di Flavia Bruni
Lo studio della storia del libro a taglio prevalentemente tipografico, che è stato alla base di fondamentali progetti di censimento divenuti riferimento imprescindibile per qualsiasi ricerca sul libro antico, è sempre più strettamente connesso con l’attenzione nei confronti di tutto quanto sia utile a testimoniare le vicende individuali di ogni esemplare, una volta presa la propria strada fuori dalla bottega del libraio1. Nel contesto di tale ampliamento di prospettiva, le informazioni eventualmente disponibili e quanto più possibile dettagliate su possessori e provenienze2 di singoli volumi o, nei casi più fortunati, di intere collezioni librarie hanno assunto un ruolo cruciale nel panorama attuale della storia del libro non solo antico ma anche moderno e contemporaneo3. L’interesse verso l’editoria e la circolazione libraria dai primi libri stampati alle contemporanee biblioteche d’autore ha evidenziato la rilevanza di una accurata registrazione dei dati di provenienza all’interno di sistemi che li rendano agevolmente reperibili e consultabili; prova ne è la crescente diffusione di progetti e iniziative nazionali e internazionali per la creazione di archivi controllati di possessori, di cui dava conto nel 2015 La Bibliofilía con un dossier dedicato all’argomento a cura di Luca Rivali4.
Il Consortium of European research libraries (CERL) ospita una serie di risorse specificamente dedicate all’indagine in quest’ambito di ricerca5: oltre al CERL Thesaurus6, che include anche nomi di possessori del passato, il portale CERL ospita l’Index possessorum incunabulorum, che fornisce informazioni relative a circa 32.000 persone o enti ricavate da Paul Needham da cataloghi già pubblicati o frutto del suo personale lavoro di ricerca7; l’indice di possessori in Gran Bretagna fino alla prima metà del Cinquecento, Early bookowners in Britain (EBOB)8; infine, la banca dati Material evidence in incunabula (MEI)9, in cui è registrato meticolosamente qualsiasi elemento utile alla ricostruzione della storia delle copie incunabole, riservando particolare attenzione ad attestazioni di provenienza sia esplicite (note di acquisto o di possesso, timbri, ex libris, etichette e via dicendo) sia implicite (legature, miniature, vecchie collocazioni ecc.). Il progetto 15cBOOKTRADE, promosso grazie a un finanziamento ERC (European research council)10, oltre ad alimentare massicciamente la banca dati MEI ha sperimentato il tentativo di localizzare geograficamente e cronologicamente gli esemplari nei loro percorsi attraverso i secoli tramite una analisi ‘stratigrafica’ in cui la datazione di ogni elemento rilevato, approssimata al maggior livello di precisione possibile, permette di visualizzare graficamente gli spostamenti dei volumi attraverso epoche storiche e Paesi (Figura 1)11. Bisogna inoltre menzionare il CERL Provenance digital archive, che consente la ricerca all’interno di collezioni digitali di materiale diverso messe a disposizione da biblioteche, archivi, musei e altri istituti tramite il portale Arkyves12. Fuori dall’ambito CERL si segnala il recente Book owners online di David Pearson13.
Figura 1 – La visualizzazione dei dati di provenienza in MEI
In ambito SBN le informazioni relative a possessori e provenienze, anche laddove siano state registrate in fase di catalogazione delle risorse, non sono condivise in indice in quanto rientrano tra i dati pertinenti agli esemplari che, all’interno della particolare architettura di SBN, sono gestiti solo in polo14. Di conseguenza, le informazioni relative a possessori e provenienze di specifici esemplari sono disponibili unicamente negli OPAC di poli e biblioteche che abbiano curato autonomamente la realizzazione di un’apposita interfaccia per la visualizzazione di tali dati. Il rilievo assunto dagli studi di provenienza negli ultimi decenni ha indotto biblioteche e poli che hanno investito in progetti di catalogazione delle proprie collezioni storiche e nella contestuale identificazione dei precedenti possessori a intraprendere lo sviluppo di sistemi idonei a consentire la consultazione online degli archivi possessori spesso nati come strumenti di lavoro. Alcuni cataloghi offrono una ricerca specifica per possessore, mentre progetti speciali hanno portato alla creazione di banche dati esterne accessibili tramite il collegamento alle notizie bibliografiche, che risultano così arricchite da informazioni aggiuntive, immagini, riferimenti a repertori o altro.
Tra queste iniziative si annovera l’Archivio possessori della Biblioteca nazionale di Napoli, avviato nel 2004 come strumento a uso interno della biblioteca e dieci anni dopo, considerandone l’utilità anche a fini di studio, reso liberamente accessibile online (Figura 2)15. Nello stesso 2014 vedeva la luce una risorsa analoga realizzata dalla Biblioteca nazionale Marciana e aperta alla partecipazione di altre biblioteche16. L’Archivio dei possessori della Biblioteca nazionale Marciana presenta, all’interno di schede con informazioni dettagliate su ciascun possessore, la collocazione degli esemplari collegati a quel nome corredata da link alla descrizione bibliografica delle relative edizioni (Figure 3-5). L’Archivio possessori e provenienze della Biblioteca nazionale centrale di Roma, incrementato dall’Ufficio libro antico a partire dal 1994 e interrogabile dal 1998, data in cui contava già circa 3.000 nomi, è consultabile tramite la ricerca avanzata dell’OPAC del polo, selezionando ‘possessore’ dalla tendina per la scelta del campo in cui effettuare la ricerca (Figura 6)17. Tra i primi a presentare possessori e provenienze all’interno della notizia bibliografica anche l’OPAC del polo della Biblioteca nazionale centrale di Firenze (Figura 7)18. Un canale di ricerca specifico per possessore si trova nell’OPAC del polo del Censimento regionale delle edizioni del XVI secolo dell’Emilia Romagna (CER) (Figura 8)19, nella ricerca avanzata di quello del polo bolognese (UBO) (Figura 9)20 e nel catalogo del sistema bibliotecario padovano (polo PUV); in quest’ultimo è disponibile anche lo scorrimento per liste (Figura 10)21. In tutti i cataloghi citati è possibile navigare tra le notizie bibliografiche e i possessori di singoli esemplari per ricostruire ed esplorare le raccolte appartenute a uno specifico possessore (ente o persona) all’interno dei più ampi fondi antichi delle biblioteche attuali.
Figura 2 – Risultato della ricerca ‘Caracciolo’ nell’Archivio possessori della Biblioteca nazionale di Napoli
Figura 3– L’Archivio dei possessori della Biblioteca nazionale Marciana
Figura 4 – Risultato della ricerca ‘Aldrovandi’ nell’Archivio dei possessori della Biblioteca nazionale Marciana
Figura 5 – Scheda informativa del possessore Ulisse Aldrovandi nell’Archivio dei possessori della Biblioteca nazionale Marciana. La scheda include la collocazione di un esemplare collegato a quel nome e il link alla relativa notizia bibliografica nell’OPAC della biblioteca
Figura 6 – Impostazione della ricerca del nome ‘Barberini’ nel canale possessore della maschera di ricerca avanzata dell’OPAC del polo della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Figura 7 – Impostazione della ricerca del nome ‘Convento di San Marco’ nel canale possessore della maschera di ricerca avanzata dell’OPAC della Biblioteca nazionale centrale di Firenze
Figura 8 – Impostazione della ricerca del nome ‘Aldrovandi’ nel canale possessore della maschera di ricerca dell’OPAC del polo del Censimento regionale delle edizioni del XVI secolo dell’Emilia Romagna (CER)
Figura 9 – Impostazione della ricerca del nome ‘Aldrovandi’ nel canale possessore della maschera di ricerca avanzata dell’OPAC del polo bolognese (UBO)
Figura 10 – Impostazione della ricerca del nome ‘Morgagni’ nel canale possessore della maschera di ricerca per scorrimento liste dell’OPAC del polo del sistema bibliotecario padovano (PUV)
La visualizzazione dei risultati nei cataloghi considerati si presenta varia e articolata su strutture di tipo diverso. La principale difficoltà per gli OPAC di polo o biblioteca è consistita nell’individuare soluzioni idonee all’inserimento di un dato di esemplare all’interno di una prospettazione di dati bibliografici relativi, invece, al livello della manifestazione (nella fattispecie, dell’edizione)22.
L’OPAC della Biblioteca nazionale centrale di Roma presenta in prima istanza, come risposta alla ricerca di un determinato possessore, tutte le edizioni che hanno uno o più esemplari collegati a quel possessore (Figura 11). Nella parte della scheda contrassegnata dall’etichetta ‘nomi’, il possessore, unico dato pertinente al livello dell’esemplare, figura insieme a tutte le responsabilità relative alla manifestazione. Nel caso in cui la biblioteca possieda più copie della stessa edizione, i possessori dei diversi esemplari sono elencati tutti nella stessa sezione seguendo un ordine non dichiarato, seguiti dalla precisazione dell’esemplare cui ciascuno pertiene (Figure 12-13). Una visualizzazione analoga si riscontra nell’OPAC della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dove i possessori sono elencati tra i ‘responsabili secondari’ (Figura 14)23.
Figura 11 – Prospettazione dei risultati della ricerca del nome ‘Barberini’ nel canale possessore della maschera di ricerca avanzata dell’OPAC del polo della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Figura 12 – Notizia bibliografica corrispondente al BID TO0E001822 nell’OPAC del polo della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Figura 13 – Esemplari dell’edizione corrispondente al BID TO0E001822 nell’OPAC del polo della Biblioteca nazionale centrale di Roma
Figura 14 – Prospettazione di possessori e provenienze nell’area delle note e tra le responsabilità secondarie dell’edizione corrispondente al BID BVEE001695 nell’OPAC del polo della Biblioteca nazionale centrale di Firenze
La situazione si presenta ancor più complessa nel caso del polo CER. La ricerca del possessore ‘Aldrovandi’, mostrata sopra a titolo di esempio, restituisce 333 risultati, corrispondenti a 333 notizie bibliografiche relative a monografie, ciascuna delle quali ha almeno un esemplare collegato a un possessore di nome Aldrovandi (Figura 15). Trattandosi di un polo che comprende le ricchissime collezioni dell’Emilia Romagna, ogni notizia bibliografica ha spesso molteplici localizzazioni. L’utente dovrà perciò esaminare gli esemplari di tutte le localizzazioni collegate alla scheda per individuare l’esemplare appartenuto al possessore ricercato (Figura 16); dovrà poi tornare indietro ed esaminare tutte le notizie nello stesso modo. Si noti che qui, a differenza dell’OPAC della BNCR, il nome del possessore risulta inserito nella scheda relativa ai dati di esemplare (Figura 17) e non all’interno della notizia bibliografica; una prospettazione analoga è offerta nell’OPAC del polo bolognese. Preferibile in questo senso è la soluzione adottata dal catalogo del sistema bibliotecario padovano, che pure raccoglie le collezioni di circa 80 biblioteche tra cui quelle dell’Università di Padova. I possessori sono indicati in un’apposita sezione della scheda, preceduti dalla chiara indicazione della biblioteca e della collocazione attuale (Figura 18).
Figura 15 – Prospettazione dei risultati della ricerca del nome ‘Aldrovandi’ nel canale possessore della maschera di ricerca dell’OPAC del polo del Censimento regionale delle edizioni del XVI secolo dell’Emilia Romagna (CER)
Figura 16 – Notizia bibliografica corrispondente al BID BVEE005877 e localizzazioni nell’OPAC del polo del Censimento regionale delle edizioni del XVI secolo dell’Emilia Romagna (CER)
Figura 17 – Dettaglio delle localizzazioni con note di esemplare della notizia bibliografica corrispondente al BID BVEE005877 nell’OPAC del polo del Censimento regionale delle edizioni del XVI secolo dell’Emilia Romagna (CER)
Figura 18 – Notizia bibliografica corrispondente al BID BVEE002581 nell’OPAC del polo del sistema bibliotecario padovano (PUV)
Il proliferare di sistemi dissimili nelle modalità di ricerca e di prospettazione dei risultati, in cui il livello della manifestazione e quello dell’esemplare si confondono in modalità ogni volta diverse, indica la necessità di una struttura per la condivisione dei dati relativi a possessori e provenienze a livello nazionale che non può essere altro che l’indice SBN24. La catalogazione partecipata, principio cardine su cui è sorta e si è sviluppata l’idea di un catalogo nazionale condiviso, si fonda su un criterio ergonomico in base al quale ogni entità, sia essa una notizia bibliografica o una voce di autorità, viene creata una sola volta, da chi per primo ne ha bisogno per catalogare una determinata risorsa; chi successivamente avrà bisogno di quella stessa entità può (e deve) semplicemente ‘catturarla’, modificandola se opportuno per completarla o correggere eventuali errori e imprecisioni25. Allo stato attuale, le voci di autorità relative ai possessori elaborate nei diversi poli rimangono confinate in archivi locali non comunicanti tra loro. La creazione in ciascun polo di voci di autorità indipendenti, non in linea con la catalogazione partecipata, comporta una moltiplicazione che potrebbe essere evitata applicando anche in quest’ambito il principio della catalogazione partecipata. Ciò sarebbe ancor più opportuno in considerazione delle minuziose ricerche su cui si fondano gli archivi di autorità, tra cui quelli relativi ai possessori. La condivisione di informazioni talvolta reperibili solo in fonti molto specifiche, quali manoscritti, documenti d’archivio o dizionari di storia locale, porterebbe immediatamente a un arricchimento delle voci di autorità a livello non più solo locale ma nazionale.
I vantaggi di un approccio basato sulla condivisione sarebbero ancora più evidenti nel miglioramento del servizio reso all’utenza. L’attuale frammentazione degli archivi di autorità costringe a ripetere la ricerca in tutte le risorse disponibili cimentandosi di volta in volta con architetture e sistemi difformi dall’utilizzo non sempre semplice e intuitivo, in un processo nell’insieme molto laborioso. Allo studioso è richiesto un ulteriore sforzo per mettere insieme e confrontare i risultati ottenuti, necessariamente parziali e spesso difformi, cosa che non accadrebbe con la consultazione di un archivio unico condiviso. L’eterogeneità, anche sul piano tecnico, delle soluzioni adottate dai singoli sistemi per la diffusione di tale patrimonio informativo, oltre a costituire un ostacolo per l’utente, potrebbe rappresentare un’avvisaglia del progressivo allontanamento di una prospettiva, teoricamente auspicabile e ideale, di un indice unico nazionale dei possessori26.
Il progetto per la creazione di un portale di accesso unico alle diverse banche dati gestite dall’ICCU, attualmente in fase di realizzazione, rappresenta un’occasione per il ripensamento delle strutture e il superamento di alcune barriere di natura tecnica in vista di una maggiore integrazione delle risorse con il fine ultimo di facilitare il lavoro dei bibliotecari ma soprattutto le ricerche degli utenti27. In questo contesto rientra l’imminente costituzione di un gruppo di lavoro la cui attività sarà finalizzata allo studio delle modalità più indicate per la condivisione nell’indice SBN delle informazioni relative a possessori e provenienze. I vantaggi prospettati da tale evoluzione del protocollo SBN si possono riassumere in un duplice ordine di fattori:
Una soluzione potrebbe essere quella di costituire e incrementare un archivio di autorità unico per tutte le responsabilità, tanto principali quanto secondarie, da collegare a seconda dei casi sia alla manifestazione sia all’esemplare tramite i relativi codici di responsabilità28. A tal fine sarà probabilmente necessario condividere in indice la segnatura di collocazione come elemento identificativo di ciascun esemplare da collegare alle entità dell’archivio di autorità per possessori e provenienze. Questo collegamento dovrà essere visualizzato e navigabile nell’OPAC di indice secondo modalità in corso di definizione29.
I vantaggi derivanti dalla creazione nell’indice SBN di un archivio di possessori e provenienze sarebbero amplificati dall’inserimento di collegamenti con schede descrittive specifiche per i fondi. La scheda fondo dell’Anagrafe delle biblioteche italiane30 prevede al momento: la denominazione; una descrizione in cui figurano i soggetti che caratterizzano il fondo; l’informazione riguardo l’avvenuto deposito del fondo; informazioni relative a un eventuale catalogo o inventario; URL o citazioni bibliografiche; classi e descrittori Dewey. La scheda fondo potrebbe assumere la funzione di completare le notizie presenti nell’indice SBN tramite l’integrazione non solo con dati di polo ma anche con informazioni del tutto esterne a SBN, ricavate da materiale archivistico, fornite o desunte dalle pagine delle singole istituzioni o da altre banche dati quali quelle riguardanti materiali speciali, come Manus online per i manoscritti31.
Il progetto per la realizzazione di un indice condiviso dei possessori in SBN è attualmente allo studio di fattibilità, in fase di valutazione delle evolutive necessarie per il protocollo SBN. La progettazione della scheda possessore in SBN, con il dettaglio dei campi specifici, degli eventuali collegamenti a immagini e risorse esterne e della relativa prospettazione nell’OPAC di indice, sarà successivamente demandata a un gruppo di lavoro appositamente costituito.
Ultima consultazione siti web: 19 settembre 2020.
Ringrazio Andrea Ottone, Alberto Petrucciani, Alessandra Toschi e le colleghe Maria Cristina Mataloni, Elena Ravelli, Carla Scognamiglio, Donatella Roveri, Elisabetta Sciarra, Alice Semboloni e Laura Tita Farinella per i chiarimenti, le integrazioni e le riflessioni condivise sulle varie stesure di questo testo, nato come documento programmatico interno all’ICCU, e Simonetta Buttò per il costante incoraggiamento e appoggio alla condivisione in indice dell’archivio di possessori e provenienze di SBN.