Roberta Lasio, Marcello Proietto
Everything inspires me. I could
be a movie. I could be a book. It could
be a house. It could be on word –
I’ll think for hours and hours about one
word sometimes. It could be anything1.
Franca Sozzani
Franca Sozzani nasce a Mantova il 20 gennaio 1950. Si laurea presso l’Università cattolica del Sacro Cuore in Lettere e filosofia con una tesi in filologia germanica2 ma comincia ancora prima, nel 1973, a lavorare per Vogue bambini come «assistente dell’assistente»3. Creatività e talento, ma anche anticonformismo e visionarietà, le permettono di fare una rapida carriera: diventa direttrice di Vogue nel 1988, carica che ricopre per 28 anni, fino al suo decesso. Nel 1994 diventa anche la direttrice editoriale della Condé nast Italia; dal numero di ottobre 2006 è direttrice responsabile de L’uomo Vogue; nel marzo 2013 viene nominata presidente della Fondazione IEO (Istituto europeo di oncologia).
Nel settembre 2011, grazie al suo grande spirito umanitario, diventa Goodwill ambassador di Fashion 4 development, il partner operativo dell’Onu che ha come obiettivo la crescita sostenibile e l’indipendenza economica delle donne attraverso la moda4. Il fondo conservato nell’Istituto europeo di design (da ora in poi IED) include tre riconoscimenti, testimonianze del suo impegno sociale: il primo consegnato alla Sozzani in occasione del WF4D (World fashion 4 development), tenutosi a New York nel 2012; il secondo relativo all’evento South-South Awards del 2011; il terzo è l’African sustainability Award ricevuto nel 2013 dalla Dream for future Africa foundation.
La sua appassionata adesione a tematiche forti, oggi più che mai attuali (antirazzismo, esaltazione di una bellezza non stereotipata, ecc.), porta alla pubblicazione, nel luglio 2008, di The black issue, edizione speciale di Vogue Italia che vede per la prima volta servizi e copertine incentrati esclusivamente su modelle di colore e creazioni di designers africani. Il fascicolo, ristampato più volte, fu poi vincitore del Brit insurance fashion Award 2009, premio che completa e rende ancora più prestigiosa la collezione posseduta da IED.
Nel 2010 lancia il sito internet di Vogue Italia, primo portale on line del periodico e nel 2015 le vengono affidate tutte le testate in lingua italiana con il marchio Vogue5.
Il 22 dicembre 2016 Franca Sozzani muore a Milano dopo una lunga malattia, all’età di 66 anni. Il figlio Francesco Carrozzini, fotografo e regista, le ha dedicato un documentario, presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 2015, a cui lei stessa era riuscita a presenziare.
Il film doveva catturare e riassemblare i pezzi di una vita straordinaria, quella della sua cara mamma, a cui era legatissimo, partendo dagli oggetti, dalle carte, dalle fotografie6, dai ricordi.
Anche le biblioteche IED vogliono dare il loro contributo alla conservazione e valorizzazione di pezzi unici, tracce e trame della sua straordinaria esistenza, da cui, ci auguriamo, trarranno ispirazione gli studenti e i creativi del domani.
Nel 2019, in occasione del terzo anniversario della morte di Franca Sozzani, il figlio e la nipote, Sara Sozzani Maino, donano a IED e all’Accademia costume & moda di Roma 2.400 volumi, prevalentemente di fotografia, storia del costume, fashion, pittura, storia dell’arte.
Il presente contributo si focalizza sulla parte del fondo destinato a IED Milano (1.177 documenti, prevalentemente monografie e fascicoli di periodici) e su quali siano state le scelte catalografiche e di ordinamento, operate dall'istituto, che da un lato hanno consentito per quanto possibile il rispetto della specificità, della fisionomia e dell’organicità della raccolta; dall’altro hanno cercato di inserirsi nell’ottica di una valorizzazione e una fruizione, capace di rispondere alle attuali esigenze informative degli studenti.
Se si parla di organicità della raccolta, che a buon diritto può essere definita ‘biblioteca d’autore’, in quanto allestita da una figura di spicco in ambito culturale e artistico7, è d’obbligo in questo caso ricordare le vicende che sono seguite alla donazione che per volontà degli stessi eredi è stata affidata per parti omogenee a due diversi istituti, contigui per quanto riguarda l’ambito di competenza.
La divisione è stata fatta sulla base di un criterio quantitativo e su principi di conformità e integrazione rispetto alle collezioni preesistenti nelle singole biblioteche, non tenendo dunque conto del rischio di frammentazione o dei possibili legami tra i documenti; l’ordinamento originario è andato purtroppo perso in sede di ricognizione del fondo.
Alla perdita dell’ordinamento originario si è cercato di ovviare successivamente con la predisposizione di strumenti di ricerca e consultazione il più possibile accurati, descrivendo in maniera completa i singoli esemplari nelle loro caratteristiche intellettuali e materiali e tentando di ricostruire il contesto e i reciproci rimandi. Il senso emerge soprattutto dalle note d’esemplare, dalla cui analisi possono ritrovarsi i legami tra documenti e contesto, e i segni di una personalità che in esso ha operato attraverso relazioni interpersonali e la propria esperienza umana e professionale8.
Nel rispetto delle Linee-guida sul trattamento dei fondi personali della Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore dell’AIB9, la gestione del fondo in tutte le sue fasi ha permesso di definire e consolidare una prassi operativa che poi ha portato l’istituto a redigere un proprio vademecum interno per il trattamento dei fondi speciali, considerati un elemento chiave in particolare in ambito universitario, e ancor di più in un settore più specifico come quello delle biblioteche accademiche che operano nel campo dell’arte e del design10.
Per quanto riguarda i criteri di trattamento del fondo, l’ordinamento fisico e la divisione per sezioni tematiche ha preceduto la definizione delle scelte catalografiche e di inventariazione.
In primo luogo è dunque avvenuto il riordino della raccolta e una prima suddivisione per tipologia e disciplina11, partendo dai seguenti presupposti:
A proposito del trattamento inventariale, si è preferito non creare una serie a parte, dunque l’inventario è andato a integrarsi con quello degli acquisti correnti. La specificità della raccolta si esprime però nella scelta di una sezione di collocazione contraddistinta dal nome del possessore, a cui segue la denominazione dell’ambito disciplinare di appartenenza13.
La descrizione catalografica dei volumi è stata realizzata tramite il software BiblioWin, in uso nelle biblioteche IED. Per quanto riguarda l’indicizzazione semantica, sono state create voci di soggetto secondo il Nuovo soggettario BNCF14 (quando non importate da SBN) ed è stata assegnata a tutti i volumi la classe Dewey corrispondente15. La catalogazione si è approfondita ulteriormente con descrizioni analitiche e numerose informazioni relative all’esemplare.
Ci sembra importante analizzare soprattutto quest’ultima parte, perché
la descrizione catalografica in una biblioteca d’autore non può limitarsi all’individuazione degli elementi bibliografici utili per l’identificazione dell’edizione a cui appartiene il volume (catalogazione standard), ma deve rappresentare meticolosamente sia le caratteristiche che rendono unico ogni esemplare (catalogazione analitica o d’esemplare) sia le relazioni fra i vari documenti che costituiscono la raccolta16.
In questa sede riteniamo utile e molto interessante riportare talune note d’esemplare, siano esse relative agli elementi di possesso o provenienza (dediche per la maggior parte, che testimoniano legami affettivi, professionali, aperte dimostrazioni di stima e ammirazione, ricordi di un’infanzia condivisa, una mappatura di legami che fortemente si allacciano al milieu nel quale ha operato la Sozzani)17 che quelle che segnalano l’unicità e il pregio del documento. Senza dimenticare gli inserti di varia natura rinvenuti all’interno dei volumi: ritagli di stampa, segnalibri, biglietti da visita, fotografie, lettere, inserti editoriali, inviti, ecc.
In che modo si ripercorrono invece le relazioni tra i documenti? Se in particolare l’ordinamento originario si è perso, seppur ponendo una scrupolosa attenzione all’item, questa è la parte più ardua da trattare. Ci si scontra, come afferma Crocetti18, con un ritratto mentale, che nel nostro caso è quello della Sozzani, a cui in ogni caso difficilmente avremmo accesso. La connessione è tutta personale, sfugge agli standard e all’indicizzazione, o per lo meno ci si potrebbe parzialmente arrivare con un duro lavoro di ricerca ma che coinvolga entrambe le parti disgiunte del fondo. Chissà se in futuro non si possa investire più tempo in questo!
Le connessioni tra i documenti (libri, carte, lettere, anche oggetti, ecc.), rilevanti sia da un punto di vista bibliografico, perché possono dar conto degli indirizzi di crescita della collezione, sia da un punto di vista storico-biografico, poiché testimoniano legami sociali e culturali19, sono dunque parzialmente indagabili, in ragione soprattutto delle vicende del fondo.
Arriviamo all’aspetto più tecnico delle note d’esemplare: queste, conformemente a quanto stabilito dalle REICAT20, sono state registrate separatamente dalla descrizione bibliografica e stando ben attenti a non confonderle con eventuali note che invece fanno parte della pubblicazione e non dell’esemplare nelle sue peculiarità (legate a vicissitudini di circolazione e d’uso).
Ovviamente l’obiettivo è stato quello di normalizzare il più possibile (partendo dagli esempi in REICAT) la formulazione delle note d’esemplare, come auspicato da Lorenzo Baldacchini e Anna Manfron21, usando quindi una terminologia e una sintassi controllata. Le REICAT in realtà non affrontano tutte le casistiche, non approfondiscono la terminologia da adottare, l’ordine delle informazioni, la sintassi, il loro livello di approfondimento (il discorso è generico anche per quanto riguarda la natura e le caratteristiche degli inserti), dunque è toccato al catalogatore partire dai modelli dimostrativi proposti in REICAT per poi approfondirli o adeguarli a seconda delle casistiche e delle necessità22.
A livello di OPAC, BiblioWin ci ha offerto la possibilità di raggruppare tutti i record sulla base dell’appartenenza al fondo, per quanto la ricerca non possa svolgersi unicamente sui record della Sozzani. Non c’è purtroppo possibilità di ricerca per singoli elementi introdotti nelle note d’esemplare, sia che essi rimandino a caratteristiche bibliologiche che a note di possesso o categorie di inserti (i record bibliografici sono consultabili sul catalogo delle biblioteche IED)23.
I volumi del fondo sono esclusi dal prestito e aperti alla sola consultazione al fine di preservare l’integrità dei materiali. Sono collocati in armadi chiusi con ante in vetro. La consultazione avviene dunque su richiesta o prenotazione. Sono stati disposti sui ripiani dei segnalatori magnetici recanti le denominazioni attribuite alle sezioni della raccolta.
Gli inserti sono conservati separatamente in buste: si riportano in ogni contenitore, inventario, titolo e collocazione dell’esemplare a cui l’inserto, o più inserti appartengono. Ancora al fine di conservare memoria della loro posizione originaria, su ogni inserto è stato apposto a matita l’inventario e il numero di pagina o carta in cui è stato rinvenuto.
I dati relativi alla consultazione dei singoli documenti vengono registrati tramite gestionale al fine di monitorare il flusso delle richieste e verificare lo status dell’utente per ogni nuova richiesta.
Le riproduzioni (solo scansioni, no fotocopie) vengono autorizzate previa valutazione del bene e del suo stato di conservazione e sono regolamentate, per utenti interni ed esterni, dalla Legge sul diritto d’autore (L. 633/1941 e successive modificazioni) e da quella sulla riservatezza dei dati personali. L’utente dovrà compilare un modulo di richiesta scansioni, le quali dovranno avvenire nei locali della biblioteca e per i soli scopi di ricerca e studio.
Le biblioteche IED stanno definendo strategie di valorizzazione delle collezioni speciali. L’obiettivo primario è, come afferma anche Venuda, «una loro rappresentazione ed esposizione finalizzate alla ricerca»24, la promozione di studi e pubblicazioni che contribuiscano anche alla percezione della raccolta come documento unitario (con le due parti, una a Milano e l’altra a Roma, virtualmente ricongiunte grazie a quella rete di relazioni rese manifeste da un’analisi più approfondita). Infatti, «dovrebbero stare assieme, le raccolte, oppure quando non lo sono, potrebbe essere molto utile ricongiungerle in modo virtuale, ricreando e amplificando le relazioni che sono state troncate al momento della loro separazione»25.
Con la valorizzazione del fondo Sozzani, IED mira a supportare sia il lavoro accademico che quello creativo, con un coinvolgimento di studenti e docenti, e intende accrescere la qualità e la ricchezza sia dell’apprendimento che dell’insegnamento, promuovendo workshop, lezioni tematiche e lo sviluppo di progetti di tesi.
I pezzi di rilievo, le pubblicazioni rare e quelle al di fuori dei circuiti commerciali, saranno oggetto di mostre temporanee, aperte eventualmente anche al pubblico, con visite guidate da parte dei bibliotecari.
La Sala consultazione moda, che conserva il fondo, è stata dedicata a Franca Sozzani, così da preservarne il ricordo per tutte le generazioni di ragazzi che studieranno in IED.
La scelta di redigere un documento di valutazione quantitativa scandagliando il patrimonio bibliografico del fondo Sozzani è maturata dai numerosi dati ricavabili dalle singole unità, volumi ricchi di informazioni di varia natura. Per agevolare la lettura degli elementi prodotti in determinati contesti e in definiti segmenti cronologici si è proposta la seguente analisi statistica, procedimento analitico adoperato in tutte le discipline scientifiche, economico-finanziarie, sociali o demografiche, e negli ultimi decenni anche nel campo della biblioteconomia quantitativa26. Nel lavoro di ricognizione delle informazioni si è proceduto a ricavare tutti quegli elementi che rispondessero a taluni requisiti: quanti volumi per singola disciplina? Quante le schede bibliografiche create e derivate nel processo di catalogazione? Quanti volumi pubblicati per anno di edizione?
Col supporto di istogrammi si sono individuati uno o più caratteri che si ritenevano espressivi del fenomeno oggetto di indagine e si sono definite le modalità con cui questi caratteri si sono manifestati nella raccolta esaminata.
Innanzitutto, si è scelto di analizzare i 1.177 documenti della raccolta - la parte del patrimonio librario pervenuto nelle biblioteche IED Milano - sulla base della loro distribuzione nelle sezioni create, intervento avvenuto in primis con il riordinamento del materiale fisico. Dal sottostante grafico emerge un picco sostanzialmente elevato della sezione Fotografia con 185 volumi; segue Fashion con 133 e Storia del costume con 110; Musica è il segmento con meno titoli presenti, 13 in tutto.
Figura 1 – Volumi per discipline
L’indagine è proseguita nella realizzazione di due grafici mediante l’analisi delle schede bibliografiche create ex novo e quelle derivate da SBN o dalla Library of Congress. Dalla raccolta dei dati si è constatato che sono state importate il 70% delle schede e un discreto numero sono state create, pari al 30%.
Figura 2 – Schede bibliografiche create e derivate
Dato il risultato degli elementi raccolti, l’esame si è esteso nell’esplorare tutte le sezioni per raccogliere il dato relativo alla percentuale di schede derivate e create per singolo segmento disciplinare. L’esito ha dimostrato che la sezione Fotografia, formata dal numero più alto di volumi -185- è stata catalogata con 96 schede bibliografiche derivate e 89 create ex novo. La sezione interamente formata da schede importate è Teatro, costituita complessivamente da 12 volumi.
Figura 3 – Schede bibliografiche create e derivate per sezione
Dall’analisi della tipologia delle schede bibliografiche si è proceduto all’elaborazione dei dati attinenti all’anno di edizione riportato nei singoli volumi. Per un criterio di semplificazione si è scelto di suddividere gli anni di pubblicazione per decenni tra gli estremi cronologici del primo e dell’ultimo volume stampato presente nel fondo, ovvero dal 1960 al 2019. Dall’insieme dei dati è emerso che il decennio in cui si è avuta una maggiore concentrazione di pubblicazioni è compreso tra il 1990 e il 1999; solo 10 negli anni Sessanta.
Figura 4 – Decenni di pubblicazione
Alla luce dei dati analizzati si propongono alcune brevi riflessioni sul processo di sedimentazione del fondo: nonostante il maggior numero di volumi sia concentrato nella sezione Fotografia e in secondo luogo in quella di Fashion, un discreto numero si ha per i segmenti Pittura, Storia dell’arte e Storia e geografia; tutte le altre sezioni si posizionano al di sotto delle 60 unità per categoria.
Un altro elemento di rilievo è il computo delle schede bibliografiche derivate o create ex novo. Dato per scontato che la maggior parte delle schede hanno trovato rispondenza nell’OPAC SBN e della Library of Congress, come detto, il 30% dei volumi catalogati ex novo riguardano soprattutto edizioni di rara pubblicazione, a volte editi in lingua straniera, e opuscoli di corredo e guida alle esposizioni museali.
L’ultimo fattore di esame statistico ha visto la ricognizione dei volumi per i decenni inerenti all’anno di edizione. Com’è stato accennato, il massimo valore si è avuto negli anni Novanta, un dato rilevante che potrebbe rispecchiare la maggiore attività di Franca Sozzani concomitante con la sua funzione di direttrice di Vogue Italia, ruolo ricoperto dal 1988.
Note di possesso, dediche e volumi di pregio
Dallo studio del fondo risulta un ragionevole numero di dediche d’esemplare, ovvero testi manoscritti apposti sui volumi da personaggi per lo più identificabili (coinvolti talvolta nella realizzazione dell’edizione in qualità di autori o curatori). Si tratta soprattutto di dediche “di omaggio”, che attestano, cioè, un gesto di donazione anche quando la Sozzani non era stata coinvolta direttamente nella realizzazione dell’edizione27. Assenti note di possesso manoscritte o ex libris del titolare della raccolta; fanno eccezione solo due impressioni a secco identificabili nel volume Alaïa28 di François Baudot, pubblicato nel 1996, e in Madeleine Vionnet29 di Lydia Kamitsis, dello stesso anno di pubblicazione, entrambi appartenenti alla stessa collana editoriale Collection mémoire de la mode e alla medesima sezione Fashion. Nella parte superiore destra della carta di guardia anteriore di entrambi i libri è possibile individuare in forma circolare (cm 3) il nome per esteso di Franca Sozzani e una stella alla base del timbro. L’unica nota di possesso autografa della Sozzani è presente sulla prima carta di guardia anteriore del volume Le style Duchêne di Henri & Achille Duchêne30.
Riguardo alle dediche, esse sono per la maggior parte annotazioni autografe dell’autore dell’opera: se ne contano in tutto 41, di cui si riportano alcuni esempi nell’impossibilità di poter prendere in esame ciascuna di esse.
Il volume pubblicato in occasione dei 100 anni della Maserati31 riporta la dedica32 con firma autografa di Harald Wester33, presidente esecutivo dell’azienda italiana produttrice di automobili sportive.
Un’altra firma degna di menzione è quella di Yoshiaki Nishino34 nel volume in cui compare come autore, a quell’epoca professore associato di storia dell’arte nella Facoltà umanistica di Hirosaki35.
Di mano del famoso costumista Bruno Piattelli è la dedica al suo libro pubblicato nel 200236, in cui ricorda l’intelligenza e lo charme della Sozzani in occasione di un breve incontro avvenuto nell’aprile del 201437. Come non citare poi la sottoscrizione di Alselm Kiefer38 alla pubblicazione39 relativa ai “sette palazzi celesti”, installazione permanente conservata presso lo spazio espositivo dell’Hangar Bicocca di Milano.
Ancora: la dedica della designer di gioielli Victoire de Castellane40, che scrive la prefazione al volume41 dedicato ai gioielli della maison Dior o il volume, pubblicato nel 199742, firmato da Silvia Grassi Damiani43, vice presidente del Gruppo Damiani e presidente di Venini.
La rassegna continua con la coppia di stilisti Viktor Horsting e Rolf Snoeren44 dell’omonima casa di moda con sede ad Amsterdam, che firmano uno dei volumi The house of Viktor & Rolf45 con le iniziali dei loro cognomi, adottati come marchio del brand.
Franca Sozzani è omaggiata del volume in occasione dei 20 anni di attività della griffe Dolce&Gabbana, firmato dai noti fashion designers Stefano Dolce e Domenico Gabbana46.
Di Diane von Furstenberg47 è la firma che compare nell’opera La donna che volevo essere. Famiglia, amore, bellezza e moda48.
Non solo di stilisti è costellata la vita della Sozzani, ma anche di noti architetti di fama nazionale e internazionale, come l’italiano Massimo Iosa Ghini49, che le dedica il proprio volume pubblicato nel 200150 o di fotografi del calibro di Tony Meneguzzo51, Oliviero Toscani52, Bob Krieger53 e Seliger Mark54. In questa carrellata di professionisti della fotografia, occorre ricordare anche il celebre fotografo di moda Tim Walker55, che dona alla Sozzani il proprio volume edito nel 2008, corredandolo di una dedica sul frontespizio56.
Presente anche la firma della famosa stilista italiana Marta Marzotto57 sul suo volume fotografico edito nel 200558.
Le sottoscrizioni autografe di autori illustri non hanno unicamente valore intrinseco, ma sono altresì dimostrazioni personali di affetto o di ringraziamento per il lavoro svolto dalla Sozzani. È il caso, per esempio, della dedica manoscritta59 del fashion hair stylist Pier Giuseppe Moroni60 nella sua pubblicazione61 curata da Polaroid.
Molti gli esemplari numerati più o meno di pregio, come l’opera n. 591/776 di Angelo Maria Cortenovis, Della Platina conosciuta dagli antichi62. Non indifferenti risultano in questa rassegna i volumi numerati di Franco Maria Ricci, come La Cina, esemplare n. 2156/300063 e Le cattedrali del vapore, n. 2771/500064.
Il volume Finestra sull’universo ampliato dell’essere. Omaggio a Hoffman65 è dedicato ad personam per gli amici di Valentino Garavani a Franca Sozzani, non specificando il numero di copia su 500 esemplari fuori commercio. Un’altra edizione, anch’essa fuori commercio, riguarda l’opera Eroine e seduttrici nella pittura di Giambattista Tiepolo del 1996 a cura di Remo Schiavo66.
Per quanto riguarda la sezione Letteratura gli esemplari di pregio e numerati sono i due volumi di Jorge Luis Borges, Le congrès du monde67 (n. 1642/3000) e Libro delle visioni68 (n. 1216/3000).
Un’opera è dedicata interamente alla Sozzani, ovvero Le stanze dell’anima di Marco Dallari69.
Nella fase di catalogazione tre volumi hanno elevato il prestigio del fondo per la loro particolare natura bibliografica. Composti da più materiali -per ogni singola tipologia è stata creata la scheda analitica- gli esemplari ad oggi rappresentano un unicum nel panorama nazionale e internazionale per l’esclusivo valore culturale, come il volume Armin Linke, 200270 costituito da 13 poster ripiegati, il Whitney museum of American art, collection in context71, composto da una cartella contenente 14 fascicoli e, infine, la copia Rolywholyover, a circus72, formata da un contenitore in cui si custodiscono 13 pezzi di varia natura, come bigliettini, opuscoli e lettere73.
Com’è stato accennato nelle pagine precedenti, nei libri del fondo «si conservano soprattutto carte altrui, carte dell’autore del libro che possono testimoniare del rapporto tra l’autore del volume e il suo possessore»74. E come ribadisce Fabio Venuda,
le carte e i libri appartenuti a una persona, forse importanti come memoria per familiari e amici, diventano oggetto di attenzione e studio qualora il loro proprietario sia una persona conosciuta, la cui attività venga considerata rilevante all’interno della comunità di riferimento, indipendentemente dall’ambito in cui ha operato75.
Nella fase di catalogazione del fondo sono stati rinvenuti 35 inserti all’interno dei volumi, tra biglietti da visita, lettere di dedica o di accompagnamento, segnalibri, ritagli di stampa e inviti a manifestazioni culturali. Un numero discreto, quindi, di materiale estraneo al patrimonio librario: «documenti diversi per natura, finalità e modalità di utilizzo, prodotti, acquisiti o ricevuti dal proprietario e creatore della raccolta nel corso della sua vita o della sua attività, di cui documentano il pensiero, le azioni e gli studi, oltre che le relazioni con altre persone e istituzioni»76. Nessun documento si è trovato cucito o incollato all’esemplare, bensì introdotto nei volumi per creare una forte relazione tra questo e il libro77. Le carte sono state estrapolate dai volumi in cui erano inserite, mantenendo però il legame originario con essi.
Nella raccolta sono presenti scritti che forniscono notizie utili sull’attività e sulla rete del possessore del fondo. Frequenti all’interno del volume la presenza di inviti o presentazioni di manifestazioni culturali e ritagli di stampa. È il caso dell’invito di partecipazione all’evento The 2015 CFDA Fashion Awards in cui l’ente organizzatore dell’importante premio internazionale sulla moda propone a Franca Sozzani di poter consegnare l’ambito riconoscimento a Maria Grazia Chiuri78 per la maison Valentino. Nella stessa pagina del ritrovamento dell’invito79 si è rintracciato un foglio di carta contenente il discorso che la Sozzani ha pronunciato la sera della premiazione. Dalle carte di altri si passa alle carte personali, come la lettera del figlio Francesco Carrozzini che, in occasione di una festa della mamma, col tratto incerto di un bambino, manifesta il proprio amore per la madre, augurandole di trascorrere una bellissima giornata80.
Tra gli inserti appaiono anche i quattro segnalibri posti all’interno dei volumi appartenenti alla stessa casa editrice, Biography Bookshop in New York. Come scrive la Cardinale «la presenza di segnalibri all’interno del volume è rivelatrice anche di altro: si possono infatti comprendere non solo le pratiche di lavoro ma anche le pratiche di lettura del possessore»81. All’apposizione dei segnalibri non si aggiungono alle carte note a margine, sottolineature, postille, piegature del foglio, elementi utili che permettono di ricostruire i processi di lettura del possessore.
Nella biblioteca personale, o come la definisce la Cardinale «biblioteca d’uso»82, si possono trovare documenti che sono stati inseriti occasionalmente all’interno dei volumi, prova della vita vissuta di Franca Sozzani, come la presenza di due scontrini.
Questa attenzione ai pezzi archivistici costituisce un primo e importante livello di valorizzazione, com’è stato accennato83. Se oggi le carte fisicamente non stanno insieme ai volumi, perché raggruppate in un faldone recante la collocazione del libro a esse corrispondente, sono comunque ricongiunte “virtualmente” nel catalogo, ricreando il legame che si era perso al momento della separazione.
Completa la raccolta una collezione di premi ricevuti da Sozzani durante la sua attività di direttrice di Vogue Italia ed esposti in un ripiano alla fine delle sezioni. Per questi, che rientrano nella più ampia accezione di «realia, oggetti appartenuti alla persona, che possono essere considerati di carattere e natura museale ed essere costituiti dagli arredi dello studio, come scrivania, poltrone e scaffali, ma anche soprammobili, quadri e oggetti personali, acquistati o ricevuti in dono»84, saranno in futuro previste inventariazione e descrizione. Il modesto numero di documenti e la raccolta di oggetti tutto sommato esigua possono essere ricondotti a sfoltimenti voluti dallo stesso soggetto produttore o a posteriori dagli eredi.
Si riprende una questione che sembra trovarsi sospesa in tutto il contributo, senza una soluzione concreta e che continua a influire sull’integrità del lavoro svolto: quella relativa alla riunificazione delle due parti del fondo, di fatto fisicamente impossibile. Come più volte ribadito nel testo, non si è trovata altra possibilità di ricongiungimento se non virtuale, soprattutto attraverso la promozione della ricerca sul fondo e un impegno ad approfondire il dialogo e la collaborazione con l’altro istituto donatario. Quasi scontati sembrano inoltre i reciproci rimandi nei due siti o cataloghi di entrambe le istituzioni accademiche e l’organizzazione di eventi condivisi che pongano al centro la collezione.
L’impegno delle Biblioteche IED va in questa direzione, con una profonda consapevolezza dell’importanza di far parlare il fondo con un’unica voce, quella dello “spirito” del possessore (che abbraccia entrambe le parti) affinché se ne perpetui la memoria nel tempo.
Figura 5 – Fondo Franca Sozzani, scheda bibliografica del volume Armin Linke: 2002, segnalato per le sue peculiarità fisiche e testuali
Figura 6 – Fondo Franca Sozzani, scheda bibliografica del volume Whitney Museum of American Art: collection in context, segnalato per le sue peculiarità fisiche e testuali
Figura 7 – Fondo Franca Sozzani, scheda bibliografica del volume Rolywholyover: a circus, segnalato per le sue peculiarità fisiche e testuali
Figura 8 – Fondo Franca Sozzani: particolare della collezione e realia
Articolo proposto il 29 settembre 2023 e accettato il 28 novembre 2023.
ROBERTA LASIO, Biblioteche Istituto europeo di design, Milano, e-mail: r.lasio@ied.it.
MARCELLO PROIETTO, Biblioteche Istituto europeo di design, Milano, e-mail: m.proietto@ied.it.
Si ringrazia AB-ARCHIVIBIBLIOTECHE srl per la professionalità del loro lavoro e il costante confronto che ci ha permesso di maturare una preziosa esperienza, solida base per futuri lavori sui fondi di persona che IED acquisirà.
Ultima consultazione siti web: 31 agosto 2023.