a cura di Eblida EGIL (European Bureau of Library, Information and Documentation Associations Expert Group on Information Law)
Perché ci sono tanti modelli diversi di prestito digitale in Europa? È possibile immaginare una uniformità di pratiche e soluzioni in un panorama così eterogeneo? E quali sono i rispettivi ruoli delle istituzioni pubbliche o delle biblioteche pubbliche in questo ambito?
Nonostante il crescente sviluppo dell’offerta di e-book, le biblioteche continuano a incontrare molte difficoltà nel mettere in pratica il prestito digitale. Queste difficoltà sono di varia natura: legale, tecnica e finanziaria. Per alcuni bibliotecari esperti, il prestito digitale è considerato principalmente dal punto di vista legale: è il riconoscimento dello status derogatorio dei prestiti della biblioteca digitale in relazione alle leggi sul diritto d’autore1 e la legittimazione delle pratiche di open access attraverso il fair use.
Sebbene l’approccio sia valido, tale metodologia ha tuttavia alcuni limiti: nel sistema del diritto d’autore in Europa i giudici non hanno le stesse libertà di interpretazione che ci sono nel sistema anglosassone, dove il diritto di accesso alle pubblicazioni digitali è basato sul fair use. D’altra parte, la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (nel caso che ha visto opporsi l’Associazione delle biblioteche olandesi alla Leenrecht Fundation2, caso C-174/15) è stata di stimolo nello sviluppo del prestito digitale bibliotecario. La CGUE ha definito che il prestito bibliotecario di e-book è analogo al prestito di libri a stampa, purché gli e-book siano prestati secondo il modello one copy one user (non appena un lettore restituisce un e-book un altro lettore lo prende in prestito e così via). Quindi anche il prestito di e-book rientra nell’ambito della direttiva 2006/115 del 12 dicembre 2006 dedicata al diritto di noleggio e di prestito, a condizione che almeno gli autori ricevano un’equa remunerazione.
Ogni riflessione giuridica sul prestito digitale dovrebbe pertanto basarsi su due principi: da una parte quello del libero accesso all’informazione il quale è essenziale per la funzione delle biblioteche, dall’altra quello della remunerazione per gli autori. In termini legali, dovrebbe esserci un equilibrio tra il diritto dei cittadini di usare la cultura e i contenuti per la propria educazione e crescita culturale e le richieste dei titolari dei diritti. Questo equilibrio è ciò che Eblida chiama ‘diritto d’autore sostenibile’ («sustainable copyright»).
L’obiettivo generale di questo report è definire le basi del ‘diritto d’autore sostenibile’ nelle biblioteche pubbliche attraverso lo studio di tre aspetti particolari:
Il report è stato realizzato da Eblida EGIL (Gruppo di esperti di diritto dell’informazione), un gruppo di lavoro che sono orgogliosa di dirigere. Esso è basato su un questionario preparato dai membri di EGIL e inviato a una rete di esperti tra cui i membri di EGIL ed altri esperti suggeriti dai comitati esecutivi di Naple ed Eblida.
L’ambito geografico dello studio è limitato a nove paesi. Questi sono stati selezionati in base a diversi criteri: un fiorente mercato di libri ed e-book (Germania, Francia, Spagna, Italia), un mercato limitato di libri e un alto livello di digital literacy (ad esempio i paesi nordici), e paesi dove non si è mai sviluppato un mercato di e-book (Romania e Grecia).
Nel prossimo futuro desideriamo allargare lo studio ad altri paesi ed esplorare nel dettaglio altre questioni connesse al prestito digitale. Si tratta di un programma di certo impegnativo, ma anche entusiasmante che sarà realizzato nell’ambito di EGIL.
Vorrei ringraziare Mikkel Christoffersen (Danimarca), Barbara Schleihagen (Germania), Maria Bottis (Grecia), Giulio Blasi e Michele Corsello (Italia), Jurgis Ivans (Lettonia), Harald Bøhn e Olaus Bergstrøm (Norvegia), Olimpia Bratu (Romania) e Ciro Llueca (Spagna) per aver risposto al questionario e aver fornito i dati. Inoltre, voglio esprimere il mio personale ringraziamento alla segreteria di Eblida per aver raccolto, elaborato e strutturato i dati.
Il prestito digitale è definito da Eblida come «mettere a disposizione un oggetto digitale per l’uso per un periodo limitato di tempo senza che ci sia un beneficio economico diretto o indiretto»3.
Le forme di prestito digitale incluse in questo studio riguardano nove paesi. I dati sono abbondanti, le descrizioni sono ricche e gli elementi per un’analisi comparativa possono essere chiaramente individuati (sono schematicamente riassunti nelle tre tabelle che seguono). Nonostante questo, allo stato attuale, una sintesi valida per fare advocacy delle biblioteche non è ancora matura e non fornirebbe conclusioni definitive. Sono quindi necessarie ulteriori attività e indagini con un’estensione dell’ampiezza dello studio in lunghezza, larghezza e profondità.
Ampliando lo studio in lunghezza sarebbe possibile arrivare a una conoscenza più profonda dei vari aspetti del prestito digitale attraverso un’attenta osservazione e un’analisi dei comportamenti degli attori coinvolti nel processo.
Il prestito digitale rimanda all’ambito delle transazioni del prestito analogico tipiche della tradizionale attività della biblioteca. Tuttavia, prendere in prestito e-book è diverso per almeno tre ragioni. Prima di tutto perché il prestito digitale è basato su pratiche e modelli economici che sono diversi dal prestito di oggetti fisici: le biblioteche hanno l’accesso ai contenuti digitali, non li possiedono.
Inoltre, far riferimento solo agli e-book è fuorviante poiché il prestito digitale riguarda anche audiolibri, giornali elettronici e altre risorse disponibili sulle piattaforme digitali. Gli audiolibri nella loro versione digitale sono diventati un’importante modalità di fruizione di letteratura; ad esempio nella realtà danese la circolazione di audiolibri in biblioteca è maggiore di quella degli e-book.
Infine, terza ragione, quando si intraprende un’analisi comparativa è necessario chiedersi se i dati e le cifre del mercato degli e-book si riferiscono solo alla letteratura e ai contenuti nella lingua nazionale (o lingue nazionali) o anche a culture diverse da questa/e.
Queste considerazioni metodologiche dovrebbero anche prendere in considerazione diversità e disuguaglianze tra le nazioni. Ampliare lo studio in larghezza significa applicare categorie epistemologiche con risultati che si differenziano da un paese a un altro. Per fare un esempio, il campione ristretto di nove paesi permette classificazioni basate su diversi criteri, come ad esempio:
È interessante notare che indicatori socioeconomici generali come il PIL o il livello di digital literacy possono non essere rilevanti nel definire la ragione per cui un modello di prestito digitale ha più successo in un paese e meno in un altro. Danimarca e Norvegia, ad esempio, hanno fattori socioeconomici simili. Tuttavia, considerando il prestito digitale, la qualità e la facilità della sua realizzazione sono diverse. Per questa ragione, sarebbe interessante esplorare il quadro del prestito digitale in altri due paesi nordici: Finlandia e Svezia.
Inoltre, potrebbe essere utile comparare la realtà del prestito digitale in due paesi che hanno un simile sistema di prestito digitale, ma dove la letteratura nazionale ha livelli abbastanza diversi di circolazione, ad esempio i Paesi Bassi e la Germania. Per la stessa ragione, sarebbe interessante esaminare il caso di un paese come l’Irlanda che accede all’ampio e globalizzato mercato di e-book in lingua inglese.
Infine, ampliare l’ambito dello studio in profondità significa trovare argomenti appropriati per sostenere le biblioteche a livello europeo. La varietà di soluzioni che sono state individuate a livello nazionale dimostra che è difficile trovare un modello comune e che le soluzioni di prestito digitale a livello europeo devono ancora essere elaborate. Tuttavia, fatta eccezione per pochi paesi, le biblioteche sono insoddisfatte delle attuali pratiche e spesso fanno riferimento all’atteggiamento degli editori di escludere o rimuovere alcuni titoli dal prestito digitale oppure prescriverne i termini di accesso. Questa è una sfida diretta alle principali attività e responsabilità delle biblioteche.
Inoltre, è necessario indagare in che misura la legislazione delle biblioteche e le politiche pubbliche possano prevenire il crollo del mercato, ad esempio prevenire che alcuni produttori abusino di una posizione dominante o stabiliscano un monopolio. La prospettiva di una possibile fusione tra i due maggiori gruppi editoriali in Francia – Hachette libri (che fa parte del gruppo Lagardère) e il suo diretto competitor Editis (che fa parte di Vivendi) – è ora esaminato dalla Commissione europea, la quale ha aperto un’indagine antitrust. Autori ed editori che non fanno parte dei due gruppi hanno denunciato quella che appare come una ‘minaccia per la bibliodiversità’. Può un’autorità in carica ricorrere alle biblioteche pubbliche al fine di impedire agli editori di abusare di un monopolio? Il rifiuto di includere alcuni titoli tra quelli disponibili alle biblioteche è un uso improprio del monopolio?
Le autorità pubbliche devono essere consapevoli che gli attori della filiera dell’e-book hanno diversi interessi e aspettative. Autori ed editori desiderano che il loro lavoro venga venduto, ma gli autori desiderano anche essere letti e hanno bisogno delle biblioteche per far crescere la loro reputazione e ampliare il loro pubblico. Ai fini di politica pubblica, il diritto d’autore sostenibile nel mercato degli e-book e delle biblioteche pubbliche è il tentativo di trovare un equilibrio tra le esigenze convergenti di protezione del diritto d’autore, di sfruttamento economico dell’industria culturale e lo sviluppo di digital literacy.
Qualunque sia l’approccio seguito da Eblida EGIL nel prossimo futuro, tutto sommato la versione provvisoria di questo studio dimostra chiaramente un risultato drammatico: il livello del prestito digitale nelle biblioteche europee è estremamente, e in modo anomalo, basso4.
I dati nella tabella 3 – in particolare le colonne 4 e 6 in cui si riportano le percentuali del prestito digitale e del prestito tradizionale per abitante – dimostrano chiaramente che il prestito digitale o non esiste nelle biblioteche pubbliche europee oppure è un’attività acerba, non ancora sviluppata. Molto deve essere ancora fatto perché diventi un servizio maturo. Inoltre, questo dato così basso è anomalo se confrontato con la percentuale delle persone digital literate in Europa, tenendo conto della popolazione dei vari paesi. Una persona può essere definita digital literate quando è capace di effettuare una transazione online, pagare una fattura usando internet o usare un servizio della pubblica amministrazione. Qualunque sia il livello di digital literacy in un paese, è un dato di fatto che il prestito digitale nelle biblioteche pubbliche non è allineato alla percentuale delle persone digital literate, anche in paesi dove il numero di prestiti digitali è relativamente alto se comparato con il resto d’Europa.
La Danimarca è la seconda in Europa per dati assoluti (7,4 milioni di prestiti nel 2021) e la prima considerando il dato relativo: 1,2 prestiti digitali ogni abitante sono il 25% dei prestiti tradizionali (4,2 prestiti tradizionali per abitante). Più di 2/3 della popolazione danese è digital literate (70%), ma i prestiti in Danimarca sono solo 1/3 dei prestiti complessivi.
Un’ampia parte della popolazione norvegese è digital literate: l’83% della popolazione ha competenze tecnologiche di base o avanzate. Nonostante questo, il numero dei prestiti digitali in Norvegia è 10 volte inferiore al numero dei prestiti tradizionali (rispettivamente 0,2 e 2,2 per abitante). Lo stesso può essere detto per quanto riguarda la Germania con i suoi più di 30 milioni di prestiti, ma con una bassa percentuale di prestiti di e-book (0,35/abitante per il prestito digitale e 3,2/abitante per il prestito di oggetti fisici); la Spagna (0,08/abitante per il prestito di e-book e 1,1/abitante per il prestito di libri) e l’Italia (rispettivamente 0,02 e 0,7). Al contrario, in Germania, Spagna e Italia la percentuale delle persone digital literate è, rispettivamente, il 70%, 57% e 42% della popolazione.
L’Europa non può permettersi una popolazione che è in grado di pagare le tasse piattaforme appartenenti alla pubblica amministrazione, che però non è capace, o non ha la volontà, di leggere un e-book tramite le biblioteche pubbliche. Questa è la conclusione che gli enti pubblici, gli autori, i lettori, i bibliotecari e gli editori dovrebbero considerare come punto di partenza per un’attività di advocacy volta a realizzare un prestito digitale maggiormente diffuso e un migliore accesso alle informazioni.
Tabella 1: dati quantitativi sul prestito digitale1 |
||
Soddisfacente |
Critico |
Insoddisfacente |
Paese |
Numero di transazioni |
Spesa |
Copertura |
Utenti |
Danimarca (2021) |
2.826.785 e-book
4.595.317 audiolibri
7.422.102 (e-book e audiolibri)
= 20% dei prestiti totali
bambini: 1,3 mln
|
12 mln EUR per il prestito di contenuti + 1,2 mln EUR per la manutenzione della piattaforma
|
80.000 titoli (99% delle pubblicazioni)
40% dei prestiti sono titoli di narrativa |
715.000 utenti (su più di 5,8 mln di abitanti) |
Francia (2020) |
+ 1 mln
(erano 625.005 nel 2019, c’è stato un aumento del +79%)
nel 2019 9,1 risorse digitali in media per biblioteca pubblica |
9.182 EUR in media (2019) |
240.190 titoli (Dilicom)
59% narrativa |
Dato sconosciuto (gli utenti delle biblioteche sono il 17% della popolazione francese) |
Germania (2020) |
30,2 mln
13,54% dei prestiti totali (223 mln)
35,8 mln di copie vendute |
14,9 mln EUR |
Divibib: 500.000 titoli di e-book (7.200 editori) 7% novità e-book, 40% e-book pubblicati dal 2014 al 2017, oltre il 10% sono precedenti al 2010
i dati Overdrive non sono conosciuti |
1/3 degli utenti sono scontenti (non ci sono novità) |
Grecia (2020) |
23.919 (1,34% dei prestiti totali) |
Dato sconosciuto |
120 editori (su 950) offrono e-book. Solo 15 editori (1,6%) li ammettono al prestito |
Dato sconosciuto |
Italia (2021) |
1.474.013 |
428.000 EUR (solo la regione Emilia-Romagna) |
95% delle pubblicazioni italiane. Un’ulteriore offerta per studenti comprende 70.000 titoli |
Dato sconosciuto |
Lettonia (2021) |
39.346 prestiti di e-book (0,007% dei prestiti totali) 5.394.208 prestiti di libri |
Dato sconosciuto |
Alcuni editori |
Dato sconosciuto |
Norvegia (2020) |
960.246 e-book (8,5% dei prestiti totali) 460.499 audiolibri 1.420.745 (sia e-book che audiolibri) nel 2019: 603.535 prestiti di e-book (3,9% dei prestiti totali) |
Dato sconosciuto |
Dato sconosciuto |
0,18 per abitante (nel 2019 0,11 per abitante) |
Romania (2021) |
Nessuna offerta digitale |
Nessuna offerta digitale |
Nessuna offerta digitale |
Nessuna offerta digitale |
Spagna (2020) |
3.746.853 |
1,5 mln EUR |
33.265 risorse (31.326 e-book, 1.628 audiolibri, 83 riviste, 52 quotidiani + 176 altri) |
257.315 |
Tabella 2: Dati descrittivi |
||
Soddisfacente |
Critico |
Insoddisfacente |
Paese |
Attori |
Modelli |
Pratiche di windowing |
Diritto di prestito pubblico (public lending right) |
Danimarca |
A) Gli editori forniscono i titoli; accordi con la Biblioteca digitale pubblica; B) Aggregatore: la Biblioteca digitale pubblica (98 comuni): negozia i prezzi, i termini e le condizioni; C) eReolen, il servizio di prestito digitale nazionale (fa parte della Biblioteca digitale pubblica); D) Publizon, piattaforma di terze parti; backend biblioteca pubblica e fornitori |
Pay per loan (in modalità una copia più utenti) con variazioni di costi
One copy one user (solo i sette grandi editori) |
Solo i sette grandi editori adottano pratiche di windowing |
Attivo sia per il prestito che per il prestito digitale |
Francia |
A) Gli editori forniscono i titoli B) PNB - Prêt numérique en bibliothèque - è la piattaforma di prestito digitale C) Una associazione professionale, Réseau Carel, negozia tariffe e servizi (per il 50% delle biblioteche francesi) D) Dilicom raccoglie i distributori di e-book e rende disponibili i metadati |
Licenze e relativi token (a carico di ciascuna biblioteca) |
Licenze a lungo termine (per i long seller), licenze a breve termine (per best seller e titoli nuovi che vendono sul momento) |
|
Germania |
A) Gli editori forniscono i titoli B) Divibib GmbH attraverso Onleihe e Overdrive in partnership con Libreka sono gli aggregatori |
Di base il one copy one user, ma anche licenze |
12 mesi di embargo da parte di alcuni grandi editori |
Attivo per il prestito e non per il prestito digitale |
Grecia |
A) solo 15 editori B) Biblioteca nazionale della Grecia |
Modello non chiaro |
Embargo da parte di alcuni editori |
|
Italia |
A) Gli editori forniscono i contenuti tramite due distributori principali: Edigita (il 60% dell’offerta dell’editoria digitale) e Mondadori (30%) B) MLOL, negoziatore per conto delle biblioteche e aggregatore |
One copy two user Pay per loan Prestito interbibliotecario per numerosi titoli in base a determinate condizioni |
Le pratiche di windowing e overpricing sono marginali |
|
Lettonia |
A) Gli editori forniscono i contenuti B) La piattaforma della Biblioteca nazionale con rapporto diretto con gli editori |
Le condizioni variano a seconda dell’editore |
Nessuna pratica di windowing quando gli accordi sono stabiliti |
|
Norvegia |
A) Gli editori forniscono i contenuti B) Due negoziatori e aggregatori: Bokbasen (grandi editori norvegesi e due grandi catene di librerie); Biblioteksentralen (di proprietà dei comuni, è una cooperativa no profit); la Biblioteca nazionale della Norvegia cerca di combinare i modelli di prestito digitale |
Bokbasen usa modelli di licenza Biblioteksentralen usa il modello pay per loan |
Dato sconosciuto |
|
Romania |
Nessuna offerta digitale |
Nessuna offerta digitale |
Nessuna offerta digitale |
|
Spagna |
A) Gli editori forniscono i titoli B) eBiblio come piattaforma di prestito digitale; acquisizioni con il supporto fornito dalla regione (comunità autonoma)
|
Licenze per l’uso simultaneo, dipendono dagli editori |
I DRM degli editori anche su eBiblio |
|
Tab 3: Prestito digitale per abitanti e livelli di digital literacy (dati Eurostat 2020) |
||||||
Paese |
Transazioni di prestiti digitali2 |
Popolazione |
Prestiti digitali / abitanti |
Prestiti (2019)3 |
Prestiti / abitanti |
Digital literacy (% della popolazione)4 |
Danimarca (2021) |
7.422.102 |
5.828.022 |
1,2 |
24,4 mln |
4,2 |
70 |
Francia (2020) |
1 mln |
65.526.762 |
0,01 |
280 mln |
4,2 |
57 |
Germania (2020) |
30,2 mln |
84.254.408 |
0,35 |
274 mln |
3,2 |
70 |
Grecia (2020) |
23.919 |
10.353.203 |
0,002 |
? |
? |
51 |
Italia (2021) |
1.474.013 |
60.461. 826 |
0,02 |
45,4 mln |
0,7 |
42 |
Lettonia (2021) |
39.346 |
1.866.934 |
0,02 |
11 mln |
5,8 |
43 |
Norvegia (2020) |
1.420.745 |
5.495.680 |
0,2 |
12,2 mln |
2,2 |
83 |
Romania (2021) |
NA |
19.012.351 |
NA |
34,2 mln |
1,7 |
31 |
Spagna (2020) |
3.746.853 |
46.786.580 |
0,08 |
51 mln |
1,1 |
57 |
Canada (2017)5 |
9,8 mln |
38.353.949 |
0,2 |
523 mln |
13,6 |
846 |
US (2017)7 |
218,3 mln |
331 449 281 |
0,65 |
2.053 mln |
6,1 |
848 |
European Bureau of Library, Information and Documentation Associations. Expert Group on Information Law, The Hague, The Netherlands, e-mail eblida@eblida.org.
Viene qui pubblicata la traduzione in lingua italiana del report First European overview on e-lending in public libraries, rilasciato da Eblida EGIL (Expert Group on Information Law) il 27 giugno 2022 e disponibile nella versione originale in lingua inglese all’indirizzo http://www.eblida.org/news/press-release-e-lending-report.html. Il report è composto da un apparato introduttivo, tabelle riassuntive e i profili dei diversi paesi. Questa traduzione, che comprende la prefazione, la nota metodologica e le tabelle che riassumono quanto proposto nei profili, è a cura di Fabio Mercanti ed è stata rivista e corretta da Eblida.