Liù Palmieri
Le biblioteche sono creatrici di comunità, raggiungono in modo proattivo nuovi pubblici e utilizzano un ascolto efficace per sostenere la progettazione di servizi che soddisfino le esigenze locali e contribuiscano a migliorare la qualità della vita.
(Manifesto IFLA‐UNESCO delle biblioteche pubbliche 2022)1]
Da sempre il mondo bibliotecario si interroga sui temi del libro e della lettura e si impegna quotidianamente a rendere i propri servizi il più possibile adeguati ai cambiamenti e, soprattutto, ai bisogni socioculturali del proprio territorio di riferimento.
È nel DNA della cultura delle biblioteche di pubblica lettura il libero accesso, la gratuità, l’inclusione di tutti i cittadini, come enucleato nel Manifesto IFLA-UNESCO delle biblioteche pubbliche.
Il tema della prossimità e dello sviluppo di un contesto diffuso che sia favorevole alla lettura sono da sempre al centro dell’azione dell’Area Biblioteche del Comune di Milano, e specificamente di diverse iniziative volte alla condivisione e capillarità della lettura sviluppate negli ultimi anni, che hanno portato a riconoscimenti tra i quali Città del libro (2015) e Città creativa della letteratura UNESCO (2017). Il modello di azione privilegiato è stato quello della co-creazione, dell’interlocuzione e della condivisione, modello elevato a prassi con il Patto di Milano per la lettura, che nella sua prima fase ha messo a sistema diversi soggetti istituzionali (Assessorato alla Cultura, alle politiche sociali, all’istruzione del Comune di Milano, Ministero dell’Istruzione e operatori della filiera del libro) e che informa di sé anche i progetti oggetto di questo articolo.
Logiche e interventi di prossimità sono un paradigma di azione che – soprattutto all’indomani della pandemia da Covid-19 – contrassegnano in modo più urgente che mai le politiche culturali, e, tra queste, le politiche della lettura, anche per mitigare il rischio che territori costitutivamente esposti ad alto rischio di fragilità socio-economica a causa di caratteristiche sociodemografiche e morfologiche (decentramento periferico e lontananza dai punti di erogazione tradizionale delle biblioteche rionali, tempi di vita, scarsa familiarità con la lettura, diversabilità, afferenza a minoranze linguistiche) vengano ulteriormente marginalizzati dalle occasioni di incontro, crescita culturale, capacitazione personale veicolate dalla lettura.
A partire dal 2021, l’Area Biblioteche del Comune di Milano, assecondando l’obiettivo dell’intera amministrazione di improntare i servizi ai cittadini specificamente al principio della prossimità, ha ulteriormente intensificato il proprio impegno nella costruzione di cittadinanza, di occasioni di benessere, di incontro e sviluppo culturale in contesti disseminati e in modo partecipato, a partire dalla constatazione che l’attitudine e l’abitudine alla lettura sia più pronunciata laddove risulti dalla sommatoria dell’azione di più attori, siano essi formali o informali, istituzionali o meno e di pertinenza pubblica o privata.
In questo solco si inserisce l’ideazione di nuove forme di partenariato che permettono di raggiungere zone della città difficilmente presidiabili dall’apparato di servizio e dalle strutture tradizionali e danno seguito al mandato del Manifesto IFLA-UNESCO di «garantire la cooperazione con i partner rilevanti, ad esempio gruppi di utenti, scuole, organizzazioni non governative, associazioni bibliotecarie, imprese e altri professionisti a livello locale, regionale, nazionale e internazionale»2.
Tra queste:
Tutte queste azioni compongono un orizzonte strategico nel quale l’Area Biblioteche si sforza di spostare il più vicino possibile all’utente finale l’incontro con libro e lettura, consapevole che ogni punto di accesso, di qualunque natura e fisionomia, sia suscettibile di collocare efficacemente la biblioteca negli spazi dell’utenza potenziale, e non viceversa: la biblioteca può così «vivere nello spazio dell’utente invece di costringere l’utente a andare nello spazio della biblioteca»3.
Tra gli sforzi più impegnativi e al contempo remunerativi prodotti nell’ambito di questo programmatico spostamento a valle delle biblioteche e della loro offerta culturale figura quello indirizzato all’interlocuzione e interazione con le cosiddette ‘biblioteche di condominio’4, sulle quali vale la pena di fare un approfondimento.
Il termine ‘biblioteche di condominio’ costituisce un’etichetta ombrello che designa una rete di luoghi e proposte uniche e originali, ma soprattutto capaci di entrare nella profondità dei quartieri e delle case milanesi. Nate come prima evenienza tra il 2014 e il 2015, queste biblioteche sarebbero meglio definibili come ‘biblioteche di prossimità’, vista l’eterogeneità in termini di dotazioni, di spazio, di modelli di gestione, di fisionomia – istituzionale o informale – che le contraddistingue.
Tra le biblioteche condominiali o di prossimità esistenti ad oggi nel territorio cittadino, vi sono infatti in netta prevalenza realtà aperte come esito di un moto spontaneistico di attivazione civica da parte di privati cittadini – singoli o associati – che usano spazi di pertinenza condominiale spesso dismessi (portinerie), ma anche – pure se in misura minore – realtà che afferiscono a istituzioni e soggetti di varia natura (enti a sostegno della fragilità, il servizio di custodia sociale del Comune di Milano, cooperative sociali che operano nell’ambito di progetti di rigenerazione urbana o di social housing).
A prescindere dall’eterogeneità di quella che è configurabile come una vera e propria galassia, il trait d’union di tutte queste diverse esperienze risiede nel fatto che chi le ha attivate, a prescindere dal suo profilo, ha individuato nel format ‘biblioteca’, senza alcuna eterodirezione, la cornice ideale nella quale collocare iniziative che sono squisitamente di natura sociale e comunitaria. Le biblioteche di prossimità svolgono infatti tutte, indipendentemente dalla loro collocazione, storia o dotazione, tre funzioni fondamentali: sono un luogo di incontro e di relazione, un posto dove trovare un assortimento (piccolo o grande, a seconda degli spazi e delle forze) di libri disponibili gratuitamente al prestito per tutti (non solo i residenti nel condominio) e un volano di promozione della lettura attraverso incontri e iniziative dedicate.
Chi apre una biblioteca di prossimità crede nel libro e nella lettura quali strumenti di partecipazione, coesione e capacitazione sociale per consolidare l’attitudine alla cittadinanza attiva.
Nella loro collocazione prevalentemente periferica, le biblioteche di prossimità raggiungono zone poco presidiate dal punto di vista culturale e favoriscono pertanto un processo di inclusione dal basso che, proprio perché espressione di un sentimento solidaristico e non calato dall’alto, risulta in grado di incidere più decisamente sul contesto. Inoltre, le fisionomie peculiari che esse assumono (perché personali, perché spontanee, perché costituzionalmente eterogenee) riflettono il quartiere, la via o il caseggiato in cui si collocano, al tempo stesso qualificandosi come suoi interlocutori più adeguati e sollecitando una modalità di collaborazione con altri soggetti più strutturati altrettanto leggera, personalizzabile, flessibile, modulabile, territoriale.
Vi sono biblioteche aperte in piccoli appartamenti confiscati alla mafia (Biblioteca sociale Espinasse), operative in supercondomini abitate da più di 2.000 persone (Biblioteca condivisa Monte Amiata), aperte in portinerie di condomini privati, di edilizia residenziale pubblica (Biblioteca Falcone e Borsellino, Biblioteca Solari) o in spazi appositamente acquistati da privati (Biblioteca Ostinata), rivolte a specifici segmenti di utenza (Bibarà, Libera biblioteca dei bambini e delle bambine) o generaliste.
Qualche immagine può contribuire a restituire le sfaccettature di questa costellazione (cfr. Figure 1-18).
Figura 1 e 2 – Biblioteca Bibar
Figura 3 e 4 – Biblioteca Bibliobig
Figura 5 – Biblioteca Bottiteca
Figura 6 e 7 – Biblioteca Calusca
Figura 8 – Il condominio che ospita la Biblioteca Gino Strada
Figura 9 – Il condominio che ospita la Biblioteca condivisa Monte Amiata
Figura 10 – Biblioteca condivisa Monte Amiata
Figura 11 – Biblioteca Epinasse
Figura 12 – Biblioteca La conca (esterno)
Figura 13 – Biblioteca Rembrandt
Figura 14 – Biblioteca Social village
Figura 15 e 16 – Biblioteca Falcone e Borsellino
Figura 17 – Biblioteca Pastonchi
Figura 18 – Biblioteca Ostinata (esterno)
Tutte le biblioteche di prossimità si rivolgono a comunità che non sono limitate fisicamente alle strutture che le ospitano ma sono allargate al quartiere e si propongono come uno spazio – non solo fisico – di aggregazione, condivisione, confronto, ovviando così all’atomizzazione che, soprattutto in taluni contesti urbani, comporta isolamento, disgregazione dei legami sociali, alienazione e autosegregazione in spazi – anche mentali – egoriferiti.
Le biblioteche di prossimità sono dunque spazi irrinunciabili di costruzione di nuove forme di democrazia e di confronto civico.
Proprio in virtù di tale vocazione, l’Area Biblioteche del Comune di Milano ha individuato in loro il partner ideale per perseguire l’obiettivo di costruire un’identità culturale di Milano quanto più possibile condivisa, diffusa e co-creata. Con un lavoro costante e attento ma al tempo stesso discreto, rispettoso della loro natura spontaneistica e non invasivo, l’Area Biblioteche ha da subito aperto un’interlocuzione costruttiva con le prime biblioteche che hanno aperto tra il 2014 e il 2015, la Biblioteca Rembrandt e la Biblioteca Falcone e Borsellino, e ha sostenuto la crescita delle biblioteche di prossimità che sono nate successivamente attraverso il proprio ufficio Innovazione e sviluppo che, nella fattispecie, si adopera per:
Il risultato più produttivo in assoluto di questo lavoro pluriennale è sicuramente la creazione e l’alimentazione di una rete stabile nella quale sono confluite molte delle biblioteche di prossimità aperte dal 2015 in poi.
Ad oggi, tale rete conta in tutto 24 biblioteche di prossimità che in essa trovano l’opportunità di scambiarsi buone pratiche, condividere criticità, permutare risorse materiali come libri e attrezzature e valorizzarsi reciprocamente nei rispettivi canali promozionali.
La rete stessa, essendo più forte e più visibile dei singoli componenti, consente anche di esercitare una ‘spinta gentile’ su chi ancora non ha superato la soglia simbolica dell’attivazione di una nuova biblioteca di prossimità perché condizionato dall'autopercezione dei propri limiti rispetto a un’impresa del genere. Al tempo stesso, la rete, che - non prevedendo alcuna formalizzazione o registrazione, è costitutivamente fluida e aperta, esercita una funzione di catalizzazione rispetto a tutte le realtà che dovessero essere al momento fuori dai suoi radar.
Grazie alla rete le biblioteche di prossimità hanno potuto condividere fabbisogni ed elaborare in un’unica voce delle richieste che hanno acquistato una massa critica e trovato risposta organica e strutturata nel progetto Parti comuni: per la lettura, l’espressione creativa, la relazione presentato dall’Area Biblioteche a valere sul bando Cariplo “Per il libro e la lettura 2020”.
Il progetto, della durata di 20 mesi e del valore economico complessivo di oltre 72.000 euro – di cui 28.000 a carico del Comune di Milano – si sostanzia nella messa a disposizione delle biblioteche di prossimità (non solo attuali, ma anche potenziali) di un catalogo di opportunità e strumenti implementabili in tutto o in parte in base alla loro natura e ai loro obiettivi, da un massimo di elasticità/fluidità a un massimo di strutturazione e integrazione.
Tale modello di ‘capacitazione multilivello’ è programmaticamente volto a:
Il progetto Parti comuni ha offerto una risposta strutturata al fabbisogno di formazione ad ampio raggio segnalato a più riprese dalle biblioteche di prossimità. Da aprile a novembre 2022 bibliotecari e librai di 18 librerie di zona si sono avvicendati nell’erogare 60 ore di formazione gratuita focalizzata su un ampio ventaglio di argomenti: come costruire e allestire una biblioteca di base, come procedere allo scarto, come animare gruppi e comunità di lettura, come animare eventi attorno alla lettura sia online che offline, come promuoversi online e offline, come catalogare, come esporre i libri, come sceglierli, come funziona il mercato editoriale ecc.
Da gennaio a marzo 2023 il progetto vedrà un nuovo ciclo di formazione di 14 incontri rivolto specificamente a realtà che si stanno affacciando in questo momento sulla scena delle biblioteche di prossimità, anche per effetto della valorizzazione e promozione ad ampio raggio del progetto. Hanno segnalato in particolare il desiderio di formarsi e attivare nuovi spazi di relazione attraverso la lettura 63 nuovi soggetti singoli o associati.
Allo scopo di rendere le biblioteche di prossimità parte sempre più integrante della rete di occasioni di lettura già presenti e strutturate nel territorio e leva sempre più efficace di diffusione della lettura come pratica sociale pervasiva, inoltre, il progetto ha inoltre dato vita a un calendario di animazione co-organizzato da librerie di zona, lettori volontari formati nell’ambito del Patto di Milano per la lettura e biblioteche di prossimità negli spazi di pertinenza di queste ultime. Le 30 iniziative da maggio a novembre 2022 hanno stabilito una consuetudine alla collaborazione reciproca tra attori diversi della filiera del libro e della lettura e hanno avvicinato alle biblioteche di prossimità fruitori in cerca di un’offerta più sfaccettata che in passato.
Infine, ma non meno importante, attraverso il progetto l’Area Biblioteche del Comune mette a disposizione delle biblioteche di prossimità le seguenti risorse materiali:
Nel suo portato a lungo termine, il progetto Parti comuni ambisce a rendere le realtà multiformi delle biblioteche di prossimità degli stabili punti di erogazione di occasioni culturali diffuse e partecipate fin nelle pieghe più remote del territorio, uno scenario che si inserisce appieno nella strategia dell’amministrazione di sviluppo per una «Milano che trovi ovunque le sue risposte di lavoro e di servizio a 15’ da casa […] che non si identifica più solo con il suo centro ma che valorizza l’identità dei quartieri»5.
Nelle sue implicazioni metodologiche, invece, il progetto è una palestra molto efficace per testare sul campo le direttrici teoriche della biblioteconomia più recente che indicano come biblioteca del futuro quella fatta ‘insieme a’ e non ‘per la’ comunità.
Le biblioteche di prossimità sono il campo di prova ideale perché sono, tra le forme di partenariato attivate dall’Area Biblioteche, quelle più informali, meno codificate e più lontane dall’ambito istituzionale in cui, fino a pochi decenni fa, le biblioteche erano avvezze a operare. Per le biblioteche istituzionali interagire con loro significa:
Al netto di queste criticità, che qualunque biblioteca che voglia realmente lavorare insieme alle comunità per uscire dalle proprie mura deve fronteggiare e alle quali deve formulare una risposta non contenuta in alcun manuale, è evidente come il guadagno valga lo sforzo, innanzitutto per una banale considerazione: un modello di biblioteca attestato su un’offerta indistinta per una platea altrettanto indistinta non è più sostenibile, a maggior ragione dopo la tempesta perfetta della pandemia.
In seconda battuta, possiamo affermare che le biblioteche istituzionali, mostrandosi alleati in grado di agire fattivamente insieme alle comunità, ampliano il discorso che attorno ad esse viene fatto nell’ambito pubblico perché assumono una nuova fisionomia e una nuova rilevanza. Così facendo, le biblioteche costruiscono attorno a sé un ‘cordone di sicurezza’ in termini di advocacy allargata che in realtà le tutela da eventuali minacce: di fatto, mai come negli ultimi anni, anche come effetto dell’emancipazione attiva del servizio bibliotecario dalle strutture ad esso tradizionalmente deputate, le biblioteche del Comune di Milano si sono assestate come un interlocutore che da più parti viene sistematicamente interpellato – sia da soggetti pubblici che da soggetti privati – in ogni progetto di ampio respiro che investa la città. Tale nuovo modo di guardare al soggetto biblioteche comunali come un interlocutore proattivo e dinamico in grado di giocare un ruolo chiave sul territorio smentisce peraltro – in modo plateale – le remore di chi, di fronte alla nascita di biblioteche di natura non istituzionale, adombra la minaccia di una surrogazione preliminare alla soppressione di quelle istituzionali – e dei relativi budget.
Non ultimo, le biblioteche di prossimità, in quanto terminazioni nervose nel territorio, consentono la rilevazione da parte delle biblioteche istituzionali di movimenti, bisogni, tendenze e sviluppi che difficilmente sarebbero captabili con un modello di servizio più tradizionale e che nondimeno pertengono alle comunità che sono costitutivamente nate per servire. Dal canto loro, le biblioteche rionali offrono un bacino consolidato di competenza ed esperienza perennemente attingibile, un hub/scatola nera in grado di connettere le loro reti ‘brevi’ con reti più ‘lunghe’ di respiro più ampio (di calibro municipale, cittadino o sovra-cittadino) di cui poter beneficiare.
La strada che l’Area Biblioteche del Comune di Milano sta percorrendo, pur non essendo scevra da criticità e aggiustamenti progressivi, indica un esito potenziale di tutt’altro segno: la creazione di reti di quartiere dove più soggetti si coalizzano – ciascuno in modo congruo rispetto alla propria fisionomia – per far circolare libri e lettura – che siano le librerie, le edicole, le biblioteche di prossimità, quelle civiche o altre associazioni, per un’offerta complessiva sempre più composita e integrata che dia la possibilità a chiunque di incontrare la lettura in modo sempre più casuale, sorprendente, agile e fruttifero in qualunque angolo della città. Un’affermazione che si incarna con la massima evidenza nelle immagini che seguono (cfr. Figure 19-22).
Figura 19 – Le biblioteche rionali del Comune di Milano
Figura 20 – Le biblioteche rionali (in rosso) e le biblioteche condominiali (in giallo) di Milano
Figura 21 – Le biblioteche rionali (in rosso), le biblioteche condominiali (in giallo), le biblioteche delle Fondazioni Bracco e Pirelli (in nero) e i punti di prestito costituiti da edicole e librerie (in verde)
Figura 22 – La mappa precedente con le aggiunte delle librerie ALI (in blu) e delle librerie LIM (in verde) che partecipano al progetto Parti comuni
Tale scelta strategica è confluita non a caso in uno dei punti fondamentali della Carta di Milano delle biblioteche6, il documento programmatico concepito per rilanciare il ruolo delle biblioteche e potenziarne i servizi scaturito dagli Stati generali delle biblioteche che si sono tenuti nell’ottobre 2022 per iniziativa del Comune di Milano.
La Carta di Milano delle biblioteche impegna infatti gli amministratori locali firmatari a «diffondere il ruolo della biblioteca attraverso l’adozione di una politica chiara che definisca gli obiettivi, le priorità e i servizi, tenendo conto dei bisogni della comunità locale e valorizzando la partecipazione attiva dei cittadini»7.
LIÙ PALMIERI, Area Biblioteche del Comune di Milano, Milano, e-mail: liu.palmieri@comune.milano.it.
Ultima consultazione siti web: 19 gennaio 2023.