Non si può non constatare la persistenza nel nostro paese della questione biblioteche. Lo affermavano già Armando Petrucci e Giulia Barone nel fortunato volume Primo: non leggere. Biblioteche e pubblica lettura in Italia dal 1861 ai nostri giorni, ed era il 19761.
Molto è cambiato da allora, benché i dati sulla lettura di libri, per motivi non strettamente scolastici o professionali, nel 2016 scendano al 40,5%2, e quelli sull'utilizzo delle biblioteche nel 2015 si assestino intorno al 15,1%, contro il 33% di spagnoli e francesi e il 47% dei cittadini del Regno Unito3. «Sette anni fa, infatti, è stato registrato il picco massimo dei lettori con il 46,8% in crescita rispetto al 2000 quando la percentuale era stimata al 38,6%. Dal 2010, però, c'è stata una costante flessione e l'anno scorso il dato registrato degli individui dai sei anni in su che hanno letto almeno un libro nell'ultimo anno, per motivi non strettamente scolastici o professionali, è stato del 40,5%, lo stesso del 2001»4.
È indubbio che debbano essere rivisti i parametri utilizzati per le rilevazioni statistiche e anche gli obiettivi perseguiti: è necessario superare, ad esempio, l'idea di dover misurare solo la lettura di libri effettuata per piacere e non quella per interesse professionale, così come sembra urgente porre rimedio alla presenza delle biblioteche tra gli indicatori del benessere equo e sostenibile di Istat soltanto come 'voce di spesa' nel dominio Paesaggio e patrimonio culturale, senza considerare l'output prodotto e l'impatto generato nella crescita culturale delle persone ma anche gli effetti per l'inclusione e la coesione sociale, la terza missione dell'università e la ricerca scientifica eccetera5.
Al di là delle lacune sopra descritte - che derivano evidentemente dall'assenza di un sistema informativo sulle biblioteche italiane che raccolga dati sulle attività, sui servizi, eccetera6 - il dato inconfutabile è il posizionamento dell'Italia in fondo alle statistiche europee, conseguenza dell'assenza di una politica nazionale a sostegno della biblioteca pubblica come infrastruttura di base per l'accesso alla conoscenza da parte di tutta la popolazione.
Nonostante il panorama legislativo regionale da nord a sud presenti oggi un'ampia copertura, con profili normativi che in qualche caso prevedono, anche per i sistemi bibliotecari territoriali, il dover rientrare in specifici standard di funzionamento per aver accesso ai contributi7, le biblioteche pubbliche italiane troverebbero uno specifico rilancio dall'approvazione della proposta di legge Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura, che ad oggi non ha ancora completato l'iter parlamentare di attuazione. In questo disegno di legge ne viene riconosciuta la funzione centrale: «Le biblioteche pubbliche hanno il prezioso compito di costituire una condizione essenziale per l'apprendimento permanente, per l'indipendenza nelle decisioni e per lo sviluppo culturale dell'individuo e dei gruppi sociali», inoltre si afferma che «la biblioteca pubblica è uno strumento di attuazione della Costituzione assicurando uguaglianza sostanziale e pari opportunità di accesso all'informazione, all'istruzione, alla conoscenza, alla cultura e alla libertà di ricerca scientifica»8. Affermazioni che ne rafforzerebbero il ruolo anche nel rapporto con la filiera del libro, con scuola, editori e librerie.
Vanno comunque segnalate alcune novità che hanno coinvolto il settore negli ultimi due anni, come la campagna Città che legge, avviata nel 2017 dal Centro per il libro e la lettura, grazie alla quale le città italiane ammesse hanno potuto accedere ai bandi per ottenere contributi a sostegno di progetti territoriali di promozione della lettura. Si sono già concluse le selezioni per i primi tre bandi per città fino a 5.000 abitanti, da 5.001 a 15.000 e da 15.001 fino a 100.000 abitanti9.
Un altro progetto importante per le biblioteche pubbliche è stato il progetto Biblioraising sostenuto, negli ultimi due anni, dall'Anci e dal Cepell e finalizzato a formare i bibliotecari, accompagnare alcuni progetti pilota locali, disseminare buone pratiche e sensibilizzare il mondo delle biblioteche ai temi del fundraising e dell'Art bonus10.
Da segnalare, poi, l'istituzione di uno specifico fondo - nonostante l'esiguità dell'investimento - per sostenere i sistemi bibliotecari territoriali a partire dal 2018, contenuto nella Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo: «Al fine di potenziare il funzionamento dei sistemi bibliotecari locali, nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è istituito uno specifico Fondo con dotazione di 1 milione di euro annui a decorrere dall'anno 2018, destinato alla promozione della lettura, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio librario, alla riorganizzazione e all'incremento dell'efficienza dei sistemi bibliotecari. Il Fondo è ripartito annualmente secondo le modalità stabilite con apposito decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto»11.
Anche nel 2017 sono state progettate e aperte nuove biblioteche pubbliche, anche grazie all'azione congiunta di Regioni e Comuni12. Da segnalare l'azione avviata dalla Puglia, che ha investito venti milioni di euro (portando poi l'investimento a 100 milioni di euro) nel bando Community library, inserito nella strategia regionale SMART-IN, finalizzata a promuovere il rilancio del patrimonio culturale con l'obiettivo di garantire la valorizzazione, la fruizione e il restauro dei beni culturali della Puglia13. L'AIB ha costituito un gruppo di lavoro per il monitoraggio delle diverse fasi di attuazione del bando.
Comunque il dibattito professionale sulla biblioteca pubblica in Italia resta ancora polarizzato su posizioni dicotomiche: la biblioteca sociale e la biblioteca di reference, la valorizzazione e la conservazione del patrimonio e la promozione della lettura, i servizi propri e i servizi aggiuntivi, i servizi analogici e quelli digitali.
Tutto questo necessita di essere ricomposto all'interno di una visione unitaria che valorizzi anche le connessioni con le funzioni delle altre tipologie di biblioteche oltre che con gli archivi, i musei e con la filiera del libro.
Per questo la Commissione biblioteche pubbliche ha inteso avviare un percorso di riflessione partecipata sul presente e sul futuro delle biblioteche pubbliche, con l'obiettivo di predisporre un documento che possa diventare una strumento di lavoro per l'AIB, ma anche un punto di riferimento per i decisori e gli interlocutori territoriali. Un documento che dovrà comunque riflettere le specificità storiche e culturali attuali del nostro paese, in una prospettiva che guardi anche al contesto europeo. L'intento è quello di rilanciare il dibattito sulle biblioteche pubbliche italiane, e aprire nuove prospettive di lavoro che, rispettando le differenze territoriali, possano offrire orientamenti per progettare il futuro delle biblioteche nel nostro paese e rafforzare e ampliare la rete di soggetti da coinvolgere nella discussione, la filiera del libro e della lettura, le scuole, le librerie, gli editori, aprendosi anche ai nuovi scenari offerti dall'amministrazione digitale.
Nella società connessa e partecipata il modo di lavorare per definirne i contenuti sarà orientato a garantire la massima partecipazione possibile, anche attraverso l'utilizzo dei social network. Nel triennio verranno organizzati incontri sia interni all'Associazione sia pubblici, anche con il coinvolgimento di colleghi ed esperienze di altri paesi. L'elaborazione di un documento di programma offrirà ai decisori politici nazionali e territoriali uno scenario di riferimento e ai bibliotecari uno strumento di azione per proporsi attivamente nei diversi contesti operativi.
L'Associazione italiana biblioteche ha già pubblicato documenti del genere. Fra gli altri vogliamo ricordare La biblioteca pubblica in Italia: compiti istituzionali e principi generali di ordinamento e funzionamento, redatto da una commissione nazionale di cui fra gli altri fecero parte Virginia Carini Dainotti e Giorgio De Gregori, e che ebbe il merito di dare sostanza a un modello di biblioteca pubblica che, nel contesto italiano, desse risalto alle funzioni e alla mission della public library anglosassone, nonché di aver gettato le basi per una organizzazione territoriale in sistemi bibliotecari14. Un testo che fu strategico per l'elaborazione delle leggi regionali sulle biblioteche negli anni Settanta. Non va dimenticata inoltre l'Ipotesi di legge quadro sulle biblioteche e sui servizi di accesso alla conoscenza, al pensiero, alla cultura e all'informazione, un testo che l'AIB predispose nel 1998 «per l'ufficio legislativo del Ministero per i Beni culturali al fine di contribuire alla stesura di una moderna legge quadro sulle biblioteche e sui servizi di informazione e documentazione»15.
Si dovrà ripartire anche dal documento programmatico del 2011 Rilanciare le biblioteche pubbliche italiane16, che in cinque punti programmatici intendeva offrire una base di lavoro per l'Associazione: 1) la definizione di un modello di servizio bibliotecario pubblico; 2) la definizione delle funzioni che legittimano la biblioteca pubblica nel contesto contemporaneo determinandone il ruolo sociale; 3) le necessità che le biblioteche di ente locale abbraccino la cooperazione bibliotecaria come filosofia e metodo di lavoro, per raggiungere standard di lavoro più elevati e contenere i costi; 4) la presenza di bibliotecari qualificati a garanzia di una gestione improntata a criteri di qualità; 5) la necessità di rifinanziare il sistema delle biblioteche pubbliche come prerequisito per la realizzazione degli obiettivi indicati.
Oltre alla evidente attualità degli obiettivi sopra ricordati, il documento del 2011 ricordava la necessità di riprendere il lavoro avviato nel 2004 da Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, sintetizzato nelle Linee di politica bibliotecaria per le autonomie17, 'infaustamente' interrotto, ed evidenziava la necessità di ripensare il rapporto fra le biblioteche pubbliche di ente locale e le grandi biblioteche pubbliche di competenza dello Stato centrale.
Bisogna ripartire da qui per guardare oltre nell'intenzione di ridefinire uno scenario teorico che possa proporsi anche come spazio operativo e che tenga conto dei cambiamenti in atto, offrendosi come piattaforma di discussione dialettica e partecipata per i diversi portatori di interesse nei confronti delle biblioteche pubbliche.
[1] «Questo libro vuol essere la storia degli errori, della lentezza, dell'impostazione arcaica e conservatrice che al problema bibliotecario è stata data dalla classe dirigente italiana nel secolo e più che va dall'Unità ai giorni nostri, ma è anche, e soprattutto, la storia di un grande assente, di quel pubblico potenziale qualificante, se non qualificato che si è potuto tanto a lungo ignorare proprio perché non ha mai potuto, saputo o voluto far sentire la sua voce». Cfr. Giulia Barone; Armando Petrucci, Primo: Non leggere. Biblioteche e pubblica lettura in Italia dal 1861 ai nostri giorni. Milano: Mazzotta, 1976, p. 10-11.
[2] Istat, Produzione e lettura di libri in Italia. 2016, http://www.aib.it/aib/stor/testi/stan1965.htm.
[3] La percentuale più alta è del 22,1% al Nord-est, seguito dal 20% al Nord-ovest, il 13,3% del Centro. Le quote minori le troviamo nelle Isole (10,4%) e al Sud (7,6%). Questi sono i risultati dell'indagine Istat Cittadini e tempo libero, nata nel 1995 come parte di un sistema integrato di indagini sociali le Indagini multiscopo sulle famiglie con cadenza quinquennale finalizzata a rilevare le attività ricreative e culturali svolte dai cittadini. Si tratta della rilevazione più esaustiva che abbiamo sulla frequentazione delle biblioteche e sul loro utilizzo da parte degli italiani. Le informazioni di carattere metodologico sono disponibili su https://www.istat.it/it/archivio/5538. I risultati dell'indagine sono disponibili su http://www.istat.it/it/archivio/206752. Alcuni risultati sono stati presentati da Miria Savioli lo scorso 9 dicembre al convegno Investire siÌ, ma in biblioteche, in occasione della Fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri, più liberi di Roma. Le slide sono disponibili su http://media.giornaledellalibreria.it/presentazione/allegati/Investire%20in%20biblioteche.pdf.
[4] Gli Italiani leggono sempre meno: nel 2016 solo il 40,5% ha letto almeno un libro, «La repubblica», 27 dicembre 2017, http://www.repubblica.it/cultura/2017/12/27/news/gli_italiani_leggono_sempre_meno_nel_2016_solo_il_40_5_ha_letto_almeno_un_libro-185303672/.
[5] Il rapporto Bes 2017 integrale è scaricabile da http://www.istat.it/it/archivio/207259. Paesaggio e patrimonio culturale è uno dei 12 domini in cui è suddiviso il rapporto. Per una riflessione sul ruolo delle biblioteche nel Bes si veda Chiara Faggiolani, Il rapporto Bes: benessere equo e sostenibile in Italia. Il posto delle biblioteche e il compito della biblioteconomia sociale, «Biblioteche Oggi», 34 (2016), n. 1/2, p. 19-26; Ead., Ciò che misuriamo influenza ciò che facciamo: una nuova stagione per la valutazione in biblioteca pensando al BES. In: La biblioteca pubblica nelle politiche di welfare: nuovi criteri di valutazione dell'impatto sociale. Milano: Editrice bibliografica, 2017, p. 21-34.
[6] A questo proposito, va ricordato che è stato recentemente inserito nel Programma statistico nazionale (PSN) uno Studio progettuale per la rappresentazione statistica della rete delle biblioteche in Italia, il cui obiettivo è disegnare un modello di indagine a carattere censuario per la rilevazione delle biblioteche presenti sul territorio nazionale e la descrizione delle loro caratteristiche strutturali, dei servizi offerti, delle attività svolte e dei livelli di fruizione da parte del pubblico.
[7] Vedi, ad esempio, la legge regionale dell'Emilia Romagna Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali: http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:legge:2000%3B18.
[8] Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0015190.pdf.
[9] Città che legge: http://www.cepell.it/it/citta-che-legge/.
[10] Fundraising per le biblioteche? Si può fare! Due anni di esperienza di Biblioraising: formazione e start up del fundraising per le biblioteche (Roma, 7 dicembre 2017): http://www.biblioraising.it/notizie/incontro-pubblico-fundraising-per-le-biblioteche-si-puo-fare/.
[11] L. 21/6/2017, n. 96: http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2017;96.
[12] Segnaliamo, fra le altre, la Biblioteca 0-18 di Cuneo, inaugurata nel 2017: http://www.comune.cuneo.gov.it/cultura/bibliotecazerodiciotto.html, e la riapertura della Biblioteca civica di Monopoli: http://www.bibliotecacivicamonopoli.it.
[13] Regione Puglia, Bando Community library: http://por.regione.puglia.it/bandi-aperti/-/asset_publisher/kaA0KKdCiRfa/content/avviso-pubblico-smart-in?categoryName=Avviso+Pubblico+Smart-In&areaTematica=.
[14] Associazione italiana biblioteche, La biblioteca pubblica in Italia: compiti istituzionali e principi generali di ordinamento e funzionamento: http://www.aib.it/aib/stor/testi/stan1965.htm.
[15] Vedi: http://www.aib.it/aib/editoria/n10/98-04ipot.htm.
[16] Associazione italiana biblioteche, Rilanciare le biblioteche pubbliche italiane: documento programmatico: http://www.aib.it/attivita/campagne/2012/12818-rilanciare-le-biblioteche-pubbliche-italiane-documento-programmatico/.
[17] Associazione nazionale comuni italiani, Linee di politica bibliotecaria per le autonomie: http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=2535&IdDett=10725.