di Andrea Moroni
Il saggio prende spunto dalla presentazione dell'ultimo libro di Maria Teresa Biagetti1, tenutasi lo scorso 20 febbraio 2020 presso il Dipartimento di beni culturali di Ravenna2. Nel corso dell'incontro sono state ripercorse le principali strategie planetarie in fatto di biblioteche digitali, si è discusso delle criticità emerse e si è ragionato sulle prospettive e sulle sfide che sembrano preannunciarsi. Lo stimolo e la ricchezza di spunti derivati da quest'occasione hanno portato, in questa sede, a una riflessione su un argomento che ben si amalgama con l'applicazione delle nuove tecnologie per la valorizzazione del patrimonio documentario e che si presta altresì ad approfondimenti di natura bibliografica-biblioteconomica: lo status delle presenze e delle disponibilità della stampa periodica di antico regime nei cataloghi e nelle biblioteche digitali italiane3.
Parlare di periodici non è facile, lo sappiamo. Le problematiche connesse alla trattazione di questo materiale sono molteplici: storiche, per le fremebonde vicissitudini editoriali cui una rivista poteva essere sottoposta in vitam4, ma anche per le vicende legate all'uso e alla conservazione post mortem5; gestionali, in relazione alle difficoltà che sorgono al momento della catalogazione, anche solo per trovare notizie sul profilo di una testata, e che inficiano sui processi di studio e ricerca6; concettuali, relativamente alla scelta dei criteri di inclusione e di esclusione di determinate tipologie bibliografiche7; cronologiche, per la periodizzazione e settorializzazione di un corpus che, ricordiamo, è quantitativamente molto esteso8. Tutti questi aspetti assumono delle sfumature ancor più cupe laddove il campo d'interesse dello studioso sia il Seicento o il Settecento, secoli che videro l'exploit della produzione tipografica e in cui gazzette, giornali e altre forme di pubblicazioni in serie conobbero un momento unico e molto importante di crescita, formazione, diffusione e qualificazione. Come osserva Gorian, «nell'ambito della biblioteconomia italiana (e non solo) la stampa periodica ha destato un'attenzione complessiva inferiore a quella rivolta alle monografie»; inoltre, è emblematico come «sono stati sovente ricercatori attivi in ambito letterario o storico a dedicarsi allo studio approfondito (ma spesso anche alla repertoriazione) dei periodici»9. Per avere un quadro più esaustivo sarà sufficiente compiere delle indagini in SBN e ACNP. Lo scenario che si presta non è certo dei più agevoli: oltre a registrazioni sommarie, incomplete e minimali, si riscontra la proliferazione di più descrizioni per la medesima rivista e molto spesso i legami che sussistono tra la scheda madre del periodico e le sue unità costitutive risultano essere poco lineari e molto rumorosi. È proprio qui che si percepisce la mancanza di un piano di respiro nazionale e dai tratti interdisciplinari, finalizzato ad approfondire sotto l'aspetto tipologico, segnaletico e descrittivo il percorso e le presenze della stampa periodica italiana. L'impostazione di una strategia coordinata, diffusa, condivisa e partecipata a livello territoriale e istituzionale, in grado anche solo di chiarire lo stato dell'arte e di operare i giusti distinguo concettuali e spazio-temporali, potrebbe rappresentare il punto di partenza decisivo per rilanciare e innestare linee di ricerca di più ampia portata, capaci soprattutto di non disperdere i frutti più maturi che a livello bibliografico e documentaristico sono stati realizzati negli anni passati. A partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, infatti, sotto la spinta di Giuseppe Ricuperati e altri studiosi sono stati avviati dei primi tentativi di inventariazione di gazzette e giornali scientifico-letterari dei secoli XVII e XVIII10. Sulla scia di queste iniziative hanno preso piede sia studi di ambito regionale11, sia attività di catalogazione all'interno di singole biblioteche12. L'esplosione della rete e delle nuove tecnologie ha rimescolato ulteriormente le carte in gioco: il riversamento online di migliaia di esemplari di testate storiche esemplifica la portata e il peso che questo genere di pubblicazioni riveste all'interno delle strategie di promozione digitale delle nostre biblioteche. Le sfide e le opportunità generate dal nuovo contesto hanno fatto da propulsori per l'avviamento di numerose campagne di digitalizzazione promosse dai singoli Stati e dirette a valorizzare e diffondere il proprio patrimonio documentario.
Per quanto riguarda l'Italia ricordiamo che nell'ambito della Biblioteca digitale italiana13, la principale strategia nazionale di connubio tra digitalizzazione e collezioni bibliotecarie, una delle prime iniziative lanciate nel 2004 fu proprio la scansione delle riviste antecedenti il 1861. Il progetto porta il nome di Periodici e riviste preunitarie14 e costituisce uno dei nuclei fondanti del portale Internet culturale15. A distanza di oltre quindici anni dal suo lancio effettivo, presentiamo i principali elementi costitutivi di questa collezione, evidenziandone punti di forza e di debolezza e ragionando sui possibili scenari futuri.
Nella raccolta Periodici e riviste preunitarie sono digitalizzate oltre settanta testate edite tra la seconda metà del Seicento e la prima metà dell'Ottocento. Il progetto è stato coordinato dall'ICCU con il coinvolgimento di 10 biblioteche16, e ha visto la selezione di diverse tipologie di pubblicazioni: gazzette, giornali, riviste e periodici letterari, raccolte di leggi. Una via rapida di accesso ai titoli presenti è il sistema di ricerca semplice collocato nella home page di Internet culturale, ricordandosi di impostare la voce ‘biblioteca digitale'. Per ottenere una risposta meno rumorosa e mirata si consiglia di specificare l'annata o ricorrere all'identificativo associato alla rivista (BID); in ogni caso è possibile raffinare a posteriori il risultato. Se invece volessimo visionare la collezione nella sua interezza sarà necessario cercarla tra i repository all'interno della sezione ‘Biblioteca digitale italiana' del portale. In questo modo avremmo accesso agli 852 documenti che compongono il repertorio, affiancati da 13 faccette contenenti i metadati più significativi estratti dalle descrizioni dei documenti e utili per il filtraggio della ricerca: autore, contributore, dati editoriali, data di pubblicazione, keyword, lingua, provenienza, teca digitale, formato digitale, collezione, agenzia, tipo di documento, livello bibliografico. La scheda di dettaglio di ciascun record è composta da informazioni bibliografiche (titolo, autore, dati editoriali, data di pubblicazione, anno, fascicolo) e tecniche (collezione digitale, accessibilità, completezza della digitalizzazione, teca digitale, formato digitale, nome del progetto, agenzia competente) relative all'esemplare che si sta consultando. Sempre dalla pagina di dettaglio è possibile collegarsi a risorse affini a quella selezionata, grazie all'implementazione di algoritmi che istituiscono dei legami sulla base della similarità delle keyword (queste funzioni si attivano cliccando sui pulsanti ‘documenti simili' e ‘vedi documenti collegati'): l'obiettivo è quello di incentivare la scoperta di altri contenuti e, nel caso specifico dei periodici, è di grande utilità per cogliere con rapidità i legami tra testate e tra i fascicoli di una stessa rivista. La visualizzazione del documento digitalizzato avviene tramite un apposito lettore che mostra l'oggetto in visione singola, a doppia pagina o a elenco; sono presenti le funzioni di ingrandimento, ritaglio, schermo intero, rotazione, condivisione esterna (social network), download, ricerca di parole del testo e navigazione interna tra le pagine e le sezioni di cui si compone la risorsa.
Reperire informazioni circa la consistenza di questo repertorio non è stato semplice visto che né sulla piattaforma né altrove è stato possibile fare affidamento su una lista esauriente. Si è tentato di rintracciare i titoli presenti e a riguardo forniamo in appendice un elenco numerato e ordinato alfabeticamente.
Il ruolo che i metadati hanno svolto nella prassi bibliotecaria è sempre stato centrale17, e con l'avvento del web e del digitale la loro implementazione è aumentata progressivamente; consentono di avere una visione a 360 gradi della risorsa cui aderiscono, permettendone la descrizione e l'identificazione, facilitandone la consultazione e la conservazione, rendendola tracciabile, individuabile e garantendone il riuso18. Senza di essi è come se la collezione digitale non esistesse.
Come noto, Internet culturale si fonda sullo schema MAG (Metadati amministrativi e gestionali)19, un profilo di applicazione «che ha l'obiettivo di fornire le specifiche formali per la fase di raccolta, di trasferimento e disseminazione dei metadati e dei dati digitali nei rispettivi archivi»20. Ciascun record è costituito da una serie di elementi descrittivi desumibili esplicitamente dalla risorsa o attinenti alle caratteristiche tecniche e progettuali; tra questi, i campi ‘titolo', ‘dati editoriali'21 e ‘data di pubblicazione'22 sono fondamentali per l'individuazione e l'identificazione di un periodico: l'importanza degli ultimi due, poi, dipende anche dal fatto che i rispettivi metadati costituiscono le faccette che consentono di restringere i risultati di una ricerca full text. I valori presenti in ‘anno'23 e ‘fascicolo' sono altrettanto essenziali per poter distinguere le varie partizioni di una rivista. Per quanto riguarda l'identificativo, non esiste un codice univoco relativo a ciascun esemplare digitalizzato; quello presente, infatti, deriva dalla scheda in SBN ed è associato dunque alla descrizione ‘superiore' del periodico. Ne consegue che le diverse partizioni di cui si compone una testata presenteranno tutte il medesimo BID, e per poterle rintracciare direttamente sarà inevitabile l'uso dell'URL.
Dalle analisi effettuate è emerso che proprio i metadati risultano essere l'anello debole di questa raccolta; una debolezza riscontrata tanto nel contenuto quanto nella forma e che mina la qualità del servizio e la visibilità delle sue componenti. Le conseguenze di queste criticità ricadono sulle operazioni di studio e ricerca e potrebbero condizionare le strategie digitali portate avanti dagli istituti culturali italiani e incentrate su un materiale simile. I disallineamenti sembrano interferire anche con il sofisticato sistema di associazioni semantiche degli oggetti digitali di Internet culturale24, con conseguente creazione di legami tra documenti che non hanno alcuna attinenza tra loro. Per avere una panoramica più chiara di quanto detto sarà utile approfondire gli aspetti più problematici emersi nel corso dell'indagine.
Un primo fattore da segnalare è quello dei cosiddetti ‘titoli cluster': ovvero un insieme di periodici, non necessariamente legati da alcun tipo di rapporto, che presentano il medesimo valore nel campo ‘titolo'. Ciò è stato riscontrato nelle Novelle della repubblica letteraria (n. 57), alle cui digitalizzazioni sono stati assegnati gli stessi identici metadati – tra cui il titolo per l'appunto – delle Novelle della repubblica delle lettere (n. 56), e pertanto per ricercarle si dovrà ricorrere alle informazioni associate a quest'ultima pubblicazione25. Situazione analoga per alcuni giornali letterari del XVII e XVIII secolo o per delle gazzette piemontesi di cui parleremo più approfonditamente in seguito.
Un altro campo della scheda bibliografica contraddistinto da errori, lacune e sviste è quello della ‘data di pubblicazione'. Possiamo vedere ciò nel caso del Magazzino italiano26 (n. 48), de Il monitore fiorentino27 (n. 54) e del Magazzino toscano d'instruzione e di piacere28 (n. 49). Ugualmente problematici i ‘dati editoriali', relativamente al contenuto e alla forma con i quali si presentano: questi aspetti sono ravvisabili nel Giornale veneto de letterati29 (n. 46), nel Nuovo giornale enciclopedico d'Italia30 (n. 59), ne Il monitore fiorentino31 (n. 54). In aggiunta, il disordine generato in questo campo dalla sequenza di caratteri, spazi e punteggiatura si rivela rumoroso e disturbante, specialmente da un punto di vista visivo. Confusioni e disattenzioni sembrano emergere anche dall'attribuzione impropria di alcuni titoli32, dallo scambio di contenuti digitali tra una rivista e l'altra33 e dalle discrepanze del campo ‘fascicolo', nello specifico tra l'informazione riportata e ciò che è stato di fatto digitalizzato34.
Nel corso della ricerca si è appurato come vengano taciute le presenze di ex libris, note e appunti manoscritti solitamente posti nelle carte iniziali, sul frontespizio o in fogli sciolti. Si tratta, molto spesso, di notazioni rilevanti e fondamentali per ricostruire le vicende editoriali di un giornale o una gazzetta e che forniscono notizie sui direttori o sulla consistenza fisica della testata35. Spostando il discorso ai metadati strutturali, nonostante questi trovino largo uso per la ripartizione del testo nelle sue componenti significative – come frontespizi, introduzioni, avvisi e indici opportunatamente segnalati nel lettore digitale – presentano un impiego più limitato per evidenziare quelle sezioni del testo formalmente esplicite e autonome dal corpo principale della rivista come supplementi, rubriche e inserti36. Sarebbe opportuno che queste informazioni fossero indicate nella scheda di dettaglio del record, al fine di restituire al consultatore un'immagine precisa dei diversi scomparti di cui si compone una testata. Si tratta di operazioni che andrebbero fatte in fase di catalogazione o, tutt'al più, durante l'acquisizione digitale delle immagini. Consci del grande dispendio di risorse che un simile recupero comporterebbe, un giusto compromesso potrebbe essere quello di ricorrere a sistemi di descrizione collaborativi per mezzo delle segnalazioni fornite da quanti, nel corso di studi e ricerche, dovessero notare apparati e notazioni meritori di essere evidenziati37.
Una volta presentati per sommi capi quelli che sono i principali inconvenienti che un utente potrebbe fronteggiare nel corso della sua indagine, sarà utile approfondire alcune casistiche specifiche che riguardano dei gruppi specifici di riviste.
Nella storia della stampa periodica italiana un posto di primo piano è occupato dalle riviste letterarie comparse a partire dalla seconda metà del Seicento, contraddistinte da una natura bibliografica ed enciclopedica, e impegnate nel soddisfare la domanda e la richiesta di dotti e studiosi, interessati a dati, eventi o notizie connesse con il progresso delle arti e delle scienze. Nel corso delle indagini portate avanti all'interno della collezione Periodici e riviste preunitarie sono emerse ben 84 evidenze concernenti un considerevole nucleo di testate erudite, i cui principali metadati sono:
Titolo: Il giornale de' letterati
Dati editoriali: [S.l. : s.n.], 1668- (roma : n. a. tinassi)
Data di pubblicazione: 1668
Identificativo (BID): NAP0068553
Dalle informazioni riportate deduciamo che si tratta del Giornale de' letterati comparso a Roma nel 1668 e alla cui fondazione concorsero personalità come Michelangelo Ricci e Leopoldo de' Medici. Nato sulla scia dell'esperienza francese del Journal des sçavans e dal tentativo di operare un rinnovamento culturale e negli studi, il giornale conobbe un primo periodo di attività che si protrasse fino al 1675 e durante il quale le redini dell'impresa furono tenute da Francesco Nazari, affiancato da un'équipe composta da Giovanni Giustino Ciampini, Salvatore e Francesco Serra, Giovanni Lucius, Tommaso de' Giuli e Giovanni Patrizi38. La rivista proponeva dei contributi desunti dal Journal parigino e, al tempo stesso, offriva estratti di libri e notizie erudite: tuttavia, a partire dal 1673-1674 iniziarono a manifestarsi dei primi segnali di crisi dovuti alla progressiva carenza di materiale di provenienza oltremontana e che ebbe delle forti ricadute sulla periodicità della testata romana39. Nel 1675 le tensioni interne alla redazione40 portarono alla scissione della rivista in due serie distinte: la prima guidata sempre da Nazari e conclusasi nel 167941, la seconda interrottasi nel 1681 sotto la direzione di Ciampini42.
Le digitalizzazioni presenti nella collezione coprono gli anni 1668-1681 (n. 34 e n. 35), con l'esclusione della fascia 1675-1679 relativa alla seconda esperienza di Francesco Nazari. Tuttavia, segnaliamo che il foglio romano non è l'unico a essere stato associato ai metadati sopracitati, in quanto sono stati individuati altri 6 titoli:
Sarebbe ideale slegare queste testate dagli attuali set descrittivi e creare delle nuove schede bibliografiche con informazioni corrette e aggiornate.
Un altro nucleo significativo è quello rappresentato da alcune gazzette genovesi date alla luce durante il periodo della Rivoluzione francese. Inserendo nella barra di ricerca semplice la chiave ‘Gazzetta nazionale genovese' vedremo restituirci 37 risultati, tutti con i seguenti metadati di riferimento:
Titolo: Gazzetta nazionale genovese
Dati editoriali: [S.l. : s.n.], 1797 (Genova : le associazioni alla presente gazetta ... si ricevono dallo stampatore G. Caffarelli)
Data di pubblicazione: 1797
Identificativo (BID): TO00184798
Queste informazioni descrivono la Gazzetta nazionale genovese, pubblicata a Genova dal 17 giugno al 9 dicembre del 1797; dal 16 dicembre 1797 al 31 maggio 1800 cambiò poi titolo in Gazzetta nazionale della Liguria. Nei primi sei mesi del 1800 le truppe austro-russe cinsero d'assedio il capoluogo ligure, riuscendo nel mese di giugno a estromettere i francesi dalla città: durante questa breve parentesi la rivista uscì per tre numeri, dal 9 al 21 giugno 1800, con il titolo di Gazzetta di Genova. I francesi, tuttavia, riuscirono a riprendere il controllo della città già alla fine dello stesso mese: il foglio, allora, con il numero del 28 giugno riprese la denominazione di Gazzetta nazionale della Liguria e tale restò fino all'8 giugno 1805 quando, con l'annessione della Repubblica ligure alla Francia, mutò ancora una volta la propria designazione in Gazzetta di Genova fino al 1878, anno nel quale si spense49.
L'analisi dei risultati emersi a seguito della ricerca ha permesso di stabilire che i dati bibliografici succitati restituiscono, oltre alla digitalizzazione dei 26 numeri della Gazzetta nazionale genovese50 (n. 25) del 1797, quelle delle riviste che la succedettero, ovvero:
Nel caso delle testate piemontesi la situazione si è rivelata più complessa e pertanto si è optato per un approccio diverso: si presenteranno i periodici individuati nel corso delle ricerche riportandoli sotto ai rispettivi metadati con i quali è possibile trovarli all'interno del repository.
Titolo: Gazzetta nazionale piemontese
Dati editoriali: Torino : Stamp. Filantropica, 1800
Dati di pubblicazione: 1800
Identificativo (BID): TO00184800
Periodici individuati: Gazzetta nazionale piemontese53 (n. 26) e Gazzetta piemontese54 (n. 28)
Titolo: Gazzetta piemontese
Dati editoriali:
Dati di pubblicazione: 1788
Identificativo (BID): TO00184804
Periodici individuati: Gazzetta del Piemonte55 (n. 17), Gazzetta piemontese56 (n. 28), Il francese subalpino57 (n. 15), Gazzetta piemontese58 (n. 27)
Titolo: Le courrier de Turin
Dati editoriali: Turin : De l'Imprimerie departementale, 1805-1814
Dati di pubblicazione: 1805-1814
Identificativo (BID): TO00182339
Periodici individuati: Courrier de Turin59 (n. 11), Gazzetta piemontese60 (n. 28)
Titolo: Corriere torinese: giornale politico, letterario, etc
Dati editoriali: Torino : Dalla Stamperia dipartimentale, 1805
Dati di pubblicazione: 1805
Identificativo (BID): TO00182273
Periodici individuati: Courrier de Turin61 (n. 11), Corriere torinese62 (n. 10)
Titolo: Gazzetta piemontese
Dati editoriali: [S.l. : s.n.], 1797- (Torino : dalla stamperia di Onorato De Rossi)
Dati di pubblicazione: 1797-1800
Identificativo (BID): IEI0104383
Periodici individuati: Gazzetta piemontese63 (n. 27)
Titolo: Gazzetta di Torino e notizie particolari
Dati editoriali: Torino : stamp. Masserano, 1793-1796
Dati di pubblicazione: 1793-1796
Identificativo (BID): TO00184776
Periodici individuati: Gazzetta di Torino e notizie particolari64 (n. 21)
Titolo: Gazzetta torinese
Dati editoriali: v. ; 23 cm.
Dati di pubblicazione: 1801-1814
Identificativo (BID): TO00184816
Periodici individuati: Gazzetta torinese65 (n. 29), Gazzetta di Torino e notizie particolari66 (n. 21)
Titolo: Il francese subalpino
Dati editoriali:
Dati di pubblicazione: 1801
Identificativo (BID): TO00184562
Periodici individuati: Il francese subalpino67 (n. 15)
L'ultimo caso riguarda la Gazzetta toscana (n. 30), pubblicata a Firenze dal 1767 al 1811. Dagli incroci tra i dati presenti in SBN e ACNP apprendiamo che questa proseguì la Gazzetta patria (1766), e le succedette il Giornale del dipartimento dell'Arno (1811-1814), il quale era a sua volta continuazione della Gazzetta universale (1773-1811).
Internet culturale contiene due serie distinte di digitalizzazioni relative alla Gazzetta toscana (n. 30): la prima fa parte della collezione Periodici e riviste preunitarie e si interrompe al 1801; la seconda, parziale anch'essa in quanto si ferma al 1798, proviene dal progetto Grand tour della Biblioteca nazionale centrale di Firenze68; da quest'ultima iniziativa, inoltre, sono confluite nel portale anche le immagini della Gazzetta patria (1766) e della Gazzetta universale (1773-1811)69.
Tornando alla nostra gazzetta, si segnalano delle omissioni nel campo ‘fascicolo'70, mentre gli anni 1783-1788 mostrano informazioni errate nei campi ‘data di pubblicazione' e ‘dati editoriali'71. Problematico l'uso del BID per la ricerca, poiché verrebbero restituiti anche i record facenti parte del progetto Grand tour: è consigliabile, pertanto, ricorrere a chiavi differenti come titolo e anno o, volendo comunque sfruttare l'identificativo, restringere i risultati per mezzo dei filtri laterali.
Ricapitolando, le criticità emerse dipendono tanto da aspetti di natura tecnica quanto dalla qualità dei metadati presenti. Per il primo punto, possiamo ipotizzare che una delle cause dipenda da problemi di interoperabilità o che la tipologia dei dati non si sia ben amalgamata ai cambiamenti subiti dal sito o dallo stesso profilo MAG. Per quanto riguarda il secondo punto, invece, questo è in parte connesso con il livello delle registrazioni presenti in SBN: alla luce del forte legame esistente tra Internet culturale e il catalogo collettivo, era inevitabile che le carenze descrittive di quest'ultimo si ripresentassero anche nel primo. Il fatto che i fascicoli costituenti un periodico presentino metadati differenti provoca un danno all'unitarietà della rivista stessa e al rapporto di consequenzialità tra i record, quest'ultimo già influenzato negativamente dalla mancanza di una struttura di organizzazione e visualizzazione gerarchica. La parcellizzazione e frammentazione che ne conseguono rischiano di far perdere ‘pezzi' nel corso della ricerca, come testimonia l'esempio de La storia dell'anno72(n. 69) , in cui si notano variazioni nei dati riguardanti la data di pubblicazione, le note editoriali e persino il titolo73.
Proporre un intervento diretto per risolvere tali deficit, record dopo record, non è certo nelle intenzioni del nostro contributo: primo perché oggettivamente impensabile, secondo perché non avrebbe senso. Tuttavia, ciò non vuol dire che si debba necessariamente preservare lo status quo: si possono attuare dei piccoli stratagemmi e applicare dei palliativi per migliorare sensibilmente il livello della collezione. Per prima cosa si consiglia di correggere la scheda informativa che funge da introduzione al repertorio, aggiornando la copertura temporale dei documenti74 e i nomi degli istituti coinvolti. In secondo luogo sarebbe davvero importante inserire una lista dei periodici che sono stati selezionati e inclusi nel programma di digitalizzazione, eventualmente corredati dai rispettivi identificativi e dal grado di digitalizzazione, se parziale o totale; per una maggiore trasparenza occorrerebbe senz'altro segnalare anche i titoli ‘nascosti' all'interno di altre digitalizzazioni o non rintracciabili direttamente perché i metadati non sono corretti o perché fanno riferimento ad altre testate75.
Queste aggiunte si rivelerebbero di grande utilità per gli utenti e, soprattutto, per le biblioteche italiane: infatti, ribadiamo che la collezione preunitaria è la prima a interessarsi di pubblicazioni periodiche antecedenti il 1800 e pertanto tutti gli istituti impegnati nella scannerizzazione di materiali simili sarebbe bene che partissero proprio da qui onde evitare di replicare il materiale e sprecare energie, fondi e tempo. A riprova di quanto ciò sia importante basti pensare alle diverse duplicazioni digitali che sono state rilevate all'interno di Internet culturale e che fanno capo a iniziative e istituti differenti: la Gazzetta toscana (n. 30) e il Giornale de' letterati di Firenze (n. 38), digitalizzate rispettivamente anche nell'ambito dei progetti Grand tour della Biblioteca nazionale centrale di Firenze e Riviste dell'Ateneo di Firenze, oppure la Rivista europea (n. 67), che compare tra le risorse del Centro internazionale periodici musicali di Parma, per il progetto Periodici musicali.
Se da un lato questi accorgimenti metterebbero in luce le criticità e le mancanze del repository, dall'altro contribuirebbero a far emergere le sue ricchezze e i suoi punti di forza. Una grande verità appresa nel corso delle nostre indagini è che, in certe occasioni, il fatto che un documento non si veda non vuol dire necessariamente che non sia presente. Avere consapevolezza di cosa si può rintracciare e in che misura, può rivelarsi fondamentale nell'impostazione della strategia di ricerca più appropriata.
Sospendendo momentaneamente il discorso sul repertorio preunitario, potrebbe essere interessante spostare la nostra lente d'indagine sulle iniziative europee dedicate alle riviste e alle testate storiche. Non tutte le esperienze che si andranno a presentare sono nate nell'ambito di progetti diretti da Ministeri centrali; le iniziative selezionate, infatti, sono state scelte tenendo conto sia dell'importanza rivestita nei rispettivi contesti nazionali, sia per i caratteri di vicinanza, distanza e suggestione rispetto all'insieme di biblioteche ed emeroteche digitali italiane.
Primo termine di confronto è la Francia e il progetto Le gazetier universel: ressources numériques sur la presse ancienne, una biblioteca digitale concernente la stampa periodica in lingua francese di ancien régime intrapresa da Denis Reynaud a partire dal 2009. In costante aggiornamento, il portale si avvale delle digitalizzazioni realizzate principalmente da Google, ma anche quelle di Gallica e di altri siti. Vi è una ricca bibliografia critica sulla stampa francese anteriore al 1800 e collegamenti a ulteriori lavori utili per studiosi e ricercatori: il Dictionnaire des journaux, Dictionnaire des journalistes, le digitalizzazioni delle gazzette rivoluzionarie, della Gazette d'Amsterdam, la Gazette de Leyde, il Courrier d'Avignon e la Gazette de Nice. La struttura dell'archivio è molto semplice: ricorrendo alla lista alfabetica dei titoli o al sistema di ricerca semplice si accede alla testata di interesse; segue un breve ed essenziale profilo informativo e, infine, i link alle digitalizzazioni delle diverse unità bibliografiche. Il progetto costituisce uno dei principali punti di accesso per la visione e lo studio di una parte consistente del vasto patrimonio storico giornalistico francese: un innegabile punto di forza che, tuttavia, non lo esenta da alcune nodosità. In primis la consultazione delle risorse risulta essere molto dispersiva, soprattutto a causa dell'intricata rete di collegamenti che rimandano ad altre sezioni o siti web, aprendo numerose maschere di navigazione. Le diverse componenti del portale non risultano essere reciprocamente integrate: le informazioni desumibili dai due dizionari dei giornali e dei giornalisti, utili per ricostruire la storia, le vicende editoriali e le personalità coinvolte nelle varie imprese periodiche, non sono accluse alle schede descrittive delle pubblicazioni, e pertanto la consultazione di questi dati è poco agevole. Infine, all'infuori di una breve presentazione sui contenuti del portale, non viene detto nulla di più sulle linee guida adottate nella scelta e nell'inclusione dei titoli presenti.
L'altra esperienza degna di nota è Presse locale ancienne76, un portale dedicato al giornalismo locale francese dalle origini al 1944. Fondamenta di questo importante lavoro sono le numerose fonti bibliografiche: tra queste, la principale è la Bibliographie de la presse française politique et d'information générale in cui si elencano, dipartimento per dipartimento, i giornali francesi pubblicati dal 1865 al 1944. Si tratta di un imponente lavoro iniziato a partire dal 1964, costituito da oltre settanta volumi pubblicati a cura della Bibliothèque nationale de France, e che si vuole collocare in una linea di continuità con la Bibliographie historique di Eugène Hatin77. Il portale ha una natura essenzialmente ibrida: da un lato si configura come un repertorio sulla stampa periodica locale e d'informazione generale, dall'altro si occupa di segnalare i giornali digitalizzati all'interno e all'infuori di Gallica. L'impianto di ricerca e di suddivisione dei giornali è di natura amministrativo-territoriale: i prodotti editoriali sono distinti e raggruppati sulla base della loro provenienza regionale, dipartimentale o cittadina. Sebbene il materiale passato in rassegna si condensi maggiormente nell'Ottocento e nella metà del Novecento, sono segnalate testimonianze anteriori il 1789. La ricerca può essere effettuata su base cronologica, geografica, linguistica, tematica o per tendenza politica; vi sono, inoltre, degli interessanti apparati iconografici e di approfondimento storico. Da segnalare, infine, sia il lodevole corredo di FAQ in cui si chiariscono molti punti relativamente alle presenze documentarie, alle operazioni di ricerca e a questioni tecniche78, sia il ricco e dettagliato piano di presentazione dell'opera, grazie al quale vengono esplicitate genesi, formazione, responsabilità, contenuti, limiti temporali e geografici dell'intero progetto.
Per quanto riguarda Gallica, la principale biblioteca digitale francese presenta al proprio interno una sezione dedicata alla stampa periodica79 articolata in: quotidiani, settimanali e magazine, stampa periodica per tematica/argomento, stampa locale e regionale, stampa periodica per area geografica, giornali di trincea, giornali clandestini, riviste dotte. Legato alla Bibliothèque nationale de France è il sito RetroNews80, un sito che propone l'accesso a 700 titoli della stampa periodica francese pubblicata tra il 1631 e il 1950 e digitalizzata su Gallica. Contraddistinto da una veste grafica moderna, da funzionalità aggiuntive utili sia per la ricerca all'interno degli esemplari che per eventuali approfondimenti e collegamenti ad altre tipologie di risorse, la principale differenza con Presse locale ancienne sta nel fatto che RetroNews elenca i soli titoli disponibili in digitale.
Nei paesi di lingua tedesca uno dei principali gateway di accesso a giornali e riviste antiche è l'Austrian newspapers online (ANNO), gestito dalla Biblioteca nazionale austriaca e che offre la possibilità di consultare una collezione che si estende temporalmente dal 1568 al 2019. Relativamente alla Germania, un buon punto di partenza per indagini sulle edizioni periodiche antiche è il German union catalog of serials, che permette il lancio della ricerca inserendo anche solo i dati cronologici e di selezionare i risultati delle sole versioni digitalizzate. Di forte interesse il progetto Scholarly journals and newspapers in the age of enlightenment (GJZ 18)81, iniziato nel 2011 dall'Accademia delle scienze di Gottinga e il cui termine è previsto per il 2025. L'iniziativa si colloca nell'ambito di un percorso di indagine e di ricerca ben più articolato e approfondito, iniziato nel 1975 con l'Index of German-language periodicals (IdZ 18) e poi proseguito nel 1987 dal Systematic index of German-language review journals (IdRZ 18). Lo scopo primario di questa ricerca di lungo termine, come viene specificatamente definita nel sito, è quello di indicizzare e digitalizzare l'imponente corpus di periodici bibliografici e accademici tedeschi, pubblicati dal 1688 al 1815. Un altro obiettivo che il gruppo di ricerca intende conseguire è quello di mettere in luce il peso che i contenuti trattati da queste pubblicazioni giocarono nella formazione e nella strutturazione del pensiero illuministico. Per ciascun periodico sono riportati i principali dati bibliografici completati, eventualmente, da informazioni sulla storia editoriale o dettagli più specifici concernenti contenuti e tematiche affrontate. L'estensione temporale dei tre progetti e le diverse articolazioni operative restituiscono, allo stato attuale, un database altamente variegato sotto il profilo dei contenuti: a titolo d'esempio, i titoli appartenenti allo Scholarly journals e al Systematic index sono corredati da maggiori notizie descrittive e possono presentare anche i link alle rispettive copie digitali; i contenuti dell'Index of German-language periodicals, seppur più scarni sotto il profilo informativo, sono stati oggetto di uno specifico progetto di digitalizzazione, il Retrospektive digitalisierung wissenschaftlicher rezensionsorgane und literaturzeitschriften des 18. und 19. jahrhunderts aus dem deutschen sprachraum82. Sorvolando sugli aspetti tecnici riguardanti le modalità di ricerca e di filtraggio, si vogliono segnalare due peculiarità proprie di questo portale. La prima riguarda il lavoro di descrizione analitica che ha coinvolto alcuni dei periodici indicizzati dai tre database e che ha portato allo spoglio dei contributi i quali, non solo sono stati estrapolati e descritti, ma anche categorizzati (ad esempio: recensione, lettera, avviso, notizia accademica), indicizzati con termini chiave, nomi di persone e luoghi, e associati a settori scientifici desunti da uno schema sistematico appositamente elaborato per questo studio. Infatti, nell'ambito dei progetti IdRZ 18 e GJZ 18 è stato implementato un sistema di classificazione che permette di effettuare ricerche e navigare le riviste per soggetto e ambito disciplinare. Questo modello cerca di riprendere e recuperare i grandi impianti bibliografici propri del Settecento e dell'Ottocento, in particolar modo quello dell'Allgemeines repertorium der literatur pubblicato tra il 1793 e il 1807 a Jena da Johann Samuel Ersch. Sono individuate così 17 classi principali, ognuna composta da sottoclassi a loro volta ulteriormente articolate: studi scientifici, filologia, teologia, giurisprudenza, medicina e farmacia, filosofia, pedagogia, scienze politiche, scienze militari, scienze naturali, scienze tecniche e commerciali, matematica, geografia, storia, belle arti, letteratura e musica, storia letteraria e scritti vari.
Spostandoci in Spagna, la Subdirección general de coordinación bibliotecaria del Ministero della cultura e dello sport si occupa della gestione della Biblioteca virtual de prensa histórica83, avviata nel 2006. I contenuti del repository provengono da 97 istituti del paese e riguardano materiale di varia tipologia, come bollettini, pubblicazioni satiriche, riviste femminili, giornali politici, pubblicati dal 1777 fino ai nostri giorni84. L'utente ha la possibilità di navigare i titoli presenti o, come per il precedente caso tedesco, ricercare i contenuti estrapolati dai periodici grazie a uno spoglio analitico; il sistema, in aggiunta, consente di muoversi anche attraverso il tempo e lo spazio tramite un calendario e una mappa geografica interattivi.
Circoscritta al patrimonio bibliografico della Biblioteca nacional de España di Madrid è l'Hemeroteca digital85, la cui calendarizzazione va dal 1683 al 2020. Il portale presenta un sistema di ricerca intuitivo che permette di selezionare rapidamente le collezioni, i titoli, gli ambiti territoriali e le date delle riviste che si intendono cercare. Non tutto il materiale presente è liberamente consultabile online: per alcuni contenuti, soprattutto quelli più recenti, è possibile visionare solo i metadati descrittivi, mentre per la consultazione è obbligatorio ricorrere alle postazioni interne della biblioteca. Da segnalare, perché elemento molto utile per l'utenza e gli enti impegnati nei lavori di acquisizione digitale, la lista completa dei titoli digitalizzati e di prossimo inserimento e un elenco degli altri numerosi progetti di emeroteche online realizzate in Spagna: tra questi, citiamo il database Gazeta, colección histórica86 contenente la scansione completa dal 1661 al 1959 degli antenati dell'attuale Gazzetta di Stato spagnola.
Per quanto riguarda la Gran Bretagna, non sembrano esserci specifici progetti rivolti alla valorizzazione digitale di riviste pubblicate prima del XIX secolo. Nell'ambito delle iniziative promosse dalla British Library segnaliamo il British newspapaer archive87, un database per la consultazione dei giornali inglesi editi a partire dal 1700, disponibile dietro la sottoscrizione di un abbonamento o tramite il ricorso alle postazioni della biblioteca. Specificatamente a singole testate, invece, ricordiamo la disponibilità online delle annate più antiche delle Philosophical transactions (1665-1886)88 e della London gazette (1665-)89. Altre imprese di interesse del settore sono il Nineteenth-century serials edition90, Welsh newspapers online91 e Heritage made digital-newspapers92: tuttavia la copertura temporale di queste imprese inizia dall'Ottocento e prosegue fino ai nostri giorni.
Conclusa questa rapida carrellata, alcune considerazioni di fondo. Non si sarà potuto fare a meno di notare la grande varietà dei progetti menzionati, tanto a livello di contenuti quanto di obiettivi: quelli francesi e tedeschi, in particolare, sono nati per iniziativa di istituti universitari e di ricerca e presentano fisionomie e caratteristiche differenti rispetto alle altre collezioni citate. Infatti, siamo in presenza di esperienze imperniate sullo studio, ricostruzione e approfondimento di una specifica porzione della rispettiva produzione periodica nazionale in cui, tra l'altro, l'attività di digitalizzazione non è elemento precipuo. In Germania si è deciso di selezionare la nutrita schiera di riviste accademiche e bibliografiche che, a partire dal 1682, si svilupparono attorno ai principali centri e facoltà tedesche, focalizzandosi «on interdisciplinary polyhistoric Ephemerides, which consider the humanities and social sciences as well as the natural sciences, and contain original contributions, book reviews and scholarly news as well as all facets of critique»93. In Francia, sulla scia degli studi intrapresi a partire dagli anni Sessanta94, si è scelto di promuovere sia il giornalismo storico locale, sia le riviste culturali e dotte del Sei-Settecento. Guardando invece al complesso delle esperienze menzionate, emergono alcuni tratti comuni e ricorrenti, soprattutto per quanto riguarda l'architettura dello spazio web destinato ad accogliere gli esemplari digitali. Un primo elemento è la lista alfabetica contenente i titoli che sono stati inseriti all'interno dei singoli portali. Secondariamente, la possibilità di effettuare ricerche utilizzando come unico elemento la data o il luogo di edizione, attraverso funzioni che permettono all'utente di navigare un calendario storico o di spostarsi tra le regioni di una mappa geografica. A collimare sono anche le strutture ad albero di consultazione dei fascicoli di una rivista e la possibilità di fare ricerche all'interno del testo del giornale grazie all'applicazione dell'OCR. Comune a molti repository è la predisposizione di un'area che accoglie le digitalizzazioni di quotidiani e giornali di informazione generale, un materiale che per tradizione vanta una presenza quantitativa molto forte, richiesta dagli studiosi e su cui aleggia lo spettro della conservazione. Infine riscontriamo una generale tendenza a organizzare i propri contenuti secondo strutture sistematiche e per tipologie specifiche95. Per quanto riguarda invece la differenziazione tra riviste antiche e moderne, se si eccettuano i lavori francesi e tedeschi sui seriali pre-ottocenteschi, nessuno dei repository menzionati sembra interessarsi alla questione. L'unica linea di demarcazione storica è quella stabilita dalle funzioni di ricerca avanzata, grazie alle quali è possibile ricercare i titoli pubblicati entro una certa data.
Insomma, se sembra esserci convergenza dal punto di vista delle soluzioni tecniche e gestionali implementate a livello di spazio web, diverso è stato l'approccio che le comunità bibliotecarie europee hanno intrapreso nella gestione del rispettivo repertorio periodico, digitale e non; un approccio che, inevitabilmente, ha risentito degli avvicendamenti storici, culturali, bibliografici e biblioteconomici di ciascuno Stato. L'Italia, per parte sua, se da un lato presenta uno scenario molto ricco dal punto di vista della quantità delle esperienze di digitalizzazione incentrate su riviste e giornali, dall'altro deve compiere ancora alcuni decisi progressi per giungere a una più matura consapevolezza bibliografica. In questo senso, dal dialogo con il panorama europeo si potrebbero mutuare sia soluzioni di natura tecnico-progettuale sia impostazioni metodologiche utili per l'arricchimento dei nostri spazi digitali.
Avviandoci verso la conclusione, ci chiediamo se a distanza di circa quindici anni dalla messa online di questo repertorio ha ancora senso parlarne oggi? Effettivamente, l'occasione di presentare e trattare un progetto simile si presta anche a un altro scopo: chiedersi quale sarà il ruolo e la funzione dei periodici, specialmente storici, nei futuri piani di valorizzazione del nostro patrimonio bibliografico. Nell'attuale conformazione di Internet culturale non esiste uno spazio pensato esclusivamente per la visione dei periodici: da un lato vi sono le collezioni della Biblioteca digitale96 e dall'altro l'Emeroteca digitale italiana, con una propria lista di titoli e con un sistema di visualizzazione ad albero. La presenza di due ambienti che non colloquiano perfettamente complica e rende più difficoltoso l'accesso a queste risorse, diminuendone l'impatto e ostacolando la mission di promozione e diffusione storico-documentale97. Recentemente sembra che sia in fase di allestimento un nuovo portale delle biblioteche che, attraverso un'unica interfaccia, consentirà l'interrogazione integrata di diverse banche dati: SBN, Edit16, Manus, Internet culturale, il portale 14-18 e Movio98. L'obiettivo della nuova piattaforma è fornire un accesso semplificato a un corpus culturale molto vasto ed eterogeneo, senza tuttavia impoverirne i contenuti. Nelle parole della direttrice dell'ICCU, Simonetta Buttò, sembra che l'impresa non consista nella creazione di «una nuova digital library ma di mettere al sicuro, in un luogo certo e facilmente accessibile, il prodotto del grande lavoro culturale svolto in Italia da biblioteche e istituti culturali presenti in tutti gli angoli del territorio nazionale»99.
Le direttrici sulle quali si innesterà questa iniziativa sono diverse: allestimento di un sistema di ricerca integrato fondato sulla semplificazione del dialogo con i provider di contenuti digitali, armonizzazione di sistemi tecnologici differenti, potenziamento del motore e del sistema di ricerca, adozione di un ambiente gestionale scalabile e dinamico. La migrazione nel nuovo spazio produrrà delle modifiche anche nel trattamento dei metadati gestionali associati agli oggetti digitali, sui quali si potrà intervenire in una fase successiva all'importazione100. Sarebbe interessante approfondire tutte queste dinamiche anche alla luce del discorso relativo alla collezione dei periodici preunitari, e dunque ragionare e valutare se il portale delle biblioteche determinerà un ripensamento delle strutture e delle logiche tanto di Internet culturale quanto delle sue articolazioni interne. Quel che è certo è che la grande architettura rappresentata da SBN resterà centrale anche nel nuovo scenario. Alla luce di queste considerazioni, è lecito supporre che le criticità tecniche e grafiche connesse alle digitalizzazioni potranno essere arginate e sistemate; tuttavia, ben diverso è il discorso per le problematicità descrittive e strutturali, che rischiano di permanere nonostante l'aggiornamento tecnologico. Problematicità che, come ricordato in apertura, dipendono in parte dalla mancanza di una base conoscitiva solida sui prodotti più datati della stampa periodica, e che impediscono di acquisire una pur minima cognizione delle vicende editoriali, dei protagonisti e delle dimensioni spazio-temporali di una rivista.
Un altro polo verso il quale sembrerebbe oscillare il nostro ragionamento è rappresentato dall'idea di un'Emeroteca digitale nazionale capace di accogliere e riunire gli esiti dei più importanti progetti di digitalizzazione di riviste dei nostri istituti culturali, in parte presenti in Internet culturale in parte nascosti e poco conosciuti. Un progetto simile sembra essere nelle corde della Biblioteca nazionale centrale di Roma che, profittando della partnership con Google, ha digitalizzato migliaia di periodici fino al 1946 e ha realizzato una propria vetrina online con oltre 2.117 testate periodiche101. Tra le idee del suo direttore vi rientra quella di
potenziare il portale nell'immediato futuro con altre risorse di periodici digitali provenienti da altre campagne di digitalizzazione italiane, al fine di ricostruire una bibliografia completa a partire anche da ACNP (Archivio collettivo nazionale dei periodici) che integri le collezioni stesse, colmando le lacune e restituendo le testate nella loro completezza102.
Una proposta simile, oltre a riproporre in chiave attuale visioni e proposte affacciatesi sin dalla fine dell'Ottocento secondo varie forme e modalità103, potrebbe preludere a soluzioni comuni e di grande spessore finalizzate al recupero e alla valorizzazione delle «risorse digitali di ogni tipo esistenti nel paese, ma spesso conosciute solo in ambito locale oppure "sommerse", o meglio annegate, in centinaia di repository e siti web difficilmente raggiungibili dagli utenti»104. Alla luce di tali congetture, tuttavia, vi è un ulteriore elemento da considerare, e dal quale difficilmente l'idea di una Emeroteca digitale italiana potrebbe svincolarsi: il Ministero per i beni e le attività culturali.
Con il DPCM n. 169 del 2 dicembre 2019 si è costituito l'Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale, conosciuto come Digital library, in precedenza afferente presso l'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, ma ora dotato di autonomia speciale. Le funzioni del nuovo organismo si possono riassumere in: coordinamento e promozione in materia di programmi di digitalizzazione del patrimonio culturale di competenza del Ministero, dei censimenti di collezioni digitali e dei servizi per l'accesso online, quali siti internet, portali e banche dati; monitoraggio dello stato dei progetti di digitalizzazione attuati dagli uffici del Ministero; stipulazione di accordi, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, per la realizzazione di progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale; elaborazione e attuazione del piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale105. Date queste premesse, e considerate le funzioni di indirizzo che la Digital library eserciterà nei confronti dell'ICCU, tanto le ipotesi mosse attorno al nuovo portale delle biblioteche quanto le aspirazioni sorte in seno alla Biblioteca nazionale di Roma potrebbero convergere in direzione del neonato organo ministeriale, il quale avrebbe la facoltà di porsi a capo del tentativo di rilancio e rifondazione di una Emeroteca digitale italiana. Rifondare, per l'appunto, e non creare ex novo. Perché in tema di politiche della digitalizzazione del patrimonio documentario e librario, specialmente di testate periodiche, l'Italia non è certo sguarnita di esperienze e risultati; uno dei punti di forza dell'attività dei nostri istituti bibliotecari e culturali sta proprio nell'enorme massa di contenuti creati. Tuttavia, questo aspetto si è rivelato un'arma a doppio taglio, provocando la gemmazione di numerosi ecosistemi, con conseguente frammentazione dello scenario digitale italiano. Tra le principali sfide che attendono il nuovo organismo ministeriale vi sarà, per l'appunto, l'avviamento di una strategia in grado di non dissipare gli sforzi conseguiti, organizzandoli e proiettandoli verso forme di gestione, promozione e valorizzazione più adeguate.
Per quanto riguarda l'Emeroteca, il Ministero potrebbe assumersene le redini coordinando una strategia comune e condivisa, fondata sulla cooperazione e sulla partecipazione, anche attraverso l'istituzione di referenti a livello regionale – biblioteche, istituti o centri di ricerca – selezionati sulla base dell'esperienza maturata nella digitalizzazione dei periodici, e con cui interfacciarsi direttamente nella costituzione del portale e nel trattamento delle risorse. In questo senso, una prima proposta ragionevole e sensata – e sulla quale l'ICCU si suppone si stia già muovendo – è quella di censire e federare i molteplici repository di riviste, al fine di valutare il loro stato di salute e di avere contezza della tipologia, della provenienza e delle caratteristiche dei contenuti che andranno a popolare il nuovo sistema informativo. Sembra assodato, poi, che SBN continuerà a essere la grande base di dati a sostegno di progetti come questi: le integrazioni e le sistemazioni necessarie a colmare le lacune riscontrate in questa sede, e che nulla toglie possano essere presenti anche altrove, richiederebbero troppo tempo ed energie, e pertanto non sono attuabili nel breve e medio periodo106.
Conseguentemente, un'alternativa che potrebbe comunque produrre migliorie consisterebbe nella risoluzione degli aspetti tecnici e strutturali più spinosi; dunque, provvedere a contrastare tanto la ridondanza dei record quanto l'opacità dei legami sussistenti tra le pubblicazioni o tra la scheda madre di un periodico e le singole unità o partizioni. In concomitanza a queste operazioni si dovrà ricorrere capillarmente all'impiego di identificatori, in modo da poter tracciare e identificare univocamente le risorse e quindi migliorare la visibilità del patrimonio e le operazioni di ricerca condotte su di esso. Puntare al perfezionamento e alla stabilizzazione di quanto realizzato non sarà sufficiente, ma si dovrà ragionare anche sull'avvio di nuove campagne di digitalizzazione: un incentivo in questa direzione potrebbe giungere dalla semplificazione del dialogo tra teche locali e indice digitale centrale, soprattutto per quanto riguarda l'adesione e il rispetto di standard, metadati e buone pratiche. Tutti questi aspetti devono manifestarsi contestualmente al ripensamento di uno spazio flessibile, dinamico, accattivante e coerente: il confronto con le esperienze internazionali si rivelerebbe fruttuoso, soprattutto per le soluzioni di front-end o per l'organizzazione dei contenuti in settori o aree tematiche, avendo sempre cura di considerare le specificità e le caratteristiche delle nostre raccolte. Sarebbe ottimale includere in questi processi anche le realtà non ministeriali: se però la scelta dovesse essere valutata come troppo impegnativa – come di fatto si presagisce – si consiglia comunque l'apertura verso tali istituti, magari richiedendone l'adesione per redigere un elenco dei progetti di digitalizzazione che hanno riguardato anche solo un periodico o una gazzetta cittadina, sulla falsa riga di quanto presente nella Hemeroteca digital della Biblioteca nacional de España.
Gli spunti e gli stimoli sui quali il nuovo portale potrebbe innestarsi sono davvero molti e l'Istituto centrale per la digitalizzazione dovrebbe considerare l'ipotesi di una riprogettazione di uno spazio digitale per mezzo del quale raccogliere e valorizzare le fonti periodiche dei nostri istituti culturali, visto e considerato il lavoro svolto dall'ICCU e, negli ultimi due anni, dall'ICCD sul quale era caduto il gravoso compito di elaborare il piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale107.
Nonostante la distanza temporale, ripercorrere e scandagliare quello che è stato uno dei progetti pilota della strategia italiana nel campo del digitale può servire come momento di autocritica e riflessione, ma anche come occasione per rivedere e ripensare le modalità di trattazione delle collezioni dematerializzate. Il processo di valorizzazione e disseminazione documentale non può fare affidamento solo ed esclusivamente sull'impiego di risorse e investimenti per l'empowerment tecnologico; se questo non è coadiuvato e sorretto da una solida ossatura generata dalle indagini e dai risultati di matrice storico-bibliografica allora si rischia di incappare irrimediabilmente nella creazione di un gigante dai piedi d'argilla. L'esperienza della collezione Periodici e riviste preunitarie ci ha posto dinanzi a un dato di grande rilevanza: è più costoso e dispendioso in termini di tempo e di risorse descrivere e conoscere a fondo il nostro panorama culturale, piuttosto che digitalizzarlo.
Si fornisce di seguito un elenco numerato e in ordine alfabetico delle testate che fanno parte della collezione Periodici e riviste preunitarie. All'indicazione del titolo, cui segue il complemento solo nel caso in cui si debba distinguere due o più riviste omonime o similari, seguono la data, il luogo di pubblicazione e identificativo.
N° |
TITOLO |
DATA |
LUOGO |
IDENTIFICATIVO |
1 |
L'amico del popolo |
1797 |
Venezia |
IEI0103838 |
2 |
L'amico del popolo: giornale istruttivo del repubblicano Gio. Antonio Ranza |
1797-1798 |
Milano |
IEI0103894 |
3 |
L'amico del popolo: varietà istruttive del repubblicano Gio. Antonio Ranza |
1798 |
Milano |
IEI0103894 |
4 |
Annali di Roma |
1790-1797 |
Roma |
TO00175356 |
5 |
Antologia |
1821-1832 |
Firenze |
LO10020689 |
6 |
Antologia italiana: giornale di scienze, lettere ed arti |
1846-1848 |
Torino |
TO00176561 |
7 |
Il banditore della verità |
1798 |
Roma |
IEI0104309 |
8 |
Bollettino delle leggi della Repubblica romana |
1798-1799 |
Roma |
IEI0105647 |
9 |
Il conciliatore |
1818-1819 |
Milano |
TO00181943 |
10 |
Corriere torinese |
1805 |
Torino |
TO00182273 |
11 |
Courrier de Turin |
1805-1814 |
Torino |
TO00182339 TO00182273 |
12 |
Il difensore della libertà |
1797-1798 |
Genova |
IEI0105960 |
13 |
Discorso al popolo cisalpino sopra la costituzione |
1797 |
Milano |
CFIE001299 |
14 |
Flagello dell'impostura e della maldicenza |
1798 |
Genova |
IEI0107392 |
15 |
Il francese subalpino |
1801 |
Torino |
TO00184562 TO00184804 |
16 |
La frusta letteraria |
1763-1765 |
Venezia |
TO00184605 |
17 |
Gazzetta del Piemonte |
1800-1801 |
Torino |
TO00184804 |
18 |
Gazzetta di Genova |
1800 |
Genova |
TO00184798 |
19 |
Gazzetta di Genova |
1805-1878 |
Genova |
TO00184798 |
20 |
Gazzetta di Roma |
1798-1799 |
Roma |
TO00184772 |
21 |
Gazzetta di Torino e notizie particolari |
1793-1796 |
Torino |
TO00184776 TO00184816 |
22 |
Gazzetta nazionale della Cisalpina |
1799 |
Milano |
IEI0104480 |
23 |
Gazzetta nazionale della Liguria |
1797-1800 |
Genova |
TO00184798 |
24 |
Gazzetta nazionale della Liguria |
1800-1805 |
Genova |
TO00184798 IEI0104370 |
25 |
Gazzetta nazionale genovese |
1797 |
Genova |
TO00184798 |
26 |
Gazzetta nazionale piemontese |
1800 |
Torino |
TO00184800 |
27 |
Gazzetta piemontese |
1797-1800 |
Torino |
IEI0104383 TO00184804 |
28 |
Gazzetta piemontese |
1814-1860 |
Torino |
TO00184804 TO00184800 TO00182339 |
29 |
Gazzetta torinese |
1801-1814 |
Torino |
TO00184816 |
30 |
Gazzetta toscana |
1767-1811 |
Firenze |
TO00184817 |
31 |
Genio de' letterati |
1705-1726 |
Forlì |
IEI0105325 |
32 |
Genio letterario d'Europa |
1793-1794 |
Venezia |
PUV0127246 |
33 |
Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti |
1819-1916 |
Roma |
TO00185023 |
34 |
Giornale de' letterati |
1668-1675 |
Roma |
NAP0068553 |
35 |
Giornale de' letterati (serie di Ciampini) |
1675-1681 |
Roma |
NAP0068553 |
36 |
Giornale de' letterati |
1686-1690 |
Parma |
NAP0068553 |
37 |
Giornale de' letterati |
1692-1697 |
Modena |
NAP0068553 |
38 |
Giornale de' letterati |
1742-1753 |
Firenze |
NAP0068553 |
39 |
Giornale de' letterati |
1771-1796 |
Pisa |
NAP0068553 |
40 |
Giornale de' letterati d'Italia |
1710-1740 |
Venezia |
TO00185038 NAP0068553 |
41 |
Giornale della letteratura italiana |
1793-1795 |
Mantova |
TO00185111 |
42 |
Giornale ecclesiastico di Roma |
1785-1798 |
Roma |
TO00185216 |
43 |
Giornale patriotico della Repubblica napoletana |
1799 |
Napoli |
IEI0105716 |
44 |
Giornale rivoluzionario |
1797 |
Milano |
IEI0103894 |
45 |
Giornale senza titolo |
1797-1798 |
Milano |
IEI0105739 |
46 |
Giornale veneto de letterati |
1671-1680; 1687-1690 |
Venezia |
VEA0114773 NAP0068553 |
47 |
Journal des alpes |
1801 |
Torino |
TO00203663 |
48 |
Magazzino italiano |
1752-1753 |
Livorno |
IEI0170457 |
49 |
Magazzino toscano d'instruzione e di piacere |
1754-1757 |
Livorno |
IEI0105849 |
50 |
Memorie per servire alla storia letteraria e civile |
1793-1800 |
Venezia |
TO00202407 |
51 |
Mercurio britannico o sia notizie istorico-critiche sugli affari attuali |
1798-1800 |
Londra |
PUV0127554 |
52 |
Mercurio d'Italia storico-politico |
1796-1797 |
Venezia |
IEI0106483 |
53 |
Monitore di Roma |
1798-1799 |
Roma |
TO00189238 |
54 |
Il monitore fiorentino |
1799 |
Firenze |
IEI0106367 |
55 |
Il monitore italiano |
1798 |
Milano |
IEI0106369 |
56 |
Novelle della repubblica delle lettere |
1729-1733 |
Venezia |
TO00190087 |
57 |
Novelle della repubblica letteraria |
1734-1761 |
Venezia |
TO00190087 |
58 |
Novelle letterarie pubblicate in Firenze |
1740-1792 |
Firenze |
TO00190089 |
59 |
Nuovo giornale enciclopedico d'Italia |
1790-1797 |
Venezia |
PUV0127654 |
60 |
Processo verbale [della Repubblica romana] |
1798-1799 |
Roma |
IEIE002718 |
61 |
Processo verbale del Consiglio de' juniori |
1798-1799 |
Milano |
IEI0123767 |
62 |
Processo verbale delle sessioni del Consiglio de' seniori |
1797-1799 |
Milano |
IEI0123775 |
63 |
Quadro sessioni pubbliche |
1797 |
Venezia |
TO00204579 |
64 |
Il quotidiano bolognese, ossia raccolta di notizie secrete |
1797-1798 |
Bologna |
IEI0104778 |
65 |
Il redattore del gran consiglio della repubblica cisalpina |
1797-1798 |
Milano |
IEI0105151 |
66 |
Il repubblicano piemontese |
1798-1799 |
Torino |
TO00192917 |
67 |
Rivista europea |
1838-1847 |
Milano |
TO00194284 |
68 |
La sferza repubblicana |
1798 |
Milano |
IEI0105541 |
69 |
La storia dell'anno |
1737-1811 |
Venezia |
TO00195922 IEI0105429 TO001959222_01 |
70 |
Supplementi al Giornale de' letterati d'Italia |
1722-1726 |
Venezia |
TO00196194 |
71 |
Il tribuno del popolo |
1797 |
Milano |
TO00196935 |
72 |
La verità vendicata |
1799 |
Torino |
TO00197418 |
Ultima consultazione siti web: 3 novembre 2020.
Desidero ringraziare la prof.ssa Fiammetta Sabba e la prof.ssa Lucia Sardo per i preziosi consigli e suggerimenti forniti nel corso della stesura dell'elaborato, e la dott.ssa Chiara Veninata per le informazioni che celermente e professionalmente ha fornito.