AIB studi https://aibstudi.aib.it/ <div> <p>AIB studi, già <a href="http://bollettino.aib.it/" target="_blank" rel="noopener">Bollettino AIB</a>, è una rivista quadrimestrale pubblicata dall'Associazione italiana biblioteche (AIB). La rivista, peer-reviewed e open access, è orientata verso la ricerca biblioteconomica e l'analisi dei fatti ed è rivolta a far crescere la riflessione teorica, la sperimentazione metodologica e le pratiche professionali nell'ambito dei servizi bibliotecari, documentali e di informazione.<br />AIB studi è inserita nell’elenco delle riviste di classe A dell’ANVUR, è indicizzata in Scopus e in ESCI (Emerging sources citation index di Web of science). La rivista, inoltre, ha ottenuto il Seal DOAJ (Directory of open access journals).</p> </div> it-IT aibstudi@aib.it (Redazione AIB studi) aibstudi@aib.it (Redazione AIB studi) Fri, 15 Mar 2024 10:46:34 +0000 OJS 3.3.0.13 http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss 60 Recensioni, a cura di Desirée de Stefano e Federica Olivotto https://aibstudi.aib.it/article/view/14022 Desirée De Stefano, Federica Olivotto Copyright (c) 2024 Desirée De Stefano, Federica Olivotto https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14022 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Letteratura professionale italiana, a cura di Federica Olivotto e Vittorio Ponzani https://aibstudi.aib.it/article/view/14024 Federica Olivotto, Vittorio Ponzani Copyright (c) 2024 Federica Olivotto, Vittorio Ponzani https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14024 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 I Manifesti UNESCO sulla biblioteca pubblica, 1972-2022 https://aibstudi.aib.it/article/view/14011 <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">Il saggio ricostruisce l’evoluzione dei Manifesti UNESCO sulla biblioteca pubblica dalla prima revisione del 1972 alla recente versione del 2022.</p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">Il Manifesto 1972, aggiornamento frettoloso del testo del 1949, segna un netto cambio di destinatari: non più le comunità locali, i cittadini e la professione bibliotecaria, ma le autorità pubbliche e la professione. Forte è l’accento sul ruolo della biblioteca pubblica nella cultura, nella lettura e nell’informazione; sul diritto all’accesso per tutti; sui nuovi media.</p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">Il Manifesto 1994 è il primo congiunto IFLA-UNESCO. Esso <span style="color: black;">pone una connessione intima fra la libertà, il benessere, lo sviluppo della società e degli individui e l’esercizio consapevole e pieno del diritto di accesso alla conoscenza. </span></p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">La biblioteca pubblica come<em> local gateway to knowledge</em>: definizione efficace di una visione non localistica. Nel testo tuttavia vi è uno scarto fra la formulazione dello scenario di contesto e la ricchezza di contenuti emersi dal 1990 negli <em>Human development reports </em>dell’United Nations Programme Development, di radicale ripensamento del concetto tradizionale di sviluppo.</p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">Il Manifesto 2022 nasce dalla collaborazione fra IFLA e UNESCO-Section Information For All Programme. Il saggio si interroga sui tre nuclei tematici fondamentali del nuovo testo:</p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">- lo ‘sviluppo sostenibile’. <span style="color: black;">Un richiamo più esplicito all’Agenda ONU 2030 avrebbe reso più trasparente il tipo di orientamenti necessari (approccio sistemico, multidimensionale e interistituzionale; progettazione integrata; sviluppo dei saperi di feedback; prospettiva intergenerazionale) per affrontarne le sfide; </span></p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">- le ‘biblioteche nella società della conoscenza’. Vi è una connessione molto forte fra saperi e competenze di cittadinanza, con il risalto dato alla cittadinanza scientifica e a modalità e strumenti per un suo effettivo e quotidiano esercizio;</p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">– la ‘comunità’ è filo conduttore pervasivo. I c<span style="color: black;">ittadini non sono solo fruitori, ma costruttori di saperi; le biblioteche hanno un ruolo essenziale nella costruzione di saperi <em>bridging</em> e comunità aperte. </span></p> <p style="margin: 0cm; margin-bottom: .0001pt; text-align: justify;">Il Manifesto IFLA/UNESCO 2022 è probabilmente un testo di transizione. Nella articolazione di missioni per la biblioteca pubblica contenuta nel Manifesto c’è una tensione sottostante di futuro in una preoccupata attenzione al presente. È uno dei messaggi più significativi, che avrebbe potuto forse essere reso più nitido e intenso con una più stretta integrazione fra <span style="color: black;">le diverse missioni della biblioteca pubblica e una più forte integrazione della ricca tradizione UNESCO sulle politiche educative, il cultural heritage, il dialogo interculturale, lo sviluppo umano.</span></p> Franco Neri Copyright (c) 2024 Franco Neri https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14011 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 L' Odissea editoriale dell’Ulysses di James Joyce tra censure, varietà infinite ed edizioni scomparse: saggio-recensione a seguito del libro di Lucio Gambetti Un’Odissea editoriale. A cento anni dall’Ulysses di Joyce. Biblion, 2022 https://aibstudi.aib.it/article/view/13865 <p>Il libro di Lucio Gambetti <em>Un’Odissea editoriale. A cento anni dall’Ulysses di Joyce</em>, di poco più di un centinaio di pagine, ci conduce in un viaggio attraverso la storia editoriale di uno dei romanzi più importanti e influenti del XX secolo, l’<em>Ulisse</em> di James Joyce, soffermandosi in particolare sull’edizione italiana del romanzo ed esplorando la sua storia editoriale, la ricezione critica e le sfide linguistiche che hanno reso difficile la traduzione e l’interpretazione di un’opera così complessa. In passato si sono già affrontate le tematiche legate alla questione relativa al copyright delle varie edizioni del romanzo nel corso dei decenni: sui diritti d’autore vantati dagli eredi – in particolare dal nipote Stephen James Joyce (mancato nel gennaio 2020) e sulla duplice caduta nel pubblico dominio del suo autore, prima nel 1992 e poi nel 2012. Le successive battaglie sui diritti d’autore dei manoscritti inediti, il divieto di indagare su quale fosse il testo dell’opera originale, le censure subite dai biografi da parte di Stephen Joyce, fino alle edizioni scomparse dal mercato, sono tutte questioni che chi scrive conosce bene. Numerosi sono stati gli atti di censura nei vari paesi che hanno rallentato la presenza nel mercato editoriale di traduzioni o revisioni del romanzo, e questo per tutto il Novecento. Pertanto il presente contributo si connota come un saggio-recensione, con alcuni riferimenti nuovi, non presenti nel libro di Gambetti, come il recupero della sentenza italiana posta in conclusione.</p> <p> </p> Antonella De Robbio Copyright (c) 2024 Antonella De Robbio https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13865 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Beyond the score: l’indicizzazione della musica notata per la performance https://aibstudi.aib.it/article/view/13983 <p>Il contributo, partendo dalla constatazione del cambiamento di prospettiva della biblioteconomia, dalla centralità del libro e delle collezioni alla centralità dell’utente, intende esplorare le potenzialità informative dell’indicizzazione semantica delle risorse di musica notata come strumento pervasivo per l’organizzazione del servizio di information retrieval finalizzato alla performance, intesa non solo come esecuzione ma anche come fruizione della musica. Tramite un caso di studio, si offriranno spunti di riflessione sulla pratica dell’indicizzazione semantica della musica notata nei paesi anglosassoni attraverso i progetti elaborati dalla Library of Congress (LCSH, LCGFT e LCMPT), e si formuleranno proposte operative per rendere maggiormente efficiente il recupero delle risorse musicali nel Servizio bibliotecario nazionale con il <em>Nuovo soggettario</em>. Analizzando i bisogni conoscitivi degli utenti di una biblioteca specializzata in ambito musicale, le autrici avanzeranno una proposta di FRBRizzazione dell’OPAC SBN, a partire dalla categorizzazione delle opere musicali per forma/genere e, sfruttando le ‘connessioni logiche’ che collegano le opere con le entità soggetto correlate previste da LRM, proporranno di utilizzare le voci di soggetto come volano per consentire la trasformazione dell’OPAC SBN in <em>library linked data</em>.</p> <p> </p> Michela Grossi, Roberta Schiavone Copyright (c) 2024 Michela Grossi, Roberta Schiavone https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13983 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 L' eredità delle discografie: la data di registrazione come punto di accesso per le risorse sonore https://aibstudi.aib.it/article/view/13913 <p>Con la diffusione dei supporti di riproduzione, cambia il modo di fruire la musica e nasce un nuovo tipo di ascoltatore con bisogni specifici. Questo tipo di ascoltatore, che oggi potremmo etichettare con il nome di ‘discofilo’, è interessato alla produzione sonora e si preoccupa di reperire e individuare con esattezza le registrazioni contenute nei supporti, ricostruendo l’esatta sessione in cui la registrazione ha avuto luogo. La passione di questi individui ha portato alla creazione dei progetti discografici, opere che elencano le registrazioni esistenti, indipendentemente dal fatto che siano edite. In questo articolo il focus sarà rivolto principalmente ai progetti discografici sulla musica jazz, un genere che nel Novecento si diffonde anche grazie all’espansione del mercato discografico. Seppure siano state circoscritte a un ambito per lo più amatoriale, ancora oggi questi progetti sono le uniche pubblicazioni in grado di fornire con esattezza i dati provenienti dalla ricerca discografica. Con la diffusione degli LP, il loro ordinamento è disciplinato dalla data di registrazione, che è considerata l’elemento in grado di rendere univoca una specifica registrazione.</p> <p>Questo articolo si interroga sull’importanza di questo elemento nella tradizione catalografica italiana e offre una panoramica sulle norme attualmente in uso, prendendo in considerazione anche le norme pubblicate da IASA nel 1999, per la catalogazione descrittiva, e alle RDA nel 2010, per la creazione di registrazioni di autorità. Essendo la data di registrazione un attributo dell’espressione, ci si concentra maggiormente sulla tradizione del titolo uniforme che ha portato oggi alle disposizioni sul titolo dell’opera, le quali precludono la possibilità di redigere un punto di accesso per le espressioni di una stessa opera, che sono invece le entità maggiormente oggetto di studio nei progetti discografici. L’analisi condotta vuole quindi favorire una riflessione in merito ai bisogni di una tipologia specifica di utente che trarrebbe beneficio da questo dato, mirando al contempo a suggerire una chiave di organizzazione del patrimonio sonoro esistente.</p> Roberta Licitra Copyright (c) 2024 Roberta Licitra https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13913 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Fra testualità e iconologia: spunti sull'indicizzazione per soggetto delle carte geografiche https://aibstudi.aib.it/article/view/13974 <p>Nel mondo delle biblioteche le carte geografiche hanno conquistato negli ultimi decenni una considerazione sempre maggiore anche grazie ai progetti di digitalizzazione avviati. Le loro particolarità le rendono risorse interessanti soprattutto nell’ottica dei cataloghi integrati e in relazione all’impiego di standard descrittivi e di strumenti condivisi, ad esempio, vocabolari controllati. Dal punto di vista dell’indicizzazione per soggetto, è importante considerare le carte geografiche tenendo conto di vari fattori: il periodo della loro realizzazione (antiche o moderne), il supporto, le tecniche impiegate, le tipologie tematiche, le componenti ‘visive’ senza dubbio prevalenti su quelle testuali. In questo contesto assumono interesse problematiche come il tipo di linguaggio documentario da preferire (pre-coordinato o post-cordinato), il tipo di analisi concettuale da applicare, le modalità per il controllo della terminologia fra cui anche i toponomi. Nei cataloghi di biblioteche di altri paesi vengono normalmente implementati tag plurimi e di vario tipo per esprimere i contenuti semantici di queste risorse e renderne possibile l’esplorazione. In Italia, per superare una situazione frastagliata e non sempre coerente, avrà un ruolo fondamentale il nostro Servizio bibliotecario nazionale (SBN) con i suoi più recenti sviluppi. Il sistema<em> Nuovo soggettario</em>, strumento ufficiale impiegato in Italia nell’indicizzazione per soggetto, si sta diffondendo sempre più per il trattamento di risorse non bibliografiche, fra le quali anche le cartografiche. Il suo thesaurus contiene già una ricchissima varietà di termini utili in questo ambito. Da alcuni di essi, è già attivata interoperabilità sia con analoghi strumenti di indicizzazione in altre lingue (ad esempio, LCSH, Rameau, GND), sia con data base di musei e archivi che descrivono carte geografiche, seppur con standard differenti.</p> Anna Lucarelli, Elisabetta Viti Copyright (c) 2024 Anna Lucarelli, Elisabetta Viti https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13974 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 La tesi di laurea, la tutela del diritto d’autore, il plagio e la funzione pedagogica della biblioteca universitaria https://aibstudi.aib.it/article/view/13914 <p>La tesi di laurea può costituire, metaforicamente, e antropologicamente parlando, un ‘rito di passaggio’, giacché segna il passaggio dalla condizione di studente alla condizione di laureato. Si tratta di un lavoro scritto: una sorta di tema, concordato con il proprio relatore, che il laureando realizza e discute al termine di un ciclo di studi universitari. La stesura del documento è, di solito, colma di ostacoli, dovuti – in linea di massima – al fatto che mai prima si è affrontato un tale compito e, pertanto, richiede la massima attenzione per non incappare, peraltro, più o meno intenzionalmente, in situazioni che possono configurare la violazione della proprietà intellettuale di un soggetto terzo. In virtù di ciò, il presente contributo si propone un obiettivo sostanzialmente pragmatico, giacché intende offrire indicazioni metodologiche per la compilazione della tesi di laurea, evitando di incorrere in circostanze riguardanti il plagio. La biblioteca universitaria, da questo punto di vista, svolge una funzione pedagogica dirimente poiché non si limita a fornire solo i documenti, ma contribuisce ad ampliare i confini della formazione civica e sociale, legale e culturale dei laureandi.</p> Leonardo Sacco Copyright (c) 2024 Leonardo Sacco https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13914 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Dino Provenzal: i lettori nell’Italia che scrive https://aibstudi.aib.it/article/view/14009 <p>Il saggio esamina la ricca produzione e le riflessioni dello scrittore Dino Provenzal (1877-1972) sul suo rapporto con la lettura e sul mondo dei libri, i comportamenti dei lettori, le inadeguatezze delle biblioteche in Italia tra le due guerre. L’autore si sofferma, in particolare, sui numerosi articoli di Provenzal usciti nella rivista di Angelo Fortunato Formiggini, <em>L’Italia che scrive</em>, fra il 1922 e il 1938.</p> Giovanni Di Domenico Copyright (c) 2024 Giovanni Di Domenico https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14009 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Oggetti e carte: assemblaggi che parlano https://aibstudi.aib.it/article/view/14021 <p>Lo storico dell’arte tedesco Aby Moritz Warburg (1866-1929) ha per primo proposto una rivoluzione&nbsp; nei criteri tradizionali di classificazione delle opere d’arte. Egli ha contestato la concezione ‘a canne d’organo’ dei vari generi&nbsp; artistici e sostenuto quella opposta della ‘mescolanza’, valorizzando, piuttosto che non la divisione canonica, la fusione, le sinergie, e le reciproche contaminazioni.&nbsp; Il libro-catalogo <em>Beni svelati</em>, studiando l’agglomerato accumulatosi nel tempo nelle stanze chiuse dello Stato, illustra appunto come questa fusione, in origine casuale, si sia risolta col trascorrere del tempo in qualcosa di per sé storicamente significativo. Ciò tanto più in un’epoca come l’attuale, nella quale l’avvento del digitale incide in modo decisivo sulle tradizionali ripartizioni per materia tipiche della cultura degli ultimi secoli.</p> Guido Melis Copyright (c) 2024 Guido Melis https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14021 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Adelante con juicio: dalla BEIC un messaggio di fiducia per il futuro delle biblioteche italiane https://aibstudi.aib.it/article/view/14019 Stefano Parise, Giovanni Solimine Copyright (c) 2024 Stefano Parise, Giovanni Solimine https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14019 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Gli archivi dei dati della ricerca nel ciclo RDM: sfide e punti di forza per curatori/data steward https://aibstudi.aib.it/article/view/13892 <p>Questo articolo si occupa degli archivi accademici di dati della ricerca, e dei loro curatori, in diverse località sparse su cinque regioni globali. Con l’ausilio di un campione costruito su misura, esploriamo i ruoli dei curatori negli archivi di dati della ricerca e le loro impressioni su competenze e formazione, su pratiche e limiti nella gestione dei dati della ricerca (RDM), sui punti di forza e le opportunità con le quali si confrontano nel loro lavoro. Contestualmente lo studio esamina le funzioni svolte dagli archivi accademici della ricerca e indaga fino a che punto i principi FAIR vengano effettivamente integrati nelle strategie di archiviazione. I nostri risultati mostrano che, mentre certi archivi vengono gestiti da consorzi di istituzioni per l’educazione superiore e centri di ricerca, in alcuni paesi essi sono ancora agli inizi, spesso hanno una rappresentatività solo parziale, con una singola istituzione alla guida. Per di più, i curatori si scontrano con il fatto che i ricercatori corredano i set di dati depositati con informazioni poco chiare sul loro riuso. Nonostante gli archivi di dati siano costruiti per aderire ai principi FAIR, siamo convinti che ci sia ancora molto lavoro da fare per insegnare ai ricercatori come usarli.</p> Juan-José Boté-Vericad, Ana Carballo-Garcia , Mònica Bautista-Villaescusa, Sharon Healy Copyright (c) 2024 Juan-José Boté-Vericad, Ana Carballo-Garcia , Mònica Bautista-Villaescusa, Sharon Healy https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13892 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Per Paolo Traniello https://aibstudi.aib.it/article/view/14010 <p>Per Paolo Traniello</p> Chiara De Vecchis Copyright (c) 2024 Chiara De Vecchis https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14010 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Nello spirito di Budapest: open access e transformative agreements https://aibstudi.aib.it/article/view/13982 <p>A vent’anni dalla sua nascita, il Movimento per l’accesso aperto ha influenzato in maniera significativa la diffusione dei risultati della ricerca scientifica. La maggior parte degli articoli pubblicati prevede qualche forma di apertura, 50 milioni sono quelli depositati in archivi aperti e le istituzioni che hanno aderito alla <em>Budapest Initiative</em> hanno superato il migliaio di unità. Il successo dell’iniziativa è tanto più sorprendente in un contesto di privatizzazioni dei beni e dei servizi attuate dalle comunità nazionali e sovranazionali. Ma la maggior parte delle pratiche di accesso aperto è ancora legata alla <em>gold road</em>, attuata sempre più spesso attraverso i <em>transformative agreements</em>. Riteniamo che questo modello, lucrativo per gli editori e oneroso per i ricercatori, non rispetti il vero spirito dell’open access, che implicava, come si evince dalla dichiarazione rilasciata per il ventennale della BOAI, un’idea delle risorse scientifiche e della scienza come bene comune. Una modalità diversa di diffusione della ricerca, oltre ad essere più sostenibile, potrebbe dar conto in maniera più appropriata del processo stesso di ricerca, facilitando la grande conversazione necessaria all’avanzamento della scienza.</p> Enrico Massimo Dotti Copyright (c) 2024 Enrico Massimo Dotti https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13982 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Il fondo Franca Sozzani nella Biblioteca dell'Istituto europeo di design di Milano: un case study nel settore della moda https://aibstudi.aib.it/article/view/13975 <p>Il presente contributo intende ripercorrere l’iter di ordinamento e catalogazione di un fondo di persona legato a una disciplina, quella della moda, tanto complessa da meritare una più approfondita riflessione biblioteconomica sulle sue peculiari e diversificate fonti documentarie. Il Fondo Franca Sozzani (storica direttrice di Vogue Italia fino alla prematura scomparsa avvenuta nel 2016) è stato trattato nel rispetto delle Linee guida sul trattamento dei fondi personali elaborate dalla Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore dell’AIB, ponendo particolare attenzione alla catalogazione d’esemplare e dando rilievo alle opere di pregio, spesso possedute da pochissime biblioteche al mondo.<br />Partendo da sommarie note biografiche del possessore si vuole dimostrare perché l’ordinamento d’autore non si sia conservato e quali siano state le vicende seguite alla donazione che hanno dato origine all’attuale disposizione del fondo; segue un’analisi della raccolta, con alcuni dati utili su consistenza, sezioni, aree tematiche preponderanti, datazione dei documenti; si illustrano infine le scelte catalografiche e le fonti per le note d’esemplare, i cui connotati storico-biografici emergono in maniera evidente e di cui si riporta un elenco esplicativo; queste ultime, insieme all’accurata descrizione, anche analitica, dei volumi, contribuiscono a rendere l’universo bibliografico del fondo un unicum per gli studiosi.</p> Roberta Lasio, Marcello Proietto Copyright (c) 2024 Roberta Lasio, Marcello Proietto https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/13975 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000 Il riconoscimento della figura professionale del bibliotecario e la nuova edizione della UNI 11535 https://aibstudi.aib.it/article/view/14005 <p>Si illustrano le caratteristiche dell’edizione 2023 della norma UNI 11535 sulla figura professionale del bibliotecario. Rientra infatti nel normale iter procedurale dell’Ente italiano di normazione UNI che ogni norma tecnica venga sottoposta periodicamente a revisione, conservando l’impianto e l’articolazione originale e modificando il testo in funzione dell’evoluzione della normativa italiana e internazionale. Conseguentemente le principali novità introdotte in questa edizione sono relative a: l’introduzione del concetto di autonomia e responsabilità, l’attribuzione della fascia di ottavo livello, lo stretto collegamento alle disposizioni definite dall’AIB in merito ai requisiti per accesso, mantenimento e rinnovo dell’attestazione dei propri associati.</p> <p>L’articolo ripercorre inoltre alcuni momenti del riconoscimento professionale con riferimento al contesto AIB e alla legge n. 4 del 2013, che evidenzia come le disposizioni in materia di professioni non organizzate hanno di fatto reso possibile una sinergia tra legislazione, normazione tecnica e ruolo delle associazioni.</p> Vittorio Ponzani, Paola Manoni, Giovanna Mazzola Merola Copyright (c) 2024 Vittorio Ponzani, Paola Manoni, Giovanna Mazzola Merola https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0 https://aibstudi.aib.it/article/view/14005 Fri, 15 Mar 2024 00:00:00 +0000