Entità, attributi e relazioni bibliografiche:
rileggendo la tesi PhD di Barbara B. Tillett trent'anni dopo

di Lapo Ghiringhelli e Mauro Guerrini

Premessa

Una relazione bibliografica è la connessione logica che si crea quando due o più entità bibliografiche vengono associate fra loro. Queste connessioni costituiscono uno strumento di primaria importanza per assistere l'utente nel contesto del catalogo. Il saggio si propone di illustrare lo studio condotto da Barbara B. Tillett sulle relazioni bibliografiche tra il 1981 e il 1987, la prima esaustiva analisi teorica dell'universo bibliografico le cui conseguenze sono state alla base delle trasformazioni che hanno segnato la catalogazione e l'organizzazione dell'informazione bibliografica negli ultimi trent'anni. Le entità, gli attributi e le relazioni bibliografiche si sono rivelate un aspetto nodale nella progettazione del modello concettuale conosciuto come Functional requirements for bibliographic records (FRBR) e hanno mantenuto un ruolo centrale nella progettazione di standard come RDA (Resource description and access) e IFLA Library reference model (IFLA LRM). Lo studio delle entità, degli attributi e delle relazioni bibliografiche è un settore attivo e importante che non può prescindere dal lavoro portato a compimento da Tillett.

La tesi, Bibliographic relationships: toward a conceptual structure of bibliographic information used in cataloging

Nel 1987, al momento della pubblicazione della tesi di dottorato di Barbara B. Tillett Bibliographic relationships: toward a conceptual structure of bibliographic information used in cataloging1, lo studio delle relazioni bibliografiche risultava un campo di ricerca ancora poco approfondito dagli studiosi di biblioteconomia. I risultati teorici più significativi erano rappresentati dalle definizioni di relazione contenute nell'UNIMARC format (1980) e dall'analisi delle relazioni gerarchiche proposta da Paula Goossens e Mazur-Rzesos nell'articolo Hierarchical relationships in bibliographic descriptions: problem analysis2.
Paula Goossens ed E. Mazur-Rzesos offrivano una rappresentazione schematica delle relazioni gerarchiche tramite una complessa struttura ad albero con l'intento di fornire una base teorica in grado di esprimere tali relazioni per soluzioni manuali e automatizzate. La struttura, negli esempi, si limitava a tre livelli, definiti set level per il livello più alto, subset level per quello intermedio e piece level per il più basso. Ciascun livello utilizzava notazioni speciali. Lo studio rappresentava, per Tillett, l'unica analisi approfondita delle relazioni bibliografiche, pur riconoscendo che lo schema proposto sembrava funzionare per le vere gerarchie, come serie e sottoserie, mentre risultava meno efficace per altre categorie di materiale.
Le definizioni di relazione bibliografica che si trovano in UNIMARC suggerivano una categorizzazione in cui si riconoscevano tre tipi di relazione: 'verticale', ossia la relazione gerarchica tra il tutto e una parte e tra una parte e il tutto; 'orizzontale', ossia la relazione tra versioni di un'opera; 'cronologica', ossia la relazione nel tempo tra edizioni. Tillett osservò che le tre categorie di UNIMARC non rispecchiavano i principi tassonomici per cui ogni categoria dev'essere mutualmente esclusiva e totalmente esaustiva. Esse non erano esaustive perché omettevano alcune relazioni come, per esempio, quelle che intercorrono tra copie, tra un supplemento e l'opera che accompagna o tra una recensione e il libro recensito. Allo stesso modo non rispettavano i requisiti d'esclusività, rimanendo vaga la distinzione tra 'orizzontale' e 'cronologica'. È il caso di manuali pubblicati in versioni aggiornate con lievi cambiamenti di titolo. Qui la relazione tra edizioni consecutive è sia orizzontale, in quanto appare in varie versioni, sia cronologica, in quanto viene pubblicata annualmente con titoli successivamente differenti. Le definizioni di UNIMARC rappresentavano un importante passo in avanti nel processo di descrizione delle relazioni bibliografiche ma risultavano incomplete. Tillett riteneva, pertanto, necessaria una nuova categorizzazione.

Lo studio analitico

Da questi presupposti teorici prese le mosse il lavoro pionieristico di Barbara Tillett. Il suo lavoro si divide in due parti: uno studio analitico e uno studio empirico.
Nella prima parte, l'autrice, prendendo in esame alcuni codici catalografici anglo-americani rilevanti, crea una tassonomia delle relazioni bibliografiche e delinea una storia dei linking devices utilizzati nei cataloghi. Lo studio empirico fu condotto per valutare l'estensione delle relazioni bibliografiche tramite l'esame della loro frequenza di occorrenza nel Machine-readable database (MARC) della Library of Congress nel periodo tra inizio 1968 e luglio 1986. L'intento dell'autrice, così come si legge nelle pagine introduttive della tesi di dottorato, era fornire le basi per comprendere la struttura concettuale del catalogo della biblioteca in termini di relazioni bibliografiche.
Tillett sceglie ventiquattro codici, scelti sulla base della loro influenza sulla prassi catalografica della Library of Congress e delle principali biblioteche degli Stati Uniti: dalle 91 regole di Antonio Panizzi del 1841, alle varie edizioni delle Rules for a dictionary catalogue di Charles A. Cutter, ai codici dell'American Library Association, ai Principi di Parigi del 1961 fino alle Anglo-American cataloguing rules. 2nd edition del 1978. Dall'analisi dei ventiquattro dei codici catalografici consultati, l'autrice sviluppa una tassonomia in cui vengono identificate sette categorie di relazioni bibliografiche, nelle quali sono soddisfatti i requisiti di totale esaustività e mutuale esclusività; allo stesso tempo, mantiene l'essenza delle tre categorie UNIMARC. Le sette categorie individuate sono: a) relazioni d'equivalenza; b) relazioni derivative; c) relazioni descrittive; d) relazioni unità-parte (o parte-unità); e) relazioni d'accompagnamento; f) relazioni di sequela; g) relazioni di caratteristiche condivise.

a) Relazioni d'equivalenza
Le relazioni di equivalenza sono quelle che si verificano tra copie esatte della stessa manifestazione di un'opera o tra un'opera originale e le sue riproduzioni. I tipi di risorsa che presentano questa relazione sono le copie, le emissioni, i facsimili e le ristampe, le fotocopie, i microform e altri tipi simili di riproduzione. Le regole catalografiche suggerivano diversi metodi per indicare opere equivalenti nei record tramite l'uso di linking devices come dash entries3 per l'opera equivalente nel record dell'opera originale, note che colleghino i record separati dell'opera originale e di quella equivalente, note nel record dell'opera originale che informino dell'opera equivalente così come note nel record dell'opera equivalente che informino dell'opera originale con lo stesso titolo uniforme nel record dell'opera originale e di quella equivalente. Una relazione d'equivalenza presuppone che rimangano inalterati il contenuto e la paternità intellettuale o artistica dell'opera. Nel caso si verifichi un'alterazione, la relazione si definisce derivativa.
L'autrice successivamente riconoscerà la complessità del concetto d'equivalenza, per la soggettività con cui ogni utente reputa importante o meno ciascuna distinzione che può presentarsi fra due entità. Quindi le relazioni di equivalenza, afferma Tillett, «sono soggettive e possono riscontrarsi a vari livelli della gerarchia dell'entità bibliografica ma la loro determinazione spetta all'utente»4.

b) Relazioni derivative
Le relazioni derivative, chiamate relazioni orizzontali nelle definizioni di UNIMARC, si verificano tra un'opera e una modificazione basata sulla stessa opera. Un'opera è una derivazione quando amplia, riassume o modifica un'altra opera o una sua parte. Le relazioni di tipo derivativo coprono un'ampia gamma di variazioni da un'opera originale. Possono verificarsi tra un'opera originale e versioni di quell'opera, come edizioni, revisioni, traduzioni, compendi, riassunti e digesti; adattamenti e modifiche che risultano quali nuove opere; cambi di genere che risultano come nuove opere e nuove opere che si basano sullo stile o il contenuto tematico dell'opera originale, come traduzioni libere, parafrasi, imitazioni e parodie. Il legame tra la varietà di relazioni contenute in questa categoria, da quelle quasi identiche a quelle prevalentemente differenti, è dovuto all'esistenza di un'opera originale da cui deriva un'altra opera, sia per il contenuto intellettuale o tematico, sia per lo stile. Ne deriva, di conseguenza, una simile varietà di linking devices utilizzati per esprimere tali relazioni nel catalogo, come reference, formulazioni di edizione e dash entries per altre edizioni, note, titoli uniformi, rinvii, accessi per soggetto, accessi principali comuni e accessi aggiunti. Non esiste una regola generale per preferire un linking device a un altro per collegare un'opera alle sue derivazioni e, pertanto, le regole si sono mostrate spesso incoerenti.

c) Relazioni descrittive
Le relazioni descrittive si verificano fra un'opera e una descrizione, una critica, una valutazione o una sua recensione; comprendono le edizioni critiche, i casebook e i commentari. Quando la descrizione è predominante o pubblicata in forma separata vengono usate note e accessi secondari o per soggetto per collegare la descrizione all'opera descritta. In specifiche situazioni, in particolare per manoscritti, incunaboli e carte geografiche, l'opera descrittiva, quale fonte per il reference, si annota nel record dell'opera descritta.

d) Relazioni unità-parte
Le relazioni unità-parte (o, viceversa, parte-unità) corrispondono alle relazioni verticali nelle definizioni di UNIMARC e alle relazioni gerarchiche di Goossens e Mazur-Rzesos. Si verificano fra una parte componente di un'opera e l'opera che la contiene, come nel caso di un'opera contenuta in un'antologia e l'intera antologia o fra i capitoli di un libro e il libro. Le parti componenti possono attenere a una particolare manifestazione fisica di un'opera. Tillett riconosce, nella sua tassonomia, tre sottorelazioni relative alla categoria delle relazioni unità-parte: quelle attinenti a un'unità fisica sono definite 'relazioni contenitive' quando riferite a parti componenti di un'unità o 'relazioni estrattive' quando riferite a quelle parti di un'opera che sono state estratte e pubblicate separatamente in modo autonomo. Infine le 'relazioni astratte', attinenti a un'unità astratta, che si riferiscono alle relazioni che intercorrono tra un'unità intellettuale e le sue componenti intellettuali, ossia opere che non sono solamente contenute in un'unità fisica ma che sono parti di un'opera intellettuale. Le regole catalografiche individuano differenti linking devices allo scopo di rappresentare le relazioni unità-parte nei record, i quali variano in base al tipo di sottorelazione che s'intende individuare. Gli strumenti prevalentemente utilizzati sono le note di contenuto e le registrazioni analitiche per indicare specifiche parti componenti, accessi secondari per l'opera contenente o per la parte, descrizioni a più livelli e dash entries per incorporare tutte le parti componenti in una descrizione bibliografica, titoli uniformi per l'opera più grande utilizzati come accessi per la descrizione della parte e note esplicative che identificano le parti di un'opera. Tillett riconosce come questo tipo di relazione si riveli di particolare interesse in riferimento alle risorse elettroniche, quando le immagini, il testo o l'audio sono componenti di un tutto e devono essere manifestati nel loro insieme5.

e) Relazioni d'accompagnamento
Le relazioni d'accompagnamento si verificano tra un'opera e un'altra opera che l'accompagna. Ciò può avvenire tra due opere che si completano nella stessa misura e che si presuppone vengano usate come una sola unità oppure tra un'opera che aumenta un'altra opera principale o predominante. Nella situazione più comune, in cui sono presenti un'opera subordinata e una predominante, l'opera subordinata può continuare, integrare, illustrare o aggiungere informazioni utili circa l'opera principale. AACR2 prevede norme per materiale d'accompagnamento e materiale supplementare in due sezioni separate, salvo poi trattarli allo stesso modo. Nell'ambito della tassonomia, invece, Tillett include i due tipi di materiale nella stessa relazione d'accompagnamento a condizione che il materiale di supplemento svolga una funzione d'aggiunta o d'integrazione rispetto a un'opera principale e che non sia in nessun modo una sua continuazione. Una volta introdotto un elemento di continuazione nell'opera, la relazione che intercorre è una relazione di sequela che verrà descritta in seguito. I metodi per indicare una relazione d'accompagnamento variano a seconda del tipo di materiale. Nel caso si tratti di materiale dipendente da un'opera principale può essere aggiunta nel record una descrizione del materiale d'accompagnamento, una nota, quando il materiale è un'opera minore, una descrizione a più livelli e, ancora, un dash entry nel record per l'opera principale, come per indici e supplementi. Nel caso di materiale indipendente rispetto all'opera principale, i codici suggeriscono l'uso di un record separato per il materiale d'accompagnamento, con una nota circa l'opera principale e, in alcuni casi, un accesso aggiunto.

f) Relazioni di sequela
Le relazioni di sequela, chiamate relazioni cronologiche nelle definizioni UNIMARC, si verificano nel caso di opere che continuano o precedono un'altra. Tillett ritiene che il termine 'sequela' sia preferibile a 'cronologico' proprio per sottolineare la natura sequenziale di un gruppo di opere piuttosto che il loro ordinamento cronologico. Le opere che presentano queste relazioni sono le serie, i seriali e i sequel. Per i seriali, le opere caratterizzate da relazioni di sequela riguardano le variazioni del titolo. Per rappresentare le relazioni di sequela fra opere che presentano titoli diversi, le regole individuano diversi strumenti, come note che informino sui titoli precedenti o successivi, note che informino soprattutto sul titolo immediatamente precedente e immediatamente successivo, l'utilizzo di titoli uniformi e di accessi secondari.

g) Relazioni di caratteristiche condivise
Le relazioni di caratteristiche condivise si verificano tra opere che hanno in comune una qualsiasi caratteristica non compresa nelle categorie precedentemente elencate della tassonomia. Le relazioni possono essere stabilite per qualsiasi elemento sia considerato utile, quale la stessa data o il paese di pubblicazione, la lingua, il soggetto, il formato o altra caratteristica usata come punto d'accesso in un catalogo. La relazione è di carattere più generale e, pertanto, non è inclusa nello studio empirico dell'autrice. Proprio per essere il tipo di relazione più pervasivo, Tillett ne riconosce l'utilità, nel contesto dei cataloghi online, per l'aiuto che può offrire all'utente nel reperimento delle informazioni, limitando o filtrando i risultati della ricerca.

Lo studio empirico

Lo studio empirico venne portato a termine come supplemento allo studio analitico. Esso rappresentava un tentativo d'esaminare l'estensione delle relazioni bibliografiche in base a quanto riflesso dalla loro frequenza di occorrenza nell'ambito del Machine-readable database della Library of Congress, nel periodo compreso tra il 1968, quando vi furono inseriti i primi record, e il luglio 1986, quando Tillett condusse la sua ricerca. Il numero di record nel database della biblioteca, in quel momento, era di 2.854.252. La percentuale di record per ogni formato bibliografico era assai disomogenea e variegata, passando dall'81,6 % di record riferiti a libri allo 0,8 % riferiti a musica. Il materiale dei record esaminati includeva quasi tutte le lingue, seppure fino al 1976-1977 fossero state catalogate solo le monografie in lingua inglese. Allo stesso modo erano inclusi quasi tutti i tipi di opera: libri, seriali, audiovisivi, musica e carte geografiche. Venivano esclusi i manoscritti e i machine-readable data files che rappresentavano rispettivamente meno dello 0,4 % e 0,08 % del totale dei record presi in esame.
La frequenza d'occorrenza venne calcolata sulla base di specifici codici del formato MARC associati a ogni tipo di relazione. Alcune relazioni avevano una corrispondenza diretta, 'uno-a-uno', rispetto a un codice del formato MARC, rendendo agile il calcolo delle relazioni. Altre relazioni, invece, erano formulate tramite codici generali che presentavano una corrispondenza 'uno-a-molti', contenendo più tipi di relazione. L'unico codice di carattere generale preso in considerazione per lo studio empirico fu il codice con tag '500', con il quale s'identifica una nota generale. Circa la metà dei record del database presentava il tag '500' della nota generale in cui erano contenute informazioni sulle relazioni e di altro tipo; verificare la presenza di informazioni riguardanti le relazioni avrebbe comportato l'analisi specifica di ogni record per individuare parole o frasi associate a ciascuna relazione bibliografica. Dato il costo proibitivo di un'operazione del genere, lo studio venne condotto su un campione di record. Da qui la scelta dell'autrice di dividere il lavoro in due parti: uno studio di quei campi in cui le relazioni erano codificate esplicitamente e uno studio sulle relazioni contenute nel tag '500'.
Per le relazioni codificate esplicitamente, l'analisi dei tag, degli indicatori e dei sottocampi del formato MARC diede come risultato una lista di 134 relazioni bibliografiche, ciascuna delle quali venne poi assegnata alla categoria appropriata della tassonomia elaborata nello studio analitico: equivalenza, derivativa, descrittiva, unità-parte, accompagnamento, sequela e caratteristiche condivise. La categoria delle relazioni descrittive non presentava codici specifici, bensì solo quello relativo al tag '500' delle note generali. Allo stesso tempo veniva esclusa la categoria delle relazioni di caratteristiche condivise, la quale, per il suo carattere generale e pervasivo, veniva indicata da quasi tutti i codici MARC rendendo eccessivamente complesso il calcolo dell'occorrenza. 14 delle 134 relazioni codificate non presentavano alcun record. Le restanti 120 relazioni vennero tradotte in interrogazioni al computer della Library of Congress sulla base di cinque criteri:
- formato bibliografico, equivalente a ciascun formato MARC per libri, seriali, carte geografiche, musica e audiovisivi;
- soggetto, determinato tramite il campo della collocazione, il tag '050', e diviso in quattro macro gruppi, secondo la classificazione della Library of Congress: Sciences, Social sciences, Humanities e General, a cui venne aggiunto un quinto gruppo denominato Unknown;
- data di pubblicazione, raggruppata per decadi per il XX secolo, per secoli per il XIX e XVIII secolo e in un unico gruppo per tutti i record pre-1700;
- lingua, in cui vennero analizzati separatamente i record in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese, russo e spagnolo e inclusi in un unico gruppo tutti i record nelle altre lingue;
- paese di pubblicazione, in cui i vari paesi furono raggruppati in venti categorie.
I cinque criteri furono presi in esame ipotizzando che potessero indicare la presenza di una specifica relazione bibliografica, manifestando diverse tendenze per ogni tipo di relazione. L'esistenza di specifiche tendenze riferite a ciascuna relazione bibliografica si sarebbe rivelata utile nell'ambito delle regole catalografiche e nella progettazione di sistemi di catalogo.
La seconda parte dello studio venne condotta su un campione statisticamente significativo di 1.841 record del database della Library of Congress, di cui 1.141 presentavano il campo '500' delle note generali. Poiché erano presenti informazioni sulle relazioni e informazioni di altro genere, fu necessario esaminare le note con l'ausilio di una lista di parole chiave per selezionare solo le note che informassero delle relazioni. Il risultato ottenuto fu una lista di 798 record.
L'indagine mostrava che, eccettuate le relazioni di caratteristiche condivise, tutte le relazioni erano rappresentate nelle note generali6. A discapito di quanto previsto, afferma Tillett, dallo studio dei record con il campo '500' non emerse alcuna nuova categoria di relazione bibliografica, confermando perciò il grado d'esaustività della tassonomia elaborata dall'autrice. Differenze risultavano comparando i dati circa la distribuzione delle relazioni nelle due parti dello studio empirico; le relazioni di sequela e di unità-parte erano maggiormente rappresentate come relazioni codificate esplicitamente, mentre quelle d'equivalenza, derivative, descrittive e d'accompagnamento erano espresse tramite la nota generale. I risultati dello studio empirico rivelarono che il maggior numero di record contenenti relazioni bibliografiche erano record di opere in lingua inglese, pubblicate negli Stati Uniti, tra il 1970 e il 1979. Facevano eccezione le risorse caratterizzate da relazioni equivalenti, pubblicate prevalentemente negli anni Ottanta.

Dall'analisi dell'occorrenza per soggetto risultava che Science fosse quello associato principalmente alle relazioni d'accompagnamento, Social science alle relazioni unità-parte, Humanities alle derivative e la categoria Unknown alle relazioni d'equivalenza. I libri presentavano il maggior numero di record in cui si verificavano relazioni d'equivalenza, derivative e unità-parte. Gli audiovisivi mostravano principalmente relazioni d'accompagnamento e i seriali la pressoché totalità delle relazioni di sequela.
Per i dati risultati dalla prima parte dello studio empirico, Tillett metteva in luce tre aspetti che avevano complicato l'analisi: il metodo di calcolo, le limitazioni degli elaboratori della Library of Congress e la natura dei record bibliografici. Circa il metodo di calcolo, i dati non erano stati raccolti con un criterio che permettesse all'autrice di correlare tra loro i criteri riferiti a determinati record, piuttosto i dati erano stati raccolti separatamente per ogni criterio riferito a un gruppo di record con un dato codice. Ciò non aveva permesso di mettere in correlazione statisticamente i dati tra i criteri. Il secondo aspetto riguardava le limitazioni per l'uso del computer della Library of Congress, del quale l'autrice non poté fare un uso esclusivo per gli scopi dello studio poiché, mentre elaborava le interrogazioni, esso eseguiva le operazioni di routine della biblioteca. Infine, a complicare l'analisi dei risultati ottenuti dallo studio è la natura stessa dei record; un record può presentare più tipi di relazione bibliografica, come può accadere nel caso di un'opera che presenti una copia, un'edizione rivista o un supplemento e sia allo stesso tempo un'antologia di racconti. Inoltre, un record può includere più istanze del medesimo tipo di relazione bibliografica, come può accadere per il record di un'opera che ha un'edizione precedente e una successiva, presentando due relazioni derivative riferite ad altre due opere. Ne consegue che nel calcolo dei record associati a una relazione lo stesso record possa essere calcolato più volte.

Conclusioni

I concetti discussi nella tesi di dottorato di Barbara B. Tillett del 1987 sono alla base di ogni studio scientifico sulle entità, gli attributi e le relazioni delle risorse bibliografiche. Le tematiche trattate furono autorevolmente riprese a partire dal 1989 da Elaine Svenonius (tutor di dottorato di Tillett) e Tom Delsey (anch'egli allievo della docente dell'UCLA, The University of California, Los Angeles) all'interno della Cataloguing Section dell'IFLA; la Sezione approvò il lavoro per la definizione di ciò che nel 1998 sarà chiamato FRBR, Functional requirements for bibliographic records, il documento teorico più importante emanato dall'IFLA negli ultimi decenni. FRBR è alla base di ICP, International cataloging principles del 2009 (con gli aggiornamenti e le versioni successive), e di RDA, Resource description and access, lo standard di metadatazione, di valenza internazionale, concepito per l'era digitale strutturato proprio sulle entità, sugli attributi e soprattutto sulle relazioni bibliografiche, tematica che occupa gran parte delle linee guida.

PS
A saggio concluso e consegnato per la stampa si aggiunge la notizia della ripubblicazione in Cataloging & classification quarterly dell'articolo Bibliographic entities and their uses di Elaine Svenonius7, pubblicato originariamente in Seminar on bibliographic records: proceedings of the seminar held in Stockholm, 15-16 August 1990, incontro promosso dall'IFLA UBCIM Programme e dall'IFLA Division of Bibliographic Control, i cui atti furono editi a cura di Ross Bourne da Saur nel 1992. La riproposizione del saggio di Svenonius a ventisei anni di distanza è estremamente significativa perché conferma il ruolo basilare delle ricerche svolte da Svenonius e dai suoi allievi Barbara Tillett e Tom Delsey, divenute punti di riferimento imprescindibili per la letteratura catalografica contemporanea.

Note

Ultima consultazione siti web: 25 gennaio 2019

[1] Barbara B. Tillett, Bibliographic relationships: toward a conceptual structure of bibliographic information used in cataloging [Ph.D. thesis]. Los Angeles: University of California, 1987.

[2] Paula Goossens; E. Mazur-Rzesos, Hierarchical relationships in bibliographic descriptions: problem analysis. In: Hierarchical relationships in bibliographic descriptions: INTERMARC Software-Subgroup Seminar 4, Library Systems Seminar, Essen, 25 March - 27 March 1981, contributors E. Bonness [et al.]; edited by Ahmed H. Helal, Joachim W. Weiss. Essen: Gesamthochschulbibliothek, 1982, p. 13–128.

[3] Un dash entry è un tipo d'accesso utilizzato soprattutto per indicare materiale d'accompagnamento o altre versioni di una risorsa nel record dell'opera prevalente. Veniva utilizzato nei cataloghi cartacei con lo scopo di economizzare gli spazi per i record che condividevano la descrizione catalografica di base. Il suo impiego è stato eliminato da AACR2, riflettendo il passaggio dal catalogo cartaceo a quello elettronico; vedi Joan M. Reitz, ODLIS: Online dictionary for library and information science. 2019, https://www.abc-clio.com/ODLIS/odlis_d.

[4] Barbara B. Tillett, Bibliographic relationships. In: Relationships in the organization of knowledge, edited by Carol A. Bean, Rebecca Green. Dordrecht: Kluwer Academic Publishers, 2001, p. 19-35: p. 24.

[5] Ivi, p. 25.

[6] Il tipo predominante era quello delle relazioni d'accompagnamento con 326 occorrenze (costituendo il 17,7 % del totale dei record del campione preso in esame), le relazioni derivative seguivano con 302 occorrenze, le relazioni equivalenti con 123, le unità-parte con 40, quelle di sequela con 5 e le relazioni descrittive con 2 occorrenze.

[7] Elaine Svenonius, Bibliographic entities and their uses, «Cataloging & classification quarterly», 56 (2018), n. 8, p. 711-724.