Il catalogo storico di un editore di fronte al digitale

di Rossano De Laurentiis

andò a squadernar il catalogo dei libri
della biblioteca ricca e scelta
[...]
per vedere se mai vi fossero delle opere
che trattassero del matrimonio.

Giuseppe Rovani, Cento anni (1859-1864)

Introduzione

I cataloghi storici di editori sono delle pubblicazioni a sé, a volte considerati come 'letteratura grigia'1, altre volte sono visti come preziose fonti di storia della cultura e delle idee. Alcuni sono dei piccoli gioielli per la cura con la quale sono stati compilati2. In tali cataloghi - quando sono prodotti in casa3 - si può ritrovare lo stile di un'azienda, il suo lascito storico-culturale4, che a volte sopravvive anche ai cambi di proprietà5.
Solitamente in occasione di anniversari importanti escono dei cataloghi-strenna destinati ai lettori e agli addetti ai lavori6. Il “catalogo perenne”7 di Olschki, per esempio, fino a un decennio fa era impreziosito con degli scritti introduttivi sulle discipline del libro affidati a importanti studiosi della materia8. Altri editori storici, sorti tra la fine dell'Ottocento e il secondo dopoguerra, offrono ormai il catalogo aziendale accessibile online sul proprio sito, ben curato e arricchito da documenti sull'attività di pubblicazione; cito due casi fra diversi: Zanichelli di Bologna9, e Feltrinelli di Milano, Catalogo storico 1955-201510.
Considerando le spesso citate parole di Anatole France: «Je ne sais pas de lecture plus facile, plus attrayante, plus douce que celle d'un catalogue»11, oggi forse tale piacere è da aggiornare con l'ausilio della navigazione online nel gurgite vasto dell'offerta editoriale, tra siti commerciali di editori e repertori online di libri fuori catalogo. Una mutazione tecnologico-produttiva e di distribuzione che ben si coglie a livello italiano nel tradizionale Catalogo dei libri in commercio12, fermo al 2006 nella versione cartacea, mentre offre dall'anno successivo la sola versione elettronica su una piattaforma dedicata13. Anche l'istituzionale Bibliografia nazionale italiana si è 'arresa' di fronte alla nuova epoca, divenendo «già totalmente digitale dal 2012»14. Dal lato dei fruitori le pubblicazioni correnti sono facilmente acquistabili o accessibili full text avendo quasi sempre disponibile accanto al record l'immagine di copertina e i link a fornitori commerciali o aggregatori in rete di e-book15.

Il catalogo storico come pubblicazione

Un problema che questo genere di pubblicazione pone è il layout, la mise en texte della scheda tipo16. Quali regole di catalogazione descrittiva seguire? Agire come se fossimo davanti alla compilazione di una scheda di catalogo per la biblioteca; oppure seguire lo stile citazionale17 che si è scelto di adottare all'inizio per la descrizione bibliografica - fornendo in modo chiaro le avvertenze per la consultazione. Luigi Crocetti, a suo tempo curatore del catalogo storico della Editrice bibliografica, notò che dei «cataloghi che conosciamo, non ce n'è uno fatto come l'altro»18. Accanto ad alcuni punti fissi, come l'ordinamento cronologico in serie unica, e all'interno di ciascun anno l'ordine alfabetico di “intestazione” (autore e/o titolo)19, si segnalano - condividendole - «le libertà che il curatore si è concesso in merito allo stile di registrazione, che - pur con alcune personalizzazioni - fa riferimento alle AACR2»20. La “punteggiatura convenzionale”, secondo le odierne norme REICAT21, non deve perciò diventare un 'letto di procuste' per il bibliografo compilatore22. Ogni editore è libero di fare la lista del pubblicato del proprio catalogo come meglio crede, e ugualmente ogni lettore la potrà fare del posseduto della propria biblioteca23.
Come vengono fatti oggi questi strumenti bibliografici? Il discorso che si sente ripetere per il libro tradizionale, con l'e-book che scaccerebbe (il condizionale è d'obbligo) il formato cartaceo, vale a maggior ragione per un “catalogo storico”. La versione digitale di un catalogo editoriale offre il vantaggio del minore ingombro fisico, una ricercabilità veloce e puntuale tramite le voci di accesso, eseguibile quando si vuole; e anche le immagini a corredo della pubblicazione originale (la copertina su tutte) ormai possono essere visibili liberamente negli OPAC24 e nei «cataloghi su supporti moderni»25.
Il database ovviamente può essere organizzato nella maniera più aderente alla storia dell'azienda editoriale, come già avveniva del resto per i cataloghi tradizionali26. Il Catalogo storico della Vallecchi, cartaceo, presenta tra i vari indici finali un elenco delle tipografie che stamparono per l'editore fiorentino27. Il già ricordato “catalogo del centenario 1873-1973” di Sansoni presenta un “Indice per materie e collezioni”28. Il Catalogo storico Mondadori «comprende le schede bibliografiche relative a tutti i volumi pubblicati da Arnoldo Mondadori Editore dal 1912 al 31 dicembre 2006»29, senza però includere lo scolastico30, insieme a circa 1200 copertine visualizzabili31; si legge nella Nota tecnica che il lavoro «poggia sulle robuste fondamenta costituite dalle precedenti edizioni pubblicate in versione cartacea e cd rom». Pertanto avere alle spalle un catalogo storico-editoriale a stampa o una biblioteca-archivio in azienda32, a fini di documentazione dei libri pubblicati negli anni, significa già essere a un buon punto dell'allestimento del database, che potrà arricchirsi di supplementi «quando possibile, [...] con ulteriori informazioni ricavate libro alla mano o da fonti secondarie»33, anche di tipo multimediale (file audio, video, foto e riproduzioni d'archivio)34.

Le potenzialità del digitale: FRBRization

La nuova frontiera teorica di FRBR (Functional requirements for bibliographic records35) sembra aver fornito il telaio concettuale per questo genere di compilazioni: con le 'entità' che si articolano tra l'intenzione 'testuale' ('opera / espressione') di un autore e il prodotto 'editoriale' che ne scaturisce: «la registrazione bibliografica della manifestazione (quella che ci è più familiare, basata sullo standard di descrizione ISBD) si presenta come il livello idoneo per istituire legami di responsabilità relativi al prodotto editoriale (editore, tipografo), piuttosto che legami di responsabilità relativi al suo contenuto testuale (autori, traduttori, etc.)»36. Si è sentito parlare, a un certo punto, nella comunità dei bibliotecari di FRBRization degli OPAC37, cioè dell'applicazione di questo schema che tiene insieme il prodotto dell'autore38, la traduzione del testo in un'altra lingua, per esempio, con la pubblicazione in paesi esteri39, e l'esemplare (item) per il quale è previsto il campo Unimarc-IT: 316, Nota riferita alla copia catalogata quando ci siano delle peculiarità da segnalare con la “copia in mano”40.
Ma anche sotto questo aspetto non si scopre nulla di nuovo, dal momento che già la Bibliografia analitica e/o testuale di Conor Fahy ci aveva offerto uno schema genealogico della produzione del libro in antico regime tipografico, partendo dall'edizione - intesa anche come 'copia ideale' uscita dall'officina di uno stampatore -, con la sua prima 'impressione' e successive, insieme alle possibili nuove 'emissioni' e varianti di 'stato' per una forma di stampa composta41. Infatti l'incunabolistica per prima ha censito la produzione delle antiche tipografie con criteri non più amatoriali ma «come una branca della storia naturale»: «ogni officina deve essere considerata come un 'genere' e ogni edizione come una 'specie', e il nostro compito è individuare la maggiore o minore connessione fra differenti membri della famiglia in accordo con le caratteristiche che presentano alla nostra analisi»42.

La filiera editoriale e la mappa dell'imperatore

Come ha ribadito il direttore editoriale di Adelphi, Roberto Calasso43, tutto il pubblicato di una casa editrice, ancora più se ha una tradizione di qualità che la colloca nella fascia d'essai del mercato, finisce per rassomigliare a un unico grande libro, un 'libro di libri', di cui l'autore è lo stesso editore come artefice della mediazione editoriale, ma ne è anche una sorta di iper-lettore, che a volte si fa aiutare dall'editor o dal lettore di professione per un parere44. La filiera del lavoro editoriale45 potrà così essere ripercorsa all'inverso partendo dagli items ('esemplari', l'entità posta più in basso nell'albero genealogico di FRBR)46, magari postillati da un noto critico47, che vi avrà lasciato un elegante ex-libris48, fino a risalire al manoscritto o dattiloscritto originale, oggi più spesso un file digitale. Gli elementi del prodotto editoriale - come si vede - sono molteplici: la serie di caratteri tipografici49 e la grafica dell'art director50; la collana dove esce un titolo51; la stesura del 'risvolto' o 'quarta di copertina'52, una prassi che alcuni grandi artefici dell'editoria nostrana hanno fatto diventare «il luogo dove i motivi che hanno dettato la scelta di quel libro dovrebbero apparire e rivelarsi ogni volta al lettore, il quale è sempre innanzitutto uno sconosciuto»53. Anche l'anonimato del lettore sembra sgretolarsi di fronte alla possibilità di condividere la propria recensione con una comunità di lettori o con dei semplici amici, oggi che le reti social lo permettono (tagging, folksonomy54).
Con questa granularità55 bibliografica e informativa sembra realizzarsi quella favola utopica di Borges56, relativa alla riproduzione su scala 1:1 di un territorio; che nel nostro caso corrisponde al manufatto 'libro' studiato nel suo farsi come 'compagine' (anche etimologicamente) e nel suo 'squadernarsi' (scil. descrizione analitica). Tuttavia la modularità delle interrogazioni nelle banche dati57 ci salverà dal pericolo delle «mappe smisurate» (il “rumore” dell'informazione), perché a volte quello che ci basta è «la copertina marmorizzata d'un libro che [Funes] aveva visto una sola volta»58.

NOTE

Ultima consultazione siti web: 6 aprile 2018.

[1] Massimo Gatta, Dopo Parigi: i cataloghi di Alberto e Enrico Tallone, editori stampatori in Alpignano. In: Catalogo delle edizioni Tallone, 1960, a cura di Massimo Gatta, introduzione di Enrico Tallone. Macerata: Biblohaus, 2010, p. 39-88: p. 39, li definisce «Uno degli elementi paratestuali meno indagati in ambito bibliologico e bibliografico». Si veda anche Roberta Cesana, Sui cataloghi editoriali e altri saggi, prefazione di Ambrogio Borsani; a cura di Massimo Gatta. Macerata: Biblohaus, 2015.

[2] Cito tre esempi notevoli, a mia conoscenza, per il metodo di compilazione bibliografica adottato: 1) Le edizioni Olschki (1866-1986): catalogo, a cura di Silvia Alessandri, Rosanna Reale, Gianfranco Tortorelli, periodici a cura di Claudio Di Benedetto, presentazione di Luigi Firpo. Firenze: Giunta regionale toscana; Milano: Bibliografica, 1986. 2) Annali delle edizioni Formiggini: 1908-1938, [a cura di] Emilio Mattioli, Alessandro Serra, pubblicazione promossa dal Comune di Modena e dal Comitato per le manifestazioni su A. F. Formiggini. Modena: Stem-Mucchi, 1980. 3) I primi quarantacinque anni della casa editrice Ricciardi. Napoli; Milano: L'arte tipografica, 1952.

[3] Si vedano i cataloghi dell'Einaudi che, ogni certo numero di anni, offrono il pubblicato dalla nascita: Catalogo delle edizioni Einaudi dalla fondazione della Casa editrice al 1° gennaio 1956: catalogo ragionato delle collezioni e dei volumi. Torino: Einaudi, 1956; fino agli ultimi aggiornamenti della casa torinese, su carta e anche online: Giulio Einaudi editore: la storia, http://www.einaudi.it/Contenuti-comuni/Statici/casa_editrice.

[4] Si veda Giorgio Manganelli, Cataloghi (1981). In: Id., Il rumore sottile della prosa, a cura di Paola Italia. Milano: Adelphi, 1994, p. 155-157: p. 155: «Qualcuno ha scritto che la cultura comincia dalla lettura dei cataloghi dei libri; [...] e già m'ero preparato ad una vita di letture imparando titoli, autori, e copertine. Usava infatti, una cinquantina di anni fa, anche meno, decorare i cataloghi di riproduzioni delle copertine; e non so che casa editrice aveva anche copertine 'in rilievo'».

[5] Giovanni Gentile, dopo aver rilevato la casa editrice Sansoni, postillò una copia del catalogo del 1932 con osservazioni come questa: «Che fortuna ha avuto questa collezione? Potrebbe svilupparsi?», cfr. Testimonianze per un centenario: contributi a una storia della cultura italiana, 1873-1973, 2 vol: I, Annali della casa editrice G. C. Sansoni, 1873-1973; II, Contributi a una storia della cultura italiana, 1873-1973. Firenze: Sansoni, 1974.

[6] Vi si potrà trovare lo scritto di un autore che ha pubblicato per quella casa editrice, il quale così manifesta la propria riconoscenza verso quel marchio, per essersi formato intellettualmente su quel catalogo o anche per aver legato la sua fama ai propri libri usciti in quel catalogo. Nel Catalogo generale delle edizioni Laterza. Roma-Bari: Laterza, 1987, a p. V si legge: «Premesso al catalogo è il testo del discorso tenuto da Norberto Bobbio il 28 febbraio 1986 a Bari in occasione delle celebrazioni per i cento anni della Gius. Laterza & Figli». Cfr. Le edizioni Laterza: catalogo storico 1901-2000 a cura di Roberto Mauro, Massimo Menna, Michele Sampaolo. Roma-Bari: Laterza, 2001; ora interrogabile online su http://www.laterza.it, con la storia dell'azienda, il link a un documentario su Rai educational e il «Catalogo storico [che] raccoglie le quasi ottomila pubblicazioni degli Editori Laterza dal 1901 al 2000». Lo stesso spirito di omaggio di tutta una nazione verso l'editore barese caratterizza la libera disponibilità della celebre collana degli Scrittori d'Italia, diretta da Benedetto Croce, sul portale Internet culturale, Cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane. “Scrittori d'Italia”. Laterza, Bari (1910-1987), http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/collezioni/collezione_0002.html.

[7] Chiamato così in casa Olschki perché offre tutti i titoli storici (molte delle edizioni esaurite sono richiedibili con il print-on-demand), oltre a quelli nuovi riconoscibili perché stampati in rosso.

[8] Cfr. https://www.olschki.it/. La serie di cataloghi generali di vendita, usciti ogni due o tre anni, ha visto avvicendarsi contributi di Vittorio Di Giuro (Catalogo generale 2001-2002), Carlo Ossola (Catalogo generale 2003-2004), Edoardo Barbieri, Angela Nuovo. Su questo strumento di informazione bibliografica ho raccolto la testimonianza diretta di Daniele Olschki, in risposta a una mail del 19 ott. 2017: «non li pubblichiamo più per questione di costo. Tra l'altro il catalogo nostro è ormai online e il lusso del biennale non ce lo possiamo più permettere».

[9] https://www.zanichelli.it/catalogo-storico.

[10] www.feltrinellieditore.it/media/filer_public/36/74/...53b4.../catalogo_storico.pdf.

[11] Anatole France, Le Crime de Sylvestre Bonnard, membre de l'Institut. Paris: Calmann Lévy, 1881, a p. 3 (anche online su gallica.bnf.fr). Si ricorda la casa editrice sulle discipline del libro fondata da Vittorio Di Giuro, con il nome di questo personaggio, oggi purtroppo cessata; cfr. Le “Edizioni Sylvestre Bonnard”, ovvero il sogno di un bibliofilo: intervista [di Ada Gigli Marchetti] con Vittorio Di Giuro, http://www.fondazionemondadori.it/cms/file_download/120/giglimarchetti2001.pdf.

[12] Associazione italiana editori, http://www.aie.it, Catalogo dei libri in commercio. Milano: Editrice bibliografica, 2006. Sull'informazione bibliografica in genere si veda il recente convegno internazionale di Bologna, 22-23 febbraio 2018, presso la Biblioteca Universitaria, dal titolo “Periodici bibliografici tra passato e futuro”, http://www.beniculturali.unibo.it/it/eventi/periodici-bibliografici-tra-passato-e-futuro.

[13] AliceBib, http://alicebib.ibuk.it/, Milano: Informazioni editoriali, 2007.

[14] BNI, http://bni.bncf.firenze.sbn.it/bniweb/menu.jsp. Si veda anche Alberto Petrucciani, Il catalogo e la biblioteca digitale: un sodalizio indispensabile per la ricerca, «Digitalia: rivista del digitale nei beni culturali», 12 (2017), n. 1-2, p. 54-62; http://digitalia.sbn.it/article/view/1865/1264.

[15] Cfr. Giovanni Solimine, Il paratesto nei documenti elettronici e la “biblioteconomia digitale” (rec.), «Digitalia», 1 (2006), http://digitalia.sbn.it/article/download/314/205. Giovanni Bergamin; Augusto Cherchi; Maria Alessandra Panzanelli Fratoni, Archiviare la rete: strumenti e servizi: osservazioni a margine del 6° Workshop sul documento elettronico. Ivi, 2016, http://digitalia.sbn.it/article/view/1627.

[16] Per un abrégé storico di questa pratica si vedano: Piero Scapecchi, introduzione a Alberto Tallone, Manuale tipografico: complemento al Manuale I, dedicato all'estetica degli indici, colophon & prospetti. Alpignano: Tallone, 2006, p. 11-22: p. 19-20; e Graziano Ruffini, Gli annali tipografici nella tradizione degli studi italiani di storia del libro. In: Piero Innocenti; Cristina Cavallaro. Una mente colorata: studi in onore di Attilio Mauro Caproni per i suoi 65 anni. Manziana: Vecchiarelli, 2008, I, p. 393-400.

[17] Carlo Revelli, Citazione bibliografica. Roma: AIB, 2002 e 2010 (ed. aggiornata).

[18] Editrice bibliografica: catalogo storico 1974-1994, a cura di Luigi Crocetti. Milano: Editrice bibliografica, 1996; http://www.editricebibliografica.it/.

[19] Luigi Crocetti, Il catalogo storico di un editore moderno, «La fabbrica del libro», 1 (1995), n. 2, p. 26-29; ora in: Laura Desideri; Le biblioteche di Luigi Crocetti: saggi, recensioni, 'paperoles', a cura di Alberto Petrucciani. Roma: AIB, 2014 (1995), p. 400-403: p. 402: «i dati di ogni registrazione devono essere omogenei e confrontabili con quelli d'ogni altra registrazione»; in tal senso cfr. Mauro Guerrini; Lucia Sardo, Authority control. Roma: AIB, 2003. Si veda anche la Bibliografia degli scritti di Luigi Crocetti (1958-2007) http://www.regione.toscana.it/-/bibliografia-degli-scritti-di-luigi-crocetti-1958-200-1.

[20] Così Giovanni Solimine, «Biblioteche oggi», 14 (1996), 4, p. 64-66, recensione a Editrice bibliografica: catalogo storico 1974-1994 (vedi qui la nota 18). La 2. ed. delle AACR (1988 revision), rispetto all'ed. del 1978, per esempio, introduceva la regola 22.2B2. Separate bibliographic identities (cito gli esempi dall'ed. originale): Charles L. Dodgson (real name used in works on mathematics and logic) and Lewis Carroll (pseudonym used in literary works); in aggiunta alla 22.2B1. One pseudonym: while Anatole France, nom de plume of François Anatole Thibault, is the only heading of his works.

[21] Cfr. http://www.iccu.sbn.it/opencms/export/sites/iccu/documenti/2015/REICAT-giugno2009.pdf&. In precedenza le RICA, al § 93, prescrivevano di «identificare ciascuna pubblicazione e porla eventualmente in relazione con altre edizioni dell'opera presentata», punto che nel contesto di cataloghi di editori può interpretarsi come le ristampe in altre collane del medesimo catalogo storico, in cui un titolo viene riproposto (per esempio dalla 1. ed. hardcover alle ristampe in economica paperback). Inoltre si prescrive di «porre in evidenza le peculiarità [paratestuali] più importanti di una data edizione» (il termine inserito tra parentesi quadre sostituisce l'aggettivo «bibliografiche» del testo originale).

[22] La norma ISO 690 (2010, 3. ed.), Information and documentation: guidelines for bibliographic references and citations to information resources: «does not prescribe a particular style of reference or citation. The examples used [...] are not prescriptive as to style and punctuation», https://www.iso.org/standard/43320.html.

[23] Cfr. Di Giuro in premessa al già ricordato Catalogo generale 2001-2002 di Olschki (si veda qui la nota 7), p. 3-5: «tutti coloro che, per passione o per lavoro o per le due cose insieme, si ritrovano possessori di un gran numero di libri, a un certo momento della vita vagheggiano di “fare il catalogo”, di inventarsi demiurghi e mettere, finalmente, “ordine” nel proprio privatissimo universo librario. E quelli (generalmente pochi) che riescono davvero ad affrontare l'impresa e perfino, magari, a portarla a termine, conoscono la delizia del trascrivere nomi, titoli, dati, date, riandando nello stesso tempo con la memoria ora alle circostanze dell'acquisto ora alle suggestioni del testo».

[24] Il record tipo dell'Indice SBN, http://opac.sbn.it, permette il salvataggio nei formati Unimarc e Marc21, a fini di interoperabilità con altri cataloghi; cfr. Gabriele Lunati, MARC21 ed Unimarc, www.ifnet.it/marc21-ed-unimarc (2013). Inoltre con i software Endnote e Refworks si possono esportare e salvare le ricerche in una propria lista; si può avere l'estrazione delle citazioni bibliografiche nei formati standard internazionali APA e MLA; l'aggiunta ai 'preferiti' della ricerca effettuata (cosiddetto «scaffale elettronico»); e ogni scheda descrittiva è salvabile in permalink cioè con un URL che ci riporta puntualmente al record di nostro interesse.

[25] L. Crocetti, Il catalogo storico di un editore moderno cit.

[26] Cfr. Silvia Valisa, Sulla preparazione di un campione di catalogo digitale aumentato delle edizioni Sonzogno, «La fabbrica del libro», 19 (2013), n. 2, p. 47-54, http://www.fondazionemondadori.it/cms/culturaeditoriale/769/2013-2.

[27] Le edizioni Vallecchi: catalogo 1919-1947, a cura di Luca Brogioni. Milano: Angeli, 2008, p. 325-327. Qualora questo catalogo venisse reso digitale, si potrebbero approntare dei rinvii a intestazioni in forma controllata di queste aziende tipografiche, delle quali molte oggi non sono più in attività. Per un primo censimento degli archivi di editori in Toscana si veda Gli archivi degli editori toscani: censimento descrittivo, a cura di Luca Brogioni, Aldo Cecconi. In: Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Milano, 2001, http://www.fondazionemondadori.it/censimenti/toscana/.

[28] Sansoni: catalogo generale (sulla copertina: Catalogo del centenario 1873/1973). Firenze: Sansoni, 1973.

[29] Catalogo storico Arnoldo Mondadori editore, http://catalogostorico.fondazionemondadori.it.

[30] La tipologia del libro scolastico, per sua natura, è di solito difficile da censire bibliograficamente: per l'enorme uso che ne determina la scomparsa fisica e per l'intricata casistica di 'nuove edizioni', spesso delle ristampe appena ritoccate per stare dietro ai programmi scolastici e alle richieste per i 'libri di testo'. Cfr. gli esempi di Mondadori: catalogo storico dei libri per la scuola: (1910-1945), a cura di Elisa Rebellato, introduzione di Monica Galfré. Milano: Angeli, 2008 e Settant'anni di libri per l'educazione: catalogo storico delle edizioni Carabba per la scuola e la gioventù (1879-1950), [a cura di] Giovanna Millevolte. Lanciano: Carabba, 2014.

[31] Altri progetti di documentazione grafica del pubblicato sono stati attuati in più occasioni da Einaudi, cfr. Mario Piazza, Il libro al centro: l'Einaudi e la grafica, http://www.doppiozero.com/materiali/il-libro-al-centro-leinaudi-e-la-grafica, e Sellerio, in particolare per la collana La memoria, nata nel 1979, cfr. http://sellerio.it/it/catalogo/Memoria/82.

[32] Per un caso paradigmatico cfr. Marco Bologna, L'archivio della casa editrice Riccardo Ricciardi editore. In: La casa editrice Riccardo Ricciardi: cento anni di editoria erudita: testi, forme e usi del libro: atti della giornata di studio, Università degli studi di Milano – Centro Apice, 26-27 novembre 2007, a cura di Marco Bologna. Roma: Edizioni di storia e letteratura, 2008, p. 207-244.

[33] Si cita dalla Nota tecnica del Catalogo storico Mondadori: «Per gli anni dal 1995 al 2006 ci si è affidati in primo luogo ai volumi della Biblioteca storica Mondadori, conservata presso la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori», http://catalogostorico.fondazionemondadori.it.

[34] Per la gestione integrata di fonti d'archivio e bibliografiche si veda il portale del Centro Apice: Archivi della parola, dell'immagine e della comunicazione editoriale”, nato nel 2002 presso l'Università degli studi di Milano, http://www.apice.unimi.it/. Questa tipologia di raccolte ci proietta verso i depositi museali, e alla loro interrogazione, praticabile ormai col medium digitale attraverso politiche di interoperabilità fra archivi, biblioteche e musei, e con contenuti – i linked open data, http://linkeddata.org/ - collegati o collegabili. Cfr. un esempio straniero, The Magnes collection of Jewish art and life, http://magnes.berkeley.edu/research/research-resources/collection-database e il progetto ministeriale per l'Italia, Gli opendata del Mibact, http://dati.beniculturali.it/il-progetto/.

[35] Cfr. i documenti ufficiali dell'IFLA (2016) https://www.ifla.org/publications/functional-requirements-for-bibliographic-records e di OCLC (2002) http://www.oclc.org/research/activities/frbr/clinker.html.

[36] Cfr. il documento dell'ICCU, L'applicazione del modello FRBR ai cataloghi: problemi generali e di impiego normativo www.iccu.sbn.it/upload/documenti/rica-frbr.pdf, 2001.

[37] Cfr. la definizione: «to examine issues associated with the conversion of a set of bibliographic records to conform to FRBR requirements», nel documento OCLC (2002). Si veda anche Paul Gabriele Weston, Catalogazione bibliografica: dal formato MARC a FRBR, «Bollettino AIB», 41 (2001), n. 3, http://bollettino.aib.it/article/view/8536/7616.

[38] Per la tematica si veda il portale “Filologia d'autore”, http://www.filologiadautore.it (anche in inglese).

[39] Cfr. Copy in Italy: autori italiani nel mondo dal 1945 a oggi, a cura di Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano: Effigie, 2009; e il blog di un'«investigatrice di copertine di libri», https://copertinedilibri.wordpress.com/.

[40] Si veda il catalogo della Biblioteca del Gabinetto Vieusseux a Firenze, ricca di Fondi speciali e Biblioteche d'autore, http://www.vieusseux.it/biblioteca/biblioteche-d-autore.html.

[41] Conor Fahy, Saggi di bibliografia testuale. Padova: Antenore, 1988, con i saggi Edizione, impressione, emissione, stato e Il concetto di “esemplare ideale”, rispettivamente alle p. 65-88 e 89-103.

[42] Henry Bradshaw, Collected papers. Cambridge: University Press, 1889; citato da Alfred W. Pollard, Introduction. In: Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum. London: British Museum, Department of printed books, 1908, I, p. XII. La traduzione italiana, da cui si cita, si trova in Edoardo Barbieri, Haebler contro Haebler: appunti per una storia dell'incunabolistica novecentesca. Milano: Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008, p. 19-21 e nota 15.

[43] Roberto Calasso, L'impronta dell'editore. Milano: Adelphi, 2013; si veda anche https://www.adelphi.it/libro/9788845927744.

[44] Si riportano alcuni titoli che dimostrano come il giudizio preventivo su un manoscritto possa, a posteriori, diventare a sua volta un genere di studio critico: Meglio peccare fortiter: poeti e versificatori, ritardatari e aggiornatissimi nei pareri di lettura di Franco Fortini, [a cura di] Valentina Tinacci, Marianna Marrucci. Ospedaletto (Pisa): Pacini, 2013. Cesare Cases, Scegliendo e scartando: pareri di lettura, a cura di Michele Sisto. Torino: Aragno, 2013. Centolettori: i pareri di lettura dei consulenti Einaudi 1941-1991, a cura di Tommaso Munari; prefazione di Ernesto Franco. Torino: Einaudi, 2015. I pareri di lettura, http://www.fondazionemondadori.it/livre/01_I%20pareri/.

[45] Cfr. Dario Moretti, Il lavoro editoriale. Roma-Bari: Laterza, 1999. Alberto Cadioli, Le diverse pagine: il testo letterario tra scrittore, editore, lettore. Milano: Il Saggiatore, 2012.

[46] Rossano De Laurentiis; Mauro Guerrini, FRBR e paratesto. In: I dintorni del testo: approcci alle periferie del libro, atti del convegno internazionale, Roma, 17 novembre 2004, Bologna, 18-19 novembre 2004, a cura di Marco Santoro, Maria Gioia Tavoni, II, p. 642-653. Roma: Edizioni dell'ateneo, 2005.

[47] Cfr. Libri a stampa postillati: atti del Colloquio internazionale (Milano, 3-5 maggio 2001), a cura di Edoardo Barbieri e Giuseppe Frasso. Milano: C.U.S.L., 2003. Abraham B. Yehoshua, Se il lettore capisce il testo più dell'autore: da Kafka a Faulkner, le due forze contrastanti che si compongono nella creazione letteraria, «La stampa», 20 marzo 2013 (anche online).

[48] Cfr. il Museo Ex Libris Mediterraneo, <http://www.museionline.info/musei/museo-ex-libris-mediterraneo, una raccolta di ex libris con sede a Ortona (provincia di Chieti), nata con il legato del collezionista Remo Palmirani, a cui si sono aggiunti altri lasciti di esperti e appassionati di questa arte minore.

[49] Si veda il sito di Tipoteca, un museo dedicato all'arte tipografica, con sede a Cornuda (Treviso), http://www.tipoteca.it/.

[50] Si ricorda il lavoro paziente di Giulio Bollati: lo studioso, l'editore, [scritti di] di David Bidussa [et al.], ed. fuori commercio. Torino: Bollati Boringhieri, 2001, nell'abbinare a un titolo del catalogo Einaudi l'illustrazione di copertina più adatta, ricavata ogni volta da quadri di arte moderna e contemporanea. Cfr. Guido Davico Bonino (intervista) http://www.letteratura.rai.it/articoli/giulio-bollati-il-terapeuta-della-casa-editrice/76/default.aspx.

[51] Sulle collane sembra che si possa, a volte, svolgere un esercizio filologico-ricostruttivo da parte del compilatore del catalogo; cfr. la Nota tecnica del Catalogo storico Mondadori: «nell'assegnazione dei volumi a collana non ci si è limitati alla specifica indicata nell'occhietto, ma si è fatto ricorso ad altre fonti certificate, ai cataloghi editoriali e [...] alla materialità stessa del volume, al fine di elaborare collane “contenitore” non prive di un accettabile grado di omogeneità. [...] Si è cercato di mantenere la continuità di collane che nel corso del tempo mutano più o meno sensibilmente la denominazione senza per questo dare necessariamente vita a una nuova collana».

[52] Rossano De Laurentiis, I risvolti d'autore: il paratesto che si fa genere, «Bibliotheca: rivista di studi bibliografici», 4 (2005), n. 1, p. 169-186.

[53] Roberto Calasso, Cento lettere a uno sconosciuto. Milano: Adelphi, 2003, si cita dal risvolto, https://www.adelphi.it/libro/9788845917981.

[54] Per una definizione vedi http://www.treccani.it/enciclopedia/folksonomy_(Lessico-del-XXI-Secolo)/. Tra i 'lettori forti' di libri si segnala la community di aNobii, http://www.anobii.com/.

[55] Maurizio Zani, Granularità: un percorso di analisi, «Digitalia», 2 (2006), http://digitalia.sbn.it/article/view/302.

[56] Riccardo Ridi, Borges, o della biblioteca. In: La biblioteca e l'immaginario: percorsi e contesti di biblioteconomia letteraria, a cura di Rossana Morriello, Michele Santoro. Milano: Editrice bibliografica, 2004, p. 15-30; http://eprints.rclis.org/6829/.

[57] Theodor Holm Nelson, Literary machines 90.1: il progetto Xanadu. Padova: Muzzio, 1992 (ed. originale 1990), definisce la letteratura «un sistema in evoluzione di documenti interconnessi».

[58] Le due citazioni sono di Jorge Luis Borges, rispettivamente da: Del rigore nella scienza. In: Id., L'artefice; e da: Funes, o della memoria. In: Id., Finzioni. I due racconti si leggono in: J. L. Borges, Tutte le opere, a cura di Domenico Porzio. Milano: Mondadori, 1984-1985, I, i passi tra virgolette rispettivamente alle p. 1253 e 712-713.