Anna Lucarelli, Elisabetta Viti
Fra le varie ‘risorse non bibliografiche’ di cui indagare il tipo di analisi per soggetto e trattamento, le cartografiche rappresentano una tipologia interessante per varie ragioni. Hanno una natura prevalentemente visiva, grafica e iconografica; possono essere caratterizzate da particolari aspetti oggettuali e tecnici (dalle antiche carte manoscritte attraverso le carte a stampa fino a quelle in formato digitale), dalla bidimensionalità o tridimensionalità della rappresentazione, dalla varietà delle scale di rappresentazione. A volte queste risorse presentano una natura ibrida che può coinvolgere il tipo di supporto o la contaminazione tra supporti: oltre alle più diffuse su carta, esistono i mappamondi, le carte dipinte su tavole, gli oli su muro, quelle in forma di affresco di cui abbiamo esempi ben noti nei nostri palazzi antichi1, oppure le carte incise su pietra, quelle realizzate in forma di mosaico, su mattonelle di ceramica, su tavolette d’argilla, su tessuti, legno e metallo.
La varietà delle carte geografiche può inoltre essere legata al loro contenuto, alle specifiche tematiche o agli stili della rappresentazione. A questi aspetti si deve aggiungere la complessità che a volte si presenta nel volerne dare definizioni univoche. Esemplare il caso del termine ‘cabrei’ – che deriva dallo spagnolo cabrero con cui ci si riferiva ai privilegi della monarchia castigliana – e che nel corso del tempo ha assunto significati diversi e varianti regionali (in Italia: catastici, poliptici, terrilogi, platee, possessioni)2.
Un’altra particolarità riguarda il compito, non sempre semplice, di individuarne i ruoli autoriali: chi ha fatto cosa, chi è l’autore di una mappa? Una domanda simile a quella che ci si pone spesso per la catalogazione di un’incisione. Le parti testuali, anche se presenti, sono in genere limitate e non necessariamente interagiscono con l’immagine come avviene in altri tipi di materiali. A ciò può aggiungersi la mancanza, quasi assoluta, di quelle fonti indicate dallo standard ISO sull’analisi concettuale3 normalmente indispensabili per individuare contenuti come, ad esempio, sommari, indici, premesse, introduzioni.
L’evoluzione della geografia, della cosmografia e della geodesia hanno certamente influito sulla estrema differenziazione di questa tipologia di materiali, così come, ovviamente, lo sviluppo della stessa cartografia, disciplina di ambito scientifico ma i cui prodotti coinvolgono contesti ben più ampi come la storia antica, la storia dell’arte, quella delle scoperte geografiche, ecc. Non a caso, anche la Classificazione decimale Dewey (DDC) prende in considerazione queste risorse collocando la cartografia in 526, nell’ambito della geografia matematica’ ma dando nel Manuale istruzioni specifiche su quando preferire altre notazioni, fra cui la geografia4 oppure, per l’ambito biblioteconomico e la catalogazione delle carte, su quando scegliere le classi 025.176 e 025.346, o ancora su come usare le suddivisioni standard T1–0223 per quelle tematiche.
Insomma, di questa grande pluralità di aspetti specifici si deve tener conto per garantire a questi materiali ‘speciali’, e non certo ‘minori’, un’adeguata conservazione e trattamento in istituzioni della memoria diverse fra loro per natura e mission come biblioteche, archivi e musei, ecc.
Queste tematiche, molte delle quali trattate nel già citato volume che Laura Manzoni dedica alle risorse cartografiche5, mettono in evidenza quanto delicata sia, in relazione al controllo bibliografico, la dinamica fra diversi standard e normative. Diversi a seconda del contesto geografico e linguistico di produzione, oppure diversi perché di ampia applicazione (ad esempio, ISBD Edizione consolidata, rivista e aggiornata nel 2021 dopo una versione preliminare rilasciata nel 2007 e che prevede importanti novità per la cartografia celeste)6 in rapporto ad altri più specifici (ad esempio, ISBD(CM), ormai superato)7. Strumenti appositamente dedicati possono riguardare proprio l’indicizzazione semantica, come il Thesaurus for graphic materials (TGM)8 realizzato dalle Library of Congress (LoC) e il Getty thesaurus of geographic names® online del Getty Research Institute9. Inoltre, normative differenti vengono impiegate da istituzioni della memoria diverse: la descrizione di una carta geografica in un archivio o in un museo non è quella che faremmo in una biblioteca, come mostrato nell'esempio che segue basato sul confronto tra la descrizione di carte geografiche nel catalogo della Biblioteca nazionale centrale di Firenze (BNCF) e nel catalogo delle Gallerie degli Uffizi.
Figura 1-2 – Descrizione di carte geografiche nel catalogo BNCF
Figura 3-4 – Descrizione di carte geografiche nel catalogo delle Gallerie degli Uffizi
Come per le fotografie, incisioni e audiovisivi, siamo in un contesto in cui le competenze di studiosi e specialisti della disciplina, in questo caso la cartografia, sarebbero utili per arricchire l’informazione bibliografica e per dare un apporto interdisciplinare e transdisciplinare, tanto più nell’indicizzazione per soggetto che ha l’obiettivo di far emergere e comunicare contenuti, ‘temi di base’, tramite un linguaggio controllato preciso e meno ambiguo possibile. Ma è anche vero che nell’ottica integrata dei nostri cataloghi, e dal punto di vista del recupero dell’informazione, sono indiscutibilmente maggiori i vantaggi di una metadatazione il più possibile standardizzata, di informazioni uniformi ancorché in certi casi meno dettagliate.
Le risorse cartografiche: valorizzazione e trattamento catalografico
Sinora, nella realtà delle nostre biblioteche, le carte geografiche hanno avuto destini differenti: ognuno si è mosso in modo autonomo; all’interno di un medesimo polo del Servizio bibliotecario nazionale (SBN) spesso non c’è allineamento nei criteri e negli strumenti impiegati; emblematico il caso dei soggetti del Polo BNCF in cui convivono quelli della BNCF e della Biblioteca Attilio Mori dell’Istituto geografico militare formulati – in certi casi – addirittura in lingua inglese.
Possiamo ricordare che la politica della stessa Bibliografia nazionale italiana (BNI) rispetto a questi materiali è mutata varie volte; li descrive dal 1958 al 1962, successivamente solo in rari casi: politiche di selezione non sempre uniformi, non sempre comunicate10.
A fronte di questa realtà frammentata, dobbiamo però riconoscere che negli ultimi 20 anni anche in Italia sia finalmente decollato un maggiore interesse per il trattamento delle carte geografiche. La digitalizzazione e i progetti che ne sono scaturiti hanno contribuito a innalzare questo interesse. Non a caso nel 2006 l’ICCU pubblica le Linee guida per la digitalizzazione del materiale cartografico11. Qualcosa di analogo a quanto è avvenuto per le fotografie: ci si è maggiormente interessati alla loro catalogazione perché iniziavano campagne di digitalizzazione.
Progetti interessanti sulla cartografia sono stati avviati negli ultimi decenni da varie istituzioni, in particolare da quelle che si sono dedicate alla valorizzazione di queste risorse o per il prestigio degli esemplari e delle collezioni che conservano12 o per il ruolo che rivestono nella catalogazione e nei servizi bibliografici nazionali. Mi riferisco alle due Nazionali centrali e, in particolare, alla stessa BNCF le cui principali collezioni di carte geografiche, e le iniziative ad esse dedicate, sono state presentati nell’ottobre 2023 nell’ambito di un seminario fiorentino13.
Certamente, dal punto di vista del loro trattamento catalografico, i problemi non mancano. A partire da quello spartiacque cronologico del 1830 convenzionalmente assunto in SBN per distinguere carte ‘antiche’ e ‘moderne’ ma che in questo caso non corrisponde a un confine coerente con i cambiamenti, anche tecnologici, che riguardano la produzione di tali risorse. Peraltro, uno spartiacque a cui non si allinea nemmeno la soggettazione: il Nuovo soggettario per carte geografiche tematiche antiche adotta l’etichetta Opere anteriori al 1900, dunque con un riferimento altrettanto convenzionale e discutibile. Non è un caso che altre biblioteche o reti straniere adottino il limite del 185014.
In ogni caso, non ci sono dubbi che debba essere SBN il principale ‘ecosistema’ bibliografico per le nostre risorse cartografiche, il collettore, il luogo in cui esplorarle e scoprirle; ce ne sono già molte, anche se i numeri non sono paragonabili ai 6 milioni di carte geografiche di WorldCat15. A SBN, nel corso del tempo, si sono affiancati per la loro valorizzazione altri strumenti come Internet culturale, Cultura Italia, Europeana, o come il portale bibliografico Alphabetica che dedica uno dei Percorsi di ricerca proprio alla Cartografia16.
È in questo contesto che assume un’importanza particolare la recente Guida alla catalogazione in SBN – Materiale cartografico, curata dall’ICCU, corredata di importanti Appendici17.
Entrando nel merito della soggettazione, prima di dare spunti sulle modalità di analisi e indicizzazione semantica di una carta geografica, può essere interessante informare sulla situazione concreta, cioè su alcuni numeri: ad esempio, quali e quante, fra quelle descritte in SBN sono ad oggi anche soggettate?
Questo dato è importante perché stiamo parlando di un contesto in cui la ricerca da parte dell’utente è davvero fortemente connotata dall’approccio semantico. Infatti, chi vuole esplorare carte geografiche all’interno di un catalogo ha un bisogno informativo quasi sempre legato a ciò che esse rappresentano, al loro contenuto. Per questo la ricerca viene condotta tramite termini ad esso riferibili, molto più che, ad esempio, tramite i nomi degli autori.
In base ai dati che ci sono stati forniti dall’ICCU la situazione nell’OPAC dell’Indice SBN18 mostra 53.584 carte geografiche (52.665 a stampa; 919 manoscritte), un dato relativo ai poli e/o alle biblioteche i cui record migrano in Indice; di queste circa il 25% presentano anche soggetti (il dato riguarda il numero dei record anche nel caso di presenza di più soggetti) dei quali è possibile individuare lo strumento di indicizzazione impiegato. Il tutto è ben visibile nell’immagine che segue.
Figura 5 – Carte geografiche descritte e soggettate nell’OPAC SBN
Volendosi riferire al polo BNCF, si individuano 12.657 carte geografiche descritte (compresi i livelli particolari delle descrizioni a più livelli), delle quali 8.490 con soggetto (il totale degli identificativi dei soggetti è 3.334, perché ovviamente lo stesso soggetto è impiegabile per più notizie): un dato (circa il 70%) che evidenzia una percentuale molto più alta di quella riferita alle notizie visibili in Indice. Le notizie del polo BNCF sono corredate di notazione Dewey (sulla base di edizioni diverse) e sul totale delle 12.657 citate, 6.736 sono prodotte dalla Biblioteca Attilio Mori dell’Istituto geografico militare.
È possibile ripartire, sulla base della specifica biblioteca del polo che li ha attribuiti, il totale dei 3.334 identificativi di soggetto impiegati; analoga differenziazione si può stabilire sulla base dello strumento di indicizzazione impiegato, come è evidente nella Figura 6.
Figura 6 – Identificativi di soggetto nell’OPAC del polo BNCF in base a biblioteche e strumenti di indicizzazione
Come mostra la Figura 7, nel Polo BNCF le 8.490 carte geografiche con soggetto, se suddivise in base alla localizzazione, rivelano una prevalenza di quelle della Biblioteca Attilio Mori dell’Istituto geografico militare.
Figura 7 – Carte geografiche con soggetto nell’OPAC del polo BNCF in base alla localizzazione
Come già accennato, la BNCF soggetta carte geografiche da tempo, anche se questo non è avvenuto in modo costante e con metodi sempre uniformi. Il passaggio dal Soggettario19 del 1956 al Nuovo soggettario20 ha segnato una svolta. Una prima esperienza di un’organica ‘campagna’ di soggettazione di carte in BNCF è avvenuta fra il 2004 e il 2006, negli anni immediatamente precedenti la pubblicazione del nuovo strumento e all’interno di progetti dedicati a carte geografiche antiche. In occasione di tali progetti vennero redatti per la prima volta documenti a circolazione interna su criteri da seguire e scelte da operare, con un primo importante tentativo di normalizzazione.
Le funzionalità del Nuovo soggettario, in quanto linguaggio di indicizzazione basato su un vocabolario controllato e su norme per la costruzione delle stringhe di soggetto, ha offerto la possibilità di applicare una metodologia chiara e strutturata anche alla soggettazione di queste risorse21. La seconda edizione della sua Guida in vari punti cita le carte geografiche in relazione alle funzionalità dello strumento. Dal punto di vista terminologico, il Thesaurus contiene una ricchissima varietà di termini riferiti sia a diverse tipologie di risorse cartografiche22, sia ad attività, processi e strumenti nell’ambito della cartografia, di sue branche e discipline affini (topografia, geodesia, ecc.). In totale un ‘tesoretto’ che si è accresciuto moltissimo nel corso degli ultimi anni, anche grazie ai confronti che il settore Ricerche e strumenti di indicizzazione semantica della BNCF ha avuto con Laura Manzoni e con l’ICCU che, proprio nello stesso periodo, ha creato l’utile Glossario pubblicato in appendice alla Guida citata23.
Insomma, la prima cosa da sottolineare è che la natura ‘speciale’ di questi materiali non riduce affatto l’importanza di indicizzarli con un linguaggio standardizzato, conforme a principi, standard, strumenti condivisi, vocabolari controllati. In realtà non ci sono motivi per pensare che questi non debbano essere gli stessi che si impiegano per altri tipi di risorse, così come per affermare che in una stringa di soggetto riferita a una carta geografica l’ordine di citazione non debba seguire le regole generali della prevista sintassi e che i termini utilizzati non debbano essere quelli autorizzati dal Thesaurus. Non ci sono motivi per escludere che, come per altri materiali, non si possa impiegare una forma di indicizzazione precoordinata oppure, residualmente, quella per parole chiave. Non ci sono motivi per impiegare toponimi non controllati su adeguate fonti o liste di authority.
Questo non significa che alla particolarità del materiale non corrispondano particolarità del processo di indicizzazione. Infatti, non è un caso che il termine Carte geografiche del Nuovo soggettario sia corredato di una nota sintattica che guida il catalogatore nella costruzione della stringa di soggetto, consentendo di individuare possibili ruoli e funzioni logiche dei singoli concetti.
Figura 8 – Carte geografiche - Nota sintattica nel Thesaurus del Nuovo soggettario
In realtà le problematiche più interessanti attengono alla natura prevalentemente iconografica di questi materiali. La loro indicizzazione ha aspetti in comune con quella di incisioni, stampe, fotografie. Nelle carte geografiche le parti testuali non sono mai completamente assenti e costituiscono fonti, ancorché minime, per l’analisi concettuale: titoli (se presenti); nomi di luoghi, nomi di altri elementi di cui si dà rappresentazione (ad esempio, nomi di battaglie, nomi di stazioni di posta); cartigli o dediche, soprattutto in carte geografiche antiche.
Figura 9 – Presenza di elementi testuali utili per l’analisi concettuale
In certi casi, informazioni utili potrebbero essere desunte da eventuali contenitori come buste, cartelle, custodie, oppure da altri oggetti come fascicoli ecc., che possono essere a corredo delle risorse cartografiche.
Analogamente ad altre risorse visive, sono possibili vari livelli di analisi secondo un percorso che va dal pre-iconografico all’iconologico (come ha insegnato Panofsky nel suo ‘classico’ Studi di iconologia24): cosa vedo; cosa è rappresentato; cosa è identificabile; cosa è simboleggiato.
Il fatto di nominare o situare un elemento su una carta può avere una motivazione politica, propagandistica, di strategia militare, di conservazione dell’ordine pubblico, di legittimazione di conquiste territoriali, di codifica delle informazioni sulla proprietà, di censura giustificata da motivi di sicurezza nazionale, ecc. Quando nel bordo di certe carte geografiche antiche ci sono immagini di corredo, addirittura figure umane che enfatizzano simbolicamente il potere politico di uno Stato, di una monarchia ecc., l’analisi si potrebbe allargare a un contesto più ampio, anche sociologico25. Si potrebbero valutare elementi esterni che favoriscano identificazioni, elementi paratestuali con funzione di fonti per l’indicizzazione semantica, considerando sempre quali di essi possano contribuire alla formulazione della stringa di soggetto.
Potremmo aggiungere che, a volte, le carte possono esse stesse diventare fonti iconografiche per la storia di particolari oggetti, come nel caso delle antiche imbarcazioni che si vedono nei dipinti del Terrazzo delle carte geografiche delle Gallerie degli Uffizi26.
Certo è che nell’analisi semantica di una carta un ruolo fondamentale è costituito dal concetto che esprime il luogo o i luoghi rappresentati. Questo coinvolge ovviamente sia aspetti sintattici che di controllo terminologico.
Dal punto di vista dell’analisi e per individuare il ‘tema di base’, ci si deve sempre chiedere quale sia l’area rappresentata; dal punto di vista terminologico quale sia il toponimo da usare, un problema legato all’interpretazione dell’area come entità solo geografica o anche politico/territoriale. Vanno considerati eventuali mutamenti di forma del toponimo nel corso del tempo oppure, all’inverso, mutamenti fisici del territorio rappresentato (limitazioni diverse di confini) e politico/amministrativi, nonostante sia rimasta invariata la denominazione dell’area. Tutte questioni che avvicinano molto l’indicizzazione di carte geografiche antiche a quella di libri antichi.
Il legame con ‘entità individuali’ di tipo geografico comporta una relazione molto stretta fra ciò che viene indicato nel campo soggetto e ciò che potrebbe essere indicato in altri ulteriori campi anch’essi riferiti al subject content, espressione impiegata da alcuni cataloghi stranieri. A questo riguardo, ci dovremmo chiedere se sia davvero necessario implementare anche un tag dedicato solo alla area geografica27. Se servano entrambi e se, una volta assegnato il primo (il soggetto vero e proprio), sia utile anche il secondo. Per non considerare quanto sarebbe interessante, per le carte in formato digitale, indagare sulle possibili interazioni fra tecniche di georeferenziazione (attribuzione di metadati geografici) e forme di indicizzazione automatica.
Altro punto fondamentale riguarda l’indicazione di ‘forma’ riferita al tipo di carta geografica che stiamo soggettando; questa è rappresentata da termini usati generalmente per esprimere ruoli non-nucleari e dei quali abbiamo innumerevoli esempi nel Thesaurus del Nuovo soggettario fra i sottordinati (NT) dei termini carte geografiche oppure carte geografiche tematiche.
Infine, come avviene anche nell’indicizzazione di altri tipi di risorse, in particolare per quelle antiche, è sempre opportuno indicare nel soggetto che i temi e le forme (bibliografiche o intellettuali che siano) – individuati ed espressi in una stringa – possono essere contestualizzati anche da un punto di vista cronologico, aggiungendo un’etichetta che esprima l’arco temporale di riferimento (per es. Opere anteriori al 1900) o distinguendo le risorse antiche da quelle moderne tramite l’aggettivazione del sostantivo (per es. carte geografiche antiche), come mostrano gli esempi della Figura 1028.
Figura 10 – Esempi di soggetti in cui è indicato il periodo di realizzazione di carte geografiche, anche tematiche nel catalogo BNCF
Può essere utile segnalare che per le carte geografiche una prassi frequentemente impiegata da biblioteche straniere è quella di scorporare in più campi differenziati informazioni sui contenuti semantici e il genere/forma. La figura 11 mostra la soluzione della Library of Congress per un’antica carta del New England in cui, in aggiunta al tag LC Subjects compare anche quello riferito a form/genre.
Figura 11 – Soggetti per carte geografiche nel catalogo della Library of Congress
L’esempio che segue, invece, illustra come la Bibliothèque nationale de France (BNF) aggiunga al campo soggetto (comunque elaborato sulla base del sistema ufficiale Répertoire d'autorité-matière encyclopédique et alphabétique unifié (RAMEAU)) ulteriori informazioni di luogo e forma in campi specificatamente dedicati all’area geografica oltre che alla forma della risorsa.
Figura 12 – Subject content per carte geografiche nel catalogo della BNF
La Figura 13 mostra quanto mette a disposizione all’utente la National Library of Scotland che – con il prezioso strumento map finder corredato di una guida pratica – permette di impostare una ricerca avanzata per tipo e categoria di mappe, scale, autore della mappa, incisore, topografo, editore, intervallo di date, luogo, ma anche per parola chiave e soggetto. Anche in questo caso, la descrizione è arricchita da più campi come subject(s) (stringhe di soggetto precoordinate) e local subject.
Figura 13 – Subject content per carte geografiche nel catalogo della National Library of Scotland
Ci si dovrebbe chiedere se sia utile qualcosa di simile anche per i nostri cataloghi e se tali soluzioni siano maggiormente efficaci, nella restituzione dei risultati di ricerca, rispetto a stringhe uniche e il più possibile coestese, valutando se esse non producano maggiore funzionalità e chiarezza. Anche su queste tematiche sarebbe interessante avviare un confronto nell’ottica di stabilire costi e benefici di simili scelte.
Con la consapevolezza di aver presentato solo alcuni dei possibili spunti legati alla soggettazione delle risorse cartografiche, può essere infine utile visualizzare la struttura completa del termine carte geografiche nel Thesaurus del Nuovo soggettario. Un termine cardine da cui si naviga verso concetti più specifici, associati, ecc., ma non solo.
Figura 14 – Il termine carte geografiche nel Thesaurus del Nuovo soggettario
È ricco di dati ed esemplifica le funzionalità che un thesaurus multidisciplinare può avere anche in contesti specialistici: ha una nota d’ambito; una nota sintattica; una nota storica; un cospicuo apparato di fonti; il corrispettivo WebDewey ed equivalenti multilingue in altri strumenti. Ma presenta anche una funzionalità GLAM (Galleries, libraries, archives and museums). Grazie a un collegamento con risorse di archivi e musei è possibile navigare ed esplorare mondi diversi raggiungendo i cataloghi di altre istituzioni della memoria registrata come ci dimostra il più specifico globi terrestri interoperabile sia con il data base delle Gallerie Uffizi che con quello del Museo Galileo.
Figura 15-17 – Il termine globi terrestri nel Thesaurus del Nuovo soggettario
Articolo proposto il 27 settembre 2023 e accettato il 24 novembre 2023.
ANNA LUCARELLI, Biblioteca nazionale centrale di Firenze, e-mail: anna.lucarelli@cultura.gov.it.
ELISABETTA VITI, Biblioteca nazionale centrale di Firenze, e-mail: elisabetta.viti@cultura.gov.it.
Il testo rielabora l’Intervento tenuto dalle autrici al convegno “Look beyond. Indicizzazione per soggetto delle risorse non librarie” (Roma, 6 febbraio 2023), organizzato da AIB CILW e ISKO Italia, <https://www.aib.it/eventi/look-beyond-ita/>.
Ultima consultazione siti web: 23 novembre 2023.