Emilia Franceschini: la prima bibliotecaria all’Università di Firenze

Laura Vannucci

Emilia Franceschini nasce a Firenze il 17 aprile 1865 dal Cavalier Pietro Franceschini e da Clementina Nannoni1. Lavora a lungo in Borgo de’ Greci n. 25 a Firenze nella libreria del padre, personaggio assai conosciuto e influente, libraio e bibliofilo2, uso a elargire libri in dono (come quelli di cui beneficia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, postillati da illustri personaggi), disponibile a riordinare e catalogare gratuitamente intere biblioteche e archivi, estensore della stima del fondo Bardi3 per l’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento (la futura Università di Firenze), scrittore di arte4 e di molto altro, frequentatore di poeti, medici e cattedratici, amico dei più alti funzionari delle istituzioni cittadine. Pietro Franceschini muore nel 1906 e proprio nel suo elogio funebre5 si trova una descrizione della

figura pallida e intelligente dell’Emilia Franceschini… colta quanto buona e modesta. I suoi occhi e la sua voce parevan dare anima e vita a tutta una necropoli di poeti e dotti. Ella, più del padre occupato da’ suoi scritti, sapeva i libri del negozio; ella ne preparava i cataloghi, e a lei di preferenza si rivolgevano tutti i compratori, e gl’insigni frequentatori della bottega la trattavano con dimestichezza e con amorevole deferenza. La giovinezza dell’Emilia fiorì e sfiorì in quelle stanze di mezza luce e di dottrina sepolta; e si può dire che per le sue dita delicate che maneggiavano libri dalla mattina alla sera corresse continua come un fiume la scienza di quattro secoli. Figura quanto mai caratteristica, soffusa da una malinconica umiltà e a un tempo da un certo orgoglio di solitaria, consumata da una intelligenza contenuta, inquieta di una operosità febbrile, ispirata in tutti i suoi atti da una bontà d’animo incondizionata, ella fu argomento di alcune ottave a un poeta, delle quali riferisco le ultime due: “Penso al tuo genio, giovinetta bruna: / Vani fantasmi, sogni insofferenti / Della notte in cui giaci, d’onde alcuna / Alba li evoca al mondo de’ viventi. / Voli selvaggi d’aquila digiuna / Nella volta di un carcere sbattenti; / Improvvisi fulgor nella profonda / E muta oscurità che ti circonda. / Muta Ché indarno giù dagli scaffali / Di fra i libri discendono i poeti /A sospirarti i dolci madrigali / E l’egloghe soavi e gl’inni lieti / Par che da loro un freddo alito esali, / E i desidèri migrano più inquieti / Via fra l’azzurro e la campagna in fiore / A un caldo labbro che sussurri: Amore”6.

Dopo il trasferimento della libreria in via Ghibellina 1107 e la morte del padre, Emilia Franceschini lascia il lavoro di libraia e rimane temporaneamente a casa8; non si sposerà mai e si dedicherà per tutta la vita alla sua formazione culturale, all’attività di traduttrice, alle pubblicazioni su riviste specializzate e al lavoro di bibliotecaria.
Fra il 1909 e il 1919 collabora con la rivista cattolica fiorentina Rassegna nazionale9, pubblicando recensioni di libri10, traduzioni11 di romanzi e numerosi articoli12 di storia13, arte14, attualità e tematiche sociali15, da cui emergono molti e variegati interessi culturali e facilità di accesso alle fonti anche primarie. Fra questi suoi scritti, appare anche un contributo sul «femminismo agrario»16 (in cui presenta come ideale il binomio «donna forte/donna pia», con «equilibrio delle forze mentali e materiali» e «contemperanza dell’energia e del sentimento») e uno sul «suffragio femminile» in Norvegia17; in quest’ultimo Franceschini esalta la cultura e la scelta politica di quel Paese, in cui già da tempo «si volle che la donna non vedesse nel solo matrimonio la sua salvezza», e traduce il racconto di un giornalista francese inviato in Norvegia in occasione delle rivoluzionarie votazioni aperte alle donne maritate o ricche, stupito per la correttezza e la tranquillità con cui si svolsero; Franceschini commenta positivamente il processo ormai avviato dappertutto, che preferisce definire, anziché emancipazione dall’uomo, condivisione delle responsabilità.
Dell’articolo Un fiorentino in Polonia18, su Scipione Piattoli, la Biblioteca biomedica dell’Università di Firenze conserva un estratto con un ex libris autografo di Emilia Franceschini.
Nel 1914 pubblica la traduzione dal francese di Oro e orpello: tre racconti, di Armand de Pontmartin19.
Nel 1919 traduce dall’inglese per l’editore Salani Incompreso di Florence Montgomery20, reintroducendo parti omesse nelle precedenti traduzioni; nel 1925 compare come traduttrice in un’altra edizione della medesima opera, intitolata stavolta Contrastato.
Dal 16 settembre 1918 risulta in servizio presso la Biblioteca della Sezione di medicina e chirurgia dell’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze in qualità di incaricata delle «funzioni di bibliotecario»21 in alcuni documenti, di «coadiutore» in altri22, ma probabilmente la sua collaborazione inizia negli anni precedenti23. È la prima donna (e l’ultima, per molti anni, se si eccettua una custode della Biblioteca) menzionata fra il personale nell’Annuario dell’ente che nel 1924 si costituirà come Università degli studi di Firenze: si ha infatti, in altri documenti, solo una notizia riguardante una «schedatrice» nella Biblioteca della Sezione di filosofia e filologia24; eppure la Biblioteca di medicina dell’Ateneo di Firenze aveva una tradizione antichissima: nata nel 1679 in seno all’Ospedale di Santa Maria Nuova, fu curata nei secoli da molti bibliotecari, tutti uomini25.
Nelle minute delle relazioni annuali che indirizza al Preside della Sezione (poi Facoltà) conservate presso l’attuale Biblioteca biomedica dell’Ateneo fiorentino si trovano interessanti dati d’uso dei servizi e puntuali testimonianze della sua attività di corrispondenza giornaliera (anche in inglese e in francese) con utenti, fornitori, biblioteche e uffici, ma soprattutto di ordinazione e catalogazione (oltre che di «registrazione per catena») del materiale corrente e di tanta parte del fondo antico derivante dall’Ospedale di Santa Maria Nuova (per es. dei manoscritti del Fondo Carlo Burci26, di 41 «sezioni di alienati» ascrivibili al Fondo Vincenzo Chiarugi27, del Fondo Agostino Mibelli28, degli opuscoli alcuni dei quali anche molto antichi accessionati fra il 1918 e il 1933, delle opere precedenti al XIX secolo, dei 118 atlanti, del nucleo più antico delle miscellanee cosiddetto “Variorum” e, dal 1928, delle cinquecentine)29: ancora oggi si conservano presso la Biblioteca biomedica schede da lei redatte per il catalogo cartaceo storico (di recente digitalizzato e messo in rete)30; Franceschini riferisce, inoltre, di avere iniziato la compilazione di uno schedario per materia delle opere pubblicate dopo il 1900, di svolgere ricerche per singoli studiosi e per l’Istituto di storia delle scienze e di occuparsi della gestione di scambi31 e doni32, nonché delle rilegature dei periodici; registra le filze del Collegio medico di Firenze33, riordina il fondo dell’Accademia medico-fisica di Firenze34 e redige le note di valutazione del distributore addetto alla registrazione dei prestiti35, che costituiva insieme a lei e a un custode l’unica dotazione organica della Biblioteca, all’epoca ancora situata in via Alfani.
La sua corrispondenza conservata nella Biblioteca biomedica rivela attenzione allo sviluppo della collezione e alla conservazione del patrimonio librario: numerose sono le sue richieste di finanziamenti aggiuntivi per questi due scopi.
Il 25 settembre 192236 propone al Rettore dell’ente che di lì a poco sarebbe divenuto formalmente “Università degli studi di Firenze”37 di chiedere al Ministero per la Biblioteca medica universitaria fiorentina (da lei definita «la più bella biblioteca italiana specializzata») il deposito di una copia d’obbligo di ciascuna pubblicazione italiana in medicina e chirurgia stampata sul territorio nazionale, anche al fine di decongestionare la Biblioteca nazionale centrale di Firenze; nelle argomentazioni addotte fa riferimento a una disposizione del 1806, confermata – in regimi governativi differenti – negli anni 1815, 1826 e 1847, che concedeva alla Biblioteca dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova, poi passata all’Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento, il diritto di ricevere una copia di tutte le pubblicazioni mediche locali.
Nella documentazione conservata presso la Biblioteca biomedica vi sono numerose testimonianze della sua attività di prestito interbibliotecario e di assistenza catalografica e bibliografica a utenti interni e esterni38.
«Quanto alla Sig.na Franceschini, – scrive il Presidente della Sezione medica39 – dacché fu applicata alla Biblioteca di medicina, in questa si cominciò subito ad avvertire che veramente in questa si faceva del lavoro, e del lavoro utile. Scrupolosamente assidua al suo orario e al suo ufficio, la Sig.na Franceschini continuò la schedatura, con solerte attività e intelligenza, delle miscellanee: inoltre fece cosa non osata, innanzi a lei, ossia la ricognizione e la schedatura dei mss., già confinati e quasi dimenticati sotto la polvere degli scaffali. La Sig.na Franceschini non ha ingerenza negli acquisti, competendo questi al Preside e a un’apposita Commissione della Facoltà: bensì li registra regolarmente, e provvede alla relativa schedatura e collocazione, come ha provvisto e provvede lodevolmente all’ordinamento delle riviste».
E ancora Gerolamo Gatti, Preside della Facoltà di medicina e chirurgia, il 15 maggio 1929 scrive al Rettore dell’Università: «posso assicurare che in questa Biblioteca il Regolamento è esattamente e scrupolosamente osservato e fatto osservare; anzi il personale con funzioni di coadiutore (signorina Emilia Franceschini) fa più del dovere che le sarebbe prescritto dal Regolamento, perché, mancando il bibliotecario di cui all’art. 30, essa di fatto più che funzioni di coadiutore compie, e con grande competenza e diligenza, quelle di bibliotecario»40. Tuttavia, nonostante il suo prodigarsi per la Biblioteca, la sua esperienza e la sua età, non riuscirà mai a raggiungere il ruolo formale di ‘bibliotecario’, perché la commissione incaricata di «esaminare i titoli e la capacità dei vari impiegati», nonostante che già dal 1888 le donne avessero avuto accesso alla professione nelle biblioteche pubbliche41, propone che «il posto di bibliotecario sia messo a concorso – per esame e per titoli – fra i laureati in lettere, escluse le donne»42; il ruolo viene destinato in pianta organica alla sola Biblioteca di lettere, mentre per la Biblioteca di medicina si delibera, oltre ai posti di assistente e custode, solo un posto per coadiutore, per il quale viene candidata e incaricata appunto Emilia Franceschini43.
Nel 1924 Emilia Franceschini pubblica per il Comitato toscano della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano il contributo Il governo del Guerrazzi e i soccorsi per Venezia44. Nel 1925 compare il suo articolo Michele Carducci nei documenti del Collegio medico fiorentino nella Rivista delle biblioteche e degli archivi45.
Il 10 febbraio 1928 le vengono concessi gli assegni da impiegata di ruolo, senza tuttavia alcuna progressione di carriera, perciò rimane coadiutrice incaricata46.

Nel 1929 collabora all’allestimento della prima Esposizione nazionale di storia della scienza, curando la selezione e tutte le altre attività connesse alla mostra di 46 antichi libri a stampa e 12 documenti manoscritti di antichi volumi e manoscritti della Biblioteca47, nonché dei quadri dei suoi benefattori48; tale attività la vede a stretto contatto con lo storico della medicina Andrea Corsini e con l’Istituto di storia delle scienze (antesignano dell’attuale Museo Galileo, all’epoca situato dentro la Biblioteca della Facoltà di medicina dell’Università di Firenze)49.
Dal marzo del 1933 non risulta più in servizio per motivi di salute50 e muore alla fine di maggio del medesimo anno51.
La compilazione dell’inventario delle miscellanee da lei effettuata52 sembra rivelare precisione e conoscenza delle regole catalografiche del tempo, anche considerando che risale al 1922 la promulgazione del primo codice italiano per la catalogazione descrittiva53 e che il 23 maggio 1923 era stata inviata anche al «Bibliotecario della Facoltà di medicina e chirurgia R. Istituto di studi superiori Firenze» dalla R. Soprintendenza bibliografica per la Toscana, per incarico del Ministero della pubblica istruzione, la circolare che ne raccomandava la graduale applicazione54.
La sua figura richiama nel complesso quella tradizionale di una persona erudita (come del resto il suo predecessore nell’Ottocento nella medesima biblioteca, Ottavio Andreucci)55, ovvero, secondo una concezione impiegatizia della funzione bibliotecaria, l’immagine del «custode di una raccolta libraria, attento soprattutto alla sua buona conservazione e proveniente da una formazione universitaria umanistica che approdava alla biblioteca a partire dalla passione per l’oggetto libro»56. Tuttavia, la sua pregressa decennale esperienza lavorativa presso la libreria del padre e l’atmosfera in essa respirata contribuiscono a formare in Emilia anche una certa competenza da bibliografa: così viene proprio definita in una rivista letteraria inglese dell’epoca57.

Articolo proposto il 3 giugno 2022 e accettato il 25 settembre 2022.


Note

Ultima consultazione siti web: 6 settembre 2021.
Uno speciale ringraziamento per il supporto nella ricerca va alle colleghe Lucia Frigenti (Biblioteca biomedica), Floriana Tagliabue e Maria Enrica Vadalà (Biblioteca umanistica).

1 Archivio storico dell’Università di Firenze, ASUFI, Dipendenti. Personale tecnico-Amministrativo. Stati di servizio (1930).
2 Un brano autobiografico di Pietro Franceschini – oltre che un estratto della sua biografia scritta da Mario Foresi (Mario Foresi, Un libraio fiorentino, bibliofilo, artista e scrittore. Firenze: Uffici della Rassegna nazionale, 1907) – è contenuto in un’opera di Pietro Pancrazi, che lo considera un toscano dell’Ottocento degno di essere ricordato (Pietro Pancrazi, I toscani dell’Ottocento. Firenze: Bemporad, 1924, p. 225). Si hanno notizie di pergamene attualmente conservate nell’Archivio di Stato di Firenze acquisite da Pietro e Emilia Franceschini: https://www.archiviodigitale.icar.beniculturali.it/it/185/ricerca/detail/70228.
3 Maria Enrica Vadalà, Girolamo dei Bardi (1777-1829): collezionismo librario e educazione popolare a Firenze agli inizi del 19. Secolo. Vernio: Accademia Bardi, 2017, p. 75, 85, 341, 355, 356. Vedi anche Università degli studi di Firenze. Sistema bibliotecario di Ateneo, I libri dello Studio: itinerari alla scoperta dei fondi storici dell'Università di Firenze, (Firenze, Sala Strozzi, 26-31 gennaio 1998), https://www.sbafirenze.it/libri_studio/indice.php?flag=2&tipo=ssez&id=29.
4 La Biblioteca biomedica dell’Università di Firenze conserva un esemplare di una pubblicazione del libraio Pietro Franceschini, La tomba di Lorenzo dei Medici detto il Magnifico. Firenze: Baroni e Lastrucci, 1897, donato da Emilia Franceschini.
5 M. Foresi, Un libraio fiorentino, bibliofilo, artista e scrittore cit., p. 1-32.
6 Probabilmente il poeta a cui allude Mario Foresi, se non è egli stesso, è uno della cerchia dei frequentatori della libreria Franceschini, come Enrico Nencioni e Giosuè Carducci.
7 (Helen Zimmern, The romance of the literary treasure-house, «Pall Man Magazine», 42 (1908), n. 10, p. 441-449 https://archive.org/details/sim_pall-mall-magazine_1908-10_42_186/page/446/mode/2up. Altrove (M. Foresi, Un libraio fiorentino, bibliofilo, artista e scrittore cit.) si menziona anche un periodo in cui Franceschini «vendeva in Borgo Santi Apostoli». Prima di aprire una «bottega», racconta lo stesso Pietro Franceschini (P. Pancrazi, I toscani dell’Ottocento cit., p. 228), vendeva libri sotto gli Uffizi, ai piedi della statua di Guido Monaco.
8 Nell’Annuario del R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento dell’anno accademico 1919-1920 risulta abitare in via Pian dei Giullari n. 26, mentre successivamente in viale Alessandro Volta n. 77, Firenze (vicino al pittore Colacicchi).
9 Glauco Licata, La Rassegna nazionale: conservatori e cattolici liberali italiani attraverso la loro rivista (1879-1915). Roma: Edizioni di storia e letteratura, 1968. Fra i contributi di Emilia Franceschini sulla rivista: Emilia Franceschini, Per l’umano dolore, «Rassegna nazionale», 168 (1909), 1° luglio, p. 60-63; Ead., I dialoghi del Settembrini. Verso il Polo Sud, «Rassegna nazionale», 170 (1909), 16 dicembre, p. 710-713; Ead., La terra del sogno, «Rassegna nazionale», 170 (1909), 16 dicembre; Ead., Colomba Antonietti Porzi e il suo monumento, «Rassegna nazionale», 175 (1910), 16 settembre, p. 303-307; Ead., Legati e legazioni, «Rassegna nazionale», 179 (1911), 1° giugno, p. 403-418; Ead., Aldi e il monumento che Manciano gli ha eretto, «Rassegna nazionale», 181 (1911), 1° ottobre, p. 398-403; Ead., Maria Clarke e Claude Fauriel, «Rassegna nazionale», 189 (1913), 16 gennaio, p. 184-204; Ead., Per A. Fogazzaro, «Rassegna nazionale», 190 (1913), 16 aprile, p. 594-601; Ead., Le Baccanti nel Teatro fiesolano e il loro principale interprete, «Rassegna nazionale», 191 (1913), 1° giugno, p. 481-486; Ead., Il Museo del Risorgimento in Firenze, «Rassegna nazionale», 194 (1913), 1° dicembre, p. 423-429; Ead., Un dramma d’amore alla corte di Svezia, «Rassegna nazionale», 197 (1914), 16 maggio, p. 199-210.
10 E. Franceschini, Patria italiana, «Rassegna nazionale», 168 (1909), 1° agosto, p. 406-410: recensione di una raccolta di scritti di Isidoro Del Lungo; Ead., Fulgore medievale, «Rassegna nazionale», 171 (1910), 16 febbraio, p. 514-517: recensione della biografia della contessa Matilde di Toscana scritta da Nora Duff; Ead., La democrazia e i costumi, «Rassegna nazionale», 172 (1910), 1° marzo, p. 136-138: recensione dell’opera di Emilio Faguet – edita a Parigi nel 1910 – sul rapporto fra democrazia, competenza e uguaglianza, anche in famiglia fra uomo e donna; Ead., Ugo Foscolo e il suo ultimo biografo, «Rassegna nazionale», 172 (1910), 16 aprile, p. 536-548: recensione dell’opera di Giuseppe Chiarini sulla vita di Foscolo; Ead., Attraverso un epistolario, «Rassegna nazionale», 205 (1915), 16 settembre, p. 223-228: recensione del secondo volume del carteggio fra Niccolò Tommaseo e Gino Capponi, a cura di I. Del Lungo e P. Prunas; Ead. Intorno al Castello di Breno di Don R. Putelli, «Rassegna nazionale», 204 (1915), 16 luglio, p. 221-222: recensione di un saggio storico. Va precisato che la rivista attribuì sin da subito alquanto spazio e dunque importanza alla critica letteraria e all’informazione bibliografica, fino ad aggiungere a partire dal 1903 un’appendice denominata «Rivista bibliografica», con una fascicolazione propria, che dal 1911 divenne una rivista con un proprio prezzo di abbonamento, pur continuando a essere distribuita agli associati insieme alla «Rassegna nazionale»; in questo contesto Franceschini pubblicò molte altre recensioni, oltre a quelle già citate.
11 E. Franceschini, Il mestiere di Re – Romanzo di Coletta Yver, «Rassegna nazionale», 180 (1911), 1° agosto, p. 337-364, e 16 agosto, p. 511-549; ivi, 181 (1911), 1° settembre, p. 91-123 e 16 settembre, p. 217-244; Ead., Le obiezioni di Sir Giorgio – Romanzo di W. K. Clifford, «Rassegna nazionale», 184 (1912), 16 aprile, p. 525-538; ivi, 185 (1912), 1° maggio, p. 112-125, 16 maggio, p. 240-268, 1° giugno, p. 381-408, 16 giugno, p. 541-563, 1° luglio, p. 50-71 e 16 luglio, p. 251-273; ivi, 186 (1912), 16 luglio, p. 251-273, 1° agosto, p. 407-434 e 16 agosto, p. 507-530; ivi, 187 (1912), 1° settembre, p. 75-104 e 16 settembre, p. 209-226; Ead., Redivive. Romanzo di Champol. Traduz., «Rassegna nazionale», 189 (1913), 1° febbraio, p. 390-419 e 16 febbraio, p. 569-603; ivi, 190 (1913), 1° marzo, p. 84-190, 16 marzo, p. 206-239 e 1° aprile, p. 369-392; Ead., Il cercatore di perle – Romanzo di A. De Martin, trad., «Rassegna nazionale», 192 (1913), 16 luglio, p. 289-310, 1° agosto, p. 429-462 e 16 agosto, p. 563-591. Franceschini conosceva bene l’inglese, probabilmente imparato sui libri in tale lingua di cui era ricca la libreria del padre. Effettuò comunque anche traduzioni dal francese e regalò alla Biblioteca di medicina una grammatica di lingua spagnola.
12 Emilia Franceschini è stata citata in un recente studio come critica letteraria e opinionista politica (Maria Cecilia Vignuzzi, La partecipazione femminile al giornalismo politico-letterario. Italia e Francia tra Otto e Novecento [tesi di dottorato]. Bologna: Alma Mater studiorum – Università di Bologna/École pratique des hautes études, 2008, p. 102, 199, 210, 213, 251, 428, 429, http://amsdottorato.unibo.it/1103/1/Tesi_Vignuzzi_Maria_Cecilia.pdf.
13 E. Franceschini, Giovanni da Verrazzano, «Rassegna nazionale», 168 (1909), 1° ottobre, p. 422-425; Ead., Un ambasciatore di Luigi XVIII (Il Duca Elia Decazes), «Rassegna nazionale», 183 (1912), 1° gennaio, p. 72-88; Ead., Vecchi ricordi del campanile di San Marco, «Rassegna nazionale», 186 (1912), 16 luglio, p. 190-197; Ead., L’uccisione di Paolo Luigi Cournier i.e. Courier], 195 (1914), 1° febbraio, p. 378-399.
14 E. Franceschini, La Chiesa e il Convento di S. Stefano in Venezia, «Rassegna nazionale», 184 (1912), 16 marzo, p. 252-263; Ead., P. Gerolamo Costa: Il Convento di Sant’Angelo d’Ocre, «Rassegna nazionale», 190 (1913), 16 marzo, p. 270-273.
15 E. Franceschini, La Santa nella storia, nelle lettere e nell’arte, «Rassegna nazionale», 190 (1913), 1° aprile, p. 451-452; Ead., Coltivazione ed emigrazione in Basilicata e in Calabria, «Rassegna nazionale», 172 (1910), 16 marzo, p. 230-233; Ead., Il monumento del conte Tornielli a Novara, «Rassegna nazionale», 172 (1910), 16 giugno, p. 680-682 (il racconto di un viaggio dell’autrice in Piemonte in occasione della festa dello Statuto).
16 E. Franceschini, Femminismo agrario, «Rassegna nazionale», 171 (1910), 1° febbraio, p. 335-338: è un commento all’intervento di Maria Maugeret a un convegno di Economia sociale tenuto a Parigi l’anno precedente, in cui si tratta della necessità di un ritorno ai lavori agricoli anche delle donne, comprese quelle di ceto alto.
17 E. Franceschini, Il suffragio femminile in Norvegia, «Rassegna nazionale», 174 (1910), 1° luglio, p. 122-125.
18 E. Franceschini, Un fiorentino in Polonia (L’abate Piattoli), «Rassegna nazionale», 202 (1915), 1° aprile, p. 289-297.
19 Armand De Pontmartin, Oro e orpello. Tre racconti (Il cacciatore di perle, Cuore e ostentazione, Lo scudo da sei franchi). Firenze: Rassegna nazionale, 1914.
20 Florence Montgomery, Incompreso, nuova versione italiana di Emilia Franceschini, disegni del pittore Cipriano Mannucci. Firenze: Salani, 1919. La prima edizione italiana risale al 1881 (Milano: Brigola); successivamente vengono comunque pubblicate da Salani diverse ristampe, come per es., con altro titolo, Florence Montgomery, Contrastato, versione italiana di Emilia Franceschini, disegni di Alberto Micheli Pellegrini. Firenze: Salani, 1925.
21 ASUFI, Cancelleria degli studi. Sezione medica (1918). Il prof. Giulio Chiarugi, in qualità di Presidente della Sezione medica, il 25 settembre 1918 comunica al Soprintendente del R. Istituto di Studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze di avere assunto Emilia Franceschini per un’emergenza creatasi dall’assenza del personale in servizio. Negli anni della Guerra, non risulta infatti la presenza di bibliotecari nella Sezione di medicina: l’ultima traccia risale al 9 ottobre 1915, quando certo Topini firma il «Registro di accessioni» sino a quella data (Biblioteca biomedica dell’Università degli studi di Firenze – BBUFI –, Inventari, v. 8). Evidentemente Emilia Franceschini era conosciuta nell’ambiente accademico, personalmente o tramite il padre. Una testimonianza dell’esistenza di precedenti contatti del padre di Emilia Franceschini con la biblioteca della sezione di medicina dell’Istituto è rappresentata da un “Indice alfabetico delle opere della donazione della Libreria Michelacci”, corredato dalla valutazione del 14 maggio 1891 di Pietro Franceschini (BBUFI, Inventari, v. 27, 28, 29); Pietro Franceschini, grazie al suo lavoro di libraio e ai suoi interessi storici e artistici, conosceva probabilmente molti cattedratici di spicco, come sembrano testimoniare, per esempio, le dediche manoscritte ad Alessandro D’Ancona (docente all’Università di Pisa, in sinergia con l’Istituto di studi superiori di Firenze) di opuscoli conservati dalla Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze nel Fondo D’Ancona, uno dei quali peraltro consistente nella pubblicazione di lettere indirizzate proprio “alla maggiore delle… figlie Emilia” (Pietro Franceschini, A Roma: impressioni e ciarle di un fiorentino. Firenze: coi tipi dell’Arte della stampa, 1882); la stessa Emilia Franceschini dedicherà poi al medesimo professore un suo opuscolo estratto dalla Rassegna nazionale (Legati e legazioni, v. infra nota 9), posseduto anch’esso dalla Biblioteca umanistica.
22 Annuario del R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento dell’anno accademico 1920-21. Firenze: Le Monnier, 1921.
23 BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza (1922), filza 2, «Emilia Franceschini incaricata». In una lettera al Rettore del 25 settembre 1922 scrive di avere in questa Biblioteca medica un’esperienza «quasi decenne».
24 Floriana Tagliabue, Ritratto di una biblioteca da giovane. In: L’Istituto di studi superiori e la cultura umanistica a Firenze, a cura di Adele Dei. Pisa: Pacini, 2016, p. 755-792.
25 Esther Diana, La biblioteca dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Gli ambienti e le acquisizioni librarie dalla fondazione al trasferimento all’Istituto di studi superiori (1679-1893), «Nuncius», 2006, n. 1, p. 49-100.
26 Donatella Lippi; Beatrice Biagioli, Medicina, chirurgia e sanità in Toscana tra '700 e '800. Gli archivi inediti di Pietro Betti, Carlo Burci e Vincenzo Chiarugi. Firenze: Firenze university press, 2008, p. 25.
27 Laura Vannucci, Contributo alla bibliografia di Vincenzo Chiarugi. Manoscritti e libri a stampa del medico empolese nella Biblioteca Biomedica dell’Università di Firenze. In: Vincenzo Chiarugi Medico La sua vita, i suoi tempi. Atti del Convegno di studi Empoli, Chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani 12 maggio 2018, a cura di Giovanni Cipriani e Mauro Guerrini. Empoli: Edizioni dell’Acero, 2018, p. 37-52.
28 BBUFI, Inventari, v. 40.
29 Da una sua nota manoscritta si apprende inoltre che nel novembre 1918 revisionò almeno la parte dei manoscritti di un catalogo alfabetico della “Libreria antica di S.a Maria nuova e manoscritti” di 6.158 volumi a stampa e 212 manoscritti (BBUFI, Inventari, v. 11), per gli anni 1929-1930, 1930-1931 e 1931-1932 compilò gli inventari delle nuove accessioni della Biblioteca medica della Reale Università degli studi di Firenze (Università degli studi di Firenze. Biblioteca biomedica, Inventari, 27, 28, 29).
30 https://www.sba.unifi.it/p757.html.
31 In particolare sono testimoniati scambi con fascicoli della rivista “Lo Sperimentale” (per es. BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza (1921, 1922, 1923), filza 2), un periodico fortemente connesso all’Ospedale di Santa Maria Nuova e all’Istituto di sudi superiori pratici e di perfezionamento, giacché i responsabili e i locali della sua redazione facevano riferimento a tali istituzioni, ragion per cui l’attuale Biblioteca biomedica conserva alcuni oggetti e molti documenti concernenti la gestione operativa della pubblicazione, non ancora inventariati.
32 Per es. la donazione di Lina Anau (BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari Spediti, Corrispondenza (1931), filza 2). In realtà, precedentemente, Franceschini aveva dichiarato al Rettore (intenzionato a onorare con lapidi i benefattori dell’Ateneo) che la Biblioteca dell’Istituto non era mai stata fatta oggetto di donazioni degne «di solenne memoria» e che i volumi e i manoscritti più pregiati in essa conservati provenivano da lasciti a favore della Biblioteca dell’Ospedale di Santa Maria Nuova (BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza (1925), filza 2).
33 Lorenzo Pacca, L’Archivio degli Affari del Collegio medico di Firenze: inventario (1781-1802) tesi di laurea magistrale]. Firenze: Università degli studi di Firenze, 2014, p. 37.
34 «Il primo [intervento sul fondo dell’Accademia medico-fisica] è stato quello condotto intorno al 1923 da Emilia Franceschini… La bibliotecaria si occupò innanzitutto di condurre una ricerca, commissionata verosimilmente da Luigi Castaldi e mirata a raccogliere gli elenchi dei membri dell’Accademia dalle sue origini fino ai primi anni del Novecento. Tale indagine rientrava in un progetto promosso dall’Istituto di storia della scienza di Firenze, diretto in quegli anni da Andrea Corsini: l’intento era quello di creare una sorta di “archivio iconografico degli scienziati” da porre a corredo del Grande catalogo di storia della scienza, la cui realizzazione era prevista in seguito alla I Esposizione nazionale di storia della scienza del 1929. Tale ricerca giustifica il trasferimento – certificato dall’elenco di consistenza che la bibliotecaria realizzò – di quattro album appartenenti all’Accademia presso l’Istituto di storia della scienza – futuro Museo Galileo – i quali contengono lettere e fotografie dei vari scienziati che ne diventarono soci tra il 1889 e il 1893. Il lavoro condotto da Emilia Franceschini […] non si esaurì con questa ricerca e proseguì con la compilazione di una sorta di elenco sintetico dell’archivio dell’Accademia: questo fu stilato in base al catalogo a schede degli anni Ottanta dell’Ottocento – infatti l’intitolazione delle varie unità è sostanzialmente la stessa – e fu accompagnato probabilmente da un solo intervento di riordinamento della corrispondenza accademica» (Ambra Spaccasassi, Un contributo al progresso scientifico nella Firenze tra XIX e XX secolo. L'Archivio dell'Accademia medico-fisica Fiorentina (1821-1963): guida-inventario tesi di laurea magistrale]. Firenze: Università degli studi di Firenze, 2017, p. 103). Inoltre, nell’archivio dell’Accademia medico-fisica di Firenze, VI.1.3.1923, vi sono alcuni elenchi dei membri dell’Accademia e il documento illustrativo della schedatura dell’archivio condotta da Emilia Franceschini.
35 Per es. il 22 febbraio 1923 trasmette una valutazione positiva dell’assistente Agostino Cartoni, per il suo servizio di prestito interbibliotecario, di assistenza al pubblico, di gestione dei fascicoli dei periodici (BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti (1923), filza 2).
36 BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti (1922), filza 2.
37 Sandro Rogari, Gli anni dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento. In: Università degli studi di Firenze fra istituzioni e cultura nel decennale della scomparsa di Giovanni Spadolini. Atti del convegno di studi, Firenze, 11-12 ottobre 2004. Università degli studi di Firenze 80. anniversario 1924-2004, a cura di Sandro Rogari. Firenze: Firenze university press, 2005, p. 13-17.
38 Per es. per Bruno Bruni su Lorenzo Nannoni, Giuseppe Barellai e altre illustri figure, per Silvio Bonuzzi sulla ruota degli esposti (BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza (1931), filza 2).
39 ASUFI, Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento. Soprintendenza (1923), filza 537.
40 BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza (1929), filza 2. Franceschini era di fatto anche responsabile dei locali e, in caso di criticità, si rivolgeva direttamente al Preside, come quando era contraria a procurarsi dei gatti – come le veniva suggerito dagli utenti – per risolvere il problema della presenza dei topi in biblioteca.
41 Simonetta Buttò, Le bibliotecarie, «Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 25 (2012), p. 123-155. Elisabetta Francioni, Giulia e le altre: donne bibliotecarie in Italia tra Ottocento e Novecento. In: Copyright. Miscellanea di studi marucelliani 1997-2001. Firenze: Aida, 2001, p. 59-73; Alberto Petrucciani, Nascita e affermazione della professione bibliotecaria in Italia (1861-1969). In: La professione bibliotecaria in Italia e altri studi. Roma: Biblioteca nazionale centrale di Roma, 2002, p. 5-34.
42 ASUFI, Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento. Soprintendenza (1923), filza 537, 10b. In ogni caso, probabilmente Franceschini ebbe una formazione casalinga e non possedeva il titolo di studio richiesto dal bando di concorso: il suo nome, infatti, non risulta nell’Annuario del R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze fra le persone laureate o uditrici o iscritte a corsi complementari, né compare sul catalogo delle tesi storiche dell’Università di Firenze.
43 F. Tagliabue, Ritratto di una biblioteca da giovane cit., p. 789.
44 Emilia Franceschini, Il governo del Guerrazzi e i soccorsi per Venezia. In: F.D. Guerrazzi, Studi e documenti, a cura del Comitato toscano per la storia del Risorgimento. Firenze: La Voce, 1924, p. 69-79. I suoi studi su Guerrazzi erano supportati anche dalla documentazione conservata nella biblioteca in cui Franceschini lavorava, come le Carte Zannetti, tuttora possedute dall’attuale Biblioteca biomedica dell’Università degli studi di Firenze.
45 Emilia Franceschini, Michele Carducci nei documenti del Collegio medico fiorentino, «Rivista delle biblioteche e degli archivi», 1925, n. 3, p. 196-200. Nella parte finale si trova una delle affermazioni che consentono di attribuire incontestabilmente tale contributo alla prima bibliotecaria della Facoltà di medicina in Firenze.
46 ASUFI, Dipendenti. Personale tecnico-amministrativo. Stati di servizio (1930). È qui che si ricava anche la notizia che il padre è il «cav. Pietro Franceschini».
47 BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, filza 2, affare 174, «Esposizione nazionale di storia delle scienze 1929», 127-128. Nel documento si legge: «Biblioteca medica universitaria. In quattro vetrine espone 46 voll. Con opere in antica edizione di scienziati italiani, fra le quali notevolissime: Liber de homine, Gerol. Manfredi 1474; Marsilio Ficino Contro la peste 1523; Gasp. Tagliacozzo: De curtorum chirurgia per insitionem, 1597 (importantissimo per la storia degli innesti chirurgici); Opere chirurgiche del celebre Fabrizio di Acquapendente, 1685. In una delle vetrine si trovano gli autografi di M. Bufalini, A. Cocchi, F. Pacini e di altri sommi medici e chirurghi. Alla parete ritratti ad olio rappresentanti: al centro M. Bufalini (grande dipinto di A. Ciseri); a sinistra A. Benivieni, F. Redi, A. Cocchi, P. Betti; a destra P. Mascagni, V. Chiarugi, F. Puccinotti, C. Burci, F. Zannetti».
48 Marco Beretta, Andrea Corsini and the Creation of the Museum of the History of science in Florence (1930–1961). In: Scientific instruments on display, a cura di Silke Ackermann, Richard Kremer, Mara Miniati. Leiden: Brill, 2014, p. 1-36, p. 8.
49 Ivi, p. 4.
50 ASUFI, Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento. Soprintendenza (1933), filza 10 B.
51 Nell’archivio della corrispondenza in arrivo si trovano due note datate 25 maggio 1933 in cui un parente ringrazia delle condoglianze il Direttore delle biblioteche di facoltà, il Rettore e il personale bibliotecario; significative anche le condoglianze di Angelo Bruschi, ancora direttore della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, che scrive di avere conosciuto sia lei che il padre (BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza in arrivo (1932-1933), filza 3). È del 14 la riconsegna del libretto ferroviario (ASUFI, Regio Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento. Soprintendenza (1933), filza 4, prot. 2.235).
52 Le miscellanee sono riconoscibili nel catalogo storico succitato dalla segnatura di collocazione che inizia con la lettera N, tuttavia risulta un evidente avvicendamento nella compilazione, per cui non è agevole ricostruire quali schede siano attribuibili alla mano di Franceschini, fermo restando l’anno di pubblicazione 1933 dell’edizione descritta come termine ante quem. Quasi certamente, invece, Franceschini negli anni 1918-1933 compilò i registri di accessione degli opuscoli ancora oggi conservati nella Biblioteca biomedica, in cui ciascuna notizia si componeva dei seguenti campi: «numero d’ordine», cognome dell’autore e iniziale del nome seguiti dal titolo abbreviato e dà luogo e anno di pubblicazione, provenienza, inventario, collocazione, data di registrazione.
53 Ministero della pubblica istruzione, Regole per la compilazione del catalogo alfabetico. Roma: Nardecchia, 1922.
54 BBUFI, Fondo Biblioteca medica, Affari spediti, Corrispondenza (1923), filza 2.
55 Laura Vannucci, Il 'Ragionamento' di Ottavio Andreucci e la Biblioteca dell'Arcispedale di Santa Maria nuova in Firenze, «Il Bibliotecario», 13 (1986), p. 221-235.
56 Mauro Guerrini, De bibliothecariis: persone, idee, linguaggi. Firenze: Firenze university press, 2017.
57 Helen Zimmern, The romance of the literary treasure-house, «Pall Man Magazine», 42 (1908), 10, p. 441-449 https://archive.org/details/sim_pall-mall-magazine_1908-10_42_186/page/446/mode/2up: «Poor Franceschini was not quite lucky with his family. His cultured daughter, a bit of a real bibliographer, broke down in health, and could not continue as his assistant». Molto interessante la ricostruzione ivi contenuta della particolare figura di Pietro Franceschini e della singolare modalità di gestione della sua libreria.