Varcare la soglia: il digitale nel catalogo, alcune riflessioni
DOI:
https://doi.org/10.2426/aibstudi-12260Parole chiave:
digital objects cataloguing, cataloguing practice, cataloguing principles and functionsAbstract
L'esperienza vissuta dalle biblioteche, specie di pubblica lettura, nel periodo del Covid-19 e la lettura di tre libri sul catalogo e la catalogazione hanno messo in luce alcuni limiti nel modo in cui il digitale viene trattato all'interno dei cataloghi. In particolare, appaiono particolarmente contraddittori e causa di disorientamento da parte dei lettori i criteri adottati per segnalare e descrivere le riproduzioni digitali di edizioni cartacee e le edizioni digitali nel pubblico dominio. Fino a oggi ha prevalso il presupposto che una riproduzione digitale abbia le medesime caratteristiche di una fotocopia, di un microfilm o di una microfiche. Nuovi dispositivi software, unitamente alla manipolabilità del digitale, fanno sì che tra la riproduzione analogica e quella elettronica esistano differenze tali da richiedere che quest'ultima venga trattata a fini catalografici in modo assai diverso. Le caratteristiche dell'oggetto digitale meritano di essere descritte allo stesso modo di quelle dell'originale cartaceo, in primo luogo perché hanno conseguenze non banali sul modo in cui il lettore ne può fruire e in secondo luogo perché possono essere esse stesse oggetto di ricerca, eventualmente come elemento filtro nell'impostazione dell'interrogazione. Ulteriore elemento di riflessione sono le conseguenze derivanti dall'evoluzione di dispositivi di rappresentazione volti a favorire la convergenza nel catalogo di risorse di nature anche molto differenti da quella bibliografica con l’obiettivo di fare del catalogo stesso uno degli strumenti per l'organizzazione semantica de web. Non essere partiti da una preventiva riflessione sui principi della catalogazione e sulla funzione del catalogo, ma aver seguito un approccio sostanzialmente pragmatico rischia di svuotare il catalogo delle sue prerogative e di favorire la sostituzione del servizio offerto dalle biblioteche con quello di soggetti che non hanno le medesime finalità culturali e sociali.
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