Laura Manzoni
ISBD(CM), International standard bibliographic description for cartographic materials costituisce il primo standard internazionale per la descrizione di carte geografiche, atlanti, globi ecc. È stato pubblicato nel 1977 e da allora rappresenta un riferimento imprescindibile per lo sviluppo di regole di catalogazione dedicate alla cartografia. Nel 1987 uscì la revisione dello standard e nel 2004 fu creato un Working Group che elaborò una nuova bozza del testo, mai pubblicata in forma definitiva in quanto nel 2011 il testo elaborato confluì nell’ISBD Edizione consolidata. Essa è stata rivista e aggiornata e il nuovo testo, pubblicato nel 2021, prevede importanti novità per la descrizione della cartografia celeste.
ISBD(CM) fa parte della famiglia di standard ISBD elaborati e pubblicati dall’IFLA a partire dai primi anni Settanta del Novecento allo scopo di favorire l’omologazione delle pratiche di descrizione a livello internazionale e promuovere il controllo bibliografico universale. La versione preliminare dello standard venne completata nel 1975 e quella definitiva fu pubblicata nel 19771. Nel 1987 uscì l’edizione rivista2, approvata dall’IFLA Section of Geography and Map Libraries, e tradotta in italiano nel 1992 a cura dell’ICCU3. ISBD(CM) si concentra sulla descrizione della cartografia moderna a stampa e considera materiali cartografici
tutti i materiali che rappresentano, in tutto o in parte, la Terra o qualsiasi corpo celeste in qualsiasi scala, come carte geografiche e piante bi-tridimensionali; carte geografiche digitali; carte aeronautiche, nautiche e celesti; globi; stereogrammi; sezioni; fotografie aeree da satelliti o dallo spazio; immagini di telerilevamento; atlanti; vedute a volo d’uccello, ecc.4.
Queste tipologie vengono dettagliatamente elencate nell’Appendice C relativa alla designazione dei materiali cartografici, comprendente i seguenti termini:
Analogamente alle altre ISBD pubblicate in quegli anni, ISBD(CM) presenta una struttura costituita da otto aree:
Mentre le istruzioni contenute nelle aree 1, 2, 4, 6, 7 e 8 sono molto simili a quelle per la descrizione di altre tipologie di materiali, le aree 3 e 5 sono interessate alla peculiarità delle risorse considerate. L’area 3 contiene le norme necessarie per la registrazione della scala (3.1), della proiezione (3.2), delle coordinate (3.3) e dell’equinozio (3.4). La scala è considerata un elemento fondamentale per l’identificazione di una risorsa cartografica e deve essere sempre presente nella descrizione. La proiezione non è un elemento obbligatorio, tuttavia può essere registrata quando compare, eventualmente associata ad altri attributi che diano risalto a particolari proprietà della proiezione riscontrabili soltanto nella risorsa descritta. Le coordinate vengono registrate in modi diversi a seconda che si stia descrivendo una carta terreste o una carta celeste. Per la cartografia terrestre si riportano la longitudine e la latitudine nell’ordine: Ovest, Est, Nord e Sud; per esempio:
Per la cartografia celeste si registrano l’ascensione retta e la declinazione. L’ascensione retta fa riferimento al sistema di coordinate equatoriali. Essa è analoga alla longitudine, ma proiettata sulla sfera celeste e rappresenta la distanza angolare tra il meridiano fondamentale e il meridiano passante per l’oggetto scelto, misurata lungo il parallelo passante per l’oggetto celeste. Viene misurata in ore, minuti e secondi. La declinazione è l’arco di meridiano celeste compreso tra la stella e l’equatore celeste. Insieme all’ascensione retta consente di determinare l’altezza di un astro sulla sfera celeste. Queste informazioni sono seguite dall’equinozio, ossia dall’informazione relativa al momento della rotazione terrestre in cui il Sole si trova allo zenit dell’Equatore, ed eventualmente dall’epoca se diversa dall’equinozio. L’epoca rappresenta l’istante a cui sono riferite determinate coordinate celesti o alcuni elementi orbitali; per esempio:
L’area 5 consente di registrare: la designazione specifica e l’estensione del materiale (5.1), altre caratteristiche fisiche (5.2), le dimensioni (5.3) e le informazioni di materiale allegato (5.4). Tra questi elementi, la designazione specifica di materiale consente di specificare la tipologia di risorsa cartografica che si sta descrivendo facendo riferimento all’elenco riportato nell’Appendice C. Inoltre, le altre caratteristiche fisiche danno la possibilità di fornire informazioni preziose per la lettura e l’interpretazione della risorsa cartografica come: il metodo di produzione, il colore, i materiali ecc. Altri dettagli importanti per la descrizione del contenuto cartografico possono essere registrati nell’area delle note (note relative al contenuto e soggetto), per esempio: la presenza di dediche, sezioni, illustrazioni, inserti, la tipologia di rappresentazione dei rilievi ecc.
ISBD(CM) rappresenta un notevole avanzamento nelle pratiche di descrizione delle risorse cartografiche sviluppate a livello nazionale dai singoli paesi nella prima metà del Novecento. Essi, infatti, si limitavano a fornire una descrizione minimale concentrandosi esclusivamente sulle carte geografiche e gli atlanti e molto raramente sui globi e i modelli5. ISBD(CM) prende in considerazione un insieme molto più vasto di risorse; tuttavia, mostrò fin da subito limiti significativi nel trattamento di particolari categorie di materiali e supporti. Per la descrizione delle carte geografiche manoscritte e antiche, per esempio, le norme contenute in ISBD(CM) si rivelarono insufficienti6 costringendo i catalogatori a fare contemporaneamente riferimento a ISBD(A), International standard bibliographic description for older monographic publications (Antiquarian) e ad altri manuali dello standard. Altre integrazioni si rendevano necessarie per le risorse cartografiche in serie, per gli atlanti, i globi e i modelli tridimensionali e la cartografia digitale per cui dovevano essere tenuti in considerazione ISBD(S), International standard bibliographic description for serials; ISBD(M), International standard bibliographic description for monographic publications; ISBD(NBM), International standard bibliographic description for non-book materials; ISBD(ER), International standard bibliographic description for electronic resources. Un altro limite dello standard era riscontrabile nella tendenza ad assimilare eccessivamente le risorse cartografiche a quelle librarie senza riconoscere la rilevanza che certi elementi potevano avere nella descrizione di una carta geografica e che ne avrebbero giustificato un trattamento particolare. Era il caso della data di pubblicazione registrata in area 4. ISBD(CM), infatti, parlava esclusivamente di data di pubblicazione e di data di produzione, mai di data del rilevamento che è di fondamentale importanza in quanto indica il momento specifico a cui fa riferimento l’assetto territoriale rappresentato nella mappa. Essa rientra solo in parte nel concetto di data di produzione. Il rilevamento, infatti, anticipa la produzione della carta e si distingue dalla data di pubblicazione poiché una carta può essere pubblicata anche molti anni dopo rispetto a quando è stato effettuato il rilevamento.
Questi limiti non hanno impedito a ISBD(CM) di imporsi come modello di riferimento per l’elaborazione della normativa catalografica dei vari paesi, i quali, dopo aver parzialmente colmato le lacune dello standard, l’hanno assorbito all’interno dei loro codici. Esempi significativi sono la seconda edizione delle Anglo-American cataloguing rules (AACR2) del 1978, le norme francesi contenute nel fascicolo AFNOR Z 44-067 pubblicato nel 1981 e rivisto nel 1991 e le tedesche Sonderregeln für Kartographische Materialien (RAK-Karten) pubblicate nella Repubblica federale di Germania nel 1987. Il capitolo 3, Cartographic materials, delle AACR2 ha incorporato il testo di ISBD(CM) arricchito con esempi specifici e altri approfondimenti relativi alla casistica dei materiali grazie alla collaborazione di esperti della Library of Congress Geography and Map Division (LCG&M)7. Il codice francese ha immediatamente integrato il testo di ISBD(CM) con norme specifiche per la descrizione delle risorse cartografiche antiche, delle fotografie aeree e delle immagini satellitari, mentre le RAK-Karten hanno ripreso la struttura base delle aree di ISBD(CM) con leggere modifiche e con alcune appendici di esempi ulteriori rispetto a quelli presenti nel testo; esse hanno contemplato norme dedicate all’accesso principale e agli accessi secondari, alle forme del nome di persone ed enti e del titolo8.
ISBD Edizione consolidata venne pubblicata nel 2011 e tradotta in italiano a cura dell’ICCU nel 20129. Essa è il frutto di un lavoro di armonizzazione di tutte le ISBD pubblicate a partire dagli anni Settanta del Novecento e dedicate alle diverse tipologie di materiali. Nel 2003, in occasione del Congresso IFLA di Berlino, l’ISBD Review Group costituì lo Study Group on the Future Directions of the ISBDs, presieduto da Dorothy McGarry, al quale venne affidato il compito di redigere un testo unico che uniformasse i testi pubblicati precedentemente e recepisse le innovazioni concettuali di FRBR, Functional requirements for bibliographic records, pubblicato nel 1998. Come le ISBD precedenti l’Edizione consolidata determina gli elementi da registrare in una specifica sequenza di aree prestabilite come base della descrizione della risorsa e utilizza una punteggiatura prescritta come strumento per riconoscere i dati e visualizzarli in modo riconoscibile facilitando la condivisione e lo scambio delle registrazioni bibliografiche. ISBD Edizione consolidata presenta numerose novità: il testo è rivisto per evitare ridondanze e ottenere una maggiore armonizzazione; le specificazioni degli elementi obbligatori, facoltativi e condizionati sono state semplificate in modo da designare soltanto se un elemento è obbligatorio e sono state introdotte delle trasformazioni formali relative alla presentazione dei dati e alla punteggiatura. Infine, alcuni cambiamenti hanno riguardato le aree. Il più importante consiste nell’introduzione dell’area 0 (Area della forma di contenuto e del tipo di supporto), la quale consente di dichiarare, all’inizio della descrizione, informazioni quali la forma o le forme in cui si esprime il contenuto della risorsa e il tipo o i tipi di supporto impiegati per trasmettere quel contenuto. In origine queste informazioni erano riportate parzialmente in area 1, tuttavia, il Gruppo di lavoro ISBD decise di spostarle in un’area apposita poiché la loro collocazione dopo il ‘titolo proprio’ interrompeva l’ordine e la sequenza logica delle informazioni titolo. L’area 5 e l’area 8 sono state rinominate. La prima non è più l’Area della descrizione fisica, ma l’Area della descrizione materiale, mentre la seconda non è più chiamata Area del numero standard e delle condizioni di disponibilità, bensì Area dell’identificatore della risorsa e delle condizioni di disponibilità. Altre trasformazioni hanno riguardato, infine, l’area 3 e l’area 6. L’area 3 è destinata ai dati matematici per le risorse cartografiche, alle informazioni sul formato musicale e alla numerazione dei seriali, mentre non ne è più previsto l’uso per le risorse elettroniche; nell’area 6 l’ISSN, se presente, è obbligatorio per tutte le risorse. All’interno delle aree compaiono norme generali relative alle diverse tipologie di risorsa seguite da regole specifiche per particolari categorie di materiali.
L’Edizione consolidata presenta innumerevoli vantaggi per la descrizione delle risorse cartografiche rispetto a ISBD(CM). Innanzitutto, non è più necessario fare contemporaneamente riferimento a testi diversi, poiché il catalogatore ha a disposizione un unico strumento con tutte le norme necessarie. Inoltre, le ISBD precedenti si erano spesso rivelate incapaci di descrivere in modo esaustivo le risorse cartografiche. La cartografia digitale, per esempio, non era adeguatamente trattata in ISBD(ER). Questa carenza venne avvertita dalla Section of Geography and Map Libraries che ritenne opportuno inserire norme sul trattamento delle risorse cartografiche elettroniche direttamente nel testo di ISBD(CM) piuttosto che attraverso delle integrazioni in ISBD(ER). Fu quindi istituito un Working Group per la revisione di ISBD(CM) presieduto da Göran Bäärnhielm e nel 2004 venne pubblicata una bozza del testo rivisto, che avrebbe dovuto essere sottoposta a revisione mondiale nel 2005. Il testo definitivo non fu però mai pubblicato poiché, come si diceva sopra, erano iniziati i lavori per la redazione dell’Edizione consolidata. La bozza del 2004 costituì, tuttavia, un testo molto interessante poiché mostrò una maggiore attenzione nei confronti delle risorse cartografiche digitali e introdusse alcuni elementi della descrizione poi ripresi nell’Edizione consolidata. La sua realizzazione fu accompagnata da un intenso dibattito di cui Dorothy McGarry, che faceva parte del Working Group per la revisione di ISBD(CM), sintetizzò i punti fondamentali nella relazione ISBD(CR) and ISBD(CM): issues in cataloguing electronic continuing resources and cartographic materials10, presentata in occasione dell’International Conference Electronic Resources: definition, selection and cataloguing, tenuta a Roma dal 26 al 28 novembre 200111. I membri del Working Group, in particolare, si interrogarono su tre aspetti. Il primo riguardava la possibilità di indicare in area 3 i dettagli su come una rappresentazione grafica digitale era stata realizzata, quali: il tipo di dati, ossia il metodo di riferimento usato per rappresentare lo spazio in una risorsa elettronica (per esempio, raster, vettore, punto) e il tipo di oggetto (per esempio, punto, linea, poligono, pixel). La maggior parte dei catalogatori, tuttavia, ritenne più opportuno registrare queste informazioni nelle note. Pertanto, nella bozza del 2004 venne introdotta una nota relativa all’Area dei dati matematici in cui si specificava che
Notes on digital graphic representation of digital cartographic resources may include details of digital graphic representation method, e.g. indirect reference method (i.e. types of geographic features, addressing schemes, or other means through which locations are referenced) and topology level, geospatial reference data (coordinate system, geodetic datum) with additional information on its data quality, layer structure, format of delivery, geodesy etc. (7.3.4).
Il secondo aspetto discusso riguardava la registrazione della scala per le risorse cartografiche digitali su cui si scontrarono diverse opinioni. In generale si ritenne di registrare la scala nei casi in cui fosse stata dichiarata esplicitamente nella risorsa elettronica. Tuttavia, andava tenuto conto che una risorsa elettronica poteva essere visualizzata in varie scale. In assenza di una dichiarazione esplicita, alcuni catalogatori raccomandarono l’uso della frase “scala non presente”, altri invece preferirono dichiarare la scala d’inserimento (input scale). Essa, tuttavia, si riferiva alla mappa d’origine cartacea, pertanto, la cosa migliore sembrava darne notizia in area 7 e così fu deciso per il testo del 2004. Un’alternativa alla formulazione della scala per la cartografia digitale venne individuata, inoltre, nella registrazione della risoluzione in area 3.
Infine, il terzo aspetto riguardava la possibilità di mantenere o meno l’area della descrizione fisica anche per le risorse cartografiche digitali ad accesso remoto; si convenne che essa continuava a essere necessaria poiché anche per le risorse elettroniche ci sono alcune informazioni, quali le dimensioni del file o la presenza o assenza di colore, che possono essere utili per gli utenti.
Un altro tema fortemente discusso durante la revisione dello standard fu il trattamento delle serie cartografiche. Ci si domandò se esse avessero dovuto essere descritte come seriali o come risorse integrative. Le serie di mappe sono costituite da un certo numero di unità cartografiche correlate, ma fisicamente separate e distinte, intese a formare un insieme unitario. Per il trattamento descrittivo questo gruppo di carte è identificato collettivamente da qualsiasi caratteristica unificante comune o combinazione di caratteristiche come una designazione, un sistema di identificazione dei fogli, la scala, l’editore, le specifiche cartografiche, il formato uniforme ecc. Le serie di mappe possiedono alcune caratteristiche delle risorse integrative poiché capita spesso che vengano pubblicate nuove mappe individuali che aggiornano parte della serie, ma, nonostante ciò, la maggior parte dei catalogatori non le considera tali. Infatti, «an integrating resource has “updates that do not remain discrete”, while individual maps in a map series are self-contained and remain discrete»12. Molte biblioteche non scartano le vecchie serie di mappe quando arrivano quelle nuove e ne consegue che spesso si abbiano versioni multiple degli stessi fogli della serie.
Il dibattito sulle risorse cartografiche digitali e gli elementi della descrizione introdotti nella bozza del 2004 vennero tenuti in considerazione nella realizzazione dell’Edizione consolidata. A differenza della bozza del 2004, tuttavia, la risoluzione, ossia la grandezza che quantifica il grado di dettaglio di un’immagine, non è riportata in area 3, ma in area 7.
Un’altra importante novità riguarda, come anticipato, l’introduzione dell’area 0 relativa alla forma del contenuto e al tipo di supporto. La forma del contenuto si registra attraverso uno o più termini che denotano la forma o le forme fondamentali in cui è espresso il contenuto della risorsa a cui si possono aggiungere una o più qualificazioni di contenuto che specificano la natura sensoriale, la dimensione e la presenza o assenza di movimento della risorsa descritta. Nell’elenco di termini previsti da ISBD per la designazione della forma del contenuto, quelli che possono essere utilizzati per far riferimento alle risorse cartografiche sono:
Per quanto riguarda la qualificazione del contenuto per le risorse cartografiche è prevista una qualificazione specifica rappresentata dal termine “cartografico”, il quale esprime «un contenuto che rappresenta l’intera Terra o parte di essa, o qualsiasi corpo celeste a qualsiasi scala; include le carte geografiche, gli atlanti, i globi, i modelli in rilievo, etc.» (0.1.1.4).
Il tipo di supporto consente di registrare i supporti impiegati per trasmettere il contenuto delle risorse e di denotare il formato del mezzo di memorizzazione e le modalità di allocazione di un supporto, insieme al tipo di dispositivo d’intermediazione necessario per convertire, visualizzare, scorrere ecc. il contenuto di una risorsa. Per la cartografia possono essere utilizzati i seguenti termini: “senza mediazione”, perché gran parte delle mappe sono realizzate su carta o su altri supporti che non richiedono l’uso di dispositivi di mediazione per avere accesso al loro contenuto, ed “elettronico” nel caso di risorse cartografiche digitali.
Alcuni esempi di come l’area 0 possa presentarsi in record relativi alle risorse cartografiche sono:
Per il resto gli elementi della descrizione previsti per le risorse cartografiche sono gli stessi indicati da ISBD(CM).
Il 21 novembre 2019 l’Editorial Group di ISBD ha dato origine a una Task Force incaricata di aggiornare ISBD entro il 2021. Nel febbraio del 2021 è stata conclusa la bozza della nuova versione del testo che, in seguito a ulteriori revisioni, è stata presentata da Elena Escolano Rodríguez, chair della Task Force, durante l’IFLA World Library and Information Congress il 18 agosto 2021. Il testo definitivo porta il titolo ISBD: International standard bibliographic description. Update 2021 to the 2011 Consolidated edition. La necessità di rivedere lo standard era avvertita da tempo. Ancora prima della pubblicazione dell’Edizione consolidata del 2011 iniziarono ad arrivare proposte di modifica da parte della comunità di utenti di ISBD. Tuttavia, i lavori per la preparazione del nuovo testo non furono avviati immediatamente poiché l’ISBD Review Group era impegnato in altri progetti paralleli che prevedevano l’adattamento di ISBD a un contesto tecnologicamente più evoluto (si parlava di ISBD XML). Inoltre, l’edizione del 2011 era allineata a FRBR. Nel 2016 venne creato il Task Group for the Analysis of the Alignment and Impact of IFLA LRM to ISBD al fine di verificare quali cambiamenti sarebbe stato necessario apportare a ISBD per allinearlo al nuovo modello concettuale IFLA LRM, Library reference model in corso di elaborazione. Nel 2017 è stata pubblicata la mappatura di ISBD e IFLA LRM, successivamente rivista e aggiornata nel 201813. Tuttavia, è ancora in corso uno studio per capire il reale impatto che potrà avere questo allineamento e come condizionerà l’attuale struttura di ISBD14.
L’ISBD Content Update Task Force, come anticipato, iniziò la revisione dell’Edizione consolidata nel 2019. Essa si è occupata dell’aggiornamento dei contenuti sulla base dei commenti ricevuti dalla comunità di utenti e dell’ampiamento della copertura di ISBD per includere altre tipologie di risorse. In particolare, è stata dedicata maggiore attenzione al trattamento delle risorse non pubblicate, alla cartografia celeste e alle parti componenti.
L’introduzione di precisazioni relative al trattamento della cartografia celeste era da tempo richiesta da esperti del settore e da catalogatori che operavano all’interno di biblioteche specializzate, i quali avevano in più occasioni ribadito la necessità di
1) adding some parameters as new elements to be declared; 2) introducing important nuances about existing elements such as epoch, equinox, etc; and 3) enhancing the definition and use of some classic cartographic elements such as the celestial coordinates (right ascension and declination)15.
L’aggiornamento di ISBD ha mirato proprio a soddisfare questi requisiti garantendo la registrazione degli elementi necessari per assicurare una facile e rapida identificazione delle carte astronomiche e celesti conservate nelle biblioteche di tutto il mondo. Infatti
Sciences, such as astronomy, require a high degree of current and past information to be compared, in order to detect phenomena that otherwise would be impossible to measure. However, to do this, it is first necessary to find the resources that contain the desired information. At this stage, the cataloguing work done by librarians is crucial to making the resources retrievable, especially when these are held only in specialized libraries. This is one of the contributions that libraries can give to scientific development16.
In particolare, è stata attribuita maggiore rilevanza a elementi importanti per la descrizione della cartografia celeste e sono state chiarite le ambiguità presenti nell’edizione del 2011. Alcune informazioni, prima registrate nell’area delle note, sono state spostate in area 3. Inoltre, sono state introdotte note specifiche per garantire una descrizione più approfondita di queste risorse. L’area 3, a differenza dell’edizione del 2011, prevede un trattamento distinto dell’epoca e dell’equinozio, considerati come due elementi separati, e ha introdotto un campo specifico per la registrazione della formulazione di magnitudine, ossia un valore che indica la luminosità di una stella o di un altro oggetto celeste, che in precedenza poteva essere registrata solo nell’area delle note. Inoltre, sono state definite più chiaramente le norme per la registrazione delle coordinate celesti quali l’ascensione retta e la declinazione con la possibilità di indicare l’emisfero celeste di riferimento.
Sono stati chiariti alcuni aspetti relativi alla registrazione della proiezione delle carte celesti per cui è possibile precisare se viene adottata una prospettiva esterna o geocentrica ed è stata introdotta in area 7 una nota specifica per la registrazione della lunghezza d’onda. Sono tutti elementi fondamentali per la comunità scientifica e il lavoro comparativo che essa conduce per prevedere i futuri movimenti dei corpi celesti.
La revisione dell’Edizione consolida di ISBD rappresenta un avanzamento nella descrizione delle risorse cartografiche poiché offre un trattamento sufficientemente completo delle diverse tipologie di materiali: dalle carte geografiche terresti ai globi e ai modelli tridimensionali, dalla cartografia digitale alle carte astronomiche e celesti. La cartografia celeste è sempre stata trascurata all’interno dei codici e degli standard catalografici e ciò è dovuto allo scarso interesse che per molto tempo la comunità bibliotecaria ha mostrato verso queste risorse e alle difficoltà riscontrate dai catalogatori non specializzati nell’individuare e registrare dati tecnici specifici come l’ascensione retta e la declinazione o la magnitudine. Essi, tuttavia, si stanno rivelando essenziali per gli studiosi che da tempo richiedono una revisione delle norme per la catalogazione della cartografia celeste al fine di garantire lo sviluppo dell’attuale scienza astronomica:
The objective of having new and old data to compare is essential in astronomy and other sciences. However, this data must be computerized and made available in corresponding databases. In this regard, while the availability of electronic data is enhanced by database accessibility via the Internet, printed information is nearly invisible in many cases, mainly due to two reasons: resources are unregistered as they have not yet been catalogued; or, they are indeed registered but their cataloguing level does not allow potential users to find them17.
La revisione di ISBD, tuttavia, introducendo e dando maggiore rilevanza a questi elementi non vuole mettere in difficoltà i catalogatori inesperti. Questi dati, infatti, non sono obbligatori se non sono presenti sulla risorsa o non possono essere facilmente identificati. La loro introduzione rappresenta piuttosto un’opportunità offerta alle collezioni specializzate per descrivere più approfonditamente le proprie risorse e facilitarne il reperimento da parte degli studiosi.
Nel passaggio da ISBD(CM) all’Edizione consolidata rivista si sono verificati significativi sviluppi nel trattamento delle risorse cartografiche. ISBD(CM) era concentrato esclusivamente sulla cartografia moderna a stampa. L’Edizione consolidata del 2011 ha reso più agevole la descrizione delle diverse tipologie risorse cartografiche grazie alla disponibilità di un unico standard per il trattamento di qualsiasi materiale. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla cartografia digitale sempre più diffusa in epoca contemporanea sia come strumento utilizzato a scopo conoscitivo e di studio scientifico del territorio sia come base di numerose applicazioni geospaziali utilizzate quotidianamente da milioni di persone. L’Edizione consolidata rivista, infine, ha posto l’attenzione sulla cartografia celeste ridefinendo e introducendo elementi considerati importanti in contesti specialistici e per un’utenza specializzata.
Le uniche tipologie di risorse cartografiche mai prese esplicitamente in considerazione da ISBD sono le rappresentazioni di mondi immaginari. Infatti, la definizione di materiali cartografici proposta da ISBD(CM) e quella di risorse cartografiche contenuta nell’Edizione consolidata del 2011 e nella revisione del 2021 fa riferimento esclusivamente alla «rappresentazione, in tutto o in parte, della Terra o di qualsiasi corpo celeste a qualsiasi scala». Nel corso della storia della cartografia, tuttavia, sono state prodotte raffigurazioni del mondo che non si limitano a ritrarre la superficie terrestre o quella di un corpo celeste, ma introducono elementi fantasiosi e immaginari che si distaccano dalla realtà geografica. Esempi famosi sono costituiti dalle mappae mundi medievali, in cui è possibile rilevare come la concezione religiosa del tempo imprima fortemente il segno sull’immagine del mondo riprodotta, oppure le utopie di epoca rinascimentale che si presentano come raffigurazioni geografiche di mondi possibili. Di queste rappresentazioni sono ricche le collezioni cartografiche del nostro Paese e del mondo e per questa ragione necessitano di un adeguato trattamento. Questa mancanza fu avvertita nel 1978 dal gruppo di lavoro che elaborò le AACR2, in cui la definizione di “materiali cartografici” (3.0A1) include, anche se solo tra parentesi, le carte di mondi immaginari:
Ogni genere di materiale che rappresenti, in tutto o in parte, la Terra o qualsiasi corpo celeste a qualsiasi scala. Include le carte geografiche e piante a due o tre dimensioni (anche carte di luoghi immaginari), carte aeronautiche, nautiche e celesti; atlanti; globi; diagrammi a blocchi; sezioni; fotografie aeree a scopo cartografico; vedute a volo d’uccello (vedute cartografiche), ecc.
La loro rilevanza è, inoltre, ampiamente riconosciuta nelle linee guida internazionali RDA, Resource description and access secondo cui il contenuto cartografico «rappresenta per intero o in parte la Terra, qualsiasi corpo celeste o un luogo immaginario in qualunque scala». È pertanto auspicabile che una futura revisione dello standard fornisca un adeguato trattamento anche a questa tipologia di risorse.
Articolo proposto il 12 giugno 2022 e accettato il 19 luglio 2022.
Ultima consultazione dei siti web: 19 luglio 2022.