Alessandro Caramis, Alessandra Federici
Le ricerche sulle ‘infrastrutture del libro’ sono cruciali negli studi sull’accesso al libro, dato il loro ruolo nel rivelare gli aspetti socio-demografici che influenzano il livello di alfabetizzazione della popolazione. La presenza disomogenea di queste infrastrutture può creare aree definite ‘deserti del libro’, analoghi ai deserti fisici, dove le risorse essenziali per la lettura sono scarse.
In letteratura, la definizione di ‘deserti del libro’ (book deserts) è stata coniata e approfondita principalmente da Susan B. Neuman e Naomi Moland. In un loro studio del 20161, descrivono i deserti del libro come aree geografiche con scarso o nullo accesso a libri e materiali di lettura per bambini. Questa mancanza è prevalentemente dovuta a disuguaglianze socio-economiche che influenzano l'accesso a librerie, biblioteche pubbliche e scolastiche. Associando questo concetto a quello della povertà educativa, il termine è stato ulteriormente esplorato da vari ricercatori e organizzazioni, come Unite for literacy che ha sviluppato una mappa dei deserti del libro negli Stati Uniti, evidenziando le aree con una significativa carenza di libri nelle case e sottolineando la correlazione tra la disponibilità di libri e il successo educativo dei bambini2.
Nell’esperienza italiana, secondo l’ultimo Libro bianco sulla lettura e consumi culturali in Italia, editato dal Centro per il libro e la lettura (Cepell): «un piano di allargamento del mercato di lettori, cioè dei potenziali clienti della filiera produttiva e distributiva, di promozione della lettura, di intensificazione degli atti di lettura e acquisto, non può prescindere da un rafforzamento di quelle che possiamo chiamare ‘infrastrutture della lettura’»3. Ancora «sostenere le infrastrutture del libro significa non solo fare un investimento materiale ma anche creare i presupposti per un reale investimento nel valore immateriale della lettura»4, cioè l’espansione del mercato dei lettori e la promozione della lettura richiedono il rafforzamento delle ‘infrastrutture della lettura’.
Rifacendosi ai concetti maggiormente espressi in letteratura e negli indirizzi legislativi e di policy presenti in Italia, le ‘infrastrutture del libro’ sono riconducibili a tutti quei luoghi, spazi fisici e istituzioni volti a favorire l’accesso e la fruizione di libri. La loro presenza o assenza è di vitale importanza al fine di promuovere una cultura del libro volta a favorire l’abitudine alla lettura degli italiani tant’è che la recente legge n. 15 del 13 febbraio 2020, Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura ha identificato nelle biblioteche e nelle librerie, laddove presenti, «un imprescindibile strumento dell’incontro con il libro e quindi della sua promozione»5.
La definizione utilizzata, è scelta per essere traducibile operativamente, individuando nelle infrastrutture di prossimità di una comunità - librerie, biblioteche e biblioteche scolastiche - una prima base di analisi, solida e statisticamente consolidata, da cui poter avviare questo studio.
Questa definizione non esaurisce il panorama delle altre tipologie di infrastrutture del libro che allargandone il perimetro include: dagli spazi informali adibiti al riuso dei libri di seconda mano (esempio cabine telefoniche, caffè o spazi di ristoro, mercatini, ecc..) ad altri luoghi commerciali dediti alla consultazione o vendita di libri (store museali, shopping center, edicole, ecc..) fino a comprendere altre istituzioni e reti che sostengono la produzione, la distribuzione, la conservazione e l’accesso ai libri quali la presenza di case editrici, associazioni culturali, stampatori e fornitori di servizi di stampa, distributori. Tutti questi attori possono essere, in una definizione estesa, parte di un’infrastruttura del libro.
Partendo dalle evidenze emerse dai primi lavori di analisi effettuati sulla regione Lazio6] e la regione Lombardia7, in cui i ‘deserti del libro’ corrispondevano prevalentemente ad aree interne, poco urbanizzate, montane e a forte incidenza di pendolarismo, questa analisi si pone i seguenti obiettivi specifici:
Il primo passo funzionale all’analisi è la costruzione di un set di indicatori distribuiti a livello comunale. Il dataset è prodotto allo scopo di avere a disposizione una informazione statistica integrata, con una scala di dettaglio che possa valorizzare le informazioni e alcuni fondamentali indicatori provenienti dalle diverse fonti statistiche ufficiali, principalmente tratte dall’Istat. Laddove non specificatamente individuato, l’anno di riferimento dei dati è il 2022.
In dettaglio sono presenti i seguenti dati:
Per le analisi e le elaborazioni dei dati sono stati utilizzati il software statistico Sas e quello cartografico ArcGIS.
I risultati riportati nei paragrafi seguenti descrivono le caratteristiche dei comuni dotati o privi di infrastrutture librarie, analizzati in relazione alle principali classificazioni territoriali vigenti. Nel primo sotto-paragrafo vengono esposte, in chiave descrittiva, le evidenze emerse dal punto di vista geografico-territoriale a livello nazionale. Il secondo, focalizzato su uno studio di caso, analizza i fattori geografico-spaziali e socio-demografici maggiormente associati all'assenza di infrastrutture librarie nelle regioni Piemonte, Lazio e Campania. Nel terzo, si propone un modello di regressione logistica per spiegare il legame tra l'assenza di tali infrastrutture e i fattori considerati. Infine, nelle conclusioni, vengono sintetizzati i principali risultati in relazione ai dati sulla lettura e al benessere generazionale in Italia.
I comuni italiani sono stati classificati in base alla varietà delle infrastrutture del libro presenti. Sono state identificate tre categorie:
Questa scelta è orientata verso la policy tesa a valorizzare la pluralità delle diverse infrastrutture presenti nell’ambito di uno stesso comune, in alternativa ad altre classificazioni legate alla densità di esse in rapporto alla popolazione residente oppure rispetto alla superfice comunale.
Nel 2022, in Italia erano presenti 989 biblioteche scolastiche nei comprensori statali, 3.919 librerie e 8.131 biblioteche pubbliche e private aperte al pubblico23]. Dei 7.901 comuni italiani, il 30,9% è privo di qualsiasi infrastruttura del libro, corrispondente a 2.438 ‘comuni-deserti del libro’. Circa 4 milioni di persone vivono in questi comuni, mentre oltre 32 milioni risiedono in comuni con una bassa varietà di infrastrutture, ovvero con la presenza almeno di una libreria o di una biblioteca oppure di una biblioteca scolastica.
La distribuzione dei comuni privi di infrastrutture del libro è disomogenea e concentrata in specifiche aree del territorio, come evidenziato dalla Figura 1.
Figura 1 – Comuni italiani per tipologia di infrastruttura del libro. Anno 2022. Fonte: elaborazioni su dati Istat
La macro-area nella quale c’è una maggiore presenza di ‘deserti del libro’ è il Sud dove quasi un comune su due (47,6%) non ha nessuna infrastruttura del libro. Seguono le aree del Centro (33,3%) e del Nord-ovest (32,1%) nelle quali circa un comune su tre è privo di una libreria, una biblioteca aperta al pubblico o una biblioteca scolastica. Le regioni del Nord-est (13,7%) e delle Isole (15,1%) al contrario sono quelle più coperte.
In particolare, le aree con maggiori concentrazioni di comuni-deserti del libro includono: i) Aree interne e rurali: spesso caratterizzate da scarsa urbanizzazione e difficoltà di accesso ai servizi. ii) Zone montane: dove la densità di popolazione è bassa e le infrastrutture sono meno sviluppate. iii) Comuni con alto pendolarismo: in cui le infrastrutture del libro sono meno presenti a causa della dispersione della popolazione.
Infatti, a livello di densità abitativa e di urbanizzazione, i ‘deserti del libro’ sono maggiormente presenti nelle Zone rurali o scarsamente popolate (42,1%) (Figura 2), così come sono soprattutto i comuni di piccola ampiezza demografica quelli nei quali si osserva la più alta incidenza di questo fenomeno, circa un comune su due in quelli fino ed uno su cinque in quelli tra i 2 mila e 5 mila abitanti (Figura 3). Le piccole città, i sobborghi a densità intermedia di popolazione ed i comuni fino a 50 mila abitanti presentano invece una bassa varietà di infrastrutture.
Grado di urbanizzazione |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
Zone rurali o scarsamente popolate |
42,1 |
57,7 |
0,2 |
100,0 |
Piccole città, sobborghi/Zone a densità intermedia di popolazione |
11,4 |
81,0 |
7,6 |
100,0 |
Città o zone densamente popolate |
7,5 |
58,8 |
33,7 |
100,0 |
Figura 2 – Classificazione dei comuni in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per grado di urbanizzazione dei comuni - Classificazione Degurba. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
Ampiezza comunale |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
Da 2.001 a 5.000 abitanti |
53,1 |
46,9 |
0,0 |
100,0 |
Da 5.001 a 10.000 abitanti |
20,3 |
79,5 |
0,3 |
100,0 |
Da 10.001 a 30.000 abitanti |
9,3 |
89,0 |
1,7 |
100,0 |
Da 30.001 a 50.000 abitanti |
4,6 |
84,7 |
10,7 |
100,0 |
Più di 50.000 abitanti |
3,0 |
59,6 |
37,3 |
100,0 |
Città metropolitane |
0,0 |
25,6 |
74,4 |
100,0 |
Figura 3 – Classificazione dei comuni in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per ampiezza demografica del comune. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
La collocazione in una delle aree interne del paese si conferma come ulteriore fattore di svantaggio per l’accesso alle infrastrutture del libro: circa quattro comuni su dieci collocati in zone periferiche o ultra-periferiche non hanno né una libreria, né una biblioteca aperta al pubblico né una biblioteca scolastica (Figura 4).
L'analisi dell’indice demografico conferma l’ipotesi iniziale per cui i comuni con un declino demografico maggiore del 5% negli ultimi dieci anni, presentino una maggiore assenza di infrastrutture del libro (47,8%) (Figura 5). Inoltre, i comuni di montagna interna (43,8%) e litoranea (42,7%) mostrano una significativa mancanza di queste infrastrutture (Figura 6).
Classificazione Area interna |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
A - Polo |
0,0 |
32,4 |
67,6 |
100,0 |
B - Polo intercomunale |
1,7 |
63,3 |
35,0 |
100,0 |
C - Cintura |
24,7 |
73,0 |
2,2 |
100,0 |
D - Intermedio |
38,5 |
59,5 |
2,0 |
100,0 |
E - Periferico |
39,6 |
59,0 |
1,4 |
100,0 |
F – Ultra-periferico |
38,0 |
61,8 |
0,3 |
100,0 |
Figura 4 – Classificazione dei comuni in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per tipo di Area interna. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
Andamento demografico |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
In calo demografico |
47,8 |
50,8 |
1,4 |
100,0 |
In lieve calo demografico |
23,9 |
68,8 |
7,3 |
100,0 |
Demograficamente stabili |
22,6 |
69,5 |
7,9 |
100,0 |
In lieve crescita demografica |
18,0 |
77,7 |
4,3 |
100,0 |
In crescita demografica |
47,8 |
50,8 |
1,4 |
100,0 |
Figura 5 – Classificazione dei comuni in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per andamento demografico. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
Questi risultati indicano che la geografia dei territori privi di infrastrutture del libro riflette non solo i divari socio-economici tradizionali tra Mezzogiorno e Nord ma trascende i confini amministrativi. Le aree più colpite includono comuni in declino demografico, aree interne, montane, rurali e scarsamente popolate, dove lo svantaggio culturale si somma a ulteriori vulnerabilità sociali ed economiche.
ZONA ALTIMETRICA |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
Montagna interna |
43,8 |
54,9 |
1,4 |
100,0 |
Montagna litoranea |
42,7 |
53,0 |
4,3 |
100,0 |
Collina interna |
31,5 |
66,1 |
2,4 |
100,0 |
Collina litoranea |
28,7 |
62,3 |
9,0 |
100,0 |
Pianura |
15,7 |
78,5 |
5,8 |
100,0 |
Figura 6 – Classificazione dei comuni in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per zona altimetrica. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
Secondo gli ultimi dati Istat sulla lettura24, nel 2023 la quota nazionale di lettori di libri è leggermente aumentata al 40,1% della popolazione di 6 anni e più (rispetto al 39,3% nel 2022)25. A livello regionale, il Lazio e il Piemonte presentano una quota di lettori superiore alla media nazionale, rispettivamente al 44,4% e al 44,8%, mentre la Campania mostra una quota nettamente inferiore, pari al 26,5%.
Sul fronte dell’incontro tra domanda e offerta di servizi librari, nelle tre regioni esaminate i comuni privi di biblioteche pubbliche, librerie e biblioteche scolastiche, superano la media nazionale: Lazio (45,0%), Piemonte (44,2%) e Campania (40,0%). Comparando queste regioni con le loro rispettive macro-aree territoriali, si osserva che Piemonte e Lazio registrano tassi di assenza di infrastrutture più alti rispetto al totale dei comuni del Nord e del Centro, dove la carenza di infrastrutture si attesta rispettivamente al 32,1% e al 33,3%. In Campania, il tasso di comuni privi di infrastrutture del libro è invece inferiore rispetto alla media del Sud (47,6%).
In termini di popolazione priva di accesso a infrastrutture librarie nel proprio comune di residenza, questi tassi si traducono nel 7,3% della popolazione del Lazio (415.091 abitanti), l’8,6% della popolazione piemontese (366.294 abitanti) e ben il 14,6% della popolazione campana (816.917 abitanti) che non hanno accesso a spazi dedicati al libro. Questi dati evidenziano una possibile correlazione tra la bassa quota di lettori in Campania e la scarsa presenza di infrastrutture librarie, suggerendo un potenziale rischio di povertà educativa in alcune aree della regione.
L’analisi condotta mette in evidenza significativi divari non solo interregionali ma anche intra-regionali. In Piemonte, ad esempio, la media regionale del 44,4% di comuni privi di infrastrutture del libro nasconde variazioni provinciali notevoli: la provincia di Torino presenta solo il 28,8% di comuni senza infrastrutture, mentre le province di Asti, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola raggiungono rispettivamente il 58,1%, il 65,9% e il 73,0% (Figure 7-8).
Figura 7 – Comuni regione Piemonte per tipologia di infrastruttura del libro. Anno 2022. Fonte: elaborazioni su dati Istat
Provincia |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
Torino |
28,8 |
69,2 |
1,9 |
100,0 |
Vercelli |
65,9 |
32,9 |
1,2 |
100,0 |
Novara |
40,2 |
58,6 |
1,1 |
100,0 |
Cuneo |
39,7 |
58,3 |
2,0 |
100,0 |
Asti |
58,1 |
41,0 |
0,9 |
100,0 |
Alessandria |
46,0 |
51,3 |
2,7 |
100,0 |
Biella |
50,0 |
48,6 |
1,4 |
100,0 |
Verbano-Cusio-Ossola |
73,0 |
27,0 |
- |
100,0 |
PIEMONTE |
44,2 |
54,1 |
1,7 |
100,0 |
NORD-OVEST |
32,1 |
66,1 |
1,8 |
100,0 |
ITALIA |
30,9 |
65,5 |
3,7 |
100,0 |
Figura 8 – Classificazione dei comuni della regione Piemonte in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per provincia. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
Nel Lazio, rispetto al 45,0% regionale, la provincia di Rieti è la più svantaggiata con il 57,5% di comuni privi di infrastrutture del libro, mentre la provincia di Latina è la più avvantaggiata, con solo il 27,3% di comuni deprivati (Figura 9 e 10).
Figura 9 – Comuni regione Lazio per tipologia di infrastruttura del libro. Anno 2022. Fonte: elaborazioni su dati Istat
Provincia |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
|
Viterbo |
45,0 |
53,3 |
1,7 |
100,0 |
|
Rieti |
57,5 |
41,1 |
1,4 |
100,0 |
|
Roma |
43,8 |
45,5 |
10,7 |
100,0 |
|
Latina |
27,3 |
69,7 |
3,0 |
100,0 |
|
Frosinone |
42,9 |
49,5 |
7,7 |
100,0 |
|
LAZIO |
45,0 |
48,9 |
6,1 |
100,0 |
|
CENTRO |
33,3 |
60,0 |
6,7 |
100,0 |
|
ITALIA |
30,9 |
65,5 |
3,7 |
100,0 |
|
Figura 10 – Classificazione dei comuni della regione Lazio in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per provincia. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
In Campania, sebbene la media regionale sia del 40%, i comuni della provincia di Napoli sono i più serviti, con solo il 21,7% privi di infrastrutture, a fronte del 53,8% e del 57,7% delle province di Benevento e Caserta, rispettivamente (Figure 11-12).
Figura 11 – Comuni regione Campania per tipologia di infrastruttura del libro. Anno 2022. Fonte: elaborazioni su dati Istat
Provincia |
Comuni senza infrastrutture del libro |
Comuni con almeno una infrastruttura del libro |
Comuni con tutte e tre le infrastrutture del libro |
Totale comuni |
|
Caserta |
57,7 |
38,5 |
3,8 |
100,0 |
|
Benevento |
53,8 |
42,3 |
3,8 |
100,0 |
|
Napoli |
21,7 |
59,8 |
18,5 |
100,0 |
|
Avellino |
33,1 |
65,3 |
1,7 |
100,0 |
|
Salerno |
37,3 |
55,1 |
7,6 |
100,0 |
|
CAMPANIA |
40,0 |
53,1 |
6,9 |
100,0 |
|
SUD |
47,6 |
48,0 |
4,4 |
100,0 |
|
ITALIA |
30,9 |
65,5 |
3,7 |
100,0 |
|
Figura 12 – Classificazione dei comuni della regione Campania in base alla presenza o meno di infrastrutture del libro per provincia. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
L’analisi fin qui condotta mette in evidenza una distribuzione eterogenea dei deserti del libro a livello provinciale all’interno delle regioni esaminate. Questa variabilità suggerisce che non tutte le aree geografiche sono colpite allo stesso modo dalla mancanza di infrastrutture librarie. Per ottenere una comprensione più approfondita dei fattori geografico-territoriali e socio-demografici che contribuiscono a questa assenza di risorse, è fondamentale intraprendere un’analisi dettagliata della correlazione esistente tra questi elementi e la disponibilità di librerie, biblioteche pubbliche e scolastiche in ciascuna delle tre regioni considerate. Pertanto, un esame approfondito di queste relazioni non solo arricchisce la nostra comprensione del fenomeno, ma offre anche spunti preziosi per eventuali interventi mirati a colmare queste lacune informative nelle regioni analizzate.
L’ipotesi assunta in questo studio vede l’assenza di infrastrutture del libro in un dato territorio come il risultato di più fattori concomitanti. Come evidenziato nei paragrafi precedenti, la presenza di deserti culturali in un comune può dipendere da variabili territoriali e socio-demografiche, quali l'invecchiamento della popolazione, il declino demografico, un basso tasso di popolazione in età attiva, un elevato pendolarismo, la collocazione in aree rurali o scarsamente popolate. Ma in che modo i fattori considerati si associano tra loro per spiegare il fenomeno e quali sono i più influenti?
Per comprendere più a fondo il diverso peso giocato dagli indicatori presi in considerazione (Figura 13), si è fatto ricorso a un modello di regressione logistica che espliciti il legame tra la variabile dipendente, l’assenza di infrastrutture del libro, e variabili indipendenti di tipo territoriale e socio-demografico.
Le variabili esplicative considerate includono: i) Livello di urbanizzazione; ii) Altimetria del comune; iii) Tasso di pendolarismo; iv) Indice di vecchiaia; v) Indice di dipendenza; vi) Andamento demografico della popolazione.
Le variabili prese in considerazione riflettono i fattori che, nella regione Piemonte, Lazio e Campania, possono determinare l'assenza di infrastrutture librarie in un determinato comune mentre i casi osservati sono i comuni presenti nelle tre regioni prese in considerazione.
|
Grado di urbanizzazione |
Zona |
Indice di |
Indice di dipendenza |
Andamento demografico |
Tasso di pendolarismo |
REGIONI |
Piccole città e sobborghi a densità |
Collina e montagne |
Alto indice di vecchiaia |
Alto indice |
In calo demografico |
Alto tasso di pendolarismo |
|
|
|
|
|
|
|
Piemonte |
94,3 |
83,7 |
79,9 |
74,1 |
84,7 |
73,9 |
Lazio |
91,2 |
95,3 |
70,6 |
62,9 |
84,1 |
47,6 |
Campania |
63,2 |
72,3 |
38,6 |
30,9 |
84,5 |
20,5 |
|
|
|
|
|
|
|
Italia |
86,2 |
83,1 |
68,2 |
61,6 |
84,5 |
56,1 |
Figura 13 – Comuni senza infrastrutture del libro per principali indicatori territoriali, demografici e regione. Anno 2022 (Valori percentuali). Fonte: elaborazioni su dati Istat
Nonostante le evidenti e marcate differenze, i risultati del modello applicato alle tre regioni (come illustrato nella Figura 14) confermano e rafforzano le intuizioni già emerse dall'analisi descrittiva. È interessante notare che l’assenza totale di infrastrutture dedicate al libro nei comuni analizzati è maggiormente correlata a diversi fattori specifici, che meritano di essere esaminati in dettaglio. In particolare, si evidenziano quattro elementi chiave: (a) la presenza di zone rurali o scarsamente popolate, dove le opportunità di accesso ai libri sono limitate; (b) la collocazione dei comuni in aree interne, lontane dai principali centri urbani; (c) un alto indice di vecchiaia della popolazione, che può influenzare la domanda e l’uso delle risorse offerte da biblioteche e librerie; (d) un livello di pendolarismo medio-alto, che suggerisce una mobilità dei residenti che potrebbe ridurre il tempo e le opportunità di fruizione di spazi pubblici culturali.
Stime degli odds ratio |
|||
EFFETTI |
Stima puntuale |
||
Piemonte |
Lazio |
Campania |
|
GRADO URBANIZZAZIONE Zone rurali o scarsamente popolate rispetto a Zone densamente popolate o intermedie |
6,536 |
4,662 |
2,427 |
ZONA ALTIMETRICA Zona interna rispetto a Zona esterna |
1,627 |
1,754 |
1,058 |
ANDAMENTO DEMOGRAFICO In calo demografico rispetto a In crescita demografica |
0,822 |
0,722 |
1,099 |
TASSO DI PENDOLARISMO Pendolarismo medio-alto rispetto a Pendolarismo basso |
0,986 |
3,039 |
3,965 |
INDICE DI VECCHIAIA Indice vecchiaia alto rispetto a Indice vecchiaia basso |
2,397 |
2,469 |
0,849 |
INDICE DI DIPENDENZA Indice dipendenza alto rispetto a Indice dipendenza basso |
0,855 |
1,625 |
1,11 |
Figura 14 – Regressione logistica: Stime dell’odds ratio. Fonte: elaborazioni su dati Istat
D’altro canto, alcuni fattori sembrano avere un’influenza minore. In particolare, l’alto indice di dipendenza e un andamento demografico in decrescita risultano essere meno significativi nel determinare l’assenza di infrastrutture librarie. Questo è un aspetto da considerare attentamente, poiché suggerisce che, sebbene questi fattori possano contribuire a influenzare la situazione, non sono determinanti nella stessa misura di quelli precedentemente menzionati.
Le stime di massima verosimiglianza, riportate nella Figura 15, confermano l’esistenza di associazioni positive e non casuali tra i fattori analizzati, rivelando così la diversa rilevanza di alcuni di essi nello spiegare la ‘deprivazione informativa’ nelle tre regioni. In Piemonte, ad esempio, la dimensione demografica dei comuni e il loro grado di urbanizzazione si rivelano cruciali per comprendere l’assenza di biblioteche e librerie. Questo indica che le aree più densamente popolate e urbanizzate hanno maggiori probabilità di disporre di tali infrastrutture.
Analisi delle stime della massima verosimiglianza |
||||||
PARAMETRI |
Piemonte |
Lazio |
Campania |
|||
Chi-quadrato |
Pr > ChiQuadr |
Chi-quadrato |
Pr > ChiQuadr |
Chi-quadrato |
Pr > ChiQuadr |
|
Zone rurali o scarsamente popolate |
80,4715 |
<.0001 |
17,2042 |
<.0001 |
10,8167 |
0,001 |
Comuni della zona interna |
9,039 |
0,0026 |
1,4512 |
0,2283 |
0,0501 |
0,8229 |
Andamento demografico in calo |
1,1031 |
0,2936 |
0,7515 |
0,386 |
0,1175 |
0,7318 |
Pendolarismo medio-alto |
0,0088 |
0,9255 |
16,7788 |
<.0001 |
23,2595 |
<.0001 |
Indice di vecchiaia alto |
19,5517 |
<.0001 |
5,8163 |
0,0159 |
0,2694 |
0,6038 |
Indice di dipendenza alto |
0,6678 |
0,4138 |
1,5073 |
0,2196 |
0,1073 |
0,7432 |
Figura 15 – Regressione logistica: Stime della massima verosimiglianza Fonte: elaborazioni su dati Istat
Al contrario, in regioni come il Lazio e, in particolare, in Campania, si osserva che i centri caratterizzati da un tasso di pendolarismo medio-alto tendono a essere privi di luoghi dedicati alla lettura e all’apprendimento. Questo fenomeno potrebbe riflettere una mancanza di attenzione verso le necessità culturali in contesti dove le persone, soprattutto appartenenti alla fascia d’età più produttiva, trascorrono gran parte del loro tempo lavorando altrove. Inoltre, in Piemonte e nel Lazio, emerge una correlazione significativa tra l’assenza di infrastrutture librarie e l’alto indice di vecchiaia, suggerendo che le comunità più anziane potrebbero non beneficiare adeguatamente di servizi essenziali e per tutti come quelli offerti soprattutto dalle biblioteche.
Prima di giungere a conclusioni definitive, è fondamentale considerare un ultimo aspetto di grande importanza: se le condizioni, soprattutto di tipo socio-demografico, dei comuni privi di infrastrutture librarie dovessero rimanere invariate nel tempo, si renderebbe particolarmente difficile l’apertura di nuovi spazi dedicati al libro, come librerie e biblioteche. La prevalenza di ‘comuni dormitorio’, caratterizzati da un alto indice di vecchiaia, evidenzia la necessità di creare luoghi pubblici, come biblioteche di lettura aperte al pubblico, che possano servire come punti di aggregazione e risorse culturali. Questi spazi non solo sono cruciali per la promozione della lettura, ma rappresentano anche un fattore strategico per migliorare la qualità della vita e il benessere psico-fisico della popolazione anziana, specialmente durante le ore diurne.
L’analisi del panorama editoriale italiano evidenzia una storica concentrazione territoriale che persiste nel tempo. Le province di Roma, Milano e Torino ospitano oltre un terzo (36,4%) degli editori attivi nel paese, contribuendo in modo significativo alla produzione editoriale nazionale, con il 62,9% delle opere librarie e il 71,5% della tiratura totale26. Nel 2022, rispetto all’anno precedente, si osserva un incremento nella pubblicazione di nuovi titoli (+1,3%) e nelle tirature (+1,7%). In particolare, si registra una crescita della quota di mercato dedicata ai libri per bambini, ragazzi e fumetti, con un aumento di 3,1 punti percentuali rispetto al 2021. Tuttavia, è importante sottolineare che solo un quinto degli editori italiani ha intrapreso la pubblicazione in formato digitale, suggerendo una certa resistenza all'innovazione in un'epoca in cui la digitalizzazione ha assunto un ruolo sempre più dominante in più ambiti.
Dal punto di vista della domanda, i dati rivelano che il 39,3% della popolazione di 6 anni e più nell'ultimo anno ha letto almeno un libro per motivi non scolastici o professionali. Questo dato segna una leggera flessione rispetto ai valori osservati negli anni precedenti (41,4% nel 2020 e 40,8% nel 2021), evidenziando una tendenza preoccupante che attraversa tutti i formati di lettura: il digitale (-6,3%), il cartaceo (-5,3%) e l’audiolibro (-2,9%)27. Nonostante questa diminuzione, il formato cartaceo rimane comunque il preferito dai lettori. Questo scenario suggerisce una disparità tra l'aumento della produzione di contenuti digitali da parte degli editori e la reale fruizione di tali opere, con sette lettori su dieci (69,8%) che si dichiarano fedeli esclusivamente ai libri cartacei mentre il 12,4% solo agli e-book e lo 0,5% soltanto agli audiolibri.
I dati demografici mostrano che i lettori più appassionati sono i giovani fino ai 24 anni, in particolare le ragazze di età compresa tra 11 e 14 anni, dove oltre il 60% ha letto almeno un libro nell'ultimo anno28. L’abitudine alla lettura è maggiormente diffusa nelle regioni del Centro-Nord e nei comuni delle aree metropolitane, dove quasi la metà della popolazione (47,8%) si identifica come lettore. In contrasto, la percentuale scende al 36,3% nei comuni con meno di 2.000 abitanti suggerendo, anche in base ai risultati ottenuti dall’analisi presentata, un potenziale legame tra la presenza di librerie e biblioteche e l'abitudine alla lettura.
Per quanto riguarda la frequenza alle biblioteche, i dati del 2022 mostrano un incremento, con il 10,2% della popolazione di 3 anni e più che ha visitato almeno una biblioteca nel corso dell’anno, un valore in crescita rispetto al 7,4% del 2021, anche se ancora distante dal 15,5% del 2019. I giovani fino ai 24 anni si confermano gli utenti più assidui con una quota più che doppia rispetto al resto della popolazione (23,5% a fronte del 10,2% della media generale) e con motivazioni alla fruizione che spaziano dal prestito di libri, alla ricerca di informazioni passando per la ricerca di posti dove poter leggere e studiare. Questi dati suggeriscono non solo un interesse per la lettura, ma anche una necessità di spazi fisici in cui poter accedere ai testi e alle risorse informative.
Tuttavia, l’analisi per classi d’età diverse mette in evidenza una significativa regressione nell’abitudine alla lettura tra la popolazione ultra-sessantaquattrenne, con una propensione a recarsi in biblioteca in drastico calo dopo i 44 anni ponendo in luce l'importanza di sviluppare strategie che promuovano la lettura e l'accesso alla cultura tra le fasce più anziane della popolazione.
In questo contesto demografico, è quindi fondamentale considerare le ‘disuguaglianze di accesso al libro’ nei comuni privi di infrastrutture culturali, dove l'assenza di biblioteche e librerie può ostacolare la promozione della lettura. L’aumento previsto della popolazione anziana nei prossimi anni presenta sfide significative per il sistema socio-culturale italiano. L’effetto combinato di un’alta speranza di vita e il perdurare di un regime di bassa fecondità29 contribuiscono al progressivo aumento degli anziani, da un lato, e alla contrazione dei giovani, dall’altro, determinando una ‘spaccatura’ intergenerazionale particolarmente critica soprattutto in alcune aree del paese.
Le proiezioni demografiche suggeriscono un notevole incremento dei ‘grandi anziani’, con una popolazione ultraottantenne che si prevede aumenterà del 35,2% entro il 2041, superando i 6 milioni30. Questo cambiamento demografico pone interrogativi sulla capacità del paese di gestire una popolazione che invecchia rapidamente. Ciò che è certo è che generazioni prossime all’uscita dall’età produttiva saranno a carico di coorti più giovani meno ampie, con un importante impatto a livello economico e, come abbiamo riscontrato da questa analisi, anche a livello culturale.
L’analisi di alcuni indicatori relativi a diversi comportamenti e ambiti della vita31, sulla popolazione dai 65 anni a circa 20 anni di distanza, mette in evidenza i cambiamenti che sono intercorsi nelle generazioni. Nel confronto tra gli ‘anziani di oggi’ (2022) e gli ‘anziani di ieri’ (2002), a parità di età, sia per la popolazione di 65-74 anni, sia per quella dai 75 anni, ai primi posti della graduatoria dei miglioramenti osservati si trovano la pratica sportiva, le attività di volontariato e la fruizione delle biblioteche, a testimoniare un progressivo diffondersi di comportamenti attivi e proattivi legati alla cura fisico-cognitiva della persona.
In questo scenario in cui le evidenze sulla frequentazione delle biblioteche negli anni sembrano essere incoraggianti, si richiede un approccio che garantisca una migliore qualità della vita di tutti i cittadini ed in particolare di quelli ultrasessantacinquenni. È importante investire nel benessere della popolazione anziana sin da ora, in modo tale che all’aumento della prospettiva di vita faccia riscontro un maggior numero di anni vissuti in buona salute, liberi da condizioni che limitano l’autonomia e con la possibilità di avere una vita sociale soddisfacente. L’investimento sulle infrastrutture del libro potrebbe in tal senso risultare una strategia vincente.
In particolare, la lettura è stata riconosciuta come un’attività ricca di benefici per la salute psicologica e fisica. Studi internazionali32 dimostrano che leggere non solo migliora la capacità empatica e il senso di identità personale, ma riduce anche i sintomi di depressione e deterioramento cognitivo. Nelle persone appartenenti alla fascia d’età più anziana, la lettura aumenta sentimenti di gioia, di autenticità, mentre sul piano cognitivo migliorano le capacità di ascolto, di memoria e di attenzione. Leggere quindi può contribuire alla diminuzione del rischio di demenza in età senile. È pertanto essenziale investire in infrastrutture del libro, soprattutto nei comuni con alti tassi di dipendenza degli anziani, per promuovere una cultura della lettura che possa migliorare la qualità della vita e il benessere psicofisico di tutta la popolazione.
La geografia dei ‘deserti del libro’ delineata dai dati del 2022 sulle tre regioni prese in considerazione, deve servire come base per un’azione strategica volta a costruire una rete di promozione della lettura più estesa e mirata, anche in virtù delle evidenze demografiche presenti e future. È necessario colmare il vuoto culturale che esiste in molte aree del paese, facilitando l'accesso alle risorse culturali e promuovendo una maggiore interazione tra i comuni privi di infrastrutture e i centri urbani più grandi, ricchi di opportunità culturali, proposte e occasioni dedicate alla lettura. Solo attraverso un impegno collettivo sarà possibile superare la mancanza di luoghi riservati al libro e garantire a tutti i cittadini un accesso equo alle risorse culturali.
Articolo proposto il 24 ottobre 2024 e accettato il 16 novembre 2024.
ALESSANDRO CARAMIS, Istituto nazionale di statistica, Roma, e-mail: alessandro.caramis@istat.it.
ALESSANDRA FEDERICI, Istituto nazionale di statistica, Roma, e-mail: federici@istat.it.
Ultima consultazione siti web: 24 ottobre 2024.
AIB studi, vol. 64 n. 2 (maggio/agosto 2024). DOI 10.2426/aibstudi-14085. ISSN: 2280-9112, E-ISSN: 2239-6152 - Copyright (c) 2024 Alessandro Caramis; Alessandra Federici