Elisabetta Castro
Negli ultimi dieci anni si è assistito a un progressivo cambiamento nei consumi mediatici1 degli italiani che, grazie soprattutto a smartphone sempre più accattivanti, utilizzano molto più frequentemente servizi accessibili dalla rete. Non appare molto sensato ormai parlare, contrapponendoli, di servizi virtuali e servizi in presenza, ma è necessario contestualizzare tutto all’interno della ‘città digitale’ in cui viviamo. Infatti, se per effettuare un bonifico si può procedere direttamente da remoto, partendo dall’inserimento dell’IBAN del destinatario, scegliendo l’importo fino alla disposizione definitiva dell’operazione, è anche vero che tramite la rete si possono attivare dei servizi da fruire di persona, come ad esempio la prenotazione del posto in fila all’ufficio postale o di una visita medica.
L’utente che ha padronanza dello smartphone accede al luogo ‘fisico’ di erogazione del servizio quando questo rappresenta l’ultimo tassello di un processo iniziato online, mentre se il servizio è disponibile interamente in questa ultima modalità non vi accede neppure. In questo modo si consuma il ruolo della mediazione: non è più necessario rivolgersi allo sportello bancario per alcune operazioni o call center per la prenotazione, ma l’utente attiva o accede autonomamente, senza alcuna mediazione, al servizio desiderato.
Dal rapporto Censis 2021 emerge che gli italiani, rispetto ai nuovi servizi utilizzati nel 2021, non sono più disposti a rinunciare ai rapporti dematerializzati con la pubblica amministrazione (PA), allo smartworking e ad attività tradizionali di disintermediazione digitale come e-commerce e home banking.
Nel rapporto non vi è nessun dato specifico relativo ai servizi bibliotecari, ma per questo ambito si può fare riferimento ai dati pubblicati a cura del Gruppo per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU (SDGs). Naturalmente, in periodo di pandemia, sono stati offerti dei servizi speciali da vari istituti culturali. L’ICCU, insieme ad altri enti, ha aderito all’iniziativa “Uniti per ripartire” con l’obiettivo di rafforzare il diritto dei cittadini a leggere, aggiornarsi, ascoltare musica e fruire dei beni culturali, anche mediante il supporto delle tecnologie. Grazie alla collaborazione con DM Cultura, azienda specializzata nella creazione di soluzioni digitali per le istituzioni culturali, si sono rese disponibili al pubblico le oltre due milioni di risorse digitali gratuite di Rete Indaco, tramite un link raggiungibile dalla homepage del catalogo del Servizio bibliotecario nazionale, OPAC SBN.
Al di là della singola percentuale, se si confrontano i dati rispetto all’anno precedente2 sono tutti in considerevole aumento (Figura 1).
Figura 1 – Dati sull’uso dei servizi digitali delle biblioteche italiane
Analogamente agli altri servizi digitali che sono diventati ormai irrinunciabili, per quel che riguarda l’ambito bibliotecario bisogna cogliere la sfida e impegnarsi affinché l’utente non perda l’abitudine all’accesso online a un determinato servizio. A tal fine risulta fondamentale progettare un servizio predittivo, tenendo conto delle esigenze dell’utenza, anticipandone le richieste. Sul futuro delle biblioteche in un mondo sempre più connesso e sul ruolo del bibliotecario3 si trova ampio accordo nella letteratura professionale, anche se i presupposti di partenza sono differenti. Alberto Petrucciani4 sottolinea come, grazie ai motori di ricerca generalisti, è sempre possibile trovare qualcosa relativo alla nostra ricerca, nonostante rimanga l’impressione di aver tralasciato altre indicazioni pertinenti, poiché non controllate e normalizzate: per questo le biblioteche giocano ancora un ruolo fondamentale nel produrre e mettere a disposizione strumenti di ricerca controllati e affidabili, anche solamente con le segnalazioni bibliografiche presenti a catalogo. Lo stesso John Palfrey afferma che oggi più che mai abbiamo bisogno di bibliotecari, ma è necessario un cambiamento: «le biblioteche saranno in grado di avere successo e di rinnovarsi in un’era connessa, digitale mobile, soltanto se adotteranno un approccio collaborativo per la costruzione di piattaforme condivise»5. E ancora secondo Palfrey la biblioteca-piattaforma deve offrire l’accesso all’informazione, consigli sulla navigazione e connessioni verso reti più ampie.
L’approccio collaborativo per la creazione di piattaforme condivise, come teorizza Palfrey, è un concetto ben noto all’ICCU, che dagli anni Ottanta gestisce e coordina il Servizio bibliotecario nazionale (SBN), la più ampia rete bibliotecaria italiana.
Dal 2017 l’Istituto si è impegnato nella progettazione di una piattaforma per un punto di accesso unico (SRI)6, che consentisse, da un lato, all’utente finale una nuova modalità di navigazione più rispondente ai suoi rinnovati bisogni informativi e, dall’altro, alle biblioteche aderenti di valorizzare maggiormente il proprio patrimonio.
Al di là della classificazione di biblioteca-piattaforma, locuzione che sta avendo successo tanto da essere ripresa anche da Bibliostar 2021, Alphabetica racchiude gli aspetti enunciati da Palfrey, mettendo a disposizione servizi che vanno a sostituire o meglio, ampliare, quelli delle biblioteche digitali.
In realtà una fruizione diretta delle risorse digitalizzate era già possibile tramite la biblioteca digitale Internet culturale, curata dall’ICCU, che contiene le collezioni delle biblioteche aderenti e che restituisce anche le informazioni delle notizie presenti sugli altri portali dell’istituto, quelli specialistici come Edit16 e MOL e quello più generalista, l’OPAC SBN.
Figura 2 – Restituzione dei risultati per la ricerca ‘Ariosto’ sul portale Internet culturale
Dall’osservazione della Figura 2, emerge come la restituzione dei risultati di ricerca è ‘spacchettata’ per ogni singolo portale, poiché non c’è integrazione tra le basi dati.
Il progetto del punto di accesso unico nasce proprio in risposta a queste criticità, per cui nella nuova piattaforma da una parte sono state integrate le basi dati, mantenendo e rinviando per le schede specialistiche ai relativi portali, dall’altra si è lavorato molto sull’interfaccia nell’ottica di un miglioramento della user experience: Alphabetica infatti consente di accedere sia alle risorse digitalizzate, sia alle informazioni bibliografiche delle biblioteche aderenti alla rete. C’è ancora una ‘categoria’ che fino a poco tempo fa rimaneva esclusa, ovvero quella delle risorse born digital (in toto o a partire da un determinato anno) fruibili liberamente online. Quest’ultima tipologia è stata trascurata per anni, perché non ‘possedendo’ di fatto la risorsa, nessuna biblioteca era in grado di ‘gestirla in SBN’. Si tratta per lo più di periodici digitali open access7 la cui presenza a catalogo arricchirà sicuramente la base dati. Proprio per questo motivo, il gruppo di Catalogazione del materiale moderno ha redatto delle linee guida per il trattamento di queste risorse in SBN e l’ICCU ha deciso di inserire centralmente i primi 1.000 record di periodici digitali, anche con intenti esemplificativi.
Per la realizzazione del nuovo portale è stato svolto un lavoro di squadra: grafici e tecnici hanno accolto le esigenze dei bibliotecari, che hanno fornito le loro indicazioni basandosi su precisi e rigidi algoritmi, per cercare di realizzare una sorta di ‘reference occultato’. Il fine principale è di riportare in biblioteca l’utenza che per necessità di lavoro, di studio o di diletto necessiti di consultare risorse non ancora presenti liberamente online, seguendo uno dei principi cardine della biblioteconomia elaborati da Ranganathan, sempre valido quando vengono disegnati e costituiti i servizi di reference8: ad ogni lettore il suo libro. Per l’autore indiano il servizio di reference stabilisce in modo personalizzato il contatto tra il lettore e il suo documento, ottimizzando i tempi di risposta, per evitare che il lettore perda tempo. Per questo, con Ranganathan, possiamo definire così il reference: «un servizio personalizzato a ciascun lettore per aiutarlo a trovare i documenti che rispondono ai suoi interessi in quel momento, con precisione, esaustività e rapidità»9.
Senza dubbio l’obiettivo centrale del bibliotecario è soddisfare il bisogno informativo del lettore tramite il servizio offerto e anche se in molti casi i bibliotecari non ‘vedono’ la conseguenza diretta del proprio lavoro, ne percepiscono comunque gli effetti: ad esempio se l’utente è riuscito a orientarsi bene tra gli spazi della biblioteca oppure se ha trovato i documenti che cercava. In tema di reference, va accolta la provocazione di Petrucciani10 di una biblioteca self-service, dove ciascuno possa trovare autonomamente quello di cui ha bisogno.
Una piattaforma online è un servizio self-service per definizione e proprio per questo motivo è importante disegnarne correttamente il sistema.
Brevemente si dà un accenno alla struttura di Alphabetica. Non sono previste le funzionalità della ricerca avanzata come in OPAC e la funzione di filtraggio è per certi aspetti delegata ai box in cui vengono presentati i risultati di ricerca, oltre che ad alcune ‘faccette’ laterali, in quanto la piattaforma è sicuramente pensata per un utente che ha poca confidenza con il linguaggio bibliotecario.
Anche la stessa suddivisione dei risultati in box è stata progettata per fornire un valido aiuto all’utente che, non avvezzo all’uso dei filtri, ritrova le risorse già ‘categorizzate’. Tralasciando questo aspetto11, l’ausilio maggiore viene fornito tramite strumenti grafici, attivabili a partire dai risultati del canale generale o da quello dei ‘protagonisti’ oppure ancora mediante la consultazione del box dei suggerimenti presente in ogni percorso specifico.
L’utente della rete è piuttosto abituato a ricevere dei consigli nel corso della sua navigazione, non essendo tuttavia sempre consapevole che i risultati di Google e degli altri motori di ricerca, celano in realtà, dietro la segretezza degli algoritmi, una determinata visione sociale e politica.
Ormai è abbastanza noto che i motori di ricerca commerciali massimizzano i profitti pubblicitari. La biblioteca si pone altri obiettivi, come la promozione culturale in senso ampio e, a differenza dei motori di ricerca, dopo aver analizzato il proprio ruolo e la propria utenza, ha il compito di fornire servizi e risorse nella maniera più neutrale possibile, valutando l’opportunità di far circolare le risorse non accettabili socialmente12.
Le singole biblioteche o le aggregazioni locali, attraverso l’OPAC e le loro piattaforme, potrebbero utilizzare i propri dati in forma anonima13 per offrire dei suggerimenti, adottando il metodo dello stackscore che consente di elaborare la formula più adeguata alla propria comunità di riferimento.
Un servizio bibliografico nazionale ha una comunità di riferimento molto ampia e un patrimonio da gestire altrettanto vasto ed eterogeneo, per cui, senza cadere nelle logiche dei motori di ricerca commerciali che, applicate all’ambito della biblioteconomia rischierebbero di rinchiudere l’utente in una bolla informativa, deve effettuare delle scelte adeguate. Per questa ragione, Alphabetica adotta degli algoritmi basati su criteri biblioteconomici, presentando a ciascun utente i medesimi risultati per garantire la neutralità, ma proponendo degli strumenti che lo indirizzeranno verso nuovi percorsi di navigazione individuali.
All’interno di ogni singolo percorso dedicato di Alphabetica è stata previsto un box di suggerimenti legati al risultato della ricerca effettuata. A scopo dimostrativo si riportano alcuni esempi.
Se volessimo fare una ricerca su ‘Ovidio’, accanto ai testi manoscritti delle sue opere, parte delle quali disponibili anche in digitale, visualizzeremmo le notizie relative alle musiche scritte per i miti citati nelle sue opere e i suggerimenti relativi alla fortuna della sua produzione manoscritta (Figura 3).
Figura 3 – Restituzione dei risultati per la ricerca ‘Ovidio’ nel box dei suggerimenti del percorso manoscritti di Alphabetica
Uno strumento presente nella piattaforma, in due differenti declinazioni, è quello del cosiddetto ‘radar’ dei protagonisti in linea già al momento del lancio, mentre quello semantico (all’interno della mappa concettuale) è stato inserito nel sistema circa sei mesi dopo. Anche in questo caso l’intento è quello di far navigare l’utente attraverso le connessioni presenti tra le risorse, un po’ come l’open library graph:
Immaginate un nodo per l’Inferno di Dante che abbia connessioni a tutti i libri che fanno riferimento all’Inferno, ai libri accademici su Inferno e Paradiso, a informazioni sui guelfi bianchi, sui guelfi neri, sui ghibellini, sul Giardino delle delizie di Bosch e da lì al moderno surrealismo, alla Bibbia cristiana, alla Bibbia ebraica, al Corano, al fato di quelli, come Socrate, nati prima di Cristo ma degni del Paradiso, poi ancora alle opere della filosofia occidentale, della filosofia orientale – una concatenazione interconnessa di lavori culturali e citazioni, che si espande continuamente e gradualmente si arricchisce14.
Entriamo nel dettaglio del ‘radar protagonisti’ (Figura 4), che può essere attivato in seguito a una ricerca effettuata dal percorso ‘protagonisti’.
Figura 4 – Radar su Giovanni Verga nel percorso dei protagonisti di Alphabetica
Si noti che all’interno del radar vengono mostrati i collegamenti del protagonista, a partire dalle opere di maggior rilievo con altri personaggi in relazione a un luogo (di stampa) e al tempo. Emblematico il caso di Verga: tra i risultati di ricerca dal canale protagonisti nel box personaggi correlati si trova Pietro Mascagni, che non abbiamo però all’interno del grafico proposto. Nel quadrante ‘cosa’ troviamo le manifestazioni raggruppate per titolo dell’opera e subordinatamente vengono presentate le manifestazioni senza legame al titolo.
Sostanzialmente il ‘radar protagonisti’ restituisce all’utente una sintesi della produzione editoriale dell’autore in formato grafico, che può essere navigata espandendo il titolo dell’opera, per ottenere le singole manifestazioni15.
La mappa concettuale, avviata a richiesta dalla schermata dei risultati di una ricerca effettuata dal canale generale, mostra i termini in relazione alla chiave di ricerca inserita, consentendo all’utente di navigare attraverso i termini, andando oltre i confini iniziali. Per comprenderne meglio il funzionamento, forniamo un esempio inserendo nel campo della ricerca generale ‘dieta mediterranea’.
L’utente potrà consultare direttamente i risultati della sua ricerca aprendo i singoli box di raggruppamento: quello tradizionale dei libri, nel quale troverà probabilmente un manuale sulla dieta mediterranea, risultato in qualche modo ‘atteso’, oppure quello di grafica, box in cui, oltre alla grafica in senso stretto, sono presentati volumi particolarmente illustrati. In quest’ultimo caso rintraccerà un libro di cucina con le immagini dei piatti presentati, mentre tra i periodici, oltre alle principali riviste sul tema troverà degli articoli sull’argomento; e ancora, nei box dedicati accederà a schede di film e di canzoni.
Il lettore soddisfatto da questi risultati potrà, in assenza di risorse digitali consultabili direttamente online, recarsi nella biblioteca che possiede la risorsa o attivare i servizi di prestito interbibliotecario16.
Attivando il tasto della ‘mappa concettuale’ viene presentato lo strumento che consente di espandere il campo di ricerca attraverso le correlazioni di concetti differenti, a partire dai termini del thesaurus del Nuovo soggettario di Firenze.
Figura 5 – Mappa concettuale per la ricerca ‘dieta mediterranea’ in Alphabetica
In riferimento alla Figura 5 si osserva che a destra sono presentati tutti i termini legati alla ricerca effettuata; al centro, invece, si trova il grafico che riporta di default il primo termine della lista rintracciato per rilevanza, o gli altri che di volta in volta vengono selezionati come focus del grafico. La struttura di quest’ultimo è organizzata in base alle relazioni dei termini presenti nel thesaurus del Nuovo soggettario di Firenze ‘correlati’, ‘specifici’, ‘generici’.
A partire dalla ricerca ‘dieta mediterranea’, i principali concetti correlati sono ‘dietetica’, ‘culinaria’, ‘alimentazione’, ‘Paesi mediterranei’, ‘pasta alimentare’, ‘dieta lattea’. I termini in relazione al focus possono essere selezionati a partire dal grafico o dal menù inferiore destro. Nella barra sottostante sono presentate le risorse legate al focus, suddivise nelle tradizionali ripartizioni del portale.
Scorrendo la lista di termini associati alla ricerca, si possono selezionare i termini ‘prodotti alimentari tipici’ e scegliere ‘cibo da strada’, opzione che suggerirà un bellissimo volume illustrato di Gaetano Basile dal titolo Il cibo nelle mani.
‘Esplodendo’ il box dei risultati su ‘dietetica’ si espande il raggio d’azione, infatti mentre nel box ‘libri’ della ricerca di base erano presenti solo 255 risultati, cliccando su ‘dietetica’ si ottengono 2.636 risorse inerenti diverse tipologie di diete. Navigando poi tra i relativi correlati, specifici e gli ulteriori correlati, esplorando quindi il grafico per raffinamento e connessioni logiche, si rintracciano periodici relativi al ‘veganismo’, termine non presente tra quelli legati alla ricerca iniziale. Non vengono mostrati termini del thesaurus che non hanno legami con le risorse presenti su Alphabetica.
Quelli descritti sono i principali meccanismi di reference presenti ad oggi (ottobre 2022) sul portale che nasce per essere in costante evoluzione e in continuo ascolto delle esigenze degli utenti e della comunità SBN.
L’approccio collaborativo in Alphabetica non è solamente relativo alla base dati alimentata dal lavoro delle biblioteche aderenti a SBN, ma anche alle modalità di lavoro di analisi e progettazione del servizio. È stata siglata una convenzione con Sapienza Università di Roma17, in particolare con il laboratorio BIBLAB, che ha condotto dei focus group che hanno fornito notevoli spunti di riflessione in merito alla user experience. Gli aggiornamenti costanti con i ricercatori e l’accesso ai risultati del lavoro in tempo reale hanno consentito di apportare celermente alcune migliorie, laddove erano emersi elementi di criticità. A titolo esemplificativo si riportano alcuni commenti presi in considerazione in questa fase.
A seguito di tale osservazione: «ci vorrebbe un’altra sezione in alto che spiega come funziona il portale con dei tutorial»18, sono state modificate alcune funzionalità in corso d’opera, partendo dall’assunto che una piattaforma bibliografica non può che essere auto esplicativa. L’intento è quello di rendere più semplice la navigazione, non spiegandone i passaggi.
Il focus group dedicato agli insegnanti ha confermato che la piattaforma è un ottimo strumento per la didattica. Per i cicli scolastici inferiori è necessaria sicuramente la mediazione dell’insegnante, mentre per gli studenti delle secondarie di secondo grado si può pensare a un approccio diretto al servizio, che continuerà a essere utilizzato anche per i propri interessi futuri da semplici cittadini o da studenti universitari, approdando anche all’uso delle banche dati specialistiche. A conferma di quanto detto sopra, si riporta la testimonianza di un altro docente coinvolto all’interno dei focus group:
Quando all’esame di terza media chiediamo di fare un percorso pluridisciplinare mescolando più competenze, più ambiti, il fatto di trovare, testi, video, manifesti di film, magari posso utilizzarlo io come insegnante per avere grappoli di contenuti che gestisco io, rielaboro io, una poesia si può collegare a un video su YouTube, può darci uno stimolo, ampliare la prospettiva arricchendo con altri contenuti, non pensare che i ragazzi possono farlo autonomamente19.
Il docente coglie appieno il senso della struttura grafica di Alphabetica che valorizza l’interdisciplinarietà del catalogo e i collegamenti a basi dati e strumenti esterni, utilizzabili per finalità didattiche.
Vale la pena riportare per intero un ultimo commento sul ruolo di Alphabetica come servizio di reference, citato già in parte in un precedente articolo apparso su Digitalia20:
Le cose spesso si trovano non cercandole, non sappiamo di cercare una cosa fino a quando non ci spunta casualmente, mi dà i risultati anche nelle altre barre di ricerca anche di altri materiali, questa catena è non solo importante ma è utile perché amplia lo spettro di ricerca, è un po’ come in biblioteca il servizio di reference quando il bibliotecario ti porta anche cose che non cercavi21.
Quest’ultima osservazione conferma quanto il lavoro svolto soddisfi l’utente nel corso della sua ricerca, poiché vengono presentati risultati coerenti, apprezzati anche se non tra quelli attesi.
L’algoritmo sotteso a questo tipo di risultato è basato fondamentalmente su relazioni semantiche, tra opere e tra autori. Data l’utenza ampia e generalista della piattaforma si è ritenuto più opportuno utilizzare questo tipo di criterio, per ampliare i risultati di ricerca. A volte i risultati potrebbero deluderci in termini di quantità, raramente in termini di qualità.
Qui entra in gioco il lavoro della comunità, l’approccio collaborativo della comunità SBN nel curare i propri strumenti e la consapevolezza di lavorare a un progetto di ampio respiro.
Attualmente in Indice sono soggettate quasi il 18% di risorse e hanno un legame alla classificazione Dewey poco più dell’11%, per cui un algoritmo che si basa sui dati semantici, costruito con saldi criteri scientifici, necessita in ogni caso di lavorare su dati che rispondano alle queries effettuate. D’altra parte, l’errore umano di chi soggetta ‘pedagogia - guide’ e non ‘pedagogia - manuali’ fa ricadere all’interno del percorso di cartografia e della mappa concettuale delle risorse che sono indubbiamente fuori contesto22].
Nell’ottica di ampliamento delle risorse da presentare all’interno della mappa concettuale, Alphabetica potrebbe ampliare la sua offerta tramite progetti di indicizzazione automatica applicati alle risorse digitali con l’impiego del thesaurus. Le metodologie impiegate per automatizzare parzialmente o totalmente il processo di indicizzazione si basano su tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning, estraendo automaticamente parole/frasi chiave e procedendo a rilevazioni statistiche delle occorrenze di un termine all’interno di documenti testuali. Questa nuova prospettiva, presentata anche nella nuova edizione del Nuovo soggettario di Firenze, consentirebbe di mettere a disposizione all’interno della mappa concettuale risorse al momento assenti, quali manoscritti e libri antichi23.
Alphabetica non consente solo di rintracciare una risorsa e non si tratta di un semplice catalogo: Alphabetica amplia lo spettro di ricerca, aprendo nuovi orizzonti anche mediante l’integrazione di altri portali, con collegamenti a siti web interni o esterni.
L’ICCU ha messo a disposizione dell’intera comunità questo potentissimo strumento che consente la ricerca su materiale digitale, la relazione tra risorse affini, la condivisione di bibliografie e contenuti a scopi didattici. Alphabetica rappresenta anche uno dei pilastri su cui si fonderà un nuovo portale nazionale per l’accesso alle informazioni integrate sui diversi domini disciplinari ed è quindi destinato a crescere.
Articolo proposto il 6 ottobre 2022 e accettato il 20 ottobre 2022.
Ultima consultazione siti web: 5 ottobre 2022.