Il bibliotecario del digitale: quale riconoscimento?
DOI:
https://doi.org/10.2426/aibstudi-11697Parole chiave:
digital services librarian, librarian job profile, librarian recognitionAbstract
Il punto di vista dell’intervento è prevalentemente pragmatico, attento alle problematiche tecnico-normative, con un occhio rivolto al mercato e alle opportunità di occupazione. La questione fondamentale è se, nell’attuale contesto lavorativo, normativo e istituzionale, risulti più proficuo puntare sul riconoscimento di un profilo ‘unico’ di bibliotecario, o dare rilievo alle diverse specializzazioni in cui tale profilo può essere declinato, tra le quali quella del ‘bibliotecario del digitale’ rappresenta senza dubbio una delle più importanti e foriere di sviluppi futuri.
Prima dell’emanazione della legge 4/2013, l’AIB aveva costituito, nel 2011, un sottogruppo di lavoro OLAVeP sui profili professionali, che, in accordo con l’Associazione, redasse, a corollario del profilo professionale del bibliotecario di base, una molteplicità di profili professionali specialistici. Questo tipo di impostazione ha mostrato una serie di criticità, evidenziatesi già in sede di elaborazione della Norma UNI. Attualmente, infatti, non è consigliabile, sia sotto il profilo politico-amministrativo che lavorativo, parcellizzare in un ulteriore ventaglio di profili ‘secondari’ specialistici una professione che deve ancora ottenere l’imprimatur di una codifica ‘ufficiale’ negli ordinamenti istituzionali.
Piuttosto che sul riconoscimento ‘ufficiale’ di profili professionali specialistici, in questa fase conviene forse concentrarsi su altre questioni (quali i livelli EQF tra le professioni dei beni culturali, o i provvedimenti emanati dopo la legge 4/2014, o anche la nascita di presunte professioni di confine) al fine di difendere il sistema e il livello di conoscenze, abilità e competenze per la professione del bibliotecario.
Nel contributo, pertanto, si sostiene che giustamente sia l’UNI, sia l’AIB hanno optato per un’unica declaratoria del bibliotecario, senza alcuna ripartizione specialistica. Il Regolamento di iscrizione dell’AIB offre infatti una definizione sintetica della professione nella sua globalità, mentre nella figura professionale di bibliotecario elaborata dalla Norma UNI confluiscono tutte le diverse specializzazioni in cui essa può articolarsi. In particolare, nell’ambito della Norma, l’‘Attività cinque’ può essere considerata l’hard core della figura del ‘bibliotecario del digitale’, ma molti riferimenti a conoscenze, abilità e competenze di questa figura si possono rintracciare anche all’interno di altre ‘attività’.
L’articolo si conclude con una considerazione: dal punto di vista logico, culturale e professionale il ‘bibliotecario del digitale’ costituisce la naturale evoluzione storica del ‘bibliotecario analogico’. Oggi ancora ne discutiamo come di due tipologie distinte, ma un domani anche molto vicino, non esisteranno solamente ‘biblioteche e bibliotecari digitali’?
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