https://aibstudi.aib.it/issue/feedAIB studi2025-01-08T00:00:00+00:00Redazione AIB studiaibstudi@aib.itOpen Journal Systems<div> <p>AIB studi, già <a href="http://bollettino.aib.it/" target="_blank" rel="noopener">Bollettino AIB</a>, è una rivista quadrimestrale pubblicata dall'Associazione italiana biblioteche (AIB). La rivista, peer-reviewed e open access, è orientata verso la ricerca biblioteconomica e l'analisi dei fatti ed è rivolta a far crescere la riflessione teorica, la sperimentazione metodologica e le pratiche professionali nell'ambito dei servizi bibliotecari, documentali e di informazione.<br />AIB studi è inserita nell’elenco delle riviste di classe A dell’ANVUR, è indicizzata in Scopus e in ESCI (Emerging sources citation index di Web of science). La rivista, inoltre, ha ottenuto il Seal DOAJ (Directory of open access journals).</p> </div>https://aibstudi.aib.it/article/view/14025Studio qualitativo sulla percezione della biblioteca da parte della comunità: il caso della Biblioteca comunale di Empoli2024-04-30T07:43:47+00:00Gemma Scalig.scali1@unimc.it<p>Le biblioteche pubbliche locali riconoscono l’importanza di valutare il proprio impatto e la percezione che la comunità ha di esse. Oggi lo studio della percezione della comunità con la metodologia della ricerca sociale qualitativa è presente ma ancora in fase nascente nello scenario bibliotecario. Condividere metodi, risultati e conclusioni è fondamentale per comprendere come questo tipo di ricerca possa migliorare l’<em>affordance</em> delle biblioteche e la progettazione di strategie di miglioramento. Questo articolo mira a illustrare la metodologia qualitativa e la strategia della Grounded Theory adottate per analizzare la percezione degli utenti attivi e inattivi nella comunità della Biblioteca comunale di Empoli e per contestualizzare i risultati ottenuti al fine di comprendere l’impatto <em>win win</em> della ricerca stessa sia per gli utenti che per l’istituto culturale.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Gemma Scalihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14118Recensioni, a cura di Desirée de Stefano e Federica Olivotto2024-12-24T15:06:23+00:00Desirée de Stefanodesiree.destefano@aib.itFederica Olivottofederica.olivotto@aib.it2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Desirée de Stefano, Federica Olivottohttps://aibstudi.aib.it/article/view/14087I turbolenti anni Venti. Riflessioni sul ruolo delle biblioteche nell’attuale ecosistema informativo e su ciò che (auspicabilmente) verrà2024-11-03T21:32:36+00:00Federico Meschinifmeschini@gmail.com<p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt;">In questo articolo si propone una risposta alla domanda sulla necessità delle biblioteche nell’attuale ecosistema informativo, caratterizzato da un accesso all'informazione apparentemente sconfinato e individuale, e dominato dalla frammentazione e dalla polarizzazione, fenomeni in cui i social network hanno un ruolo di amplificazione. Si sostiene, perciò, come le biblioteche, in quanto istituzioni di mediazione e strutturazione della conoscenza, siano più che mai necessarie, seppur in forme parzialmente diverse rispetto a quelle tradizionali. Attraverso una riflessione sui concetti di complessità e cultura orizzontale e verticale, l’articolo esplora come le biblioteche possano contrastare le criticità dello scenario attuale, proponendo una visione della biblioteca come processo dinamico, evidenziandone il suo potenziale di spazio di riflessione e apprendimento, e sottolineando l'importanza di un approccio sistemico e interdisciplinare per garantirne la rilevanza futura.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Federico Meschinihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14080Il principio vitale della biblioteca: il sapere e l’apprendimento come beni comuni2024-10-11T06:15:06+00:00Franco Nerifranconeri50@gmail.com<p>Il saggio prende in esame l’idea di sapere e apprendimento come beni comuni che strutturano e costruiscono comunità non localistiche viene esaminata a partire da alcuni testi: <em>Giovani di montagna, giovani di città</em> (1956) di Don Lorenzo Milani; <em>What makes a library big</em> (1928) di Rabindranath Tagore; le <em>Cinque Leggi della biblioteconomia </em>di S.R. Ranganathan, nel testo della prima edizione (1931).</p> <p>Dai punti di intersezione fra le tre epigrafi citazionali in premessa alle <em>Cinque Leggi</em>, le tre distinte formulazioni della Seconda Legge nei capitoli 2–4 e i dialoghi scenici che la illustrano, e la presenza nel capitolo settimo, dedicato alla Quinta Legge, di una poco nota opera di H.G. Wells, <em>Men like gods</em>, emerge con tutta evidenza come tratto peculiare delle <em>Cinque Leggi</em> una potente visione di futuro, del tutto inascrivibile alla corrente precettistica interpretazione del mainstream.</p> <p>Ranganathan descrive e interpreta il passaggio dalle ‘vecchie’ Leggi alle ‘nuove’. Queste ultime sono principi valoriali unificanti le esperienze storiche e sociali del <em>Library Movement</em> su scala mondiale. Esse realizzano una funzione anticipatoria in quanto leggono dentro i ‘segni dei tempi’.</p> <p>Il passaggio da una Legge all’altra (<em>Books are for preservation</em> vs. <em>Books are for use</em>: Legge 1; <em>Books are for (chosen) few</em> vs. <em>Books are for all</em>: Legge 2, nella formulazione iniziale del capitolo 2) esprime una trasformazione radicale nella percezione sociale delle finalità e delle modalità di fruizione e organizzazione del servizio bibliotecario.</p> <p>Vi è una correlazione in larga parte ancora inesplorata con la concezione tagoriana di educazione e di biblioteca, l’influenza del pensiero pedagogico di John Dewey sul ruolo dell’educazione nella rigenerazione delle comunità, e l’eredità trascendentalistica di Ralph Waldo Emerson e Henry Thoreau.</p> <p>È il focus di due scritti poco noti di Don Milani: <em>Lettera dalla montagna</em> (1955) e <em>Giovani di montagna, giovani di città</em> (1956). Se nel primo il tema era il diritto all’acqua in quanto bene comune, il secondo è uno dei testi fondanti la pedagogia milaniana con la sua visione della conoscenza (la “Parola”) come condizione della sovranità.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Franco Nerihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14082La gestione dei contratti trasformativi nelle biblioteche delle università: spunti di riflessione a partire dall'esperienza di un ateneo italiano2024-10-20T08:48:31+00:00Laura Bernilaura.berni@unimi.itTiziana Morocuttitiziana.morocutti@unimi.itSimona Turbantisturbanti@gmail.com<p><span style="font-weight: 400;">Dopo un’introduzione sulle azioni intraprese a favore della scienza aperta in Italia e in Europa, nel contributo vengono analizzati i contratti trasformativi, sottoscritti dalle biblioteche delle università italiane dal 2020 attraverso il Gruppo CARE (Gruppo di coordinamento per l’accesso alle risorse elettroniche), con i quali si passa dal modello tradizionale di sottoscrizione, basato sul pagamento degli abbonamenti per accedere ai contenuti, a nuovi modelli commerciali. Tra questi, il </span><em><span style="font-weight: 400;">read and publish </span></em><span style="font-weight: 400;">in cui il prezzo è composto da una componente </span><em><span style="font-weight: 400;">read </span></em><span style="font-weight: 400;">(pago per leggere) e una componente </span><em><span style="font-weight: 400;">publish </span></em><span style="font-weight: 400;">(pago per pubblicare ad accesso aperto) che consente di avere a disposizione licenze per la pubblicazione open su riviste ibride e, per alcuni contratti, anche su riviste interamente</span> <span style="font-weight: 400;">OA. Si descrive, quindi, la gestione dei contratti trasformativi CARE all’interno del Servizio bibliotecario d’Ateneo dell’Università degli studi di Milano cercando, infine, di analizzare in modo pragmatico l’esperienza ad oggi dei </span><em><span style="font-weight: 400;">transformative agreements</span></em><span style="font-weight: 400;">, con un’ottica critica e il più possibile aderente ai dati. </span></p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Laura Berni, Tiziana Morocutti, Simona Turbantihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14085Analisi delle infrastrutture librarie in Italia e lo studio di caso di tre regioni: Piemonte, Lazio e Campania2024-11-05T14:10:04+00:00Alessandro Caramisalessandro.caramis@istat.itAlessandra Federicifederici@istat.it<p>La presenza di infrastrutture del libro, come biblioteche di pubblica lettura, biblioteche scolastiche e librerie, rappresenta un presidio culturale essenziale per favorire l'incontro tra l'offerta editoriale delle case editrici e la domanda di libri da parte dei lettori. È sempre più diffusa l'idea che questi spazi fisici siano una risorsa strategica per la promozione della lettura e delle competenze alfabetiche di base. Tuttavia, la distribuzione non omogenea di tali infrastrutture sul territorio crea dei veri e propri "deserti del libro", aree con forti disparità nell'accesso alla lettura.</p> <p>Questo studio, basato sulle fonti dell'archivio Asia unità locali dell'Istat, l'indagine censuaria Istat sulle biblioteche e altre fonti da indagini dirette e indirette Istat o da archivi amministrativi, offre una panoramica dettagliata della presenza e distribuzione delle principali infrastrutture del libro nelle regioni italiane, con particolare attenzione alle regioni Piemonte, Lazio e Campania per l'anno 2022.</p> <p>L'analisi si propone di confrontare la situazione nelle tre regioni esaminate, individuando i fattori che influenzano maggiormente l'assenza di infrastrutture del libro e le eventuali differenze nel manifestarsi di questo fenomeno. Le conclusioni del lavoro sono fondamentali per valutare le politiche e le azioni di promozione del libro e sostegno alla lettura, sia quelle già programmate che quelle da promuovere in futuro.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Alessandro Caramis, Alessandra Federicihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14079La formazione pedagogica e didattica dei bibliotecari2024-10-09T17:00:18+00:00Andrea Avellinoandrea.avellino@uniroma1.it<p>La funzione educativa delle biblioteca è cosa nota. La ricerca della verità e del senso delle cose condotta nelle biblioteche affonda le sue radici nel mondo antico. Quindi la biblioteca nasce come agenzia educativa: educa al senso della ricerca.</p> <p>La sua funzione educativa si esplica sia come educazione nella biblioteca, attraverso la promozione di percorsi formativi, attività didattiche e riflessioni su argomenti non sempre legati alla biblioteca; ma si esplica anche come educazione alla biblioteca, intesa come insieme di momenti formativi volti alla conoscenza della biblioteca, della ricerca delle informazioni, del loro corretto utilizzo, ma anche più semplicemente come insieme di gesti insiti nella vita della biblioteca e che sono intrinsecamente fenomeni educativi.</p> <p>Per far ciò il bibliotecario o la bibliotecaria non possono improvvisare, perché seppure vero che l’educazione è un fatto naturale, la sua trasmissione può essere migliorata e tarata sulle specifiche dei soggetti che abbiamo davanti. Il bibliotecario che organizzare momenti formativi non dovrà mettere in atto le stesse strategie di professionista sanitario o di un insegnante. Ma per poterle mettere in atto dovrà conoscerle. Questo presuppone che la sua formazione sia adeguata e che il suo corso di studi abbia previsto la conoscenza delle discipline pedagogico-didattiche.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Andrea Avellinohttps://aibstudi.aib.it/article/view/14119Letteratura professionale italiana, a cura di Federica Olivotto e Vittorio Ponzani2024-12-26T08:15:55+00:00Federica Olivottofederica.olivotto@aib.itVittorio Ponzanivittorio.ponzani@aib.it2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Federica Olivotto, Vittorio Ponzanihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14117Le religioni del libro di Franco Ferrarotti2024-12-17T18:23:05+00:00Chiara Faggiolanichiara.faggiolani@uniroma1.it2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Chiara Faggiolanihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14086L' architetto e l'oracolo. Una nuova alleanza per l'organizzazione della conoscenza?2024-11-03T17:57:53+00:00Maurizio Vivarellimaurizio.vivarelli@unito.it<p>Il contributo è dedicato al libro di Gino Roncaglia <em>L’architetto e l’oracolo. Forme digitali del sapere da Wikipedia a ChatGPT</em> (Roma-Bari, Laterza, 2023), in cui vengono esaminate le linee generali di modelli diversi di organizzazione della conoscenza negli attuali ecosistemi digitali, riconducibili al metaforico ruolo dell’architetto e dell’oracolo evocati nel titolo. Nel primo caso la rappresentazione tendenzialmente universalistica della conoscenza viene realizzata attraverso la struttura gerarchica dell’enciclopedia, in questo caso specifico Wikipedia; nel secondo caso la produzione di contenuti avviene invece sulla base di complessi modelli probabilistici e predittivi, che caratterizzano in particolare le funzioni delle intelligenze artificiali generative come ad esempio ChatGPT. Il contributo propone un esame della struttura complessiva del libro, a partire dai suoi elementi paratestuali, e cerca di mostrare la possibile integrazione dei due modelli per la costruzione di contenuti complessi alla luce di una inedita e possibile alleanza tra uomini e macchine, rispetto a cui si iniziano ad intravedere interessanti possibilità che investono anche il campo della cultura bibliografica e biblioteconomica.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Maurizio Vivarellihttps://aibstudi.aib.it/article/view/14084Dalla Libia a Firenze. Il fondo archivistico e librario di Giacomo Caputo. Un’esperienza di public engagement per la Bright Night 2024 dell’Università degli studi di Firenze2024-10-24T09:36:46+00:00Laura Buccinolaura.buccino@unifi.itManuela Parrillimanuela.parrilli@unifi.itLorenzo Sergilorenzo.sergi@unifi.itValentina Sonzinivalentina.sonzini@unifi.itEmanuele Zamperiniemanuele.zamperini@unifi.it<p>Il contributo propone alcune riflessioni relative alla comunicazione al pubblico non specializzato dei fondi d’autore. Nel caso specifico, in seno alle iniziative organizzate dall’Università degli studi di Firenze in occasione della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori (Bright night 2024), è stata condotta un’attività di <em>public engagement</em> al fine di valorizzare il patrimonio documentario e bibliografico dell’archeologo Giacomo Caputo (1901-1992). L’evento si è trasformato nell’occasione per riflettere e materializzare problematiche e bisogni connessi alla particolare tipologia dell’insieme. Il fondo – di proprietà della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze e oggi allocato presso il Museo e istituto fiorentino di preistoria “Paolo Graziosi” – si compone di archivio e biblioteca al centro di due progetti di ricerca distinti, ma strettamente connessi tra loro. Nell’elaborare un’adeguata e condivisa comunicazione del patrimonio in questione sono state evidenziate e affrontate le necessità multidisciplinari legate al fondo: archivistica e biblioteconomia si intrecciano con l’archeologia classica, il restauro, la storia del colonialismo italiano in Africa, intersecandosi con momenti di vita privata e restituendo la fotografia dell’archeologo nel suo laboratorio di lavoro. L’esperienza va quindi a configurarsi come caso paradigmatico per sottolineare alcune effettive difficoltà di realizzazione e proporre possibili soluzioni in grado di comunicare, nell’ambito della terza missione universitaria, un simile patrimonio anche al pubblico non specialistico.</p>2025-01-08T00:00:00+00:00Copyright (c) 2025 Valentina Sonzini, Laura Buccino, Emanuele Zamperini, Manuela Parrilli, Lorenzo Sergi