Tra autonomia e centralismo: Renato Papò e le biblioteche popolari in Sardegna (1947-1954)
DOI:
https://doi.org/10.2426/aibstudi-11802Parole chiave:
popular libraries, Sardinia, Renato PapòAbstract
L’articolo è incentrato su alcuni aspetti poco noti della storia bibliotecaria della Sardegna e in particolare sull’avvio del sistema di pubblica lettura all’indomani del secondo conflitto mondiale. Vengono esaminati l’attività e l’impegno di Renato Papò a favore delle biblioteche popolari, proprio in un momento in cui esse erano fortemente criticate dalla comunità bibliotecaria perchè lontane dall’idea moderna di biblioteca ‘per tutti’. Le iniziative di cui egli fu protagonista devono tuttavia essere interpretate tenendo conto della peculiare situazione politica, economica e sociale dell’isola: le numerose biblioteche popolari presenti in Sardegna, sebbene fragili e di modesta entità, furono valorizzate da Papò in quanto espressione delle istanze del territorio e dei suoi bisogni contro soluzioni astratte e imposte dall’alto. Questa connotazione locale attenua la netta contrapposizione delle biblioteche popolari con quelle pubbliche ‘moderne’. Per agevolarne il radicamento Papò promosse una proposta di legge regionale che affidava al coordinamento della Regione sia le biblioteche di ente locale sia le biblioteche popolari sparse sul territorio. Il fallimento di tale iniziativa legislativa segnò anche il fallimento del progetto di Papò che lasciò la Sardegna per la Soprintendenza del Veneto.
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