Ci presentiamo ai lettori con un nuovo formato, un altro titolo, una diversa periodicità. È questo l'esito di una discussione, intensa e certo non frettolosa, che si è sviluppata all'interno della rivista, del suo Comitato scientifico e del CEN AIB, con il decisivo contributo di un gruppo di studio nominato dal CEN stesso.
La trasformazione del «Bollettino AIB» in un periodico elettronico (con una versione cartacea on demand) non è solo una risposta obbligata alle innegabili difficoltà economiche derivanti dai suoi costi di stampa e distribuzione: avvertivamo tutti l'esigenza di contribuire a velocizzare la comunicazione scientifica e professionale nell'ambito della biblioteconomia italiana. E volevamo sfruttare altre opportunità: offrire a soci e abbonati funzioni più ricche, metadati più completi e strumenti versatili di ricerca e recupero dei testi; creare una consistente massa critica di contenuti liberamente accessibili e scaricabili; rendere più trasparenti le nostre politiche editoriali; conquistare lettori, soprattutto fra i giovani; ampliare la diffusione della rivista all'estero. Il nuovo e-journal si misurerà con simili, ambiziosi obiettivi.
L'open access è l'orizzonte valoriale nel quale ci riconosciamo e verso il quale, gradualmente ma senza tentennamenti, ci stiamo muovendo: la scelta di utilizzare una piattaforma come OJS va letta in quest'ottica. Abbiamo potuto mettere ad accesso aperto le dieci annate più recenti del «Bollettino AIB»: un risultato molto importante, frutto anche del lavoro volontario e competente di alcuni amici, che meritano il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine.
«AIB Studi» parte invece con un embargo (limitato alle ultime due annate), nel senso che le credenziali di accesso sono riservate agli iscritti AIB e agli abbonati. È una formula che andrà valutata nel tempo, ovviamente. Nel frattempo (e in continuità con il «Bollettino»), proporremo, per ciascun fascicolo, non pochi contenuti aperti: l'editoriale, un articolo, gli abstract e i metadati degli altri articoli, le recensioni e, novità significativa, la Letteratura professionale italiana.
«AIB Studi» è il nuovo titolo, volutamente breve, di una rivista con oltre cinquant'anni di storia. Conserviamo, in forma leggermente ridotta, il complemento del titolo («Rivista di biblioteconomia e scienze dell'informazione») e proseguiamo il viaggio senza abbandonare la numerazione del «Bollettino»: intendiamo così richiamare le nostre radici storiche, la funzione che continueremo a svolgere come una delle principali sedi dell'elaborazione tecnico-scientifica e della produzione editoriale AIB, l'alveo disciplinare nel quale operiamo, il costume e il prestigio intellettuale che ereditiamo. Aspiriamo, però, a dare corpo e voce a una stagione di riflessioni ed esperienze biblioteconomiche, e di vita delle biblioteche, che è in rapidissima evoluzione e che presenta anche non trascurabili elementi di discontinuità con il passato. Il nuovo titolo evidenzia l'urgenza di un confronto critico ancora più serrato con la dimensione complessa e le ragioni della contemporaneità e, insieme, il profilo aperto di una rivista che non è un house organ, ma uno strumento di analisi, che l'AIB mette a disposizione di una più vasta comunità di bibliotecari, studiosi, studenti e di ogni altra categoria interessata al nostro ambito di ricerche e applicazioni.
«AIB Studi» è un quadrimestrale: il cambio di periodicità (che è in linea con le caratteristiche di una rivista di approfondimento) dovrebbe garantirci una maggiore efficacia di programmazione e permetterci di sistematizzare ed estendere la peer review degli articoli, migliorare la qualità di trattamento redazionale dei contenuti, disciplinare definitivamente i tempi di uscita dei singoli fascicoli.
Il lettore più curioso avrà notato che le novità non si fermano qui.
È in via di costituzione un agile ma autorevole Comitato di consulenza internazionale, chiamato ad affiancare l'attuale Comitato scientifico, a partecipare alle procedure di peer review e a segnalare tematiche emergenti in area LIS, argomenti all'ordine del giorno e potenziali contributi di autori di altri paesi. Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente della disponibilità i colleghi che hanno accettato di farne parte.
Naturalmente, non abbiamo più un doppio organico redazionale (comitato editoriale e versione elettronica), ma un'unica, robusta redazione, ulteriormente potenziata con il coinvolgimento di nuovi collaboratori (molte grazie anche a loro), e un inedito ambiente di condivisione del lavoro.
A inizio 2011 (e mi permetto qui di fare rinvio al primo editoriale dell'annata), abbiamo individuato linee d'indirizzo e politiche che ci hanno spinto a rinnovare, in parte, e ad arricchire l'articolazione interna della rivista: le sezioni di «AIB Studi», descritte in dettaglio nelle info del sito, mirano ad assicurare piena visibilità alle aree d'interesse che vogliamo curare in termini di ricerca e avanzamento, nonché alla varietà di approcci teorico-applicativi e di metodo che attraversano il campo largo della biblioteconomia contemporanea, della politica delle biblioteche, della professione bibliotecaria.
Siamo in fase di rodaggio e consapevoli delle molte imperfezioni e dei limiti ai quali occorrerà via via porre rimedio; ciononostante, aspettiamo con fiducia l'accoglienza dei lettori. È retorica dire che i loro giudizi e suggerimenti ci aiuteranno a far crescere «AIB Studi»? Il «Bollettino» è stato per decenni una presenza costante e irrinunciabile nelle consuetudini di lettura dei soci AIB, dei bibliotecari italiani e di quanti sono attenti a ciò che esprime il mondo delle biblioteche (ancora tanto, a dispetto delle emergenze). Questo rapporto di amicizia e di familiarità tra la rivista e i suoi lettori è in sé un patrimonio vitale, di cui non possiamo fare a meno. Anzi, ci proponiamo di incrementarlo.
Giovanni Di Domenico