Fuga dal Novecento: su <em>The Game</em>, la rivoluzione digitale e altre catastrofi
DOI:
https://doi.org/10.2426/aibstudi-11962Parole chiave:
digital revolution, digital humanities, Alessandro BariccoAbstract
Bibliotecari e studiosi che si occupano di discipline del libro e del documento, o di digital humanities, hanno visto nascere il game – la rivoluzione digitale – trent’anni fa e più. Hanno immediatamente cercato di mettersi al servizio della comunità analizzando le opportunità e le insidie del nuovo mondo. Un’ottima occasione per riflettere sull’identità professionale e intellettuale viene pertanto offerta ora da Alessandro Baricco con The game, racconto filosofico, docufiction, al confine tra scrittura narrativa, saggistica, autobiografica. La rivoluzione digitale, il grande gioco, The game, ha rifondato il sistema economico, culturale, emotivo. Sin dalle prime pagine Baricco raffigura l’uomo della nuova era in una postura caratterizzante: perennemente attaccato a una tastiera, lo sguardo fisso allo schermo del computer o dello smartphone. Un uomo che ha subito una metamorfosi antropologica e che è diventato un tutt’uno con un oggetto, con un prodotto del nuovo capitalismo. Eppure – come sottolineano gli autori del ‘sequel’ The game unplugged – la parola ‘capitalismo’ non appare mai. Per Baricco, infatti, quella è una parola tabù proprio perché ha connotato il Novecento, l’epoca che il game intende riformare. Gli uomini del game sono fuggiti dal Novecento e cercano nuovi valori e nuove possibilità di espressione nell’oltremondo digitale, social e seriale.
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