La mappatura delle collezioni attraverso la rivisitazione di Conspectus: una proposta metodologica per le biblioteche pubbliche e i primi risultati di un caso applicativo presso la Biblioteca civica di Bolzano

Sara Dinotola

Introduzione

Una biblioteca capace di rinnovarsi, di inserirsi proattivamente nella contemporaneità, di porsi in ascolto della comunità di riferimento e svolgere per essa un ruolo sempre più rilevante, instaurando un rapporto di fiducia e collaborazione, dovrebbe considerare le collezioni come uno dei propri elementi strategici imprescindibili e lavorare in modo attento e rigoroso per il loro sviluppo e la loro gestione1.
Come per ogni aspetto della biblioteca, anche in riferimento alle collezioni risulta fondamentale un'attività di analisi specifica e dettagliata; infatti, solo conoscendo le caratteristiche dell'esistente è possibile procedere in modo più ponderato alla programmazione futura, definendo le linee di sviluppo da seguire2. Per questo, la valutazione delle collezioni – attività tradizionale e fase indispensabile del ciclo della gestione documentaria, ma non sempre portata avanti con costanza dalle biblioteche pubbliche – andrebbe oggi ripresa e consolidata, per permettere di evidenziare i punti di forza e di debolezza del patrimonio documentario che si è andato stratificando nel tempo, in senso assoluto e soprattutto in relazione al contesto di riferimento, e per poter delineare una visione olistica ed esaustiva della raccolta3.
Tra i diversi metodi per l'analisi delle collezioni figura Conspectus che, ideato nel 1978 nel contesto delle biblioteche di ricerca nordamericane con l'obiettivo di giungere a un coordinamento degli acquisti, durante i decenni ha subito varie modifiche ed è stato al centro di dibattiti, critiche e sperimentazioni4. Sebbene Conspectus sia stato pensato come una lingua franca per la mappatura delle collezioni, da impiegare in biblioteche di varia tipologia e grandezza, esso nel tempo ha suscitato interesse soprattutto da parte delle biblioteche accademiche e di ricerca5; in anni recenti, come si evince da una ricognizione della letteratura, anche se un numero crescente di istituzioni ha deciso di non impiegare questo metodo6, altre hanno puntato su di esso, convinte che i punti di forza di Conspectus vadano valorizzati e che sia possibile ripensare gli aspetti oggi meno condivisibili o non più attuali7.
Un discorso diverso va condotto per le biblioteche pubbliche, dove Conspectus è stato e continua a essere poco applicato per la valutazione delle collezioni8, nonostante l'esistenza di alcune indicazioni metodologicamente molto interessanti elaborate nel primo decennio del XXI secolo proprio per adattarlo alle caratteristiche di questa tipologia bibliotecaria. Mi riferisco, in particolare, a due proposte italiane: da un lato alla versione semplificata di Conspectus, in cui i livelli di approfondimento passano da sei (0-5) a quattro (0-3), descritta nel volume del 2002 edito dalla Provincia di Milano9; dall'altro al modello a matrice illustrato da Stefano Parise nel suo libro del 2008, il quale, riprendendo la versione semplificata di Conspectus, prevede un'impostazione «che incroci gli elementi caratterizzanti di un determinato livello con il posseduto, considerato dal punto di vista dei contenuti»10 e si basi, di conseguenza, sull'analisi e sull'assegnazione del livello ai singoli documenti della porzione di collezione considerata, a cui solo alla fine di questo processo può essere assegnato un livello complessivo.
Nonostante l'indubbia validità del metodo proposto da Parise, non sono riuscita a rintracciare testimonianze esplicite di una sua applicazione né in letteratura né all'interno delle diverse carte delle collezioni elaborate e rese pubbliche dalle biblioteche italiane che ho avuto modo di analizzare11. Tutto ciò porta ad affermare che l'utilità di Conspectus e quella del suo adattamento proposto da Parise siano state sottostimate dalle biblioteche pubbliche e che, dunque, questo metodo non abbia potuto esprimere appieno le proprie potenzialità. La principale tra queste è legata, a mio giudizio, alla filosofia su cui poggia Conspectus, presente già dalla sua versione originaria del 1978 e rimasta inalterata nei vari adattamenti successivi, ossia la necessità di combinare dati quantitativi al giudizio di tipo qualitativo del bibliotecario per poter arrivare a conoscere davvero a fondo le collezioni di una biblioteca12.
Al contrario, altri principi su cui si è basato storicamente Conspectus appaiono ormai anacronistici oppure non sono applicabili al contesto di una biblioteca pubblica e, quindi, è auspicabile ripensarli e modificarli: su questo aspetto di grande importanza tornerò più avanti13.
A partire da queste premesse, da qualche anno sto portando avanti una riflessione finalizzata alla definizione di un'impostazione metodologica aggiornata – basata sulla versione semplificata a quattro livelli (0-3) e su un adattamento del sistema a matrice illustrato da Parise – che riprenda e rafforzi la filosofia originaria di Conspectus appena ricordata, modificando al tempo stesso i principi non più attuali. L'obiettivo, dunque, è quello di elaborare una metodologia di analisi condivisibile e applicabile da parte delle biblioteche pubbliche contemporanee che vogliano valutare in modo analitico le loro raccolte e confrontare a livello sistemico i risultati di tale analisi per attivare (o migliorare) le politiche e le pratiche di sviluppo documentario coordinato.
Accanto alla speculazione teorica, indispensabile per individuare i fondamenti metodologici, ho potuto, assieme alle colleghe e ai colleghi della Biblioteca civica di Bolzano, sperimentare sul campo tale modello per poterne verificare l'applicabilità, l'utilità, i punti di forza e quelli da migliorare. Nelle pagine seguenti, pertanto, verranno presentati i primi risultati del lavoro di analisi delle collezioni di saggistica per adulti condotto per l'appunto presso la Biblioteca civica di Bolzano utilizzando questo inedito adattamento di Conspectus14.

L'analisi delle collezioni come lavoro preliminare alla programmazione dello sviluppo documentario

L'analisi basata sul metodo Conspectus, adattato secondo i principi e i criteri che verranno descritti nelle prossime pagine, si inserisce nell'ambito del più ampio lavoro, ancora in corso, finalizzato all'elaborazione della carta delle collezioni della Biblioteca civica di Bolzano15.
La consapevolezza che fin dall'inizio ha guidato la realizzazione di questo progetto è che la carta, al fine di non restare una mera e generica enunciazione di principi e di diventare invece un utile strumento di lavoro quotidiano per i bibliotecari e di comunicazione con tutti gli stakeholder, debba necessariamente essere un documento fortemente contestualizzato e articolato. In particolare, i due nuclei della carta saranno rappresentati da una parte descrittivo-valutativa e da una programmatica16. La prima raccoglierà i risultati dell'analisi delle collezioni, svolta sulla base di un approccio in grado di integrare più tipologie di dati, nonché le considerazioni relative al contesto e alla comunità di riferimento della biblioteca, al fine di cercare di correlare la pianificazione dello sviluppo futuro delle collezioni (da illustrare nella seconda parte del documento) anche ai bisogni dell'utenza reale e potenziale.
Dunque, se condotta sulla base di questo presupposto, l'elaborazione della carta delle collezioni si presenta come un lavoro molto impegnativo, soprattutto se viene svolto in parallelo a tutti gli altri compiti considerati maggiormente ordinari di cui i bibliotecari sono responsabili, come è avvenuto presso la Biblioteca civica di Bolzano. Per questo motivo, sono stati fondamentali l'individuazione e la programmazione delle diverse attività da svolgere, così come la suddivisione dei compiti tra i bibliotecari e la definizione di precise scadenze.
Durante la fase progettuale è stata prima condotta una revisione della letteratura italiana e straniera sul tema della valutazione e della programmazione dello sviluppo documentario, poi sono state analizzate diverse carte delle collezioni accessibili online e, infine, si è passati alla definizione più precisa delle varie attività da svolgere per raggiungere le finalità del progetto. Solo a quel punto è stato possibile dedicarsi alle fasi operative. Per quanto riguarda l'analisi esterna, il lavoro si è concentrato sull'elaborazione di un profilo di comunità relativo al contesto bolzanino che tiene conto dell'andamento demografico della popolazione nel tempo, dei gruppi linguistici di appartenenza, della provenienza dei cittadini stranieri, delle fasce d'età della popolazione e di altri dati di carattere demografico, ambientale, economico e culturale utili a fotografare le caratteristiche della comunità e del territorio di riferimento. Si ha la consapevolezza che il profilo di comunità, che sarà pubblicato nella parte iniziale della carta delle collezioni, non può essere sufficiente per far emergere i bisogni espressi e inespressi dell'utenza reale e potenziale; infatti, per andare oltre i dati statistici ed entrare più in profondità, esso andrebbe integrato con un'indagine basata sui metodi della ricerca sociale, come i questionari rivolti a campioni più o meno ampi della popolazione e somministrati secondo varie modalità (in presenza, per telefono, in modalità telematica), le interviste a opinion leader che conoscono bene la realtà cittadina da vari punti di vista e i focus group che possono coinvolgere, ad esempio, particolari target o categorie di persone individuate tra i frequentatori della biblioteca o anche tra coloro che sono ancora solo potenziali utenti. In particolare, tutte queste indagini dovrebbero portare alla luce le necessità informative, formative e di svago delle persone, nonché le preferenze di lettura riguardo agli ambiti disciplinari, alle lingue e ai formati dei documenti; inoltre, dovrebbero far emergere ciò che i cittadini si aspettano dalla biblioteca in termini di collezioni e, nel caso in cui essi siano già utenti, il grado di soddisfazione derivante dall'utilizzo delle raccolte. Dunque, ai fini della definizione delle linee guida per lo sviluppo e la gestione delle raccolte da inserire nella parte programmatica della carta delle collezioni, la realizzazione di un'analisi dei bisogni sarà auspicabilmente un obiettivo da raggiungere nel prossimo futuro. Invece, al momento della stesura del presente contributo, la valutazione delle collezioni è l'unica attività tra quelle propedeutiche all'allestimento della carta che è giunta a conclusione e di cui si presenteranno nei prossimi paragrafi l'impostazione metodologica e i risultati.
Prima di entrare nel merito del processo di valutazione delle raccolte, va ricordato che si è optato per un livello di approfondimento dell'analisi differenziato tra la collezione per gli adulti e quella dedicata ai bambini e ai ragazzi (fino ai 14 anni). Nel primo caso si è ritenuto opportuno condurre una valutazione più approfondita e analitica, segmentando il patrimonio documentario al livello delle cento divisioni della Classificazione decimale Dewey17, e basata, oltre che sui dati quantitativi, anche sulla sperimentazione di una rivisitazione del metodo Conspectus. Nel secondo caso, invece, l'analisi si è fermata al livello delle dieci classi Dewey e non si è scelto il metodo Conspectus, in quanto sarebbero risultati necessari ulteriori adattamenti e riflessioni, a cui si intende dedicare una fase successiva del lavoro. In base a queste premesse, di seguito si farà riferimento solo alla collezione per adulti, l'unica finora analizzata ricorrendo a Conspectus.
Il passo successivo ha riguardato l'estrazione dal gestionale di diversi dati quantitativi con lo scopo di iniziare a ottenere elementi informativi importanti. In particolare, sono stati raccolti dati sulla consistenza del patrimonio (a livello delle dieci classi e delle cento divisioni), sono stati calcolati i rapporti tra la consistenza di ogni divisione e quella sia del patrimonio della classe di riferimento sia del patrimonio complessivo; inoltre, è stato elaborato un grafico con la suddivisione per fasce d'età dei documenti di ciascuna divisione. Passando ai dati quantitativi centrati sull'utenza, sono stati presi in considerazione i prestiti durante l'anno di riferimento, sia a livello complessivo, sia di classe e di divisione. Come si avrà modo di sottolineare più avanti, questi e altri dati sono stati poi combinati tra loro e interpretati alla luce dei risultati dell'analisi qualitativa svolta tramite Conspectus per giungere a una visione più completa della collezione.

La definizione dell'impostazione metodologica per l'analisi tramite Conspectus

Come ricordato in precedenza, l'adattamento del metodo Conspectus impiegato presso la Biblioteca civica di Bolzano ha ripreso la versione semplificata con i livelli 0-3 e il sistema a matrice proposto da Stefano Parise. Dunque, il lavoro preliminare all'analisi vera e propria del patrimonio della Biblioteca ha riguardato la costruzione di un modello di griglia per ogni divisione da analizzare, individuando gli ambiti di interesse e le tipologie documentarie attribuibili al livello 1, 2 e 3. Ciò ha permesso di delineare, in termini qualitativi, le caratteristiche che la raccolta di una biblioteca pubblica (dunque non solo quella oggetto dell'analisi) dovrebbe avere per raggiungere nelle varie divisioni i singoli livelli di approfondimento. In altre parole, le griglie illustrano sinteticamente le tipologie documentarie per i diversi ambiti di interesse che una collezione di livello 1 dovrebbe presentare e così avviene anche per i livelli 2 e 3.
Quanto agli ambiti di interesse, si è deciso di non esprimerli con un linguaggio naturale (come avviene invece nell'esempio illustrato da Parise), ma di farli coincidere con le singole sezioni della specifica divisione della CDD, al fine di consentire una maggiore standardizzazione e una più agevole confrontabilità. Soprattutto per il livello 1 (e in alcuni casi per il livello 2) non sempre è stato possibile considerare tutte le sezioni, in quanto gli ambiti disciplinari a cui esse fanno riferimento richiedono un certo approfondimento della trattazione e specifiche conoscenze pregresse da parte dei lettori18.
Passando alle tipologie documentarie attribuibili ai singoli livelli, va sottolineato che esse sono state individuate in base al target a cui sono rivolte, alle caratteristiche formali, alla presenza di illustrazioni, di un apparato di note e di riferimenti bibliografici, al linguaggio utilizzato19.
Ad esempio, al livello 1 sono riconducibili le seguenti tipologie:

Al livello 2 è possibile associare le seguenti tipologie di pubblicazioni:

Per il livello 3 si possono menzionare:

Quelle appena ricordate sono le tipologie documentarie che caratterizzano generalmente tutte le divisioni, ma si tratta di un elenco parziale, infatti, man mano che l'attenzione si è spostata sulle varie divisioni, è stato necessario prevedere e inserire nelle griglie ulteriori tipologie documentarie legate a una specifica materia, che si sono così aggiunte a quelle più frequenti. Ad esempio, si possono citare le biografie (livello 2 o 3)30, gli atlanti (livello 2), gli atti di convegno (livello 3), i cataloghi e i repertori (livello 3), i sussidi didattici (livello 3)31, le guide turistiche (livelli 1 o 2), i periodici divulgativi (livello 2) e i periodici specializzati (livello 3).
Dopo aver individuato gli ambiti di interesse e le tipologie documentarie in riferimento a ogni divisione, all'interno delle tre griglie (una per ogni livello) a ciascun ambito di interesse è stata associata una o più tipologie documentarie.
L'ultimo passo per la costruzione delle griglie è stato finalizzato alla ricerca, per ogni associazione di ambito di interesse e tipologia documentaria in precedenza individuata, di un esempio concreto di pubblicazione, non necessariamente facente parte della collezione della biblioteca oggetto di indagine. Infatti, per l'individuazione di questi esempi le fonti prescelte sono state: l'OPAC della Biblioteca nazionale centrale di Firenze (utilizzando il navigatore Dewey32), l'OPAC SBN33 e la Bibliografia nazionale italiana34, mentre per le opere in lingua tedesca l'OPAC della Deutsche Nationalbibliothek35.
Una volta elaborate le griglie36, l'attenzione si è spostata sulla raccolta da analizzare: dal gestionale sono stati estratti i dati di interesse, ossia titolo, autore, editore, collana, anno di pubblicazione, prime tre cifre del numero di classificazione, lingua della pubblicazione, segnatura; poi tali dati sono stati inseriti in un foglio di calcolo.
A quel punto è iniziato il lavoro vero e proprio di mappatura, attraverso l'analisi dei singoli volumi. Nella stragrande maggioranza dei casi tale esame è avvenuto, come previsto anche dalla versione originale di Conspectus, in modo autoptico37. Tuttavia, in alcune occasioni, soprattutto nella fase avanzata del lavoro in cui è stata raggiunta una certa dimestichezza nell'analisi, è stato possibile rinunciare a un esame con il libro in mano, basandosi sulla descrizione presente in catalogo e su altre informazioni ricavabili, ad esempio, dalla scheda presente sul sito dell'editore38. Spesso un aiuto importante si è ottenuto anche tenendo conto della casa editrice e della collana di cui il volume fa parte; infatti, il lavoro di mappatura delle collane incontrate ha permesso di osservare che in alcuni casi una collana è costituita interamente da volumi omogenei (per finalità, impostazione, caratteristiche editoriali) e riconducibili, dunque, a uno stesso livello.
L'analisi, svolta per le varie divisioni in contemporanea dai diversi bibliotecari39, ha permesso di collocare ogni singolo documento all'interno delle griglie, associandolo a uno specifico abbinamento tra ambito di interesse e tipologia documentaria, e quindi è stato possibile assegnargli il relativo livello di approfondimento. Occorre qui sottolineare che l'attribuzione del livello a una determinata pubblicazione non implica un giudizio sul suo valore, ma permette di esprimere con un numero il modo in cui un argomento viene trattato (a livello basilare, intermedio o specialistico) e di conseguenza il bisogno informativo a cui quell'opera cerca di andare incontro.
Una volta conclusa la fase di analisi, in riferimento a ciascun livello è stato conteggiato il numero di volumi posseduti per ogni abbinamento di ambito di interesse e di tipologia documentaria; questa ricognizione dettagliata ha permesso di evidenziare quali tipologie di pubblicazione inserite nelle griglie sono più rappresentate, quali meno e quali non sono presenti nella collezione analizzata. In seguito, è stato realizzato un conteggio complessivo, per capire quanti documenti sono stati ricondotti al primo livello, quanti al secondo e quanti al terzo livello.
Alla fine della mappatura è stato quindi possibile giungere all'attribuzione di un livello all'intera porzione di collezione analizzata (divisione), ma senza basarsi solo sul dato numerico. Infatti, nell'assegnazione dei livelli si è ritenuto opportuno distaccarsi da quanto prescritto dal manuale Conspectus, in base al quale gli indicatori di consistenza descrivono collezioni locali in relazione alla produzione editoriale nazionale o all'universo delle pubblicazioni esistenti40: si tratta di un principio inapplicabile soprattutto per le biblioteche pubbliche, il cui scopo non è e non può essere quello di garantire l'esaustività della collezione in termini assoluti (se non in determinati settori, legati, per esempio, alla realtà locale), bensì quello di andare incontro alle necessità informative degli utenti (reali e potenziali), attraverso specifiche politiche di sviluppo documentario, in cui risultano complementari la logica del possesso e del just in case e quella dell'accesso e del just in time41. La necessità di un allontanamento da questo principio espresso dal manuale Conspectus era stata da me già sottolineata42, così come in precedenza aveva fatto Stefano Parise, secondo il quale basare l'assegnazione del livello solo sul dato quantitativo apparirebbe come

un non-senso evidente, perché le raccolte non si riferiscono mai a un paradigma di esaustività (che peraltro non avrebbe né utilità né possibilità di realizzarsi) ma sono rivolte a una comunità di lettori con bisogni specifici ed esigenze e capacità differenziate, che orientano e qualificano l'attività di sviluppo delle raccolte. I livelli di approfondimento, dunque, devono essere contestualizzati alla situazione dell'area in cui la biblioteca opera43.

Questi accorgimenti contribuiscono a superare uno dei limiti della versione originaria di Conspectus, ossia che biblioteche di dimensioni diverse per raggiungere un determinato livello dovrebbero possedere lo stesso numero di risorse, stabilito sulla base della produzione editoriale nazionale nel settore disciplinare oggetto di studio. A partire da tali premesse, nel lavoro di mappatura delle collezioni della Biblioteca civica di Bolzano, più che tenere conto del rapporto quantitativo tra l'offerta editoriale e il posseduto in un determinato settore disciplinare44, si è cercato di capire quale bisogno informativo (di base, intermedio o avanzato) ogni porzione di collezione fosse in grado di soddisfare e tale valutazione è dipesa, oltre che dalla consistenza della collezione analizzata, anche dalle tipologie documentarie rappresentate e dalla varietà dell'offerta in termini qualitativi.
Si è deciso, invece, di tenere conto e di interpretare criticamente un altro principio illustrato nel manuale Conspectus, ossia quello in base al quale gli indicatori di consistenza formano un continuum, per cui ogni successivo livello deve includere i criteri di quelli che lo precedono45. Dall'applicazione di questo presupposto alla versione modificata di Conspectus che qui si sta descrivendo deriva che una collezione di livello 2 (intermedio) dovrebbe essere in grado di coprire anche un bisogno informativo di livello 1 (basilare) e che una collezione di livello 3 (avanzato) dovrebbe andare incontro anche a esigenze informative intermedie e di base. Come si metterà in evidenza nel prossimo paragrafo, questa situazione ideale non sempre si verifica, a causa di vari motivi: alcuni possono essere legati a fattori interni, quali le scelte (basate su precise politiche o, al contrario, sulla mancanza di linee guida per lo sviluppo documentario) fatte in fase di acquisizione che hanno portato a sbilanciamenti verso pubblicazioni dal taglio maggiormente specialistico; altri, invece, sono direttamente collegati a fattori esterni, tra cui le caratteristiche dell'offerta editoriale, ossia l'esiguità o la mancanza di opere di livello base o intermedio in riferimento ad alcuni settori disciplinari. Nei casi in cui non è stata garantita la continuità tra i livelli e ciò è stato ricondotto alle motivazioni legate alla sfera interna, oppure se non è stato possibile dimostrare il contrario, si è optato alla fine della mappatura per l'attribuzione di un livello non pieno, bensì con riserva46. Come per l'assegnazione dei livelli Conspectus, non esiste un criterio di tipo quantitativo unico che possa guidare nell'individuazione del numero adeguato di opere da possedere nei livelli inferiori al fine di poter escludere la riserva. Infatti, in riferimento ad alcune divisioni si possono considerare sufficienti per garantire la continuità tra i livelli poche pubblicazioni di livello 1, che permettano al lettore di inquadrare il tema e iniziare a orientarsi nella materia; in altre divisioni, per le specifiche caratteristiche degli argomenti affrontati che si prestano meglio a una trattazione basilare, può essere invece opportuno garantire un'offerta di primo livello più ampia dal punto di vista quantitativo e più variegata da quello qualitativo.
A questo punto entrano in gioco anche altri aspetti, legati in modo specifico al contesto in cui la biblioteca opera. Infatti, se essa è inserita in un sistema bibliotecario, si può decidere di segnalare le riserve in fase di assegnazione del livello delle singole divisioni e di stabilire, in fase programmatica, che quelle riserve saranno colmate non da quella biblioteca, bensì da altre biblioteche del sistema, più attente, ad esempio, a garantire una copertura più ampia dei livelli di base47.
Va riportata, in aggiunta, un'ulteriore considerazione in merito all'assegnazione dei livelli: dall'analisi di alcune divisioni è emerso che non sono rappresentate tutte le sezioni e le tipologie documentarie inserite nella griglia e relative al livello attribuito, quindi è stato necessario segnalare tali lacune che non hanno permesso di raggiungere pienamente il livello.
Ricapitolando, il lavoro di mappatura ha portato ad assegnare a ogni divisione analizzata uno dei seguenti livelli:

Figura 1 – Le fasi per l'applicazione della rivisitazione del metodo Conspectus


Un'ultima precisazione relativa ai criteri per l'assegnazione del livello di approfondimento: la collezione della Biblioteca civica di Bolzano, come ricordato in precedenza, è bilingue e la proporzione tra l'italiano e il tedesco dovrebbe essere di due terzi per il primo e di un terzo per il secondo48. Pur effettuando un conteggio distinto per i libri in lingua italiana e per quelli in lingua tedesca, il livello per ciascuna divisione è stato attribuito complessivamente, considerando la collezione nella sua interezza. Lo stesso principio è stato seguito anche in presenza di un numero non trascurabile di opere in lingue diverse dall'italiano e dal tedesco.
Accanto all'indicazione sintetica del livello Conspectus, per ogni divisione è stata elaborata una descrizione discorsiva tenendo conto dei dati quantitativi e delle informazioni raccolte durante la mappatura. Ciò ha permesso di esplicare meglio le caratteristiche del segmento di raccolta analizzato e di arrivare a una vera e propria 'narrazione' sulla raccolta da parte del bibliotecario.
L'impostazione metodologica appena descritta si sarebbe potuta applicare all'analisi dell'intera collezione per adulti della Biblioteca, ma considerando che la mappatura è un'operazione lunga e complessa e che si è trattato di un lavoro sperimentale, finalizzato a testare l'utilità di questo adattamento di Conspectus ai fini della valutazione delle collezioni, si è optato per un restringimento del numero dei documenti da esaminare, sulla base dei seguenti criteri:

Nonostante le scelte appena ricordate, che hanno portato a una considerevole riduzione del patrimonio da esaminare, la mappatura tramite Conspectus ha riguardato 68 divisioni, ossia un campione composto complessivamente da oltre 24.000 documenti.

I principali risultati dell'analisi: l'istantanea della raccolta

La mappatura svolta sulla base dell'impostazione metodologica appena descritta è stata condotta, in parallelo alle altre attività ordinarie, da cinque bibliotecari (di cui uno si è occupato prevalentemente dell'estrazione dal gestionale dei dati necessari sulle pubblicazioni da analizzare) e portata a conclusione in circa dieci mesi, un tempo giudicato ragionevole se si considera la mole di documenti analizzati e soprattutto il preliminare lavoro finalizzato all'elaborazione delle griglie per ogni divisione53. Dunque, anche alla luce degli importanti risultati raggiunti in termini di maggiore conoscenza delle raccolte, che verranno descritti nel corso di questo paragrafo, si può affermare che si è raggiunto un soddisfacente rapporto tra costi (quantificati soprattutto in termini di tempo impiegato) e benefici ottenuti.
Nell'ambito di questa mappatura sono state prodotte e compilate 68 griglie, una per ogni divisione analizzata; ciascuna griglia è composta da tre parti, una relativa al livello 1, una al livello 2 e una al livello 3. All'interno delle tabelle, per ogni abbinamento di ambito di interesse e tipologia documentaria, sono state riportate complessivamente centinaia di descrizioni bibliografiche relative alle pubblicazioni considerate esemplificative; inoltre, sulla base dell'analisi documentaria, sono state compilate le griglie e, infine, sono state realizzate 68 descrizioni. Dunque, la mole di dati e di testi prodotti è stata davvero ingente, ma ciò non ha rappresentato una sorpresa, infatti l'approfondimento e l'analiticità dell'esame sono stati considerati fin dall'inizio del progetto come obiettivi da perseguire ricorrendo al metodo Conspectus.
Senza poter qui descrivere dettagliatamente i risultati dell'analisi, per i quali si rimanda al testo della carta di prossima pubblicazione, si possono sottolineare alcuni aspetti interessanti. Il primo riguarda l'eterogeneità delle divisioni analizzate, infatti tutti i livelli descritti in precedenza sono presenti. Tuttavia il livello di gran lunga più diffuso è quello intermedio, attribuito a circa la metà delle divisioni esaminate, seppur in alcuni casi con lacune o con riserva oppure con entrambe, sulla base delle valutazioni prima descritte; al secondo posto si pone il livello 3 (assegnato a poco più di un quarto delle divisioni, anche qui talvolta con riserva e/o lacune), seguito dall'1 (individuato per 4 divisioni) e dallo 0 (che è stato attribuito soltanto a tre divisioni).
Al contrario di come si potrebbe immaginare (soprattutto avendo in mente la versione tradizionale di Conspectus che, come ricordato, mette a confronto il posseduto con il pubblicato), non sempre c'è una corrispondenza tra l'ampiezza del patrimonio e il livello, ossia a una collezione vasta non necessariamente corrisponde un livello di approfondimento avanzato e, viceversa, a una collezione poco estesa non coincide inevitabilmente un livello basilare. Ciò può essere esplicato meglio ricorrendo a due esempi emblematici, rappresentati dalla divisione 610 (medicina) e dalla divisione 020 (biblioteconomia e scienza dell'informazione). La prima, con le sue 1.690 unità, rappresenta una delle porzioni più ampie tra quelle analizzate54 ed è ricca di opere di prima informazione, di guide pratiche di base rivolte a lettori che si avvicinano per la prima volta alla materia, nonché di saggi divulgativi e di commento di livello intermedio per coloro che possiedono già qualche conoscenza pregressa. Guardando alle percentuali, il 41,71% dei documenti è ascrivibile al livello 1, il 31,65% al livello 2 e il 26,62% al 3: queste caratteristiche della raccolta hanno portato ad attribuirle un livello 2; va notato che in questa divisione è ben rispettata la continuità tra i livelli 1 e 2, tant'è che il livello base dal punto di vista quantitativo è più ampio di quello intermedio.

Figura 2 – I livelli Conspectus della divisione 610


Il secondo caso interessante è quello della divisione 020, che presenta solo 286 unità, ma raggiunge comunque il livello 3, in quanto è stata sviluppata per supportare un bisogno informativo di tipo avanzato, infatti oltre a essere rivolta a specialisti e studenti universitari, essa funge da fonte di aggiornamento teorico-metodologico per gli stessi bibliotecari della Biblioteca civica di Bolzano. Come si può notare dalla figura 3, il 74,47% dei documenti di cui è costituta questa divisione è ascrivibile al livello 3, il 19,58% al livello 2 e appare del tutto trascurabile la percentuale dei volumi di livello 1 (pari al 5,94%). In questo caso, non viene rispettata la continuità tra i livelli a cui si è fatto riferimento in precedenza, tuttavia ciò non è stato segnalato al termine della mappatura, in quanto tale esiguità delle opere di livello 1 e 2 non va collegata a un limite della collezione analizzata e, dunque, alle conseguenze delle pratiche di acquisizione messe in atto negli anni, ma soprattutto all'assenza all'interno del mercato editoriale di tale offerta basilare, in quanto gli argomenti oggetto della divisione difficilmente si prestano a una trattazione non specialistica o di livello intermedio. Queste considerazioni hanno trovato una concretizzazione a monte nella costruzione delle griglie: proprio per il motivo appena illustrato, la griglia di livello 1 contempla solo due sezioni della divisione, ossia la 025 (attività delle biblioteche) e la 028 (lettura e uso di altri media).

Figura 3 – I livelli Conspectus della divisione 020


Già dai due esempi appena ricordati, si nota che l'analisi delle singole divisioni è stata molto particolareggiata, tuttavia, al fine di illustrare in modo sintetico e comparativo i risultati del lavoro di valutazione, si è ritenuto opportuno effettuare anche delle descrizioni finali relative a ogni singola classe, in cui sono stati messi in evidenza e interpretati le peculiarità, i punti in comune e le differenze tra le divisioni, emersi dalla mappatura qualitativa e dai dati quantitativi (come consistenza e tasso di circolazione).
Questo lavoro di analisi critica dei dati raccolti ha aiutato a condurre anche una riflessione sulla stratificazione delle collezioni e sulla trasformazione delle politiche di acquisizione nel tempo, temi molto importanti soprattutto se si analizza il patrimonio di biblioteche con una lunga storia alle spalle, come la Biblioteca civica di Bolzano. Anche se, come detto, la mappatura ha riguardato solo i volumi posseduti editi tra il 2007 e il 2016, senza risalire più indietro negli anni, è stato comunque possibile giungere a considerazioni utili e interessanti, pure alla luce dei dati quantitativi, riferiti, invece, all'intera raccolta per adulti di ciascuna divisione. La figura 4 mostra il numero complessivo di documenti (copie) per adulti (a cui è stato assegnato in catalogo un numero Dewey) suddivisi per classi: è evidente la preponderanza delle classi 800 (letteratura e retorica), 300 (scienze sociali), 700 (le arti, belle arti e arti decorative) e 900 (storia e geografica), che hanno rappresentato storicamente i nuclei centrali della collezione della Biblioteca. Combinando i dati quantitativi relativi agli acquisti degli ultimi decenni e le informazioni ricavate dalla mappatura tramite Conspectus, è emerso che la vocazione tradizionale della Biblioteca civica di Bolzano verso l'ambito umanistico, storico e sociale continua a essere ancora oggi una sua caratteristica e si esprime attraverso l'acquisizione, nel passato come nel presente, di opere specialistiche e con un grande approfondimento teorico, di classici della disciplina e di manuali universitari e specialistici55. Non è un caso che il livello 3 sia stato attribuito – seppur in alcuni casi con riserve e lacune – alla maggior parte delle divisioni delle classi 100 (filosofia) e 200 (religione), alle divisioni 300 (scienze sociali, sociologia e antropologia), 370 (educazione), 400 (linguaggio) e 410 (linguistica) e ad alcune della classe 900 (storia).

Figura 4 – Il patrimonio per adulti con numero CDD suddiviso per classi (copie)


Allo stesso tempo, l'analisi delle collezioni ha messo in risalto che negli ultimi anni gli acquisti documentari si sono concentrati in maggior misura su ambiti disciplinari in passato meno sviluppati. Un esempio significativo è rappresentato dalla divisione 640 (governo della casa e della famiglia), che si attesta su un livello intermedio: osservando la figura 5, che mostra il relativo patrimonio suddiviso per fasce d'età, si nota che tale divisione sta conoscendo in un periodo recente un incremento, a testimonianza della crescente attenzione della biblioteca anche verso le aree disciplinari diverse da quelle umanistiche.

Figura 5 – Il patrimonio della divisione 640 per fasce d'età


Infatti, gli ambiti che indicativamente dai primi anni Duemila stanno avendo uno sviluppo maggiore, in termini quantitativi e di varietà, sono l'informatica (000), le lingue come l'inglese (420), il tedesco (430), il francese (440) e l'italiano (450), le scienze dure e in particolare la matematica (510), la fisica (530), la chimica (540), la medicina (610), l'agricoltura (630), il governo della casa e della famiglia (640). Nelle divisioni appena citate le raccolte raggiungono un livello di approfondimento intermedio (a eccezione del 630 che si attesta su un livello 1), dunque esse sono costruite per soddisfare bisogni informativi di base e/o intermedi. Tali collezioni aiutano a concretizzare alcuni dei compiti che la Biblioteca civica ha individuato come propri, ossia andare incontro alle necessità informative e di orientamento delle persone nel mondo contemporaneo; combattere il divario digitale e aiutare i cittadini a sviluppare un'adeguata competenza informatica oggi sempre più indispensabile; favorire l'apprendimento permanente; stimolare le persone di tutte le fasce d'età a impegnare il tempo libero in modo divertente e creativo, a sviluppare nuovi interessi, a raggiungere e potenziare competenze e abilità, tra cui quelle linguistiche, tecniche e legate al "fai da te".
Dall'analisi delle tipologie documentarie è emerso che quelle maggiormente rappresentate all'interno di queste divisioni sono le monografie di primo orientamento, le guide pratiche di base, i dizionari, i saggi divulgativi e i manuali di livello intermedio. Per raggiungere le finalità appena ricordate, alle collezioni si affiancano, secondo un'ottica strettamente integrata, le svariate iniziative proposte dalla biblioteca, quali laboratori, visite guidate per le scuole e per i nuovi cittadini, corsi, gruppi di lettura, presentazioni di libri, incontri organizzati in collaborazione con soggetti e associazioni del territorio.
In estrema sintesi, dall'analisi delle collezioni è emersa l'immagine di una biblioteca dalla duplice anima: da un lato essa rimane un punto di riferimento per gli studiosi e per gli specialisti di quei settori disciplinari che nei decenni hanno costituito il nucleo centrale delle sue collezioni; dall'altro si presenta come biblioteca con una crescente vocazione di public library generalista, al servizio della variegata comunità che vive nel territorio bolzanino e, più in generale, altoatesino.
Il lavoro che andrà svolto nella fase successiva sarà relativo alla programmazione della politica documentaria, sia a livello generale sia delle singole divisioni. In riferimento a queste ultime, bisognerà stabilire per ciascuna il livello da raggiungere in 3/5 anni, ossia il periodo di validità di una carta delle collezioni: si potrà decidere di mantenere il livello attuale emerso in fase di analisi delle collezioni, di tendere a eliminare lacune e riserve al fine di raggiungere un livello pieno56, oppure di arrivare al livello successivo a quello esistente. Queste decisioni, insieme alla definizione dei criteri per il passaggio di livello, andranno prese sulla base di diverse considerazioni emerse sia durante la mappatura tramite Conspectus sia grazie all'interpretazione dei dati quantitativi raccolti. Entrando più nel dettaglio, l'attività di analisi per alcune divisioni ha fatto emergere, ad esempio, l'esistenza di lacune rispetto a determinati abbinamenti di tipologie documentarie e ambiti di interesse, lo squilibrio tra le pubblicazioni in lingua italiana e quelle in lingua tedesca (che sovente non sono molto numerose e non raggiungono un terzo dei volumi presenti in ogni divisione), nonché la necessità di un processo di revisione e scarto e, infine, i tassi (bassi o alti) di prestito in relazione alla consistenza della raccolta57.
Altri fattori determinanti in fase di programmazione saranno rappresentati dall'attenta valutazione dei bisogni espressi e inespressi degli utenti reali e potenziali (sulla base dell'elaborazione del profilo di comunità, a cui dovrebbe affiancarsi un'analisi dei bisogni), dal posizionamento della Biblioteca civica all'interno del sistema bibliotecario comunale e anche dal confronto con le altre biblioteche presenti a Bolzano e nel resto dell'Alto Adige. Un ulteriore fattore di considerazione è rappresentato dal budget a disposizione della Biblioteca, la cui entità può condizionare senza dubbio le scelte in sede programmatica58. Dunque, andranno affrontati temi delicati e sarà determinante la capacità di interpretare al meglio i dati e cogliere i segnali derivanti dall'analisi del contesto interno (con particolare attenzione a quanto emerso dal profilo documentario) e dal contesto esterno alla biblioteca.

Punti di forza, criticità e prospettive di applicazione del metodo Conspectus rivisitato

Dopo aver descritto la rivisitazione del metodo Conspectus impiegata presso la Biblioteca civica di Bolzano e i principali risultati emersi dall'attività di valutazione delle raccolte, resta ora da riflettere sui punti di forza e sui limiti di tale impostazione metodologica, nonché sulle possibilità di una sua applicabilità anche da parte di altre biblioteche.
Innanzitutto va evidenziato che questo lavoro sperimentale di analisi ha permesso ai bibliotecari di approfondire in modo considerevole la conoscenza della collezione cartacea di saggistica della Biblioteca civica di Bolzano. Infatti, la mappatura a volte ha confermato e ha reso più oggettive e fondate le ipotesi iniziali dei bibliotecari rispetto al livello di approfondimento e alle caratteristiche delle singole porzioni di patrimonio (divisioni); mentre in altre occasioni – forse più numerose di quanto ci si sarebbe potuto aspettare – i risultati della mappatura hanno portato a delineare un quadro diverso da quello immaginato, aiutando così i bibliotecari a cambiare l'idea non veritiera che si erano figurati prima di intraprendere questo progetto.
Per arrivare a cogliere in profondità le caratteristiche delle raccolte, il giudizio di tipo qualitativo formulato dai bibliotecari (sotto forma sia del codice corrispondente al livello di approfondimento della collezione sia della descrizione discorsiva relativa a ogni singola divisione) ha tenuto conto non solo dell'analisi Conspectus in senso stretto (ossia quella basata sul sistema a matrice), ma anche di una serie di dati di tipo quantitativo centrati sulla raccolta (consistenza, fasce d'età) e centrati sull'utenza (statistiche d'uso). Di fatto, l'analisi Conspectus ha inglobato in sé l'intera attività di valutazione delle collezioni, poiché tutti i dati quantitativi raccolti e gli indicatori ricavati dalla loro combinazione sono stati interpretati dai bibliotecari alla luce della mappatura. Di conseguenza, anche i risultati emersi vanno intesi come frutto di un unico processo valutativo integrato. Dunque, è stata certamente confermata la convinzione iniziale, ossia che il principale punto di forza di Conspectus (evidente già dalla sua versione originale) risiede nell'utilizzo contemporaneo di tecniche quantitative e qualitative, che ogni biblioteca può selezionare sulla base delle rispettive esigenze informative e possibilità legate al tempo e al personale da dedicare alla valutazione delle collezioni. Si tratta, quindi, di un'impostazione per l'analisi delle raccolte che si potrebbe definire modulare e implementabile a seconda delle necessità.
Tornando al caso applicativo descritto in queste pagine, sarebbe interessante e utile affiancare alla mappatura tramite Conspectus e ai dati quantitativi anche il ricorso a uno o più metodi qualitativi centrati sulle persone, quali osservazioni, interviste e focus group, in modo da ottenere ulteriori elementi conoscitivi fondati sul confronto diretto con le persone che utilizzano (o non utilizzano) le collezioni. Questo, come ricordato in precedenza, potrà diventare uno degli obiettivi da raggiungere in un prossimo futuro, quando sarà anche necessario realizzare una nuova analisi delle collezioni per ottenere un'istantanea più aggiornata59.
Va sottolineato che la valutazione andrebbe ripetuta periodicamente, al fine di non disperdere il lavoro fatto, avere serie di dati da confrontare e capire se le linee guida per lo sviluppo e la gestione documentaria inserite nella carta delle collezioni siano state messe in pratica o meno. Mentre la mappatura appena realizzata ha richiesto tempo soprattutto per la definizione teorica di un adattamento del metodo Conspectus e per l'elaborazione delle griglie relative a ciascuna divisione, la futura elaborazione di un nuovo profilo documentario dovrebbe richiedere meno tempo ed energie, in quanto potrà basarsi su un sostrato metodologico già definito e sperimentato, che eventualmente dovrà essere solo perfezionato. In aggiunta, per ogni nuovo volume acquisito, sempre sulla base delle griglie, sarà opportuno assegnare in fase di catalogazione uno o più codici al fine di indicare il livello di approfondimento e la tipologia documentaria: questo potrà essere un ulteriore fattore determinante per la riduzione dei tempi di lavoro in fase di valutazione delle collezioni, poiché non servirà riprendere in mano i singoli volumi, ma sarà sufficiente effettuare un'estrazione dal gestionale60.
Un altro percorso da sviluppare in futuro riguarderà l'impiego di un ulteriore metodo di valutazione di tipo qualitativo centrato sulle raccolte, ossia il list checking, necessario per integrare i risultati della mappatura, almeno per alcune divisioni. Infatti, l'analisi del campione limitato alle pubblicazioni edite nel decennio 2007-2016 non ha permesso di far emergere alcune caratteristiche delle raccolte: in particolare, il dato che potrebbe risultare falsato è quello relativo alla presenza o meno dei classici e delle opere fondamentali della disciplina, che non necessariamente vengono riacquistati di frequente.
Infine, considerando che il caso sperimentale di analisi ha riguardato solamente le collezioni cartacee di saggistica, ancora molto resta da indagare sull'utilità di questo adattamento di Conspectus per la valutazione delle collezioni nelle biblioteche pubbliche: bisognerà soffermarsi sulla raccolta per bambini e ragazzi, sulle opere di fiction (dalla narrativa alla graphic novel e ai fumetti, dalla musica al cinema fino ai giochi in scatola) e sulle risorse elettroniche, per la cui analisi sarà imprescindibile tenere conto dei business model su cui si basa la loro acquisizione, che in diversi casi privilegiano il paradigma del just in time61. Certamente sarà necessario definire prima a livello di speculazione teorica e poi di applicazione concreta i dovuti adattamenti del metodo Conspectus, affinché esso possa rivelarsi utile per l'analisi di queste tipologie di collezioni.
Tornando alla sperimentazione condotta presso la Biblioteca civica di Bolzano, si può affermare che nonostante i limiti dell'analisi – legati a scelte interne dettate da ragioni di opportunità e necessarie per limitare l'enorme mole di lavoro necessario per la mappatura – essa ha comunque permesso ai bibliotecari di raggiungere nuove consapevolezze, utili sia per la programmazione dello sviluppo futuro della raccolta di saggistica sia per le altre fasi della gestione documentaria (dalle acquisizioni alla promozione, dalla revisione allo scarto).
Ad esempio, la ricerca degli esempi delle pubblicazioni da inserire nelle griglie e l'analisi autoptica delle migliaia di volumi componenti le 68 divisioni oggetto di studio hanno permesso ai bibliotecari di raggiungere una maggiore conoscenza del mercato editoriale (in termini di estensione, editori, collane, tipologie documentarie per le varie aree disciplinari), utile non solo per orientarsi meglio ai fini delle future acquisizioni titolo per titolo, ma anche per stilare eventuali profili alla base di un metodo di sviluppo delle collezioni come l'approval plan62.
Inoltre, la valutazione di ciascuna divisione ha portato alla luce, non solo lacune e squilibri delle raccolte, ma anche i loro punti di forza, che andranno promossi per favorire una maggiore conoscenza e un più ampio utilizzo del patrimonio documentario da parte degli utenti. Dunque, l'analisi delle raccolte può guidare i bibliotecari da un lato all'elaborazione di una programmazione relativa allo sviluppo e alla gestione futuri, dall'altro verso la definizione di migliori e più efficaci politiche di promozione e mediazione delle raccolte, che si inseriscono nell'ottica più ampia di un'attività fondamentale come la promozione della lettura.

Figura 6 – I punti di forza e le criticità della rivisitazione di Conspectus


In conclusione, un altro fenomeno da sottolineare è che la sperimentazione di questa rivisitazione di Conspectus ha condotto a un modo diverso di lavorare e di pensare alla gestione delle collezioni. Ferme restando le responsabilità e le competenze specifiche dei diversi bibliotecari relative alle varie aree disciplinari, questo è stato un lavoro di squadra: le decisioni metodologiche, nonché quelle relative a determinate questioni sono state prese in seguito a confronti e scambi di opinione, al fine di giungere a decisioni basate su criteri il più possibile condivisibili e replicabili da tutti i bibliotecari coinvolti nel processo di analisi63.
Ma l'obiettivo finale vuole essere ancora più ambizioso e di più ampia portata: considerando che l'impiego di questa rivisitazione di Conspectus si è rivelato – al netto delle criticità e degli aspetti migliorabili – un esperimento interessante sotto vari punti di vista, poiché ha aperto nuovi orizzonti per la valutazione e ha portato verso un'analisi analitica delle raccolte svolta da molteplici angolazioni e tramite diverse tecniche, si spera che tale metodo possa essere ripreso anche da altre biblioteche pubbliche. Proprio per questo motivo si è deciso di dedicare il presente articolo alla descrizione dettagliata dell'impostazione metodologica e dei vari passaggi che hanno portato all'analisi tramite Conspectus della collezione di saggistica per adulti della Biblioteca civica di Bolzano. Si auspicano ora nuove sperimentazioni da parte di altre biblioteche pubbliche, al fine di poter instaurare un dialogo costruttivo nella comunità scientifica e professionale sulla validità e sull'applicabilità di tale rivisitazione di Conspectus a contesti diversi da quello in cui essa ha preso forma64.


NOTE

Ultima consultazione siti web: 4 ottobre 2020.
Ringrazio il direttore della Biblioteca civica di Bolzano, Ermanno Filippi, per aver acconsentito alla sperimentazione dell'adattamento di Conspectus descritto nel presente contributo, nonché Alice de Rensis, Matteo Meloni, Elena Molisani, Federica Mumelter, Elisabetta Pavan e Caterina Romitelli per aver lavorato assieme a me all'applicazione di questo metodo e avermi aiutato ad adattare il modello teorico alle pratiche quotidiane di analisi.

1 L'importanza delle collezioni, nonostante la frequente marginalizzazione del loro ruolo all'interno del più generale dibattito sulle funzioni delle biblioteche pubbliche contemporanee, è stata evidenziata in diversi contributi, tra i quali si ricordano: Jérôme Pouchol, Indispensable politique documentaire, «Bulletin des bibliothèques de France», 9 (2016), p. 70-77, https://www.enssib.fr/bibliotheque-numerique/notices/66669-indispensable-politique-documentaire; Maurizio Vivarelli, C'è bisogno di collezioni? Teorie, modelli, pratiche per l'organizzazione di spazi documentari connessi e condivisi, «Biblioteche oggi trends», 1 (2015), n. 1, p. 18-29, http://www.bibliotecheoggi.it/trends/article/view/38, DOI: 10.3302/2421-3810-201501-018-1; Id., Lo spazio delle collezioni. In: A partire dallo spazio: osservare, pensare, interpretare la biblioteca, a cura di Maurizio Vivarelli. Milano: Ledizioni, 2016, p. 71-90. Mi permetto di rimandare anche a Sara Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni nelle biblioteche pubbliche: verso una citizen-centric-library. In: La biblioteca che cresce: contenuti e servizi tra frammentazione e integrazione: convegno: Milano 14-15 marzo 2019. Milano: Editrice bibliografica, 2019, p. 129-137; Ead., Lo sviluppo delle collezioni nelle biblioteche pubbliche: metodi, pratiche e nuove strategie. Milano: Editrice bibliografica, 2020.
2 In anni recenti è cresciuta l'attenzione, tanto nella teoria quanto nella pratica, verso un documento programmatico come il piano strategico, in cui vengono delineati mission, vision, scopi, obiettivi e strategie per la loro concretizzazione. Sul tema si legga: Associazione italiana biblioteche. Commissione nazionale biblioteche pubbliche, Disegnare il futuro della biblioteca: linee guida per la redazione dei piani strategici per le biblioteche pubbliche, 2019, https://www.aib.it/wp-content/uploads/2019/05/AIB_CNBP_Linee-guida-3-1.pdf. Un'ulteriore fase programmatica, basata sui risultati della pianificazione strategica e riferita in modo specifico alle raccolte, trova esplicitazione nella carta delle collezioni. Su quest'ultima cfr. S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 142-171.
3 I metodi per la valutazione delle collezioni utilizzabili nell'ambito delle biblioteche pubbliche possono essere suddivisi tra metodi quantitativi centrati sulle raccolte (come il benchmarking che tiene conto di diversi dati, tra cui consistenza, età del patrimonio documentario, entità delle nuove acquisizioni e degli scarti), metodi quantitativi centrati sull'utenza (statistiche d'uso), metodi qualitativi centrati sulle raccolte (list checking, osservazione, mappatura tramite Conspectus) e metodi qualitativi centrati sull'utenza (osservazione, intervista, focus group). Per una presentazione dei singoli metodi si veda ivi, p. 179-219.
4 Sull'origine di Conspectus si legga Nancy E. Gwinn; Paul H. Mosher, Coordinating collection development: the RLG Conspectus, «College and research libraries», 44 (1983), n. 2, p. 128-140, https://crl.acrl.org/index.php/crl/article/view/13874, DOI: 10.5860/crl_44_02_128. L'ultima versione ufficiale di Conspectus risale al 1997: cfr. Mary Bushing; Burns Davis; Nancy Powell, Using the Conspectus method: a collection assessment handbook. Lacey: WLN, 1997 e la traduzione italiana Il metodo Conspectus: manuale per la valutazione delle collezioni, traduzione di Gabriella Berardi, revisione di Rossana Morriello, presentazione di Mauro Guerrini, introduzione di Giovanni Solimine. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2008. Una ricostruzione relativa sia alla diffusione di Conspectus sia alle resistenze verso questo metodo è reperibile in S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 194-203.
5 Ad esempio, in Italia il primo progetto di valutazione basato su Conspectus è stato realizzato da alcune biblioteche di Roma dipendenti da ministeri, università, organismi scientifici e di ricerca nei primi anni Novanta: cfr. Giovanni Solimine, Dal Nord America è arrivato Conspectus, «Biblioteche oggi», 11 (1993), n. 11, p. 72-75.
6 Secondo una ricerca condotta dall'Association of Research Libraries (ARL) nel 2016, i due terzi delle biblioteche rispondenti situate in Canada e negli Stati Uniti non hanno mai utilizzato Conspectus e alcune di queste hanno scelto, invece, altri metodi qualitativi centrati sulle raccolte, come l'analisi citazionale e il list checking: cfr. Karen R. Harker; Janette Klein, Collection assessment. Washington: ARL, September 2016, https://publications.arl.org/Collection-Assessment-SPEC-Kit-352/. Inoltre va ricordato che, al fine di ridurre i tempi di analisi, molte biblioteche ricorrono a sistemi automatizzati, come WorldShare collection evaluation, https://www.oclc.org/en/collection-evaluation.html, o Proquest Intota assessment, , sia per effettuare un benchmarcking con le collezioni di altre biblioteche, sia per l'analisi delle collezioni di una sola biblioteca, senza effettuare confronti. Su quest'ultimo tema si legga un recente caso di studio che ha tenuto conto di età, formati e modelli di utilizzo delle raccolte, descritto in Cheryl D. Bain [et al.], Using WorldShare collection evaluation to analyze physical science and engineering monograph holdings by discipline, «Collection management», 41 (2016), n. 3, p. 133-151, https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/01462679.2016.1208132?journalCode=wcol20, DOI: 10.1080/01462679.2016.1208132. In un più recente contributo relativo all'analisi delle collezioni nelle biblioteche accademiche Danilo Deana ha definito Conspectus come un metodo anacronistico, mettendo in evidenza che è impossibile «valutare la completezza dei diversi settori di una collezione» ed è quindi opportuno ricorrere ad altri strumenti (tra cui WorldShare collection evaluation) per capire se una raccolta sia in grado di soddisfare le esigenze dei suoi utenti: Danilo Deana, Le collezioni messe a nudo, «Biblioteche oggi», 38 (2020), n. 1/2, p. 16-26: p. 17, , DOI: 10.3302/0392-8586-202001-016-1. Come si vedrà più avanti, questo particolare limite di Conspectus è assolutamente vero, ma esso, perlomeno nelle biblioteche pubbliche che rappresentano l'oggetto di interesse del presente contributo, può essere superato, spostando l'asse, in fase di attribuzione dei livelli, dall'esaustività della raccolta verso i bisogni informativi che essa è in grado di soddisfare.
7 Cfr. Francesco Meliti, La Biblioteca universitaria di Lugano e il progetto di analisi delle collezioni, «Biblioteche oggi", 35 (2017), n. 2, p. 36-47, http://www.bibliotecheoggi.it/rivista/article/view/619, DOI: 10.3302/0392-8586-201702-036-1 e Id., Il progetto di analisi quantitativa e qualitativa delle collezioni secondo il metodo Conspectus. In: I mille volti della qualità in biblioteca. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2018, p. 49-77. A proposito di adattamenti del metodo Conspectus nell'ambito delle biblioteche accademiche, è possibile citare il brief test, sviluppato da Howard White nel 1995 al fine di rendere più veloce e meno soggettiva l'assegnazione dei livelli alla collezione (Howard D. White, Brief tests of collection strength: a methodology for all types of libraries. Westport: Greenwood Press, 1995); per una sua applicazione recente, in unione ad altri metodi di valutazione, si legga Sue F. Phelps, Assessing a consortium for a multidisciplinary subject, «Collection management», 46 (2021), n. 1, p. 35-56, https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/01462679.2020.1750522, DOI: 10.1080/01462679.2020.1750522.
8 Bisogna ricordare che, a livello generale, la valutazione delle collezioni ha rappresentato storicamente una pratica meno diffusa nelle biblioteche pubbliche rispetto a quelle accademiche e di ricerca: cfr. S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 179-181. Da un'indagine da me condotta tra ottobre 2018 e giugno 2019, la quale ha visto la partecipazione di 450 biblioteche pubbliche italiane, è emerso che 197 istituzioni hanno svolto negli ultimi anni un'analisi delle collezioni e di queste 145 hanno fornito ulteriori informazioni circa le metodologie utilizzate: 102 non hanno mai utilizzato Conspectus, mentre 43 lo hanno fatto, si veda ivi, p. 249-250. Sulle difficoltà relative all'utilizzo di questo metodo da parte di grandi sistemi bibliotecari si legga: Rino Clerici; Loredana Vaccani, Dalla valutazione del patrimonio all'acquisto centralizzato, «Biblioteche oggi», 35 (2017), n. 8, p. 49-52, http://www.bibliotecheoggi.it/rivista/article/view/727, DOI: 10.3302/0392-8586-201708-049-1.
9 Dal libro alle collezioni: proposta operativa per una gestione consapevole delle raccolte, testi di Alessandro Agustoni, revisione scientifica di Giovanni Solimine. Milano: Provincia di Milano, 2002.
10 Stefano Parise, La formazione delle raccolte nelle biblioteche pubbliche: dall'analisi dei bisogni allo sviluppo delle collezioni. Milano: Editrice bibliografica, 2008, p. 138.
11 Ho reperito online e analizzato alcune decine di carte delle collezioni italiane e per dodici di queste ho proposto una descrizione della struttura e dei contenuti in S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 252-274. Nel panorama europeo è possibile segnalare il caso interessante (seppur relativo a una biblioteca accademica) della Zentral- und Hochschulbibliothek Luzern, che dal 2000 alla fine del 2011 ha optato per un adattamento del metodo Conspectus in base al quale è prevista l'attribuzione del livello ai singoli documenti della raccolta, prima di poter assegnare un livello complessivo. In seguito, l'utilizzo di tale metodo è stato limitato solo a campioni di collezione, soprattutto perché era in notevole aumento il numero delle risorse elettroniche acquisite secondo il modello del big deal e, quindi, esse non potevano essere valutate seguendo questa impostazione: cfr. Wolfram Luttere, Conspectus revisited. Bestandesentwiklung über Conspectusvergabe auf Exemplarniveau, «O-bib», 1 (2014), n. 1, p. 152-165.
12 Proprio la combinazione di più metodi (quantitativi e qualitativi) è auspicata in letteratura in riferimento alla valutazione della biblioteca intesa in senso generale: cfr. ad esempio Flavia Massara, Mixed methods: come integrare ricerca qualitativa e quantitativa in biblioteca. In: Chiara Faggiolani, Conoscere gli utenti per comunicare la biblioteca: il potere delle parole per misurare l'impatto, con contributi di Maddalena Battaggia [et al.]. Milano: Editrice bibliografica, 2019, p. 139-179.
13 Cfr. infra il paragrafo dal titolo La definizione dell'impostazione metodologica per l'analisi tramite Conspectus.
14 Quando la prima fase del lavoro di mappatura delle collezioni della Biblioteca civica di Bolzano non era ancora giunta a conclusione, ho fornito una prima descrizione di questo adattamento di Conspectus in S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 202-210.
15 La Biblioteca civica di Bolzano, istituita nel 1928, raccoglie oggi più di 300.000 unità bibliografiche e la raccolta moderna viene incrementata, considerando solo le risorse su supporti fisici, ogni anno con circa 8.000/9.000 nuovi documenti (tendenzialmente due terzi in lingua italiana e un terzo in lingua tedesca). Il sistema bibliotecario comunale è composto, oltre che dalla sede centrale, anche da sei succursali distribuite nei vari quartieri della città, dunque il patrimonio complessivo è molto più ampio e supera le 500.000 unità: in una fase successiva la carta e, di conseguenza, l'analisi delle collezioni dovranno riguardare anche le sei biblioteche di quartiere, applicando le stesse metodologie, compreso Conspectus. Per informazioni più dettagliate sulle biblioteche comunali di Bolzano cfr. Biblioteca civica di Bolzano, Carta dei servizi, 2011, http://www.comune.bolzano.it/UploadDocs/1498_BCB_Carta_Servizi.pdf e http://www.comune.bolzano.it/cultura_sotto_home.jsp?ID_LINK=741&area=48.
16 Quanto alla struttura e ai contenuti della carta delle collezioni, il modello seguito (seppur con i dovuti adattamenti) è quello proposto in S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 158-171.
17 La segmentazione del patrimonio documentario è un'operazione preliminare e indispensabile che consiste nel suddividere la raccolta in porzioni significative per ognuna delle quali andranno poi condotte l'analisi quantitativa e l'analisi qualitativa, definiti gli obiettivi di sviluppo, assegnate le risorse economiche annuali, decisi i criteri specifici per la revisione e lo scarto. Solitamente, come nell'esempio qui illustrato, la segmentazione avviene in base alla CDD: la premessa è che alla totalità dei documenti da analizzare, o comunque alla maggioranza di essi, sia attribuito un numero di classificazione. Nel caso specifico che qui si sta descrivendo, l'89,5% dei documenti per adulti è stato classificato in base alla CDD.
18 Ad esempio, nel caso della divisione 510 (matematica) in fase di costruzione delle griglie sono state escluse dal livello 1 le sezioni 514 (topologia), 515 (analisi), 518 (analisi numerica) e 519 (probabilità e matematica applicata).
19 Anche in questo caso il punto di partenza è stato individuato nel volume della Provincia di Milano e in quello di Stefano Parise: dopo un'analisi e un confronto delle tipologie documentarie per i tre livelli indicate in quelle sedi, si è proceduto a stilare un primo elenco di tipologie documentarie che dovrebbero connotare i singoli livelli. Cfr. Dal libro alle collezioni cit., p. 137-146; S. Parise, La formazione delle raccolte cit., p. 54-55.
20 Tipici esempi di monografie di primo orientamento sono rappresentati dai libri di alcune collane della casa editrice Dedalo, ossia La scienza è facile, 50 grandi idee, Le grandi domande e anche da quelli della collana Grandi idee spiegate in modo semplice di Gribaudo, oppure dai volumi della collana I mestieri della scienza di Zanichelli.
21 La tipologia documentaria delle guide pratiche di base è ben rappresentata, tra i numerosi esempi, dalle collane Guide compact e Minicompact di De Agostini, Maxi libri di De Vecchi, Le piccole guide per genitori, Gli eco-libri e Piccoli segreti naturali di Il castello.
22 Un esempio emblematico è rappresentato dalla collana Le garzantine della casa editrice Garzanti.
23 Tra gli altri, rientrano in questa tipologia i volumi delle collane Farsi un'idea di Il mulino, Chiavi di lettura di Zanichelli, Gli spilli di Alpha test, Pixel di Egea.
24 Esempi di manuali di livello 2 si possono rintracciare nelle collane Stare bene di Armando, 50 minuti. Le guide rapide d'autoformazione di Franco Angeli, Pocket di Apogeo.
25 Una delle collane più rappresentative di questa tipologia documentaria è quella di Alpha test intitolata Testuniversitari.
26 Anche in questo caso è possibile citare una collana di Alpha test, ossia Test professionali.
27 Sono molte le collane i cui libri rientrano in questa tipologia documentaria; si possono qui citare le collane Scienza e idee di Raffaello Cortina, Collezione di testi e studi, Studi e ricerche di Il mulino, Ricerche di Marsilio. Le monografie specialistiche includono anche i classici della disciplina.
28 Un esempio tipico di questa tipologia è rappresentato dalla collana Manuali universitari della Carocci, nonché da case editrici come Zanichelli, Pearson, McGraw-Hill.
29 Esemplificative sono le collane I manuali di Carocci Faber, I grandi manuali di psicologia di Raffaello Cortina, Le guide della casa editrice Erickson, Strumenti per il lavoro psico-sociale ed educativo di Franco Angeli.
30 Si può distinguere tra le biografie divulgative (livello 2) e le biografie di livello 3 che, frutto di un rigoroso lavoro di ricerca, sono più approfondite e spesso sono corredate della riproduzione di fonti documentarie di vario tipo.
31 Questa tipologia, che compare ad esempio nella griglia della divisione 370, comprende volumi a supporto della didattica, destinati, quindi, agli insegnanti. A titolo esemplificativo si ricordano le collane I materiali e Materiali di recupero e sostegno di Erickson.
32 https://opac.bncf.firenze.sbn.it/opac/controller.jsp?action=dewey_browse.
33 https://opac.sbn.it.
34 http://bni.bncf.firenze.sbn.it/bniweb/menu.jsp.
35 https://portal.dnb.de/opac.htm?method=showOptions. Bisogna sottolineare che queste fonti hanno palesato spesso un limite: considerando che, come detto in precedenza, la segmentazione della raccolta adottata è basata sulla Classificazione decimale Dewey, un dato essenziale per la ricerca al loro interno è rappresentato proprio dal numero di classificazione Dewey; tuttavia, per quanto riguarda l'Italia, talvolta all'interno degli OPAC il numero di classificazione non è presente solo nelle descrizioni bibliografiche delle pubblicazioni meno recenti; nel catalogo della Deutsche Nationalbibliothek questo è un dato che viene riportato ancora più raramente perché la CDD non fa parte degli standard utilizzati in Germania.
36 Per motivi di spazio non è stato possibile riportare qui un esempio di griglia, reperibile invece nell'appendice 1 presente in S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni nelle biblioteche pubbliche cit., p. 304-315.
37 Ciò ha causato delle "complicazioni" di tipo logistico dovute all'organizzazione interna degli spazi della Biblioteca, infatti la maggior parte dei documenti è conservata non nelle sale di lettura a scaffale aperto, bensì nel magazzino interno. I bibliotecari hanno dovuto produrre delle liste con i volumi da analizzare, che sono stati recuperati dagli addetti al magazzino: questa operazione ha comportato un ulteriore dispendio in termini di tempo e di energie.
38 Soprattutto durante il periodo di smart working (marzo-maggio 2020), imposto dalla chiusura forzata delle biblioteche a seguito dell'emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Covid-19, si è deciso di realizzare (laddove possibile) un'analisi senza il libro in mano, in quanto questa era l'unica soluzione per non interrompere il lavoro.
39 Presso la Biblioteca civica di Bolzano a ogni bibliotecario è assegnata la responsabilità di alcuni settori disciplinari (individuati in base alla Classificazione decimale Dewey), dei quali ciascuno segue lo sviluppo, la gestione e la promozione. Quindi, l'analisi Conspectus è stata svolta dai bibliotecari in riferimento alle rispettive aree di competenza, al fine di mettere a frutto la loro esperienza e la loro conoscenza del patrimonio delle singole divisioni.
40 Il manuale suggerisce, per le risorse a stampa nelle biblioteche accademiche e di ricerca, alcune percentuali di titoli da acquisire rispetto alla produzione editoriale complessiva della nazione di riferimento per raggiungere i diversi livelli (livello 1a-2a: meno del 5%, 2b: 5-10%, 3a: 10-15%, 3b: 20%, 3c: 25%, 4: 30%): cfr. M. Bushing; B. Davis; N. Powell, Il metodo Conspectus cit., p. 171.
41 Quest'ultima logica tradizionalmente è stata garantita da un servizio come il prestito interbibliotecario, mentre in tempi più recenti trova la sua esplicitazione all'interno di alcuni business model alla base delle acquisizioni delle risorse elettroniche, mutuate dal mondo delle biblioteche accademiche. Mi riferisco, in particolare, alla patron-driven acquisition e al pay-per-view, oggi messi a disposizione dai principali aggregatori di risorse elettroniche rivolti alle biblioteche pubbliche.
42 Conspectus appare «l'espressione di una visione tipicamente novecentesca dello sviluppo delle collezioni, in cui assumono una grande rilevanza il dato quantitativo e l'esaustività in termini assoluti delle raccolte»: S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 200.
43 S. Parise, La formazione delle raccolte cit., p. 134.
44 A titolo esemplificativo si può ricordare che nel periodo 2007-2016 la Biblioteca ha acquisito circa il 9,5% delle pubblicazioni italiane per adulti relative alla matematica (classificate, quindi, nella divisione 510) edite nello stesso lasso di tempo: questo dato non è in grado di fornire informazioni sulle caratteristiche della raccolta che si è andata costruendo nel tempo, sulle tipologie documentarie più rappresentate, sui bisogni informativi che è complessivamente in grado di supportare: cfr. S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit. p. 206. Invece, sarà opportuno compiere un benchmarking tra le collezioni bibliotecarie e il pubblicato non soffermandosi solo sul dato numerico, ma conducendo un'analisi a livello di titoli e confrontando i dati relativi all'uso delle raccolte con quelli di vendita. Sto conducendo uno studio in tal senso, i cui risultati saranno resi noti nei prossimi mesi.
45 M. Bushing; B. Davis; N. Powell, Il metodo Conspectus cit., p. 123.
46 Non sempre è stato possibile distinguere nettamente tra questi due ordini di motivazioni (ossia pratiche interne di acquisizione e scarsità dell'offerta editoriale di base) e in tale situazione di incertezza sarebbero stati necessari sia uno studio approfondito delle politiche di sviluppo messe in atto nel tempo, sia una conoscenza diacronica dell'offerta editoriale, però non sempre possibili a causa di svariate ragioni. In questi casi, quindi, si è scelto di segnalare la riserva. Al contrario, la riserva non è stata indicata solo nel caso in cui si avessero ragionevoli indicazioni per poter affermare che il livello 1 e/o il livello 2 non fossero garantiti all'interno dell'offerta editoriale per via dell'alta specializzazione delle materie trattate. Ciò ha comportato anche il mancato inserimento nelle griglie relative ai livelli inferiori di diversi abbinamenti di ambiti di interesse (sezioni) e di tipologie documentarie. Per un caso di questo tipo si rimanda al prossimo paragrafo, in cui vengono descritti i risultati dell'analisi della divisione 020 (biblioteconomia e scienza dell'informazione).
47 Questa è la situazione che si riscontra proprio nel caso del Sistema bibliotecario del Comune di Bolzano, all'interno del quale tradizionalmente le sei succursali hanno cercato di andare incontro soprattutto a bisogni informativi di base o intermedi. La valutazione delle collezioni, il confronto e la condivisione dei risultati tra le sette biblioteche del sistema potranno aiutare a definire in modo più dettagliato e ponderato le specificità e le responsabilità nell'ambito di un processo di sviluppo coordinato delle raccolte.
48 Biblioteca civica di Bolzano, Carta dei servizi cit., p. 8.
49 Nella prima fase del lavoro è stata tralasciata l'analisi delle opere di fiction, per le quali sarà necessario stabilire dei criteri ad hoc.
50 Va ricordato che il lavoro finalizzato alla stesura della carta è iniziato nel 2017, mentre il lavoro di analisi tramite Conspectus, a causa di una serie di fattori, è stato intrapreso solo all'inizio del 2020, in seguito a un'attenta riflessione metodologica condotta durante i mesi precedenti. Per garantire una coerenza con i dati relativi al contesto esterno (profilo di comunità) e con quelli quantitativi sulle raccolte già estratti e aggiornati al 31 dicembre 2016, si è ritenuto opportuno analizzare le collezioni acquisite fino a quella data. Se si considera che la validità di una carta delle collezioni dovrebbe coprire un orizzonte temporale di 3-5 anni, oggi tali dati appaiono in un certo senso già "invecchiati"; tuttavia, in questa fase, tale aspetto è passato in secondo piano, in quanto la priorità è stata quella di definire e testare un'impostazione metodologica per l'analisi delle collezioni.
51 Si tratta delle seguenti divisioni: 010 (bibliografie), 030 (enciclopedie e raccolte di notizie), 050 (riviste, giornali e seriali), 060 (associazioni, organizzazioni e musei), 080 (citazioni), 250 (pratica pastorale e ordini religiosi cristiani), 310 (statistiche), 660 (ingegneria chimica), 670 (manifattura), 680 (manifattura per specifici usi), 690 (edifici e costruzione).
52 Un'eccezione è rappresentata dalla classe 400, infatti, a causa delle peculiarità di questo settore disciplinare, in cui risultano fondamentali tipologie documentarie come CD-ROM e kit multimediali, si è ritenuto opportuno non escluderli dall'analisi.
53 Mediamente ogni bibliotecario ha dedicato alla mappatura delle raccolte tramite il metodo Conspectus due giorni a settimana (pari a 15 ore e 12 minuti sul totale delle 38 ore settimanali) per dieci mesi. Da questo conteggio vanno escluse la definizione dell'impostazione metodologica generale (rivisitazione di Conspectus) e l'estrazione dei dati quantitativi sulla consistenza di ogni divisione, sui prestiti e sulle fasce d'età dei documenti: tale lavoro, infatti, è stato realizzato in una fase precedente.
54 È la quarta divisione per consistenza, dopo le divisioni 300 (scienze sociali, sociologia e antropologia) composta da 2.156 unità, 940 (storia d'Europa) formata da 2.070 unità e 910 (geografia e viaggi) costituita da 2.042 unità. Le cifre qui riportate non fanno riferimento al patrimonio complessivo di ogni divisione, bensì solo alla porzione di collezione di ciascuna di esse analizzata tramite Conspectus che, come evidenziato, comprende le pubblicazioni edite tra il 2007 e il 2016.
55 Con ogni probabilità questo fenomeno sarà ancora più evidente quando si analizzeranno le divisioni della classe 700 e della classe 800, rimaste escluse, come già ricordato, da questa prima fase del lavoro di valutazione.
56 Come ricordato in precedenza, in riferimento ad alcune divisioni, si potrà demandare ad altre biblioteche del sistema bibliotecario comunale, ossia quelle di quartiere, il compito di cercare di colmare la mancanza di opere di base.
57 A proposito della circolazione dei documenti, va ricordato che per ogni divisione è stato calcolato il rapporto tra la percentuale dei prestiti della divisione rispetto alla classe e quella della consistenza sempre rispetto alla classe. Questo indicatore mostra se l'uso di un segmento sia più alto o più basso rispetto a quanto ci si aspetterebbe a livello teorico considerando la sua dimensione: un segmento che costituisce il 5% dell'intera collezione dovrebbe anche essere interessato dal 5% dei prestiti totali (rapporto = 1); se il rapporto è più alto di 1, questo segmento ha una maggiore attività di circolazione rispetto a quanto ci si sarebbe atteso. Questo dato è sicuramente interessante per programmare sia la revisione sia le future linee di sviluppo, ma va interpretato alla luce di altri dati e considerazioni che tengono conto di vari aspetti, tra cui quelli citati di seguito nel testo.
58 Questa è una considerazione che andrà inserita nella parte programmatica della carta delle collezioni, anche se la suddivisione del budget per i singoli segmenti di collezione (divisioni) non sarà illustrata in quella sede, bensì in documenti annuali di uso interno, come il piano di sviluppo e il protocollo di selezione.
59 Come già ricordato, sono state analizzate le pubblicazioni edite tra il 2007 e il 2016 e ciò ha determinato una lacuna relativa agli anni successivi. Al fine di colmarla, sarà opportuno aggiornare in tempi brevi l'analisi, relativa al contesto esterno e al profilo documentario, tenendo conto dei dati del periodo 2017-2020.
60 Sulla definizione del codice è in corso un'attenta riflessione, quindi non è ancora possibile fornire ulteriori indicazioni in questa sede, tuttavia si può qui anticipare che probabilmente si opterà per l'inserimento di un codice relativo ai livelli e di uno relativo alle tipologie documentarie, in modo da poter individuare solo le pubblicazioni di un dato livello (indipendentemente dalla tipologia documentaria) oppure da poter incrociare livello e tipologia. Tali codici potranno rappresentare una chiave di ricerca utile non solo in fase di analisi delle raccolte, ma anche per l'individuazione dei titoli durante il reference e per la realizzazione di bibliografie e consigli di lettura.
61 Questo sarà un tema che richiederà un'attenzione particolare, se si parte dal presupposto che «nonostante l'intenzione espressa nella versione del 1997 di considerare le risorse elettroniche, Conspectus è un metodo molto incentrato sulla valutazione delle risorse su supporti fisici»: S. Dinotola, Lo sviluppo delle collezioni cit., p. 200.
62 Su questo metodo mi permetto di rimandare a Sara Dinotola, L'approval plan per lo sviluppo delle collezioni: principi, applicazioni e prospettive in campo internazionale e nazionale. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2017. Si legga anche una recente tesi di laurea che si sofferma sul rapporto tra questo metodo e le biblioteche pubbliche nel contesto tedesco: Daniela Markus, Handlungsempfehlungen für ein Angebot von Approval Plans für Öffentliche Bibliotheken [Bachelorarbeit]. Hamburg: Hochschule für angewandte Wissenschaften Hamburg, 2019.
63 Ai fini di una maggiore oggettività dell'analisi sono stati determinanti la definizione e l'impiego delle griglie, di una terminologia controllata e ricorrente (soprattutto nella definizione delle tipologie di pubblicazioni che caratterizzano ogni livello). Anche se l'analisi può basarsi su criteri più oggettivi, l'elemento della soggettività nell'assegnazione del livello a ogni pubblicazione, derivante dalla capacità valutativa e dalla conoscenza della collezione del singolo bibliotecario, resta imprescindibile nella fase di analisi qualitativa, ma ciò deve costituire un valore aggiunto e non un limite.
64 Ho avuto modo di intraprendere un confronto su questi temi con colleghi che lavorano in diversi sistemi bibliotecari italiani e che sono impegnati nell'analisi delle collezioni delle rispettive biblioteche o la stanno programmando. Per consentire una diffusione della rivisitazione del metodo Conspectus e per rendere sostenibile il suo impiego anche nelle realtà bibliotecarie più piccole, sarebbe necessario un lavoro condiviso tra più biblioteche o sistemi, o ancora meglio a livello nazionale, al fine di giungere a un'elaborazione condivisa delle griglie.