La lettura nell’era digitale: impatto sulla percezione del lettore

Ludovica Mastrobattista

Introduzione

Nel suo saggio Book was there: reading in electronic times, Piper1 afferma che la tattilità rappresenta un aspetto cruciale nel processo di lettura, una caratteristica che ha influenzato il lettore fin dai tempi del manoscritto e della stampa tipografica. Secondo Piper2, mentre legge, il lettore traduce le parole scritte in pensiero, sviluppando la capacità di riflettere in modo complesso, interiorizzando e assimilando il contenuto di un testo. Tuttavia, la transizione del libro dal formato cartaceo a quello digitale comporta significativi cambiamenti nella modalità in cui il lettore interagisce con il testo e conferisce significato al processo di lettura. Nonostante i nuovi dispositivi elettronici cerchino di emulare l’esperienza di lettura offerta dal libro cartaceo, il formato digitale continua a plasmare la nostra percezione. Tale fenomeno mette in luce le differenze intrinseche tra la manipolazione di un testo fisico e la fruizione di un testo visualizzato attraverso lo schermo di un dispositivo elettronico. I cambiamenti apportati dall’evoluzione tecnologica al libro come strumento paradigmatico di apprendimento e trasmissione del sapere possono influenzare profondamente l’esperienza del lettore, suscitando diversi gradi di accettazione o insoddisfazione rispetto al supporto di lettura adottato. Pertanto, il futuro della lettura è intrinsecamente legato al valore che attribuiamo all’interazione con il testo, un valore che emerge dalla tattilità e le sue nuove forme touchscreen.
Il presente contributo vuole approfondire alcune delle tematiche emerse da uno studio di caso sulla percezione della lettura digitale, concentrandosi, in particolare, sulla discussione delle questioni più rilevanti che possono spiegare il crescente divario tra la lettura cartacea e quella digitale. L’analisi comprende una disamina dei vari aspetti di questa transizione, tenendo in considerazione i diversi fattori che influiscono sull’esperienza di lettura, evidenziando non solo le sfumature di contrasto tra i due formati, ma anche le opportunità offerte dalla tecnologia digitale per migliorare l’accessibilità e la fruibilità dei testi scritti. L’obiettivo è comprendere in maniera più approfondita le sfide che i lettori stanno affrontando e le possibilità connesse al ‘passaggio generazionale’ del libro dal formato analogico al digitale.

Dalla pagina allo schermo

L’evoluzione tecnologica ha apportato cambiamenti significativi al libro nei processi di produzione, distribuzione e conservazione. La digitalizzazione ha introdotto nuove modalità di fruizione del testo, aprendo diverse opportunità in termini di accessibilità, cercando di adattarne il contenuto alle preferenze e alle esigenze degli utenti. In questo senso i lettori traggono vantaggio dalla possibilità di personalizzare la loro esperienza di lettura per adattarla alle loro esigenze individuali, ad esempio, modificando le dimensioni e lo stile del carattere di un testo o regolando la luminosità e il contrasto dello schermo.
La lettura digitale va oltre la linearità della lettura analogica, abbracciando un processo simultaneo di elaborazione di stimoli introdotti dagli schermi. Inoltre, la tecnologia ha rivoluzionato l’organizzazione delle unità testuali, disponendole in modalità reticolare, influenzando il concetto stesso di ‘pagina’ originalmente legato alle caratteristiche fisiche del libro cartaceo3. La e-reading è, infatti, verticale e si basa sullo scorrimento (scrolling), l’esplorazione (browsing) e la scansione (scanning) del testo attraverso lo schermo di un dispositivo elettronico. Questi processi rendono la lettura più superficiale, rapida e selettiva, modificando l’approccio riflessivo tipico della lettura analogica4.
In quest’ottica, il testo digitale presenta caratteristiche aggiuntive rispetto al cartaceo, come l’ipertestualità, la multi-sequenzialità e l’interattività della lettura. Questi elementi influenzano la modalità di contatto dei lettori con il testo rispetto al formato cartaceo, differenziandola da quella a cui sono stati tradizionalmente abituati, associata all’idea dell’unicità del testo stampato sulla pagina e alla sua conseguente lettura lineare. Gli ipertesti, invece, consentono ai lettori di esplorare una vasta quantità di informazioni, estendendo la lettura oltre il testo di partenza5. Attraverso la modalità di lettura click-through o di navigazione ipertestuale, che si riferisce all’atto di cliccare su link, cioè parole o altri elementi interattivi presenti in una pagina web o in un documento digitale, i lettori, ormai utenti e-reader, possono accedere a ulteriori contenuti correlati al testo principale.
Queste forme di contatto con l’e-book cambiano il ruolo del lettore, coinvolgendolo attivamente durante la pratica della lettura attraverso una serie di attività che gli consentono di interagire con il testo in modalità diverse alle precedenti. Ciò include leggere rapidamente, saltare parti del testo, selezionarne frammenti, spostarsi tra ipertesti, e così via. Queste attività, unite alla velocità di lettura, alla pluralità di stimoli mediatici e al conseguente livello di concentrazione richiesto in un ambiente digitale, conducono il lettore a discostarsi dal tradizionale approccio strutturato, profondo e riflessivo della lettura cartacea6.
In questo senso, il digitale ha arrecato nuove sfide ai lettori in termini di competenze e qualità della lettura, modificando significativamente il modo in cui acquisiamo, organizziamo e visualizziamo il contenuto di un testo. Questi cambiamenti, infine, influenzano profondamente la relazione che si instaura tra il lettore e il testo, inibendo i processi di assimilazione e memorizzazione del suo contenuto7.

Un caso di studio

Con un approccio critico e sistematico, è stata condotta un’indagine orientata a contestualizzare la percezione della lettura digitale nel contesto accademico dell’Università di Salamanca, in Spagna8.
Attraverso una revisione sistematica della letteratura (Systematic Literature Review - SLR), si sono approfondite le teorie e le ricerche condotte nel campo della lettura digitale negli ultimi vent’anni, al fine di identificare e analizzare gli aspetti più rilevanti che scoraggiano tuttora molti lettori dall’adottare testi e dispositivi elettronici come formati e supporti di lettura dell’attuale (ri)evoluzione del libro9.
Successivamente, sono state condotte alcune interviste rivolte a un campione rappresentativo di studenti e docenti dell’Università di Salamanca, provenienti da diverse aree di studio. L’intervista semi-strutturata ha consentito ai partecipanti di esprimere liberamente le loro opinioni riguardo le proprie esperienze di lettura e i fattori che guidano la scelta del supporto o dispositivo adottato, con l’obiettivo di identificare eventuali resistenze verso la pratica della lettura in digitale. L’analisi qualitativa è stata realizzata su un totale di 25 interviste, distribuite tra studenti triennali, magistrali e dottorandi, così come il corpo docente, appartenenti alle diverse discipline: umanistiche, scientifiche, medicina, scienze sociali e giuridiche, ingegneria e architettura. I risultati sono stati analizzati da un punto di vista qualitativo attraverso un’analisi del contenuto delle testimonianze.
Infine, lo studio ha previsto la realizzazione e la distribuzione di un questionario mirato a raccogliere dati, da un punto di vista quantitativo e statistico, sulla percezione della lettura digitale da parte di un numero considerevole di lettori appartenenti alla comunità accademica oggetto di studio, al fine di individuare potenziali relazioni tra le variabili considerate nell’indagine. Il questionario è stato suddiviso in blocchi secondo precise aree tematiche individuate durante le interviste come possibili fattori di resistenza o rifiuto del formato digitale per la lettura. Alla chiusura del sondaggio sono state ricevute 418 risposte effettive su un totale di 467 questionari inviati, con un margine di errore di circa il 5% per una popolazione di 30.723 persone (studenti e professori). Per condurre l’analisi dei dati, sono state eliminate le risposte incomplete e i dati mancanti, ottenendo un campione finale di 339 partecipanti e 47 variabili in studio.
Nel presente contributo si espongono alcune tematiche emerse durante lo studio in questione, utili ad approfondire l’esperienza di lettura dei lettori moderni e conoscere le loro preferenze, aspettative e comportamenti che evidenziano il divario venutosi a creare tra la lettura tradizionale, realizzata su supporti analogici, come libri e testi cartacei, e quella digitale. Lo studio vuole analizzare come le odierne tecnologie influenzano il modo in cui le persone leggono, assimilano e interagiscono con il testo digitale, al fine di ottenere una visione completa delle dinamiche di lettura nel contesto contemporaneo, concentrandosi in particolare sui nuovi scenari che i lettori sperimentano nel passaggio dalla lettura analogica a quella digitale.

Fattori e contesti che scoraggiano i lettori a leggere in digitale

Nel contesto universitario spagnolo, solamente il 10% degli studenti predilige la lettura in formato digitale, mentre il 43,4% continua a preferire il libro cartaceo, secondo quanto riportato dal report di Conecta riguardo Los hábitos de lectura y compra de libros en España nel 202210]. La maggior parte dei partecipanti al sondaggio ha sottolineato che la scelta del supporto e del formato di lettura è influenzata da circostanze specifiche o dal contesto in cui si trovano a leggere.
Nonostante la pandemia e le misure restrittive imposte dal lockdown, questi risultati non hanno subito significative variazioni negli ultimi tre anni11 12. In un articolo pubblicato sulla rivista Publishers Weekly en Español, Javier Valbuena e José Antonio Cordón García affermano che «La pandemia no hace lectores»13. La pandemia causata dal Covid-19, e le successive misure di confinamento, hanno costretto molti lettori a passare dalla lettura su supporto cartaceo a quella digitale. Tuttavia, come riportato da alcuni partecipanti al nostro studio sulla percezione della lettura digitale, questo cambiamento non è sempre stato il frutto di una scelta volontaria o spontanea, bensì spesso si è trattato di un’imposizione dovuta alla circostanza pandemica, che ha suscitato reazioni e atteggiamenti diversificati tra i lettori. Secondo Valbuena e Cordón, durante il lockdown, la pratica della lettura ha sperimentato una rinascita significativa, soprattutto grazie all’industria editoriale che ha reso accessibili numerosi libri e audiolibri gratuitamente. Tuttavia, tale processo ha portato ad un aumento nell’attività di lettura tra lettori forti, piuttosto che attrarre nuovi lettori digitali, come inizialmente ipotizzato14.
Nel nostro caso di studio, i dati raccolti sia dalle interviste che dai questionario confermano che i principali fattori di distacco o di scoraggiamento per i lettori nell’adottare l’ambiente digitale come formato e supporto per la lettura, sono legati alla sfera estetico-sensoriale propria della lettura analogica e dal libro cartaceo. In questo senso, si può evincere che la forma modifica l’esperienza. La possibilità di poter toccare, manipolare, odorare, vedere la copertina di un libro, le sue dimensioni e sentirne il peso, procura al lettore una migliore interazione con il testo. Ciò favorisce la sua immersione e coinvolgimento nella lettura e comprensione del contenuto grazie proprio a una serie di segnali senso-motori attraverso i quali il lettore associa i suoi movimenti alle sue sensazioni e pensieri15. D’altra parte, nell’ambiente digitale, la virtualità del testo, così come la differenza strutturale del dispositivo elettronico, crea una certa distanza tra il lettore e il testo, e, di conseguenza, diversi livelli di leggibilità16, intesa come il livello di difficoltà di lettura di un testo misurato in base a quegli elementi formali che lo costituiscono e che fanno parte del messaggio17.
Piper sostiene che la ripetizione dell’azione di toccare lo schermo di un dispositivo di lettura contrasta con il movimento lento e piacevole di girare la pagina di un libro, rendendo l’esperienza di lettura meno trasformativa18. Toccare o ‘scrollare’ il dito sullo schermo di un dispositivo digitale cambia il modo di leggere, rendendolo più veloce e superficiale a causa della leggerezza con cui il testo scorre sullo schermo con un solo tocco. Questo processo ha effetti significativi sulla prestazione del lettore, il quale avverte distanza nella sua interazione tattile con il dispositivo e di conseguenza con il testo che sta leggendo19. Per queste ragioni, i lettori si sentono meno concentrati e trattengono meno le informazioni, non riuscendo a ricordare il contenuto del testo dovuto alla mancanza di stimoli sensoriali e cinestetici nell’ambiente digitale. Questa circostanza genera una sensazione di smarrimento che ostacola la costruzione di una visione complessiva del testo e l’identificazione della propria posizione in relazione ad esso20, influenzando in particolare il controllo esecutivo della pratica della lettura e la metacognizione del lettore. Dall’altro lato, la sinestesia della lettura tradizionale combina il tatto, la vista e il pensiero in un’unica esperienza di lettura trasformativa per il lettore, in grado di arricchire di significato le parole del testo, marcando così il contenuto dell’opera nella sua memoria21.
Per quanto riguarda il livello di concentrazione percepito in ambiente digitale, è vero che il lettore si distrae durante la lettura per diverse ragioni legate agli stimoli esterni al testo procurategli dallo schermo22. La pratica di lettura realizzata attraverso un computer, tablet o iPad può essere interrotta da altre funzionalità del dispositivo, come ad esempio la possibilità di essere connessi a Internet, permettendoci di svolgere contemporaneamente alla lettura altre attività online. Pertanto, la possibilità di multitasking distrae il lettore limitando la comprensione e assimilazione del testo che sta leggendo23. Inoltre, lo stesso testo digitale può includere collegamenti ipertestuali che lo connettono ad altre fonti di consultazione, il che disorienta il lettore nel seguire in modo lineare la lettura; così come la presenza di elementi multimediali fonte di informazione aggiunti al testo, per esempio audio e video. Dunque, il processo di navigazione nell’ipertesto e la sua fluidità, intesa come l’assenza di prevedibilità del contenuto delle informazioni accessibili attraverso un link, richiedono all’utente l’uso di abilità avanzate di lettura nel contesto digitale24. Questo tipo di pratica comporta uno sforzo cognitivo e fisiologico per il lettore, il quale deve autoregolare il suo processo di consultazione e selezione delle fonti25, ciò che indichiamo nella nostra indagine come ‘affaticamento mentale’.
In sintesi, i lettori analizzati nel caso di studio, che mostrano resistenza nel passare dal libro cartaceo al formato digitale, sono frenati principalmente dalla loro affezione per l’aspetto estetico e le caratteristiche sensoriali ed edonistiche unicamente associate al libro cartaceo. Inoltre, le differenze strutturali del testo digitale e le sue funzionalità hanno un impatto significativo sulla pratica della lettura, influendo sulla richiesta fisiologico-cognitiva imposta al lettore.
A questo proposito, la principale sfida e limitazione del libro digitale risiede nell’impossibilità di eguagliare il supporto cartaceo e il suo livello di ergonomia per gli utenti, specialmente dal punto di vista estetico-sensoriale e di gratificazione personale. Nonostante gli e-book siano stati progettati con l’obiettivo di mimetizzarsi il più possibile con il formato cartaceo, seguendo prevalentemente il ‘principio di imitazione’26, che mira a rendere l’esperienza di lettura digitale simile a quella su carta, tale intento si è rivelato irrealizzabile. Concretamente, l’esperienza di possedere un libro elettronico non è paragonabile a quella tangibile di tenere un libro cartaceo tra le mani. Questa differenza ha anche un impatto emotivo, poiché il libro digitale non offre lo stesso piacere tattile e viscerale del libro stampato. I lettori, infatti, tendono a non sviluppare un legame personale o un attaccamento emotivo con un file archiviato in un servizio di cloud computing, mentre nel caso del libro stampato il testo che viene letto è inscindibile dall’oggetto materiale su cui è impresso. A conferma di quanto detto, alcuni intervistati hanno dichiarato di acquistare la versione cartacea di libri che hanno letto in formato e-book e che hanno particolarmente apprezzato. Ciò suggerisce che avere il libro stampato nella propria libreria personale porta maggiore soddisfazione e un senso più profondo di identificazione personale per il lettore.

Formati cartacei e digitali: due esperienze di lettura complementari

Storicamente, diversi formati di libri e testi sono coesistiti fino a sostituirsi in risposta al contesto storico, alle circostanze economico-sociali e alle tecnologiche dell’epoca27, portando i lettori ad adattarsi ai nuovi supporti e formati di lettura diffusisi nel tempo. Questo fenomeno si è verificato ad esempio con le tavolette d’argilla e il volumen in papiro, tra quest’ultimo e il codex, tra il manoscritto e la stampa a caratteri mobili, fino ai giorni nostri, con il libro cartaceo e quello digitale28. Pertanto, il processo di assimilazione e accettazione del nuovo supporto di lettura non è sempre stato rapido ed ha influito non solo sul lettore, ma anche sui sistemi di produzione e distribuzione del testo, così come sulle diverse figure professionali coinvolte nelle diverse fasi della sua produzione29.
Quando si affronta la questione del futuro della lettura, emerge chiaramente dalla risposta dei partecipanti al sondaggio nazionale di Conecta per la Federación de Gremios de Editores de España (FGEE)30, che il libro cartaceo e quello digitale continueranno a coesistere in modo sinergico. Questa prospettiva non solo riflette le preferenze individuali dei lettori, ma evidenzia anche la comprensione della distinzione tra le due pratiche di lettura, considerate non come sostituibili, ma complementari. Ciascuna modalità di lettura, infatti, possiede le sue peculiari caratteristiche e offre al lettore diverse strategie e vantaggi. Principalmente, il libro cartaceo propone un’esperienza tattile e sensoriale, mentre il digitale fornisce accesso immediato ad una vasta gamma di contenuti e opzioni di personalizzazione del testo. Questa convergenza tra formati diversi non solo arricchisce l’esperienza di lettura in sé, ma offre la libertà di scegliere in base alle esigenze e urgenze del lettore.
Secondo i risultati del caso di studio, in ambito accademico i lettori stanno gradualmente iniziando a riconoscere il valore e i vantaggi del formato digitale, principalmente per le sue funzionalità che permettono un utilizzo più efficiente dei testi in termini di consultazione e ricerca di informazioni. Sebbene molti di loro continuino a preferire l’esperienza sensibile della lettura cartacea, si riconoscono i vantaggi che l’ambiente digitale può offrire in circostanze specifiche di lettura. La scelta tra i due formati è quindi spesso influenzata da variabili contestuali e occasionali, poiché i lettori optano per uno o l’altro in base alle esigenze di lettura o per questioni di praticità.
In generale, il formato digitale è preferito per la sua portabilità e accessibilità. I lettori apprezzano la portabilità dei dispositivi digitali, che risolve la questione dello spazio di archiviazione e trasporto fisico di materiale testuale, considerazione fondamentale per chi legge molto. Inoltre, l’ubiquità del testo digitale è un punto a favore, poiché consente la lettura su qualsiasi dispositivo elettronico, a condizione che il formato sia open access e compatibile con l’e-reader che si possiede. Infine, le funzionalità dei dispositivi e testi digitali facilitano la consultazione del contenuto di un documento rendendo la sua lettura più rapida e selettiva.
Nel contesto della lettura di studio, si predilige la e-reading per le caratteristiche peculiari della testualità digitale, come la capacità di scorrere rapidamente il testo, sfruttare collegamenti ipertestuali, cercare informazioni specifiche, rendendo così la lettura più selettiva e personalizzata. In questo senso, è il lettore a scegliere cosa e come leggere, trasgredendo il principio di linearità della lettura analogica e ritornando ad approfondire sul testo in un secondo momento. Altri lettori si affidano al formato digitale per necessità, poiché il contesto educativo o lavorativo richiede la distribuzione di materiale in formato elettronico.
Tuttavia, molti di loro continuano a stampare i testi consultati online o a procurarsi una copia cartacea del libro in questione per concentrarsi meglio sul contenuto. In questo senso, l’uso generalizzato del digitale funge da ‘filtro’, cioè il primo approccio del lettore al testo avviene in formato digitale per valutarne l’interesse. Sulla base di questa valutazione, il lettore seleziona il formato di lettura più adatto alle sue preferenze, così come al livello di concentrazione e approfondimento che desidera raggiungere, poiché ciascun formato offre vantaggi specifici in tal senso.

La resistenza al cambiamento

Una questione generazionale o di inadeguata alfabetizzazione digitale?

Il libro vanta una lunga tradizione che gli ha permesso di consolidarsi nel tempo come strumento principale di diffusione della conoscenza e di conservazione dei testi. Dall’altro lato, il formato digitale compete con la radicata dimestichezza e consuetudine dei lettori rispetto al libro cartaceo. In questo senso, la resistenza al cambiamento può derivare dal fatto che i lettori sono abituati a godere dell’esperienza sensoriale ed edonistica offerta dal libro, fattori che favoriscono il loro coinvolgimento durante la lettura.
Ciononostante, la storia ci insegna che in ogni evoluzione tecnologica, i cambiamenti apportati hanno inevitabilmente influenzato la generazione emergente, la quale ha interagito con nuovi modelli di comunicazione, sviluppando di conseguenza capacità cognitive e di apprendimento conformi ai nuovi modelli31.
A questo proposito, oggi indichiamo come ‘nativi digitali’ coloro che sono cresciuti in un ambiente in cui la tecnologia digitale, come Internet e i dispositivi elettronici, è stata ampiamente disponibile fin dalla più tenera età. In termini di tempo, appartengono a questo gruppo coloro che sono nati a partire dagli anni Ottanta in poi, anche se non c’è una data precisa che stabilisca l’inizio o la fine di questa generazione. Queste persone sono cresciute utilizzando computer, Internet, smartphone, social media e altre tecnologie digitali come parte integrante della loro vita quotidiana. Tuttavia, è importante notare che il termine ‘nativi digitali’ è una generalizzazione in quanto non tutti gli individui all’interno di una determinata fascia d’età possono essere considerati tali. L’appartenenza alla generazione dei ‘nativi digitali’ è piuttosto determinata dalla familiarità e dalla predisposizione degli individui alle nuove tecnologie. Infatti, è possibile che alcune persone appartenenti alla generazione precedente a quella dei Millennial (1980-1995), vale a dire i cosiddetti Boomer (1965-1980), abbiano sviluppato competenze digitali nel corso degli anni. Al contrario, alcuni giovani appartenenti alla generazione successiva, cioè la Generazione Z (dal 1995-2010 in poi), potrebbero non essere adeguatamente esposti o avere difficoltà di accesso alla tecnologia a causa di circostanze socioeconomiche, per esempio, che interessano il paese di appartenenza32.
Pertanto, la predisposizione del lettore verso la tecnologia è un fattore chiave che influisce in modo significativo sulla sua decisione di adottare o meno dispositivi elettronici per la lettura, nel nostro caso. Questo concetto si applica anche in ambito accademico, dove la predisposizione positiva del lettore alla tecnologia è strettamente legata alla sua competenza in specifiche abilità digitali.
La letteratura scientifica conferma l’esistenza di una disparità in termini di competenze digitali tra il corpo docente e gli studenti nell’ambito accademico, disparità che non dipende dal fattore generazionale. Da un lato, i docenti universitari sviluppano le proprie competenze digitali in base alle esigenze professionali che li caratterizzano, riconoscendo la necessità di dimostrare queste competenze nel contesto lavorativo. Tuttavia, questo può richiedere uno sforzo aggiuntivo per coloro che fanno parte della generazione più anziana, formatasi in un contesto tecnologicamente diverso da quello attuale33. Dall’altro lato, gli studenti, pur essendo cresciuti nell’era digitale, spesso non raggiungono un livello adeguato di digital competence all’inizio della loro carriera accademica34. Secondo la letteratura, questo si deve al fatto che il personale docente, pur avendo buone competenze in quest’ambito, ha difficoltà nel trasferire queste risorse nell’insegnamento35. Di conseguenza, gli studenti non ricevono una formazione adeguata e continuano ad utilizzare dispositivi digitali in contesti informali per motivi e interessi personali, utilizzando Internet e le sue risorse in modo autonomo 36. Tuttavia, in molti casi, queste competenze digitali non sono esaustive in tutti i contesti, specialmente nelle attività svolte in ambito universitario37.
I risultati dell’indagine condotta nell’Università di Salamanca confermano questa disparità in termini di competenze digitali, mettendo in luce l’impatto maggiore che la e-reading ha sugli studenti rispetto ai professori dal punto di vista fisiologico-cognitivo, dovuto alla complessità del testo elettronico rispetto al formato cartaceo.
Tra gli intervistati, è comune l’opinione che una maggior alfabetizzazione possa aumentare l’interesse per il digitale come supporto e formato di lettura e migliorare le prestazioni del lettore. Per alfabetizzazione digitale, o digital literacy, si intende la capacità di utilizzare in modo efficace e critico le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), come computer, dispositivi mobili, Internet e software, acquisendo le abilità e le conoscenze necessarie per cercare, valutare, utilizzare, creare e condividere contenuti in formato digitale. Per cui, alfabetizzare gli studenti al digitale è fondamentale per consentirgli di partecipare pienamente alla vita quotidiana e alla tecnologia del tempo. Attraverso l’uso di un linguaggio capace di comprendere e analizzare le informazioni in un ambiente sempre più digitalizzato, la comunità nascente impara a comunicare ed esprimersi in modo sicuro facendo un uso etico della tecnologia, sviluppando abilità critiche per la valutazione delle fonti diffuse attraverso il web.
Secondo la letteratura, il basso livello di digital literacy dei lettori è dovuto alla scarsa conoscenza dei testi digitali e delle loro caratteristiche, nonché alla mancanza dell’acquisizione di adeguate strategie di lettura per ottenere, gestire, interpretare e valutare informazioni38. A questo proposito, la neuroscienziata cognitivista e studiosa della lettura, Maryanne Wolf, propone la «doppia alfabetizzazione»39 come soluzione al divario che stiamo vivendo. Nel suo libro Lettore, vieni a casa, la studiosa afferma che la lettura non è una capacità innata negli esseri umani e che gli individui non possono imparare a leggere in modo naturale, ma che, piuttosto, è una facoltà che assimilano grazie alla plasticità del cervello che è capace di andare oltre le sue funzioni biologicamente acquisite, come la vista e il linguaggio. Di conseguenza, il circuito cerebrale di un lettore è plasmabile ed è influenzato da alcuni fattori ambientali o circostanziali come, ad esempio, il sistema di scrittura utilizzato, il contenuto del testo, la materialità del supporto e i suoi effetti nella pratica della lettura, così come le abilità di lettura acquisite dall’individuo stesso40. Secondo Wolf, i lettori dovrebbero conoscere e comprendere le caratteristiche specifiche di ciascun supporto e avere la capacità di dedicare tempo, attenzione e abilità di lettura approfondita, indipendentemente dal fatto che stiano leggendo su carta o su uno schermo. Ciò li renderebbe più versatili e competenti in entrambi gli ambienti di lettura, sfruttando al massimo le informazioni e la conoscenza disponibili nell’era digitale, senza trascurare l’importanza della lettura su carta e dei benefici ad essa associati41. Infine, un cervello bi-alfabetizzato, cioè capace di sviluppare una nuova forma di pensiero e di approccio alla lettura sia nel contesto tradizionale che digitale, permetterebbe al lettore di passare fluidamente tra i due formati senza difficoltà e di sviluppare una mente flessibile capace di superale «l’attuale sovrabbondanza delle informazioni»42] e muoversi con successo tra le diverse forme di apprendimento, sia nel mondo digitale che in quello tradizionale43].
In questo senso, sensibilizzare i lettori ai nuovi supporti e formati, promuovendo alfabetizzazione digitale e illustrando loro i vantaggi di ciascuna testualità e le loro funzionalità, può contribuire a colmare il divario che si è venuto a creare tra le due pratiche di lettura. L’insegnamento di queste competenze nelle aule può svolgere un ruolo cruciale nel preparare gli studenti ad un ambiente digitale in continua evoluzione44, dove le competenze digitali diventano essenziali per eccellere in un mondo sempre più tecnologico e globalizzato, in cui le TIC sono al centro della comunicazione, del lavoro e della ricerca.

Conclusioni

Le nuove tecnologie digitali stanno profondamente influenzando il modo in cui leggiamo, assimiliamo e interagiamo con il testo. La comunità scientifica, rappresentata da alcuni esperti del settore, come Nicholas Carr e Maryanne Wolf, manifesta una certa preoccupazione in relazione ai cambiamenti che il mondo digitale e Internet stanno arrecando alla lettura come pratica paradigmatica per la trasmissione della conoscenza45. In questo contesto, il passaggio dal formato analogico a quello digitale, dal tangibile all’effimero, pone nuove sfide al lettore in termini di interazione con il testo, incidendo sul livello di focalizzazione e rendimento della lettura, ragione per cui esiste una resistenza significativa verso il digitale come supporto adottato in alternativa al libro cartaceo.
Come affermano Cordón e Muñoz nel loro libro El poder de la lectura, sebbene le nuove tecnologie migliorino l’accessibilità, non necessariamente portano a un cambiamento significativo nei comportamenti e preferenze dei lettori46. Secondo i risultati del nostro studio, il formato stampato, infatti, mantiene una rilevanza significativa nella pratica della lettura, specialmente quando si tratta della percezione del libro come oggetto fisico e degli aspetti sensoriali legati alla lettura cartacea. Nella lettura di libri, assume particolare importanza l’aspetto estetico. Al contrario, durante l’interazione con il testo digitale, i lettori spesso avvertono una distanza sensoriale ed emotiva che riduce il loro coinvolgimento nella lettura, principalmente dovuta alla minore tangibilità del dispositivo e del testo digitale rispetto al supporto e formato cartaceo. Questo fenomeno spinge molti lettori a procurarsi la versione stampata delle opere lette in formato digitale che considerano significative come parte della propria bibliografia. La loro inclusione nella propria collezione cartacea suggerisce un senso di identificazione personale del lettore con il libro in questione47. Questa scelta è influenzata sia da motivi personali che da considerazioni fisiologico-cognitive, poiché la versione cartacea spesso favorisce una maggiore concentrazione sul testo e coinvolgimento nella lettura. Tutto ciò sottolinea che, nonostante i vantaggi offerti dai libri digitali, essi non sono valutati alla stessa maniera di un oggetto fisico e tangibile come il libro cartaceo. La sensibilità legata all’esperienza di lettura rappresenta ancora oggi una parte essenziale del significato e dell’espressione per i lettori.
D’altro canto, la predisposizione all’uso della tecnologia e il livello di familiarità acquisito con gli ambienti digitali, influiscono sulla scelta di utilizzare dispositivi e formati di testi elettronici per la lettura. Ciò suggerisce che un miglioramento delle competenze digitali potrebbe aumentare l’interesse dei lettori nei confronti della e-reading.
Gli studenti e professori coinvolti nell’indagine stanno gradualmente prendendo consapevolezza del fatto che gli ambienti digitali richiedono approcci e metodologie di applicazione diversi rispetto a quelli tradizionali. A questo proposito, una maggiore alfabetizzazione in ambito didattico può sensibilizzare i lettori ai nuovi supporti e formati di lettura, contribuendo a migliorare le loro competenze e la qualità dell’esperienza di lettura digitale.
Da ricordare anche il fatto che, oggigiorno, i libri e i testi digitali affrontano le sfide della comunicazione contemporanea, come l’istantaneità e l’immediatezza48. Per farlo, introducono esperienze di lettura diverse e complementari rispetto alla lettura analogica che rispondono alla crescente domanda di «economia dell’attenzione»49 dei lettori-consumatori moderni. Questo concetto è particolarmente rilevante nell’era digitale, in cui si riscontra una diminuzione nel livello di attenzione dei lettori, i quali preferiscono ritmi narrativi più veloci, formati brevi e interattivi, tipici dell’ambiente digitale. Nardi in tal senso sostiene che, sebbene si sia registrata nella società attuale una diminuzione del tempo dedicato alla lettura, ciò non significa necessariamente che si stia leggendo meno50. Piuttosto, indica che il libro compete con nuovi mezzi che alterano il livello di riflessione e approfondimento tipico della lettura analogica tradizionale.
In questo senso, la ricerca sulle preferenze ed esigenze dei lettori nell’era digitale sono fondamentali per fare il punto sull’evoluzione del libro e per comprendere le aspettative dei lettori in merito alla possibile transizione dai formati tradizionali a quelli digitali o alla loro coesistenza in futuro.
In un mondo in cui l’adozione delle nuove tecnologie è in costante crescita e onnipresente, è necessario comprendere come la società si sta adattando alle nuove modalità di lettura, confrontandosi con le possibilità e le sfide legate alla e-reading.
La lettura svolge un ruolo fondamentale nella formazione culturale e nell’istruzione. Pertanto, il passaggio dall’analogico al digitale può influire sulla diffusione della conoscenza e sulle abitudini e capacità di apprendimento. In questa prospettiva, comprendere la percezione del lettore può guidare lo sviluppo futuro di dispositivi e piattaforme che soddisfino al meglio le sue esigenze e urgenze. Infine, la ricerca in questo campo contribuisce ad offrire una panoramica delle tendenze attuali e a delineare come si svilupperà il mondo della lettura negli anni e nelle tecnologie a venire.

Articolo proposto il 3 dicembre 2023 e accettato il 2 febbraio 2024.


Note

LUDOVICA MASTROBATTISTA, Università di Salamanca, e-mail l.mastrobattista@usal.es.
Ultima consultazione siti web: 9 novembre 2023.

1Andrew Piper, Book was there: reading in electronic times. Chicago: University of Chicago Press, 2012, cap. I [e- book].
2 Ibidem.
3 José Afonso Furtado, El papel y el pixel. De lo impreso a lo digital: continuidades y transformaciones. Gijón: Ediciones Trea S. L., 2007, p. 37.
4 Ziming Liu, Reading behavior in the digital environment: Changes in reading behavior over the past ten years, «Journal of Documentation», 61 (2005), n. 6, p. 700-712, DOI: 10.1108/00220410510632040.
5 Si veda Nicholas Carr, The Shallows: What the Internet is doing to our brains. New York: W. W. Norton & Company, 2010 [e-book].
6 Si veda Christian Vandendorpe, From Papyrus to Hypertext: Toward the universal Digital Library. Champaign: University of Illinois Press, 2009.
7 Judith Wylie  [et al.], Cognitive processes and digital reading. In: Learning to read in a digital world. Amsterdam: John Benjamins Publishing Company, 2018, cap. III, p. 57-90.
8 Lo studio in questione è stato oggetto della tesi di dottorato dal titolo El libro y el lector: Estudio de la percepción de la lectura digital en el ámbito académico, di Ludovica Mastrobattista, discussa in data 13 luglio 2023 presso la       Universidad de Salamanca (ES).
9 Si veda Ludovica Mastrobattista; Javier Merchán-Sánchez-Jara, Identificación y análisis de factores de desapego de la lectura digital en el entorno académico: una revisión crítica de la bibliografía, «Profesional de la información», 31 (2022), n. 2, DOI: 10.3145/epi.2022.mar.07.
10 FGEE, Federación de Gremios de Editores de España, Hábitos de lectura y compra de libros en España, ed. Conecta, 2022, https://www.federacioneditores.org/lectura-y-compra-de-libros-2022-presentacion.pdf.
11 FGEE, Federación de Gremios de Editores de España. Hábitos de lectura y compra de libros en España, ed. Conecta, 2020, https://www.federacioneditores.org/lectura-y-compra-de-libros-2020.pptx.
12 FGEE, Federación de Gremios de Editores de España. Hábitos de lectura y compra de libros en España, ed. Conecta, 2021, https://www.federacioneditores.org/lectura-y-compra-de-libros-2021.pptx.
13 Javier Valbuena; José Antonio Cordón García, La pandemia no hace lectores. «Publishers Weekly en Español», 17 (2021), n. 2, p. 21-22.
14 Ibidem.
15 Anne Mangen; Don Kuiken, Lost in an iPad: Narrative engagement on paper and tablet, «Scientific Study of Literature», 4 (2014), n. 2, p. 150-177, DOI: 10.1075/ssol.4.2.02man.
16 José Antonio Cordón-García, La evolución de la lectura digital: modelos, dispositivos, aplicaciones y prácticas de lectura, In: Lectoescritura digital. España: Ministerio de Educación y Formación Profesional CNIIE, 2019, p. 7–17.
17 José Antonio Cordón García, Lettura digitale: intelligibilità, usabilità e contesti, trad. it. Ludovica Mastrobattista, «Biblioteche oggi trends», 6 (2020), n. 2, p. 28-40.
18 A. Piper, Book was there: reading in electronic times cit., cap I.
19 Si veda José Antonio Cordón-García; María Muñoz-Rico, La lectura (de libros) a la intemperie: sobre prácticas, métricas y prescripciones, «Anuario ThinkEPI», 2022, DOI: 10.3145/thinkepi.2022.e16a07.
20 Si veda Anna Mangen; Gérard Olivier; Jean-Luc Velay, Comparing comprehension of a long text read in print book and on kindle: Where in the text and when in the story?, «Frontiers in Psychology», 10 (2019), DOI: 10.3389/fpsyg.2019.00038.
21 A. Piper, Book was there: reading in electronic times cit., cap. I.
22 Si veda Maryanne Wolf, Lector, vuelve a casa: Cómo afecta a nuestro cerebro la lectura en pantallas, trad. es. María Maestro. Bizkaia: Deusto, 2020 [e-book]. (Ed. orig. Reader, come home: the reading brain in a digital world. Harper, 2018).
23 J. Wylie [et al.], Cognitive processes and digital reading cit., cap. III, p. 57-90.
24 Ladislao Salmerón [et al.], Comprehension processes in digital reading. In: Learning to read in a digital world cit. cap. IV, p. 91-120.
25 Nicholas Carr, The shallows: what the Internet is doing to our brains. New York: W. W. Norton & Company, 2010, cap. VII [e-book].
26 Gino Roncaglia, La quarta rivoluzione: Sei lezioni sul futuro del libro. Bari: Laterza, 2010, p. 46. Nel suo libro, Roncaglia presenta la tesi condivisa da Umberto Eco e Geoffrey Nunberg riguardo al requisito di imitazione del libro elettronico rispetto a quello cartaceo. Secondo questo principio, affinché il libro elettronico sia riconosciuto e accettato come un libro dalla comunità dei lettori odierna, deve essere in grado di imitare le caratteristiche del libro stampato in modo che il cambiamento durante l'attività di lettura risulti impercettibile al lettore.
27 Si veda Domenico Fiormonte, Scrittura e filologia nell’era digitale. Torino: Bollati Boringhieri, 2003.
28 Si veda Amaranth Borsuk, El libro expandido: variaciones, materialidad y experimentos. Ciudad Autónoma de Buenos Aires: Ampersand, 2020.
29 Si veda Roger Chartier, Las revoluciones de la cultura escrita. Diálogo e intervenciones, trad. es. Alberto Luis Bixio, Barcellona: Gedisa, 2000. (Ed. orig. Le livre en révolutions: entretiens avec Jean Lebrun. Les éditions Textuel, 1997).
30 Cfr. nota 12.
31 Si veda Roger Chartier, El orden de los libros: lectore, autores, bibliotecas en Europa entre los siglos XIV y XVII, trad. es. Viviana Ackerman, Barcellona: Gedisa, 2017 [e-book]. (Ed. orig. L’ordre des livres: lecteurs, auteurs, bibliothèques en Europe entre XIV e et XVIIe siècle. Editions ALINEA, 1992).
32 Si veda Miha Kovač; Adriaan van Der Weel, Lectura en papel vs. lectura en pantalla. Bogotá: CERLALC, Centro Regional para el Fomento del Libro en América Latina y el Caribe, 2018.
33 Yolvi Ocaña-Fernández; Luis Valenzuela-Fernández; John Morillo-Flores, La competencia digital en el docente universitario, «Propósitos y Representaciones», 8 (2020), n. 1, p. 1-13, DOI: 10.20511/pyr2020.v8n1.455.
34 Leyre Alejaldre Biel; Eva Álvarez Ramos, La competencia digital docente del profesor universitario 3.0, «Caracteres. Estudios Culturales y Críticos de La Esfera Digital», 8 (2019), n. 2, p. 205-236.
35 Ibidem.
36 Karen S. López-Gil; María Luisa Sevillano García, Desarrollo de competencias digitales de estudiantes universitarios en contextos informales de aprendizaje, «Educatio Siglo XXI», 38 (2020), n. 1, p. 53-78, DOI: 10.6018/educatio.413141.
37 Analía Claudia Chiecher; María Fernanda Melgar, Do they know everything? Educational innovations aimed at promoting digital skills in university students, «Apertura», 10 (2018), n. 2, p. 110-123, DOI: 10.32870/ap.v10n2.1374.
38 L. Alejaldre Biel; E. Álvarez Ramos, La competencia digital docente del profesor universitario 3.0 cit., p. 205-236.
39 M. Wolf, Reader, come home cit., cap. VIII.
40 Ivi, cap. II.
41 Ivi, cap. VIII.
42 Maryanne Wolf, Skim reading is the new normal: the effect on society is profound, «The Guardian», 25 agosto 2018, https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/aug/25/skim-reading-new-normal-maryanne-wolf.
43 Ibidem.
44 Si veda Claire Battershill; Shawna Ross, Using digital humanities in the classroom: a practical introduction for teacher, lecture, and students. London: Bloomsbury Academic, 2022.
45 N. S. Baron, How we read now cit., cap. 9.
46 José Antonio Cordón García; María Muñoz Rico, El poder de la lectura: geografías de libro, el lector y la edición en el ensayo y la literatura. Madrid: Marcial Pons, 2022, p. 22.
47 Si veda Seth Ketron; Kelly Naletelich, How e-readers have changed personal connections with books, «Qualitative Market Research», 19 (2016), n. 4, p. 433-452, DOI: 10.1108/QMR-10-2015-0078.
48 J. A. Furtado, El papel y el pixel cit., p. 54.
49 Il termine ‘economia dell'attenzione’ è stato coniato per la prima volta dall'economista e sociologo Alexander Simon Herbert nel 1971, nel suo lavoro Designing organizations for an information-rich world, estratto da Computers, communication, and the public interest, a cura di Martin Greenberger e pubblicata da The Johns Hopkins Press nel 1971, p. 37-72. Questo concetto è diventato altamente rilevante anche nell'era digitale, dove l’attenzione è diventata una risorsa sempre più preziosa e scarsa nella società dell’informazione.
50 Si veda Andrea Nardi, Il lettore ‘distratto’: leggere e comprendere nell’epoca degli schermi digitali. Firenze: Firenze University Press, 2022.