Dalla Libia a Firenze. Il fondo archivistico e librario di Giacomo Caputo. Un’esperienza di public engagement per la Bright Night 2024 dell’Università degli studi di Firenze
DOI:
https://doi.org/10.2426/aibstudi-14084Parole chiave:
Fondi di persona, Giacomo Caputo, terza missione, Biblioteche d’Autore, Archivi d’Autore, LibiaAbstract
Il contributo propone alcune riflessioni relative alla comunicazione al pubblico non specializzato dei fondi d’autore. Nel caso specifico, in seno alle iniziative organizzate dall’Università degli studi di Firenze in occasione della Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori (Bright night 2024), è stata condotta un’attività di public engagement al fine di valorizzare il patrimonio documentario e bibliografico dell’archeologo Giacomo Caputo (1901-1992). L’evento si è trasformato nell’occasione per riflettere e materializzare problematiche e bisogni connessi alla particolare tipologia dell’insieme. Il fondo – di proprietà della Biblioteca umanistica dell’Università di Firenze e oggi allocato presso il Museo e istituto fiorentino di preistoria “Paolo Graziosi” – si compone di archivio e biblioteca al centro di due progetti di ricerca distinti, ma strettamente connessi tra loro. Nell’elaborare un’adeguata e condivisa comunicazione del patrimonio in questione sono state evidenziate e affrontate le necessità multidisciplinari legate al fondo: archivistica e biblioteconomia si intrecciano con l’archeologia classica, il restauro, la storia del colonialismo italiano in Africa, intersecandosi con momenti di vita privata e restituendo la fotografia dell’archeologo nel suo laboratorio di lavoro. L’esperienza va quindi a configurarsi come caso paradigmatico per sottolineare alcune effettive difficoltà di realizzazione e proporre possibili soluzioni in grado di comunicare, nell’ambito della terza missione universitaria, un simile patrimonio anche al pubblico non specialistico.
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