Aquila,16-17 settembre 2002, a cura di Alberto Petrucciani, Paolo Traniello. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2003, p. 47-65.

[23] Gabriele De Rosa, Prefazione. In: Inventario dell'archivio Sturzo: 1891-1924 cit., p. XIII.

[24] Istituto Luigi Sturzo, Fondo Luigi Sturzo, fasc. 25/1 - C «Corrispondenza personale 1902 ago. - 29 ottobre 2», c. 92.

[25] Istituto Luigi Sturzo, Fondo Luigi Sturzo, fasc. 26/2 - C «Corrispondenza personale 1902 dic. 11-31», c. 173.

[26] Istituto Luigi Sturzo, Fondo Luigi Sturzo, fasc. 28/2 «Corrispondenza personale 1903 apr. 13 - dic. 20», c. 91.

[27] Istituto Luigi Sturzo, Fondo Luigi Sturzo, fasc. 25/1 - C «Corrispondenza personale 1902 ago. - 29 ottobre 2», c. 92.

[28] Regolamento per la Biblioteca comunale di Caltagirone: deliberato dal Consiglio il 2 maggio, 24 e 31 agosto 1903 ed approvato dalla G.P.A. nella seduta del 1 dicembre 1903. Caltagirone: Tipografia Scuto, 1907.

[29] Per la biblioteca comunale cit., p. 2.

[30] Giulio Puliti, 15 febbraio 1903: per le biblioteche: le biblioteche vive. In: Simona Inserra, Biblioteche e bibliotecari a Catania tra XIX e XX secolo. Roma; Acireale: Bonanno, 2012, p. 145.

[31] Sono numerosi i documenti scambiati tra Giovanni Napoli e Luigi Sturzo, riordinati e conservati presso l'Archivio Sturzo. Si veda l'Inventario cit.

[32] I fatti qui esposti sono riportati con dovizia di particolari in I rapporti fra il Prof. Puliti e il Sac. L. Sturzo, «La Croce di Costantino», 5 giugno 1904, p. 3-4.

[33] Quanto riportato è tratto da: Il Cronista, Consiglio comunale: seduta del 1° giugno, «La Croce di Costantino», 5 giugno 1904; dall'articolo Consiglio comunale: seduta del 1 giugno 1904, «Gazzetta di Caltagirone», 5 giugno 1904, p. 3 e da Andrea Alessandro, Lettera aperta al Sac. Luigi Sturzo, «Gazzetta di Caltagirone», 12 giugno 1904, p. 1.

[34] Il suicidio del prof. Puliti, «Corriere di Catania», 4 giugno 1904, p. 2.

[35] La lettera a familiari e amici venne pubblicata dalla «Gazzetta di Caltagirone»; si veda Il suicidio del Prof. Giulio Puliti cit., p. 2.

[36] Ibidem.

[37] Ibidem.

[38] Prima lettera dell'avv. Traversa al prof. Puliti e Seconda lettera dell'avv. Traversa al prof. Puliti, entrambe pubblicate in «Gazzetta di Caltagirone», 5 giugno 1904.

[39] Luigi Sturzo, Agli amici, «La Croce di Costantino», 12 giugno 1904, p. 2.

[40] Ulteriori informazioni circa lo sviluppo e poi la conclusione delle indagini e delle vicende relative alla riapertura della biblioteca possono essere tratte da Per la morte del Prof. Puliti cit., p. 2 e da S. Randazzini, Le relazioni sulla biblioteca comunale di Caltagirone cit.

[41] Si vedano G. Giarrizzo, Luigi Sturzo, amministratore locale cit.; Mario Condorelli, Chiesa e Stato in Luigi Sturzo, «Archivio storico per la Sicilia Orientale», 68 (1972), p. 163-180; Gabriele De Rosa, Luigi Sturzo. Torino: UTET, 1977.