Breve profilo biografico di Silvano Gerevini (1922-1992)
con un elenco dei suoi scritti
e cenni sulla biblioteca dell'istituto da lui diretto

di Marco Brusa

Gli studi sino alla laurea

Silvano Gerevini (Vicenza, 3 luglio 1922 - Pavia, 19 aprile 1992) «aveva girato il mondo insieme ai genitori e ad una sorella. Seguendo il padre, provveditore agli studi in varie città italiane ed estere, si era stabilito anche in Africa, ad Asmara, durante il secondo conflitto mondiale»1. In Eritrea, dove risiede dal 1939 al 1945, Gerevini consegue la maturità classica sostenendo gli esami presso il Liceo “Ferdinando Martini” di Asmara nell'anno scolastico 1939-19402. Negli anni 1942-1943 lavora come traduttore d'inglese presso l'amministrazione italiana dell'Eritrea durante l'occupazione britannica3. Dal 1940-1941 al 1943-1944 è iscritto all'Università di Padova al Corso di laurea in lettere, ma la sua condizione di internato civile in Africa non gli consente di frequentare e di sostenere gli esami. Rimpatriato nell'agosto 1945 supera a Padova gli esami di Estetica e di Lingua e letteratura serbo-croata prima di trasferirsi nel febbraio 1946 a Pavia, sede alla quale il padre è stato assegnato come provveditore agli studi. Al momento del passaggio all'Università di Pavia, Gerevini deve «constatare con sorpresa che l'Università di Padova aveva redatto, d'ufficio e a sua totale insaputa, un piano di studi che, se composto di un numero rilevante di discipline, presentava però [...] gravi inconvenienti». Nella richiesta di revisione del piano egli rileva tra l'altro «la non corrispondenza di un numero considerevole di discipline, valide a Padova, al regolamento dell'Università di Pavia (Filologia slava, Archeologia cristiana, Storia orientale, Storia delle religioni, bibliografia e biblioteconomia ecc.)». Posto rimedio agli inconvenienti, Gerevini giunge in tempi rapidi alla conclusione del suo percorso: dopo avere superato diciannove esami4 si laurea in Lettere con lode il 30 luglio 1947 discutendo la tesi di letteratura greca Archiloco di Paro (con versione poetica), della quale è relatrice Enrica Malcovati. Alla tesi si affiancano due tesine: Contrariamente a quanto afferma A. Rostagni ritengo che le notizie in aggiunta a quelle delle fonti antiche, contenute nella Vita Borgiana di Lucrezio, siano dovute a congettura dell'umanista (letteratura latina, prof. Massimo Lenchantin de Gubernatis) e Gli universi formali di Spengler e le possibilità dell'etica (storia della filosofia, prof. Michele Federico Sciacca).

Bibliotecario e docente di lingua e letteratura inglese

Sin dagli anni immediatamente successivi alla laurea, Gerevini si dedica parallelamente alle professioni di docente e di bibliotecario. Per breve tempo (1947-1949) insegna come incaricato di lingua inglese nell'Istituto tecnico “A. Bordoni” di Pavia. Nel 1949, dopo avere vinto il concorso statale per vicebibliotecario, è assegnato in servizio alla Biblioteca universitaria della stessa città. Nel novembre 1955 riceve l'incarico di direttore facente funzione subentrando a Gustavo Vinay e nel 1961 assume la direzione della Biblioteca universitaria a pieno titolo. Mantiene complessivamente l'ufficio di direttore per quasi diciotto anni, sino al 1973 (è collocato a riposo, a domanda, a decorrere dal 16 giugno di quell'anno, agli effetti della legge 24 maggio 1970, n. 336: Norme a favore dei dipendenti civili dello Stato ed enti pubblici ex combattenti ed assimilati5). Aveva nel frattempo conseguito l'abilitazione alla libera docenza in lingua e letteratura inglese e quando lascia la direzione della Biblioteca universitaria si dedica esclusivamente all'insegnamento nell'Università di Pavia. Questa svolta nella sua carriera può essere considerata l'avvio al coronamento di un'aspirazione coltivata per lungo tempo, testimoniata dalle sue pubblicazioni, che dagli anni Cinquanta si concentrano sulla letteratura inglese e americana, e dal suo impegno continuativo presso l'Ateneo pavese6. Già il 31 ottobre 1947 la sua relatrice Enrica Malcovati aveva proposto la sua nomina ad assistente volontario presso la Cattedra di letteratura greca. Gerevini ricopre l'incarico dall'anno accademico 1947-1948 sino all'anno 1957-19587. Nel 1959-1960 l'Università di Pavia istituisce un Corso di laurea in lingue e letterature straniere moderne: nascono l'Istituto di lingua e letteratura inglese e l'Istituto di lingua e letteratura tedesca. Gerevini è nominato assistente volontario presso l'Istituto di lingua e letteratura inglese su proposta del titolare della cattedra, Augusto Guidi, che nella sua lettera del 25 maggio 1960 precisa: «Il dott. Gerevini presta la sua opera dall'inizio dell'anno accademico, con particolare riguardo alla Biblioteca dell'Istituto Inglese [sic]». Nella nuova qualifica Gerevini è confermato sino al 1974-19758. Conseguita l'abilitazione alla libera docenza in lingua e letteratura inglese (11 ottobre 1969), egli tiene dapprima un corso libero sulla letteratura inglese dalle origini al Rinascimento (1969-1970)9, viene poi incaricato dell'insegnamento di letterature moderne comparate (1970-1971) e successivamente dell'insegnamento di lingua e letteratura inglese (dal 1971-1972). Incaricato stabilizzato dal 1973-1974 al 25 febbraio 1983). L'abilitazione alla docenza è confermata il 16 novembre 1974. Dal primo agosto 1980 è inquadrato nel ruolo dei professori associati e con tale qualifica prende servizio il 26 febbraio 1983. Ricopre anche la funzione di direttore dell'Istituto dal dicembre 1971 al luglio 1982, quando nella direzione gli succede Tomaso Kemeny10. Di lì a poco, con l'attivazione del Dipartimento di lingue e letterature straniere moderne (gennaio 1983. Primo direttore: Giovanni Caravaggi), l'Istituto di lingua e letteratura inglese conclude il suo ventennale percorso.

L'Istituto di lingua e letteratura inglese

Nel primo biennio accademico dopo la sua fondazione (1959-1960; 1960-1961) l'Istituto di lingua e letteratura inglese fu retto dal titolare della cattedra, Augusto Guidi (1914-1999), già brevemente ricordato per avere proposto la nomina di Gerevini ad assistente volontario11. La direzione fu affidata dal 1961-1962 a Nemi D'Agostino (1923-1992), che mantenne l'incarico sino al 1966-1967, affiancato inizialmente da Agostino Lombardo (1927-2005) in qualità di supplente. Dopo un anno di reggenza di Marisa Bulgheroni (1967-1968), la responsabilità dell'Istituto passò a Tommaso (Masolino) D'Amico (dal 1968-1969), per il breve periodo della sua permanenza nell'Università di Pavia12. Silvano Gerevini, come si è detto, subentrò nella direzione a partire dal dicembre 1971.
Il problema della carenza di spazio di cui soffriva la Facoltà di lettere e filosofia si fece sensibilmente sentire anche sull'organizzazione dell'Istituto di lingua e letteratura inglese. Già nel 1959 «per le nuove esigenze del Corso di laurea in lingue e letterature straniere» la Facoltà aveva chiesto che le venissero assegnati «come intendeva fare il compianto Rettore Fraccaro, locali adeguati e sufficienti nel corpo di fabbrica della ex-caserma Menabrea»13. Nel 1961 ripetutamente fu affermata la necessità che fosse data «una sistemazione conveniente agli Istituti delle Lingue e Letterature straniere [...] ospitati, in condizioni penose, dalla Biblioteca della Facoltà»14. Nel giugno di quello stesso anno la preside Enrica Malcovati poté dar notizia dei locali che si prevedeva sarebbero stati assegnati alla Facoltà «per la sistemazione degli Istituti di Storia, Filosofia e Lingue straniere moderne»15. Nel febbraio 1962 era finalmente in corso la sistemazione «degli Istituti di Filosofia, di Storia Moderna e di Letteratura Tedesca» e si chiedeva una nuova sistemazione «anche per gli Istituti di Letteratura Inglese e di Letteratura Francese», che «per intanto» avrebbero preso sede «nelle attuali sale di Storia Moderna e di Filosofia della Biblioteca della Facoltà»16. Come vedremo, si dovette attendere sino al gennaio 1978 per il trasferimento dell'Istituto di lingua e letteratura inglese in una nuova sede esterna alla Biblioteca.
Dall'anno accademico 1959-1960, in qualità di assistente volontario, Gerevini si era dedicato «all'assistenza didattica agli studenti» e «alla formazione ex-novo e al successivo incremento della Biblioteca dell'Istituto»17. Per l'anno 1963-1964 è registrato un pagamento a suo favore per «60 lezioni ed esercitazioni di ricerca bibliografica a integrazione dei corsi ufficiali di letteratura inglese e americana»18. Il funzionamento della biblioteca già dai primi anni fu garantito dalla collaborazione di personale esterno retribuito di volta in volta con i fondi dell'Istituto. La documentazione esaminata attesta la presenza sostanzialmente continuativa di un collaboratore per gli anni dal 1963 al 1974 (Renzo Savariano, dipendente della Biblioteca universitaria con i successivi ruoli di custode, dattilografo, aiutante principale), di una collaboratrice per il periodo dal 1976 al 1980 (Rosa Adele Gatti Quaranta), di due altri collaboratori per gli anni 1972 (Luciano Lolla, dipendente della Biblioteca universitaria con il ruolo di fattorino) e 1982 (Gian Piero Bonacossa). Le notule indirizzate all'Istituto offrono un'idea dei compiti svolti, che includono l'iscrizione dei libri nel registro d'ingresso19, la schedatura, la timbratura, la cartellinatura, e che in qualche caso risultano ulteriormente precisati (revisione delle schede inglesi “Tauchnitz”20, aggiornamento schede “Everyman's Library”, schedatura di libri con duplice scheda e relative schede di rimando, tasselli per libri in triplice copia e relativa applicazione sui volumi stessi)21. Accanto ai lavori bibliotecnici sono talvolta elencate prestazioni di tipologia diversa: copiatura di programmi di studio, copiatura di programmi d'esame, lavori vari di dattilografia22.
Assunta la direzione dell'Istituto, Gerevini si adoperò ben presto per migliorarne la funzionalità tramite la richiesta di stanziamenti aggiuntivi e soprattutto evidenziando la necessità di una sede appropriata. La richiesta di cinquecentomila lire nel 1972 e di un'uguale somma nel 1973 fu motivata con la «massiccia affluenza di matricole di lingue» e con l'osservazione che la lingua inglese era «la più affollata e frequentata». I fondi aggiuntivi si resero necessari per l'«aggiornamento normale delle collezioni e dei periodici della Biblioteca» e per alcune «spese particolari»: «copie xerografiche» e «acquisti di dischi e nastri atti a sopperire alla mancanza di un Laboratorio linguistico»23. Le difficoltà in cui versava l'Istituto, sistemato in una stanza «di pochi metri quadrati» negli spazi della Biblioteca della Facoltà, furono presentate al preside Aurelio Bernardi e al Consiglio della Facoltà in una serie di lettere e relazioni redatte da Gerevini tra il 1972 e il 1974, dalle quali risulta che nel corso di quegli anni il personale docente crebbe da quattro a cinque unità, alle quali si aggiungeva, quale «addetto alla biblioteca», il collaboratore esterno Renzo Savariano24. Nel gennaio 1974 Gerevini fece presente che a seguito della nomina di una direttrice effettiva della Biblioteca universitaria avrebbe avuto termine la cortese ospitalità di cui egli aveva fruito sino ad allora nella biblioteca stessa25. Si sarebbe pertanto aggravata nell'Istituto la situazione che egli nel settembre 1973 aveva così descritto:

I docenti non hanno un minimo di tranquillità per svolgere le loro mansioni. È praticamente impossibile ricevere gli studenti, e spesso, per non trasformare il locale in una torre di Babele, le udienze... si danno in cortile; ma ciò ha un limite invalicabile, oltre che in evidenti ragioni di funzionalità e di decoro, nelle condizioni climatiche e atmosferiche...

Nello stesso documento del 1973, dopo avere rilevato che la biblioteca dell'Istituto, con una consistenza di circa 7000 volumi, era una delle più ricche della Facoltà, Gerevini sottolineò le difficoltà inerenti alla sua gestione:

Per mancanza di spazio, molti volumi sono già stati spostati nel Deposito all'altro capo del corridoio, con continui inconvenienti e trasferte. La Biblioteca riveste un'importanza essenziale in rapporto alle tesi di laurea, in quanto si cerca di fare in modo che gli studenti trovino nella Biblioteca gran parte del materiale necessario, evitando loro troppo lunghe trasferte all'estero e insostenibili spese. Ma una biblioteca delle proporzioni suddette, ricca anche di numerosi periodici, necessita di una precisa tecnica di ordinazioni, smistamenti, catalogazione, amministrazione. A ciò attende, sotto la mia personale sorveglianza, un addetto non appartenente ai ruoli della Facoltà, e retribuito con i fondi dell'Istituto.

Gerevini aggiunse che «[n]on si sa più dove mettere carte, documenti, elaborati, questi ultimi particolarmente numerosi in rapporto ai corsi di lettorato, che comportano periodiche prove scritte con centinaia di compiti», e che «[n]on si sa più dove mettere i libri in arrivo, come ordinarli, sistemarli, catalogarli». La Facoltà, per la quale non si riusciva a mettere a punto un piano edilizio complessivo, faticava a trovare una sede agli istituti che di volta in volta soffrivano maggiormente per carenza di spazio. Tenuto conto delle ipotesi che via via venivano prospettandosi, Gerevini chiese dapprima (1972-1973) l'assegnazione del locale «che si trova a pochi metri dall'Istituto di inglese» e che sarebbe rimasto libero dopo il trasferimento dell'Istituto di lingua e letteratura francese. Venuta meno, evidentemente, questa possibilità, egli avanzò richiesta (1974) per ottenere la stanza e relativa anticamera dell'Istituto di glottologia, qualora questo si fosse trasferito nei locali di «Economia e Commercio». I quali d'altra parte «non si prestano ad essere funzionalmente adibiti alle pur urgenti necessità dell'Istituto di Inglese in quanto nel cortile di Economia non sono in pari tempo disponibili le aule per le lezioni» e «ne deriverebbe una continua spola tra il lontano cortile di Economia e le attuali aule, che si trovano nel cortile centrale». E nemmeno «la Biblioteca [...] potrebbe essere funzionalmente sistemata nei nuovi locali a causa della disposizione e struttura degli stessi».
 Nell'ottobre 1977, finalmente, effettuata l'ordinazione per le scaffalature in vista del trasferimento dell'Istituto nella nuova sede di via Defendente Sacchi, Gerevini poté esprimere la propria soddisfazione rigraziando il rettore Alberto Gigli Berzolari e il preside Franco Alessio, «[i]n questa occasione,» scrisse «che definirei ?storica' perché ci apre concretamente nuovi orizzonti»26. Naturalmente il locale lasciato libero nella Biblioteca della Facoltà fu subito destinato ad altre attività e la soluzione adottata per l'Istituto fu occasione per una serie di trasferimenti a catena27. La gestione di spazi propri, d'altra parte, fu all'origine di nuovi inconvenienti. A un mese dall'apertura della nuova sede Gerevini comunicò al preside «di aver dovuto chiudere l'Istituto a causa della malattia dell'unico addetto»28, e l'anno successivo dovette «denunciare la mancanza di un minimo vitale nel servizio di custodia e sicurezza degli ingenti beni librari» e manifestare l'«angoscioso disappunto di vedere particolarmente esposto, in taluni periodi dell'anno, il patrimonio dell'Istituto a un pericoloso abbandono». Il rettore riconobbe «la vasta portata dei problemi della sicurezza» rilevando come i beni dell'Università fossero indifesi tanto nella sede centrale quanto nelle sedi periferiche29. La nuova sistemazione richiedeva poi stanziamenti aggiuntivi (oltre all'ordinaria dotazione annuale di circa quattro milioni) per l'acquisto degli arredamenti, dato che inizialmente, per motivi di urgenza, vari mobili (tavoli, sedie, scaffali) erano stati ricevuti in prestito dal deposito sotterraneo dell'Università («mobili vecchi, non funzionali e spesso non decorosi»), dalla Biblioteca della Facoltà di lettere e filosofia e dalla Biblioteca universitaria (con impegno di restituzione). Anche la biblioteca dell'Istituto, con una consistenza di circa ottomila volumi (compresi 16 periodici di cui 10 correnti), necessitava di essere aggiornata e adeguatamente attrezzata con uno «schedario moderno e funzionale», dal momento che erano disponibili soltanto «alcune cassette di legno aperte» contenenti migliaia di schede30. Non v'e dubbio tuttavia che il trasferimento nell'edificio di via Defendente Sacchi costituì un deciso miglioramento rispetto ai tempi in cui l'Istituto era ospitato in una sola stanza nella Biblioteca della Facoltà. La sala di lettura aveva ora una superficie di 14,40 x 3,80 metri (con i libri a scaffale aperto) e disponeva di 20 posti di lettura. La sede comprendeva inoltre «due minori locali» (gli studi dei docenti) di metri 4,45 x 4 e 6,28 x 5,80 parzialmente scaffalati. D'altra parte, quanto al personale, non vi era «un bibliotecario vero e proprio, ma il sorvegliante addetto all'Istituto»31.

La pianta della Biblioteca di anglistica

Nel 1989-1990 le sezioni del Dipartimento di lingue e letterature straniere moderne confluirono nell'edificio ex INPS compreso tra la via Calatafimi e la via Sant'Agostino32. Oggi, mentre scrivo queste righe (luglio 2018), l'edificio ospita ancora, in attesa di un imminente trasloco, i medesimi settori di insegnamento e di ricerca, che ora costituiscono la Sezione di lingue e letterature straniere del Dipartimento di studi umanistici (istituito con decreto rettorale del 27 dicembre 2011): francesistica e ispanistica hanno sistemazione al secondo piano dell'edificio, anglistica, filologia germanica, germanistica e slavistica al primo piano. La giustapposizione delle rispettive biblioteche ha fatto sì che queste abbiano mantenuto ciascuna la propria identità. I libri sono prevalentemente distribuiti, su ognuno dei due piani, tra gli studi dei docenti e due spazi condivisi: una sala di lettura (con scaffalature chiuse) e un deposito33. Una parte cospicua dei libri di slavistica è inoltre sistemata in un'aula per le lezioni al primo piano34. Al secondo piano le riviste sono collocate in una sala per le riunioni dentro armadi chiusi a chiave.
Accanto alla porta principale nel deposito al primo piano attirarono tempo fa la mia attenzione tre quadretti appesi in successione verticale: su tre fogli di carta intestata montati ciascuno con un vetro in una semplice cornice di listello scuro sono presentati gli schemi di organizzazione a scaffale delle collezioni di anglistica, americanistica e germanistica, redatti quando ancora ci si serviva della macchina da scrivere (si vedano la figura e la tabella). Si può far risalire a Gerevini l'adozione della 'pianta' della Biblioteca di anglistica e della 'pianta' della Biblioteca di americanistica, giunte sino a noi su carta intestata dell'Istituto di lingua e letteratura inglese. La «pianta della Biblioteca di germanistica» fu evidentemente elaborata sul medesimo modello, ma ci è pervenuta in una stesura più recente, redatta su carta intestata della Sezione di germanistica del Dipartimento di lingue e letterature straniere moderne35.

Figura 1 - Pianta della biblioteca - inglese

Non senza ragione è stato osservato che le classificazioni «elaborate in proprio» sono «destinate a naufragare per la loro inconsistenza strutturale e concettuale, e perché esauriscono il proprio ciclo vitale con il venir meno dell'ideatore»36. Si potrebbe forse aggiungere che le classificazioni elaborate in casa tendono a esaurire la loro funzione quando viene meno la dimensione casalinga nella gestione e nella fruizione dei libri di una biblioteca37. Nelle pagine che seguono cercherò di recuperare qualche traccia di memoria del sistema di organizzazione dei libri a scaffale che fu utilizzato nella Biblioteca di anglistica e che sembra essersi reso funzionale almeno per un certo tempo al contesto nel quale fu adottato. Nello stesso tempo proverò a formulare qualche semplice osservazione sulle vicissitudini cui tale sistema è andato soggetto nel corso degli anni e sulle difficoltà di ordinamento a scaffale dei libri di nuova acquisizione alle quali si è trovato a far fronte il personale che si è succeduto38.

PIANTA DELLA BIBLIOTECA INGLESE PIANTA DELLA BIBLIOTECA AMERICANA PIANTA DELLA BIBLIOTECA DI GERMANISTICA
1. Dizionari 1. Dizionari 1. Dizionari
2. Lingua 2. Lingua 2. Lingua
3. Bibliografia generale 3. Bibliografia generale 3. Bibliografia
4. Guide e manuali 4. Guide e manuali 4. Repertori. Guide
5. Storia della letteratura 5. Storia della letteratura 5. Storia della letteratura
6. Critica generale 6. Critica generale 6. Critica letteraria
7. Antologie generali 7. Antologie generali 7. Antologie
8. Periodo anglosassone (650-1066) 8. Le origini (1607-1763) 8. Medioevo
9. Dai Normanni a Chaucer (1066-1350) 9. La rivoluzione (1763-1810) 9. Umanesimo e Riforma
10. Da Chaucer al Rinascimento (1350-1516) 10. Inizi di letteratura nazionale (1810-1835) 10. Barocco
11. Il Rinascimento e l'età elisabettiana (1516-1625) 11. Il trascendentalismo (1835-1865) 11. Illuminismo
12. Shakespeare 12. Realismo e naturalismo (1865-1900) 12. Sturm und Drang
13. L'età di Milton (1625-1660) 13. Il Novecento (1900- ) 13. Goethe
14. La Restaurazione (1660-1702) 14. Schiller
15. L'Illuminismo (1702-1770) 15. Epoca di Goethe
16. Il Pre-romanticismo (1770-1798) 16.Romanticismo
17. Il Romanticismo (1798-1832) 17. Biedermeier
18. L'età vittoriana (1832-1875) 18. Realismo
19. La reazione antivittoriana (1875-1914) 19. Naturalismo e Antinaturalismo
20. L'età contemporanea (1914- ) 20. Espressionismo e letteratura contemporanea
21. Storia 14. Storia 21. Festschriften
22. Geografia e istituzioni 15. Geografia e istituzioni 22. Riviste
23. Rapporti anglo-italiani 16. Rapporti italo-americani 23. Dischi
24. Tesi
25. Volkskunde
26. Reiseliteratur
27. Märchen e Volksdichtung
28. Kinder- und Jugendliteratur

Figura 2 - Tabella comparativa

In primo luogo è interessante notare che l'articolazione interna dello schema per la collocazione dei libri (le suddivisioni di ognuna delle 23 classi principali) e i criteri di costruzione della segnatura furono trasmessi dapprincipio per tradizione orale. Soltanto diversi anni dopo la scomparsa di Gerevini si cercò di fissare sulla carta il sistema nella sua interezza, con risultati lacunosi, ricostruendolo con il supporto della memoria e attraverso l'osservazione della biblioteca stessa. La conoscenza approssimativa dell'organizzazione dei libri a scaffale ha certamente costituito un ostacolo alla corretta assegnazione delle nuove acquisizioni all'una o all'altra suddivisione. Ancora oggi, per esempio, non mi pare che siano fissate per iscritto le voci di soggetto delle sette suddivisioni nelle quali è articolata la classe 12 riservata a William Shakespeare39.
 Per ordinare gli autori all'interno di ogni periodo storico-letterario (classi da 8 a 11 e da 13 a 20) Gerevini fece uso del cognome dell'autore seguito dalla lettera A e da un numero progressivo (opere dell'autore)40, oppure dalla lettera B e da un numero progressivo (opere sull'autore). Per alcuni autori è presente una terza suddivisione con la sigla «Bibl.». I seguenti esempi sono scelti tra le segnature tracciate a matita all'inizio dei libri presumibilmente dalla mano di Gerevini:
«Ingl. 15.Johnson.A/4»Samuel Johnson, The rambler, introduction by S. C. Roberts, 195341.

«Ingl. 15.Johnson.B/5»Bertrand H. Bronson, Johnson agonistes & other essays, 194642.

«Ingl. 14.Dryden.Bibl.2»David J. Latt; Samuel Holt Monk, John Dryden: a survey and bibliography of critical studies, 1895-1974, 197643.

Alle suddivisioni per gli autori si affiancano tre suddivisioni (contrassegnate dalle lettere A, B e C) per le pubblicazioni che interessano un periodo storico-letterario nel suo insieme. Non sempre le rispettive voci di soggetto (“antologie”, “storia” e “critica”), presumibilmente ricostruite a posteriori, appaiono congruenti con il contenuto dei volumi assegnati ai tre gruppi44. All'interno di ciascuna suddivisione i libri sono ordinati tramite l'iniziale del cognome dell'autore (o eventualmente del curatore o di qualche altro elemento della descrizione) seguita da un numero progressivo. Anche gli esempi che seguono sono verosimilmente di mano di Gerevini:
«Ingl. 15.A.S/1»Shorter novels of the eighteenth century, edited by Philip Henderson, 195645.

«Ingl. 15.B.H/2»A. R. Humphreys, The Augustan world: life and letters in eighteenth-century England, 195446.

«Ingl. 15.C.D/2»Margaret Anne Doody, The daring muse: Augustan poetry reconsidered, 198547.
Le medesime lettere (A, B, C) seguite dall'iniziale del cognome dell'autore (o di altro elemento della descrizione) e da un numero progressivo furono adottate per l'articolazione di alcune altre classi. Per esempio:
«Ingl. 6.A.R/1»I. A. Richards, Principles of literary criticism, 196148.

«Ingl. 6.B.B/1»The British imagination: a critical survey from The Times Literary Supplement, with an introduction by Arthur Crook, 196149.

«Ingl. 6.C.B/7»M. C. Bradbrook, The collected papers of Muriel Bradbrook, volume 2: Women and literature, 1779-1982, 198250.

Credo che siano stati l'avvento dell'informatizzazione e il suo sviluppo in fasi successive a dettare o a suggerire alcuni cambiamenti nella costruzione della segnatura. Di fatto si rileva che nel corso degli anni in luogo dell'elemento iniziale «Ingl.» furono adottati «AN» e successivamente «ANG» e, in luogo del cognome per esteso degli autori, un'abbreviazione costituita dalle prime quattro lettere del cognome seguite dall'iniziale del nome (oppure, nel caso di autore con due nomi, dalle iniziali di questi)51. L'uniformazione delle segnature di tutto il posseduto non fu mai compiuta (e forse nemmeno sistematicamente affrontata). Per questo, a prescindere da altre incongruenze, nel catalogo informatizzato (e sui cartellini apposti ai dorsi dei libri) coesistono fianco a fianco «Ingl.», «AN» e «ANG», cognomi per esteso e abbreviazioni, nonché differenti criteri di spaziatura e interpunzione per separare i vari elementi della segnatura.
Nel ripercorrere le vicende dell'Istituto di lingua e letteratura inglese si è potuto constatare che soltanto nella sede di via Defendente Sacchi (1978-1989) almeno una parte delle collezioni rimase fruibile a scaffale aperto per tutti gli utenti della biblioteca (e non per il solo personale docente). Nei decenni successivi il catalogo informatizzato fu lo strumento potenzialmente in grado di offrire a tutti l'opportunità di accesso al patrimonio librario attraverso una chiave di ricerca costituita da alcuni elementi della segnatura (tra gli esempi più semplici: «5A» Storia della letteratura inglese e del Commonwealth). L'assenza di uniformità nelle segnature tuttavia, unitamente alla presenza nel catalogo soltanto di una parte del posseduto, ha sempre rappresentato un limite all'efficacia di questa soluzione52.
 Non riuscendosi in definitiva a creare i presupposti per avviare un progetto di riorganizzazione complessiva sostenuto da competenze adeguate, si è assistito negli anni all'impiego di risorse in una lotta impari contro le difficoltà di manutenzione (determinate non soltanto dalle fragilità intrinseche allo schema di partenza) di un sistema del quale non si è potuto del tutto evitare lo sviluppo disordinato. La buona norma di mantenere ogni suddivisione di ultimo livello entro dimensioni tali da poter essere abbracciata con lo sguardo (e pertanto resa agevolmente fruibile a scaffale aperto53 o tramite interrogazione del catalogo) richiederebbe di articolare ulteriormente quelle suddivisioni che tendono a crescere eccessivamente. Le tre suddivisioni della classe 6 (Critica generale) mi sembrano rientrare in questa tipologia: oltre a essere divenute un contenitore per i varia, esse hanno ormai raggiunto lunghezze che superano i cinque metri lineari (suddivisione 6.A) e i sei metri lineari (ognuna delle suddivisioni 6.B e 6.C). Quanto alle classi principali non è di molti anni fa la scoperta di una sorta di millennium bug, portato alla luce dalla richiesta di qualche docente di creare una posizione dedicata a un periodo storico-letterario successivo all'età contemporanea (classe 20)54. Ci si risolse allora ad accettare un salto nella sequenza dei periodi storico-letterari e a creare una nuova classe con il numero 27, tenuto conto che nel frattempo erano già state aggiunte le posizioni con i numeri da 24 a 2655.

Doni, ex libris, Fondo Gerevini

Lo sviluppo delle collezioni librarie in un ateneo procede talvolta secondo linee dettate dalle mutevoli esigenze della didattica e della ricerca e dai contingenti interessi di singoli docenti, con il risultato che taluni settori o autori risultano poco o per nulla rappresentati, mentre per altri la documentazione continua a essere incrementata sino al momento in cui si assiste a una brusca interruzione (che in qualche caso lascia a metà o a tre quarti l'acquisto di dizionari in più volumi o di altre opere in continuazione) quando il docente o la docente di riferimento per una data disciplina si rivolge all'esplorazione di un nuovo campo di studio oppure conclude la sua attività presso una determinata struttura56. Soltanto del tutto fuggevolmente si può qui accennare all'ipotesi ? sostenuta per ora dalla tradizione orale e da qualche sparuto cenno nei documenti esaminati ? secondo la quale Gerevini può essere annoverato tra quei docenti che preferirono invece prestare attenzione a uno sviluppo complessivo delle collezioni affidate alla loro cura57. Altrettanto fuggevolmente si può aggiungere che per l'arricchimento della biblioteca egli si mostrò certamente attento al mercato antiquario, come attestano alcune annotazioni tracciate sui volumi, per esempio «Antiq. Palmaverde / Bologna, 1960 / £. 700»58, oppure «Dall'Antiq. James THIN / (Edinburgh) / tramite ?La Nuova Italia' / (Firenze)»59. In altri casi i segni sui libri documentano qualche dono (o lascito) di Silvano Gerevini: si vedano le varie iscrizioni redatte a mano (come l'annotazione a penna «Dono prof. Gerevini apr. 1979»)60 oppure il timbro di possesso con la scritta «EX LIBRIS / Professor / SILVANO GEREVINI»61.
Questi brevissimi accenni alla Biblioteca di anglistica sono spunti per ricerche che dovranno fondarsi anche e soprattutto sull'esame dei documenti amministrativi (registri d'ingresso e inventari)62. A questi medesimi strumenti si dovrà ricorrere per avviare su base più solida la ricognizione dei volumi che compongono il “Fondo Gerevini”, una raccolta di libri appartenuti al bibliotecario e anglista e presumibilmente da lui stesso lasciati in dono alla Facoltà di lettere e filosofia. Se si effettua un'interrogazione nel catalogo informatizzato (tramite il campo di ricerca “fondi”) si ottengono in risposta 512 titoli acquisiti probabilmente dalla Sezione di storia moderna e contemporanea del Dipartimento storico-geografico. Da un esame del registro d'ingresso della Sezione risultano tuttavia 531 titoli con provenienza «dono Gerevini» elencati in ordine alfabetico per autore tra le date del 24 e del 27 agosto 199363. La provenienza «Fondo Gerevini» (ma anche «dono S. Gerevini» oppure «ex libris p. Gerevini») fu inoltre annotata nei registri d'ingresso di altri dipartimenti nel corso degli anni Novanta per un numero più esiguo di volumi64. Già questi pochi dati ? frutto di una ricerca tutt'altro che sistematica ? portano a considerare che della raccolta libraria identificata con il nome di Gerevini non possediamo ancora un'idea compiuta e che sulla sua consistenza si rendono necessarie ulteriori e basilari verifiche (ma entrambe le osservazioni valgono anche per altri fondi tra quelli recentemente censiti nell'Università di Pavia)65. Per questo vale forse la pena di rinnovare l'invito a un lavoro sui fondi che tenga nella dovuta considerazione l'esame dei documenti amministrativi e l'accertamento della forza probatoria degli indizi (segni o attestazioni) di provenienza interni o esterni agli esemplari. Nel caso in oggetto è inoltre auspicabile che venga alla luce qualche documento che chiarisca le circostanze della donazione (o lascito), la sua entità e le eventuali condizioni poste dal donatore (o testatore)66.
 La precisa identificazione di tutti i documenti appartenenti a un fondo costituisce non da ultimo la risposta non eludibile a un'esigenza eminentemente pratica nel momento in cui si voglia decidere che determinati fondi devono essere collocati in un deposito, che i documenti di cui essi si compongono (libri, ma talvolta anche carte di varia tipologia e di interesse archivistico) devono essere esclusi dal prestito, che infine a essi è riconosciuto lo statuto di «collezioni [...] che non perdono valore nel corso del tempo»67, con quanto consegue per gli accorgimenti da mettere in atto ai fini della loro conservazione.

Guida agli scritti di Silvano Gerevini

Negli anni immediatamente successivi alla laurea, la riflessione di Silvano Gerevini trovò un esito editoriale prevalentemente attraverso la collaborazione a tre riviste: i Saggi di umanismo cristiano, iniziativa di interesse notevolissimo promossa e animata in Pavia per un decennio (1946-1955) dal sacerdote Cesare Angelini, rettore del Collegio Borromeo68; il «settimanale di cultura» Idea, supplemento dell'omonima rivista mensile fondata a Roma e diretta da monsignor Pietro Barbieri (Valle Lomellina 1893 - Roma 1962)69; infine Letterature moderne, «rivista di varia umanità» diretta da Francesco Flora. Nello spazio breve della recensione - e meno frequentemente attraverso contributi di più ampio respiro - Gerevini coltiva il proprio interesse per la letteratura inglese e americana non disgiunto da una particolare attenzione per la poesia. Nella poesia si cimenta egli stesso come traduttore (Elegia per Hart Crane di William Abrahams) oppure direttamente con Orizzonti («Su questi orizzonti di pianto / la mia anima è perduta: / chi non sente la dolcezza stillante / da questi tramonti africani? / [...]), con Meriggio («Parole / piene di sole, / pensieri / d'una gemmata sonnolenza, / [...]») e con Il fiore sommerso («Perché da lontano viene / solo questa cupezza di porfido, / che trasale sotto il raggio / di trasparente alabastro? / [...]»). Nel 1954 sui Saggi di umanismo cristiano egli presenta il volume Indicazioni del collega Mariano Suali (all'epoca assistente volontario di filosofia teoretica nell'Università di Pavia), raccolta di poesie vincitrice del Premio Carducci nel 1952 e pubblicata da Vallecchi l'anno successivo. La versatilità del giovane studioso e la sua attenzione per la cultura contemporanea emergono tra l'altro in recensioni a Quasimodo (Giorno dopo giorno) e a Pavese (La bella estate), nonché in recensioni a traduzioni italiane di scrittori austriaci (Georg Trakl e Rainer Maria Rilke), nelle quali egli ha modo di manifestare una rara sensibilità per la lingua tedesca70. La recensione agli Scritti in onore di Benedetto Croce gli offre l'occasione per individuare nella «insufficiente attrezzatura delle nostre biblioteche» e in «ragioni di meno intensi rapporti tra i rispettivi mondi culturali» i motivi del minor interesse suscitato in Italia dalla letteratura inglese rispetto alla francese, alla tedesca e alla spagnola. Nel settimanale Idea sotto il titolo Un corso ad Oxford è presentato il resoconto di un soggiorno di studio organizzato tra l'agosto e il settembre 1952 nel Wadham College dal British Council a favore degli studiosi stranieri sul tema della “Modern English literature”.
 Accanto ai contributi sulla letteratura inglese e americana - che negli anni divennero prevalenti e furono accolti nelle riviste Aut aut e Nuova antologia71 - permane l'interesse per la cultura antica, già coltivato negli anni dell'università e sfociato nella tesi su Archiloco cui seguono due scritti dedicati al poeta greco (1949 e 1954) e una traduzione e commento della Vita di Flaminino di Plutarco (1952). La competenza in questo settore di studi è probabilmente di stimolo alla ricerca su John Dryden traduttore dei classici (Dryden e Teocrito), che viene condotta nell'arco di più anni e trova un primo e parziale esito editoriale nel 1958 per giungere a compimento nel 1966 ed essere brevemente ripresa nel 1973. La rielaborazione di un tema ad anni di distanza caratterizza anche il lavoro sul Riccardo III di Shakespeare (1957 e 1970).
 Non è infrequente la raccolta di scritti già pubblicati in varie riviste (si vedano Note anglosassoni del 1955, Incontri inglesi e americani del 1966, Tolstoj e Shakespeare e altri saggi del 1975) oppure - più raramente - ancora in corso di pubblicazione in una diversa sede editoriale72. È questo il caso delle voci con le quali Gerevini collabora al Dizionario universale della letteratura contemporanea (Mondadori, 1959-1963), «redatte durante un apposito soggiorno in Inghilterra nel 1954» e presentate per la prima volta in un volume del 1957 (Voci di letteratura inglese contemporanea). Il volume include due voci che non saranno nel Dizionario e questo a sua volta comprende otto voci non presenti nel libro73.
Gli argomenti dei corsi che Gerevini tenne all'Università di Pavia rispecchiano gli interessi che egli approfondì nelle sue pubblicazioni. I lavori da lui seguiti in qualità di relatore coprono invece un ventaglio di temi molto più ampio e cronologicamente si spingono sino alla cultura underground (nel 1972-1973) e a Jack Kerouac (nel 1974-1975). Si legga a questo proposito un passo del giudizio formulato dal Consiglio della Facoltà nel 198174:

Naturalmente la valutazione più specifica deve rivolgersi ai temi prescelti per i corsi ufficiali: e sotto questo aspetto merita rilievo l'insistenza dell'interesse sui massimi maestri dell'età elisabettiana e della Restauration, Shakespeare e Dryden. La materia è stata svolta sulla base di un lodevole equilibrio tra l'indagine storico-ideologica e quella filologica. Per quanto riguarda l'argomento delle numerose tesi di laurea nelle quali il candidato è stato relatore, si nota poi una vivace apertura verso scrittori dell'Ottocento e Novecento sino a punte di spiccata modernità.

Con Libri italiani a Parigi Gerevini offre il resoconto di un viaggio di bibliotecari italiani «guidati dal Direttore Generale dott. Guido Arcamone» compiuto nei giorni dal 16 al 22 ottobre 1950 per visitare la mostra dei “Trésors des bibliothèques d'Italie” allestita nella Galleria Mazzarino della Biblioteca nazionale. L'esposizione comprendeva una sezione manoscritti organizzata da Laura De Felice Olivieri Sangiacomo dell'Universitaria di Roma e una sezione libri a stampa curata da Cristina Arcamone Barletta della Casanatense. Osservando il funzionamento della Biblioteca nazionale i visitatori rimasero colpiti soprattutto dalla specializzazione del lavoro e dall'abbondanza del personale75.
In veste di direttore della Biblioteca universitaria Gerevini si rivolse alla cittadinanza attraverso articoli ospitati in prevalenza sul quotidiano La provincia pavese: i suoi scritti informano sulla storia, l'organizzazione e i servizi della Biblioteca e non mancano talvolta di dar conto delle difficoltà dovute alla scarsità di fondi e di personale adeguatamente qualificato76. Il quadro sulla vita della Biblioteca universitaria è completato da diversi resoconti accolti in prevalenza da Accademie e biblioteche d'Italia77. Contributi di carattere specialistico sono destinati al pubblico più ristretto del Bollettino della Società pavese di storia patria (ritrovamento di due manoscritti d'interesse locale nel 1952 e nel 1954) e di Accademie e biblioteche d'Italia (acquisizione di incunaboli da parte della Biblioteca universitaria nel 1962 e nel 1963).
Talvolta i medesimi argomenti sono trattati parallelamente sulla stampa specializzata e sulla stampa divulgativa: dalle pagine della Provincia pavese (novembre 1959 e dicembre 1960) Gerevini mette a conoscenza la cittadinanza dei progetti di riforma e delle proposte di legge per la riorganizzazione delle biblioteche, ricordando la stessa sua proposta approvata all'unanimità in occasione del XII Congresso dell'Associazione italiana per le biblioteche (Ancona, 19-23 ottobre 1959)78. La necessità di una riforma delle biblioteche universitarie e delle biblioteche delle università è tema che ancora a lungo sarà dibattuto tra gli specialisti negli anni seguenti79. Un vivace contributo alla discussione fu offerto dalla visita in Italia di due bibliotecari americani (Robert Vosper e successivamente Arthur T. Hamlin), che a Pavia trovarono in Silvano Gerevini un collega disponibile a guidarli nella conoscenza delle biblioteche italiane e a impegnarsi nella traduzione dei loro articoli. La collaborazione prese avvio con il seminario “Organizzazione e funzionamento delle biblioteche universitarie” tenuto nella sede dell'USIS (United States Information Service) presso il Consolato generale degli Stati Uniti d'America a Milano nei giorni 7 e 8 maggio 1960. L'apertura dei lavori fu affidata a una relazione di Robert Vosper e il titolo del resoconto di Gerevini sulla Provincia pavese (Bibliotecari a Pavia)80 fa riferimento alla visita dei congressisti alla Biblioteca universitaria (sotto la guida di Gerevini), alle aule storiche e al Museo dell'Università (sotto la guida di Pietro Vaccari), alla Mostra del Risorgimento allestita nel Castello Visconteo e organizzata da Mino Milani. Interventi su riviste specializzate italiane e straniere redatti da Vosper, Hamlin e Gerevini si succedono negli anni sino al 1965 e le considerazioni dei due osservatori esterni suscitano le risposte di Giorgio Cencetti (1962) e di Francesco Barberi (1965)81. Nel 1974 un articolo di Rose Segre dall'eloquente titolo University libraries in Italy: the crisis persists ripercorre dal punto di vista dell'osservatore d'oltreoceano le vicende degli scambi tra bibliotecari americani e bibliotecari italiani nel secondo dopoguerra82.

Elenco degli scritti di Silvano Gerevini

Di seguito sono elencati gli scritti di Silvano Gerevini ? comprese le sue traduzioni e recensioni ? a partire dalla tesi di laurea del 1947 sino all'articolo incompiuto pubblicato postumo nel 1994 a cura dei suoi colleghi dell'Università di Pavia. In vari casi nei titoli delle recensioni si è ritenuto utile riordinare gli elementi della descrizione e intervenire con integrazioni tra parentesi quadre. Nell'elenco non sono compresi tre contributi presumibilmente di Gerevini, ma non firmati, per i quali si rimanda alla nota 77.

1947
1      Archiloco di Paro (con versione poetica) [tesi di laurea]. Pavia: Università degli studi di Pavia - Facoltà di lettere e filosofia, anno accademico 1946/1947 (relatrice Enrica Malcovati).

1948
2      Orizzonti [componimento poetico], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 3, n. 3 (settembre 1948), p. 26 (nella rubrica Il portico dei poeti).
3      Meriggio [componimento poetico], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 3, n. 3 (settembre 1948), p. 26 (nella rubrica Il portico dei poeti).

1949
4      Mito e morale nei frammenti di Archiloco, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo collegio Borromeo - Pavia», anno 4, n. 1 (marzo 1949), p. 48-56.
5      Il fiore sommerso [componimento poetico], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo collegio Borromeo - Pavia», anno 4, n. 3 (settembre 1949), p. 17-18 (nella rubrica Il portico dei poeti).
6      [Recensione] Georg Trakl, Poesie, traduzione con testo a fronte di Leone Traverso, introduzione di Rodolfo Paoli. Milano: Cederna, 1949, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo collegio Borromeo - Pavia», anno 4, n. 4 (dicembre 1949), p. 72-74.
7      [Recensione] Salvatore Quasimodo, Giorno dopo giorno, con introduzione di Carlo Bo. Milano: Arnoldo Mondadori, 1949, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 4, n. 4 (dicembre 1949), p. 75-76.

1950
8      Libri italiani a Parigi, «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 2, n. 44 (12 novembre 1950), p. 3.
9      [Recensione] Rainer Maria Rilke, Diario fiorentino, a cura di Giorgio Zampa. Milano: Cederna, 1950, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 5, n. 2 (giugno 1950), p. 78-81.
10     [Recensione] Evelyn Waugh, Ritorno a Brideshead, a cura di Giovanni Fletzer. [Milano]: Bompiani, 1948, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 5, n. 2 (giugno 1950), p. 81-82.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
11     [Recensione] La bella estate di Cesare Pavese. [Torino: Einaudi, 1949], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 5, n. 3 (settembre 1950), p. 73-75.

1951
12     Il vento dell'ovest di Shelley, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 6, n. 4 (dicembre 1951), p. 64-68.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).
13     [Recensione] Il caro estinto di E. Waugh. [Milano: Bompiani, 1949], «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 3, n. 14 (8 aprile 1951), p. 6.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
14     [Recensione] Poesia inglese contemporanea da Thomas Hardy agli Apocalittici, introduzione, versione e note di Carlo Izzo. Parma: Guanda, 1950, «Letterature moderne: rivista di varia umanità diretta da Francesco Flora», anno 2, n. 6 (novembre/dicembre 1951), p. 706-708.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).
15     [Recensione] Cinquant'anni di vita intellettuale italiana, 1896-1946: scritti in onore di Benedetto Croce per il suo ottantesimo anniversario, a cura di Carlo Antoni e Raffaele Mattioli. Napoli: Edizioni Scientifiche, 1950, vol. 2, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 6, n. 3 (settembre 1951), p. 82-84.

1952
16     Plutarco, Vita di Flaminino, introduzione, testo, traduzione e commento a cura di Silvano Gerevini. Milano: Marzorati, 1952 (Testimonia: raccolta di testi e documenti per l'insegnamento superiore; 6).
17     Il catalogo dell'antica libreria visconteo-sforzesca, «Bollettino della Società pavese di storia patria», anno 51/52, n.s. 4 (1952), n. 1/2, p. 109-112.
18     [Recensione] Poeti americani d'oggi [volume recensito: Poesia americana contemporanea e poesia negra, introduzione, versione e note di Carlo Izzo. Parma: Guanda, 1949], «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 4, n. 18 (4 maggio 1952), p. 2.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).
19     [Recensione] Il libro della poesia inglese di M. Praz. [Messina-Firenze: D'Anna, 1951], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 7, n. 2/3 (giugno/settembre 1952), p. 105-107.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).
20     [Recensione] Alfredo Obertello, Un dramma inglese inedito e adespoto del secolo diciassettesimo: The lover's stratagem, or Virtue rewarded, storia, critica, testo in edizione diplomatica, note. Genova: Pubblicazioni dell'Istituto universitario di Magistero, 1952 (Collana Studi e testi inglesi a cura di Alfredo Obertello). In-8°, p. CLXVIII, 188, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 7, n. 4 (dicembre 1952), p. 85-87.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).

1953
21     Un corso ad Oxford, «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 5, n. 2 (11 gennaio 1953), p. 2.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
22     L'autobiografia di Spender, «Letterature moderne: rivista di varia umanità diretta da Francesco Flora», anno 4, n. 1 (gennaio/febbraio 1953), p. 92-97.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
23     Elegia per Hart Crane [con traduzione italiana di Silvano Gerevini del componimento A Wake for Hart Crane di William Abrahams], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 8, n. 2 (giugno 1953), p. 32-36.
Ora in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
24     [Recensione] Nuovissima poesia americana e negra con testo a fronte, 1949-1953, introduzione, versione e note a cura di Carlo Izzo. Parma: Guanda, 1953 (Collezione Fenice diretta da Attilio Bertolucci; 24). In-8°, p. XXVIII, 438, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 8, n. 4 (dicembre 1953), p. 81-82.

1954
25     La poesia americana: un problema?, «Aut aut: rivista di filosofia e di cultura», n. 19 (gennaio 1954), p. 53-56.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
26     Dalle riviste americane, «Aut aut: rivista di filosofia e di cultura», n. 22 (luglio 1954), p. 349-351.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
27     Un ingresso principesco a Pavia: Maria Luisa di Borbone infanta di Spagna (memoria del 1765), «Bollettino della Società pavese di storia patria», anno 54, n.s. 6 (1954), n. 2, p. 3-12.
28     Note su Auden, «Letterature moderne: rivista di varia umanità diretta da Francesco Flora», anno 5, n. 5/6 (settembre/dicembre 1954), p. 647-651.
Ora in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
29     L'Archiloco perduto e la tradizione critico-letteraria, «La parola del passato: rivista di studi classici», vol. 9 (1954), p. 256-264.
30     Libri senza polvere, «La provincia pavese», anno 85, n. 40 (martedì 16 febbraio 1954), p. 3.
31     [Recensione] William Shakespeare, Giulio Cesare, traduzione di A. Orbetello [sic]. Milano: Arnoldo Mondadori, [1953], «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 6, n. 19 (9 maggio 1954), p. 4.
32     [Recensione] Il Friar Bacon di Greene [volume recensito: Robert Greene, Friar Bacon and Friar Bungay / John of Bordeaux, or The second part of Friar Bacon, testo critico con introduzione e commento di Benvenuto Cellini. Firenze: La Nuova Italia, 1952], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 9, n. 1 (marzo 1954), p. 79-81.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).
33     [Recensione] I Canti pisani di Pound, [traduzione, introduzione e note di Alfredo Rizzardi. Parma: Guanda, 1953], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 9, n. 2 (giugno 1954), p. 60-62.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35) e in: Incontri inglesi e americani (n. 70).
34     [Recensione] Indicazioni di Mariano Suali. [Firenze: Vallecchi, 1953], «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 9, n. 4 (dicembre 1954), p. 76-78.

1955
35     Note anglosassoni. Pavia: La tipografica ticinese di C. Busca, 1955.
Contiene i n. 38, 32, 20, 12, 22, 10, 13, 19, 14, 21, 18, 33, 25, 26.
36     [Recensione] Laura Olivieri [Sangiacomo], Sallustio. Firenze: La Nuova Italia, [1954], «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 7, n. 20 (15 maggio 1955), p. 4.
37     [Recensione] Aurelio Zanco, Chaucer e il suo tempo [sic i.e. Chaucer e il suo mondo]. Torino: G. B. Petrini, [1955], «Idea: settimanale di cultura (supplemento di “Idea” diretto da Pietro Barbieri)», anno 7, n. 51 (18 dicembre 1955), p. 4.
38     [Recensione] Christopher Marlowe, Edoardo II, testo riveduto, studio introduttivo, commento e versione italiana a fronte di Gabriele Baldini. Firenze: G. C. Sansoni, 1954 (Biblioteca sansoniana straniera; 108-109). In-16°, p. CIII, 307, «Nuova antologia», anno 90, vol. 464, fasc. 1856 (agosto 1955), p. 594-598.
Ora in: Note anglosassoni (n. 35).
39     [Recensione] Alfredo Obertello, Frati minori, con 19 xilografie originali di Pietro Parigi. Firenze: Vallecchi, [1955]. In-16°, p. 341, «Saggi di umanismo cristiano: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo - Pavia», anno 10, n. 3/4 (dicembre 1955), p. 104-106.

1956
40     La Biblioteca universitaria nell'ultimo decennio, «La provincia pavese», anno 87, n. 107 (sabato 5 maggio 1956), p. 3.

1957
41     Il testo del Riccardo III di Shakespeare: saggio critico. Pavia: Cortina, 1957.
42     Voci di letteratura inglese contemporanea. Pavia: Cortina, 1957.
43     Shakespeare «corvo rifatto», «Letterature moderne: rivista di varia umanità diretta da Francesco Flora», anno 7, n. 2 (marzo/aprile 1957), p. 195-205.
Ora in: Tolstoj e Shakespeare e altri saggi (n. 74).

1958
44     Dryden e Teocrito. Pavia: Tipografia Succ. Fusi, 1958.
45     Mostra dei cimeli alla Biblioteca universitaria. [S.l.]: [s.n.], 1958, [4] p. (in testa al frontespizio: Settimana delle biblioteche 5-12 ottobre 1958).
46     Conferenza alla Biblioteca universitaria, «La provincia pavese», anno 89, n. 248 (sabato 18 ottobre 1958), p. 4. Occhiello: Settimana delle biblioteche.

1959
47     Quindici voci nel primo volume (1959) del Dizionario universale della letteratura contemporanea, 5 vol. [Milano]: Arnoldo Mondadori, 1959-1963: George Barker, John Bayliss, John Betjeman, Ronald Bottrall, Roy Campbell, Edward Carpenter, Richard Church, Padraic Colum, John Davidson, William Henry Davies, Cecil Day Lewis, Keith Douglas, Adam Drinan, Lawrence George Durrell, Clifford Dyment.
48     Approvazione dell'ordine del giorno Gerevini: «Stanziamenti di bilancio e personale delle biblioteche governative». In: XII Congresso dell'Associazione italiana per le biblioteche, «Accademie e biblioteche d'Italia», anno 27, n.s. 10 (1959), n. 5/6, p. 355-574: p. 553 (alle p. 405-407 interventi di Gerevini).
49     La Biblioteca universitaria è in funzione dai tempi dell'imperatrice Maria Teresa, «La provincia pavese», anno 90, n. 283 (sabato 28 novembre 1959), p. 2. Occhiello: Una delle più gloriose istituzioni pavesi. Sottotitolo: Inadeguati gli stanziamenti - Una lettera e alcune precisazioni del dottor Gerevini.

1960
50     Sette voci nel secondo volume (1960) del Dizionario universale della letteratura contemporanea, 5 vol. [Milano]: Arnoldo Mondadori, 1959-1963: William Empson, George Sutherland Fraser, Roy Fuller, David Gascoyne, Christopher Vernon Hassall, John Heath-Stubbs, Sidney Keyes.
51     Bibliotecari a Pavia, «La provincia pavese», anno 91, n. 116 (sabato 14 maggio 1960), p. 5.
52     Le biblioteche in Parlamento, «La provincia pavese», anno 91, n. 305 [i.e. 306] (venerdì 23 dicembre 1960), p. 3. Sottotitolo: In occasione della discussione al Senato di un progetto riguardante le biblioteche, il direttore della Biblioteca universitaria ci scrive.

1961
53     Due voci nel terzo volume (1961) del Dizionario universale della letteratura contemporanea, 5 vol. [Milano]: Arnoldo Mondadori, 1959-1963: Laurie Lee, Louis MacNeice.
54     La Biblioteca universitaria: la sua storia, il suo sviluppo. In: Discipline e maestri dell'Ateneo pavese. [Pavia]: Università di Pavia; [Milano]: Arnoldo Mondadori, 1961, p. 337-347, 4 p. di tavole.
55     John Dryden, Tutto per l'amore, ovvero Il mondo ben perso (1678), traduzione a cura di Silvano Gerevini. In: Alfredo Obertello, Teatro inglese, 2: Da Ben Jonson a Robertson. Milano: Nuova Accademia editrice, 1961 (Thesaurus litterarum, 3: Teatro di tutto il mondo; 31), p. 457-521.
56     Gli otto anni di vita del Circolo di lettura, «La provincia pavese», anno 92, n. 44 (martedì 21 febbraio 1961), p. 2. Occhiello: L'origine di una benemerita iniziativa (articolo firmato s.g.).
57     [Recensione] Robert Vosper, A recent look at university libraries in Italy («College and research libraries», 22 (1961), n. 3, p. 199-210), «Bollettino d'informazioni / Associazione italiana biblioteche», n.s. 1 (1961), n. 6, p. 242-243.

1962
58     Tre voci nel quarto volume (1962) del Dizionario universale della letteratura contemporanea, 5 vol. [Milano]: Arnoldo Mondadori, 1959-1963: Walter James Redfern Turner, Rex Warner, Vernon Phillips Watkins.
59     Pavia: Biblioteca universitaria, «Accademie e biblioteche d'Italia», anno 30, n.s. 13 (1962), n. 5/6, p. 337-338, 2 p. di tavole (nella rubrica «Cronaca delle biblioteche italiane»).
60     [Traduzione] Robert Vosper, Le biblioteche delle università italiane, «Bollettino d'informazioni / Associazione italiana biblioteche», n.s. 2 (1962), n. 4, p. 111-115 (traduzione della seconda parte dell'articolo A recent look at university libraries in Italy, «College and research libraries», 22 (1961), n. 3, p. 199-210).

1963
61     Una rara edizione pavese di Antonio Carcano, «Accademie e biblioteche d'Italia», anno 31, n.s. 14 (1963), n. 4, p. 335-338, 1 tavola.

1964
62     Problemi delle biblioteche universitarie, «Bollettino d'informazioni / Associazione italiana biblioteche», n.s. anno 4, n. 4/5 (luglio/ottobre 1964), p. 161-167 (testo italiano abbreviato di: The organization and problems of university libraries in Italy, «Library trends», 12 (1964), n. 4, p. 550-557).
63     The organization and problems of university libraries in Italy, «Library trends», 12 (1964), n. 4, p. 550-557 (traduzione dall'italiano di J. M. Edelstein).
64     Tradizione e modernità nella Biblioteca universitaria, «Pavia economica», anno 19, n. 3 (marzo 1964), p. 76-77.
65     Il riordinamento dei periodici della Biblioteca universitaria, «La provincia pavese», anno 95, n. 1 (giovedì 2 gennaio 1964), p. 3. Occhiello: Una provvidenziale «operazione». Sottotitolo: Resa più razionale la utilizzazione delle raccolte che sono costituite di tremilaseicento titoli corrispondenti a decine di migliaia di volumi.

1965
66     Pavia: Biblioteca universitaria, «Accademie e biblioteche d'Italia», 33, n.s. 16 (1965), n. 3, p. 237-238 (nella rubrica «Cronaca delle biblioteche italiane»).
67     Il primo libro di Pavia, «La provincia pavese», anno 96, n. 282 (sabato 27 novembre 1965), p. 3.
68     [Traduzione] Arthur T. Hamlin, Le biblioteche delle università italiane: studio sui servizi e le raccolte librarie, «Accademie e biblioteche d'Italia», 33, n.s. 16 (1965), n. 3, p. 121-138.

1966
69     Dryden e Teocrito: barocco e neoclassicismo nella Restaurazione inglese. Milano: U. Mursia & C., 1966.
70     Incontri inglesi e americani. Pavia: Renato Giardini editore, 1966.
Contiene i n. 22, 28, 10 e 13, 21, 25, 33 e 26, 23.
71     Nella Biblioteca universitaria di Pavia, «Accademie e biblioteche d'Italia», 34, n.s. 17 (1966), n. 2/3, p. 165 (nella rubrica «Cronaca delle biblioteche italiane»).

1970
72     Ancora sul testo del “Riccardo III”, «English miscellany: a symposium of history, literature and the arts», 21 (1970), p. 11-33.
Ora in: Tolstoj e Shakespeare e altri saggi (n. 74).

1973
73     Heinsius, Dryden e Teocrito: nota di Silvano Gerevini presentata dal m.e. Enrica Malcovati (adunanza dell'11 ottobre 1973), «Rendiconti: classe di lettere e scienze morali e storiche / Istituto lombardo - Accademia di scienze e lettere», vol. 107 (1973), fasc. 2, p. 810-823.

1975
74     Tolstoj e Shakespeare e altri saggi. Pavia: Ponzio, 1975.
Contiene i n. 43 e 72 accanto a due contributi inediti.

1979
75     Trecento anni da All for love. Pavia: Ponzio, 1979.

1984
76     [Recensione] W. Shakespeare, King Richard III, edited by Antony Hammond. London and New York: Methuen, 1981 (The Arden edition of the works of W. Shakespeare), «Il confronto letterario: quaderni del Dipartimento di lingue e letterature straniere moderne dell'Università di Pavia», anno 1, n. 1 (maggio 1984), p. 179-182.

1994
77     L'importanza di Edmund. In: Scritti in ricordo di Silvano Gerevini, a cura di Tomaso Kemeny e Lia Guerra. Firenze: La Nuova Italia, 1994 (Pubblicazioni della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Pavia; 74), p. 245-251 (postumo e incompiuto).

NOTE

Una prima e più breve stesura dattiloscritta (2014), con esclusione dei due paragrafi centrali e arricchita da diverse illustrazioni, è depositata in copia unica nella Biblioteca universitaria di Pavia. L'elenco degli scritti si basa sulla Bibliografia degli scritti pubblicata nella voce Gerevini del Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo: http://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/gerevini.htm.
Ultima consultazione siti web: 22 luglio 2018.

[1] M. Grazia Piccaluga, È morto Gerevini, «La provincia pavese», anno 123, n. 94 (martedì 21 aprile 1992), p. 15. Occhiello: «Lutto in Università: il professore si è spento all'età di 69 anni. Sottotitolo: Era docente di Letteratura inglese a Lingue. Malato di leucemia da tempo, oggi i funerali». La notizia è anche in prima pagina con il titolo È morto Gerevini. Insegnava a Lingue e l'occhiello Pavia / leucemia: lutto in Università.

[2] Se non diversamente indicato, tutte le informazioni sino al conseguimento della laurea sono ricavate dai documenti conservati nell'Archivio storico dell'Università di Pavia nel fascicolo dello studente Silvano Gerevini.

[3] Silvano Gerevini, Curriculum e pubblicazioni. Pavia: [s.n.], 1957. Un esemplare si trova tra le carte di Plinio Fraccaro: Biblioteca universitaria di Pavia, Ticinesi 819 B 11 Varie 5.

[4] Pedagogia, Storia del Risorgimento, Letteratura greca, Letteratura italiana, Letteratura latina, Storia medioevale, Storia moderna, Glottologia, Filosofia morale, Storia romana, Filologia romanza, Storia greca, Archeologia, Geografia, Latino scritto. Biennali: Estetica, Storia del Risorgimento, Letteratura greca, Letteratura latina.

[5] Per la carriera di Silvano Gerevini nella Biblioteca universitaria di Pavia si potranno utilmente consultare: S. Gerevini, Curriculum e pubblicazioni cit.; Cesare Repossi, I direttori. In: Il bicentenario della Biblioteca universitaria di Pavia: notizie storiche. Pavia: [s.n.], 1979, p. 21-42: p. 42; Università degli studi di Pavia, Annuario per l'anno accademico ... [il titolo varia negli anni e alcuni volumi sono cumulativi per più anni accademici. Sino al 1959-60 e per il periodo 1985-2003 (volume cumulativo): http://www-4.unipv.it/webcesup/annuari/]. Alberto Petrucciani, Gerevini, Silvano. In: Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo http://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/gerevini.htm; Silvano Gerevini, nella pagina della Biblioteca universitaria di Pavia http://www.bibliotecauniversitariapavia.it/bu/index.php?it/213/silvano-gerevini.

[6] Un'ulteriore conferma sembra offerta dall'iscrizione che sulla sua lapide nel cimitero monumentale di Pavia lo ricorda come «Prof. Silvano Gerevini / docente di lingua e / letteratura inglese / all'Università di Pavia». Accanto a lui riposano la madre Evelina Galvan Gerevini (1896-1990) e il padre «Prof. Gerevini Carlo» (1896-1955), così ricordato: «provveditore agli studi / invalido di guerra / pluridecorato / reduce da lunga prigionia / i suoi alti ideali furono / Dio Patria Scuola Famiglia».

[7] Per seguire la carriera di Silvano Gerevini nel settore della docenza ho fatto riferimento al fascicolo personale (tre cartelle di documenti) conservato nell'Archivio storico dell'Università di Pavia. Utile inoltre la consultazione dell'Annuario dell'Università degli studi di Pavia cit.

[8] La legge 24 Febbraio 1967, n. 62 (Istituzione di nuove cattedre universitarie, di nuovi posti di assistente universitario, e nuova disciplina degli incarichi di insegnamento universitario e degli assistenti volontari) prevedeva con l'articolo 22 la conferma degli assistenti volontari per non oltre otto anni accademici a partire dal 1967-1968.

[9] Ovvero, come si legge in qualche documento, corso di esercitazioni di storia della letteratura inglese con lettura di testi.

[10] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbale del primo dicembre 1971: «La direzione dell'Istituto di Lingua e Letteratura inglese viene assegnata al prof. Gerevini». Gerevini conclude il suo mandato il 20 luglio 1982, dal giorno successivo assume l'incarico Tomaso Kemeny: si veda l'Annuario per l'anno accademico 1981/82 dell'Università degli studi di Pavia.

[11] Una lettera di Gerevini a Guidi (16 aprile 1968) e la risposta di Guidi su carta intestata dell'Istituto universitario orientale di Napoli (22 aprile) attestano la cordialità dei rapporti tra i due colleghi. Un post scriptum nella lettera di Gerevini offre una piccola testimonianza sul Sessantotto: «Essendo la Facoltà occupata da quasi 20 giorni, sarà meglio indirizzarmi la lettera alla Biblioteca Universitaria». Ho trovato questi e altri documenti, preziosi per ricostruire la vita dell'Istituto e della sua biblioteca, in una scatola sistemata nel sottotetto dell'edificio ex INPS, sede della Sezione di lingue e letterature straniere del Dipartimento di studi umanistici. Vi farò ancora riferimento indicandola come 'scatola anglistica'. I documenti (in originale o in copia) sono suddivisi in cartelle variamente denominate. Le due lettere sono nella cartella “Varie. 4. Garzanti, Spettat.e, Görlich. 1970”. Da decenni questa documentazione (ora più comodamente distribuita in due scatole) attende una sede appropriata.

[12] Per la successione dei direttori: Annuario dell'Università degli studi di Pavia cit.

[13] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbale del 16 novembre 1959. Negli anni Trenta la scuola per allievi ufficiali di complemento del Genio intitolata al Conte Luigi Federico Menabrea trovò sede nell'edificio che aveva ospitato il vecchio ospedale San Matteo. Nel corso degli anni Cinquanta, durante il rettorato di Plinio Fraccaro, si diede avvio alla ristrutturazione e adattamento degli spazi della ex caserma ed ex ospedale, attigui alla parte più antica del palazzo centrale universitario.

[14] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbali del 20 gennaio 1961, 10 marzo 1961 (da questo verbale è tratta la citazione), 20 maggio 1961.

[15] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbale del 24 giugno 1961.

[16] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbale del 16 febbraio 1962.

[17] Archivio storico dell'Università di Pavia, fascicolo personale di Silvano Gerevini (docente): estratto dal verbale del Consiglio della Facoltà di lettere e filosofia, 12 febbraio 1981 (formulazione del giudizio su Silvano Gerevini).

[18] Archivio storico dell'Università di Pavia, posizione 24-30: Cattedra di lingua e letteratura inglese (pratica generale). Il compenso fu calcolato in lire 2.000 a lezione per un totale di lire 120.000.

[19] Soltanto nelle notule dal 1978 al 1980 ho trovato la dicitura completa «Per iscrizione nel registro d'ingresso per n. [...] volumi» (si consideri che è conservato un tomo del registro d'ingresso che proprio nel 1978 si apre con il n. 1. Vi si accennerà in una successiva nota). Negli altri casi il compito è definito semplicemente «registrazione» (per esempio nel 1966: «Per registrazione, timbratura, cartellinatura e schedatura di: N. 400 volumi x. L. 50 [a volume =] L. 20.000»). Questi particolari possono essere importanti per avere un'idea della documentazione prodotta e forse solo in parte conservata. A maggior ragione se si considera che le procedure amministrative e contabili adottate all'epoca sono in parte dimenticate e tutt'altro che semplici da comprendere e ricostruire.

[20] Con riferimento alla collezione Tauchnitz, che fu affidata all'Istituto e che meriterebbe uno studio a partire dalla bibliografia di William Todd e Ann Bowden, così si legge nel registro d'ingresso della Biblioteca della Facoltà di lettere e filosofia (n. 21293 del 31 gennaio 1956): «Collection of British authors, Tauchnitz edition (Leipzig, Bernhard Tauchnitz, 1842-1919) [...] Provenienza. È noto che le opere sopra indicate furono inviate dalla Germania “in conto riparazioni di guerra” dopo il Trattato di Versailles; giacquero poi nella Prefettura di Pavia e quindi nella Biblioteca universitaria; vennero infine schedate in questa Biblioteca (non meno di 14 anni or sono). Dall'elenco dato qui sopra sono ovviamente esclusi i volumi che si siano prima d'ora smarriti e dei quali non rimanga traccia o indicazione. Note. 1) I numeri 45 (Shakespeare William, The works, vol. VI, 1868) e 4095 (Oscar Wilde, A house of pomegranates, 1909) furono dati in prestito al compianto professor [Mariano] Maresca il 28 maggio 1943 (ricevute nr. 3052P e 3053P) e non poterono essere recuperati [...] 4) La collezione “Ingl. 2-4550” occupa una scaffalatura lunga m. 80».

[21] Non ricordo di essermi imbattuto in volumi con più di due cartellini: uno sul dorso (ovvero sulla sopracoperta) e uno generalmente sulla controguardia anteriore (ovvero sulla seconda di copertina).

[22] La documentazione relativa ai collaboratori esterni si trova per lo più nella 'scatola anglistica', in varie cartelle con il titolo «Fatture pagate» seguito dall'indicazione degli anni di riferimento. Qualche documento è conservato nell'Archivio storico dell'Università di Pavia, posizione 24-30: Cattedra di lingua e letteratura inglese (pratica generale). I nomi dei dipendenti della Biblioteca universitaria con la specificazione dei ruoli ricoperti sono registrati nell'Annuario dell'Università degli studi di Pavia cit.

[23] Lettere di Silvano Gerevini al rettore Antonio Fornari, 25 novembre 1972 e 18 giugno 1973. Archivio storico dell'Università di Pavia, posizione 24-30: Cattedra di lingua e letteratura inglese (pratica generale).

[24] Cartella intitolata «Xerox Locali» nella 'scatola anglistica': documenti del 15 dicembre 1972, 25 settembre 1973, 22 gennaio 1974, 29 gennaio 1974, 3 ottobre 1974.

[25] Dopo il collocamento a riposo di Gerevini (giugno 1973) la reggenza della Biblioteca universitaria fu affidata a Maria Anfossi sino alla nomina di Maria Jole Minicucci (febbraio 1974).

[26] Archivio storico dell'Università di Pavia, posizione 24-30: Cattedra di lingua e letteratura inglese (pratica generale). Lettera di Silvano Gerevini al rettore, 7 ottobre 1977. Il numero civico della nuova sede in via Defendente Sacchi è variamente indicato nei documenti: talora si trova 8, talora 10, talora 12.

[27] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbale del 26 settembre 1977.

[28] Archivio storico dell'Università di Pavia, posizione 24-30: Cattedra di lingua e letteratura inglese (pratica generale). Silvano Gerevini al preside Franco Alessio (27 febbraio 1978), Franco Alessio al rettore Alberto Gigli Berzolari (27 febbraio 1978), risposta del rettore (21 marzo 1978).

[29] Archivio storico dell'Università di Pavia, Facoltà di lettere e filosofia, Verbali Consiglio, verbale del 7 marzo 1979. In questa data il rettore presenziò alla seduta del Consiglio della Facoltà.

[30] Lo schedario moderno e funzionale fu aggiornato sino al momento in cui l'informatizzazione prese definitivamente il sopravvento. Oggi esso comprende, accanto ad altri più specifici, i seguenti cataloghi: alfabetico per autori, topografico (con schede stampate presumibilmente a partire dal catalogo informatizzato), tesi di laurea (autori), tesi di laurea (soggetti). Uno schedario 'moderno e funzionale' di più piccole dimensioni (otto cassetti) contiene un catalogo per soggetti la cui organizzazione fu avviata in un momento successivo. Le voci sono redatte in lingua inglese (Media Studies, Myth, Philosophy of Language, Postmodernism, War Literature etc.). I singoli autori costituiscono voci di soggetto nel cassetto «Authors», mentre un cassetto interamente dedicato a Joyce presenta numerose suddivisioni (Language, Poetry, Religion etc.).

[31] Dai documenti conservati nella ?scatola anglistica', cartella “1977-78 1979-80. Contributi: 1) attrezzature, 2) biblioteche”: modulo A2 per la richiesta di contributi per le biblioteche da inoltrare al Ministero per la pubblica istruzione entro il 15 febbraio 1978; lettera di Gerevini al rettore Alberto Gigli Berzolari (31 gennaio 1979); lettera di Gerevini al preside della Facoltà Franco Alessio (25 gennaio 1980). L'informazione sullo scaffale aperto nella sala di lettura è stata ricostruita intervistando chi frequentò la biblioteca, tuttavia non è stato possibile precisare se agli studenti fosse consentito prelevare direttamente i libri, oppure se per loro vigesse l'obbligo, o la consuetudine, di servirsi dell'intermediazione del sorvegliante.

[32] Per risalire alla data di insediamento mi sono affidato ai ricordi di alcuni docenti. Un accenno è contenuto nella prefazione di Lia Guerra agli Scritti in ricordo di Silvano Gerevini, a cura di Tomaso Kemeny e Lia Guerra. Firenze: La Nuova Italia, 1994, p. 8.

[33] Ai due depositi (secondo e primo piano) accedono i docenti e il personale della biblioteca.

[34] Le scaffalature sono aperte e l'aula è accessibile al personale della biblioteca e ai docenti che dispongono delle chiavi. Gli studenti accedono all'aula quando vi si svolge qualche attività didattica.

[35] I due quadretti più antichi (anglistica e americanistica) misurano 24,6 x 16,2 cm, il quadretto più recente (germanistica) cm 22,8 x 16,2. La tabella offre una visione sinottica dei tre schemi (anglistica, americanistica, germanistica). Non so quale destino potranno avere i tre quadretti non appena si leverà qualche voce a far notare che essi “ormai non servono più”.

[36] Mauro Guerrini, Sistemi di classificazione generali. In: Biblioteconomia: guida classificata, diretta da Mauro Guerrini, prima ristampa corretta. Milano: Editrice bibliografica, 2008, p. 585-595: p. 595.

[37] Si dovrà tuttavia ricordare che prima di diffondersi e diventare un sistema condiviso «[q]uasi ogni classificazione è originariamente un sistema per uso locale e si basa sulla sperimentazione in una determinata biblioteca»: Bernd Lorenz, Zur Theorie und Terminologie der bibliothekarischen Klassifikation. In: Klassifikationen in Bibliotheken: Theorie - Anwendung - Nutzen, [herausgegeben von] Heidrun Alex, Guido Bee, Ulrike Junger. Berlin; Boston: De Gruyter Saur, 2018, p. 1-22: p. 17 («Beinahe jede Klassifikation ist ursprünglich ein Haussystem und verdankt sich der Erprobung in einer bestimmten Bibliothek»).

[38] L'ordine di collocazione dei libri in una biblioteca può facilmente cadere in dimenticanza quando venga sostituito da un ordine differente. Esso costituisce un equilibrio (o sistema) organizzativo al quale può accadere di essere smantellato in un sol colpo per far posto a un equilibrio (o sistema) nuovo, oppure di subire trasformazioni graduali e lente che ne modificano la struttura in modo soltanto parziale. Il trasloco al quale si è fatto riferimento all'inizio di questo paragrafo comporterà in un primo tempo lo smantellamento parziale dell'ordine esistente, che nella sua parte residua si giustapporrà ad alcune soluzioni nuove.

[39] Da un rapido esame di alcuni libri ai quali presumibilmente Gerevini stesso attribuì la segnatura mi pare che si possa ipotizzare quanto segue: 12A bibliografie, concordanze; 12B studi sulla lingua compresa la metrica; 12C edizioni in facsimile; 12D edizioni complete delle opere o scelta di opere; 12E edizioni di singole opere; 12F critica del testo; 12G critica.

[40] Con la semplice notazione «Autore.A/numero progressivo» si rinuncia a tenere tra loro vicine le diverse manifestazioni di un'opera.

[41] London: J. M. Dent & Sons; New York: E. P. Dutton & Co. (Everyman's Library; 994).

[42] Cambridge: at the University Press.

[43] Minneapolis: University of Minnesota Press.

[44] A maggior ragione quando esse si riferiscono alle suddivisioni di altre classi, come vedremo tra poco in relazione alla classe 6. Forse potrà offrire qualche lume un confronto con le segnature adottate all'epoca nella Biblioteca universitaria di Pavia per le letterature inglese e americana.

[45] London: J. M. Dent & Sons; New York: E. P. Dutton & Co. (Everyman's Library; 856).

[46] London: Methuen & Co.

[47] Cambridge [etc.]: Cambridge University Press.

[48] Seventeenth impression. London: Routledge & Kegan Paul.

[49] London: Cassell.

[50] Sussex: The Harvester Press; New Jersey: Barnes & Noble Books.

[51] Con questa soluzione accade che si ottengano abbreviazioni identiche per autori diversi (e non necessariamente omonimi) e che l'ordine alfabetico delle abbreviazioni non corrisponda all'ordine alfabetico degli autori (aggiungo per completezza che i cognomi con meno di quattro lettere furono fatti seguire immediatamente dall'iniziale del nome o dalle iniziali dei due nomi). La notazione è solo in apparenza 'parlante' (nella maggior parte dei casi infatti le abbreviazioni non consentono di risalire con immediatezza all'autore). Di recente è stato osservato che il numero di libro ha ricevuto scarsa attenzione in Italia: Carlo Bianchini, Book number: uno strumento per l'organizzazione delle collezioni: manuale ad uso dei bibliotecari. Milano: Editrice bibliografica, 2017, p. 9-12. Mi permetto una breve digressione per un accenno alla Regensburger Verbundklassifikation (RVK), che mi pare poco conosciuta e poco studiata nel nostro paese (fa eccezione l'Alto Adige, dove essa è stata adottata e parzialmente tradotta in italiano). La RVK utilizza un interessante sistema per la costruzione della segnatura (Signatur) e dei suoi principali elementi costitutivi: indicatore dell'ubicazione o “numero di collezione” (Lokalkennzeichen, Standortkennzeichen), simbolo di classificazione o “numero di classe” (systematische Notation), “numero di libro” (individualisierendes Element). Le classi principali ricalcano l'articolazione in facoltà delle università tedesche. Si veda Bernd Lorenz, Klassifikatorische Sacherschließung: eine Einführung. Wiesbaden: Harrassowitz Verlag, 1998, p. 43-58. Sarebbe interessante un confronto con le riflessioni e le proposte formulate con riferimento alle università italiane. I tre elementi della segnatura, per esempio, furono esaminati, in un contributo ancora oggi fondamentale anche nella scelta del titolo, da Paolo Traniello, Segni nello spazio: classificazione, collocazione, biblioteche delle università, «Biblioteche oggi», 7 (1989), n. 6, p. 717-730: p. 727-730. Per la proposta di articolare le classi sulla base dei settori scientifico-disciplinari si veda invece Giovanna Granata, Classificazione e ordinamento delle raccolte nelle biblioteche universitarie: una proposta “user oriented”. In: L'organizzazione del sapere: studi in onore di Alfredo Serrai, a cura di Maria Teresa Biagetti. Milano: Sylvestre Bonnard, 2004, p. 147-165. Al portale della RVK si accede dalla pagina <https://rvk.uni-regensburg.de/>. Un'aggiornata sintesi introduttiva dal titolo Die Regensburger Verbundklassifikation (RVK) (autrici Ines Häusler e Naoka Werr) è contenuta nel volume Klassifikationen in Bibliotheken cit., p. 127-163.

[52] Naturalmente il catalogo informatizzato può consentire un accesso per classi secondo altri criteri (per esempio secondo le suddivisioni della Classificazione decimale Dewey) e un accesso per soggetti. Dal momento che nelle biblioteche di area umanistica ha prevalso la proposta di rinunciare alla catalogazione semantica, gli accessi suddetti sono dipesi dalla condivisione nella banca dati SBN di notizie provviste dei necessari descrittori. A questo proposito si deve anche considerare che a tutt'oggi una parte delle collezioni di anglistica e americanistica dell'ateneo è disponibile soltanto in banche dati locali o addirittura non è ancora presente nel catalogo informatizzato. Quanto alle biblioteche di area scientifica si veda: Laura Pusterla [et al.], Classificazione e browsing interdisciplinare del catalogo: un'esperienza all'Università di Pavia, «JLIS.it», 8 (2017), n. 2, p. 83-91.

[53] Aperto per pochi (il personale docente) ma pur sempre strutturato per una potenziale fruizione diretta.

[54] Si presentò contestualmente il dilemma di tracciare una linea di demarcazione tra l'età contemporanea (che si apre con l'anno 1914) e l'epoca che ci ha traghettati nel nuovo millennio.

[55] La classe 24 (Letteratura post-coloniale in lingua inglese) era già stata aggiunta a mano sulla pianta dattiloscritta della biblioteca. Per la classe 25 sono tramandate le voci di soggetto «Multimedia» e «Traduzioni». La classe 26 fu riservata alla «Letteratura di viaggio».

[56] Si potrebbe dimostrare che questa crescita a singhiozzo non è dovuta necessariamente all'insufficienza delle dotazioni destinate agli acquisti. A volte a chi è preposto alle acquisizioni sembrano piuttosto far difetto il tempo o l'interesse necessari per provvedere allo sviluppo organico delle raccolte.

[57] Tra i vari altri temi che meriterebbero un approfondimento si possono senz'altro annoverare l'attività di Gerevini in qualità di direttore della Biblioteca universitaria e i rapporti che egli intrattenne in tale veste con l'Università di Pavia. Su questo secondo punto (accanto alla documentazione conservata nell'Archivio storico della Biblioteca universitaria) si potrà trovare qualche lettera (anche del precedente direttore Gustavo Vinay) tra la corrispondenza del rettore Plinio Fraccaro nell'Archivio storico dell'Università di Pavia, posizione n. 11-9 A: Organi accademici ed amministrativi - Corrispondenza del rettore con privati ed enti vari (Plinio Fraccaro).

[58] R. L. Mégroz, The three Sitwells: a biographical and critical study. London: The Richards Press, 1927. Al libro fu attribuita la segnatura «[Ingl.] 20.Sitwells B/1».

[59] John Richard Green, A short history of the English people, illustrated edition edited by Mrs. J. R. Green and Miss Kate Norgate, volume I. London: Macmillan & Co; James Finch & Co, 1901. Ai quattro volumi dell'opera fu attribuita la segnatura «Ingl. 21.A.G/1».

[60] Mark van Doren, John Dryden: a study of his poetry, third edition. New York: Henry Holt and Company, 1946. Presenti anche le annotazioni «$ 3.00» e «15 dic. 1954». Al libro fu attribuita la segnatura «Ingl. 14.Dryden.B/13».

[61] Due esempi: William Shakespeare, Antony and Cleopatra, testo, introduzione e note a cura di Sergio Perosa. Bari: Adriatica, 1968 (Biblioteca italiana di testi inglesi; 15). Al libro fu attribuita la segnatura «[Ingl.] 12E Antony 3bis»; W. Shakespeare, La tragedia di Amleto, principe di Danimarca, traduzione e introduzione di Vincenzo Errante, seconda edizione. Firenze: Sansoni, 1949. L'esemplare reca una variopinta nota di possesso «Carmen Sandrin» e due date a matita: «24 marzo 1949» e «10 apr. 79». Al libro fu attribuita la segnatura «[Ingl.] 12E Hamlet 22». In entrambi i casi la data dell'inventario (18 giugno 1992 e 18 agosto 1992) è successiva alla scomparsa del docente.

[62] Ho contato centoventi numeri con provenienza «dono Gerevini» nel registro d'ingresso di Lingua e letteratura inglese: si tratta di un solo tomo che comprende i numeri da 1 a 4026 (quest'ultimo è annullato) e che copre il periodo dal febbraio 1978 (trasferimento dell'Istituto in via Defendente Sacchi) al 29 marzo 1992 (poco prima della scomparsa del docente). Nel registro si è conservata una cartolina per Gerevini proveniente dall'India.

[63] Ingressi dal n. 8832 al n. 9361 (il numero 9303 è ripetuto). Per ogni volume è indicato anche il numero d'inventario, di conseguenza un'estensione della ricerca ai documenti inventariali sarà più che opportuna.

[64] Dipartimento di scienza della letteratura e di storia dell'arte medioevale e moderna (ottobre 1992) e Sezione storico-filosofica del Dipartimento di filosofia.

[65] Sul censimento dei fondi dell'Università di Pavia si veda il resoconto della relazione tenuta a Bologna da Francesca Cattaneo nel 2016: Federica Rossi, Fondi e collezioni di persona e personalità negli archivi, nelle biblioteche e nei musei: una risorsa, un'opportunità, «Bibliothecae.it», 6 (2017), n. 1, p. 386-424: p. 415-416. Nel censimento la scheda per il fondo Gerevini riunisce dati di origine diversa e registra una consistenza di 512 monografie moderne (desunta presumibilmente dal catalogo informatizzato) accanto a una consistenza di 1500 volumi (desunta da Loana Pietta, I fondi librari chiusi delle facoltà umanistiche dell'Università di Pavia: storia, descrizione e marcatura [tesi di laurea]. Pavia: Università degli studi di Pavia, anno accademico 2006/2007).

[66] Nulla si trova nei verbali del Consiglio della Facoltà di lettere e filosofia degli anni 1992 e 1993 (dei quali, in attesa del passaggio all'Archivio storico, è attualmente responsabile il Servizio legale dell'Università di Pavia, presso i cui uffici è avvenuta la consultazione). Nella seduta del 30 aprile 1992 furono dedicate a Gerevini le seguenti parole: «Il Preside ricorda che il 19.4.1992 è deceduto, dopo lunga malattia, il prof. Silvano Gerevini, associato di “Lingua e letteratura inglese”. In ricordo del prof. Silvano Gerevini, il Preside chiede alla Facoltà di osservare un minuto di silenzio». Il 16 novembre 1993 la Facoltà approvò la pubblicazione del volume in memoria di Gerevini (si veda l'elenco degli scritti, n. 77) con il seguente giudizio: «L'interesse di Silvano Gerevini per il comparativismo letterario ha indótto molti degli autori a privilegiare gli scambi, i contatti, i confronti tra letterature di aree diverse. Accomunati fra loro da questo sottile omaggio alle preferenze del collega scomparso, i saggi di questo volume rispecchiano la ricchezza d'interessi del Dipartimento di Lingue che del confronto letterario ha fatto uno dei perni della propria ricerca».

[67] Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, Principi contabili e schemi di bilancio in contabilità economico-patrimoniale per le università (Decreto n. 19 del 14 gennaio 2014).

[68] Per avere un'idea della rivista e dei suoi collaboratori si veda (anche se non contiene contributi di Gerevini): Antologia dei “Saggi di umanismo cristiano”: quaderni dell'Almo Collegio Borromeo (1946-1955). Pavia: [s.n.], 1973. Colgo l'occasione per segnalare una recensione di Gustavo Vinay all'Eloisa di Enid McLeod pubblicata a Milano da Rizzoli nel 1951 (nel fascicolo n. 2-3 del vol. 7, 1952, p. 99-100).

[69] Su Pietro Barbieri si veda la voce di R. Zuccolini in: Dizionario storico del movimento cattolico in Italia, 1860-1980, vol. 3.1: Le figure rappresentative (A-L). Casale Monferrato: Marietti, 1984, p. 54-55. Due recenti pubblicazioni testimoniano il rinnovato interesse per la figura del sacerdote originario della Lomellina: Cesare Silva, Mons. Pietro Barbieri: “il più grande falsario del mondo”, presentazione di madre Anna Maria Cànopi osb. Gorle (Bg): Velar, 2017; Paolo Rizzi, Un italiano monsignore: Pietro Barbieri, il primo cappellano di Montecitorio, prefazione di Gianfranco Ravasi. Cantalupa (Torino): Effatà, 2017.

[70] Nella prima delle due recensioni si veda la nota 1 a p. 73. A p. 74 è presumibilmente di Gerevini la traduzione dell'Abendlied di Trakl (Canto della sera).

[71] Al contributo su Aut aut del 1954 (La poesia americana: un problema?) segue una risposta di Carlo Izzo (p. 56-60) che verrà ripresentata con il titolo Replica di Carlo Izzo nel volume del 1966 Incontri inglesi e americani (p. 75-82).

[72] Non ebbe luogo tuttavia l'annunciata pubblicazione del saggio Tolstoj e Shakespeare (che apre il volume del 1975) nella rivista Studi inglesi curata da Agostino Lombardo.

[73] Nel Dizionario le singole voci non sono firmate: ai dati si risale attraverso una dichiarazione dell'editore Mondadori (1957) allegata (in fotocopia) all'esemplare del volume conservato nell'Università di Pavia. Si vedano anche i foglietti dattiloscritti incollati all'inizio dei volumi del Dizionario in consultazione nella Biblioteca universitaria.

[74] Archivio storico dell'Università di Pavia, fascicolo personale di Silvano Gerevini (docente): estratto dal verbale del Consiglio della Facoltà di lettere e filosofia, 12 febbraio 1981 (formulazione del giudizio su Silvano Gerevini).

[75] La Biblioteca universitaria di Pavia possiede un esemplare del catalogo donato da Silvano Gerevini nel 1961: Trésors des bibliothèques d'Italie, IVe - XVIe siècles, 2. édition revue. Paris: Bibliothèque nationale, 1950.

[76] In un paio di occasioni il giornale affida la divulgazione di questi temi alla penna di altri collaboratori: Puccio Milani, Mezzo milione di libri a disposizione dei pavesi, «La provincia pavese», anno 90, n. 278 [i.e. 277] (sabato 21 novembre 1959), p. 2. Occhiello: Le biblioteche ci sono; mancano i lettori. Sottotitolo: Insufficienti i fondi a disposizione per l'acquisto di nuove opere (per la risposta di Gerevini si veda l'elenco degli scritti, n. 49); Giorgio Siragusa, I giovani intellettuali a Pavia si danno appuntamento in biblioteca, «La provincia pavese», Anno 91, n. 257 (martedì 25 ottobre 1960), p. 1, 5. Occhiello: All'Università degli Studi.

[77] Non sono firmati i tre seguenti contributi: Pavia: Biblioteca universitaria. In: Dieci anni di vita delle biblioteche italiane, 1: Le biblioteche di Stato. Roma: Fratelli Palombi, 1957 (in testa al frontespizio: Ministero della pubblica istruzione, Direzione generale delle accademie e biblioteche), p. 223-229 e tavole XXVIII-XXX; Prima settimana delle biblioteche in Italia, «Accademie e biblioteche d'Italia», anno 27, n.s. 10 (1959), n. 1/2, p. 3-71: a p. 43 il resoconto sulla provincia di Pavia con riferimento alla mostra nella Biblioteca universitaria e alla conferenza di Teresa Rogledi Manni (si veda l'elenco degli scritti, n. 45 e 46); Pavia: Biblioteca universitaria, «Accademie e biblioteche d'Italia», anno 30, n.s. 13 (1962), n. 3/4, p. 231 (nella rubrica «Cronaca delle biblioteche italiane»). Si veda inoltre l'elenco degli scritti, n. 59, 66, 71.

[78] L'intero testo della proposta si legge negli atti del congresso: si veda l'elenco degli scritti, n. 48.

[79] La discussione è in parte documentata nel volume I congressi 1965-1975 dell'Associazione italiana biblioteche, a cura di Diana La Gioia. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1977 (Quaderni del Bollettino d'informazioni; 5), in particolare p. 72-76, 126-130, 151-153, 170-171, 232, 260.

[80] Si veda l'elenco degli scritti, n. 51.

[81] Robert Vosper, A recent look at university libraries in Italy, «College and research libraries», 22 (1961), n. 3, p. 199-210; Arthur T. Hamlin, Impressioni sulle biblioteche universitarie italiane, «Pavia: rassegna bimestrale del Comune, notiziario di attività civica, bollettino di statistica», 1962, n. 3/4 (maggio/agosto), p. 7-13; Giorgio Cencetti, Audiatur et altera pars, «Bollettino d'informazioni / Associazione italiana biblioteche», n.s. 2 (1962), n. 4, p. 116-120; Arthur T. Hamlin, The libraries of the universities of Italy: a study of their services and collections, «Libri: international library review and IFLA-communications-FIAB», 15 (1965), n. 2, p. 138-158; Francesco Barberi, «Accademie e biblioteche d'Italia», 33, n.s. 16 (1965), n. 3, p. 138-140. Si veda inoltre l'elenco degli scritti, n. 57, 60, 62, 63, 68.

[82] Rose Segre, University libraries in Italy: the crisis persists, «College and research libraries», 35 (1974), n. 3, p. 184-191.