Bias delle collezioni e data analysisun modello per lo studio comparato delle raccolte LGBTQ+

Sara Dinotola

Abbiamo introiettato il repertorio culturale e simbolico
patriarcale ed eteronormativo che associa alla femminilità,
all’omosessualità e al transgenderismo caratteristiche negative
che nutrono i nostri stereotipi e i nostri pregiudizi,
anche in modo inconsapevole1.

Le collezioni LGBTQ+ in biblioteca: tra censura e bias

Quasi trent’anni fa, nel Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche pubbliche si metteva in evidenza che «le raccolte e i servizi non devono essere soggetti ad alcun tipo di censura ideologica, politica o religiosa, né a pressioni commerciali»2. Lo stesso concetto è poi stato ribadito e approfondito più volte in vari documenti d’indirizzo, quali l’IFLA Statement on libraries and intellectual freedom del 19993, l’IFLA code of ethics for librarians and other information workers del 20124 e l’IFLA Statement on censorship del 20195. A livello italiano, si può ricordare il Codice deontologico dei bibliotecari, approvato dall’AIB nel 2014, il cui articolo 1.4 recita: «I bibliotecari devono ripudiare e combattere qualsiasi forma di censura sui documenti che raccolgono, organizzano o rendono accessibili e sulle informazioni che essi stessi forniscono agli utenti»6.
Dunque, partendo da tali principi dovrebbero essere elaborate le politiche biblioteconomiche e definiti i criteri da seguire durante il lavoro di sviluppo e di mediazione delle collezioni, al fine di rendere le biblioteche istituti che promuovono la libertà di espressione, il confronto delle idee, il pensiero critico, i valori democratici, il pluralismo e i diritti civili universali.
Al di là delle dichiarazioni di principio, è lecito chiedersi se a livello pratico vengano rispettate queste intenzioni, considerando che nel corso degli anni non sono mancati casi di censura, più o meno evidente, relativi a libri su argomenti ancora particolarmente sensibili e divisivi, tra cui si annoverano certamente le tematiche LGBTQ+7, in Italia8 e all’estero9. Oltre che sugli episodi di censura eclatanti e provenienti principalmente dall’esterno della biblioteca sarebbe opportuno soffermare l’attenzione sulle possibili e più velate forme di autocensura da parte di bibliotecari e bibliotecarie, basate su pregiudizi impliciti, i cosiddetti bias, che potrebbero influenzarli durante la selezione documentaria10. I bias, conosciuti anche come bias cognitivi, sono distorsioni che le persone attuano quando valutano fatti, avvenimenti, altre persone e quando prendono delle decisioni; inoltre, sono diversi dai pregiudizi noti che gli individui possono scegliere di nascondere ai fini della correttezza sociale e/o politica11.
Le tematiche riconducibili alla sfera LGBTQ+, ancora una volta, figurano tra quelle che, pure in biblioteca, più facilmente potrebbero prestarsi a tali pregiudizi impliciti. Inoltre, bisogna tenere conto che i bias non riflettono solo l’insieme delle convinzioni personali, ma anche quelle del contesto sociale e professionale in cui ci si muove e, a tal proposito, non si può ignorare che la biblioteconomia occidentale e i sistemi di classificazione più utilizzati, come la Classificazione decimale Dewey, esprimono una visione del mondo bianca, maschile, cristiana ed eterosessuale12.
Se nella letteratura scientifica italiana non si rinvengono studi specifici sulle modalità con cui vengono sviluppate e promosse le collezioni a tematica LGBTQ+13, in altri contesti i contributi sono numerosi e riguardano varie tipologie bibliotecarie14.
Al di là delle specificità dei vari studi finora condotti, che differiscono per impostazione metodologica, focus e obiettivi specifici e ad alcuni dei quali si farà riferimento nei paragrafi conclusivi, si può affermare che il presupposto da cui essi partono è lo stesso. Infatti, le analisi dell’offerta editoriale e delle collezioni bibliotecarie sulle tematiche LGBTQ+ permettono di richiamare l’attenzione sulle funzioni culturali e sociali delle biblioteche, tra cui rientra quella di dare voce e visibilità a pensieri diversi da quelli dominanti, grazie a un’offerta documentaria variegata.

Obiettivi e metodo dello studio

Il presente studio intende inserirsi nel solco delle ricerche ricordate poc’anzi, al fine di stimolare in Italia un dibattito biblioteconomico sulle collezioni a tematica LGBTQ+, affrontando le questioni più prettamente tecniche (fisionomia documentaria, politiche e criteri di sviluppo), quelle legate agli scenari esterni alla biblioteca (in che modo le persone si pongono verso questi temi, qual è la visibilità della comunità LGBTQ+), nonché quelle relative alla sensibilità e a eventuali bias del personale bibliotecario.

Entrando più nel dettaglio, gli obiettivi che qui si intendono perseguire sono i seguenti:

Per tentare di fornire delle risposte a questi interrogativi di ricerca, si è ritenuto opportuno applicare un approccio metodologico multidimensionale e sfaccettato che possa consentire sia di interpretare in modo più aperto i dati bibliografici e quelli relativi all’utilizzo delle raccolte, sia di instaurare un proficuo dialogo tanto tra le biblioteche quanto tra queste e gli altri soggetti della filiera del libro15.
I primi due elementi essenziali di tale approccio sono rappresentati dalla raccolta e dall’accurata analisi di varie tipologie di dati (consistenza dei campioni, anni di pubblicazione dei volumi, rappresentatività delle classi Dewey, dei livelli di approfondimento Conspectus, degli editori, tassi di utilizzo) relativi alle pubblicazioni LGBTQ+, nonché dal benchmarking esterno che permette di effettuare una comparazione non solo tra le collezioni di più biblioteche della stessa tipologia, ma anche tra queste e l’offerta editoriale16.
Alla base di questo tipo di studio si pone, dunque, la necessità di accedere a una grande mole di dati di diversa tipologia, alcuni dei quali, come i tassi di circolazione, possono essere forniti solo dalle biblioteche e altri, ossia le informazioni bibliografiche sulla produzione editoriale, possono essere messi a disposizione da fornitori e da case editrici. Di conseguenza, è indispensabile il contributo attivo da parte di più soggetti, senza il quale sarebbe impossibile condurre ricerche analitiche come quella che si sta per descrivere. Inoltre, la collaborazione è necessaria per poter concretizzare un altro elemento centrale di questo approccio metodologico, ovvero il confronto diretto, in primis con i bibliotecari e con le bibliotecarie, tramite la realizzazione di interviste. Solo in tal modo, infatti, è possibile contestualizzare e interpretare nel modo corretto i dati raccolti, nonché individuare ulteriori elementi, come le politiche di sviluppo seguite, le attività di promozione messe in atto e le percezioni del personale bibliotecario rispetto alle tematiche LGBTQ+, che non possono emergere solo dall’analisi centrata sui documenti posseduti.

La produzione editoriale italiana di saggistica sulle tematiche LGBTQ+ (2016-I semestre 2021)

Individuazione del campione di analisi

La prima fase della ricerca è stata finalizzata all’individuazione dei libri di saggistica per adulti in formato cartaceo riconducibili alle tematiche LGBTQ+, pubblicati in Italia tra il 2016 e la prima metà del 2021. Il database del fornitore Leggere s.r.l. è stato scelto come fonte primaria per il reperimento di tali titoli, in quanto esso, con più di 11 milioni di referenze (comprendenti monografie e documenti multimediali), ben rispecchia la produzione editoriale italiana17.

Considerando che le tematiche LGBTQ+ possono essere affrontate da vari punti di vista, i libri oggetto di interesse del presente studio sono riferibili a diversi ambiti disciplinari e riguardano molteplici temi specifici. Quindi, innanzitutto nella maschera di ricerca del database di Leggere denominata ‘tutti i campi’ sono stati inseriti i seguenti termini: ‘LGBT’, ‘LGBTQ’, ‘omosessualità’, ‘omosessuali’, ‘lesbiche’, ‘transessuali’, ‘unioni civili’, ‘omogenitorialità’, ‘omofobia’, ‘omotransfobia’, ‘bullismo omofobico’. Inoltre, sono stati presi in esame i volumi classificati a livello editoriale nel soggetto Thema18 ‘Studi su persone gay e lesbiche / Studi su persone LGBTQ’ e nei soggetti CCE19 ‘Studi sui generi: transessuali ed ermafroditismo’, ‘Studi su gay e lesbiche’, ‘Sociologia delle relazioni sessuali’. In totale sono stati individuati circa 300 titoli.
In una seconda fase, è stata effettuata un’ulteriore ricerca all’interno dei siti web delle principali librerie generaliste online (IBS e Amazon), che, però, non ha portato a individuare altre pubblicazioni; invece, lo scandaglio del catalogo online della libreria LGBT Antigone di Milano20 ha permesso di portare alla luce un centinaio di titoli in più rispetto a quelli già reperiti. Tali libri a livello editoriale e, dunque, anche nel database di Leggere, erano stati classificati all’interno di soggetti Thema e di soggetti CCE diversi da quelli analizzati e più generici, nonché non esplicitamente riconducibili alle tematiche LGBTQ+21.
A causa dell’eterogeneità della classificazione editoriale riservata ai libri sulle questioni LGBTQ+ e dell’impossibilità di esaminare titolo per titolo l’intero database di Leggere (a causa della sua ampiezza), non si può avere la certezza che il campione individuato rispecchi tutta la produzione di saggistica collocabile nell’arco di tempo considerato e relativa a tali temi. Oltre a ciò va rimarcato che, proprio per questo motivo, non è possibile stimare quanto le pubblicazioni LGBTQ+ incidano in termini percentuali sull’intera produzione di saggistica italiana. Tenendo conto di tali limiti, il campione individuato rappresenta comunque un buon punto di partenza per l’analisi comparativa tra l’offerta editoriale e le collezioni delle biblioteche, i cui risultati verranno descritti nelle prossime pagine.

Consistenza del campione e andamento temporale

Il campione analizzato nel presente studio è costituito da 408 titoli di saggistica per adulti, editi in Italia nell’arco temporale compreso tra il 2016 e il primo semestre del 2021. Ben 348 libri sono scritti da autori italiani, mentre i restanti 60 contengono testi di autori stranieri tradotti in italiano.
Prendendo in considerazione gli anni di pubblicazione di tali volumi, dalla Figura 1 si nota che il 2016 è stato l’anno con la maggiore produzione (92 titoli) e ciò può essere ricondotto, almeno in parte, all’entrata in vigore della legge del 20 maggio 2016 n. 76 Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze che ha determinato l’uscita di diversi libri volti a illustrarla, a commentarla e a descrivere i nuovi scenari che essa avrebbe determinato. Numeri inferiori si rilevano per il 2017 (74 titoli), per il 2019 (72 titoli), per il 2020 (66 titoli) e per il 2018 (62 titoli). Quanto al 2021, tra gennaio e giugno l’offerta di libri su tematiche LGBTQ+ si è arricchita di 42 titoli, probabilmente anche sull’onda del dibattito intorno al cosiddetto ddl Zan22.

Figura 1 – Anni di pubblicazione dei titoli del campione

Classi CDD e livelli Conspectus

Se si sposta l’attenzione sulle classi CDD, quelle rappresentate nel campione sono 7 su 10: il 73,53% delle 408 pubblicazioni prese in esame è ascrivibile alla classe 300, infatti le tematiche LGBTQ+ sono trattate prevalentemente dal punto di vista sociologico, antropologico e giuridico; le altre classi si attestano, come prevedibile, su percentuali nettamente inferiori. I libri classificati nella 200 rappresentano il 6,37% del totale, seguiti da quelli delle classi 700 (5,88%), 800 (5,64%, con l’esclusione delle opere di fiction) e dalle opere di tutte le altre, come illustrato dalla Figura 2.

 

Figura 2 – Classi CDD dei titoli del campione

L’analisi titolo per titolo ha consentito anche di attribuire a ciascun libro del campione il relativo livello Conspectus23 (Figura 3). I libri di livello 1, ossia quelli che consentono un primo e basilare approccio alle tematiche LGBTQ+, sono 88, pari al 21,57% del totale. Va rimarcato che 38 sono monografie di primo orientamento, 31 diari e memorie scritti da persone LGBTQ+; poi seguono le biografie (16) e le guide pratiche di base (3). Il livello 2 è quello maggiormente rappresentato all’interno del campione, infatti ad esso sono riconducibili 159 titoli (pari al 38,97% del totale), assimilabili alla tipologia del saggio divulgativo, ad eccezione di uno che si presenta come un manuale. Infine, i volumi di livello 3 sono 161 (pari al 39,46% del totale). In particolare, si tratta di 138 monografie specialistiche destinate agli esperti del settore, di 15 manuali specialistici, di 6 atti di convegno e, infine, di 2 cataloghi di mostre.

Figura 3 – I livelli Conspectus dei titoli del campione

Rappresentatività degli editori

Nel campione formato da 408 libri sono rappresentati 212 editori, di cui 3 (Il dito e la luna24, Asterisco25 e il Coordinamento Liguria Rainbow26) sono da ricondurre all’ambiente degli attivisti LGBTQ+, infatti la loro produzione ha la finalità principale di dare voce a tale mondo (Figura 4).
Le questioni di genere sono trattate costantemente anche da altre 8 case editrici, ma nell’ambito di specifiche collane, in cui vengono pubblicati principalmente libri frutto di approfonditi studi accademici e specialistici27.

Figura 4 – Gli editori dei titoli del campione

Gli altri editori che figurano nel campione si occupano occasionalmente delle tematiche LGBTQ+: essi seguono approcci e punti di vista differenti (ai due estremi si pongono rispettivamente quello laicista e quello dell’area cattolica integrista), che, in alcuni casi, si evincono dalla descrizione presente nei rispettivi siti web e, di conseguenza, si riflettono anche nella trattazione delle questioni di genere.
Guardando al dato prettamente quantitativo, va sottolineato che ben 143 su 212 editori compaiono nel campione con un solo titolo ciascuno. La Figura 5 mostra gli editori maggiormente rappresentati: oltre ai già ricordati Mimesis, ETS, Franco Angeli, Fandango, Il dito e la luna, Rosenberg & Sellier, Asterisco, figurano gli editori generalisti Feltrinelli e Laterza, Maggioli (che si occupa di editoria professionale e manualistica soprattutto relativa all’ambito del diritto), la piattaforma per l’autopubblicazione Youcanprint, nonché Meltemi e Ombre corte, particolarmente attenti ai variegati temi della contemporaneità.

Figura 5 – Gli editori più rappresentati nel campione

Le collezioni LGBTQ+ di dieci sistemi bibliotecari italiani

Consistenza delle collezioni esaminate

Una volta analizzata la produzione editoriale italiana di saggistica sulle tematiche LGBTQ+ pubblicata tra il 2016 e la prima metà del 2021, l’attenzione si è focalizzata sulle collezioni dei sistemi bibliotecari che hanno sede nelle 10 città italiane più popolose, ovvero, nell’ordine, Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania.
Il primo obiettivo è stato quello di verificare quanti e quali dei 408 titoli individuati all’interno dell’offerta editoriale facciano parte dei patrimoni dei sistemi bibliotecari selezionati. La ricerca, svolta tra luglio e agosto 2021 nell’OPAC di ciascun sistema preso in esame, ha restituito i risultati che verranno descritti qui di seguito.
Innanzitutto, va sottolineato che ben 209 libri su 408 (pari al 51,23% del totale) non sono presenti nelle raccolte dei 10 sistemi bibliotecari, mentre i restanti 199 titoli (pari al 48,77%) sono stati acquisiti da almeno uno di essi (Figura 6).

Figura 6 – Titoli posseduti e titoli non posseduti dai 10 sistemi

In particolare, 91 titoli sono posseduti da un solo sistema bibliotecario, 56 da 2 sistemi, 27 da 3 sistemi, 12 da 4 sistemi, 7 da 5 sistemi, 4 da 6 sistemi e 2 da 7 sistemi (Figura 7).

Figura 7 – I titoli posseduti da nessuno, uno o più sistemi

Se si prende in esame l’ampiezza delle collezioni di saggistica sui temi LGBTQ+ si nota che il sistema bibliotecario di Milano ha acquisito il maggior numero dei libri facenti parte del campione, infatti possiede 109 titoli su 408 (pari al 26,71%); tuttavia, questo dato non risulta particolarmente elevato, in quanto rappresenta meno di un terzo del campione (Figura 8).
Al secondo posto si pone il sistema di Bologna con 87 titoli (pari al 21,32%), seguito rispettivamente da quelli di Torino con 64 titoli (15,68%), di Firenze con 58 (14,21%) e di Roma con 54 (13,23%). Collezioni nettamente meno consistenti si riscontrano nelle biblioteche di Genova, che possiedono 25 titoli su 408 (pari al 6,12%), in quelle di Bari che hanno 12 titoli (2,94%) e in quelle di Catania, dove si rinvengono solo 2 titoli (0,49%).
Infine, è da rimarcare che nessuno dei 408 libri presi in esame è presente nelle raccolte delle biblioteche comunali di Napoli e in quelle delle biblioteche comunali di Palermo.

Figura 8 – I titoli e le copie per sistema

L’analisi ha riguardato pure il numero delle copie di ogni titolo possedute da ciascun sistema, al fine di ottenere indicazioni sulle scelte relative all’acquisizione di copie multiple, da distribuire nelle diverse sedi. Dalla Figura 9, si evince che in tutti i sistemi la maggior parte dei titoli è acquisita in una sola copia, ma si riscontrano percentuali diverse: a Roma ciò riguarda il 61,11% dei titoli presi in esame, a Milano il 61,47%, a Torino il 65,63%, mentre a Bologna il 74,71%, a Firenze il 74,14%, a Genova l’84,21% e a Bari il 100%.

Figura 9 – Le copie singole e multiple per sistema

Andamento temporale

La Figura 10 permette di confrontare gli anni di pubblicazione dei 408 libri che costituiscono il campione qui preso in esame (di cui si è già dato conto in precedenza), quelli dei 199 titoli posseduti a livello complessivo dai 10 sistemi e quelli dei titoli selezionati da ciascuno di essi28. Un aspetto che accomuna tutti i sistemi è l’acquisizione di un esiguo numero di libri editi nel 2021, infatti si va dai 6 libri di Bologna a nessuno di Genova, ma bisogna ricordare che l’anno, nel momento in cui si è condotta l’analisi, era ancora in corso. I titoli editi nel 2019 prevalgono nel caso di 4 sistemi, ossia Roma, Milano, Torino (dove il dato è in linea con gli altri anni, ad eccezione del 2018), Firenze (dove si registra un picco). Invece a Bologna sono stati acquisiti in numero maggiore i libri usciti nel 2020, a Genova quelli del 2018 e a Bari quelli del 2017. Ad ogni modo, le differenze tra i vari anni osservabili in ciascun sistema non sono molto rilevanti, a testimonianza di un livello di attenzione abbastanza stabile verso le tematiche LGBTQ+29.

Figura 10 – L’andamento temporale dei titoli per sistema

Classi CDD e livelli Conspectus

Soffermando lo sguardo sulle classi Dewey più rappresentate nelle collezioni analizzate dei 10 sistemi, si nota la preponderanza, in tutti i casi, della 300, così come avvenuto nel campione relativo alla produzione editoriale. Entrando più nel dettaglio, la classe 300 si attesta su quote percentuali dei campioni analizzati che si aggirano o superano il 70%.
Una comparazione può essere svolta anche in riferimento ai livelli Conspectus. Come mostra la Figura 11, lo sviluppo delle collezioni sulle tematiche LGBTQ+ è stato orientato in prevalenza su pubblicazioni di carattere divulgativo, ossia ascrivibili al livello 2, a Roma (46,30%), Milano (44,95%), Bologna (43,68) e Bari (58,33%); mentre le acquisizioni hanno riguardato in maggior misura i titoli riconducibili al livello 3 nei sistemi di Torino (43,75%), di Firenze (46,55%) e di Genova (61,90%).
Quanto ai volumi di livello 1, non si notano differenze sostanziali tra i vari sistemi, infatti la percentuale oscilla tra il 16,67% di Bari e il 25,86% di Firenze, non allontanandosi neanche da quella relativa ai libri di livello 1 nel campione relativo all’offerta editoriale (21,57%).

Figura 11 – I livelli Conspectus dei titoli per sistema

Editori

Esaminando i libri posseduti dai singoli sistemi, è opportuno soffermare l’attenzione, sempre in ottica comparata, sulla rappresentatività degli editori. Mimesis è l’editore più presente sia nel campione che comprende i titoli di saggistica pubblicati sulle tematiche LGBTQ+, sia tra i 199 libri posseduti dai sistemi bibliotecari. Anche ETS, Rosenberg & Sellier, Fandango, Feltrinelli, Maggioli, Laterza e Asterisco figurano tra quelli con più titoli sia a livello dell’offerta editoriale sia del posseduto complessivo dei sistemi. Tuttavia, si notano anche alcune divergenze: Franco Angeli, Il dito e la luna, Youcanprint, Meltemi e Ombre corte compaiono tra gli editori più rappresentati nell’offerta editoriale, ma non tra quelli più numerosi nelle collezioni delle biblioteche.

Se si passa ad analizzare la rappresentatività degli editori a livello dei singoli sistemi, si nota che ai primi posti, sebbene con posizioni differenti, figurano gli editori più ricorrenti nell’offerta editoriale: a Torino e a Genova l’editore più rappresentato è Rosenberg & Sellier, a Roma Fandango insieme a Laterza, a Milano Mimesis, a Bologna Maggioli, a Firenze ETS e a Bari Laterza.
Anche gli altri editori che nei singoli sistemi sono rappresentati da più titoli compaiono, in diversi casi, nell’elenco di quelli più presenti nell’offerta. Tra questi ultimi, invece, non figurano Bompiani, Il mulino, Marsilio, La nave di Teseo, Rizzoli, Sonda, Carocci, Bollati Boringhieri, Einaudi, Il saggiatore, Kaplan, La meridiana, presenti con almeno 2 titoli nelle collezioni di alcuni dei sistemi, come illustrato dalla Figura 12.

Figura 12 – Gli editori dei titoli per sistema

Prestiti e indicatori di utilizzo

Una volta conclusa l’analisi delle collezioni di saggistica su tematiche LGBTQ+ composte da volumi editi tra il 2016 e la prima metà del 2021 in 10 sistemi bibliotecari italiani, lo sguardo si è focalizzato sui tassi di utilizzo. Purtroppo, non è stato possibile ottenere i dati relativi a tutti i sistemi, ma solo a quelli delle seguenti città: Milano, Torino, Bologna, Genova, Bari e Catania. In questi ultimi 2 sistemi, le bibliotecarie interpellate mi hanno comunicato che non è stato registrato alcun prestito per i libri qui oggetto di esame. Per i restanti 4 sistemi, il numero di prestiti relativi ai volumi rientranti nel campione analizzato varia in modo significativo: si passa dai 598 prestiti registrati a Milano ai 12 di Genova, ma ciò è certamente influenzato dal numero dei volumi che compongono i vari campioni (221 copie a Milano, 25 a Genova).
Indicazioni più utili, anche ai fini del benchmarking, derivano dagli indicatori che si possono ricavare a partire dai dati a disposizione (Figura 13). In particolare, l’indice di circolazione più elevato si riscontra per le biblioteche di Bologna, dove è pari a 4,72; seguono le biblioteche di Milano (indice di circolazione 2,70), quelle di Torino (indice di circolazione 1,07) e quelle di Genova (indice di circolazione 0,48).
Altri dati interessanti riguardano rispettivamente il numero dei libri prestati e la percentuale dei volumi prestati rispetto al totale del campione preso in esame: la tabella mostra che, ancora una volta, i dati migliori si rilevano per le biblioteche bolognesi, seguite da quelle di Milano, da quelle di Torino e, a grande distanza, da quelle di Genova.
Quanto al numero medio di prestiti per libro prestato, al primo posto c’è sempre Bologna con 5,10 prestiti per libro; a Milano i prestiti medi sono 3,06, a Genova 2,4 e a Torino 1,48.
Dunque, i dati appena presentati indicano che il maggiore interesse verso le tematiche LGBTQ+ è mostrato dall’utenza delle biblioteche del Comune di Bologna, che ha generato un numero notevole di prestiti; ciò è da sottolineare soprattutto se si tiene conto che l’ampiezza dell’offerta bolognese, in termini di copie prestabili, è inferiore di 100 unità rispetto a quella di Milano.

Figura 13 – Gli indicatori di utilizzo per sistema

Spostando lo sguardo dai dati complessivi ai singoli titoli, la Figura 14 riporta i libri che hanno ottenuto più prestiti in ognuno dei 4 sistemi (Milano, Torino, Bologna e Genova). Innanzitutto si notano differenze notevoli tra di essi proprio in relazione al numero dei prestiti: il libro più richiesto a Bologna (Storia di Marcella che fu Marcello) è uscito ben 69 volte, quello più richiesto a Milano (Ritorno a Reims) è andato in prestito 55 volte, mentre a Torino il più letto (Sodoma) è uscito 16 volte e a Genova i 2 più richiesti (La donna non esiste. E l'uomo? Sesso, genere e identità e L'essere e il genere: uomo/donna dopo Lacan) sono stati prestati in 4 occasioni.
Inoltre, si nota che le preferenze dei lettori e delle lettrici dei 4 sistemi sono diverse. Solo un libro figura tra i più richiesti in 3 dei 4 sistemi, vale a dire Storia di Marcella che fu Marcello di Bianca Berlinguer; mentre un altro (Sodoma) è tra i più richiesti in 2 sistemi.

Figura 14 – I titoli più prestati per sistema

Per un’analisi qualitativa delle collezioni LGBTQ+

Le interviste ai bibliotecari e alle bibliotecarie

Nelle pagine precedenti sono state descritte le collezioni di saggistica riconducibili alle tematiche LGBTQ+, sviluppate negli ultimi anni da 10 sistemi bibliotecari italiani. Al fine di entrare maggiormente in profondità nell’analisi, ho ritenuto opportuno ampliare ulteriormente il presente studio, attraverso il confronto diretto con il personale bibliotecario che nei vari sistemi considerati si occupa dello sviluppo delle raccolte. Dunque, tra luglio e ottobre 2021 ho contattato tramite e-mail i bibliotecari e le bibliotecarie e ho intervistato in modalità remota o per telefono coloro che hanno manifestato la volontà di offrire un contributo alla ricerca. Nello specifico, ho ottenuto risposte positive dai sistemi di Milano, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Catania, per i quali, dunque, è stato possibile condurre anche l’indagine qualitativa30.
Le interviste di tipo semi-strutturato hanno permesso innanzitutto di raccogliere informazioni generali sulle politiche e sulle pratiche di sviluppo delle collezioni di ogni sistema; in secondo luogo, è stato indagato il tema specifico oggetto di indagine, al fine di cercare di rispondere alle seguenti domande:

 

Gli scenari emersi sono diversificati e verranno descritti prima separatamente per ciascun sistema, poi attraverso una sintesi finale che permetterà di cogliere differenze e analogie31.

Sistema bibliotecario di Milano

Il sistema bibliotecario di Milano segue un approccio misto per lo sviluppo delle collezioni, coniugando una politica centralizzata a una che affida la responsabilità alle singole sedi. In riferimento al tema specifico delle collezioni LGBTQ+, nel caso di Milano è stato possibile svolgere un’indagine più approfondita rispetto a quella realizzata nelle altre realtà. Infatti, grazie alla particolare disponibilità dei bibliotecari e delle bibliotecarie, sono state realizzate 4 interviste: una relativa all’intero sistema, le altre 3 riferite ad altrettante biblioteche di quartiere.
In occasione dell’intervista che aveva per oggetto l’intero sistema, sono stati illustrati e commentati dalle partecipanti gli esiti di un’indagine interna svolta tramite la somministrazione alle 25 sedi di un questionario elaborato sulla base di una traccia da me proposta, a cui hanno preso parte 14 biblioteche. Rispetto alla prima domanda, ossia se le biblioteche dedichino una particolare attenzione alle pubblicazioni su tematiche LGBTQ+, 3 risposte sono state negative e 4 positive, dato che, soprattutto negli ultimi anni, è cresciuto l’interesse verso questi argomenti in fase di sviluppo delle collezioni. Ad esempio, la Biblioteca Fra Cristoforo ha partecipato al progetto Leggere le differenze: bibliografia ragionata contro gli stereotipi di genere, nell’ambito del quale da un lato ha ricevuto alcuni volumi dalle case editrici aderenti, dall’altro ha acquistato ulteriori titoli sul tema. Invece, la Biblioteca Valvassori Peroni grazie al contributo per acquisto libri erogato dal Ministero della cultura32 ha potuto acquisire numerosi volumi direttamente presso la libreria Antigone di Milano, specializzata in tematiche LGBTQ+. Infine, le restanti biblioteche rispondenti hanno dichiarato di dedicare a tali questioni un’attenzione paragonabile a quella riservata agli altri temi, poiché esse hanno l’intento di sviluppare in modo armonico le raccolte, dando spazio a tutti gli argomenti e valorizzando le diversità.
Il secondo quesito riguardava i criteri adottati per la selezione dei volumi rientranti nell’ambito LGBTQ+. Solitamente tra i fattori determinanti per la scelta figurano gli autori e l’approccio con cui sono trattate queste tematiche, a cui si sommano gli altri criteri generalmente seguiti per la selezione documentaria. In aggiunta, le recensioni e i dibattiti culturali e sull’attualità sono considerati come fonti utili per individuare i libri LGBTQ+.
Va rimarcato, inoltre, che 7 biblioteche su 14 concentrano gli acquisti soprattutto sulla saggistica LGBTQ+, 6 dedicano la stessa attenzione alla saggistica e alla narrativa; mentre una biblioteca si sofferma maggiormente sulla narrativa, in quanto ritiene che, come in altri ambiti, questa catturi maggiormente l’interesse dei lettori e delle lettrici.
Tramite il questionario si è voluto capire anche se le varie biblioteche promuovano con specifiche iniziative le collezioni LGBTQ+: 9 risposte sono state negative, ma in 4 casi c’è la volontà di progettare attività di promozione per il futuro; le restanti 6 risposte sono state positive.
Per ottenere informazioni più specifiche, è stato chiesto di indicare in che modo sia avvenuta tale promozione: nella maggior parte dei casi sono state approntate bibliografie e filmografie tematiche, ma anche vetrine in sede e caroselli virtuali sul sito web della biblioteca. In alcuni casi, si è optato per le presentazioni di libri, per la scelta di romanzi ricollegabili a queste tematiche all’interno dei gruppi di lettura o per le mostre, come quella sui periodici queer dal titolo “Queeriodicals, editoria periodica Lgbt dal 1870 ad oggi” ospitata nel 2017 dalla Biblioteca Sormani33. In tutti i casi, non si è trattato di iniziative sistematiche, bensì occasionali, ad esempio organizzate in concomitanza con ricorrenze particolari, come il Pride month di giugno.
L’ultima domanda del questionario era finalizzata a comprendere se, al di là dei tassi di prestito delle pubblicazioni LGBTQ+, i bibliotecari e le bibliotecarie percepiscano un interesse o un disinteresse da parte dell’utenza. In particolare, a detta di 4 biblioteche è difficile dare una risposta, in quanto non sono mai state fatte analisi apposite; inoltre, non sono mai stati ricevuti feedback da parte dell’utenza, anche a causa della delicatezza del tema che potrebbe spingere le persone a non rivolgersi direttamente allo staff bibliotecario e a muoversi autonomamente nella scelta e nel reperimento a scaffale dei libri. Invece, 7 biblioteche hanno dichiarato di non aver riscontrato un interesse specifico (in senso positivo o negativo). Infine, secondo le restanti biblioteche, si può parlare di un interesse da parte dell’utenza verso le questioni LGBTQ+, in particolare nella fascia d’età dell’adolescenza e in quella sotto i quarant’anni. Per un partecipante, un indizio di questo interesse deriva, ad esempio, dal fatto che nei gruppi di lettura la discussione sui personaggi LGBTQ+ incontrati nei libri letti è stata positiva, basata su un approccio aperto e senza pregiudizio. Degno di nota è anche il commento di un bibliotecario che ha sottolineato come da un lato si osserva un interesse positivo, infatti c’è chi vuole informarsi sull’argomento e ringrazia la biblioteca per l’offerta documentaria e per le iniziative; dall’altro lato ci sono persone che mostrano chiaramente non solo il loro disinteresse, ma anche la loro ostilità verso questi temi, girando i libri sugli scaffali al fine di nascondere le copertine.
Passiamo ora alle interviste realizzate alle bibliotecarie delle 3 sedi citate in precedenza. La prima è relativa alla Cassina Anna, situata nel popolare quartiere di Bruzzano: la bibliotecaria ha sottolineato che, secondo il suo parere, l’attenzione generalmente non costante del sistema bibliotecario di Milano per lo sviluppo e per la promozione delle collezioni LGBTQ+ non deriva da una forma di discriminazione, ma dalla mancanza di una sensibilità verso questi temi che non si vivono in prima persona e che, quindi, restano ai margini dell’esperienza sia personale sia professionale, come avviene anche per tanti altri argomenti. Inoltre, ha sottolineato l’intervistata, non ci si può nascondere dietro la giustificazione che non ci sia un interesse specifico da parte dei cittadini e delle cittadine di Milano, che, invece, esprimono tale interesse; quindi, le biblioteche, accanto ad altri soggetti, possono e devono svolgere un ruolo importante per andare incontro a tali esigenze.
Per iniziare a svolgere azioni concrete in questa direzione, la Biblioteca Cassina Anna sta dedicando una maggiore attenzione alle tematiche LGBTQ+: nel 2020, utilizzando i fondi ministeriali, ha realizzato alcuni acquisti mirati presso la libreria LGBT Antigone e tali volumi sono poi stati richiesti soprattutto per il prestito interbibliotecario all’interno del sistema milanese. Sul fronte della promozione, viene costantemente curata e aggiornata dalla bibliotecaria una bibliografia di proposte e di novità, visibile sul sito della biblioteca sotto forma di scaffale virtuale intitolato “Identità di genere: omofobia, conoscere e difendere”34; al contrario, queste pubblicazioni non vengono evidenziate sugli scaffali fisici, per evitare di mettere etichette e di aumentare le discriminanti. Inoltre, dal 23 al 30 giugno 2021 la biblioteca ha organizzato un’esposizione di arte queer con opere pittoriche, grafiche e fotografiche contro gli stereotipi, per una libera e autentica rappresentazione del sé, realizzate da tre artiste, tra cui una giovane utente della biblioteca. La risposta del pubblico è stata buona, infatti in pochi giorni i visitatori sono stati 41: ciò, considerando la realtà piccola e il tema affrontato, è stato un risultato sorprendente e molto positivo35.
Dalle interviste alle bibliotecarie della Biblioteca Crescenzago (situata nel quartiere popolare di via Padova) e della Biblioteca Sicilia (anch’essa di piccole dimensioni e posta in via Luigi Sacco) sono emersi ulteriori elementi informativi e spunti di riflessione. In linea con la maggior parte delle sedi del sistema milanese che hanno risposto al questionario, entrambe le biblioteche non seguono in modo particolare il tema LGBTQ+, ma comunque non lo ignorano (ad esempio, anche la Biblioteca Crescenzago ha acquistato alcuni volumi presso la libreria Antigone con i fondi ministeriali) e lo pongono allo stesso livello di qualsiasi altro argomento, cercando di rendere visibile e di promuovere l’offerta.
Nel marzo 2021 la Biblioteca Sicilia ha organizzato un incontro online dedicato al libro Il corpo elettrico di Jennifer Guerra, che ha come argomento il corpo della donna visto sotto tutti i suoi aspetti, compresa la sessualità omosessuale: questa iniziativa è stata molto apprezzata dal pubblico e si sono collegate più di 20 persone, un buon numero se si considerano gli standard abituali della biblioteca. L’evento è stato presentato dalla Presidente della Commissione pari opportunità e diritti civili del Comune di Milano, che è molto attiva su queste tematiche e con la quale la biblioteca collabora spesso. Sono in programma altre presentazioni di libri sulle tematiche di genere, con lo scopo di farle conoscere.

Biblioteche civiche torinesi

All’interno delle biblioteche civiche torinesi lo sviluppo delle collezioni avviene in modo centralizzato, ma allo stesso tempo è promossa la condivisione delle scelte e incentivato il ruolo attivo da parte di tutte le sedi. Il sistema del capoluogo piemontese ha dedicato costantemente e dedica tuttora una certa attenzione alle tematiche LGBTQ+, anche se ciò non è mai stato codificato. Ogni volta che – in vari modi, ma senza un’apposita analisi capillare del mercato – vengono individuati i libri LGBTQ+, alcuni di essi sono selezionati a livello centrale e destinati alle diverse sedi, altri sono messi in evidenza con la sigla LGBT e segnalati dal Centro rete ai responsabili delle sedi decentrate.
Come ha sottolineato il bibliotecario intervistato, l’interesse in fase di sviluppo delle collezioni verso le tematiche LGBTQ+ non è casuale ed è stato favorito nel corso degli ultimi 10 anni dall’Area pari opportunità all’interno del Comune, che ha portato avanti un lavoro di sensibilizzazione tra i dipendenti, tra cui il personale bibliotecario, e ha organizzato corsi di formazione.
Quanto all’interesse dell’utenza verso i libri che affrontano questioni LGBTQ+, esso non sempre è elevato, ma ci sono comunque persone che si avvicinano a questi temi per studio o per interesse personale, dunque le pubblicazioni ad essi relative non possono essere trascurate in fase di sviluppo delle collezioni. L’intervistato ha evidenziato, inoltre, che le persone preferiscono generalmente cercare a scaffale aperto i libri perché ciò garantisce la loro privacy, infatti talvolta esse sono restie a manifestare il loro interesse per questi argomenti, anche se tale fenomeno è meno marcato rispetto al passato.
Infine, il bibliotecario ha ricordato che i cittadini e le cittadine di Torino hanno a disposizione non solo l’offerta delle biblioteche civiche torinesi per approfondire le tematiche LGBTQ+, ma anche quella della biblioteca dell’associazione Maurice GLBTQ, che raccoglie oltre 6.000 volumi italiani e stranieri, ha un carattere di tipo specialistico e contiene testi sia di saggistica sia di letteratura attinenti a omosessualità, transessualità, queer, sessualità e femminismo36.

Sistema bibliotecario del Comune di Palermo

Dall’intervista è emerso che le biblioteche comunali di Palermo fino a questo momento non hanno dedicato un’attenzione specifica alle tematiche LGBTQ+ in fase di sviluppo delle collezioni (confermando quanto emerso nella prima parte della presente ricerca) e ciò è dovuto a vari motivi. Il primo, come ha spiegato la bibliotecaria intervistata, è di carattere economico: il budget per gli acquisti di materiale bibliografico negli ultimi anni è diminuito sensibilmente, quindi le acquisizioni hanno riguardato principalmente la narrativa e i best-seller, che sono le tipologie di libri più richieste dall’utenza. Nell’ultimo periodo le biblioteche di Palermo hanno ricevuto fondi nell’ambito di specifici progetti, ma dedicati a tematiche predeterminate37. Un po’ di ossigeno, ha continuato la bibliotecaria, è arrivato con il deposito legale delle pubblicazioni edite a Palermo e provincia, in particolare di quelle dell’editore Sellerio, che, però, non si occupa dei temi LGBTQ+.
Come ha sottolineato l'intervistata, la seconda motivazione che ha ostacolato l’acquisto di libri sulle questioni LGBTQ+ è legata a una certa paura rilevabile nel contesto cittadino, oltre che in quello bibliotecario, ad affrontare questi temi, infatti c’è ancora un blocco che li rende un tabù. Ciò vale in generale per tutta la sfera legata alla sessualità, non solo omosessuale. Quindi, per tanto tempo si è preferito non selezionare libri su questi argomenti al fine di evitare problemi, infatti in caso contrario i bibliotecari probabilmente non sarebbero stati ben visti. Non si tratta, a detta dell’intervistata, di una questione di carattere politico, ma di una certa chiusura e mancanza di accettazione del ‘diverso’ all’interno del contesto sociale e anche dei contesti familiari generalmente riscontrabili a Palermo e, più in generale, in Sicilia. Ciò da un lato non aiuta le persone LGBTQ+ a vivere bene nella società e anche, spesso, nell’ambiente familiare, dall’altro è uno dei motivi dello scarso interesse (almeno apparente) da parte dell’utenza delle biblioteche verso tali questioni.
Prendendo atto di un contesto così particolare, la bibliotecaria ha espresso la volontà di riservare comunque maggiore attenzione, nel prossimo futuro, ai libri LGBTQ+ in fase di selezione documentaria. Inoltre, sostiene che bisognerà anche lavorare sulla promozione: i pochi libri posseduti dalle biblioteche di Palermo son rimasti finora in ombra, non sono stati pubblicizzati ed è difficile dire se ciò sia avvenuto in base a una volontà specifica o meno. In ogni caso, sarà necessario compiere un passo in avanti e un ruolo importante potrà essere svolto dalle biblioteche, che, ha concluso l’intervistata, avrebbero bisogno anche di un personale più giovane e dalla mentalità più aperta.

Sistema bibliotecario urbano di Genova

Le biblioteche comunali di Genova stanno vivendo da diversi anni una situazione di difficoltà, legata alla forte contrazione del budget per le acquisizioni documentarie, alla mancanza di un adeguato turn over e al conseguente impoverimento in termini di stimoli e di idee38. Tutto ciò ha portato a dover sospendere o limitare in modo notevole gli acquisti, concentrandoli principalmente sulla narrativa e sui titoli più richiesti dall’utenza.
Spostando lo sguardo sui libri relativi alle tematiche LGBTQ+, l’intervistata ha sottolineato che le biblioteche di Genova, non a caso, possiedono più libri di narrativa rispetto a quelli di saggistica. La scarsità di titoli di saggistica LGBTQ+ messa in evidenza dal presente studio (nelle collezioni genovesi sono presenti solo 19 titoli sui 408 del campione analizzato) è legata, quindi, principalmente a motivi economici. L’intervistata ha sottolineato che, dovendo fare delle scelte, negli ultimi anni l’attenzione in fase di selezione di volumi di saggistica si è soffermata soprattutto sulle calamità naturali, sull’ambiente e sulla sicurezza, ossia sui temi che hanno catalizzato l’interesse di tutti i genovesi in seguito alle alluvioni e al crollo del Ponte Morandi. Ad ogni modo, i bibliotecari e le bibliotecarie, quando possono, cercano di arricchire anche il filone LGBTQ+ e un importante sostegno sta arrivando dal contributo alle biblioteche per acquisto libri erogato dal Ministero della cultura.
Storicamente Genova si è distinta non per la censura dei libri sull’omosessualità e sulle tematiche connesse, piuttosto per la situazione contraria: ad esempio, nel 2009 la Biblioteca De Amicis è finita al centro di una polemica, innescata da due consiglieri regionali del Pdl, per avere ospitato l’incontro “Due Regine Due Re”, organizzato dal comitato Genova pride, e per aver acquisito e messo a disposizione di bambini e ragazzi libri, suddivisi per fasce di età, che affrontano il tema dell’affettività, anche omosessuale39.
Quanto agli interessi dell’utenza verso le questioni LGBTQ+, l’intervistata ha ricordato che Genova ha una grande tradizione sui diritti civili e sulle libertà individuali, quindi la comunità cittadina è certamente sensibile a questi temi, ma l’interesse più evidente, come già ricordato, è per le tematiche legate alla sicurezza e all’ambiente. Un altro elemento degno di nota riguarda l’età generalmente avanzata dell’utenza che prende i libri in prestito in biblioteca; i giovani ci sono, ma interagiscono di meno con il personale bibliotecario e utilizzano principalmente le sale studio. In conclusione, l’interesse verso i temi LGBTQ+ da parte della comunità genovese è latente e i bibliotecari sono consapevoli del ruolo che possono svolgere per portarlo alla luce, grazie alle raccolte, nonché alle iniziative di promozione di carattere culturale e sociale.

Istituzione biblioteche di Bologna

In primo luogo la bibliotecaria intervistata ha specificato che le biblioteche comunali di Bologna non adottano un sistema centralizzato per gli acquisti e neanche una politica coordinata per lo sviluppo delle raccolte. Quindi, ogni biblioteca, pur considerando i principi generali stabiliti all’interno della carta delle collezioni40, segue una specifica politica di acquisizione empirica e non formalizzata, che tiene conto delle caratteristiche del contesto cittadino in cui sorge, nonché, soprattutto nel caso delle biblioteche di quartiere, delle richieste dell’utenza. Al contrario di altre realtà italiane, le biblioteche bolognesi (in particolare Salaborsa) possono contare su risorse economiche tutt’altro che esigue, seppur in diminuzione rispetto al passato.
Per quanto riguarda le pubblicazioni sulle tematiche LGBTQ+, ha continuato l’intervistata, non ci sono mai stati né un indirizzo, né un intento esplicito e neppure uno specifico progetto per sviluppare e promuovere queste collezioni; tuttavia, le biblioteche di Bologna si distinguono per aver acquisito negli ultimi anni un numero non irrisorio di titoli riconducibili a tale ambito, come emerso anche dall’analisi sul posseduto presentata nelle pagine precedenti. Secondo la bibliotecaria intervistata, ciò è dovuto in alcuni casi alla capacità di apportare contributi e spunti interessati per lo sviluppo e la promozione di collezioni su temi LGBTQ+ da parte delle persone omosessuali che lavorano o hanno lavorato nelle biblioteche e più in generale alla sensibilità di tutto il personale verso le questioni di genere. C’è un atteggiamento assolutamente aperto verso questi temi e così i bibliotecari e le bibliotecarie non fanno altro che riflettere il territorio di Bologna, dove le comunità gay, lesbiche e queer hanno un’ampia visibilità41.
Grazie al compimento di un processo di normalizzazione, le tematiche LGBTQ+ sono viste come un tema tra i tanti e l’acquisizione di titoli a esse riconducibili è considerata dal personale bibliotecario come un’operazione da mettere in atto con grande naturalezza, sia per la saggistica sia per la narrativa e la graphic novel.

Quanto alla promozione, non esiste una programmazione specifica da parte delle biblioteche bolognesi, così come avviene per le acquisizioni, e non si realizzano azioni strutturate. Un esempio di promozione è rappresentato dalla bibliografia “Leggere a colori”, sui generi della narrativa, tra i quali l’arcobaleno42. Per quanto riguarda la collocazione a scaffale, i libri LGBTQ+ non vengono in alcun modo messi in evidenza o contrassegnati, né ci sono scaffali appositi, infatti, facendo altrimenti, si correrebbe il rischio di creare un ‘ghetto’.
Infine, in riferimento all’interesse delle lettrici e dei lettori verso i titoli su questioni LGBTQ+, dall’intervista è emerso che in generale le persone (giovani e meno giovani) non hanno il timore di chiedere al personale bibliotecario consigli di lettura su tali temi. Anche in questo caso, la bibliotecaria ha parlato di naturalezza, apertura e assenza di tabù.
Infine, l’intervistata ha evidenziato che le persone interessate alle tematiche di genere possono rivolgersi, oltre che alle biblioteche generaliste, a due biblioteche specializzate, come la Biblioteca italiana delle donne43 e la Biblioteca del Centro di documentazione del Cassero dell’Arcigay di Bologna44. Quindi, considerando le collezioni delle varie biblioteche, la comunità bolognese ha la possibilità di accedere a un’ampia offerta libraria sulle questioni LGBTQ+.

Sistema delle biblioteche comunali fiorentine

Le biblioteche comunali fiorentine non mettono in atto un sistema centralizzato per gli acquisti: ogni sede riceve un budget e direttive generali, ma è indipendente per quanto riguarda lo sviluppo delle collezioni. Quindi, le informazioni raccolte nel corso dell’intervista di cui qui si sta dando conto non possono essere riferite a tutte le biblioteche del Comune di Firenze (che sono inserite all’interno della Rete SDIAF, di cui fanno parte anche biblioteche di altri Comuni45), ma solamente a Villa Bandini, una sede medio-grande con circa 40.000 documenti che si trova nel quartiere 3 di Firenze46.
Sugli acquisti in generale incidono sia gli interessi del personale, sia le richieste e le segnalazioni da parte dell’utenza. La sezione più ampia è quella di narrativa, infatti la saggistica è generalmente meno richiesta. Con i fondi ministeriali del 2020 c’è stata la possibilità di ampliare maggiormente le collezioni e di concentrarsi più del solito sulla saggistica.
Il bibliotecario intervistato ha sottolineato che in fase di sviluppo delle collezioni non c’è una particolare attenzione ai temi LGBTQ+, considerati alla stregua di qualsiasi altro argomento. In riferimento ai libri oggetto di studio nella presenta ricerca, va ricordato che Villa Bandini ha acquisito 17 titoli, fornendo un contributo importante al raggiungimento del numero complessivo di tutte le biblioteche fiorentine, ossia 58: il bibliotecario ha specificato che 2 libri su 17 sono stati acquistati in seguito a esplicite richieste dell’utenza, mentre 5 sono entrati in biblioteca tramite donazioni; gli altri sono stati acquistati grazie ai fondi ministeriali del 2020, dopo un’apposita revisione delle collezioni, con lo scopo di sostituire i testi superati.
Anche nel caso specifico delle pubblicazioni LGBTQ+, si tende a comprare maggiormente i romanzi rispetto alla saggistica. I primi, infatti, sono letti anche da coloro che normalmente non sono interessati alle questioni LGBTQ+. In fase di selezione non si trascurano neanche fumetti e graphic novel LGBTQ+, ma solo se c’è una specifica sensibilità di chi lavora in biblioteca o se ci sono richieste da parte dell’utenza. Inoltre, se i bibliotecari notano un certo interesse verso determinati temi, effettuano ricerche più approfondite all’interno del mercato editoriale, per individuare ulteriori titoli, oltre a quelli richiesti dall’utenza. Ma ciò non è sempre possibile a causa del budget ristretto.
All’interno del catalogo e in biblioteca non sono state allestite sezioni dedicate in modo specifico ai libri su tematiche LGBTQ+, né per la saggistica né per la narrativa.
Tra le attività di promozione, il bibliotecario intervistato ha citato le bibliografie a tema, come quella realizzata di recente in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che comprende fumetti, romanzi, libri di saggistica e film47.

Biblioteche del Comune di Bari

L’intervista di cui si stanno per illustrare i contenuti si è focalizzata sulla Biblioteca De Gemmis di Bari, il cui primo fondo deriva dalla donazione De Gemmis, relativo alla storia delle Due Sicilie, alla storia di Bari e della Puglia, a cui si sono aggiunte altre donazioni. Negli ultimi 10-15 anni, anche grazie al deposito legale, la biblioteca ha iniziato ad allargare le sue collezioni e a incrementarle, soprattutto per quel che riguarda la narrativa, le arti in generale e la sezione ragazzi. Attualmente le sue collezioni sono formate da 72.000 unità bibliografiche. La biblioteca è capofila del Polo SBN Terra di Bari, ossia dell’Area metropolitana di Bari, che comprende 56 biblioteche e, per quanto riguarda lo sviluppo documentario, non procede ad acquisti centralizzati.
Come ha precisato l’intervistata, la Biblioteca De Gemmis non presta particolare attenzione alle tematiche LGBTQ+ e non ha neanche una sezione apposita: ciò dipende soprattutto dalla vocazione principalmente storica e artistica di questa istituzione, nonostante si stia accentuando, seppur gradualmente, la sua funzione di biblioteca di pubblica lettura. La bibliotecaria ha sottolineato che la De Gemmis riceve per deposito legale le pubblicazioni de La meridiana, casa editrice di Molfetta, attenta alle tematiche di genere (si veda ad esempio la collana Paginealtre) e rivolta principalmente a genitori, insegnanti ed educatori.
L’intervistata ha ricordato, poi, che talvolta vengono acquistati romanzi sulle tematiche LGBTQ+, ma senza un obiettivo specifico. In ogni caso, non è possibile parlare di un vero interesse dell’utenza verso questo tema, tant’è che desiderata specifici sulle questioni LGBTQ+ non sono mai stati avanzati. Alla luce del panorama presentato dall’intervistata, non sorprende che la Biblioteca De Gemmis abbia acquisito soltanto 12 titoli tra quelli che formano il campione oggetto del presente studio.
Infine, dall’intervista è emerso che, per quanto riguarda le questioni LGBTQ+, l’unico ambito in cui la Biblioteca De Gemmis sta iniziando a incrementare gli acquisti è quello relativo ai libri per bambini e ragazzi, in quanto ha preso atto dell’ampliamento dell’offerta editoriale destinata a questo target.

Biblioteche del Comune di Catania

L’intervista si è focalizzata esclusivamente sulla sede centrale del sistema di Catania, ossia sulla Biblioteca Bellini. Essa non ha dedicato in passato attenzione alle tematiche LGBTQ+ in fase di selezione documentaria, tant’è che possiede solo 9 titoli (tra saggistica, narrativa e graphic novel), editi tra il 1996 e il 2020 e mai andati in prestito. Questa situazione è emersa anche dalla presente ricerca, infatti è già stato evidenziato nelle pagine precedenti che complessivamente le biblioteche di Catania possiedono solo 2 volumi tra quelli componenti il campione analizzato.
Proprio considerando la carenza del patrimonio, la bibliotecaria intervistata ritiene opportuno iniziare a colmare le lacune e ha già individuato alcune pubblicazioni da inserire negli elenchi dei prossimi acquisti. Questa decisione, ha spiegato, deriva dalla sempre maggiore attualità di tali questioni e dall’interesse che esse generano in vari ambiti sociali e culturali.
L’intervistata si è poi soffermata sull’atteggiamento riservato delle persone, molto timide nel richiedere testi riguardanti le tematiche LGBTQ+, soprattutto durante il periodo della pandemia, quando non era possibile muoversi liberamente tra gli scaffali e scegliere i libri, che, invece, dovevano essere richiesti via e-mail o per telefono.
Per permettere un più facile accesso a tali volumi, la Biblioteca Bellini intende proporre, una volta ampliata e aggiornata la raccolta, bibliografie sul tema e rendere più visibile in particolare la graphic novel con un apposito scaffale.

Figura 15 – Parole chiave emerse dalle interviste

Panoramica complessiva dei risultati dello studio

Attraverso la messa a punto e la sperimentazione di un modello di analisi comparativa, questo studio – nonostante l’eterogeneità dei sistemi di classificazione editoriale dei libri, da cui deriva l’impossibilità di quantificare con precisione l’offerta editoriale sulle tematiche LGBTQ+ – ha permesso di individuare un primo campione di recenti titoli italiani di saggistica su questi argomenti e di verificare la loro rappresentatività nelle collezioni di 10 sistemi bibliotecari. Dall’analisi dei dati quantitativi sulle collezioni delle biblioteche selezionate sono emerse differenze notevoli tra i sistemi considerati, che in seguito sono state messe ulteriormente in luce e motivate grazie alle interviste ai bibliotecari e alle bibliotecarie.
Più nello specifico, i risultati dalla ricerca in OPAC dei titoli componenti il campione di 408 libri hanno mostrato che i sistemi bibliotecari con sede in città dell’Italia meridionale non hanno alcun titolo nelle loro raccolte (Napoli e Palermo), oppure ne possiedono un numero davvero esiguo (Catania 2 e Bari 12)48. Una conferma della nulla o scarsa attenzione a questi temi da parte delle biblioteche di Palermo, Catania e Bari è arrivata dalle bibliotecarie intervistate, che non hanno avuto alcuna difficoltà a mettere in luce questo fenomeno. In aggiunta, va rimarcato che, oltre alle biblioteche delle città del Sud Italia appena ricordate, anche quelle di Genova non hanno sviluppato, perlomeno in tempi recenti, le rispettive raccolte su tematiche LGBTQ+, infatti possiedono solo 19 dei 408 titoli. Gli altri 5 sistemi hanno acquisito un numero maggiore di volumi di saggistica LGBTQ+: si tratta, nell’ordine, dei sistemi di Milano (109 titoli), Bologna (87 titoli), Torino (64 titoli), Firenze (58 titoli) e Roma (54 titoli).
In sintesi si può affermare che lo sviluppo e la promozione delle collezioni su tematiche LGBTQ+ nelle biblioteche prese in esame siano influenzati da vari fattori, come illustrato dalla Figura 16.

Figura 16 – I fattori che influenzano lo sviluppo e la promozione di collezioni LGBTQ+

In particolare, il budget limitato è stato uno degli ostacoli riscontrati a Palermo, Genova e Firenze; mentre a Bologna la disponibilità di risorse economiche ampie è stata giudicata come un elemento con ricadute positive anche per lo sviluppo delle collezioni LGBTQ+.
Un altro fattore citato dalla maggior parte degli intervistati è quello relativo al contesto territoriale, ovvero al grado di apertura verso le questioni e le persone LGBTQ+ e al livello di visibilità di queste ultime all’interno delle comunità cittadine: tutto ciò ha una diretta influenza sia sugli interessi dei lettori e delle lettrici, sulle loro richieste e sui loro atteggiamenti, sia sulle scelte del personale bibliotecario in fase di sviluppo delle collezioni. In città come Palermo e Catania, a detta delle intervistate, la generale persistente diffidenza della società verso le persone LGBTQ+ ha provocato uno blocco e una certa timidezza da parte dell’utenza nel richiedere determinati libri: addirittura, in riferimento a Palermo, i termini utilizzati sono stati paura e tabù. Quanto allo sviluppo documentario messo in atto dalle biblioteche delle due città siciliane, nelle interviste si è fatto cenno a una ritrosia a selezionare e acquisire i volumi sulle questioni LGBTQ+, più per un tacito e non sempre consapevole assecondamento del clima generale che per una volontà specifica di censura. È da notare, infine, che in entrambe le realtà, le bibliotecarie intervistate, anche in seguito alle sollecitazioni scaturite dal presente studio, hanno manifestato la volontà di arricchire le collezioni su questi argomenti e di dare loro maggiore visibilità.
Una situazione opposta è stata descritta in riferimento al contesto di Bologna, dove l’ampia apertura della società verso il mondo LGBTQ+ si riflette, da tempo, anche nell’operato di gran parte dei bibliotecari e delle bibliotecarie che selezionano i libri, così come nell’atteggiamento e negli interessi dell’utenza. Non sorprende che proprio a Bologna si siano riscontrati i migliori tassi di utilizzo delle collezioni, evidenziati tanto dall’indice di circolazione (4,72), quanto dalla percentuale dei libri prestati (92,5%) e dal numero medio di prestiti per libro prestato (5,10). Le tematiche LGBTQ+, quindi, non rappresentano nel capoluogo dell’Emilia-Romagna un tabù né per i bibliotecari e le bibliotecarie né per chi frequenta le biblioteche, ma sono uno dei tanti argomenti che possono essere approfonditi dalla cittadinanza, anche ricorrendo alle collezioni delle biblioteche (pubbliche e specializzate).
Scenari simili sono stati delineati dalle bibliotecarie e dai bibliotecari intervistati per quanto riguarda Milano e Torino. È stata importante la collaborazione con l’Ufficio pari opportunità di entrambi i Comuni: a Torino esso ha svolto un’attività di sensibilizzazione dello staff delle biblioteche, mentre a Milano collabora costantemente nell’organizzazione di iniziative di promozione di libri su questi temi. Il sistema di Milano si distingue, inoltre, per aver ospitato oppure organizzato direttamente mostre su tematiche LGBTQ+, che rappresentano una forma di promozione integrativa rispetto alle più tradizionali vetrine e proposte di lettura.
L’ultimo fattore, relativo alle politiche biblioteconomiche, è quello meno rilevante nei 10 sistemi esaminati, come è emerso dalle parole di tutti i bibliotecari e di tutte le bibliotecarie che hanno fornito il loro contributo all’indagine. Infatti, sia nelle realtà che finora non si sono interessate in fase di sviluppo delle collezioni alle questioni LGBTQ+, sia in quelle che lo hanno fatto, non esistono indirizzi e criteri formalizzati per l’incremento delle raccolte LGBTQ+. Dunque, l’attenzione verso questi temi non è sistematica e gli acquisti sono realizzati principalmente sulla base della sensibilità dei singoli addetti allo sviluppo delle collezioni. In aggiunta, va sottolineato che non tutte le bibliotecarie e non tutti i bibliotecari sono mossi da un atteggiamento proattivo, sono consapevoli della rilevanza delle tematiche LGBTQ+ nella società contemporanea e hanno adeguate conoscenze in merito; infatti, dalle interviste sono emerse divergenze non solo tra le varie realtà geografiche, ma anche all’interno di uno stesso sistema. Appare emblematico il caso di Milano, che è stato possibile studiare in modo più approfondito: il sistema milanese è quello che ha dimostrato una maggiore attenzione alle pubblicazioni LGBTQ+, ma ha comunque acquisito meno di un terzo dei titoli del campione relativo all’offerta editoriale, a testimonianza di uno sviluppo documentario non sempre sistematico e sovente legato alle iniziative dei singoli bibliotecari e delle singole bibliotecarie.
A conclusione di questo paragrafo che ha inteso presentare in modo sintetico i risultati della presente ricerca, si può affermare che essi appaiono abbastanza in linea con quelli di alcuni studi precedenti realizzati in altri contesti geografici. Ad esempio, da una ricerca, risalente al 2006, relativa alle biblioteche pubbliche catalane è emerso che l’incremento delle collezioni LGBTQ+ era avvenuto in modo irregolare ed era caratterizzato dalla mancanza di una programmazione e di una coerenza interna: tutto ciò non aveva permesso alle raccolte di riflettere la varietà di tali questioni e, di conseguenza, della produzione editoriale ad esse relativa49.
Un’altra ricerca, ad opera di José Antonio Frìas e Rosa Oliveira, si è soffermata sulle iniziative di alcune biblioteche pubbliche spagnole e portoghesi finalizzate a promuovere le collezioni su tematiche LGBTQ+ e a contrastare, così, l’ignoranza, la paura e l’ostilità della società verso questo mondo50. Come emerso anche dalla presente indagine sulla realtà italiana, nei casi di studio di Frìas e Oliveira le attività di promozione si concretizzavano nella realizzazione di bibliografie, di presentazioni di volumi e nell’organizzazione di gruppi di lettura, inoltre si svolgevano in modo occasionale ed erano quasi sempre legate a circostanze particolari; esse erano realizzate grazie alla sensibilità personale di alcuni bibliotecari e non sulla base di auspicabili indirizzi politici, politiche istituzionali e biblioteconomiche.
Anche uno studio brasiliano ha denotato una scarsa attenzione in fase di sviluppo e promozione dei documenti sulle tematiche LGBTQ+, arrivando alla conclusione che c’è bisogno di una più profonda comprensione del ruolo delle biblioteche da parte delle istituzioni, della comunità e del personale bibliotecario51. Nella medesima direzione vanno le riflessioni scaturite dall’analisi delle collezioni a tematica LGBTQ+ messe a disposizione dalle biblioteche pubbliche in Turchia: partendo dalla consapevolezza degli evidenti stereotipi della società turca verso questi argomenti e dalle posizioni governative nettamente contrarie nei confronti dell’omosessualità, l’autore dello studio ha evidenziato che le biblioteche dovrebbero ampliare e migliorare la loro offerta, superando i pregiudizi e mettendo in primo piano le responsabilità etiche dei bibliotecari52.

Conclusioni e prospettive di ricerca

La ricerca sulle collezioni LGBTQ+ di 10 sistemi bibliotecari italiani descritta nel presente contributo ha portato alla luce situazioni a volte molto diverse tra loro; in tutte le realtà si nota però che lo sviluppo e la promozione delle collezioni sui temi LGBTQ+ non sono sistematici e non sono basati su politiche programmatiche, dunque sarebbe auspicabile lavorare maggiormente sulla pianificazione dettagliata dello sviluppo e della gestione delle collezioni, sia complessivamente sia in relazione ai temi più delicati e divisivi, come quelli qui presi in esame.
In aggiunta, a questo punto è lecito chiedersi se i bias, a cui si è fatto cenno in apertura, possano essere considerati come fattori che abbiano ostacolato o comunque limitato lo sviluppo delle collezioni a tematiche LGBTQ+ nei sistemi esaminati. Alla luce di quanto emerso dall’analisi delle collezioni e dalle interviste, si potrebbe rispondere in modo affermativo sia in riferimento ai sistemi che non hanno incrementato le collezioni LGBTQ+ e a quelli che lo hanno fatto in modo trascurabile, sia in riferimento ad alcune sedi delle realtà bibliotecarie che hanno complessivamente mostrato una maggiore propensione a dotare le raccolte di titoli su questi argomenti. Infatti, un elemento comune si individua nel tralasciare, nel trascurare o nell’ignorare (del tutto o solo in parte) le pubblicazioni sulle tematiche LGBTQ+ durante la fase di incremento e di promozione delle collezioni: tutto ciò potrebbe essere frutto, appunto, di bias cognitivi.
Se in alcuni sistemi tali bias potrebbero riflettere non solo visioni soggettive, ma soprattutto quelle radicate (in modo più o meno implicito) all’interno dello specifico contesto sociale e culturale in cui i bibliotecari e le bibliotecarie si muovono, in altre realtà, dal clima più aperto e inclusivo, i bias potrebbero essere maggiormente legati a motivazioni personali, che potrebbero incidere in modo negativo sul grado di interesse e di sensibilità dei bibliotecari e delle bibliotecarie verso le tematiche LGBTQ+. Come ha messo in evidenza una bibliotecaria di Milano durante l’intervista, spesso l’attenzione del personale bibliotecario non ricade su determinati temi, e in particolare su quelli più delicati come le questioni LGBTQ+, perché essi sono considerati distanti dal proprio vissuto personale e dal proprio scenario di riferimento, dunque i bibliotecari e le bibliotecarie tendono a non tenerne conto né nella sfera privata, né in quella professionale.
Dalla ricerca non sono emersi ulteriori elementi che possano permettere sia di entrare maggiormente in profondità, sia di ricercare ulteriori e più specifiche motivazioni alla base di questi possibili bias. Tuttavia, gli scenari portati alla luce non sembrano – perlomeno in alcuni casi – così distanti rispetto a quelli delineati nel corso degli anni da diversi studi che, in vari contesti geografici, hanno rilevato una scarsa attenzione in fase di sviluppo delle collezioni bibliotecarie verso le pubblicazioni su tematiche LGBTQ+. Come ha ricordato più di venti anni fa il canadese Steven Joyce, molti bibliotecari tendono ad assumere un atteggiamento passivo quando si tratta di selezionare titoli LGBTQ+, perpetuando così (spesso involontariamente) lo status quo di una visione della società eterosessuale53.
Nel 2003, Ellen Greenblatt sottolineava che i bibliotecari sono spesso disinformati o indifferenti alle tematiche LGBTQ+, oppure sono a disagio con tali argomenti e preferiscono non confrontarsi con essi durante il loro lavoro quotidiano54. E ancora, Berman nel 2001 ha notato che molti bibliotecari mettono in atto inconsapevolmente una sottile forma di censura durante lo sviluppo delle collezioni e ha parlato, dunque, di inside censorship, definendola come l’incapacità di selezionare libri su determinati argomenti, nonostante il desiderio o la richiesta del pubblico55. La censura interna può comportare anche un’attività irresponsabile di scarto, nonché una catalogazione e una promozione inadeguate. Come ha ribadito qualche anno più tardi Jennifer Downey, questa forma implicita di censura interna – alla cui base si pone anche il timore dei bibliotecari del giudizio di una parte della comunità o degli stessi colleghi – è un problema in molte biblioteche pubbliche, ma spesso è difficile sia riconoscerla sia provarla56.
Tutti gli studiosi e le studiose sopra citati non si sono limitati a prendere atto delle situazioni emerse dalle loro ricerche, ma hanno anche sostenuto in modo chiaro la necessità di superarle, grazie a un atteggiamento più coraggioso e proattivo da parte di chi lavora in biblioteca, partendo dal presupposto che le collezioni e i servizi debbano riflettere la diversità delle comunità e rifuggire ogni tipo di censura, esplicita e implicita. Dunque, è fondamentale per le biblioteche pubbliche selezionare e promuovere adeguatamente le pubblicazioni LGBTQ+, salvandole così dall’invisibilità.
A queste considerazioni, pienamente condivisibili, ne va aggiunta un’altra. Eliminare i bias è di fatto molto difficile se non addirittura impossibile, quindi bisognerebbe riuscire quantomeno a farli emergere, infatti solo quando le persone diventano consapevoli dei loro pregiudizi impliciti possono lavorare per ridurne al minimo gli effetti negativi: nel caso dei bibliotecari e delle bibliotecarie addetti allo sviluppo e alla promozione delle collezioni, tale consapevolezza potrebbe aiutare a portare in primo piano la responsabilità, il rispetto dell’etica professionale e dei principi della pluralità su cui si fonda l’idea di biblioteca pubblica richiamata in apertura. Di conseguenza, le biblioteche potrebbero potenziare il loro ruolo di presidi della democrazia e dei diritti civili universali, affiancandosi e collaborando, in modo sempre più proficuo, con altri soggetti della filiera del libro, del mondo dell’educazione e della cultura, tra cui case editrici, librerie, scuole e università57.
In tale percorso, ricerche come quella descritta nel presente contributo potrebbero costituire un punto di partenza importante per portare alla luce eventuali carenze delle collezioni che vanno a discapito del pluralismo, per analizzare in modo più dettagliato l’offerta editoriale sulle tematiche LGBTQ+ e per spingere le biblioteche a equilibrare le pratiche di sviluppo e promozione delle collezioni, giungendo a una migliore formalizzazione dei criteri e a una maggiore proceduralizzazione, ancora più necessarie quando ci si occupa delle collezioni su temi particolarmente delicati.
Va ricordato, inoltre, che gli studi analitici sulle collezioni bibliotecarie relative alle tematiche LGBTQ+ potrebbero essere utili anche al fine di ottenere elementi informativi dettagliati di cui tenere conto nei progetti finalizzati all’implementazione di sistemi di raccomandazione che sfruttano le potenzialità dell’intelligenza artificiale e, in particolare, del machine learning58. Infatti, gli algoritmi per loro natura non sono neutrali, ma sono viziati da bias, che a loro volta derivano dai bias che caratterizzano il mondo reale59. Nell’ambito bibliotecario, come detto, i bias possono influenzare in modo inconscio la scelta dei libri da acquisire da parte dei bibliotecari e delle bibliotecarie: se una collezione è stata sviluppata escludendo determinati temi (come quelli LGBTQ+), editori o autori, anche gli algoritmi di raccomandazione, che sono addestrati sulla base dei dati relativi ai libri e che individuano tra questi i titoli da consigliare, risentono di tale squilibrio. Un’analisi accurata delle collezioni, nonché un miglioramento delle pratiche di sviluppo documentario risultano, quindi, lavori imprescindibili.
A partire da tali premesse, potrà essere certamente utile ampliare la portata della ricerca sperimentale qui descritta, estendendola alle opere di narrativa e di graphic novel (non solo per adulti, ma anche per bambini, bambine e giovani), a un numero maggiore di biblioteche pubbliche e anche a contesti geografici diversi da quello italiano, al fine di poter effettuare confronti su più ampia scala.


Note

Ultima consultazione siti web: 8 dicembre 2021.

1 Valeria Roberti; Giulia Selmi, Una scuola arcobaleno: dati e strumenti contro l’omotransfobia in classe. Cagli: Settenove, 2021, p. 41.
2 International Federation of Library Associations and Institutions, Il Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche pubbliche. 1995, p. [2], https://www.ifla.org/wp-content/uploads/2019/05/assets/public-libraries/publications/PL-manifesto/pl-manifesto-it.pdf.
3 International Federation of Library Associations and Institutions, Statement on libraries and intellectual freedom. 1999, https://www.ifla.org/publications/ifla-statement-on-libraries-and-intellectual-freedom/.
4 International Federation of Library Associations and Institutions, Code of ethics for librarians and other information workers. 2012, https://www.ifla.org/wp-content/uploads/2019/05/assets/faife/publications/IFLA%20Code%20of%20Ethics%20-%20Long_0.pdf.
5 International Federation of Library Associations and Institutions, Statement on censorship. 2019, https://www.ifla.org/wp-content/uploads/2019/05/assets/faife/statements/ifla_statement_on_censorship.pdf.
6 Associazione italiana biblioteche, Codice deontologico dei bibliotecari: principi fondamentali. 2021, https://www.aib.it/chi-siamo/statuto-e-regolamenti/codice-deontologico/.
7 LGBTQ+ è l’acronimo di Lesbica, Gay, Bisessuale, Transgender, Queer e il simbolo + indica l’inclusione di ulteriori termini che possono riferirsi a persone che non si identificano nell’eterosessualità e nel cisgender, gli intersessuali e coloro che non si identificano con nessun genere. Talvolta l’acronimo è composto anche dalla lettera I e/o dalla lettera A, che stanno rispettivamente per Intersessuali e Asessuali. Cfr. Lorenzo Bernini, LGBTQIA+, con un’eco di Porpora Marcasciano. Roma: Istituto della enciclopedia italiana, 2021, in particolare il capitolo intitolato Tra unità e pluralità.
8 Si rimanda al sito dell’AIB che ha documentato e condannato i casi di censura degli ultimi anni: Associazione italiana biblioteche, Censura nei libri per ragazzi. 2016, https://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/commissione-nazionale-biblioteche-ragazzi/2016/57389-censura-nei-libri-ragazzi/; Ead., Ancora minacce di censure in biblioteca. 2017, https://www.aib.it/attivita/comunicati/2017/63467-ancora-censura-biblioteca/; Ead., Nuovo caso di censura a Todi. 2017, https://www.aib.it/attivita/2017/65772-caso-censura-todi/; Ead., La Biblioteca comunale di Todi funziona bene? Traferiamo la direttrice. 2018, https://www.aib.it/attivita/2018/69110-trasferimento-bibliotecaria-todi/.
9 Ad esempio, tra i 10 libri più contestati o censurati negli Stati Uniti e segnalati ogni anno dall’Office for Intellectual Freedom dell’ALA, rientrano spesso quelli su tematiche come l’omosessualità: nelle classifiche del 2020, del 2019 e del 2018 al primo posto si poneva George di Alex Gino, libro per ragazzi osteggiato perché la protagonista è un personaggio transgender e i principi lì veicolati non sono ritenuti in linea con gli orientamenti religiosi e i valori degli Stati Uniti; inoltre, altri 7 libri con contenuti LGBTQ+ figurano nella top ten dei titoli più contestati nel 2019: American Library Association, Top 10 most challenged books list. 2020, https://www.ala.org/advocacy/bbooks/frequentlychallengedbooks/top10.
10 Per una presentazione sui bias in biblioteca cfr., ad esempio, Brian Quinn, Collection development and psychology of bias, «The library quarterly», 82 (2012), n. 3, p. 277-304; Molly Higgins; Rachel Keiko Stark, Mitigating implicit bias: diversity, equity, and inclusion in action, «American libraries», 4 gennaio 2021, https://americanlibrariesmagazine.org/2021/01/04/mitigating-implicit-bias/; Francesco Barone, Scegliere un libro in biblioteca, ovvero l’illusione (forse) di poterlo fare, «Biblioteche oggi», 39 (2021), n. 5, p. 18-26, DOI: 10.3302/0392-8586-202105-018-1.
11 Nel già citato IFLA Statement on censorship si fa riferimento anche a queste forme di autocensura, più difficili da identificare e da contrastare. Cfr. anche Association of College and Research Libraries, Keeping up with… implicit bias. 2019, https://www.ala.org/acrl/publications/keeping_up_with/bias.
12 Sulla necessità di lavorare per eliminare i pregiudizi in fase di catalogazione e classificazione dei documenti si veda Emily Drabinski, Queering the catalog: queer theory and the politics of correction, «The library quarterly», 83 (2013), n. 2, p. 94-111.
13 È significativo un articolo pubblicato nel 1998 nella rubrica di Biblioteche oggi a cura di Carlo Revelli dal titolo Osservatorio internazionale, che offre una panoramica degli studi condotti in quegli anni sul livello di attenzione verso l’omosessualità nelle biblioteche di diverse aree geografiche (ad eccezione dell’Italia): cfr. Carlo Revelli, L’omosessualità in biblioteca: in che misura permangono pregiudizi e discriminazioni, «Biblioteche oggi», 16 (1998), p. 58-62, http://www.bibliotecheoggi.it/1998/19980905801.pdf.
14 Non potendo qui riportare una bibliografia esaustiva, si ricordano alcuni dei contributi relativi specificatamente all’analisi delle collezioni su temi LGBTQ+ nelle biblioteche pubbliche, condotti in vari paesi: Dawn Betts-Green, “We could do better”: librarian engagement in LGBTQ collection development in small and rural public libraries in the Southern U.S., «Public library quarterly», 39 (2020), n. 6, p. 510-536; Tracy Robinson, Overcoming social exclusion in public library services to LGBTQ and gender variant youth, «Public library quarterly», 35 (2016), n. 3, p. 161-174; Sonja Sheffield, An assessment of frequently challenged LGBTQ* books in Alabama public libraries, «The southeastern librarian», 65 (2017), n. 2, p. 1-14, https://digitalcommons.kennesaw.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1687&context=seln; Eleanor Moss, An inductive evaluation of a public library GLBT collection, «Collection building», 27 (2020), n. 4, p. 149-156; Vivian Howard, Out of the closet...but not on the shelves? An analysis of Canadian public libraries’ holdings of gay-themed picture books, «Progressive librarian», 25 (2005), p. 62-75, http://www.progressivelibrariansguild.org/PL/PL25/062.pdf; Genevieve Hart; Ncumisa Mfazo, Places for all? Cape Town’s public library services to gays and lesbians, «South African journal of libraries and information science», 76 (2010), n. 2, p. 98-108, DOI: doi.org/10.7553/76-2-73; Christa Maria Große Winkelsett, Lesbische Literatur in öffentlichen Bibliotheken: geschichtlicher Hintergrund, stichprobenartige Bestandsanalyse an ausgewählten Beispielen und Bestandsempfehlung. Köln: Institut für Informationswissenschaft der Technische Hochschule Köln, 2018, https://publiscologne.th-koeln.de/frontdoor/index/index/year/2018/docId/1205. Per ulteriori riferimenti bibliografici, si rimanda alle note 49-56.
15 Per una presentazione di tale approccio metodologico mi permetto di rimandare a Sara Dinotola, Il ‘rinascimento’ della biblioteca e delle collezioni tra data analysis, apertura verso l’esterno, culture digitali e nuova progettualità. In: La biblioteca piattaforma della conoscenza: collaborativa, inclusiva, reticolare, relazioni del convegno delle Stelline 2021. Milano: Editrice bibliografica, 2021, p. 414-424.
16 Ho già avuto modo di sperimentare una metodologia di questo tipo per un altro studio, i cui risultati sono descritti in Sara Dinotola, Offerta editoriale e collezioni bibliotecarie: uno studio comparato, «AIB studi», 61 (2021), n. 2, p. 387-424, DOI: 10.2426/aibstudi-13216.
17 Il database comprende anche la produzione editoriale nelle principali lingue estere. Cfr. https://www.leggere.it/catalogo.html. Ringrazio Daniele Forzan, amministratore delegato di Leggere s.r.l., per avermi consentito di accedere al database e alle descrizioni bibliografiche ivi presenti.
18 Thema è il sistema di classificazione standard governato da EDItEUR tramite un comitato direttivo internazionale che si basa su uno schema multilingue di categorie di soggetti, strutturato gerarchicamente e ideato per soddisfare le esigenze di editori, distributori, librai e altri soggetti della filiera del libro, cfr. https://ns.editeur.org/thema/it e https://www.editeur.org/151/thema.
19 La CCE (Classificazione commerciale editoriale), basata sulla BIC (Book industry communication), è utilizzata in Italia in ambito editoriale al fine di categorizzare e classificare a livello contenutistico la produzione libraria, cfr. https://blog.leggere.it/blog/post/CCE-CDD.
20 https://www.libreriantigone.com/. Per il catalogo dei libri si veda https://www.libreriantigone.com/libri/. A proposito della produzione editoriale LGBTQ+ ho avuto un utilissimo colloquio telefonico con il titolare della libreria Antigone, Mauro Muscio, che ringrazio.
21 A titolo esemplificativo, si può menzionare il volume di Luciano Di Gregorio, Oltre il corpo: la condizione transgender e transessuale nella società contemporanea. Milano: Franco Angeli, 2019, che chiaramente rientra nell’ambito di interesse della presente ricerca, ma che era rimasto inizialmente escluso dal campione, in quanto nel database di Leggere era stato ricondotto al soggetto CCE ‘Psicoterapia’, da me non analizzato perché non direttamente riconducibile alle tematiche LGBTQ+.
22 Il disegno di legge dal titolo Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020, mentre il 27 ottobre 2021 è stato respinto dal Senato, https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/53457.htm.
23 Il livello è stato attribuito a ciascun volume sulla base della versione semplificata di Conspectus a tre livelli, a sua volta adattata come descritto in Sara Dinotola, La mappatura delle collezioni attraverso la rivisitazione di Conspectus: una proposta metodologica per le biblioteche pubbliche e i primi risultati di un caso applicativo presso la Biblioteca civica di Bolzano, «AIB studi», 60 (2020), n. 3, p. 645-670, DOI: 10.2426/aibstudi-12475.
24 http://www.ilditoelaluna.com/.
25 https://asteriscoedizioni.com/.
26 http://www.liguriapride.it/wordpress/chi-siamo/.
27 Si tratta delle seguenti case editrici e delle relative collane: Aracne con Asterischi (http://www.aracneeditrice.it/index.php/collana.html?col=AST) e Studi e questioni di genere (http://www.aracneeditrice.it/index.php/collana.html?col=sqg); ETS con Àltera, a sua volta suddivisa in due sottocollane (http://www.edizioniets.com/view-collana.asp?col=%E0ltera.%20Collana%20di%20intercultura%20di%20genere e http://www.edizioniets.com/view-collana.asp?col=%E0ltera.%20Politiche%20e%20teorie%20della%20sessualit%E0); Franco Angeli con Generi, culture, sessualità (https://www.francoangeli.it/ricerca/Ricerca_Collana.aspx?CollanaID=590); Mimesis con LGBTIQ. Studi sull’identità di genere e l’orientamento sessuale (https://www.mimesisedizioni.it/catalogo/collana/504); Rosenberg & Sellier con Questioni di genere. Sguardi interdisciplinari su linguaggi, pratiche, relazioni, corpi, rappresentazioni (https://www.rosenbergesellier.it/ita/collane/questioni-di-genere); Villaggio Maori con la Modesta (http://www.villaggiomaori.com/collane); Capovolte con Ribelle (https://capovolte.it/ribelle/) e con Intersezioni (https://capovolte.it/intersezioni/); Elmi’s World con Arcobaleno (<https://www.elmisworld.com/product-tag/arcobaleno/). Tutte queste collane sono state inaugurate tra il 2008 e il 2017, dunque in tempi abbastanza recenti.
28 Non sono contemplati i sistemi di Catania (che ha solo 2 dei libri del campione), Napoli e Palermo (che non possiedono alcun libro tra quelli del campione).
29 Al fine di comprendere come si è evoluta nel tempo l’attenzione dei singoli sistemi nei confronti delle tematiche LGBTQ+, sarebbe opportuno ampliare ulteriormente l’arco temporale oggetto di studio.
30 È opportuno specificare che le Biblioteche di Roma avevano manifestato un iniziale interesse a partecipare all’intervista, che però non si è poi concretizzato.
31 Ringrazio tutti i bibliotecari e tutte le bibliotecarie che hanno preso parte alle interviste, fornendomi informazioni indispensabili per poter proseguire la mia ricerca.
32 https://librari.beniculturali.it/it/contributi/Contributo-alle-biblioteche-per-acquisto-libri/.
33 https://milano.repubblica.it/tempo-libero/cultura/evento/mostra_queeriodicals_editoria_periodica_lgbt_dal_1870_ad_oggi_alla_sormani-174178.html.
34 https://milano.biblioteche.it/library/cassinaanna/scelti-per-voi/.
35 https://milano.biblioteche.it/library/cassinaanna/eventi/rel-azioni/.
36 https://www.mauriceglbtq.org/.
37 Ad esempio, il progetto attualmente in corso è denominato LibrOvunque, https://www.librovunque.it/.
38 In tempi recenti sta avvenendo un’inversione di tendenza soprattutto per quanto riguarda il personale; infatti, nel luglio del 2021 è stato indetto un concorso per 3 funzionari di biblioteca, https://smart.comune.genova.it/contenuti/concorso-pubblico-titoli-ed-esami-l%E2%80%99assunzione-tempo-pieno-ed-indeterminato-di-n-3.
39 Fiabe gay nella biblioteca per bimbi, e scoppia il putiferio, «Gay.it!», 18 maggio 2009, https://www.gay.it/fiabe-gay-nella-biblioteca-per-bimbi-e-scoppia-il-putiferio.
40 http://badigit.comune.bologna.it/ibb/carta_collezioni.pdf.
41 Si veda, ad esempio, Bologna LGBTQI, la guida alla città che vuole presentare i luoghi collegati al movimento LGBT cittadino e alla sua storia, a cura del Cassero LGBTI+ Center, https://www.cassero.it/chi-siamo/bologna-lgbtqi/.
42 https://www.bibliotecasalaborsa.it/proposte-di-lettura/bibliography/leggere_a_colori_dicembre_/arcobaleno.
43 https://bibliotecadelledonne.women.it/.
44 https://www.cassero.it/attivita/centrodocumentazione/.
45 https://cultura.comune.fi.it/pagina/sistema-documentario-integrato-dellarea-fiorentina-sdiaf.
46 https://cultura.comune.fi.it/pagina/le-biblioteche-comunali-fiorentine/biblioteca-villa-bandini.
47 https://cultura.comune.fi.it/system/files/2021-05/lgbt%202021.pdf.
48 Considerando che lo studio è avvenuto ricorrendo solo al list-checking, ossia al confronto tra la lista dei 408 titoli individuati e le raccolte delle varie biblioteche, non si può avere la certezza che i sistemi appena citati non abbiano comunque acquisito nel tempo altri libri riconducibili alle tematiche LGBTQ+.
49 Gustavo Villazán [et al.], Desmuntant armaris: estudi dels materials GLBT a les biblioteques públiques catalanes. In: 10es Jornades Catalanes d’informació i documentació, Barcelona, 25-26 maig 2006. Barcelona: Collegi oficial de bibliotecaris-documentalistes de Catalunya, 2006, p. 497-524.
50 José Antonio Frìas; Rosa Oliveira, El compromiso de las bibliotecas públicas con la diversidad sexual: análises de las iniciativas y experiencias desarrolladas en España y Portugal. In: Ligar. Transformar. Criar valor: congresso nacional de bibliotecários, arquivistas e documentalistas, Évora, 21-23 outubro 2015, p. 1-8, https://publicacoes.bad.pt/revistas/index.php/congressosbad/article/view/1469.
51 Isis Lemes, Por uma biblioteca mais LGBT+, «Biblioo», 15 febbraio 2019, https://biblioo.info/por-uma-biblioteca-mais-lgbt/.
52 Murat Yilmaz, Gay, lesbian, and bisexual themed materials in the public libraries in Turkey, «Libri», 64 (2014), n. 1, p. 11-27, DOI: 10.1515/libri-2014-0002.
53 Steven L. Joyce, Lesbian, gay, and bisexual library service: a review of the literature, «Public libraries», 39 (2000), n. 5, p. 270-279.
54 Ellen Greenblatt, Lesbian, gay, bisexual, transgender library users: overcoming the myths, «Colorado libraries», 29 (2003), n. 4, p. 21-25. Cfr. anche Serving LGBTIQ library and archives users: essays on outreach, service, collections and access, edited by Ellen Greenblatt. Jefferson: Mc Farland & Company, 2011.
55 Sanford Berman, ‘Insideʼ censorship, «Progressive librarian», 18 (2001), p. 48-63.
56 Jennifer Downey, Public library collection development issues regarding the information needs of GLBT patrons, «Progressive librarian», 25 (2005), p. 86-95, http://www.progressivelibrariansguild.org/PL/PL25/086.pdf.
57 Va ricordato che presso l’Università di Torino nell’anno accademico 2017-2018 è stato istituito il primo corso di Storia dell’omosessualità, tenuto da Maya De Leo (autrice di Queer: storia culturale della comunità LGBT+ edito da Einaudi nel 2021 e facente parte del campione dei 408 titoli qui presi in esame), con la quale ho avuto la possibilità di confrontarmi nel corso della presente ricerca e che ringrazio per la disponibilità.
58 Si può citare, a tal proposito, il progetto Reading(&)Machine, portato avanti dall’Università degli studi di Torino e dal Politecnico di Torino, finalizzato all’implementazione di algoritmi di raccomandazione e di una specifica interfaccia fisica e digitale inclusiva, immersiva e partecipativa: cfr. Marco Mellia; Maurizio Vivarelli, Reading(&)Machine: identità della biblioteca e Intelligenza Artificiale. In: La biblioteca piattaforma della conoscenza: collaborativa, inclusiva, reticolare, relazioni del convegno delle Stelline 2021. Milano: Editrice bibliografica, 2021, p. 17-34, e Sara Dinotola, Collezioni, esperienze di lettura e Intelligenza artificiale: nuove prospettive e progetti in corso nelle biblioteche pubbliche, «Biblioteche oggi», 39 (2021), n. 8, p. 9-22, DOI: 10.3302/0392-8586-202108-009-1.
59 Su questo tema cfr. Luca Ferrieri, La biblioteca che verrà: pubblica, aperta, sociale. Milano: Editrice bibliografica, 2020, p. 192-208; M. Mellia; M. Vivarelli, Reading(&)Machine cit., p. 26-27 e Catherine Nicole Coleman, Managing bias when library collections become data, «International journal of librarianship», 5 (2020) n. 1, p. 8-19, DOI: doi.org/10.23974/ijol.2020.vol5.1.162.