Sara Dinotola
Il presente contributo illustra i risultati di un’indagine sulle pratiche di lettura e sulle altre forme di accesso ai mondi narrativi, condotta nel periodo gennaio-febbraio 2023 attraverso la somministrazione di un questionario online agli utenti delle Biblioteche civiche torinesi1, sistema urbano interessato da un rilevante processo di ripensamento strategico, in cui si inserisce la progettazione biblioteconomica e architettonica della nuova sede della Biblioteca centrale2.
Questa ricerca si situa all’interno di un ampio filone di studi relativi alla lettura3 e rappresenta l’esito applicativo di una delle componenti peculiari di un’innovativa linea di ricerca finalizzata a ripensare l’approccio metodologico per la valutazione, lo sviluppo, l’organizzazione e la comunicazione delle raccolte. Essa individua i propri fondamenti concettuali nella centralità delle collezioni e della lettura all’interno della biblioteca pubblica contemporanea e, adottando una visione transdisciplinare, pone le basi sia per interpretare in modo meno autoreferenziale e più sfaccettato i dati bibliografici e quelli relativi all’utilizzo delle raccolte, attraverso articolate forme di benchmarking con l’offerta editoriale e i dati relative alle vendite, sia per instaurare un proficuo dialogo tra le biblioteche, gli altri soggetti della filiera del libro e i lettori4. In particolare, la comprensione delle abitudini di lettura delle persone può aiutare tanto a migliorare le politiche di sviluppo delle collezioni, che si inseriscono in un ecosistema culturale sempre più multimediale e complesso, quanto a ripensare l’organizzazione spaziale e a rendere più attrattiva l’offerta, anche attraverso l’integrazione concettuale e visiva di risorse su supporti fisici e contenuti digitali di varia natura.
Il questionario online è stato inviato a 22.914 persone, ovvero a tutti gli utenti maggiorenni delle Biblioteche civiche torinesi che in fase di iscrizione hanno fornito un indirizzo e-mail e che hanno effettuato almeno un prestito a partire dal gennaio 20225. In totale sono pervenute 3.926 risposte, dunque ha preso parte all’indagine il 17,13% di coloro che avevano ricevuto l’invito. La maggior parte dei lettori (51,40%) si colloca nella fascia d’età tra i 41 e i 65 anni; mentre quella compresa tra i 18 e i 25 anni, cui appartiene solo il 7,41%, è la meno rappresentata. Quanto al genere, tra i rispondenti prevalgono di gran lunga le donne (66,45%), seguite dagli uomini (32,85%) e da coloro che si definiscono non binari (0,68%) (Figura 1).
Definita la composizione del campione, è possibile analizzare nel dettaglio le risposte fornite al questionario, che è articolato in 25 domande (di cui 23 a risposta chiusa e 2 a risposta aperta), distribuite in cinque sezioni tematiche.
Figura 1 – Composizione del campione per fasce d’età e generi
Il primo gruppo di quesiti ha inteso raccogliere informazioni di carattere generale: è stato chiesto ai lettori di indicare complessivamente quanti libri (cartacei o e-book) oppure audiolibri hanno letto/ascoltato nell’ultimo anno e le motivazioni alla base di questa attività6. Innanzitutto, dai dati raccolti si evince che il 57,51% delle persone ha letto almeno 12 libri in un anno; il 33,92% ha letto tra 4 e 11 libri in un anno; mentre il restante 8,55% è costituito da coloro che hanno letto tra 1 e 3 libri (Figura 2). Tali dati, da cui si comprende che la maggior parte dei rispondenti si dedica con costanza alla lettura, non sono inaspettati, visto che il campione è formato da utenti attivi delle biblioteche.
Se si prendono in considerazione le fasce d’età dei rispondenti, si nota che i lettori più assidui sono gli ultrasessantacinquenni, infatti ben il 72,70% di essi ha letto almeno 12 libri, percentuale che scende al 48,45% per i giovani tra i 18 e i 25 anni. Invece, se si analizzano i dati in base al genere dei rispondenti, non si riscontrano differenze significative: i lettori forti sono il 57,49% delle donne e il 57,36% degli uomini7.
Figura 2 – Numero di libri letti e motivazioni che spingono a leggere
Passando alle motivazioni che spingono alla lettura, ogni rispondente ha potuto selezionare una o più opzioni tra le cinque proposte (Figura 2). Il puro piacere di leggere rappresenta la motivazione più frequente, indicata dall’81,91% delle persone; al secondo posto, ma a grande distanza, si colloca l’esigenza di leggere per tenersi aggiornati e imparare cose nuove, espressa dal 41,79% di coloro che hanno preso parte all’indagine. Il terzo motivo è legato alla necessità di rilassarsi durante il tempo libero attraverso la pratica della lettura, come dichiarato dal 37,18% dei rispondenti. Inoltre, il 25,08% delle persone legge per motivi legati allo studio o al lavoro e il 14,90% per distrarsi durante i momenti difficili. Entrando ancora più nel dettaglio e segmentando le motivazioni in base al genere dei rispondenti, si nota che gli uomini considerano in maggior misura la lettura come un’attività con una precisa funzione strumentale: ad esempio, l’acquisizione di nuove conoscenze è una finalità indicata dal 49,76% degli uomini e dal 37,90% delle donne. Al contrario, queste ultime, in molti casi, si dedicano alla lettura come passatempo e per rilassarsi, motivazione espressa dal 41,08% delle persone di genere femminile e dal 29,45% degli uomini.
La seconda sezione del questionario si è focalizzata sulle preferenze di lettura, tenendo conto di vari aspetti. Riguardo ai formati, è emerso che ben il 65,66% dei rispondenti utilizza esclusivamente il libro cartaceo; invece, il 21,34% legge sia libri stampati sia e-book. Su percentuali nettamente più basse si attesta il ricorso combinato a libri cartacei, e-book e audiolibri (5,32%), come pure la scelta di libri cartacei e audiolibri (3,66%). I lettori che utilizzano soltanto e-book rappresentano il 3,10% del campione, mentre sono ancora più marginali le quote sia di chi opta per e-book e audiolibri (0,45%), sia di chi sceglie solo gli audiolibri (0,43%).
A questo punto è interessante confrontare i dati raccolti su scala locale (che ovviamente non permettono di fotografare a livello complessivo le abitudini di lettura dei torinesi) con quelli dell’Istat, riferiti al contesto nazionale e all’anno 20218. In primo luogo, si può affermare che le tendenze in atto sono simili, in quanto prevalgono nettamente i lettori di soli libri cartacei, che a livello italiano si attestano su una quota pari al 69,2%, più alta di quasi quattro punti percentuali rispetto a quella locale. Inoltre, in entrambi i casi è basso il numero di coloro che scelgono solo gli e-book, tuttavia il dato nazionale è più elevato (12,1%)9. Ancora pochi sono gli ascoltatori di audiolibri, che raggiungono in Italia lo 0,5%, percentuale in linea con quella torinese. Quanto al ricorso combinato ai diversi formati, l’Istat ha effettuato un conteggio complessivo: il 18,2% degli italiani sceglie, oltre al libro cartaceo, e-book e audiolibri; sommando i dati sull’uso combinato rilevati durante la presente indagine e riportati sopra in modo scorporato, si ottiene una percentuale più alta rispetto alla media italiana, ossia il 30,77% (Figura 3).
Figura 3 – Formati e generi letterari scelti
Se si analizzano le preferenze dei partecipanti torinesi ripartite per fasce d’età, si nota che la scelta ricade solo sul libro cartaceo per il 73,51% dei rispondenti che hanno più di 65 anni; tuttavia, anche una elevata percentuale di coloro che si collocano tra i 18 e i 25 anni, ossia il 66,66%, opta esclusivamente per il cartaceo, così come il 64,86% dei lettori tra i 41 e i 65 anni. Una maggiore propensione al ricorso a più formati è espressa dai lettori della fascia d’età intermedia (26-40 anni): ciò avviene per il 41,93% delle persone di questo gruppo; mentre il restante 58,46% legge solo il cartaceo, percentuale che risulta essere più bassa rispetto a quella registrata per le altre fasce d’età, seppur alta in senso assoluto10.
Al contrario, nel campione preso in esame non si notano differenze rilevanti a seconda del genere di appartenenza: rispettivamente il 65,38% delle donne e il 66,74% degli uomini scelgono in modo esclusivo il cartaceo, mentre il 3,06% delle donne e il 3,07% degli uomini solo il digitale. Questi dati differiscono da quanto rilevato dall’Istat su scala nazionale, infatti la lettura esclusiva di libri cartacei è più elevata tra le donne (71,7% contro il 65,9% degli uomini) e quella di e-book tra gli uomini (15,7% contro il 9,4% delle persone di genere femminile)11.
Dalla successiva domanda, relativa ai generi letterari, è emerso che il 38,94% dei rispondenti legge sia saggistica sia narrativa; il 37,74% solo narrativa, il 9,78% saggistica, narrativa e graphic novel e l’8,94% solo saggistica (Figura 3). Una maggiore propensione verso la saggistica è manifestata dagli uomini: essi rappresentano il 60,96% di chi legge solo saggistica; al contrario, la narrativa è preferita dalle donne, che costituiscono il 78,81% di coloro che la scelgono in modo esclusivo. Invece, considerando le preferenze in base alle fasce d’età, si nota un crescente interesse verso la saggistica con l’avanzare degli anni, infatti essa è scelta in modo esclusivo dal 5,14% delle persone tra i 18 e i 25 anni e dal 13,24% di coloro che hanno più di 65 anni.
Alla luce delle risposte fornite a un’altra domanda della seconda sezione del questionario, è stato possibile individuare il grado di interesse verso i differenti ambiti disciplinari, come mostrato dalla Figura 412.
Figura 4 – Argomenti di interesse
Questa analisi, se correlata alle fasce d’età, dà luogo a indicazioni ancora più dettagliate. Per l’area disciplinare preferita in assoluto, ossia storia e archeologia, con il progredire dell’età si nota una crescita di attenzione, manifestata dal 37,45% dei giovani tra i 18 e i 25 anni e dal 48,89% degli ultrasessantacinquenni. Contrariamente, non si rilevano differenze per il secondo ambito più seguito a livello complessivo, vale a dire società e politica, tanto che per tutte le fasce d’età le percentuali si attestano attorno al 40%. In riferimento all’arte, che si pone al terzo posto della graduatoria generale, l’interesse diminuisce con l’avanzare dell’età, infatti è una disciplina che appassiona il 44,67% dei più giovani e il 28,45% dei più anziani. Un esame più approfondito meritano anche i dati relativi al tema ambiente e sostenibilità, data la sua rilevanza nello scenario contemporaneo: circa un quarto delle persone rientranti in ciascuna delle prime due fasce d’età (18-25 e 26-40 anni) è attento a questo argomento, mentre la quota dei lettori interessati si riduce fino al 18,97% per la fascia 41-65 anni e fino al 13,93% per quella successiva.
Suddividendo le risposte in base al genere di appartenenza dei lettori, per alcuni ambiti non si rilevano differenze sostanziali (come avviene, ad esempio, per la musica, le scienze, la storia e l’archeologia), per altri le discrepanze sono abbastanza evidenti. Due sono i casi più emblematici in tal senso: il 76,13% di chi legge libri riguardanti salute, psicologia e self help è costituito dalle donne; invece il 61,51% di chi è interessato alle pubblicazioni sullo sport è di genere maschile.
La successiva domanda ha inteso portare alla luce le preferenze relative ai generi della narrativa13 (Figura 5).
Figura 5 – Generi della narrativa
Come per alcuni ambiti disciplinari, anche in riferimento ai generi si nota che i gusti delle donne e quelli degli uomini talvolta non sono coincidenti. Ad esempio, il 94,75% di chi legge romanzi rosa è rappresentato da donne; così come il 70,36% di chi sceglie il romanzo giallo o thriller. Va sottolineato, infine, che il 29,80% dei rispondenti (formato per due terzi da donne) opta per la narrativa non di genere, definita narrativa mainstream.
La domanda posta a conclusione della prima sezione del questionario ha riguardato la lettura di quotidiani e di periodici (cartacei e/o in formato elettronico). Se il 18,87% dei rispondenti non legge mai i quotidiani, il 43,75% li legge saltuariamente, mentre il 37,36% si dedica spesso a questa attività. In particolare, la propensione è maggiore da parte degli uomini (ben il 47,59% legge frequentemente i quotidiani), rispetto a quella delle donne (la percentuale non supera il 32,50%). Ancora più evidenti risultano le differenze tra le fasce d’età, tanto che solo il 13,74% dei giovani tra i 18 e i 25 anni legge spesso i quotidiani, percentuale che sale al 56,67% per gli ultrasessantacinquenni.
Riguardo ai periodici, essi non sono mai letti dal 23,20% dei rispondenti, invece sono letti saltuariamente dal 58,94% e con assiduità dal 17,85%. Esiste anche in questo caso una differenza tra i generi, seppur meno marcata, in quanto si dedicano spesso alla lettura dei periodici il 21,31% degli uomini e solo il 15,98% delle donne. Si ritrovano pure le disparità tra le fasce d’età, poiché la lettura dei periodici avviene spesso da parte del 10,30% dei più giovani e del 22,41% dei più anziani. Dunque, appare evidente, in tutti i casi, una minore propensione alla lettura dei periodici, rispetto a quella relativa alla lettura dei quotidiani.
La terza parte del questionario ha permesso di spostare l’attenzione sulle fonti utilizzate per la scelta dei libri da leggere e sui fattori che influenzano tale processo.
In riferimento al primo tema, è stato chiesto di specificare la frequenza di utilizzo per ciascuna delle fonti indicate, che sono suddivisibili in diverse categorie: mezzi di comunicazione; persone; specifici luoghi (librerie e biblioteche) e relativi strumenti di ricerca in sede o online; motori di ricerca (Figura 6 in cui si riportano i dati relativi al solo uso assiduo).
Figura 6 – Fonti per la scelta dei libri: uso frequente
Tra i mezzi di comunicazione, quelli più utilizzati allo scopo di reperire informazioni sui libri risultano essere i giornali e le riviste; infatti, vi ricorre frequentemente il 24,17% dei rispondenti e talvolta il 51,29%; invece, non sono mai consultati a tale scopo dal restante 24,52%. Al secondo posto si collocano i social media, impiegati spesso dal 20,40% dei lettori, qualche volta dal 43,53% e mai dal 36,06%. A distanza seguono la radio (scelta spesso dall’11,30% dei rispondenti, qualche volta dal 38,81% e mai dal 49,87%) e la televisione (fonte di cui si serve spesso solo il 5,85% dei lettori, talvolta il 39,37% e mai il 54,76%). Se le abitudini sono sostanzialmente simili tra i generi, esse differiscono tra le varie fasce d’età, come illustrato dalla Figura 7.
Considerando il secondo gruppo di fonti, la categoria di persone dalla quale si accettano maggiormente i consigli per la scelta di nuove letture è rappresentata dagli amici o dai conoscenti, ai quali si rivolge spesso il 36,72% dei rispondenti, qualche volta il 53,03% e mai il 10,23%. Invece, ai familiari si affida frequentemente il 20,68% di coloro che hanno preso parte all’indagine e con minore costanza il 53,71%; infine, mai il restante 25,59%. Sono le donne a preferire il confronto su questo tema con le persone più vicine, così come avviene da parte di coloro che rientrano nelle due fasce d’età più giovani (Figura 7).
Figura 7 – Fonti per la scelta dei libri per età: uso frequente
Uscendo dalla cerchia delle amicizie e dei familiari, la categoria di persone più consultata coincide con i colleghi di lavoro, fonte frequente per il 15,81% delle persone e saltuaria per il 43,83%; mentre, il 40,34% non considera i colleghi come un punto di riferimento in tale senso. Ad essi si rivolgono maggiormente le donne (17,97% contro l’11,47% degli uomini) e chi ha tra i 26 e i 40 anni (25,13%).
Va sottolineato, in aggiunta, che i bibliotecari rappresentano la fonte meno interrogata non solo all’interno della categoria ‘persone’, ma anche in senso assoluto: ad essi si rivolge spesso solo il 7,92% dei lettori e qualche volta il 33,29%. Al contrario, una percentuale alta, ovvero il 58,78% del campione non chiede mai consigli di lettura ai bibliotecari. Questa tendenza è evidente per tutti i generi e per tutte le fasce d’età (Figura 7).
Quanto alle altre fonti indicate nella domanda, è stato possibile delineare il seguente quadro. Il 36,16% dei lettori si affida frequentemente al browsing tra gli scaffali delle librerie, attività svolta con minore assiduità dal 41% e mai dal rimanente 22,82%. Su percentuali simili si attesta la navigazione tra gli scaffali delle biblioteche: ciò avviene spesso per il 34,61% dei rispondenti, qualche volta per il 40,26% e mai per il 25,11%. È interessante notare che anche la ricerca in OPAC raggiunge livelli di utilizzo comparabili, infatti vi ricorre spesso il 33,08% dei lettori, qualche volta il 40,01% e mai il 26,89%. Questi dati sono migliori rispetto a quelli registrati per la ricerca all’interno dei siti delle librerie online, dato che tale canale è scelto frequentemente dal 22,92% dei lettori, talvolta dal 36,55% e mai dal 40,52%. Tornando in ambito bibliotecario, la piattaforma di MLOL è impiegata spesso dal 23,50% dei lettori, qualche volta dal 32,34% e mai dal 44,14%.
I motori di ricerca si attestano su livelli di utilizzo leggermente inferiori rispetto a quelli degli OPAC, infatti il 28,22% dei rispondenti li utilizza costantemente, il 42,46% qualche volta e il 29,06% mai. Va notato che il 41,92% dei più giovani utilizza spesso i motori di ricerca, contro il 22,41% di coloro che hanno più di 65 anni; invece, il ricorso alla ricerca in OPAC e nella piattaforma di MLOL avviene più soventemente da parte delle persone più anziane (Figura 7).
I dati appena presentati appaiono generalmente in linea con quelli scaturiti dalla già citata indagine Ipsos: tra i «driver di scelta di un libro» nelle prime due posizioni si collocano, per l’appunto, l’esposizione in libreria e i consigli di amici; in ultima le raccomandazioni dei bibliotecari14.
Veniamo ora alla domanda relativa ai fattori che influenzano la scelta dei libri, ricordando che, anche in questo caso, è stato chiesto di indicare la frequenza d’uso in riferimento a ciascuno di essi. L’elemento in assoluto più rilevante risulta essere l’argomento trattato, preso in considerazione spesso dall’87,77% dei rispondenti, qualche volta dall’11,10% e mai soltanto dall’1,12%. Al secondo posto si pongono la notorietà e la reputazione dell’autore, giudicate soventemente rilevanti dal 50,96% dei lettori, qualche volta dal 42,51% e mai dal 7,51%. Segue il fattore legato allo stato d’animo del lettore, che influenza la scelta dei libri in modo assiduo a detta del 45,16% dei rispondenti, in modo saltuario secondo il 40,39% e mai per il 14,44%. In riferimento a questo aspetto si nota la principale differenza tra i generi: lo stato d’animo è spesso rilevante per il 52,89% delle donne, dato che scende al 29,53% per gli uomini. Meno significativi ai fini della scelta dei libri risultano essere gli altri aspetti, come illustrato dalla Figura 8 che riporta i dati relativi solo all’uso frequente.
Figura 8 – Fattori che influenzano spesso la scelta dei libri
Le risposte fornite all’ultima domanda di questa sezione hanno permesso di capire che secondo il 71,26% delle persone la ricerca per individuare i libri da leggere è un’attività prevalentemente consapevole e, dunque, la consultazione delle fonti poc’anzi citate avviene in modo intenzionale e sistematico; al contrario, il 28,73% ha dichiarato di imbattersi nelle informazioni sui libri soprattutto in modo fortuito. Anche se questa seconda strada è nettamente meno percorsa sia dalle donne sia dagli uomini, si notano percentuali leggermente differenti a seconda del genere: il 30,04% delle donne di solito scopre casualmente i libri da leggere, contro il 25,81% degli uomini. In aggiunta, più si avanza con l’età, più la ricerca diventa intenzionale: ciò avviene per il 62,54% dei giovani tra i 18 e i 25 anni e per il 77,81% degli over 65.
Con il quarto gruppo di quesiti l’attenzione si è spostata sul processo di ricerca dei libri in biblioteca, sul confronto tra i comportamenti di prestito e quelli di acquisto e sulla capacità di questa istituzione di soddisfare gli interessi di lettura degli utenti.
Il primo dato raccolto riguarda la frequenza delle visite in biblioteca finalizzate al reperimento di nuovi titoli da leggere. È emersa la situazione illustrata dalla Figura 9: gli utenti assidui sono una minoranza, mentre prevalgono coloro che vanno in biblioteca tra le due volte al mese e le poche in sei mesi. Inoltre, il 3,79% dei rispondenti ha dichiarato di non recarsi fisicamente in biblioteca, in quanto usufruisce solo del prestito digitale.
Figura 9 – Frequenza delle visite in biblioteca
Le risposte date alla successiva domanda hanno permesso di capire che solo il 3,48% dei lettori quando va in biblioteca non ha mai in mente il libro da prendere; invece, il 66,98% e il 29,52% degli utenti rispettivamente spesso o qualche volta sanno in anticipo cosa leggere. A tal proposito va evidenziato che le risposte degli uomini e quelle delle donne, in termini percentuali, sono pressoché identiche. In riferimento alle fasce d’età, la percentuale dei più giovani che spesso sa già cosa prendere in prestito (77,31%) è pari a più del doppio rispetto a quella degli over 65 (35,77%).
Un apposito quesito ha inteso portare alla luce le opinioni dei rispondenti rispetto a quattro fattori che potrebbero consentire di migliorare la ricerca e la scelta dei libri da prendere in prestito, soprattutto nel caso in cui si arrivi in biblioteca senza un’idea precisa: il ricorso a sistemi di collocazione dei libri di più facile comprensione nello spazio della biblioteca; la possibilità di effettuare ricerche più intuitive nel catalogo; un maggior numero di iniziative organizzate dalla biblioteca (ad esempio incontri con gli autori, gruppi di lettura, letture ad alta voce) e l’offerta di raccomandazioni di lettura personalizzate, simili a quelle proposte dalle piattaforme per l’accesso in streaming a contenuti di varia tipologia. La maggior parte delle persone ha dichiarato di considerare tutti e quattro questi fattori abbastanza o molto utili, come illustrato dalla Figura 10.
Figura 10 – Fattori che potrebbero migliorare la scelta dei libri in biblioteca
Se le opinioni di uomini e donne sono simili, si rilevano disparità a seconda delle fasce d’età, soprattutto in riferimento all’introduzione di sistemi di raccomandazione basati sugli algoritmi, che potrebbero essere molto utili a detta di circa il 35% delle persone appartenenti alla prima fascia d’età (18-25 anni) e di quelle che rientrano nella seconda (26-40 anni); percentuali minori si rilevano per i rispondenti tra i 41 e i 65 anni (23,93%) per quelli over 65 (15,09%).
La domanda successiva ha permesso di soffermare l’attenzione sulla provenienza dei libri letti (Figura 11). Il 56,67% di tutti i rispondenti ricorre in modo prevalente al prestito bibliotecario, scelto come opzione principale da ben il 62,25% degli over 65, a fronte di percentuali intorno al 40% registrate per le altre fasce d’età. Al secondo posto si pone l’acquisto (37,44%), pratica adottata soprattutto dalle persone appartenenti alle due fasce d’età più giovani (per entrambe 46% circa) e meno sia dai lettori tra i 41 e i 65 anni (35,28%) sia dagli ultrasessantacinquenni (31,93%). A livello generale, una quota di gran lunga inferiore è rappresentata dal prestito da parte di amici o di familiari, che risulta il principale metodo per ottenere i libri a detta del 5,88% dei lettori (di cui il 78,35% è formato da donne). In questo caso le differenze tra le fasce d’età sono minime, anche se c’è una maggiore propensione a rivolgersi ad amici e parenti da parte dei più giovani (7,90% contro percentuali intorno al 5% per le altre fasce).
Un altro tema di analisi ha riguardato il confronto tra i comportamenti di acquisto e quelli di prestito in biblioteca ed è stata data la possibilità di scegliere una o più opzioni (Figura 11). Se il 19,33% dei rispondenti (di cui il 62,84% è costituito da donne) non ravvisa differenze, secondo il 54,58% attraverso il prestito è possibile avvicinarsi a nuovi autori, argomenti o generi, visto che quando si acquista un libro si tende a non rischiare: dunque, si effettuano scelte diverse a seconda che si voglia comprare un libro o prenderlo in prestito15. Tale opinione è espressa dal 56,91% delle donne e dal 49,84% degli uomini.
Inoltre, il 31,22% dei rispondenti sostiene che, nel caso in cui non si abbia la certezza che un libro possa andare incontro ai propri gusti, è preferibile prima prenderlo in prestito e poi eventualmente comprarlo. Sono di questo parere il 32,84% delle donne e il 27,75% degli uomini.
Per il 18,89% dei rispondenti (di cui il 57,95% è formato da donne) il prestito bibliotecario riguarda principalmente i libri fuori commercio; contrariamente alle risposte precedenti, in questo caso si notano differenze a seconda dell’età: una quota più ampia delle persone rientranti nelle due fasce più giovani (rispettivamente il 30,58% e il 25,39%) ritiene importante la funzione della biblioteca di garantire l’accesso a titoli non più acquistabili, percentuale più bassa per i più anziani.
Infine, per l’11,86% dei rispondenti (di cui il 75,96% è formato da donne) è preferibile ricorrere alla biblioteca per accedere ai libri più costosi, quindi prevale una motivazione di tipo economico. Anche in questo caso si notano differenze man mano che sale l’età dei rispondenti: tale aspetto è importante per il 29,55% delle persone tra i 18 e i 25 anni e solo per il 7,54% degli over 65.
Figura 11 – Principale provenienza dei libri letti, differenze tra prestito e acquisto dei libri, ruolo della biblioteca nel favorire l’esperienza di lettura
Con la domanda seguente il focus è tornato esclusivamente sui libri che le persone trovano nella biblioteca di riferimento, per capire se questi siano in grado di soddisfare i loro interessi di lettura. Solo l’1,75% delle persone ha dato una risposta negativa; mentre la maggioranza, ovvero il 64,44%, ha dichiarato di essere pienamente appagata dall’offerta della biblioteca e il restante 33,80% di essere soddisfatto in parte. Le opinioni di uomini e donne sono sostanzialmente identiche, così come quelle delle persone che rientrano nelle diverse fasce d’età.
In caso di soddisfazione mancata o parziale, espressa in totale da 1.424 persone su 3.926 (35,55%), è stato chiesto di giustificare la risposta, scegliendo una o più motivazioni. Secondo il 43,89% di questo campione, alcuni temi, autori, lingue, generi ed editori risultano poco rappresentati nelle collezioni bibliotecarie, che, quindi, non sono in grado di riflettere la varietà della produzione editoriale. Ad esempio, è stato sottolineato che in biblioteca sono generalmente messi a disposizione soprattutto best seller e libri mainstream, a scapito di quelli di nicchia; in aggiunta, a detta di diversi utenti, non è sufficientemente diversificata l’offerta di libri sui seguenti temi: cucina, alimentazione e salute, grafica, architettura e design, cambiamento climatico, scienze, informatica e nuove tecnologie, social media, didattica, linguistica, psicologia e antropologia, musica, critica letteraria, tematiche di genere. Alcune persone hanno sottolineato anche che è ridotta la presenza di libri in lingua originale, di audiolibri, nonché di graphic novel, manga e altri fumetti. Diversi commenti hanno riguardato pure la collezione digitale accessibile tramite MLOL, definita troppo limitata. E ancora, secondo il 31,81% dei rispondenti è possibile reperire in biblioteca poche novità e parecchi libri risultano essere in cattive condizioni, in quanto usurati, rovinati o sottolineati. Un’ulteriore motivazione è da ricondurre alle code di prenotazione lunghe per diversi titoli (sia in formato cartaceo sia in quello elettronico), cui ha fatto riferimento il 28,65% dei lettori poco o non del tutto soddisfatti dalla biblioteca.
Le ultime due domande della sezione hanno riguardato, più in generale, il rapporto tra la biblioteca e le pratiche di lettura. Dunque, è stato chiesto quanto tale istituzione sia giudicata importante per stimolare, favorire e arricchire l’esperienza di lettura, assegnando un punteggio in una scala da 1 (per niente) a 5 (molto). Le risposte sono state in gran parte favorevoli: il 49,63% degli utenti ha attribuito il punteggio massimo, il 28,2% il 4, il 15,99% il 3. Valutazioni negative, ossia 1 e 2, sono state date rispettivamente dall’1,22% e dal 4,50% dei rispondenti (Figura 11).
La domanda successiva, a risposta aperta e facoltativa, ha dato la possibilità di motivare il punteggio assegnato. In particolare, l’analisi dei commenti lasciati da 2.421 persone su 3.926 (61,66%), svolta anche con l’ausilio di un apposito software16, ha restituito l’idea che le persone hanno della biblioteca, ovviamente influenzata dalla loro esperienza concreta.
In linea con le risposte date al precedente quesito, prevalgono le accezioni positive (Figura 12).
Figura 12 – Le parole degli utenti
Entrando più nel dettaglio, è giudicato importante il ruolo della biblioteca nel favorire l’esperienza di lettura in quanto essa è un’irrinunciabile fonte di approvvigionamento dei libri, soprattutto grazie all’ampiezza dell’offerta disponibile, che non è paragonabile né alle collezioni personali (soprattutto per motivi economici e di spazio), né alle librerie (principalmente in riferimento ai libri fuori commercio). Questa convinzione traspare chiaramente da molte risposte, tra cui quelle in cui si associa la biblioteca a un «supermarket», a una «pasticceria» con tanti dolci da assaggiare, a un luogo dove fare il pieno di libri «come si fa con la benzina», a un «Amazon del popolo». Il contatto fisico e visivo con i libri garantito dalle biblioteche è giudicato come un fattore fondamentale per favorire e potenziare l’interesse per la lettura. La biblioteca è, quindi, il luogo della possibilità, della scoperta (anche casuale) di autori e argomenti, della sperimentazione di nuove letture, della curiosità, dell’incontro con la cultura; ciò avviene all’insegna della gratuità e dell’accessibilità per tutti17. Inoltre, a detta di un numero minore di utenti è utile anche il rapporto di fiducia che si crea con i bibliotecari «esperti e appassionati».
Tra coloro che giudicano positivamente il ruolo delle biblioteche figurano pure le persone che oltre a reperire i libri in biblioteca, vivono maggiormente questo luogo, definito tranquillo e velocemente raggiungibile da casa18. Qui si dedicano alla lettura individuale, ma anche alla socialità di questa pratica, che contribuisce al rafforzamento del senso di comunità, del confronto e della condivisione.
Dalle parole di una parte minoritaria degli utenti sono affiorate, invece, opinioni negative o non del tutto positive. Infatti, c’è chi tende a non considerare l’istituzione bibliotecaria e chi vi lavora né come punti di riferimento né tantomeno come valore aggiunto per le proprie esperienze di lettura. Inoltre, alcuni rispondenti hanno posto l’accento sull’offerta poco variegata delle biblioteche che frequentano, sulla difficoltà di reperire tempestivamente le novità, sulle lunghe code di prenotazione, sui pochi stimoli derivanti dalle iniziative organizzate: come visto in precedenza, si tratta di temi già emersi durante la parte precedente dell’indagine. Infine, è stato rimarcato che l’ambiente non è sempre accogliente, è «vetusto» e sarebbe opportuno rinnovarlo, così come i servizi e il modo di relazionarsi con il pubblico. Questa opinione, che accomuna diversi lettori, è ben esemplificata dal commento lasciato da uno di essi: «in biblioteca mi pare che tutto sia abbastanza morto» ed essa «non può rischiare di continuare ad esistere solo per inerzia». Tutto ciò influisce negativamente sulla percezione generale che queste persone hanno della biblioteca, ma anche sulla sua capacità di esercitare un ruolo determinante a favore dell’arricchimento delle pratiche di lettura.
L’ultima sezione del questionario si è focalizzata sulle ulteriori forme di accesso ai mondi narrativi, sul rapporto tra queste e la lettura, nonché sulla percezione del valore della transmedialità. Infatti, nello scenario contemporaneo la comprensione delle esperienze di lettura, del processo che conduce alla scelta dei libri da leggere, del ruolo della biblioteca e delle relative collezioni non può essere disgiunta da riflessioni di più vasta portata, relative anche ai comportamenti e ai consumi mediali19.
Innanzitutto, si è voluto capire attraverso quale o quali canali (diversi dal libro stampato, dall’e-book e dall’audiolibro) le persone accedono solitamente ai contenuti narrativi. Dalle risposte è emerso lo scenario illustrato dalla Figura 13. Circa il 65% di coloro che si dedicano a ciascuna di queste attività è costituito da donne; mentre la proporzione varia per la visione di serie attraverso i canali in chiaro, per la quale le persone di genere femminile raggiungono l’80,58% del totale; inoltre, l’unico caso in cui la percentuale degli uomini supera quella delle donne è relativo all’utilizzo dei videogiochi (61,18% contro 35,61%).
Figura 13 – Altre ‘porte’ di accesso ai mondi narrativi
Analizzando i dati suddivisi per età, è evidente che le attività e gli strumenti di accesso ai contenuti più tradizionali (televisione e radio) sono preferiti dalle persone più avanti negli anni; contrariamente, le piattaforme per l’accesso in streaming ai contenuti, i podcast e i videogiochi sono scelti soprattutto dai più giovani, come messo in evidenza dalla Figura 14.
Figura 14 – Altre ‘porte’ di accesso ai mondi narrativi per fasce d’età
È interessante ora prendere in considerazione i dati raccolti a livello nazionale da Pepe Research per l’AIE; tuttavia, va tenuto conto che essi scendono a un livello di dettaglio maggiore e, di conseguenza, non è possibile una piena comparabilità con i risultati della presente indagine. Infatti, l’AIE pone più opzioni e distingue tra l’ingresso nei mondi ‘narrativi’, nei mondi ‘divulgativi’ e in quelli di ‘utilità pratiche’ che qui, invece, sono considerati complessivamente, seppur con un orientamento più marcato verso i primi. Secondo le ultime rilevazioni nazionali20 tra le ‘porte d’ingresso’ ai mondi ‘narrativi’ diverse dai libri figurano: le serie da una tv in chiaro (scelta dal 75% degli italiani rispondenti), le serie da una pay tv (62%), il cinema di sala (36%), i videogiochi (18%), i podcast (18%). Tali percentuali non appaiono in linea con quelle emerse dal presente studio, dunque le scelte delle persone coinvolte nelle due indagini sono spesso discordanti; inoltre, l’AIE non fa riferimento alla visione di film tramite canali in chiaro e piattaforme, che, come visto, risultano essere forme di accesso selezionate dalla maggior parte dei torinesi.
Tornando alla presente indagine, è stato poi chiesto se, a livello generale, la lettura e le altre forme di accesso ai contenuti narrativi siano considerate complementari e fortemente integrate oppure se, al contrario, siano in competizione. Una parte minoritaria dei rispondenti (19,96%) ha sostenuto la seconda ipotesi; mentre la maggior parte di essi (80,03%) si è dichiarata d’accordo con la prima, in quanto la transmedialità aiuta a soddisfare in modo più ricco il bisogno di accesso ai mondi narrativi (Figura 15).
Con la penultima domanda si è cercato di comprendere se i lettori giudichino in modo positivo l’eventuale potenziamento da parte delle biblioteche dell’accesso ai contenuti narrativi diversi dal libro. Il 62,88% dei lettori (costituito per il 67,76% da donne) ha risposto in modo affermativo, mentre il 37,11% in modo negativo (Figura 15). In particolare, risposte favorevoli sono pervenute dal 68,72% dei più giovani, dal 67,46% delle persone nella fascia d’età 26-40 anni, dal 62,73% di chi si situa nella fascia 41-65 e dal 57,25% dei più anziani.
Il questionario si è concluso con una domanda facoltativa a risposta aperta, per offrire la possibilità ai lettori di fornire ulteriori considerazioni sul tema della transmedialità e dell’accesso diversificato ai contenuti narrativi. L’invito è stato accolto da un numero ristretto di persone (420 su 3.926, pari al 10,69% del totale) e molte di esse hanno sottolineato di non essere in grado di offrire considerazioni sul tema in merito poiché non si ritengono abbastanza «competenti» e «informate».
Invece, dall’analisi degli altri commenti è stato possibile delineare due visioni contrapposte (Figura 15). Da un lato si individuano coloro che, rappresentando una parte minoritaria del campione, oppongono resistenza all’integrazione tra media diversi, soprattutto nello spazio della biblioteca: essa, senza essere «snaturata», deve rimanere il presidio della lettura (principalmente su carta), della tranquillità e dell’approfondimento, che rischiano di essere messi in pericolo dai «troppi stimoli» «invadenti» derivanti dai media digitali, visti solo come forme di «mero intrattenimento». Secondo l’opinione di questi utenti, dunque, le biblioteche dovrebbero continuare a focalizzarsi sulle raccolte cartacee (e per alcuni anche su quelle di audiolibri e DVD), al fine di arricchirle e rendere sempre più varia l’offerta. Invece, «gli altri contenuti narrativi sono già ampiamente disponibili e utilizzati in altri contesti e tramite altri canali».
Figura 15 – La transmedialità
Dall’altro lato ci sono coloro che manifestano entusiasmo e curiosità verso il tema della transmedialità e delle sue applicazioni in biblioteca. Alcune persone hanno avanzato proposte concrete, tra cui la «creazione di un podcast della biblioteca» anche per presentare una «rassegna dei nuovi libri arrivati»; «l’offerta di contenuti in streaming di diversa tipologia» accessibili gratuitamente perché non tutti «possono permettersi l’abbonamento alle piattaforme»; «il prestito di account Netflix e di videogiochi»; la segnalazione accanto ai libri posti sugli scaffali «della disponibilità dell’audiolibro/podcast»; la proposta di link a podcast e a video su YouTube (compresi documentari, tutorial, corsi di lingua) attentamente selezionati dai bibliotecari; l’offerta di giochi da tavolo, videogiochi e la proiezione di film in sede; la costruzione di percorsi in cui «mettere in collegamento i libri con le serie o i film tratti da essi»; «l’aggregazione di contenuti diversi per fornire approfondimenti tematici transmediali al pubblico, a partire dall’esperienza dei bibliotecari» e per «passare da un film ad un saggio per poi arrivare ad un album di musica e/o a una raccolta di opere d’arte». Inoltre, secondo diverse persone, la biblioteca dovrebbe potenziare l’offerta transmediale e fare in modo che essa sia caratterizzata anche da contenuti introvabili nelle varie piattaforme.
Progetti specifici, a detta di questo gruppo di rispondenti, permetterebbero di potenziare il ruolo delle biblioteche nella «lotta contro il divario digitale», nel potenziare «l’accessibilità» a varie tipologie di contenuti, «nel sensibilizzare sull’uso sano dei media digitali». Inoltre, proposte transmediali aiuterebbero ad «avvicinare i più giovani alla frequentazione della biblioteca». Dunque, l’integrazione tra diverse forme di accesso ai mondi narrativi non viene vista come uno snaturamento della biblioteca, bensì come un «arricchimento».
In conclusione, è opportuno segnalare che alcune persone hanno manifestato la volontà di continuare a riflettere su questi temi e hanno proposto la creazione di «gruppi di lavoro» in cui utenti e bibliotecari possano confrontarsi e dar vita a nuove idee.
Attraverso l’indagine qui presentata è stato possibile portare alla luce la complessità e la multidimensionalità dell’atto della lettura e raccogliere indicazioni interessanti su tre questioni centrali: il processo che conduce le persone alla scelta del libro; il ruolo delle biblioteche nel favorire e arricchire l’esperienza di lettura; la complementarietà tra la lettura dei libri e le altre forme di accesso ai mondi narrativi.
In riferimento al primo aspetto, va osservato che la scoperta e la selezione dei libri spesso non avvengono in modo lineare e sono influenzate da numerosi stimoli di diversa provenienza; tuttavia, per la maggior parte dei rispondenti, le fonti informali e di fiducia – in primo luogo gli amici e poi i familiari, le persone che si seguono sui social e i colleghi – rappresentano i principali punti di riferimento, insieme alla navigazione tra gli scaffali delle librerie. La rilevanza della dimensione affettiva e personale non riguarda solo il campione qui preso in esame; infatti, può essere definita come un fenomeno ricorrente nelle dinamiche che conducono alla scelta del libro, indipendentemente dal contesto territoriale, come si evince mettendo a confronto i risultati degli svariati studi descritti in letteratura. Ad esempio, da una recente indagine statunitense simile a quella qui presentata per metodologia di ricerca (questionario) e per numero di rispondenti (4.314), è risultato che la scoperta dei libri avviene per un terzo delle persone grazie al passaparola (diretto o tramite i social) di amici e di familiari21.
Un altro fattore comune che emerge dai diversi studi è la scarsa propensione ad affidarsi ai bibliotecari per individuare le nuove letture: se solo il 7,92% dei torinesi rispondenti chiede spesso consiglio ai bibliotecari, la percentuale degli statunitensi risulta ancora più bassa (4,1%). Riscontri simili sono stati ottenuti anche nel corso di ricerche basate su metodi qualitativi: ad esempio, nessuna delle 16 persone intervistate nell’ambito di uno studio finlandese si rivolge ai bibliotecari22; mentre lo fanno solo raramente i 12 lettori interpellati in una ricerca neozelandese, i quali si dichiarano poco inclini ad accettare raccomandazioni da estranei23. Va sottolineato che le persone coinvolte nelle indagini (quantitative e qualitative) appena citate sono in gran parte o interamente utenti di biblioteche, dunque questi dati risultano fortemente rilevanti, ma è opportuno porli in relazione con quelli che mostrano il ricorso alle altre tipologie di fonti all’interno della biblioteca. Infatti, dalle stesse ricerche si nota che, seppur molti lettori si rechino in biblioteca già avendo in mente il titolo di un libro, essi considerano importanti gli stimoli che provengono da questo ambiente (vero e proprio «tool of discovery»)24, grazie non solo alle vetrine tematiche e delle novità, alle bibliografie, ai carrelli dei resi e alle specifiche iniziative realizzate, ma anche alla possibilità di entrare in contatto visivo e fisico con una quantità notevole di libri e di altri media.
Per quanto riguarda la presente indagine, è significativo che la terza fonte in assoluto per l’individuazione dei libri sia rappresentata dal browsing degli scaffali delle biblioteche (attività indicata dal 34,61% dei rispondenti)25 e che tra i fattori in grado di migliorare la ricerca dei libri vi sia, a detta di molti, la sperimentazione di sistemi di collocazione di più immediata comprensibilità. Da tutto ciò deriva una conferma importante: le riflessioni sugli spazi e sul modo in cui i libri e gli altri documenti sono collocati – che rappresentano uno dei temi classici e al contempo di grande attualità negli studi biblioteconomici – è di fondamentale importanza per favorire l’incontro tra lettori e collezioni26. Dunque, la prosecuzione di tali riflessioni, da condurre anche grazie al confronto con gli utenti stessi, è fortemente auspicabile e rappresenta una delle tante diramazioni della linea di ricerca menzionata in apertura, finalizzata alla valorizzazione delle collezioni e della lettura secondo un’ottica innovativa, transdisciplinare e non autoreferenziale.
All’interno di questo approccio si vanno a inserire due ulteriori elementi fondamentali. Il primo riguarda l’integrazione tra le culture bibliografiche tradizionali e quelle digitali, al fine di rendere più facile e divertente per gli utenti la ricerca dei libri da leggere. Proprio nella realtà torinese, è stato sviluppato il prototipo Reading(&)Machine, un modello generativo e trasformativo che, sulla base di algoritmi di raccomandazione e attraverso una interfaccia fisica e digitale inclusiva, immersiva e partecipativa, fornisce suggerimenti di lettura personalizzati27. Dal mese di aprile 2023 tale prototipo è collocato negli spazi della Biblioteca civica centrale di Torino e messo a disposizione del pubblico: l’auspicio è che esso possa incuriosire e soddisfare le esigenze non solo delle 2.598 persone che attraverso il questionario hanno dichiarato di considerare abbastanza o molto utile l’introduzione di raccomandazioni personalizzate, ma anche di coloro che hanno espresso un’opinione meno favorevole e, in generale, di tutta l’utenza28.
Il secondo elemento si fonda sulla necessità di tenere conto dello stretto legame che intercorre tra la lettura e le altre forme di accesso ai mondi narrativi, sia come tema di indagine a livello generale, sia in riferimento alla possibilità di giungere a una presentazione transmediale delle collezioni, superando la separazione tra le risorse fisiche e quelle digitali. Come confermato dalla grande maggioranza di coloro che hanno preso parte a questa indagine e come dichiarato sia dai rispondenti ai questionari dell’Osservatorio AIE sulla lettura e i consumi culturali29 sia dai partecipanti alla ricerca statunitense Immersive media and books30, i libri (cartacei, digitali o audiolibri) si collocano all’interno di un ecosistema multimediale interconnesso. Il pubblico è già abituato a passare da un medium all’altro per immergersi nelle storie e nei mondi che lo affascinano; di conseguenza, il desiderio di accedere, anche in biblioteca, a contenuti eterogenei (testi scritti, audio, video, musica, giochi ecc.) e di qualità è sempre più forte. Dunque, una delle sfide delle biblioteche contemporanee è quella di rispondere a questa esigenza, arricchendo le tradizionali collezioni, rinnovando i propri spazi e servizi, per lasciarsi alle spalle quell’immagine ‘vetusta’ e polverosa troppo spesso ad esse associata. Questa sfida è stata raccolta dalla Biblioteca centrale di Torino che nella sua futura nuova sede dedicherà un’area – denominata in modo evocativo Via delle storie – alla presentazione integrata di opere di narrativa, risorse multimediali e risorse digitali, all’interno di uno spazio bibliografico (fisico e digitale) arricchito, in cui sperimentare forme innovative di storytelling delle collezioni31.
Progetti di questo tipo potranno aiutare le biblioteche ad andare incontro ai mutevoli interessi del pubblico e, al tempo stesso, a valorizzare e potenziare uno dei loro compiti più tradizionali e identitari, ossia favorire l’esperienza di lettura e l’accesso ai contenuti di varia natura, secondo percorsi reticolari e transmediali, in grado di stimolare l’immaginazione e la crescita culturale delle persone.
Articolo proposto il 14 aprile 2023 e accettato il 21 aprile 2023.
Ultima consultazione siti web: 14 aprile 2023.