di Phoebe Ayers e Andrea Zanni
Wikipedia e biblioteche: una prospettiva globale è la traduzione, ad opera di Andrea Zanni, di un articolo di Phoebe Ayers, uscito ad agosto su Medium1, e scritto dopo un laboratorio tenuto dalla stessa assieme a svariati bibliotecari statunitensi.
Phoebe Ayers è un personaggio di spicco della comunità wikipediana: è stata co-autrice nel 2008 del manuale di Wikipedia How Wikipedia works, ed è stata membro per ben due volte del Consiglio direttivo della Wikimedia Foundation. È, inoltre, bibliotecaria accademica al MIT di Boston, e una delle più strenue (ed esperte) proponenti dell'incontro fra Wikipediani e bibliotecari.
Abbiamo deciso di tradurre un articolo 'informale' (di fatto, un post su una piattaforma di blogging) perché illustra bene alcune delle sfide e dei problemi dell'incontro fra il mondo delle biblioteche e quello di Wikipedia, specialmente riguardo a difficoltà che spesso è difficile esprimere o definire esattamente.
I problemi e le sfide evidenziate sono quasi 'universali': presenti nella Wikipedia inglese come in quella italiana, o francese o spagnola. Certo, il contesto delle organizzazioni bibliotecarie americane è diverso da quello europeo o italiano, e ognuno dovrà capire da solo quali, fra problemi e soluzioni, sono applicabili nel proprio ambiente.
Ma la necessità dell'incontro rimane: proprio per questo, è importante analizzare bene gli ostacoli e le difficoltà, spesso di natura puramente 'culturale' o comunicativa. Quando due culture si incontrano, per quanto simili, ci saranno sempre attriti: fondamentale dunque conoscerli e provare ad elaborare strategie per superarli, per facilitare una costruzione condivisa.
Phoebe, nel suo essere 'bilingue' (bibliotecaria professionista e wikipediana di lungo corso) illustra perfettamente e scova i tic mentali di entrambi, e diventa un ottimo mediatore culturale.
Ma Phoebe, secondo me, qui riesce anche nell'intento, certo non facile, di avere uno sguardo libero e vedere la big picture, mostrare che siamo certamente all'inizio ma che la complessità è già molta, se non troppa. Quanti progetti e iniziative legati alle biblioteche ci sono stati solo in Italia? È già difficile contarli, dopo pochi anni. Basta dare un'occhiata veloce all'articolo di Luigi Catalani su JLIS2 per perdersi tra progetti piccoli, medi e grandi che collegano biblioteche, archivi, musei, Wikipedia, Wikisource, Wikidata.
Ma questo passaggio tra informale e formale, fra informe e standardizzato, è un topos importante, nel rapporto fra istituzioni culturali (biblioteche, archivi, musei) e progetti Wikipediani.
È forse il primo motivo di fascino (reciproco) e certamente primo motivo di screzi, fraintendimenti, incomprensioni e piene e irriducibili differenze.
Il wikipediano ama Wikipedia proprio perché è aperta, orizzontale e informe, e certamente tanti bibliotecari trovano in questo ambiente un respiro e un entusiasmo che a volte nel loro ambiente di lavoro hanno perduto.
Allo stesso tempo, questa informalità/assenza di struttura può gettare nello sconforto e nella frustrazione, dato che non esiste un 'responsabile' su Wikipedia con cui parlare e a cui chiedere una decisione chiara e univoca.
Fra il rischio di strutture troppo rigide, ma solide, e strutture veloci (wiki, in Hawaiano, significa proprio questo), ma a volte inconsistenti, si apre quindi un caotico ma ricchissimo ambiente saturo di possibilità per progetti, collaborazioni e mutua ispirazione. L'osmosi fra ambienti così diversi, se ben gestita, può dare a ciascuno il meglio dell'altro. Non esiste una soluzione che vada bene per tutti. Ma l'obiettivo delle due comunità è il medesimo: free access to knowledge, for everyone. La sfida, dunque, è costruire progetti 'sartoriali', su misura delle persone, istituzioni e comunità che li animano.
Uno dei grandi principi organizzativi delle biblioteche è la collaborazione: lavorare insieme condividendo collezioni, esperienze, buone pratiche. Di conseguenza, si sono formate nel tempo varie organizzazioni bibliotecarie, cioè sistemi che forniscono a biblioteche e ai bibliotecari risorse condivise, idee e modi per incontrarsi.
Anche Wikipedia o meglio, l'universo dei progetti Wikimedia serve come sistema vagamente federato, sia online che nella offline.
Nel mondo reale, ci sono 41 associazioni, ciascuna costituita per servire una determinata zona geografica; ci sono anche organizzazioni tematiche destinate ad un particolare tipo di contenuto (per esempio: Wiki Edu Foundation, o Wiki project medicine); e ci sono decine e decine di gruppi di utenti che fanno tutto, da organizzare un meetup a concorsi fotografici legati ai monumenti della propria città.
Anche online Wikipedia è federata: sotto l'ombrello di un unico sito web gestito dalla Wikimedia Foundation, ci sono centinaia di nicchie diverse di persone che lavorano sui vari aspetti del mantenimento di un'enciclopedia digitale, che nel nostro caso è un enorme pachiderma da 40 milioni di articoli.
Ci sono persone che revisionano gli articoli, altre che scrivono piccoli script, altre che correggono le citazioni bibliografiche, altre che traducono, che accolgono nuovi contributori, che sviluppano policy condivise, e ancora decine di altre piccole e grandi attività.
Tuttavia, molto poco di questo lavoro è svolto di persona e coordinato in maniera centralizzata, che è anche il motivo per cui, per una istituzione (scuola, biblioteca, museo) 'collaborare con Wikipedia' è una vera sfida: diventa sempre necessario identificare cosa esattamente si desidera fare, trovare il modo migliore per farlo, e poi identificare le altre persone che lavorano in quel determinato spazio; e dopo aver fatto tutto questo, con coraggio, 'fare quello che vuoi fare senza aspettare il permesso di qualcuno'.
Il coordinamento sui progetti Wikimedia nasce organicamente: una pagina di progetto è creata, le persone interessate esprimono il proprio supporto firmando in fondo alla pagina, le idee sono condivise e discusse su mailing list e le cose si fanno, si documentano, si copiano da altri, si aggiustano, si dimenticano e poi si riprendono.
Un problema è che, data la scala della piattaforma Wikimedia, informazioni su tutto questo siano difficili da trovare. Wikipedia è aperta a tutti, ma è tutt'altro che semplice nel suo funzionamento interno.
Ma è cruciale per le biblioteche lavorare con Wikipedia: rappresenta l'unico punto di accesso all'informazione per moltissime persone, e lo fa in una maniera così 'orizzontale' e collaborativa, per cui laboratori e incontri fra bibliotecari e wikipediani sono fondamentali e anche eccitanti.
Come fanno alcune delle più grandi biblioteche di ricerca in tutto il mondo a collaborare con Wikipedia? Come fanno i bibliotecari a spiegare Wikipedia e contribuire in modo produttivo? Come migliorano la fonte di informazioni più grande mai esistita?
Discutendo su queste domande in una stanza piena di persone che si sono dedicate a questo (sia dentro le biblioteche, sia dentro Wikipedia), mi sentivo come in un sogno diventato realtà, dato che ho spinto per moltissimo tempo in vari eventi e luoghi per una cooperazione bibliotecario-wikipediana.
Alla fine della giornata, abbiamo individuato vari punti importanti.
1. La comprensione reciproca dei flussi di lavoro e delle culture è una grande sfida. Le persone che non hanno mai lavorato su Wikipedia o in un simile grande progetto open source cercano un punto di coordinamento centrale che non esiste. Potrebbero essere frustrati o feriti da uno stile di discussione brusco, critico, e prevalentemente testuale. Giustamente, molti mettono in dubbio il funzionamento di Wikipedia e le norme spesso un po' strane che lì si sono evolute: sentono che quelli che conoscono il sistema (di Wikipedia) e cercano di spiegarlo siano sempre sulla difensiva e siano insensibili alle critiche (perché c'è 'così tanto' da spiegare). Potrebbero anche essere confusi o frustrati per il riconoscimento esplicito di solo 'alcuni' tipi di competenze: un sacco di esperienza all'interno del sistema (ad esempio, il numero di modifiche su Wikipedia) fa sì che tu sia riconosciuto su Wikipedia, ma l'esperienza del mondo reale è esplicitamente e volutamente ignorata, sia per ragioni filosofiche che pratiche. Allo stesso modo, le persone che lavorano molto su Wikipedia, ma che non sono bibliotecari professionisti, spesso possiedono molte delle competenze core dei bibliotecari (un vero wikipediano passa la giornata a fare ricerca, ed è critico e consapevole riguardo ai tipi di fonti e sul diritto d'autore come e più di tanti colleghi) ma probabilmente non ha una formazione formale. I wikipediani che vogliono lavorare con le biblioteche potrebbero non avere una comprensione completa del tipo di 'costruzione incrementale' a cui i bibliotecari tendono nei loro progetti: l'infinito lavoro in comitati che porta certamente ad una noiosa burocrazia, ma anche un prodotto stabile, perché i bibliotecari sanno che siamo qui per il lungo periodo, per il futuro e i sistemi devono essere costruiti in modo che siano stabili per il pubblico e per la missione a lungo termine della biblioteca. I wikipediani potrebbero perdere l'orientamento verso il servizio pubblico, la comprensione e il desiderio di influenzare l'intero mondo della produzione di informazioni (non solo Wikipedia), e non hanno la condivisa educazione formale e informale e le comuni organizzazioni professionali che i bibliotecari possono dare per scontato.
2. E questo scontro culturale è aggravato dal fatto che per spiegare come funziona Wikipedia, o come funzionano le biblioteche, può non bastare una vita: siamo organizzazioni distribuite, ci sono molti diversi tipi di istituzioni e di lavoro, e diverse persone non hanno mai gli stessi dati sotto gli occhi e non sono mai d'accordo sulle stesse cose. Sia Wikipedia che le biblioteche sono eccezionalmente complicate e difficili da definire. (Come i miei colleghi senza dubbio hanno realizzato con sgomento, potrei parlare per il resto della mia vita di Wikipedia e non concludere assolutamente mai). L'unico vero modo per andare avanti è semplicemente quello di accettare che non ci sia un unico punto di contatto, accettare che il sistema è aperto a nuove iniziative e progetti, e cercare di individuare le cose che si vogliono fare, e dove e come farle.
3. Lavorare in un progetto aperto e online, con molte persone provenienti da tutto l'Internet, che non conosci e che potrebbero non capire da dove provieni, non è lo stesso che lavorare per una singola organizzazione. Al di là di semplice scontro di culture nelle varie discussioni, Wikipedia, come il resto dell'Internet aperto, non è immune da persone moleste e, inoltre, non è immune da polemiche riguardo sia il soggetto specifico di cui si sta discutendo, sia anche alle procedure interne. Anche se il progetto nel suo complesso abbraccia l'inclusività e l'essere gentili con i nuovi arrivati, ci sono un sacco di partecipanti che non sono né comprensivi né gentili; così come ci sono molti che lo sono. E così l'esperienza di ogni contributore su Wikipedia può essere diversa, a seconda di chi ha incontrato e ciò su cui ha lavorato. Le donne, in particolare, possono sentirsi più vulnerabili alle molestie. Parte di ciò che abbiamo discusso durante il laboratorio è: cosa significa chiedere al personale della biblioteca di lavorare in un ambiente del genere (e se i bibliotecari potrebbero essere una forza positiva per cambiare questo ambiente); per i Wikipediani che stanno lavorando con le istituzioni GLAM ovunque nel mondo, credo che questo sia un aspetto sul quale possiamo lavorare insieme. È un problema veramente difficile, e non uno che le piattaforme aperte hanno davvero risolto; ma avere uno sguardo chiaro su ciò che è probabile e ciò che è possibile che i partecipanti incontrino su Wikipedia (e il modo migliore per superare gli ostacoli) è importante.
4. La formazione è fondamentale. A causa di tutto quanto detto sopra, la formazione per bibliotecari e il personale della biblioteca su Wikipedia (e, forse, anche la formazione per wikipediani interessati al modo in cui le biblioteche funzionano) è cruciale. Abbiamo discusso i vari modi in cui tale formazione potrebbe funzionare: sponsorizzati da un'organizzazione bibliotecaria centrale, oppure peer-to-peer, oppure tramite una rete di borse e tirocini (come è già stato fatto in molte istituzioni). E abbiamo discusso sul lavorare con altre organizzazioni e progetti bibliotecari come un modo per raggiungere numeri ancora più grandi. Per esempio, Merrilee Proffitt, Sharon Streams e altri loro colleghi a OCLC e Webjunction stanno già lavorando su corsi di formazione rivolti a bibliotecari pubblici, supportati da un recente finanziamento della Knight Foundation.
5. Si è parlato anche della creazione di un gruppo di Wikipediani-in-Residenza3 che lavorano presso istituzioni simili, in modo che possano condividere idee e formazione, che mi pare un'idea bellissima. In più ho proposto: andiamo oltre e costruiamo anche borse di studio e di lavoro per i nuovi bibliotecari e dottorandi nelle nostre istituzioni, come facciamo in molti altri settori, e facciamoli lavorare sui contenuti aperti, identifichiamo i modi in cui le istituzioni possono aprire le loro risorse, di ogni genere, a tutto il mondo, su progetti che includono (ma non sono limitati a) Wikipedia.
6. Comunicazione: la formazione non è solo interna, ma deve essere anche esterna. Le biblioteche accademiche si vedono sia come portale di accesso delle informazioni per l'istituzione, ma anche come un ruolo centrale nella formazione. Dato questo, dovremmo migliorare sistematicamente il modo in cui formiamo i nostri clienti - i nostri studenti, docenti e personale - nel lavoro con Wikipedia. L'idea migliore su questo fronte è stato quello di collaborare in modo più capillare e sistematico con progetti come la Wiki Education Foundation4, (o in Italia Wikimedia Italia5), per portare più information literacy e la pedagogia che si adatta con l'istruzione che i bibliotecari fanno.
I dati sono importanti. Le biblioteche e le organizzazioni bibliotecarie curano una grande quantità di dati sul mondo, dai database bibliografici (che sono il nostro pane quotidiano), agli authority control, alle bibliografie e altri database più specifici. Wikipedia e Wikidata, in confronto, hanno appena iniziato, e ci sono più problemi riguardo ai metadati e alle citazioni bibliografiche di quanto si possa immaginare. Ci sono già molti progetti, grandi e piccoli, formali o meno che lavorano su queste cose (per esempio Wikicite). Collaboriamo insieme.
7. Lavorare sugli articoli: per l'amor del cielo, possiamo migliorare gli articoli su Wikipedia che riguardano le biblioteche e la biblioteconomia? Altre organizzazioni professionali, dagli psicologi ai microbiologi, hanno creato progetti e iniziative per migliorare le voci wikipediane nelle loro aree di appartenenza, e lo hanno fatto attraverso una formula abbastanza semplice: hanno tenuto corsi di formazione durante gli incontri professionali, hanno cercato volontari attraverso i canali dell'organizzazione professionale, hanno a volte ottenuto volontari o Wikipediani in Residenza per dare una mano, e impostare un progetto direttamente su Wikipedia. Possiamo assolutamente fare la stessa cosa.
8. C'è stata anche una lunga discussione su iniziative per contribuire ad articoli riguardanti argomenti importanti come la diversità e l'inclusione, tra cui articoli su gruppi sottorappresentati e minoranze (ad esempio, sui nativi americani, un argomento su cui su Wikipedia c'è pochissimo). Questa attenzione è legata anche al gap di genere di Wikipedia (cioè al fatto che i wikipediani femmine sono un decimo dei wikipediani maschi) che si manifesta anche con altre minoranze; le biblioteche possono contribuire a portare più persone e diversità dentro il progetto.
9. Apertura: Wikipedia poggia su una struttura fragile di tecnologia, comunità e policy. E per rendere davvero Wikipedia la grande fonte di informazioni che aspira ad essere, abbiamo bisogno di informazioni aperte in tutta la filiera editoriale: dai libri di testo alle enciclopedie specializzate alla letteratura scientifica ai dati pubblici. Non è sufficiente fare affidamento solo sui soliti modelli 'chiusi' di pubblicazione. Nelle biblioteche, dobbiamo riconoscere che i progetti aperti generalmente meritano la nostra attenzione e il nostro supporto: non tutte le collezioni vanno bene per Wikipedia, ma potrebbero andare bene a DPLA, Europeana o altri aggregatori (e, inoltre, sarebbe importante costruire un'altra piattaforma per istituzioni che non sono in USA o in Europa: è certamente una delle grandi sfide della digitalizzazione). Tutto deve essere aperto (ovviamente con l'attenzione dovuta alle regole e ai problemi legali), questo atteggiamento di apertura deve essere al centro dell'attenzione delle grandi biblioteche di ricerca, e Wikipedia ci insegna perché è importante. Noi tutti dobbiamo organizzarci per prevenire cattive leggi, e lottare per i nostri utenti quando si tratta di copyright o privacy. È dunque una partnership naturale: le organizzazioni bibliotecarie hanno grande esperienza e un importante peso morale, Wikipedia ha centinaia di milioni di lettori che dipendono da essa e che possono essere aiutati a prendersi cura di queste questioni.
10. Le organizzazioni contano? Come dovremmo meglio organizzarci per fare tutto questo lavoro? Sentivo come se questo fosse un tema inespresso nella riunione, dal quale però sono scaturite discussioni su quale tipo di iniziativa questa fosse, e sul come finanziarla: si può passare da un modello semplice (vedi sopra) ad uno più complesso (come per esempio ad una no profit specializzata). Le organizzazioni sono meglio semplici, almeno all'inizio; ma certamente servono più incontri di persona, conferenze, follow-up e condivisione delle informazioni, ed è fondamentale una persona dedicata ad aiutare ad organizzare le informazioni sui molti, moltissimi progetti che sono già in atto. Ci sono centinaia di progetti bellissimi già in corso, e non è che non ci sia un posto per trovarli: ci sono semplicemente troppi posti. Il coordinamento e la documentazione è un lavoro cruciale che è spesso o trascurato o che semplicemente non svolto da volontari già molto impegnati. Le persone vogliono semplicemente fare le cose che fanno, che sia organizzare un evento o scrivere articoli su Wikipedia. Quindi questo è sicuramente un settore in cui un'organizzazione può aiutare. Una documentazione aggiornata e condivisa è fondamentale, in modo che nuove biblioteche siano in grado di avere un unico posto dove trovare idee, ispirazione e compagni di viaggio.
Quindi, per ricapitolare: abbiamo un bisogno condiviso di formazione bibliotecaria, iniziative di coordinamento e di formazione, progetti creativi per migliorare la qualità dei metadati per tutti, migliorando la nostra competenza professionale su Wikipedia stessa (sia come banco di prova, sia come fine in sé stesso), lavorare insieme sulla advocacy di valori comuni, capendo le nostre sfide condivise, e la creazione di un quadro di coordinamento (leggero) per mantenere in contatto tutti quelli che fanno questo lavoro.
Ci sono altri argomenti di cui avrei voluto che parlassimo di più (politica e multilinguismo, per esempio), ma non è male per un giorno e mezzo, direi!
Ultima consultazione siti web: 18 dicembre 2016.
[1] Phoebe Ayers, At scale, at large: Wikipedia & libraries, «Medium», 20 agosto 2016, https://medium.com/@phoebeayers/at-scale-at-large-wikipedia-libraries-3e90a9618398#.va9b22svb.
[2] Luigi Catalani, Biblioteche e Wikimedia: strategie comuni per l'accesso aperto alla conoscenza e la costruzione collaborativa del sapere libero, «JLIS.it», 8 (2017), [prossima pubblicazione].
[3] Il Wikipediano-in-residenza è un wikipediano che compie un tirocinio o un progetto in una determinata istituzione, facendo le veci del facilitatore fra la comunità wikipediana e quella professionale dellistituzione in cui va ad 'installarsi' È la forma di collaborazione più di successo fra comunità e istituzioni culturali (biblioteche, musei, archivi) [n.d.t.].
[4] Fondazione no profit americana, nata all'interno della WIkimedia Foundation e poi divenuta indipendente: https://wikiedu.org/.
[5] Associazione no profit italiana, capitolo ufficiale di Wikimedia in Italia: http://wikimedia.it.