L' eredità delle discografie: la data di registrazione come punto di accesso per le risorse sonore
DOI:
https://doi.org/10.2426/aibstudi-13913Parole chiave:
discografie, catalogazione, risorse sonoreAbstract
Con la diffusione dei supporti di riproduzione, cambia il modo di fruire la musica e nasce un nuovo tipo di ascoltatore con bisogni specifici. Questo tipo di ascoltatore, che oggi potremmo etichettare con il nome di ‘discofilo’, è interessato alla produzione sonora e si preoccupa di reperire e individuare con esattezza le registrazioni contenute nei supporti, ricostruendo l’esatta sessione in cui la registrazione ha avuto luogo. La passione di questi individui ha portato alla creazione dei progetti discografici, opere che elencano le registrazioni esistenti, indipendentemente dal fatto che siano edite. In questo articolo il focus sarà rivolto principalmente ai progetti discografici sulla musica jazz, un genere che nel Novecento si diffonde anche grazie all’espansione del mercato discografico. Seppure siano state circoscritte a un ambito per lo più amatoriale, ancora oggi questi progetti sono le uniche pubblicazioni in grado di fornire con esattezza i dati provenienti dalla ricerca discografica. Con la diffusione degli LP, il loro ordinamento è disciplinato dalla data di registrazione, che è considerata l’elemento in grado di rendere univoca una specifica registrazione.
Questo articolo si interroga sull’importanza di questo elemento nella tradizione catalografica italiana e offre una panoramica sulle norme attualmente in uso, prendendo in considerazione anche le norme pubblicate da IASA nel 1999, per la catalogazione descrittiva, e alle RDA nel 2010, per la creazione di registrazioni di autorità. Essendo la data di registrazione un attributo dell’espressione, ci si concentra maggiormente sulla tradizione del titolo uniforme che ha portato oggi alle disposizioni sul titolo dell’opera, le quali precludono la possibilità di redigere un punto di accesso per le espressioni di una stessa opera, che sono invece le entità maggiormente oggetto di studio nei progetti discografici. L’analisi condotta vuole quindi favorire una riflessione in merito ai bisogni di una tipologia specifica di utente che trarrebbe beneficio da questo dato, mirando al contempo a suggerire una chiave di organizzazione del patrimonio sonoro esistente.
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